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422 KiB
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<title>📡 💻📘</title>
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<body class="c17 c115 doc-content">
<div>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
</div>
<p class="c82 c43 title" id="h.p8ujh93ggiee"><h1>Presentazione del collettivo
&#9989;&#x1f44c;&#x1f3ff;<br><br></h1><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 40.40px -40.40px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 321.19px; height: 240.38px;"><img
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title=""></span><span
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title=""></span></p>
<h2 class="c65 c43" id="h.ruhm9i3wd41w">
<span class="c45 c41">Siamo un collettivo multidisciplinare in perenne
rincorsa, interessato alle intersezioni fra arte e tecnologia, le nuove possibilit&agrave; dei linguaggi
digitali e il modo in cui questi trasformano la societ&agrave; e l&rsquo;ambiente in cui viviamo.</span><br><br>
<span class="c45 c41">un * salta, dove * &egrave; qualsiasi cosa che possa
letteralmente e ironicamente saltare, scoppiare, trasformarsi, andare oltre, perch&eacute; certe cose non ci
vanno bene e pensiamo di poterle cambiare.</span></h2>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; Il nostro nome &egrave; imprevedibile e mutevole. La natura
dell&rsquo;asterisco ci permette di trasformarci in qualsiasi cosa e combinare ogni volta simpatici
siparietti. Siamo particolarmente affezionati alle dinamiche generative perch&eacute; hanno un tocco
inaspettato. Ci piace pensare a strumenti che le persone possano usare, applicazioni che hanno senso in
virt&ugrave; di una collettivit&agrave; e ambienti social tecnologici. La nostra modalit&agrave; &egrave;
sempre stata corale.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Per scrivere abitiamo documenti online innestando uno dentro l&rsquo;altro i
discorsi, tornando nelle frasi degli altri e ampliandole, creando botta e risposta come in una sorta di chat
trasversale non a senso unico. In questo modo nessuno ha l&rsquo;ultima parola e le frasi si sedimentano in
files che vengono riaperti dopo mesi e hanno tutta un&rsquo;altra consistenza, cos&igrave; come le voci
degli autori mosse e sfumate. Per questo report del Senegal abbiamo scelto di fare lo stesso: vi raccontiamo
il nostro viaggio-progetto facendo salotto virtuale. Questa caratteristica genera progetti articolati e
senza contorni precisi: progetti che tornano a mimetizzarsi con la realt&agrave; da cui sono emersi.</span>
</p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Questo gruppo &egrave; naturalmente disorganizzato, ha una soglia di attenzione
molto bassa ed &egrave; super sensibile agli input che arrivano da ci&ograve; che lo circonda. Essendo il
collettivo un organismo plurale, gli ambienti che ci circondano sono tanti e gli stimoli si moltiplicano di
conseguenza. Noi non possiamo fare a meno di captarli tutti e assimilarli.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Facciamo principalmente cose con i computer e con le persone.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">I nostri setup sono leggeri: due piccoli videoproiettori a batteria, qualche pc
portatile e una saponetta per connetterci ad internet se siamo in giro. Lavoriamo sulle modalit&agrave;
d&rsquo;uso della tecnologia, tentando di scatenare forme nuove, ripensando gli utilizzi, hackerandoli o
costruendoci sopra qualcosa di differente. Niente effetti speciali o videomapping olografici per un * salta:
cerchiamo di lavorare pi&ugrave; sui circuiti mentali e tecnologici che rendono la realt&agrave; quella che
&egrave;. Li esploriamo dall&rsquo;interno cercando di modificarli, di stretcharli per ampliarli,
trasformarli e intuire che un&rsquo;alternativa allo stato presente &egrave; possibile.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3"><br>&#x1f335; </span><span class="c9">Quando si &egrave; assuefatti da certe
dinamiche, un * salta arriva e ti scuote fortissimo gridando<br></span><p class="urlo">AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA</p><sup class="c85"><a href="#ftnt1" id="ftnt_ref1">[1]</a></sup><span
class="c9 c85">,</span><span class="c73 c75 c9 c93">&nbsp;</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">o perlomeno ci piacerebbe. </span>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
</p>
<h1 class="c6 c114" id="h.r3cmhtesd5nb"><span class="c41 c49 c56">0. Panoramica della ricerca
</span></h1>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; Il Senegal &egrave; lontano e, per quanto ci si possa preparare in vista
di un viaggio, il lontano arriva e lo prendi in faccia come non te lo aspetti proprio. &Egrave; l&#39;esatto
contrario di quello che succede sempre quando pianifichi qualcosa o provi a fare degli esperimenti precoci.
La realt&agrave; non &egrave; mai come te l&#39;eri immaginata: cambia il punto di vista, da che parte
&egrave; orientato il letto, le luci, il copione delle situazioni, e via cos&igrave;.</span></p>
<p class="c2"><span class="c35 c90 c27"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">&#x1f32a; Il collettivo un * salta &egrave; nato con la prospettiva di questo
viaggio verso il &ldquo;Lontano&rdquo;. </span><span class="c1">&#x1f31e; un * salta &egrave; come un
cristallo di sale che si forma attorno all&rsquo;idea dell&rsquo;andare in Senegal, dove Federico Poni era
stato in veste di fotoreporter assieme al Comitato Pavia Asti Senegal (CPAS), &#x1f360;</span><span
class="c30">&nbsp;</span><span class="c3">onlus</span><span class="c32">&nbsp;&#x1f32a; attiva dagli anni
&lsquo;80 nella regione della Casamance</span><span class="c30">. </span><span class="c1">&#x1f31e;
L&rsquo;esperienza </span><span class="c1">gli</span><span class="c1">&nbsp;era stata sia un trauma sia
un&rsquo;appassionante rivelazione tale da riunire i suoi amici per tornarci al pi&ugrave; presto.
</span><span class="c32">&#x1f32a;</span><span class="c30">&nbsp;</span><span class="c32">Con questa vaga ma
irresistibile prospettiva, appunto, si &egrave; costituito il collettivo un * salta. </span><span
class="c32">Un </span><span class="c32">cristallo</span><span class="c32">&nbsp;che ha sviluppato le proprie
caratteristiche cercando punti di intersezione fra le spinte dei singoli.</span><span
class="c32">&nbsp;</span><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span
class="c19">Da minerale grezzo a pubblicazione interminabile, la distanza &egrave; riscontrabile solo nel
mondo della materia, ma, del resto, le </span><span class="c19 c16">cose</span><span
class="c13 c19">&nbsp;solide durano nel tempo.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c23"><span class="c9">&#x1f335; Per quanto questa idea di Lontano fosse vaga in tutte le sue implicazioni,
avevamo in mente delle coordinate geografiche ben precise: il villaggio di Koubanao, come citano la
segnaletica stradale e Google Maps; o Coubanao, come invece si trova spesso sul web. Pi&ugrave; in
particolare, il liceo della zona, dove Poni ha avuto un&rsquo;epifania.<br>Il tema del progetto &egrave;
stato chiaro fin da subito &#10139; in che modo uno strumento globale come internet pu&ograve; manifestarsi
a livello locale? <br>Le declinazioni formali invece abbiamo dovuto rivederle infinite volte, sbattere la
faccia sugli errori e sui preconcetti, modificare, cancellare, riscrivere. Nonostante le continue
riformulazioni, la direzione definitiva siamo riusciti a </span><span class="c9">delinearla</span><span
class="c13 c9">&nbsp;solo una volta giunti sul posto ed entrati in contatto con i ragazzi del liceo.
Ripensandoci, non avrebbe potuto essere altrimenti.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">&#x1f31e; Definire la localit&agrave; di internet &egrave; un&rsquo;operazione
complessa. Trattandosi di una rete che mette in comunicazione realt&agrave; situate in posizioni diverse,
forse viene naturale pensare al web come qualcosa di uniformemente esteso, omogeneo e caratterizzato da una
propria stessa densit&agrave;. Se pure questa intuizione poggia su un fondo di verit&agrave;, &egrave;
necessario integrare il principio che consente di connettere l&rsquo;Italia al Senegal all&rsquo;Olanda
all&rsquo;India con una serie di considerazioni critiche.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">Qual &egrave; il rapporto tra internet e gli Stati che attraversa? Chi detta le
regole? Chi punisce chi non le rispetta? In che modo la connessione arriva ai diversi Paesi? Possiamo
immaginare un protocollo che metta in comunicazione culture diverse senza inciampare in forme neocoloniali?
Quanto i linguaggi di programmazione sono influenzati dalla lingua inglese? Un&rsquo;informatica wolof
potrebbe avere un&rsquo;architettura differente? Pu&ograve; esistere un internet djola se le uniche forme in
cui si &egrave; manifestato fino ad ora sono quelle cooptate dai programmi di connessione gratuita tipo
Facebook Zero? Queste contraddizioni, nodi e potenzialit&agrave; hanno guidato la ricerca, la preparazione e
il viaggio in Senegal, cos&igrave; come la stesura di questa pubblicazione.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">A Koubanao abbiamo sviluppato due applicazioni:</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<ul class="c18 lst-kix_5b77f6qvz0bv-0 start">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c1">La prima &egrave; stata un dizionario crowdsourced con il quale
gli studenti potevano insegnarci parole in lingua djola, con annessa traduzione francese (lingua franca
della situa). &Egrave; stata programmata dentro una chat di gruppo </span><span class="c1">abitata
rispettivamente da noi, i ragazzi della scuola, i loro professori, il preside, il vice preside e il bot,
che</span><span class="c1">&nbsp;salvava gli input ricevuti in uno spreadsheet online. Questa prima
applicazione, pensata un po&#39; per rompere il ghiaccio e un po&#39; per costruire qualcosa sul
paradigma della chat ha triggerato i ragazzi</span><span class="c1">,</span><span class="c1">&nbsp;forse
anche in funzione del grandissimo orgoglio che le diverse etnie senegalesi nutrono per il proprio
patrimonio linguistico. Quando all&#39;inizio eravamo in pena per l&#39;orrore di inquinare il realismo
senegalese con la nostra presenza e quindi </span><span class="c1">influenzarne</span><span
class="c1">&nbsp;i risultati, mai avremmo immaginato che una delle testimonianze pi&ugrave; importanti
sarebbe stata una chat di gruppo, che a tutti gli effetti &egrave; un documento.</span></li>
</ul>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<ul class="c18 lst-kix_rvch49pfognf-0 start">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c1">La seconda </span><span class="c1">&egrave; stata presentata
come performance collettiva sotto l&#39;acquedotto del villaggio. Tramite un sito preparato ad hoc e i
due piccoli videoproiettori abbiamo fatto in modo che chiunque, con il proprio cellulare, potesse
mandare un messaggio e proiettarlo sulla torre dell&#39;acqua. Il filo conduttore della performance
&egrave; stato l&#39;atto del tradurre simultaneamente in pi&ugrave; lingue un testo composto assieme
agli studenti durante i laboratori. Questo sito era in forma di chat che permetteva la comunicazione tra
gli utenti connessi + una patch di </span><span class="c96 c1 c16">vvvv</span><span
class="c13 c1">&nbsp;che proiettava i loro messaggi.</span></li>
</ul>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; </span><span class="c1">I</span><span class="c13 c1">l nostro progetto
&egrave; stato anche un viaggio ed &egrave; importante ribadirlo perch&eacute; ne derivano alcune
cose:</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">1. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Imprevedibilit&agrave;, non
parlando di imprevisti, ma pi&ugrave; che altro di leggi della realt&agrave;: ecco queste sono diverse nei
diversi posti e senza abitare queste diverse condizioni ogni progetto &egrave; a met&agrave; tra il piano
per rapinare una banca e le palline dell&#39;Ikea. &nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">2. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Il primo impatto genera forze
esagerate e sconvolgenti: questo pu&ograve; voler dire che i risultati di questo viaggio forse possono
essere un po&#39; sballati, pu&ograve; voler anche dire che a questi seguiranno tutta una serie di scosse di
assestamento, nuovi incontri e il proseguire di un percorso condiviso.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">3. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Questo collettivo esiste in
funzione di una profonda idea di ospitalit&agrave;. Dalla nostra precedente residenza ad Agrigento abbiamo
adottato una forma di accoglienza reciproca vicina all&#39;abitare. L&#39;ospite &egrave; diverso dal
</span><span class="c1">turista</span><sup><a href="#cmnt1" id="cmnt_ref1">[a]</a></sup><sup><a href="#cmnt2"
id="cmnt_ref2">[b]</a></sup><sup><a href="#cmnt3" id="cmnt_ref3">[c]</a></sup><sup><a href="#cmnt4"
id="cmnt_ref4">[d]</a></sup><sup><a href="#cmnt5" id="cmnt_ref5">[e]</a></sup><span
class="c13 c1">.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Uno dei momenti pi&ugrave; importanti durante la permanenza &egrave; stato quando
abbiamo realizzato che avevamo ragione a pensare alla possibilit&agrave; di un internet differente in
Senegal, un internet specifico per quel luogo.</span><span class="c13 c1">&nbsp;La cosa su cui eravamo
scivolati all&#39;arrivo &egrave; che forse ci aspettavamo di trovarlo gi&agrave; bell&#39;e pronto e questo
ci aveva lasciati per un momento in stato di shock. L&#39;internet locale non &egrave; per forza qualcosa di
spontaneo: &egrave; qualcosa che va coltivato e stimolato, qualcosa che richiede uno stretto confronto con
le identit&agrave; e le contraddizioni dei luoghi che abita.</span></p>
<p class="c2"><span class="c35 c1 c27"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Stiamo scrivendo questo report per organizzare in un discorso tutto quello che
ci &egrave; capitato durante il viaggio e la sua preparazione. Questa pubblicazione &egrave; un esperimento,
non abbiamo la pretesa che sia coerente e non abbiamo l&rsquo;arroganza che sia esaustiva. Si tratta di un
coro di voci che affrontano le cose da punti di vista diversi. &Egrave; importante registrarle per
riconoscere una dignit&agrave; a quei particolari che altrimenti rischiano di perdersi, di diventare una
decorazione di sfondo o una fase passeggera. A distanza di un anno iniziamo a capire cosa &egrave; successo
in quei giorni e pu&ograve; far ridere o cringe rileggere certe cose scritte, ma anche se stupide noi adesso
sappiamo che sono importanti. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Fateci sapere cosa ne pensate, in modo da ampliare, integrare e rivedere le
traiettorie di questi ragionamenti. Se vi piace qualcosa, ottimo. Se trovate qualcosa di estremamente fuori
luogo o violento cercateci e ne parliamo volentieri. &Egrave; difficile per noi occidentali confrontarsi con
il diverso e l&rsquo;altro senza sbavature coloniali. Noi ci abbiamo provato mettendo in pratica il concetto
di ospitalit&agrave; e sono nate queste storie.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c7">ciao</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">un * salta</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c30 c29"></span></p>
<p class="c2"><span class="c35 c90 c27"></span></p>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<p class="c2"><span class="c35 c90 c27"></span></p>
<h1 class="c6" id="h.76ahwkct16df"><span class="c41 c49 c56">1. Perch&eacute; in Senegal?
