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- testo e regia Lorenzo Ponte
- con Tobia Dal Corso Polzot, Paola Galassi e Luca Oldani
- scena Davide Signorini
- costumi Giulia Rossena
- luci Emanuele Agliati
- suono Gaetano Pappalardo e Simone Sigurani
- assistente regia Filippo Capobianco
- voce giornale radio Pietro Adami
- con la supervisione artistica di Giuliana Musso
- Foto di Luca Del Pia
- produzione Teatro Franco Parenti
con il sostegno di PRAXIS - Olinda/TeatroLaCucina - Vincitore bando Animali Teatrali Fantastici 2021 - ZONA K nell'ambito del progetto IntercettAzioni - Centro di Residenza Artistica della Lombardia; Fondazione Claudia Lombardi per il teatro
Osservare e stare ai margini per capire cosa sta al centro della nostra societa. Guidati da questa idea, per 3 anni abbiamo fatto un percorso di conoscenza e avvicinamento alla vita delle persone senza dimora nella città di Milano. Tra il 2019 e il 2021, la compagnia ha affiancato unità di strade composte da psicologi, educatori e volontari che lavorano con persone che vivono questo fenomeno di espulsione.
I nostri pregiudizi sono andati in frantumi e, visti da vicino, abbiamo trovato molti punti di contatto con persone che tendiamo a nascondere e cacciare dalle vie delle nostre città. I poveri oggi vengono invisibilizzati e stigmatizzati perché costringono a fare i conti con le storture e i limiti di città sempre più esclusive e respingenti.
Dalla ricerca è scaturito uno spettacolo di narrazione nel quale si incarnano le voci, i silenzi, i corpi e le emozioni attraversate sul campo. Siamo alla fermata di un autobus che non sappiamo se passerà mai. Lo aspettiamo insieme a tre personaggi le cui vicende intrecciandosi raccontano come un prisma la marginalità interiore e sociale di Milano. Un giovane studente universitario della Bocconi, alle prese con gli ultimi esami prima della laurea. Una giornalista precaria di 30 anni, affaticata dai ritmi cittadini, che ha deciso di fare volontariato con le persone senza dimora. E infine uno strambo profeta, che maledice la follia che domina la città e offre a tutti una via di salvezza.
Con lo spettacolo vogliamo riportare al centro la vita di chi sta ai margini provando a mettere in discussione lo sguardo pietistico e di superiorità che riserviamo ai devianti. La voce e il vissuto degli ultimi ci interpellano: come ci poniamo di fronte al dolore dell'altro? E noi, i sani, come stiamo? E adesso, ancora, che fare?