&#9989;&#x1f44c;&#x1f3ff;</span></h1>
<h2 class="c65 c43" id="h.mrozxpsdqfyz"><span class="c45 c41">Il binomio trauma e rivelazione <br>&rarr; il primo
viaggio (di Poni)</span></h2>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3">Con gli amici del Comitato Pavia Asti Senegal e la
mia amica Ada parto con la macchina fotografica incaricato di scattare i momenti passati assieme agli
abitanti dei villaggi della Casamance. Ada &egrave; figlia di Mimmo, il segretario del gruppo, che mi ha
proposto di seguirli in Africa nel novembre del 2017. Il Comitato coopera con quella regione da pi&ugrave;
di trent&rsquo;anni e a tutti gli effetti si pu&ograve; dire che sia nata una relazione di amicizia. Una
particolare informalit&agrave; si &egrave; sviluppata nei villaggi di Django e Koubanao, situati nella zona
pi&ugrave; verde del paese. Cos&igrave;, come abbiamo fatto noi di un * salta due anni dopo, da Dakar siamo
scesi verso la Casamance in traghetto. Ricordo perfettamente la notte in barca: Ada ed io andavamo in giro
sul ponte, il vento oceanico ci bagnava i capelli col sale e </span><span class="c3">ridevamo</span><span
class="c13 c3">&nbsp;pensando a come un &ldquo;ciao&rdquo; sul bus del nostro quartiere ci avrebbe portato
in Senegal 6-7 anni dopo. Mimmo, suo pap&agrave;, sprizza energie da tutti i pori ed &egrave; una persona
entusiasta come me.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">La banda &egrave; composta anche da: Marta, classe over 80, ha girato il mondo e fu
la prima che con il proto-CPAS approd&ograve; in Senegal; Damiano, ricercatore all&rsquo;uniPV; Baba,
falegname senegalese di cui si parler&agrave; in un altro capitolo. Ad aspettarci a Ziguinchor
c&rsquo;&egrave; Angelo, consigliere del CPAS e che qui bazzica spesso.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Ci alziamo all&rsquo;alba con un sole gigante che sorge in stile cinematografico, la
classica palla arancione che fin quando non la vedi dal vivo non capisci la potenza della scheda grafica del
mondo. Caff&egrave; in una mano e reflex con obiettivo 300mm dall&rsquo;altra, </span><span class="c3">la
tengo in equilibrio facendo pressione sulla capoccia.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Arrivati a Ziguinchor siamo ospiti presso un hotel amico del Comitato, &egrave;
abbastanza lussuoso: c&rsquo;&egrave; un bel ristorantino e anche una piscina con vista sul fiume.</span>
</p>
<p class="c15"><span class="c3">L&igrave; troviamo una cricca di rapper, fun fact: uno di loro l&rsquo;avevamo
conosciuto sul traghetto perch&eacute; ci aveva chiesto di scattargli una foto. Facciamo amicizia, rappano e
il loro manager/videomaker </span><span class="c3">Mamina</span><span class="c13 c3">&nbsp;si scopre essere
di Django, il villaggio la cui scuola elementare &egrave; stata fondata dal pap&agrave; di Mimmo. </span>
</p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Quella sera mangiamo con il </span><span class="c3">proprietario
dell&rsquo;Hotel</span><span class="c3">&nbsp;e sua moglie: hanno servito anche carne di coccodrillo. Io ho
mangiato le mie amate cipolle.</span><sup class="c3"><a href="#ftnt2" id="ftnt_ref2">[2]</a></sup><span
class="c3">&nbsp;</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Finito il banchetto, Ada ed io salutiamo la tavolata per fare un giro con gli
Hardcore Side, ovvero i rapper incontrati nel pomeriggio. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Giriamo per la citt&agrave;, la notte &egrave; semivuota, c&rsquo;&egrave;
profumo di arachidi che vengono tostate, i regaz cantano un extrabeat e con Ada parliamo di quanto sia
meraviglioso essere in un altro continente.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Torniamo in hotel, Mimmo in un impeto di allegria alimentata da circostanze e alcool
</span><span class="c3">mi chiama &ldquo;Alessandro</span><span class="c13 c3">&nbsp;l&rsquo;intellettuale di
sinistra&rdquo; tutto ok ma in realt&agrave; mi chiamo Federico.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Arrivati a Koubanao, dopo i rituali saluti dei membri pi&ugrave; storici del
Comitato con gli amici del villaggio, partiamo per il tour delle scuole locali: due </span><span
class="c3">materne</span><sup><a href="#cmnt6" id="cmnt_ref6">[f]</a></sup><span class="c3">, una elementare
e il lyc&eacute;e.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 291.08px; height: 291.08px;"><img
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title=""></span><span
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title=""></span><span class="c3"><br></span><span
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title=""></span><span class="c3"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
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title=""></span><span class="c3"><br><br></span><span
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title=""></span><span class="c13 c3"><br></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Il lyc&eacute;e &egrave; situato nella via principale; oltre all&rsquo;istituto
superiore c&rsquo;&egrave; la farmacia, un paio di piccoli alimentari che noi chiamavamo siop, la moschea,
la sede del Kdes (l&rsquo;associazione locale per lo sviluppo della Casamance), lo spazio ospedaliero, la
banca, le capre, </span><span class="c9">&#x1f335; le faraone a pois</span><span class="c3">, </span><span
class="c9">i cani randagi tutti uguali</span><span class="c3">,</span><span class="c9">&#x1f951;</span><span
class="c32">&nbsp;</span><span class="c19">&nbsp;le mucche bonarie ma con le corna aguzze,</span><span
class="c3">&nbsp; &#x1f360;il negozio di vestiti, gli alberi con sotto i fioi in motorino perennemente in
siesta, la fermata dei </span><span class="c3 c16">car rapides (autobus). </span><span class="c3">Una piazza
a tutti gli effetti che nelle ore diurne viene popolata dalle donne che vendono rinfreschi per gli studenti,
un ragazzo con le angurie e giare di terracotta di dimensioni bibliche, i meccanici che sistemano biciclette
e motorini, il muezzin che prega con i soci, tanti con lo smartphone in mano e la musica in condivisione ad
alto volume. A pranzo, alcuni vanno nel ristorantino associato all&rsquo;istituto professionale: pochi
ristori in loco, molti </span><span class="c3">ragazzini</span><span class="c3">&nbsp;arrivano con i grandi
vassoi di metallo per portare take-away a casa</span><span class="c19">,</span><span
class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c19">&nbsp;il fegato ottimo, il
bissap. Ricordo di aver chiesto a </span><span class="c19">Malamine</span><span class="c19">&nbsp;Dieme,
nostra guida nel villaggio, quale fosse il suo piatto preferito e lui non ha capito la domanda</span><span
class="c19">.</span><span class="c3">&nbsp;Questo &egrave; l&rsquo;andazzo generale del
villaggio.<br><br></span>
<!-- <span style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 100.27px -100.27px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(1.57rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(1.57rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image49.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c3"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image32.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span> -->
<span class="c3"><br><br>Entriamo nel liceo, un saluto al guardiano e cominciamo
l&rsquo;ispezione di </span><span class="c3">quell&rsquo;architettura</span><span class="c3">&nbsp;tanto
diversa dalla nostra italiana. La biblioteca ad esempio &egrave; un edificio tondo molto fresco
all&rsquo;interno </span><span class="c9">( &#x1f335; molti libri sono stati donati e sono quasi tutti in
francese o inglese, nessuno in wolof o djola)</span><span class="c3">. Nelle aule grandi lavagne,
</span><span class="c9">finestre senza vetri</span><span class="c13 c3">, i muri esterni affrescati.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">E da uno di questi &egrave; partito tutto, il murale dell&rsquo;aula di informatica:
dentro computer e monitor, fuori un dipinto</span><span class="c3 c27 c16">&nbsp;epifanico,</span><span
class="c13 c3">&nbsp;appena letto &egrave; rimbombato nella mia testa, entusiasta prendo la macchina
fotografica e scatto una foto. </span></p>
<p class="c15"><span class="c3"><br></span></p>
<p class="c15"><span class="c26 c3 c16">Internet: to learn, to discover and to be closer.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3 c16">The </span><span class="c3 c16">world a</span><span
class="c26 c3 c16">&nbsp;planetary village.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Due frasi che racchiudono molteplici significati. Scritti e letti ora, senza
contestualizzazione, paiono magari un utopico &lt;</span><span class="c3 c16">h1&gt; </span><span
class="c13 c3">fine anni &lsquo;90, ma trovarlo senza preavviso in mezzo al polveroso Senegal aveva un che
di emozionante.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<h2 class="c65 c43" id="h.tqsgdm2exqbr"><span class="c45 c41">Il murales come interfaccia&mdash;icona <br>per
accedere a Coubanao</span></h2>
<p class="c2 c63"><span class="c13 c62"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; Esistono immagini che puoi sentire e altre invece che non hanno nessun
potere attivo e sono inerti o addormentate o semplicemente anonime. Come i nomi e i gesti, anche le immagini
si caricano e svuotano di significati, in processi che un po&rsquo; a marea vanno e vengono, interagendo con
l&rsquo;ambiente che abitano. Allo stesso tempo, di riflesso, certi luoghi e certe situazioni in cui
l&rsquo;immagine si addensa acquistano un senso nuovo.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Il murales </span><span class="c1">dell&rsquo;aula di informatica </span><span
class="c1">&egrave; stata un&rsquo;immagine dura contro cui Poni ha battuto la faccia e ne &egrave; stato
profondamente colpito: la sua fisicit&agrave;, la sua posizione e il contesto incredibile in cui si trovava
ha fatto come slittare la terra da sotto i piedi e in questo modo l&rsquo;ingranaggio ha saltato un dente
del suo meccanismo andando dritto a quello successivo e mettendo in moto il lavoro del collettivo.</span>
</p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Il murales ha generato un mulinello di eventi e sia nella sua forma reale che
nelle continue moltiplicazioni digitali ha iniziato ad assorbire e trasudare il senso, i discorsi e i
significati di ci&ograve; che gli stavamo costruendo attorno. Con dinamiche meticce tra il meme e il santino
con l&rsquo;immagine della madonna, un * salta si &egrave; affidato all&rsquo;icona del laptop disegnato sul
muro per avanzare un&rsquo;ipotesi &#10511; che internet potesse essere diverso se utilizzato in contesti
diversi dal nostro, che internet potesse avere una propria localit&agrave;, una propria lingua straniera,
dei gesti o costumi non scaricati di default, ma installati localmente e condivisi con la comunit&agrave;
online. </span></p>
<p class="c2"><span class="c7 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Al </span><span class="c1">ritorno</span><span class="c1">&nbsp;di Poni dal Senegal
si &egrave; per&ograve; attivato anche un altro murales: un murales digitalizzato, fotografato, caricato su
Facebook e scaricato nelle nostre chat. Un murales taggato e compresso, privato di tutti i suoi metadati cui
ne sono stati probabilmente sovrascritti altri: i suoi contenuti sono stati tradotti e riconfigurati per la
semantica web dagli algoritmi di un generico social. L&rsquo;immagine digitale oltre al significato si
riempie e svuota anche di informazione, spesso a nostra insaputa o senza che ci facciamo troppo </span><span
class="c1">caso</span><span class="c1">. Un guscio di immagine che viaggia in cerchi sempre pi&ugrave; ampi,
passando dalla facciata di una scuola in Casamance all&rsquo;hard disk di un data centre svedese, secondo
alcune logiche disegnate confezionate ritagliate e cucite in California per poi vestire i nostri smartphone
mentre </span><span class="c1">scrolliamo</span><span class="c13 c1">&nbsp;il feed in treno (direttrice
Bergamo-Milano via Carnate &#x1f62c; il loop pi&ugrave; lungo...).</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; Come sotto una pioggia di informazioni </span><span
class="c3">sembrava</span><span class="c3">&nbsp;comparire davanti a noi una ricostruzione a pi&ugrave;
dimensioni del murales: dall&rsquo;immagine bidimensionale </span><span class="c3">comparve</span><span
class="c3">&nbsp;un asse di profondit&agrave; che rendeva tangibile quella tensione tra il disegno e noi,
una connessione complessa che avrebbe portato ad una rete di relazioni.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Quella caricata sul web non era solo la foto di un bel viaggio e la chiusura di un
capitolo, ma un segnale irrequieto e continuo ping per la creazione di nodi di un ipotetico network. </span>
</p>
<p class="c2"><span class="c1 c27 c35"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; La foto del murales &egrave; diventata un&rsquo;icona per accedere al
Senegal:</span></p>
<p class="c2"><span class="c35 c1 c27"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">1. </span><span class="c1">ll</span><span class="c1">&nbsp;nodo attraverso cui tutti
i nostri discorsi dovevano passare per trovare una traduzione in quel Paese lontano. Un&rsquo;interfaccia
che dava un linguaggio comune a entrambe le voci del discorso: noi e loro, con il dipinto in mezzo: un
portale attraverso cui passare per andare a Koubanao.</span><span class="c3">&nbsp;&#x1f360; In altre
parole, l&rsquo;interfaccia serve ad aiutare l&#39;utente ad abitare una condizione virtuale, che sia un
software o che sia una ricerca in un villaggio dell&rsquo;Africa subsahariana occidentale. </span><span
class="c1">&nbsp;&#x1f31e; L&rsquo;interfaccia che si viene a creare non veicola completamente il mondo
opposto, ma &egrave; una semplificazione, un passaggio comune da cui filtra solo una ridotta gamma di
significati, </span><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c1">&nbsp;</span><span class="c3">che
</span><span class="c3">pu&ograve; facilitare certi gesti e nello stesso tempo impedirne altri</span><span
class="c1">. &#x1f31e; Avete presente quel </span><span class="c1">meme del cammello e della cruna
dell&rsquo;ago?</span><span class="c54">&nbsp;&#x1f966; O quello del cammello e della grondaia? </span><span
class="c1">Una comodit&agrave; in comune tra due discorsi che comunque faticheranno a parlarsi e non
potranno capirsi (restando ciascuno nel proprio contorno) perch&eacute; fondamentalmente rimangono sguardi
non assimilabili. Questa parola in comune che abbiamo imparato </span><span class="c1">assieme</span><span
class="c13 c1">&nbsp;&egrave; solo la prima, la prima e necessaria per poi aggiungere in un lavoro
collettivo altri pezzi fino a costruire un discorso nell&rsquo;intersezione dei nostri due mondi.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c83"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">2. L&rsquo;icona e l&rsquo;interfaccia sono una immagine - parola - significato che
si autoavvera. L&rsquo;icona home rappresenta, costruisce un senso e a tutti gli effetti porta alla home
quando viene cliccata. In quest&rsquo;ottica l&rsquo;icona &egrave; una promessa e richiede al sistema che
abita di essere un incantesimo coerente: come il dio garante che spacca la testa del Cartesio a met&agrave;
e si incarica di far corrispondere </span><span class="c1 c16">res cogitans</span><span class="c1">&nbsp;e
</span><span class="c1 c16">res extensa</span><span class="c1">: &laquo;si si&raquo; gli dice dio: &laquo;Ci
sono qua io stai sicuro che quando schiacci refresh il browser si aggiorna&raquo;. E</span><span
class="c1">&nbsp;cos&igrave; facendo crea il concetto di </span><span class="c1 c16">refresh</span><span
class="c1">, ne associa un gesto, delle conseguenze e lo mette sull&rsquo;albero al centro del giardino, in
attesa che poi qualche serpente faccia lo scher</span><span class="c1">zo. L&rsquo;icona contribuisce alla
narrazione di un sistema attraverso le azioni e i gesti che la attivano e che attiva.</span><span
class="c13 c3">&nbsp;</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; L&rsquo;icona-murales attiva ed &egrave; attivata da un desiderio
collettivo, creando cos&igrave; di fatto un network rappresentando il network.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">3</span><span class="c1 c27">.</span><span class="c1">&nbsp;&#x1f31e; Questa
corrispondenza non &egrave; sempre data e ce ne accorgiamo dolorosamente o costruiamo castelli quando
qualcosa non funziona. Il meccanismo di un&rsquo;icona non &egrave; garantito a monte, ma fa parte di un
sistema di significati che deve essere dichiarato. Un sistema che deve agire in entrambe le direzioni, al di
qua e al di l&agrave; dell&rsquo;interfaccia, con un loop coerente tra azione e reazione, tra feedback e
output.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">4</span><span class="c1">. Ogni immagine &egrave; frutto di un punto di vista ed
&egrave; facile cadere nella trappola de il Junji Ito occidentale </span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 596.00px; height: 473.00px;"><img
alt="" src="images/image3.png"
style="width: 596.00px; height: 473.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c1">Uno sguardo che crea da solo il sistema di senso entro cui il murales
vive, proiettandolo sull&rsquo;altro senza dialogo e scambio.</span><span class="c13 c3">&nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c62"></span></p>
<h2 class="c65 c43" id="h.rrrvkryge3iq"><span class="c45 c41">Il binomio trauma e rivelazione <br>&rarr; il secondo
viaggio (di un * salta)</span></h2>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3">Ci sono 208 Stati nel mondo, ognuno con le sue
politiche di navigazione, di censura, ognuno con pi&ugrave; o meno accessibilit&agrave; al World Wide Web,
con pi&ugrave; o meno cavi sottomarini che arrivano sulle proprie coste. Le nazioni hanno popoli con
un&#39;educazione differente e con un&rsquo;educazione differente riguardo internet: qualcuno ci lavora,
qualcuno lo usa solo per svago, qualcuno per comunicare con i propri cari dall&rsquo;altra parte del globo,
qualcuno ci fa arte, qualcuno fa tutte queste cose. Ognuna di queste azioni &egrave; ripetuta spesso o
saltuariamente. Se ogni interazione </span><span class="c3">performata</span><span class="c3">&nbsp;sulla
rete venisse visualizzata come un puntino luminoso dal cielo, la fruizione di internet sembrerebbe un codice
morse schizofrenico che ci comunica l&rsquo;attitudine connettiva della nostra specie, </span><span
class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c13 c1">con alcune zone pi&ugrave; dense e altre meno.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3">Internet &egrave; un mezzo globale e il nostro
intento di ricerca di un internet locale &egrave; ancora aperto, un work in progress che potenzialmente non
avr&agrave; mai conclusione poich&eacute; ogni porzione di utenti in un dato luogo formano un microcosmo a
s&eacute; stante e potenzialmente questi </span><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3D-ZFTnzD6XdU%26ab_channel%3D%25E2%2580%25A0HOLYPARISHOFDOOM%25E2%2580%25A0&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474323007&amp;usg=AOvVaw3GWuE4-wSDG6cphCMQCQI3">microcosmi</a></span><span
class="c3">&nbsp;sono infiniti. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f335; Per questo quando</span><span class="c13 c9">&nbsp;abbiamo iniziato a
riflettere sul tipo di progetto e sui temi che ci interessava approfondire, ci siamo resi conto che le
premesse avrebbero consentito di realizzare diverse declinazioni a partire da diversi luoghi. Con progetto
intendevamo infatti un punto di partenza, una direzione di ricerca il cui sviluppo sarebbe stato
necessariamente differente in base al posto che ci avrebbe accolti.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">Da un lato la cosa ci ha messi un po&rsquo; in crisi e non abbiamo potuto fare a
meno di chiederci se a questo punto avesse senso andare proprio in Senegal o se a spingerci non fosse in
realt&agrave; un semplice desiderio di avventura esotica.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Fortunatamente dall&rsquo;altro abbiamo ritenuto che questa versatilit&agrave; non
fosse una cosa negativa e siccome </span><span class="c16 c9">un * salta</span><span
class="c9">&nbsp;&egrave; una </span><span class="c9">concrezione</span><span class="c13 c9">&nbsp;nata
attorno all&rsquo;idea di quel murales, a quel murales abbiamo deciso di restare fedeli.<br>Realizzare il
primo lavoro a Koubanao non avrebbe di certo escluso la possibilit&agrave; di continuare lo studio altrove,
magari in luoghi a noi prossimi.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c13 c19">L&rsquo;attenzione doveva andare anche
per&ograve; in una direzione che definisse realmente la diversit&agrave; tra due realt&agrave; comunicanti:
la nostra e la loro. Un&#39;icona del resto ha il potere di mettere in contatto con il divino, con il mondo
virtuale e distante di Koubanao ma anche con se stessi. Ripensandoci la vena narcisistica di questa
rivelazione ha, in parte, reso necessario sviscerare il mistero: quali noi avremmo trovato dall&rsquo;altra
parte, nelle sabbie africane in territori del tutto al di fuori della nostra portata immaginativa e al di
fuori delle nostre logiche determinanti.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9"><br><br>&#x1f335; Cos&igrave;, dopo tanto discutere, scrivere, cancellare e
ripartire, siamo atterrati in Africa, abbiamo risalito il grande fiume Casamance e abbiamo posato i nostri
piedi sulla terra rossa di quella regione. L&igrave;, di fronte a noi, fra la gente, la polvere e i manghi
&#9758; </span><span class="c16 c9">Internet: to learn, to discover and to be closer. The </span><span
class="c16 c9">world a</span><span class="c26 c16 c9">&nbsp;planetary village.</span></p>
<p class="c82 c43 title" id="h.nbvjyqnm0xfu"><span class="c73 c75 c9 c81">&nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<h1 class="c6" id="h.2c3sealzpxry"><span>2. Internet locale?</span></h1>
<h2 class="c52 c43" id="h.ht5mt5ahrf4k"><span>Un reportaggio ma anche un anziano saggio</span></h2>
<p class="c23"><span class="c1">&#x1f31e; Qua</span><span class="c13 c1">&nbsp;abbiamo messo una panoramica sul
background teorico della nostra ricerca. Se immaginiamo questa pubblicazione tesa tra l&rsquo;essere un
saggio e un reportage, questa sezione tende pi&ugrave; verso sinistra. </span></p>
<p class="c23"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 601.00px; height: 128.00px;"><img
alt="" src="images/image57.png"
style="width: 601.00px; height: 128.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><sup><a href="#cmnt7" id="cmnt_ref7">[g]</a></sup><sup><a href="#cmnt8"
id="cmnt_ref8">[h]</a></sup><sup><a href="#cmnt9" id="cmnt_ref9">[i]</a></sup><sup><a href="#cmnt10"
id="cmnt_ref10">[j]</a></sup></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">&ldquo;come se fosse un&rsquo;altalena&rdquo;</span></p>
<p class="c23"><span class="c1">Ci&ograve; non comporta un distacco dal reale comunque, o dalla natura narrativa e
discorsiva degli altri capitoli. Ognuno continua a scrivere con la propria voce ed &egrave; interessante
provare ad applicare questa modalit&agrave; non solo al racconto di un viaggio, alle esperienze personali e
le impressioni di ciascuno, </span><span class="c1">ma anche al costruirsi di un ragionamento. Un pensiero
che bene o male trova la sua strada nella riflessione personale, ma anche da intuizioni </span><span
class="c1 c16">multiplayer </span><span class="c1">e un continuo ping pong maieutico</span><span
class="c13 c1">: sport preferito dei giovani nostri noi. </span></p>
<p class="c23"><span class="c1">Ci siamo organizzati in 3D:</span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c27 c16">X asse locale / globale </span><span class="c1"><br>Inquadrare la
localit&agrave; e la globalit&agrave; della rete espone e cerca di validare la necessit&agrave; di un
</span><span class="c5 c1">internet situato</span><span class="c1">: un internet determinato da </span><span
class="c1 c27">urgenze collettive</span><sup><a href="#cmnt11" id="cmnt_ref11">[k]</a></sup><sup><a
href="#cmnt12" id="cmnt_ref12">[l]</a></sup><sup><a href="#cmnt13" id="cmnt_ref13">[m]</a></sup><sup><a
href="#cmnt14" id="cmnt_ref14">[n]</a></sup><sup><a href="#cmnt15" id="cmnt_ref15">[o]</a></sup><span
class="c1 c27">&nbsp;e</span><span class="c1 c27">&nbsp;identit&agrave; culturali variegate</span><span
class="c1">,</span><sup><a href="#cmnt16" id="cmnt_ref16">[p]</a></sup><span class="c1">&nbsp;non solo un
</span><span class="c1">network di estrattivismo e speculazione</span><sup><a href="#cmnt17"
id="cmnt_ref17">[q]</a></sup><sup><a href="#cmnt18" id="cmnt_ref18">[r]</a></sup><sup><a href="#cmnt19"
id="cmnt_ref19">[s]</a></sup><sup><a href="#cmnt20" id="cmnt_ref20">[t]</a></sup><span class="c1">.
L&rsquo;altra faccia della medaglia &egrave; un approccio critico alla necessit&agrave; di</span><span
class="c1">&nbsp;</span><span class="c1 c27">protocolli globali</span><sup><a href="#cmnt21"
id="cmnt_ref21">[u]</a></sup><sup><a href="#cmnt22" id="cmnt_ref22">[v]</a></sup><sup><a href="#cmnt23"
id="cmnt_ref23">[w]</a></sup><span class="c1">&nbsp;e </span><span class="c1">modalit&agrave; di
comunicazione tra diverse localit&agrave;</span><span class="c1">, che portano dritti al secondo
asse.</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c1 c27 c16 c39 c41"></span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c27 c16">Y asse </span><span class="c1 c27 c16">decentralizzato</span><span
class="c1 c27 c16">&nbsp;/ centralizzato</span><span class="c1"><br>Attraverso lo </span><span
class="c1">studio</span><sup><a href="#cmnt24" id="cmnt_ref24">[x]</a></sup><span
class="c1">&nbsp;dell&rsquo;infrastruttura di internet viene introdotto il discorso riguardo la
possibilit&agrave; di un</span><span class="c1">&nbsp;</span><span class="c1">protocollo comune di matrice
non coloniale</span><sup><a href="#cmnt25" id="cmnt_ref25">[y]</a></sup><span class="c1">.</span><span
class="c1">&nbsp;Da qui il punto viene ampliato mettendo a confronto </span><span class="c1">web
centralizzato </span><span class="c1">vs decentralizzato</span><sup><a href="#cmnt26"
id="cmnt_ref26">[z]</a></sup><sup><a href="#cmnt27" id="cmnt_ref27">[aa]</a></sup><sup><a href="#cmnt28"
id="cmnt_ref28">[ab]</a></sup><span class="c1">,</span><span class="c1">&nbsp;nella sua </span><span
class="c1 c27">architettura </span><sup><a href="#cmnt29" id="cmnt_ref29">[ac]</a></sup><sup><a
href="#cmnt30" id="cmnt_ref30">[ad]</a></sup><sup><a href="#cmnt31" id="cmnt_ref31">[ae]</a></sup><span
class="c1 c27">e </span><span class="c1 c27">urbanistica</span><sup><a href="#cmnt32"
id="cmnt_ref32">[af]</a></sup><sup><a href="#cmnt33" id="cmnt_ref33">[ag]</a></sup><sup><a
href="#cmnt34" id="cmnt_ref34">[ah]</a></sup><sup><a href="#cmnt35" id="cmnt_ref35">[ai]</a></sup><span
class="c1">. </span><span class="c1 c16">Quando rifiutare i software del padrone e quando invece detournarli
/ </span><span class="c16 c32">deleggittimarli</span><span class="c1">&nbsp;</span><span class="c1 c16">/ o
caricarli dei</span><span class="c1 c16">&nbsp;nostri personali significati</span><sup><a href="#cmnt36"
id="cmnt_ref36">[aj]</a></sup><sup><a href="#cmnt37" id="cmnt_ref37">[ak]</a></sup><sup><a
href="#cmnt38" id="cmnt_ref38">[al]</a></sup><sup><a href="#cmnt39" id="cmnt_ref39">[am]</a></sup><span
class="c1 c16">? </span><span class="c1">Fare affidamento sui software open source &egrave; </span><span
class="c1 c16">empowerment</span><span class="c1">&nbsp;o</span><span class="c1">&nbsp;tagliarsi le gambe da
soli</span><sup><a href="#cmnt40" id="cmnt_ref40">[an]</a></sup><span class="c1">? Scenari interessanti si
possono aprire mischiando il </span><span class="c1">DIY al </span><span class="c1">DIWO </span><sup><a
href="#cmnt41" id="cmnt_ref41">[ao]</a></sup><sup><a href="#cmnt42"
id="cmnt_ref42">[ap]</a></sup><sup><a href="#cmnt43" id="cmnt_ref43">[aq]</a></sup><sup><a
href="#cmnt44" id="cmnt_ref44">[ar]</a></sup><span class="c1">digitale.</span><sup><a href="#cmnt45"
id="cmnt_ref45">[as]</a></sup><sup><a href="#cmnt46" id="cmnt_ref46">[at]</a></sup><sup><a
href="#cmnt47" id="cmnt_ref47">[au]</a></sup></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c27 c16">Z asse custom / preset</span><span class="c1"><br></span><span
class="c1">Internet crea il contesto sociale in cui ci muoviamo, online ed offline</span><sup><a
href="#cmnt48" id="cmnt_ref48">[av]</a></sup><sup><a href="#cmnt49"
id="cmnt_ref49">[aw]</a></sup><sup><a href="#cmnt50" id="cmnt_ref50">[ax]</a></sup><sup><a
href="#cmnt51" id="cmnt_ref51">[ay]</a></sup><sup><a href="#cmnt52"
id="cmnt_ref52">[az]</a></sup><sup><a href="#cmnt53" id="cmnt_ref53">[ba]</a></sup><span class="c1">.
Conoscerne le dinamiche, le forme e la struttura diventa cruciale per non restare travolti dalle ondate di
narrazioni che genera. Si parla di costantemente (tra di noi, di un * salta) di una </span><span
class="c1 c27">alfabetizzazione digitale</span><sup><a href="#cmnt54" id="cmnt_ref54">[bb]</a></sup><sup><a
href="#cmnt55" id="cmnt_ref55">[bc]</a></sup><sup><a href="#cmnt56"
id="cmnt_ref56">[bd]</a></sup><sup><a href="#cmnt57" id="cmnt_ref57">[be]</a></sup><sup><a
href="#cmnt58" id="cmnt_ref58">[bf]</a></sup><sup><a href="#cmnt59" id="cmnt_ref59">[bg]</a></sup><span
class="c1">, ma effettivamente cosa intendiamo con alfabetizzazione? Forse creerebbe per&ograve; il terreno
solido su cui muoversi da una rete di </span><span class="c1">preset,</span><span
class="c1">&nbsp;</span><span class="c1">monolitica </span><span class="c1">e imposta a una serie
di</span><span class="c1">&nbsp;&ldquo;luoghi </span><span class="c32">custom&rdquo;</span><span
class="c1">&nbsp;che ci appartengono, e ai quali </span><span class="c1">sentiamo di
appartenere</span><sup><a href="#cmnt60" id="cmnt_ref60">[bh]</a></sup><sup><a href="#cmnt61"
id="cmnt_ref61">[bi]</a></sup><span class="c13 c1">. </span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c23"><span class="c1">Chiude il capitolo uno sguardo sulla situazione che abbiamo trovato nel villaggio di
Koubanao, una condizione per certi versi non totalmente diversa da quella Italiana: </span><span
class="c1">disponibilit&agrave; tecnologica penalizzata da un accesso limitato per questioni spesso
economiche, e per una mancanza di </span><span class="c1">alfabetizzazione</span><span
class="c1">&nbsp;dcigitale</span><sup><a href="#cmnt62" id="cmnt_ref62">[bj]</a></sup><sup><a href="#cmnt63"
id="cmnt_ref63">[bk]</a></sup><span class="c3">.</span></p>
<h2 class="c52 c43" id="h.keb1ixgywc8"><span>X &rarr; </span><span class="c41 c45">Locale e globale</span></h2>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://computingwithinlimits.org/2021/papers/limits21-devalk.pdf&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474331349&amp;usg=AOvVaw3t_zZdKqdHKbKW296mvEOC">https://computingwithinlimits.org/2021/papers/limits21-devalk.pdf</a></span>
</p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c23"><span class="c7 c29">Inquadrare la localit&agrave; </span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c23"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3 c38">&ldquo;Internet &egrave; una entit&agrave;
singola ma con una miriade di proiezioni territoriali&rdquo;</span><sup class="c3 c38"><a href="#ftnt3"
id="ftnt_ref3">[3]</a></sup></p>
<p class="c23"><span class="c1"><br>&#x1f31e; </span><span class="c1 c38">Cosa vuol dire internet locale? a quale
luogo ci si riferisce? Il luogo da cui viene trasmesso o il luogo in cui viene ricevuto? Il luogo in cui si
materializza, e cio&egrave; il computer, oppure tutti i posti che attraversa sotto forma di onda
elettromagnetica o cavo sotto nel mare?</span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c38">Alcuni spunti:</span></p>
<ol class="c18 lst-kix_a5fbhul0w61g-0 start" start="1">
<li class="c36 c43 c22 title li-bullet-0" id="h.138no9hvjhtj"><span class="c1 c38">internet unisce luoghi
diversi indipendentemente dalla loro posizione, annullando di fatto il concetto di distanza, e forse
anche quello di </span><span class="c1 c38">localit&agrave;?<br></span><sup><a href="#cmnt64"
id="cmnt_ref64">[bl]</a></sup></li>
<li class="c36 c22 c43 title li-bullet-0" id="h.138no9hvjhtj-1"><span class="c1 c38">la localit&agrave; di
internet pu&ograve; avere diverse nature: pu&ograve; trattarsi di una localit&agrave; umana e abitata,
come anche deserta o sconosciuta o addirittura inaccessibile<br></span></li>
<li class="c36 c43 c22 title li-bullet-0" id="h.o69iad9ds9gs"><span class="c1 c38">la localit&agrave; di
internet &egrave; sempre da considerarsi plurale? nel senso come contorno delle diverse zone che
collega?</span><span class="c1 c38">&nbsp;</span></li>
</ol>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<p class="c2"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<p class="c2"><span class="c41 c1 c38 c49"></span></p>
<p class="c23"><span class="c29">inquadrare la globalit&agrave;</span></p>
<p class="c15"><span class="c1 c38">A</span><span class="c1 c38">nnullare la distanza forse ha come effetto che
chiunque possa proiettare la propria condizione sull&rsquo;altrove, dando per assunto che tutti quanti siano
seduti per terra, o stiano scrollando le notizie dal telefono, o abbiano una connessione super veloce, o
siano effettivamente persone. Questo &egrave; un tranello in cui siamo indotti ed &egrave; la cosa
pi&ugrave; lontana dalla realt&agrave;. Il corollario &egrave; il </span><span
class="c1 c38">memetto</span><span class="c1 c38">&nbsp;del cane</span><sup class="c1 c38"><a href="#ftnt4"
id="ftnt_ref4">[4]</a></sup><span class="c73 c75 c1 c38">: nessuno sa chi sei, perch&eacute; nessuno
&egrave; portato ad immaginare una situazione diversa da quella che abita.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c38 c19">Forse &egrave;
per questo che ci piace molto, internet ci rende padroni del nostro impero personale, uniformiamo la
realt&agrave; a nostra immagine. Vediamo</span><span class="c38 c19">&nbsp;il </span><span
class="c38 c19">murales</span><span class="c38 c19">&nbsp;</span><sup><a href="#cmnt65"
id="cmnt_ref65">[bm]</a></sup><span class="c38 c19">ma in realt&agrave; stiamo guardando noi stessi e
cosa c&rsquo;&egrave; di meglio di uno specchio in questo mare di perduti viaggiatori tra dati, podcast,
meme, Netflix che ringrazio e maledico per i consigli fatti </span><span class="c38 c19 c16">ad
hoc</span><span class="c38 c19">&nbsp;sulle mie ultime ricerche? Pure i suggerimenti di YouTube:
&nbsp;</span><span class="c38 c19 c27">in questi anni ho imparato a capire quanto una persona potesse essere
diversa da me proprio da questi suggerimenti</span><span class="c38 c19">&nbsp;e, sempre con piacere, scopro
i </span><span class="c38 c19 c16">guilty pleasure</span><span class="c73 c75 c38 c19">&nbsp;delle persone
simili ai miei, guarda un po&rsquo; anche lui si vede i video delle lotte tra insetti.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c54">&#x1f966; </span><span class="c54 c38">Internet trasforma lo spazio in tempo, anzi
lo annulla nella simultaneit&agrave; del </span><span class="c54 c38 c16">real time.</span></p>
<p class="c15"><span class="c54 c38 c16"><br></span><span class="c54 c38">Considerazioni sul fatto che il presente
di internet cancella la storia locale del Senegal (e anche di tutti gli altri posti... ) </span><span
class="c73 c54 c38 c16 c76">in progress</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c76 c54 c38 c16"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c76 c54 c38 c16"></span></p>
<p class="c15"><span class="c54 c38">Questa idea di globalit&agrave; sembra insomma essere un presupposto
fondamentale di internet, nel 2022 (s&igrave;, sono passati un po&#39; di anni dal nostro viaggio in
Senegal) . Ne definisce l&#39;essenza e anzi pare essere diventato il minimo comune denominatore per
qualsiasi comprensione di internet. Non che questo sia esattamente il primo pensiero che viene in mente a
noi nativi digitali sempre attaccati al cellulare. Il fatto &egrave; che la capacit&agrave; di internet di
connettere diverse parti del globo, o di accorciare apparentemente le distanze fino ad </span><span
class="c54 c38">annullarle &egrave;</span><span class="c73 c75 c54 c38">&nbsp;un qualcosa di cos&igrave;
naturalizzato nel nostro quotidiano che viene dato per scontato.</span></p>
<p class="c15"><span class="c54 c38">Essere connessi non &egrave; pi&ugrave; un big deal, &egrave; del tutto
normale, anzi ci stupiamo e andiamo in crisi quando in certi posti la connessione &egrave; lenta o del tutto
assente. Questo ci porta a modificare la nostra comprensione delle cose nel nostro quotidiano, le nostre
stesse abitudini si sono sviluppate su una relazione necessaria con internet </span><span
class="c54 c38">(Linton Kwesi Johnson cantava &quot;internet</span><span
class="c54 c38 c16">&nbsp;</span><span class="c54 c38">is a bitch dere&rsquo;s no escapin it&rdquo;, o
almeno mi piace pensarlo). Se da una parte internet rimane una costante invisibile, dall&#39;altra si rivela
con sicurezza attraverso certi gesti. Scrollare la bacheca, inviare messaggi ai nostri amici senza vederli
da mesi (parentesi sul fatto che ci sia stata ed &egrave; in corso una pandemia? lol), ordinare cibo sul
delivery service di turno, guardare serie tv su netflix o fare swipe su tinder (</span><span
class="c54 c38 c16">o le seghine su twitch),</span><span class="c41 c49 c54 c38">&nbsp;sono tutte azioni
perfettamente normali, con un significato condiviso e presumibilmente condiviso con tutto il mondo.</span>
</p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">Cosa succede se non &egrave; pi&ugrave; la globalit&agrave; ad essere
il fondamento di internet ma internet il fondamento della globalit&agrave;(ma soprattutto, l&rsquo;internet
delle grandi piattaforme)? E non solo della globalit&agrave;, che a questo punto passa del tutto in secondo
piano, ma dell&#39;intera realt&agrave; in cui viviamo. perch&eacute; &egrave; proprio questo che sembra
succedere oggi. Il fatto &egrave; che le big tech sono state davvero radicali nel puntare tutto su questo
strumento, e con tutto intendo davvero tutto, hanno portato alle estreme conseguenze questa idea di
globalit&agrave; fino a farla diventare universalit&agrave;. Non solo tutte le altre declinazioni di
internet sono completamente escluse dalla topologia creata dalle grandi piattaforme, ma l&rsquo;intera
comprensione del mondo in cui viviamo passa, per la maggior parte, attraverso di esse.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">L&#39;idea di globalit&agrave; di internet oggi &egrave; forse
pi&ugrave; legata a questa universalit&agrave; di gesti e significati che si portano dietro, creando un
immaginario che presumiamo sia condiviso da tutti quelli che hanno avuto a che fare con internet, che a sua
volta (per volere delle big tech) &egrave; ovunque. Insomma questa promessa di connessione globale di
internet &egrave; un po&#39; un cane che si morde la coda ed &egrave; anche un&#39;idea o una scusa un
po&#39; obsoleta.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">Annullare la distanza tramite internet &egrave; forse una delle pretese
pi&ugrave; riuscite delle big tech, nel senso che non &egrave; vero che internet annulla le distanze, anzi
&egrave; piuttosto vero il contrario.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">*una frase sul fatto che internet &egrave; completamente sincronizzato
con le nostre abitutidini e viceversa, influenzando i nostri ritmi fino a rallentarli o velocizzarli con
quelli delle grandi piattaforme. &quot;hai speso 35 minuti su instagram&quot; dice il timer che ho messo
alla mia app.*</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">*se qui internet &egrave; cos&igrave; sovrabbondante *</span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">*</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">*una frase sul fatto che l&rsquo;internet delle big tech egemonizza i
modi di usare internet facendo presa sulle abitudini del nostro quotidiano. offrono una scorciatoia,
ottimizzano, facilitano etc.*</span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">&nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c41 c49 c54 c38">((((. Ma forse &egrave; pi&ugrave; utile pensare a queste distanze in
termini di temporalit&agrave;?</span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">real time e keeping up with platforms&#39; rhythm.))</span></p>
<p class="c2"><span class="c41 c49 c38 c54"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c54 c38">&Egrave; a questo punto che si rende necessaria non solo l&#39;idea di
un internet globale, ma bisogna anche comprendere che il nostro internet e il nostro uso di esso &egrave;
solo uno dei tanti, ed &egrave; tanto locale quanto l&#39;internet locale che volevamo scoprire in
Senegal.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c54 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c41 c38 c16 c47">sta parte &egrave; da sistemare un tot, scritta di getto per rompere il
ghiaccio but workin&rsquo; on it :)</span></p>
<p class="c2 c59"><span class="c41 c49 c54 c38"></span></p>
<p class="c15 c59"><span class="c54 c38">---- chiudere il pragrafetto con il fatto che annullare la distanza sia
spaziale che temporale possa essere per certi aspetti problematico, e che quindi ci interessa capire e
</span><span class="c54 c38">ricercare</span><span class="c54 c38">&nbsp;in che modo internet possa
riappropriarsi del concetto di localit&agrave;. O meglio, in che modo si possa riconoscere e far emergere la
localit&agrave; di internet per legittimare e valorizzare realt&agrave; diverse dalla nostra.
(c&#39;&egrave; un qualcosa di paurosamente coloniale nel pensare che le tecnologie siano tutte uguali e che
debbano essere usate nello stesso modo in tutto il mondo)</span><sup><a href="#cmnt66"
id="cmnt_ref66">[bn]</a></sup><sup><a href="#cmnt67" id="cmnt_ref67">[bo]</a></sup><sup><a
href="#cmnt68" id="cmnt_ref68">[bp]</a></sup></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; </span><span class="c41 c49 c1 c38">Ritorno agli spunti-ni dopo anni:
</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<ol class="c18 lst-kix_qodxs4fnef38-0 start" start="1">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c73 c75 c1 c38">Internet unisce luoghi diversi. Il modo in cui
opera &egrave; fortissimamente dipendente dalla posizione geografica, economica e sociale di ogni punto
che connette. Una guaina culturale avvolge i cavi di fibra ottica e li annoda secondo precisi usi e
costumi. Queste forme e comportamenti sfuggono alla traduzione totale delle interfacce: vuoi
perch&egrave; ogni discorso digitale viene portato avanti contemporaneamente sia online che offline,
vicino e lontano dalle piattaforme, vuoi perch&egrave; queste interfacce mancano
dell&rsquo;espressivit&agrave; necessaria che ogni voce richiede. Forse il concetto di distanza non
&egrave; annullato, ma nascosto. Coperto con un lenzuolo troppo corto. E forse quindi la localit&agrave;
continua ad esistere nonostante il miracolo del teletrasporto?<br></span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c1 c38">La localit&agrave; di internet &egrave; stratificata, e
forse potrebbe essere utile un glossario per evitare di finire a girare in tondo mentre ragioniamo.
Allora ecco un tentativo: una localit&agrave; d&rsquo;uso, una localit&agrave; strutturale, una
localit&agrave; di progetto e una localit&agrave; di destinazione. <br><br>La localit&agrave;
d&rsquo;uso &egrave; lo spazio online: la piattaforma, il sito, il servizio. Il gruppo di Facebook, la
diretta di Instagram, il thread di Twitter, la repo su Gitlab, la chat su Telegram, l&rsquo;assistenza
clienti di Amazon, la mappa per seguire il rider di Gorillaz. &Egrave; una localit&agrave; abitata da
utenti e consumatori.<br><br>La localit&agrave; strutturale &egrave; i cardini dell&rsquo;infrastruttura
che permette alle localit&agrave; d&rsquo;uso di esistere. Dallo smartphone al modem in casa, dalle
antenne 5G ai data center agli snodi dei cavi transoceanici. &Egrave; una localit&agrave; abitata
prevalentemente da attori economici e istituzionali, ma anche tecnici, lavoratori e professionisti.
<br><br>La localit&agrave; di progetto &egrave; il luogo sociale, culturale ed economico in cui una
piattaforma viene concepita e disegnata. Spesso quando si parla di ambienti digitali ci&ograve;
corrisponde con una precisa posizione nord-occidentale del mondo. La localit&agrave; di progetto orienta
a livello ideologico l&rsquo;uso di uno strumento, e la percezione che questo ha del mondo che gli sta
tutto attorno. &Egrave; ancora una localit&agrave; abitata da attori economici e istituzionali, ma anche
da artist&#601;, entit&agrave; culturali ed enti legati al territorio. <br><br>La localit&agrave; di
destinazione &egrave; allo stesso tempo un luogo fisico e un contesto sociale. &Egrave; il pubblico che
i designer hanno in mente quando progettano lo stile dei pulsanti di un&rsquo;app e allo stesso tempo
l&rsquo;area geografica in cui il discorso online pu&ograve; trovare un riverbero. Questo &egrave;
particolarmente evidente ad esempio nelle grandi citt&agrave; metropolitane dove i servizi di delivery
hanno un senso che scema via via ci si sposta verso la provincia. Spesso la localit&agrave; di progetto
e quella di destinazione sono strettamente connesse, e ci&ograve; provoca un feedback loop che rischia
di tagliare fuori le altre voci dal discorso della localit&agrave;. La localit&agrave; di destinazione
&egrave; abitata da utenti e consumatori.<br><br>Queste diverse zone non sono separate in maniera netta
e precisa, ma da contorni sfumati. Una persona pu&ograve; essere allo stesso tempo un utente,
l&rsquo;admin del gruppo </span><span class="c1 c38 c16">Secret Sex Eels Sailors (marina</span><span
class="c1 c38 c16">&#601;</span><span class="c1 c38 c16">&nbsp;LGBTQ&#x1f988;+) </span><span
class="c1 c38">e lavorare su una nave posacavi in mezzo al mare. Un rider pu&ograve; gestire una pagina
con 400k followers e portare la spesa a casa dei propri fan. I CEO della Silicon Valley sono poveri
cristi intrappolati dalle bestie che dovrebbero tener sotto controllo. Ecc.<br></span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c1 c38">Con in mente questi diversi aspetti diventa pi&ugrave;
facile immaginare la localit&agrave; come qualcosa di plurale e condiviso, come un contorno che delimita
il possibile e il reale di ogni evento online. Mandando una newsletter dal Senegal nel canale di Un *
Salta mettiamo su un teatro dei burattini tra noi e gli studenti, l&rsquo;infrastruttura delle
telecomunicazioni francesi Orange, la compagnia e la community di Telegram e i nostri amici collegati
dall&rsquo;Italia e dal mondo.</span><span class="c1 c38">&nbsp;Dietro le quinte a muover baracca: la
produzione delle manifatture tecnologiche orientali, la tratta e la violenza delle terre rare nel
continente africano, l&rsquo;oscillare delle speculazioni e degli investimenti finanziari che
determinano il costo e il valore del viaggio del nostro messaggio. </span><span
class="c73 c75 c1 c38"><br><br>Il nostro lavoro come un * salta allora diventa un processo che cerca di
riconoscere dei marcatori utili a distinguere queste diverse localit&agrave; per poterci lavorare in
maniera sensata.</span></li>
</ol>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3 c16">Piccoli esempi utopici e distopici: tra
alternative non egemoniche e realt&agrave; </span><span class="c3 c16">estrattiviste</span><span
class="c26 c3 c16">&nbsp;e speculative</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">I livelli sopraelencati son gli stessi ma le dinamiche possono cambiare:
l&rsquo;utilizzo di altri strumenti social, di pubblicazione, di gestione pu&ograve; cambiare effettivamente
l&rsquo;approccio a questo stack complesso tra interfaccia-utente-mondo</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Generalmente quando parliamo di internet parliamo del protocollo HTTP, ma ci
sono altre soluzioni pi&ugrave; ecologiche, utopiche e testarde: per esempio, il protocollo Gemini pare un
revival dell&rsquo;internet 0.1, senza immagini senza styles, che vuole essere una risposta radicale alla
cultura della piattaforma e dello spreco di dati (-&gt; wordpress, infinite scrolling)</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">La questione dell&rsquo;internet decentralizzato in questi tempi &egrave;
abbastanza hyped, per via delle crypto, ma &egrave; soprattutto altro: a livello di social si possono
trovare esempi confederati come peertube o mastodon, software di, in questo caso, streaming video e social
stile twitter dove ogni istanza (= installazione in un server) decide la propria &ldquo;bolla&rdquo;, decide
con chi legarsi e con chi no. Agency</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">L&rsquo;approccio pi&ugrave; generale alla computazione pu&ograve; essere messo
in discussione: l&rsquo;accelerazione nello sviluppo costante di gadget favolosi &ndash; obsolescenza ecc
&ndash; costruzione di semiconduttori in Taiwan &ndash; sostenibile come una macchia d&rsquo;olio dio
boia</span></p>
<p class="c36 c20"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">da riformulare cio&egrave; vaffanculo al rural computing</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c3">This first axiom can be narrated by the old Nokia motto &ldquo;connecting
people&rdquo;: RC would connect people and the whole ecosystem thanks to a local-related-technology, tools
built according to what the ecosystem offers without any violent extractions of matter; but in the out-there
world this motto is linked to the fact that to build a smartphone takes an entire civilization:
&quot;California, Japan, Taiwan, Congo, Switzerland, China are all connected by the supply chains of tech
capitalism.&quot;</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">So, sustainability is surely the core of RC, instead of planned
obsolescence, it&#39;s possible to think about planned longevity. Try to redraw computation for scaling down
the requirements from the material world must be fundamental. If the world our there is constantly
developing new, faster, more performing devices, is an acceleration of the catastrophe through extraction
and waste of energy, RC would think of another kind of acceleration: a raccoon accelerationism, based on
picking up rubbish to reuse for new purposes to embrace proper degrowth. This is a genuine meaning of
progress, that does not constantly imply the abandoning of the old. </span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">esempio pratico e concreto: </span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">permacomputing, computazione che prende ispirazione dalla
permacoltura</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=http://viznut.fi/texts-en/permacomputing.html&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474338769&amp;usg=AOvVaw3fCvezwEdip5YzUQrjwFbb">http://viznut.fi/texts-en/permacomputing.html</a></span>
</p>
<p class="c36 c46"><span class="c3">rendere collettivo un processo computazionale &egrave; complesso perch&eacute; o
si ha totale </span><span class="c3 c16">controllo</span><span class="c13 c3">&nbsp;su certi processi
digitali (e non) o &egrave; proprio cazzo difficile avere empowerment quando si usa la suite di
micro***t</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">Ma chi, nel 2022, sbatte la testa su self-hosted servers e ci installa
dentro tutte le alternative possibili? solo dei disperati</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">ma questi disperati in realt&agrave; poi si coalizzano, fisicamente e
virtualmente, tramite network umani e infrastrutturali: servus.at, ec&hellip; [to find to remember]</span>
</p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">alternative all&rsquo;internet come network</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://paquetesemanal.eltoque.com/&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474339387&amp;usg=AOvVaw0CopZV23K2DvGycmwP8s3A">https://paquetesemanal.eltoque.com/</a></span>
</p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">la questione dell&rsquo;estrattivismo non &egrave; solo una questione di
estrazione costante di dati in se ma &egrave; la questione dei contenuti creati (costantemente) da un sacco
di utenti: qui il problema &egrave; ambivalente, l&rsquo;estrazione e l&rsquo;archiviazione di ogni dato
&egrave; un problema pi&ugrave; ecologico oltrech&egrave; di privacy, ma ci siamo rotti pure i suddetti a
parlare di privacy</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">questione legale del publishing su facebook: &egrave; roba di meta quando
schiacci il pulsante</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c3">e dall&rsquo;altra parte il </span><span class="c3 c16">problema</span><span
class="c13 c3">&nbsp;sono anche gli utenti per la totale o quasi mancanza di coscienza sullo stack di cui
stiamo parlando ma noi che ci possiamo fare? proprio nulla? o se la gente sa e se ne frega? &egrave; giusto
pure cos&igrave; <br>aspettiamo il collasso &rarr; collapse OS</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">pensare agli elementi dell&rsquo;internet come qualcosa che pu&ograve;
decadere, scadere, andare in pensione, circa</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">IPFS =&gt; un altro modo per scambiare i files nell&rsquo;internet senza
usare http, <br>c&rsquo;&egrave; anche ONION ehehe, peergos</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">rete locali wireless guerrilla etc (libretto rosa sulla tech e altre
cose)</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c3">dare attenzione anche ai garden? revival dei blog? il modo in cui si
pubblica cambia tutto &ndash; scrivere qualcosa su facebook, su medium, su un self-made website &egrave;
differente &ndash; perch&egrave;?</span></p>
<p class="c20 c36"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23"><span class="c29">ecco una mappa</span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 449.33px;"><img
alt="" src="images/image15.png"
style="width: 603.21px; height: 449.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c29">mappa: forse bene fare un grafichetto</span></p>
<ul class="c18 lst-kix_6acrjzmj58fq-0 start">
<li class="c23 c22 li-bullet-0"><span class="c7 c29">uso - struttura - progetto - destinazione</span></li>
<li class="c23 c22 li-bullet-0"><span class="c7 c29">l&rsquo;interazione tra questi strati &egrave; ci&ograve;
che caratterizza la forma di internet</span></li>
<li class="c23 c22 c50 li-bullet-0"><span class="c7 c29"></span></li>
</ul>
<p class="c23 c50"><span class="c7 c29"></span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c7 c29"></span></p>
<p class="c23"><span class="c29">network di estrattivismo e speculazione</span><sup><a href="#cmnt69"
id="cmnt_ref69">[bq]</a></sup><sup><a href="#cmnt70" id="cmnt_ref70">[br]</a></sup><sup><a
href="#cmnt71" id="cmnt_ref71">[bs]</a></sup><sup><a href="#cmnt72" id="cmnt_ref72">[bt]</a></sup></p>
<p class="c23 c50"><span class="c7 c29"></span></p>
<p class="c23"><span class="c1">social good </span></p>
<p class="c23"><span class="c29">un internet determinato da </span><span class="c27 c29">urgenze
collettive</span><sup><a href="#cmnt73" id="cmnt_ref73">[bu]</a></sup><sup><a href="#cmnt74"
id="cmnt_ref74">[bv]</a></sup><sup><a href="#cmnt75" id="cmnt_ref75">[bw]</a></sup><sup><a
href="#cmnt76" id="cmnt_ref76">[bx]</a></sup><sup><a href="#cmnt77" id="cmnt_ref77">[by]</a></sup><span
class="c27 c29">&nbsp;e</span><span class="c27 c29">&nbsp;identit&agrave; culturali variegate</span><span
class="c29">,</span><sup><a href="#cmnt78" id="cmnt_ref78">[bz]</a></sup><span class="c29">&nbsp;</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c23"><span class="c29">un approccio critico alla necessit&agrave; di</span><span
class="c29">&nbsp;</span><span class="c27 c29">protocolli globali</span><sup><a href="#cmnt79"
id="cmnt_ref79">[ca]</a></sup><sup><a href="#cmnt80" id="cmnt_ref80">[cb]</a></sup><sup><a
href="#cmnt81" id="cmnt_ref81">[cc]</a></sup><span class="c29">&nbsp;e </span><span
class="c29">modalit&agrave; di comunicazione tra diverse localit&agrave;</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c36 c20"><span class="c13 c1 c29"></span></p>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<p class="c23 c50"><span class="c41 c27 c78"></span></p>
<h2 class="c43 c52" id="h.1ydd5jnh4bv9"><span>Y &rarr; </span><span class="c45 c41">Decentralizzato vs
Centralizzato</span></h2>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c1"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.wah1j3tqekzq"><span class="c21">Inserto esterno della Sofia di tesi</span></h3>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c8">L&rsquo;utilizzo di internet dalla nostra
posizione privilegiata ci appare omogeneo e in grado di fornire le stesse opportunit&agrave; a tutti coloro
che possono permettersi una connessione. Invece, a dispetto della sua osannata globalit&agrave; e
</span><span class="c8">di quanto affermato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite</span><sup><a
href="#cmnt82" id="cmnt_ref82">[cd]</a></sup><span class="c12 c9">&nbsp;(ovvero che gli stessi diritti
riconosciuti offline devono essere riconosciuti anche online), si registrano numerose discrepanze dovute a
situazioni politiche, economiche e sociali.</span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Nel periodo della nostra permanenza a Koubanao ha cominciato ad insinuarsi il
pensiero che studiando la storia e le dinamiche dell&rsquo;infrastruttura di internet si potesse comprendere
meglio anche il tessuto della societ&agrave; contemporanea. Era solo un&#39;intuizione, suggerita dalla
percezione di uno strisciante e silenzioso colonialismo digitale e non, ma facendo le giuste ricerche si
&egrave; rivelata precisa. In Senegal le conseguenze della dominazione francese si vedono ovunque, a partire
dalla lingua, passando dall&rsquo;architettura fino ad arrivare a carcasse di macchine inglobate dalla
vegetazione.</span><span class="c27 c9">&nbsp;Gli oggetti parlano chiaro, perch&eacute;
l&rsquo;infrastruttura fisica di internet non dovrebbe fare lo stesso? I</span><span class="c13 c9">nternet
che &egrave; diventato qualcosa di inscindibile, qualcosa di indelebile, qualcosa di indispensabile,
perch&eacute; nell&rsquo;immaginario collettivo rimane privo di forma?</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Sembra che si preferisca continuare a vivere nell&rsquo;astrazione. &Egrave; vero
che percepiamo la sua presenza principalmente attraverso cellulari, computer e tablet, senza poter accedere
a tutto ci&ograve; che accade oltre, ma la nostra consapevolezza dello strumento e del suo contesto non deve
limitarsi a far scorrere il</span><span class="c27 c9">&nbsp;</span><span class="c13 c9">pollice sullo
schermo.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9"><br></span><span class="c9">Nel frattempo, per soddisfare il crescente aumento della
domanda di spazio di archiviazione e larghezza di banda, l&rsquo;infrastruttura aumenta, assume forme
fisiche imponenti, si espande in tutte le direzioni e si impossessa di preziose risorse naturali. Ha
occupato i mari, la terra e i cieli, eppure sembra essere immateriale. Per chi la osserva &egrave; invece
</span><span class="c9">un&rsquo;ingombrante</span><span class="c9">&nbsp;manifestazione delle complesse
situazioni politiche, sociali e ambientali in cui ci troviamo. L&rsquo;infrastruttura pu&ograve; diventare
un paradigma emblematico del nostro presente, se decidiamo di </span><span class="c9">prestarle</span><span
class="c9">&nbsp;attenzione.<br>Internet e la tecnologia in generale sono un patto stretto con la terra, la
fibra ottica, l&rsquo;acciaio, la plastica, la luce, gli </span><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3DVVJlKJi9FWU&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474343939&amp;usg=AOvVaw18mO1nOGB1XXsc1pPZKe37">squali</a></span><span
class="c13 c9">, gli scoiattoli, gli uccelli, l&rsquo;aria e infine, anche con l&rsquo;uomo.</span></p>
<p class="c15 c53"><span class="c13 c9">https://www.youtube.com/watch?v=VVJlKJi9FWU</span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 417.01px; height: 260.32px;"><img
alt="" src="images/image51.png"
style="width: 417.01px; height: 260.32px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9 c80"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">&Egrave; il 17 ottobre 1851, fra St. Margaret&rsquo;s Bay, in Inghilterra, e
Sangatte, in Francia, accade qualcosa che rivoluzioner&agrave; il futuro delle comunicazioni: viene posato
il primo cavo sottomarino del telegrafo.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Questo strumento stava gi&agrave; radicalmente cambiando la percezione del mondo e
le sue dinamiche, il progresso avanzava a gonfie vele ed eravamo in grado di espanderci fluidamente in ogni
direzione, lo spazio stava assumendo tutta una nuova connotazione e noi assieme a lui.<br>Adesso facciamo un
* saltino in avanti fino al 13 agosto 1858, quando Vittoria, regina a capo del Regno Unito di Gran Bretagna
e Irlanda, invia un messaggio oltreoceano per la prima volta nella Storia. Ebbene s&igrave;, il primissimo
cavo transatlantico entra in funzione (per solo un mese) (ma questo loro ancora non lo sanno). Le sue parole
sono </span><span class="c16 c9">&ldquo;Europe and America are united by telegraphy. Glory to God in the
highest, on earth peace, goodwill towards men&rdquo;. </span><span class="c13 c9">Grandi feste, grandi
parate, grandi discorsi, grandi incendi:</span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 184.01px; height: 144.12px;"><img
alt="" src="images/image12.jpg"
style="width: 184.01px; height: 144.12px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&ldquo;We have been having a great time here, celebrating the success of the
Atlantic Cable, cannon, flags, shouts, extra-papers, &amp; extra-policemen, fireworks, crowds, processions,
music, illuminations, transparencies, &amp;c., &amp;c., and ended by nearly burning down the City Hall, in
our delight, it having caught from the fireworks, and lost its cupola, and part of its upper
story.&rdquo;</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Lettera del 18 agosto 1858 inviata da un visitatore di New York a suo zio</span><sup
class="c9"><a href="#ftnt5" id="ftnt_ref5">[5]</a></sup></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Non tutti per&ograve; sono della stessa opinione, sull&rsquo;Harper&rsquo;s Weekly
in una vignetta del 16 maggio 1857 si vedono due borseggiatori intenti a scambiarsi queste battute:
</span><span class="c16 c9">&ldquo;Folks call this Telegraph a Great Hinvention! &nbsp;I say it&#39;s mean!
&nbsp;It don&#39;t give a Cove a fair chance! &nbsp;They&#39;ll know all about him in Hamerica afore he gets
there!&rdquo;<br></span><span class="c13 c9">Gi&agrave;, perch&eacute; il telegrafo non servir&agrave; solo
a diffondere la pace e ad unire i continenti, in breve tempo si trasformer&agrave; da invenzione scientifica
a strumento di potere al servizio dei grandi imperi coloniali. I suoi tentacoli svilupperanno una rete
militarmente e commercialmente strategica per migliorare il controllo sui territori sottomessi. Ed &egrave;
cos&igrave; che le presunte missioni di civilizzazione e le teorie che il progresso tecnologico avrebbe
migliorato la vita dei &ldquo;primitivi&rdquo;, si dimostreranno semplici mire per sottomettere proprio
coloro che promettevano di liberare. La tecnologia giustificher&agrave; le azioni degli imperi e dar&agrave;
alla violenza sistematica una parvenza di civilt&agrave;, la vestir&agrave; di bianco per farla sfilare
davanti agli europei soddisfatti delle loro buone azioni. La tecnologia non modificher&agrave; le dinamiche
di potere, ma ne verr&agrave; imbrigliata, diventando una fonte di immenso guadagno per coloro che
riusciranno ad assumerne il controllo.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">Oltre al danno, non crediate di scamparla, ci sar&agrave; anche la beffa, in
quanto l&rsquo;esistenza stessa di questo strumento non sarebbe stata possibile senza il contributo delle
risorse, delle conoscenze e della manodopera delle colonie. Per esempio, da esse proviene la guttaperca, una
macromolecola di origine vegetale derivante dal lattice disseccato di varie specie di alberi della famiglia
delle Sapotacee, tutte indigene della regione indomalesef. Questo materiale si era rivelato l&rsquo;unico
abbastanza resistente da poter sopportare l&rsquo;ambiente sottomarino isolando i cavi in rame del
telegrafo. Uno strano gioco del destino ha voluto che le specie di questo albero crescessero solamente nei
territori delle colonie inglesi, francesi e olandesi, facilitandone lo sfruttamento.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">Inutile dire che gli esiti di questa scoperta saranno catastrofici e causeranno
una vera e propria strage. Secondo quanto scrive lo studioso francese Eug&egrave;ne S&eacute;rullas, a
Singapore la pianta si era gi&agrave; estinta prima del 1857, a Malacca e Selangor lo sar&agrave; entro il
1875, e a Perak entro il 1884. Nei primi anni del Novecento si stima inoltre che la guttaperca nei cavi
ammonti a circa 27000 tonnellate e supponendo che da ogni albero si ricavi una media di &nbsp;311 g di
lattice, arriviamo alla conclusione che in nome del progresso furono abbattute 88 milioni di piante.</span>
</p>
<p class="c15"><span class="c9"><br>Se ci spostiamo in India nel 1851 possiamo osservare William Brooke
O&rsquo;Shaughnessy, un fisico irlandese facente parte della British East India Company, mentre sviluppa un
sistema telegrafico diverso da quello che si sta studiando in Europa e America. Il suo lavoro vanta un
utilizzo di tecniche metallurgiche tradizionali e indiane, affidandosi al lavoro di artigiani
locali.</span><sup class="c9"><a href="#ftnt6" id="ftnt_ref6">[6]</a></sup><span
class="c13 c9">&nbsp;Tuttavia i meriti delle persone indigene non verranno riconosciuti in quanto il loro
apporto non si pu&ograve; considerare all&rsquo;altezza di quello degli scienziati europei.<br>Sempre in
India durante la dominazione inglese, qualora ci capitasse di entrare in una stazione telegrafica, noteremmo
una divisione dei ruoli molto impari, infatti gli impiegati sarebbero tutti indiani mentre i telegrafisti
principalmente europei. Questa ripartizione dei compiti crea una forte gerarchia e impedisce a chi si trova
pi&ugrave; in basso di acquisire le conoscenze per ottenere l&rsquo;indipendenza e le capacit&agrave;
sufficienti ad utilizzare lo strumento.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Bene, dopo tutti questi pellegrinaggi spazio temporali per seguire le violente
vicende di un vecchio strumento che probabilmente nessuno di voi ha mai visto dal vivo n&eacute; tanto meno
usato, &egrave; giunto il momento di dare alcune spiegazioni. Il telegrafo ci riguarda molto pi&ugrave; di
quanto immaginiamo, anzi, ci riguarda talmente da vicino che ogni giorno abbiamo a che fare con esso. Molti,
ma non tutti, sanno che il 99% dei nostri dati passa attraverso dei cavi sottomarini in fibra ottica
adagiati sui fondali dei mari e gli oceani. All&rsquo;inizio del 2019 TeleGeography</span><sup class="c9"><a
href="#ftnt7" id="ftnt_ref7">[7]</a></sup><span class="c9">&nbsp;stima fossero in servizio
approssimativamente 378 cavi per un totale di circa 1.2 milioni di km, anche se fare i calcoli con
precisione &egrave; sempre complesso dato che ne vengono continuamente attivati di nuovi e i pi&ugrave;
vecchi vengono dismessi. Fin qui, nulla di strano, &egrave; il progresso che avanza, siamo abituati ai
grandi numeri.<br>Quello che pi&ugrave; ci interessa &egrave; che la geografia della rete dei cavi
sottomarini &egrave; una delle pi&ugrave; statiche nella storia delle comunicazioni, il che significa che i
percorsi dei cavi in fibra ottica ricalcano quelli delle vecchie linee telegrafiche, </span><span
class="c9">ereditandone</span><span class="c13 c9">&nbsp;la topografia coloniale.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Per questo motivo i Paesi a sud del mondo che non hanno avuto un ruolo fondamentale
nell&rsquo;espansione del telegrafo si trovano con un&rsquo;infrastruttura molto precaria, mentre gli ex
imperi coloniali come Gran Bretagna, Francia e America possono fare affidamento su una solida rete.
Nell&rsquo;Africa post </span><span class="c9">coIoniale</span><span class="c9">&nbsp;la maggior parte delle
linee telegrafiche posate nella frenesia della colonizzazione non sono state sostituite con i nuovi cavi
telefonici e in fibra ottica.</span><sup class="c9"><a href="#ftnt8" id="ftnt_ref8">[8]</a></sup><span
class="c13 c9">&nbsp;I maggiori proprietari delle infrastrutture sono americani o europei e spesso scelgono
i nodi di scambio solo come punti di appoggio per collegare il resto del mondo. Infatti se dei cavi passano
vicino alle acque territoriali dei Paesi o addirittura emergono sulla loro costa non bisogna credere che
quei territori siano automaticamente connessi ad internet. Come per esempio il Sahara Occidentale, davanti
al quale passano circa otto cavi sottomarini, alcuni dei quali emergono anche sulle Canarie, senza che
per&ograve; ci sia una connessione con lo Stato. Lo stesso avviene in Eritrea, nelle cui acque di cavi ne
passano dodici ma non &egrave; mai stata realizzata una deviazione verso la terraferma.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Le stazioni che accolgono i cavi nel punto dove emergono sono dei buoni parametri
per valutare la solidit&agrave; dell&rsquo;infrastruttura di un luogo: pi&ugrave; le stazioni sono numerose,
pi&ugrave; la connessione &egrave; stabile. I cavi in fibra ottica possono essere danneggiati facilmente, le
principali insidie sono di natura umana come le ancore o la pesca a strascico, ma anche le correnti marine,
i terremoti e gli animali possono causare dei grossi problemi. Ospitare una sola stazione significa essere
esposti a tutti questi agenti e subire un guasto ai pochi cavi di collegamento ormai significa venir
tagliati fuori dal resto del mondo. Il problema non &egrave; tanto quello di non poter avvisare la mamma che
faremo tardi a cena, ma un rallentamento, se non addirittura un&rsquo;interruzione, dei servizi e
dell&rsquo;economia. I casi in cui dei Paesi hanno dovuto confrontarsi con questa situazione sono
molteplici. Per esempio nel 2008 l&rsquo;ancora di una nave nei pressi di Alessandria d&rsquo;Egitto ha
danneggiato due linee di cavi riducendo la connessione internet in Egitto del 70%, in India del 60% e ha
influito su quella di altri cinque Paesi in Asia Meridionale e Medio Oriente. Nel 2012 un&rsquo;altra ancora
ha reciso uno dei cavi che emergevano nell&rsquo;unica stazione del Kenya, a Mombasa, e questo danno ha
inficiato sulla connessione internet di sei Stati dell&#39;Africa orientale. Invece nell&rsquo;aprile del
2018 la Mauritania ha perso completamente l&rsquo;accesso a internet quando l&rsquo;African Coast to Europe
(ACE) si &egrave; spezzato all&rsquo;altezza di Nouakchott </span><span class="c9">per motivi poco
chiari</span><sup><a href="#cmnt83" id="cmnt_ref83">[ce]</a></sup><sup><a href="#cmnt84"
id="cmnt_ref84">[cf]</a></sup><span class="c9">, lasciando il Paese senza connessione per 48h e causando
significativi problemi ad altri dieci Stati africani.<br><br>Ci sono anche casi in cui a guardare il numero
delle stazioni ci pare che l&rsquo;infrastruttura sia solida, ma quando si studia la loro funzione si viene
a scoprire che sono l&igrave; unicamente per la loro posizione strategica. In alcuni casi infatti servono
solo da snodo per portare la connessione in altre parti del mondo e il risultato &egrave; che il tasso di
penetrazione di internet risulta misero rispetto all&rsquo;infrastruttura presente sul territorio. Questa
situazione evidenzia ancora una volta come lo</span><span>&nbsp;</span><span class="c9">sfruttamento dei
Paesi</span><span class="c9">&nbsp;in via di sviluppo</span><sup><a href="#cmnt85"
id="cmnt_ref85">[cg]</a></sup><sup><a href="#cmnt86" id="cmnt_ref86">[ch]</a></sup><span
class="c13 c9">&nbsp;non si sia mai arrestato, permettendo al nord del mondo di progredire senza che gli
Stati ospiti possano trarre beneficio dal fondamentale ruolo che rivestono per l&rsquo;infrastruttura
globale.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">I cavi sottomarini sono solo uno dei tanti ingranaggi dell&rsquo;infrastruttura
e a qualsiasi livello del sistema possiamo trovare gli stessi meccanismi di funzionamento, anche se inseriti
in contesti differenti. Gli esempi che ho citato non sono che una parte dei complessi fattori geopolitici,
sociali e ambientali che compongono, strutturano e modificano il nostro presente.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">Le grandi discrepanze e le debolezze infrastrutturali tuttavia sono destinate ad
assottigliarsi, in quanto l&rsquo;avanzata della tecnologia &egrave; un processo irreversibile al quale ogni
continente sta andando incontro. Una delle questioni pi&ugrave; scottanti diventa quindi non tanto la
denuncia di queste differenze, ma le modalit&agrave; con cui l&rsquo;infrastruttura cresce, si rafforza o
viene implementata nelle zone che sono pi&ugrave; fragili e dispongono di meno risorse.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Prendendo in considerazione i cavi uno degli aspetti interessanti nel loro aumento
&egrave; l&rsquo;incremento costante degli investimenti da parte dei </span><span class="c16 c9">content
providers</span><span class="c9">&nbsp;come Google, Facebook, Microsoft e Amazon, i quali hanno cominciato
come clienti di capacit&agrave; all&rsquo;ingrosso ma adesso consumano oltre il 50% di tutta la larghezza di
banda internazionale e la crescente richiesta di spazio li ha spinti a possedere sempre pi&ugrave;
infrastrutture con il risultato che negli ultimi sei anni i cavi da loro parzialmente posseduti si sono
ottuplicati.</span><sup class="c9"><a href="#ftnt9" id="ftnt_ref9">[9]</a></sup></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">I cavi sottomarini sono la nuova via della seta e trasportano una delle merci
pi&ugrave; preziose e redditizie: i dati. Gestire questa rete significa gestire tutti gli scambi e il
traffico delle comunicazioni mondiali. Ma quand&rsquo;&egrave; che si supera il confine fra gestione e
controllo?</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Spostandoci invece sulla terraferma e parlando di cloud nel 2018 la Synergy Research
Group ha pubblicato una ricerca in cui risulta che ci sono cinque attori principali nel mercato dei data
centre: Amazon Web Services (AWS), Microsoft, IBM, Google e Alibaba. Queste compagnie insieme controllano
tre quarti di tutto il mercato</span><sup class="c9"><a href="#ftnt10" id="ftnt_ref10">[10]</a></sup><span
class="c9">&nbsp;e in testa al gruppo si trova AWS, che tutt&rsquo;oggi detiene la quota del 33% sul mercato
mondiale.</span><sup class="c9"><a href="#ftnt11" id="ftnt_ref11">[11]</a></sup></p>
<p class="c15"><span class="c9">Anche nei cieli sembra che il quadro non sia diverso: ai primi posti per colmare le
lacune infrastrutturali terrestri ci sono Google/Alphabet, Facebook/Meta e Amazon. Infatti mentre il mondo
intero si sta trasformando in un codice/spazio rendendo impossibile vivere senza la connessione internet, ci
sono zone in cui invece la tecnologia digitale non ha ancora messo radici e dove arrivare via terra &egrave;
troppo difficile. Quando i Governi non hanno i mezzi o sembra non siano interessati a colmare queste lacune
infrastrutturali, intervengono prontamente le grandi corporazioni, le quali per risolvere il problema stanno
studiando e mettendo in campo diverse soluzioni: da droni a palloni aerostatici a pi&ugrave; classici
satelliti.<br>Ma i Big Tech non subentrano solo a livello fisico, </span><span class="c8">accade infatti che
le grandi aziende tentino di condizionare anche verso un determinato utilizzo della connessione. Uno degli
esempi pi&ugrave; evidenti ci arriva da Facebook, con i suoi servizi gratuiti quali Free Basics e Facebook
zero, applicazioni che permettono di connettersi ad una versione ridotta del social e a dei servizi di base
come le notizie, senza pagare un abbonamento dati. &nbsp;</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Alle accuse che gli vengono rivolte riguardo la violazione della neutralit&agrave;
della rete, la corporation risponde che avere accesso ad una parte di internet &egrave; meglio che non avere
accesso a nulla. I rischi di queste limitazioni sono grandi, fra i primi quello che nelle aree in cui non
c&rsquo;&egrave; stata una crescita graduale assieme al web, Facebook diventi l&rsquo;unica rappresentazione
ed esperienza possibile della rete </span><span class="c12 c9">(fra l&rsquo;altro il nome della sua grande
partnership Internet.org la dice lunga sull&rsquo;immagine che l&rsquo;azienda vuole dare di se
stessa).</span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c9">Questo processo sembra proprio quello in atto a Koubanao, dove
l&rsquo;infrastruttura c&rsquo;&egrave; e funziona, ma la gente locale fa fatica ad affrontarne i costi e
l&rsquo;accesso limitato che di tanto in tanto riesce ad acquistare la tiene costretta nello spazio dei
social. Un po&rsquo; perch&eacute; con 75 MB non si ha molto respiro, un po&rsquo; per la mancanza di
alfabetizzazione digitale, un po&rsquo; per le ingerenze dei servizi gratuiti che monopolizzano la
navigazione sfruttando le difficolt&agrave; economiche.<br></span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c9">In questi contesti di pieno sviluppo e di avanzamento, dove tutto &egrave; in
forte mutamento, abbiamo la possibilit&agrave; di costruire davvero qualcosa che guardi al futuro, delle
nuove ibridazioni fra territorio e tecnologia, delle nuove reti e delle nuove conformazioni sociali e
spaziali che partano dalle configurazioni gi&agrave; esistenti e che tengano conto della complessit&agrave;
dando vita a delle interazioni attive.</span></p>
<p class="c15"><span class="c8">Se queste aree tumultuose diventano preda degli investitori occidentali e cinesi e
delle loro ideologie, il risultato sar&agrave; fallimentare. Lo sviluppo non va imposto e controllato, ma
modulato. L&rsquo;arrivo di capitali stranieri non &egrave; sbagliato, a patto che dialoghi con le
entit&agrave; locali. Deve quindi esserci sempre un bilanciamento fra ci&ograve; che entra e ci&ograve; che
esce, l&rsquo;infrastruttura non pu&ograve; restare invisibile e crescere solo </span><span
class="c8">assieme</span><span class="c12 c9">&nbsp;a chi la possiede, bisogna che accompagni, generi e sia
il risultato di nuove strutture sociali, economiche e ambientali.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c8 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c5 c17 c57 c38"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=http://www.internet3d.org/&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474349300&amp;usg=AOvVaw26aF8l4wOKLpKWTI9S8MHD">http://www.internet3d.org/</a></span>
</p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 601.70px; height: 129.33px;"><img
alt="" src="images/image61.png"
style="width: 601.70px; height: 129.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c8 c38"><br></span>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
</p>
<h3 class="c36 c43" id="h.v9mm8q2n2cbp"><span class="c21">Riguardo l&rsquo;urbanistica (= chi ci abita l&igrave; e
come) e la natura di internet(cosa si intende per natura?)</span></h3>
<p class="c36 c46"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3">Internet &egrave; uno strumento globale: la
sua infrastruttura (semplificando: i cavi sottomarini che percorrono il globo) ha una </span><span
class="c3">portata</span><span class="c3">&nbsp;</span><span class="c3">globale</span><span
class="c3">,</span><sup><a href="#cmnt87" id="cmnt_ref87">[ci]</a></sup><span class="c3">&nbsp;ma i servizi
e le interfacce che la abitano potenzialmente possono avere forme di diversa grandezza e diverse
sfumature.<br><br></span><span class="c3">Internet non &egrave; uguale dappertutto: dipende dalle leggi di
un certo paese, dalle regole di copyright, dalla censura e cos&igrave; via.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Prima di tutto c&rsquo;&egrave; da dire che Internet &egrave; potenzialmente
il</span><span class="c3">&nbsp;primo </span><span class="c3 c48">e unico</span><sup><a href="#cmnt88"
id="cmnt_ref88">[cj]</a></sup><span class="c3">&nbsp;spazio comune condiviso presente in tutto il mondo,
per&ograve;</span><span class="c3">&nbsp;</span><sup><a href="#cmnt89" id="cmnt_ref89">[ck]</a></sup><sup><a
href="#cmnt90" id="cmnt_ref90">[cl]</a></sup><span class="c1">&#x1f31e; </span><span class="c1">forse
questo non &egrave; 100% ver</span><sup><a href="#cmnt91" id="cmnt_ref91">[cm]</a></sup><span class="c1">o,
si pensi ad esempio al mare aperto e alle acque internazionali. CTRL C CTRL V da Wiki </span><span
class="c5 c1">L&#39;alto mare costituisce una </span><span class="c5 c1 c16">res communis omnium</span><span
class="c5 c1">, cio&egrave; un bene appartenente a tutti: qualsiasi Stato, anche privo di sbocco al mare, ha
piena libert&agrave; di navigazione e di sorvolo, nonch&eacute; di posare cavi o condotte sottomarine,
costruire isole artificiali e altre installazioni purch&eacute; autorizzate dal diritto internazionale; ogni
Stato ha inoltre piena libert&agrave; di pesca e di ricerca scientifica</span><span class="c13 c1">.</span>
</p>
<p class="c23"><span class="c1">Sono pi&ugrave; gli Stati non connessi a internet o quelli senza uno sbocco sul
mare? &nbsp;</span><sup><a href="#cmnt92" id="cmnt_ref92">[cn]</a></sup></p>
<p class="c23"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 264.00px;"><img
alt="" src="images/image23.png"
style="width: 603.21px; height: 264.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">Stati non bagnati dal mare (fonte wikipedia e il mondo) (47 al 2020) (in nero
gli stati che non confinano col mare, in rosso gli stati che non confinano doppiamente col mare)</span></p>
<p class="c23"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 377.33px;"><img
alt="" src="images/image29.png"
style="width: 603.21px; height: 377.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><sup><a href="#cmnt93" id="cmnt_ref93">[co]</a></sup></p>
<p class="c23"><span class="c1">aree con utilizzo di internet inferiore al 20% della popolazione </span><span
class="c3">(</span><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://it.businessinsider.com/paesi-dove-non-ce-internet-mare-aerei/&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474351314&amp;usg=AOvVaw006aFmHjbf8sXrSCD8IPG4">fonte
Business Insider 2019</a></span><span class="c3">) </span><span class="c13 c1">(35 al 2019) </span></p>
<p class="c23"><span class="c1">&egrave; interessante questa affinit&agrave; tra lo spazio web e quella del mare
aperto, e come proprio nel mare stia una parte nevralgica dell&rsquo;infrastruttura di internet. </span></p>
<p class="c23"><span class="c3">&#x1f360; Il </span><span class="c3">linguaggio cibernetico</span><sup><a
href="#cmnt94" id="cmnt_ref94">[cp]</a></sup><sup><a href="#cmnt95" id="cmnt_ref95">[cq]</a></sup><span
class="c3">, quello dei computer, parte da un&rsquo;affascinante dicotomia che se la gioca con 0 e 1, spento
e acceso. Combinando in serie questo primo segnale, parte una serie di astrazioni che contengono la logica
matematica di base (</span><span class="c3">dichiarazioni &ldquo;e&rdquo;, &ldquo;o&rdquo;</span><sup><a
href="#cmnt96" id="cmnt_ref96">[cr]</a></sup><sup><a href="#cmnt97" id="cmnt_ref97">[cs]</a></sup><span
class="c3">&nbsp;, somme, sottrazioni e via discorrendo) fino ad arrivare a qualsiasi comando che noi umani
vogliamo far interpretare ai computer: un simpatico </span><span class="c3">effetto farfal</span><sup><a
href="#cmnt98" id="cmnt_ref98">[ct]</a></sup><span class="c13 c3">la su cui si costruisce tutta la
computazione.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3"><br>Quando il computer si connette ad un altro computer potenzialmente si mette in
pratica una discussione</span><span class="c3">, c&rsquo;&egrave; una c</span><span class="c3">omunicazione
</span><span class="c3">di fatto</span><sup><a href="#cmnt99" id="cmnt_ref99">[cu]</a></sup><sup><a
href="#cmnt100" id="cmnt_ref100">[cv]</a></sup><span class="c13 c3">. C&rsquo;&egrave; chi manda e
c&rsquo;&egrave; chi riceve, praticando codifiche e decodifiche. E&rsquo; necessario mettersi
d&rsquo;accordo su che protocolli usare e che regole rispettare.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Cos&igrave; avviene una qualsiasi comunicazione cibernetica, umani che chiedono
a macchine di spedire un messaggio ad un&rsquo;altra macchina da far leggere ad un altro umano. &Egrave; un
gioco di saperi che, parlando di rete, si concentrano in server e questa concentrazione genera potere, un
potere passivo che plasma la condotta delle persone.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Per esempio, nell&rsquo;internet ci si pu&ograve; formare politicamente, si
pu&ograve; aderire ad una ideologia su Reddit o si pu&ograve; scegliere quale sito di informazione seguire,
prendendo in considerazione o meno la fattualit&agrave; delle notizie riportate.<br>Questi sono solo due
piccoli esempi di come internet possa modificare le forme e i confini della realt&agrave; personale,
interpersonale e oltre-personale.</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23"><span class="c3">La forma di internet, </span><span class="c3">se si potesse
rappresentare</span><sup><a href="#cmnt101" id="cmnt_ref101">[cw]</a></sup><span class="c3">, prenderebbe la
forma di un network</span><span class="c3">&nbsp;</span><span class="c3">decentralizzato</span><span
class="c3">, ma l&rsquo;architettura del web era distribuita diversamente nei suoi primi anni di esistenza e
il suo spazio veniva abitato diversamente.</span><span class="c13 c3">&nbsp;</span></p>
<p class="c23"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 494.67px;"><img
alt="" src="images/image53.png"
style="width: 603.21px; height: 494.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><sup><a href="#cmnt102" id="cmnt_ref102">[cx]</a></sup><span class="c3"><br></span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Internet &egrave; questo miscuglio di protocolli di </span><span
class="c3">comunicazione e file sedimentati in computer di altra gente </span><sup><a href="#cmnt103"
id="cmnt_ref103">[cy]</a></sup><span class="c13 c3">connessi con computer di altra gente: internet
&egrave; tale perch&eacute; &egrave; una continua connessione di relazioni antropiche ma soprattutto di
macchine, che comunicano tra di loro con diversi linguaggi pi&ugrave; o meno astratti.</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p><sup><a href="#cmnt104" id="cmnt_ref104">[cz]</a></sup>
<p class="c23"><span class="c3">Una pagina </span><span class="c3">html</span><sup><a href="#cmnt105"
id="cmnt_ref105">[da]</a></sup><span class="c3">&nbsp;(hyper text markup language, ovvero il linguaggio
per scrivere le pagine web</span><span class="c3 c16">)</span><span class="c3">&nbsp;nasce in un editor di
testo in locale, nel proprio computer, per poi diventare coinquilina di altre pagine html in un</span><span
class="c3">&nbsp;server</span><sup><a href="#cmnt106" id="cmnt_ref106">[db]</a></sup><span
class="c3">&nbsp;(le pagine html son possibile da visitare da tutto il globo grazie a connessioni dai propri
dispositivi ai server, che sono le casette delle pagine. In realt&agrave; sono dei computer perennemente
accesi e perennemente connessi a internet) e rivelarsi nell&rsquo;intera rete. La rivelazione &egrave; il
momento della pubblicazione, &egrave; il rendere noto un processo</span><sup class="c3"><a href="#ftnt12"
id="ftnt_ref12">[12]</a></sup><span class="c3">: il tentativo di proporre un bene comune.<br>Dal
microcosmo locale, il processo si proietta nel </span><span class="c3">macro</span><span
class="c3">&nbsp;della rete globale ed entra in risonanza con altri processi, altre pagine, links. Se il
processo propone un cambiamento pu&ograve; alterare positivamente o negativamente l&rsquo;esperienza dei
vari utenti, </span><span class="c3">e si pu&ograve; definire uno strumento politico</span><sup><a
href="#cmnt107" id="cmnt_ref107">[dc]</a></sup><sup><a href="#cmnt108"
id="cmnt_ref108">[dd]</a></sup><sup><a href="#cmnt109" id="cmnt_ref109">[de]</a></sup><span class="c3">;
immaginiamo il </span><span class="c3 c16">politico</span><span class="c13 c3">&nbsp;come un terreno
instabile perennemente in trasformazione dove avvengono cambiamenti etici, morali, di valori,
sociali&hellip; I suoi strumenti sono quelli che incidono sulla trasformazione.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Un esempio pratico del processo di pubblicazione, della proiezione nel macro,
pu&ograve; essere Git.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Git &egrave; un sistema di </span><span class="c3 c16">distributed version control
</span><span class="c3">molto utilizzato dagli sviluppatori software, ma il suo utilizzo non si limita alla
programmazione. &Egrave; pi&ugrave; in generale uno strumento che consente a diverse persone di collaborare
a uno stesso progetto tenendo traccia delle modifiche ai diversi file. Git tiene traccia dei cambiamenti in
un file: del quando, del chi e del dove viene aggiornato qualcosa. &Egrave; uno strumento che &egrave; stato
inventato per collaborare, </span><span class="c3">collettivizzando</span><span class="c13 c3">&nbsp;i
processi di costruzione, ma che pu&ograve; anche vivere tranquillamente solamente nel proprio
computer.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Ogni pacchetto di file viene chiamato repo (da </span><span
class="c3 c16">repository</span><span class="c3">).<br>Fin quando non viene pushato (git push), i file
rimangono nel micro del disco locale del computer e fin quando non si esegue il primo commit (</span><span
class="c3 c16">git commit</span><span class="c3">) la repo rimane solo un&#39;idea fatta di caratteri
alfanumerici.<br>Fin quando il git non vive in una </span><span class="c3">repo aperta</span><sup><a
href="#cmnt110" id="cmnt_ref110">[df]</a></sup><span class="c13 c3">, non &egrave; possibile usare il
git come piattaforma per un discorso condiviso. Certo perch&egrave; ci sono anche repo chiuse,
immodificabili e anche nascoste, che pu&ograve; vedere solo il suo creatore e collaboratori.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Una persona inizializza git con </span><span class="c3 c16">git init</span><span
class="c3">&nbsp;che &egrave; un po&rsquo; come scrivere un manifesto. <br></span><span class="c3 c16">git
add</span><span class="c3">&nbsp;per mettere insieme i messaggi necessari per la repo. <br>Quando avviene il
primo </span><span class="c3 c16">git push</span><span class="c3">, i pacchetti digitali viaggiano e si
aggirano per il globo come spettri. <br>l </span><span class="c3 c16">git commit </span><span
class="c3">descrivono tramite piccoli messaggi le modifiche fatte, che sono continue necessarie eresie in
divenire del progetto originale. Gli utenti sparsi per il globo possono usare il comando </span><span
class="c3 c16">git clone</span><span class="c13 c3">&nbsp;per clonare i file nel proprio computer e aderire
al progetto, modificarlo addirittura e con adeguati permessi ridistribuirlo, espandendo cos&igrave; il
messaggio.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">&Egrave; una questione di sincronia.</span><span class="c3 c16"><br></span><span
class="c3"><br><br></span></p>
<p class="c23"><span class="c1">&#x1f31e; </span><span class="c1">Luoghi di internet &rarr; computer, modem, cabine
con la fibra ottica, dorsali delle linee telefoniche, cavi sottomarini che attraversano l&rsquo;oceano,
antenne e ripetitori, qualcosa che coinvolge anche i satelliti, data center &nbsp;ndo. Facile pensare che
internet sia wireless ubiquo e invisibile.</span><sup><a href="#cmnt111" id="cmnt_ref111">[dg]</a></sup></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c1"></span></p>
<h2 class="c52 c43" id="h.l4pina2stopn"><span class="c45 c41"><br>Z &rarr; Internet preset vs Internet Custom</span>
</h2>
<p class="c36 c20"><span class="c13 c3"></span></p>
<h3 class="c36 c43" id="h.z2fhvlklagbe"><span>Riguardo una pluralit&agrave; dell&rsquo;internet</span><span
class="c3"><br></span><span class="c3 c39">&#x1f360; </span><span class="c3">Internet &egrave; una torta a
pi&ugrave; strati dove ogni strato ha un gusto e sapore completamente diverso dall&#39;altro</span></h3>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c1">&#x1f31e; l&rsquo;idea di un internet a fette &egrave; interessante
perch&eacute; introduce la questione della composizione: come &egrave; composta questa localit&agrave;?
quanto &egrave; umana e quanto &egrave; non umana? </span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c1">E allo stesso modo questo internet delle localit&agrave;: quanto &egrave;
abitato? quanto &egrave; imposto e quanto &egrave; costruito? quanto &egrave; locale e quanto &egrave;
globale? Partendo dal presupposto che un internet dovr&agrave; sempre avere delle caratteristiche globali la
questione diventa: quanto margine abbiamo per aggiungere o sottrarre qualit&agrave; e arrivare a qualcosa di
differente e, in una parola, locale?</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c54">&#x1f966; Flashback di un </span><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3DeLN2ToEIlwM&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474356326&amp;usg=AOvVaw0DaWgQmgHNNXYdQhAEwajE">video</a></span><span
class="c54">&nbsp;del 1987 in cui Donna Haraway commenta due numeri del National Geographic sui primati e ad
un certo punto mangia una fetta di torta immaginando che sia una porzione di storia. I suoi strati sono i
diversi livelli di significato che la produzione culturale attribuisce ai piaceri e ai problemi della
storia: per comprenderla non basta mangiare la fetta in un boccone, ma bisogna gustarne i singoli strati.
Allora mi viene da pensare a internet pi&ugrave; come uno di questi di strati, il cui sapore e consistenza
influenza ed &egrave; influenzato dagli altri, regolando di volta in volta il sapore della torta. Questo per
dire che internet non &egrave; solo una tecnologia diffusa che collega diverse parti del globo, ma &egrave;
anche inevitabilmente situata, dal momento che assorbe e produce cultura.</span><span
class="c116"><br></span><span class="c54">Nell&rsquo;internet locale gli aspetti qualitativi sono importanti
tanto (se non anche di pi&ugrave;) quanto quelli quantitativi: a proporzioni simili corrispondono gusti,
abitudini, necessit&agrave; e modalit&agrave; di comprensione diversi. </span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c13 c9">Lo spettro visibile per l&rsquo;occhio umano
cade fra il violetto e il rosso, all&rsquo;interno di questo spettro siamo in grado di riconoscere tutti i
colori e le varie combinazioni fra di essi, ma quando le onde elettromagnetiche vengono sommate assieme
otteniamo la luce bianca. Questa &egrave; il risultato di una precisa proporzione fra le varie parti e
riassume tutto ci&ograve; che ci &egrave; dato vedere fra i 390 e i 700 nm.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Le api invece hanno cecit&agrave; al rosso, non perch&eacute; vedono meno o peggio
di noi, ma semplicemente perch&eacute; il loro spettro visibile &egrave; spostato verso lunghezze
d&rsquo;onda pi&ugrave; corte, infatti la loro visione comincia dall&rsquo;ultravioletto e termina
all&rsquo;arancione. L&rsquo;occhio di questi insetti &egrave; strutturato diversamente dal nostro e, anche
nelle zone di banda in comune, non distingue gli stessi colori. In seguito ad alcuni studi di inizio
Novecento sappiamo infatti che vedono principalmente il giallo, il verde-bluastro, l&rsquo;azzurro e
l&rsquo;ultravioletto. Ma anche per questi insetti quando tutti i colori che possono percepire sono
mescolati assieme si produce uno speciale tipo di luce, che il biologo austriaco Karl Von Frisch chiama il
</span><span class="c16 c9">bianco delle api</span><span class="c9">. Per esse &egrave; dissimile da qualsiasi
altro colore e si forma solo in presenza dell&rsquo;ultravioletto, se quest&rsquo;ultimo viene rimosso la
luce per le api diventa verde-bluastra. Poich&eacute; non percepiamo l&rsquo;ultravioletto, per noi il
bianco resta uguale. Cos&igrave;, ci&ograve; che ci sembra bianco, per le api pu&ograve; essere due cose
diverse: il </span><span class="c16 c9">bianco delle api</span><span class="c13 c9">&nbsp;oppure il
verde-bluastro.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">Quella che mi immagino essere la rivoluzione nel nostro rapporto con internet
dovrebbe portarci a vedere un nuovo bianco, qualcosa che &egrave; la somma - la globalit&agrave; - di tante
nuove frequenze proporzionate - di diversi spazi a livello locale. Il risultato &egrave; uno, ma non lo
sarebbe senza il contributo delle sue parti, le quali a loro volta senza la collaborazione e l&rsquo;unione
non avrebbero lo stesso significato.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">L&#39;invito che faccio &egrave; di dare importanza agli aspetti quantitativi,
ovvero prestare attenzione ai rapporti e alle dosi delle varie componenti, </span><span
class="c9">riesaminarne</span><span class="c13 c9">&nbsp;il ruolo, trovare gli elementi mancanti. Non
&egrave; uno stravolgimento o un salto nel vuoto, si tratta di uno slittamento per arrivare ad uno spettro
del visibile nuovo, si tratta di aggiungere l&rsquo;ultravioletto.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">&#x1f360; Eccomi a scrivere questo pezzo di capitolo dopo circa tre anni, dopo
un master in &ldquo;queste cose qui&rdquo;, dopo aver (quasi) totalmente ripudiato l&rsquo;azienda che ci
offre il servizio di documento di testo condiviso che stiamo utilizzando per scrivere quel che state
scrivendo e altre classiche dinamiche da giovani studentesse d&rsquo;arte e desain.<br>Le nostre idee, nel
mentre, si sono evolute e penso anche velocemente, ma mai velocemente tanto quanto l&rsquo;aumento di dati
presenti nei server delle varie piattaforme di cui abbiamo parlato/stiamo parlando/parleremo.<br>I ruoli di
queste piattaforme sono oggettivamente importanti, nel senso che &egrave; possibile che in un futuro vicino
l&rsquo;impatto sociale di esse sia tanto quanto quelli di Governi tradizionali. Gi&agrave; da vari anni,
certe piattaforme, hanno potere decisionale e collaborazioni con tanti Paesi; e la preoccupazione che mi
concerne &egrave; che l&rsquo;ultravioletto venga dettato solo ed esclusivamente dalle piattaforme
invalicabili dei big tech.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Allora, questi servizi sono entrati tranquillamente nella vita quotidiana di tanta
gente come servizi di movimento privato, </span><span class="c3 c16">sharing</span><span class="c3">&nbsp;di
biciclette, ma anche riguardo il movimento non letterale, come per esempio servizi di gig economy (ovvero
gente che </span><span class="c3 c16">svende</span><span class="c3">&nbsp;le proprie velleit&agrave; in
cambio di pochi dollari: hai bisogno di una voce per un video? Investi 5$ per una voce profonda e sarai
soddisfatto, ma mi raccomando lascia il feedback) oppure servizi di </span><span
class="c3 c16">caring</span><span class="c3">&nbsp;basato su A.I. (un esempio controverso &egrave; Replika,
una app A.I. sfortunatamente famosa per aver avuto casi di induzioni a sucidio). E vogliamo dimenticarci
delle </span><span class="c3 c16">dating app?</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Ce ne sono di tutti i gusti! Tinder, Grindr, Bumble&hellip; </span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Tali servizi portano, per la maggior parte degli utenti, effettivamente </span><span
class="c3 c16">comfort</span><span class="c13 c3">. Ma rilegano tutto in un contesto preciso. E questo
contesto sforma la vita di ogni utente, ovvero che ci son delle regole da seguire, dei pattern, delle
gestualit&agrave; precise. La politica globale nella vita di tutti i giorni: se succede a me deve succedere
anche a te, a priori, in qualsiasi parte del mondo.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Questo fasullo principio di </span><span class="c3 c16">uguaglianza</span><span
class="c3">&nbsp;distrugge le particolarit&agrave; di ogni microcosmo, rende tutto estremamente gassoso. I
gas si espandono in un contenitore in modo pervasivo, vanno ovunque: ci tengo ad usare questa
metafora.<br>La pervasivit&agrave; di tali servizi &egrave; immensa, i contesti divengono monolitici, sono
unici. Le particolarit&agrave; culturali, geografiche, politiche ed economiche di un luogo si azzerano, ed
&egrave; qui dove la </span><span class="c3 c16">narrazione </span><span class="c13 c3">si interrompe.
E&rsquo; scontato da dire, ma senza alterit&agrave; &egrave; estremamente creare conflitti e pertanto
discussione e novit&agrave;. </span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Adesso, come si pu&ograve; trasformare questo? Ha senso immaginare un servizio
come Just Eat che cambia in base alla provincia?<br></span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">E&rsquo; complesso immaginare i servizi sopraelencati in una dimensione custom e
locale, ma si potrebbero proporre differenti approcci per concepire, pensare e configurarsi con le
piattaforme.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Per esempio, tramite il </span><span class="c3 c16">caring, </span><span
class="c3">tradotti in</span><span class="c3 c16">&nbsp;premurosit&agrave;</span><span class="c13 c3">,
ovvero immaginare il principio primo delle piattaforme il mutuo aiuto in una certa comunit&agrave;, creando
cos&igrave; luoghi di appartenenza dove le piattaforme possano essere un aiuto, non un sostitutivo totale
alle interazioni umane.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3"><br>Tre di noi hanno studiato/studiano presso il Piet Zwart Institute a Rotterdam,
nel Master &ldquo;Experimental Publishing&rdquo;. Per farla breve, il corso &egrave; basato sul rendere
</span><span class="c3 c16">pubblico </span><span class="c3">e accessibile &ldquo;le cose&rdquo;. Ogni classe ha
un serverino domestico, un piccolo computer che vive nel nostro studio ed &egrave; luogo di sperimentazioni
di codice e di </span><span class="c3 c16">abitare </span><span class="c3">i dati. Il preset &egrave;
concetto estraneo, l&rsquo;idea &egrave; di lavorare nel puro DIY e DIWO, condividendo codici e testi,
interagendo tra pagine personali, </span><span class="c3">sonorizzando</span><span class="c13 c3">&nbsp;dati
collettivamente, muovendosi in citt&agrave; tramite mappe online modificate.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Ci sono pochi esempi concreti da proporre, perch&eacute; la violenza sistemica
causata da queste piattaforme &egrave; sottile da concepire e spesso, a livello sia tecnico che
morale/sociale, la costruzione di alternative &egrave; quindi complessa.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Alfabetizzazione: proponiamo questa disciplina non in un senso classista (io so
questo, quindi devi saperlo anche tu se no sei scemo) ma in un senso di </span><span
class="c3 c16">re-learning</span><span class="c3">, ovvero la messa in discussione delle proprio
gestualit&agrave; quotidiane e nel caso, soffermarsi anche sui bassi fondi di quell&rsquo;iceberg che
&egrave; l&rsquo;internet contemporaneo. <br>Si pu&ograve; e si deve concepire una </span><span
class="c3 c16">diversit&agrave; digitale, </span><span class="c13 c3">un po&rsquo; come si apprezza la
diversit&agrave; ambientale nella geografia italiana, stessa cosa si dovrebbe nel regno del network
dell&rsquo;internet.<br></span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Capire come e quando richiedere un network centralizzato, decentralizzato,
distribuito, che protocolli utilizzare per comunicare, sia nel privato che tra piattaforme, il tipo di
linguaggio da usare, sia in termini umani che computazionali&hellip;</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Certo, il computer pensa </span><span class="c3">in &ldquo;sistema</span><span
class="c13 c3">&nbsp;binario&rdquo;, ma noi, gli utenti, abbiamo una vastit&agrave; di
&ldquo;decimali&rdquo; da far paura. E anche pensarci come numeri fa ridere. Siamo numeri uniti ad un
arcobaleno uniti alle carte &ldquo;imprevisto&rdquo; del monopoli. E cos&igrave; l&rsquo;approccio che
dovremmo intraprendere con le piattaforme. </span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">Quasi mi dimenticavo della torta. Una sacher decentralizzata con gelato open
source, grazie</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"><br></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c7">%%%%%%%%%%%%%%</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c1">&#x1f31e; in questi termini la ricerca di </span><span class="c1 c16">un *
salta</span><span class="c13 c1">&nbsp;ha voluto concentrarsi su una localit&agrave; umana, influenzata
dalle abitudini, dalle vite e dalle condizioni dell&rsquo;infrastruttura legate al villaggio di Koubanao, in
Senegal. </span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c1">Detto questo, un internet locale non vuole essere un internet eremitico, un
internet della montagna, un internet dimenticato o sconosciuto o privato. Quando parliamo di internet locale
ci riferiamo a due grandi potenzialit&agrave;:</span></p>
<ol class="c18 lst-kix_wicifm8u1btj-0 start" start="1">
<li class="c36 c46 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c1">Avere pi&ugrave; forme</span></li>
<li class="c36 c46 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c1">Riuscire a condividere la propria forma</span></li>
</ol>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c1">Ecco &egrave; questo che come gruppo si cerca o si prova di innescare: una
situazione in cui questi due fattori si manifestino. in assenza di entrambi tutto suonerebbe pi&ugrave; come
una gita allo zoo o una vacanza umanitaria, che a quanto pare &egrave; una delle frontiere del post
turismo.</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c13 c1">Un&rsquo;altra importante precisazione mi sembra essere questa: paese che
vai usanza che trovi, ma anche usanza che pu&ograve; nascere. Il punto &egrave; cio&egrave; che l&igrave; in
Casamance esisteva la potenzialit&agrave; di creare qualcosa di diverso, su misura del luogo e nuovo; non
per forza il prodotto gi&agrave; confezionato e pronto alla distribuzione una volta tornati a casa.</span>
</p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">A quale forma ci riferiamo? C&rsquo;&egrave; un internet sul mio schermo, un
internet che passa per il modem, un internet rifratto nella fibra ottica interrata sotto le nostre
citt&agrave; e un internet nei data center. &Egrave; sempre lo stesso internet? Ha sempre la stessa forma?
Ha sempre la stessa consistenza? </span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c67 c100">Un esercizio utile pu&ograve; essere quello di capire dove &egrave;
internet. Quando il wifi era ancora una novit&agrave; mi faceva sempre ridere ricordare agli adulti che non
capivano bene come internet non cadesse dal cielo. Non faceva sempre ridere - scherzo, a volte era
esasperante. </span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">Forme di internet &rarr; come ci appare internet?</span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">Modalit&agrave; di internet &rarr; funzionamento?</span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">Possibilit&agrave; di internet &rarr; cosa ci permette?</span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">forme, modalit&agrave; e possibilit&agrave; sono tre nodi consistenti su cui
impostare il discorso. sono tre aspetti che entrano in gioco l&rsquo;uno con l&rsquo;altro per completarsi a
vicenda e sopperire gli uni alle mancanze degli altri. </span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c12 c1"></span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">la forma influisce sulla modalit&agrave;.</span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">la modalit&agrave; permette la possibilit&agrave;</span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">la possibilit&agrave; genera la forma</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c1 c12"></span></p>
<p class="c23"><span class="c12 c1">assurda sta cosa che geometria perfetta, vuol dire che &egrave; una cazzata o
c&rsquo;&egrave; sotto qualcosa. qualsiasi rappresentazione schematica del mondo &egrave;
un&rsquo;approssimazione. </span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c17">la </span><span class="c1 c17 c27">forma </span><span class="c12 c1">&egrave;
l&rsquo;interfaccia. &egrave; il fatto che internet sia visibile o meno. &egrave; quello che ci spinge
all&#39;interazione oppure ci blocca l&rsquo;accesso. forma pu&ograve; voler essere il design del layout di
instagram e allo stesso tempo il flusso invisibile che comunica le condizioni meteo, o gli ultimi arrivi in
biblioteca. come internet appare modifica il modo in cui lo utilizziamo.</span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c17">&Egrave; un aspetto funzionale.</span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c17">La </span><span class="c1 c17 c27">modalit&agrave;</span><span
class="c12 c1">&nbsp;&egrave; il funzionamento di un&rsquo;app, di un sito, di un servizio streaming online,
di un social o di un e-shop. Cosa mi permette di fare? Cosa non mi permette di fare? E perch&egrave; non me
lo permette? Perch&eacute; non pu&ograve; o perch&eacute; non vuole? La modalit&agrave; &egrave;
l&rsquo;idea che muove tutto dopo esser stata realizzata. Un&rsquo;idea concretizzata, scesa a compromessi
con il mondo reale, con l&rsquo;apparato tecnico e con i dettagli economici. </span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c17">&Egrave; un aspetto pragmatico</span><span class="c1 c17 c16">.</span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c17">La </span><span class="c1 c17 c27">possibilit&agrave;</span><span
class="c1 c17">&nbsp;&egrave; sia l&rsquo;idea che muove prima di confrontarsi con il mondo reale, sia la
propriet&agrave; emergente di un sito. &egrave; lo spazio agli estremi dello spettro di utilizzo: il vagare
libero della fantasia (un sito che prepara anche il caff&egrave;? wow) (b&egrave;, si usava dire
cos&igrave;, ma ormai pure la </span><span class="c1 c17">macchinetta</span><span
class="c12 c1">&nbsp;&egrave; connessa alla rete e ti manda le notifiche di quando &egrave; pronta), e
l&rsquo;utilizzo assurdo degli strumenti che offre (drum machine in excel?). Sparare alto e raschiare il
fondo. Possibilit&agrave; &egrave; esplorare il labirinto con la mano sempre fissa sul muro: non il modo
pi&ugrave; veloce, ma di sicuro quello pi&ugrave; approfondito. </span></p>
<p class="c23"><span class="c1 c17">&Egrave; un aspetto creativo</span><span class="c1 c17">.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3">Ora lo spazio di internet &egrave; occupato
principalmente da un pugno di big-tech corporation che hanno standardizzato la rete creando cos&igrave; una
egemonia, dettando usi e costumi per tutto il regno digitale. </span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Nell&rsquo;IRL l&rsquo;architettura e l&rsquo;assetto urbano plasmano la vita
sociale delle persone, nell&rsquo;URL il corrispettivo sono i dispositivi e le interfacce.</span><sup><a
href="#cmnt112" id="cmnt_ref112">[dh]</a></sup><sup><a href="#cmnt113"
id="cmnt_ref113">[di]</a></sup><sup><a href="#cmnt114" id="cmnt_ref114">[dj]</a></sup><span
class="c13 c3">&nbsp;</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Chi costruisce internet ha quindi un certo potere sulle modalit&agrave; di
interazione tra gli utenti: le interfacce che usiamo facilitano certe relazioni e ne impediscono altre,
</span><span class="c1">&#x1f31e; creando a tutti gli effetti diversi punti di vista</span><span
class="c13 c3">.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">in critical atlas of internet vengono proposti alcuni esercizi di
visualizzazione per immaginare la forma, l&rsquo;organizzazione e le dinamiche di internet. Una delle
caratteristiche che viene trattata &egrave; la pendenza del web: Druhle immagina un internet in salita (o in
discesa) per descrivere meglio la tendenza delle grandi piattaforme di accentrare e monopolizzare il
traffico e le abitudini degli utenti in rete. </span></p>
<p class="c23"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 400.00px; height: 291.00px;"><img
alt="" src="images/image77.png"
style="width: 400.00px; height: 291.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">Come buchi neri che curvano lo spazio, i grandi servizi online modificano i
flussi di navigazione, influenzando la traiettoria degli utenti e le forme di navigazione attraverso i
diversi siti e indirizzandole verso i soliti portali: Facebook, YouTube, Amazon, ecc.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">La pendenza che si crea rende ostico a un nuovo utente risalire la corrente e
vincere i pattern gravitazionali della silicon valley. in quest&rsquo;ottica non mi stupisce che gli
studenti di Koubanao conoscessero poco oltre all&rsquo;universo facebook e google (in particolare
youtube).</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c54">&#x1f966; * altra considerazione su atlas of internet quando parla delle
schermature di internet, per collegare i due discorsi, in progress *</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; *anche la sezione di network of networks &egrave; super sul pezzo riguardo
il nostro projecto*</span></p>
<p class="c15"><span class="c7"><br>caratteristiche che promuovono / impediscono un internet artigianale</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c23"><span class="c3">&#x1f360; La possibilit&agrave; di personalizzare uno strumento o meno altera
completamente l&rsquo;esperienza di navigazione, in pi&ugrave; offre maggiore controllo sulle proprie azioni
e su quelle dei propri &ldquo;compagni di server&rdquo;.<br>la difficolt&agrave; di personalizzazione: se un
certo servizio offre comodamente certi strumenti sulla propria piattaforma, un utente non si pone il
</span><span class="c3">problema della </span><span class="c3 c16">t&eacute;chne</span><sup><a href="#cmnt115"
id="cmnt_ref115">[dk]</a></sup><span class="c3 c16">&nbsp;</span><span class="c3">e quindi aderisce alla
standardizzazione.</span><span class="c3 c16">&nbsp;</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Conseguentemente, se un certo servizio offre una grossa quantit&agrave; di
interazione tra un buon numero di utenti, </span><span class="c3">l&rsquo;user</span><span
class="c3">&nbsp;non si pone il problema della </span><span class="c3 c16">qualit&agrave;</span><span
class="c3">&nbsp;dell&rsquo;interazione. Tipo, quando qualcuno condivide un proprio contenuto &egrave;
</span><span class="c3 c27">generalmente </span><span class="c3">pi&ugrave; soddisfatto nell&rsquo;avere
immediatamente tanti feedback di poco conto che pochi </span><span class="c3 c16">ma buoni</span><span
class="c3">&nbsp;feedback in un lasso di tempo maggiore. </span><span class="c1">idk questa seconda frase
</span><span class="c54">&#x1f966; forse l&#39;aspetto comodit&agrave; &egrave; un qualcosa pi&ugrave; legato ai
dark pattern delle interfacce? quello che c&#39;&egrave; scritto dopo &egrave; un po&#39; confuso in
effetti</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c3 c16 c26"></span></p>
<p class="c23"><span class="c26 c3 c16">---</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">&#x1f360; Questi aspetti si possono applicare a tutti gli elementi di internet:
da un server a un social media, da un blog ad un e-commerce, da un foglio di lavoro condiviso online ad una
piattaforma multimediale ecc ecc&hellip;</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">La standardizzazione degli strumenti &egrave; un fatto politico che sta avanzando
sempre pi&ugrave; </span><span class="c3">voracemente</span><span class="c3">. Se i CEO delle Big Tech
sono</span><span class="c3 c16">&nbsp;based</span><span class="c3">&nbsp;</span><span
class="c3 c16">@</span><span class="c3">&nbsp;</span><span class="c3 c16">Silicon Valley,</span><span
class="c13 c3">&nbsp;noi vogliamo ipotizzare piattaforme orizzontali che abitino a Koubanao: pensare ad un
diverso assetto urbano per internet, una ipotesi per un internet locale.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">Se immaginiamo le possibilit&agrave; di internet come un qualcosa delimitato da una
cornice, tutti i suoi strumenti sono parte di una tela. Ma diciamocelo, &egrave; una tela grandissima e
possiamo trovare il nostro spazietto per disegnare una draghetta con la coda da topo e la tenerezza di una
lontra: esiste o non esiste, un * salta la progetta e l&igrave; la stampa.</span></p>
<p class="c36 c46"><span class="c1 c29">&mdash;</span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c48 c1 c16 c39 c73"></span></p>
<p class="c23"><span class="c73 c48 c94 c90 c39">internet &egrave; solido o liquido o gassoso? <br>internet &egrave;
luminoso </span></p>
<p class="c23 c50"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c5 c8 c51 c16"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c8 c38"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c64 c87">approfondimento specifico internet a Koubanano</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c42 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">A koubanao Internet e la tecnologia telefonica ci sono e potenzialmente funzionano
al pari nostro, di fatto per&ograve; le persone, per la maggior parte, non hanno computer personali e una
connessione propria, </span><span class="c3">o non hanno denaro da spendere per tot gigabyte al mese.
&#x1f335; </span><span class="c9">Esatto, l&rsquo;infrastruttura c&rsquo;&egrave; e funziona, in mezzo alle
case e agli alberi della foresta troneggiano i ripetitori televisivi e telefonici e il segnale &egrave;
buono (molto pi&ugrave; buono che a casa mia in Liguria o in altre parti d&rsquo;Italia che sembra di stare
nel deserto), solo che la gente non si pu&ograve; permettere l&#39;abbonamento.</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Nei villaggi ci sono i &ldquo;CYBER CAFE&rdquo; luoghi, anch&rsquo;essi,
comunitari dove puoi utilizzare i computer,</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c42 c29">ricerchina: </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c42 c29">cyber caffe e&rsquo; un modo pe andare su internet a prezzi
accessibili?</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c42 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c42 c29">(tesi co focus sul ghana ma che parte da una visione generale delle
narrazioni su africa e tecnologia)</span></p>
<p class="c15"><span class="c5 c57 c29"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://core.ac.uk/download/pdf/16390519.pdf&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474365464&amp;usg=AOvVaw0MR0pwc_PdF4DgQssHHbdr">Producing
the Internet and Development: an ethnography of Internet caf&eacute; use in Accra, Ghana </a></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c42 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c29 c42">(articolo 2012 cyber caf&eacute; in senegal: manca la corrente, non la
connessione)</span></p>
<p class="c15"><span class="c5 c29 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.biztechafrica.com/article/senegal-power-hampers-internet-cafe-growth/4893/&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474365963&amp;usg=AOvVaw08Cndw_FMgcRY3ASWGFm9r">https://www.biztechafrica.com/article/senegal-power-hampers-internet-cafe-growth/4893/</a></span>
</p>
<p class="c2"><span class="c13 c42 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c42 c29">(articolo che evidenzia come a mancare a dakar non sia la connessione ma la
corrente)</span></p>
<p class="c15"><span class="c5 c57 c29"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.zdnet.com/article/worlds-first-tablet-cafe-opens-in-senegal/&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474366402&amp;usg=AOvVaw2Gs4DF9-BWVxrfDtddIMno">&nbsp;World&#39;s
first &#39;tablet cafe&#39; opens in Senegal &nbsp;Can a new tablet cafe transform the Internet cafe
model in Dakar?</a></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c42 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c42 c29">(indagine sull&rsquo;utilizzo dei media tra i giovani in diverse zone del
senegal)</span></p>
<p class="c15"><span class="c5 c57 c29"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4745615/pdf/dau060.pdf&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474366776&amp;usg=AOvVaw2Xsq8j0PXLIfvtVSEmFnb8">Health-related
media use among youth audiencesin Senegal</a></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c42 c29"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c42 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">ma non sempre funziona internet</span><span class="c13 c19">. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Il Liceo &egrave; dotato di una stanza di informatica: </span><span
class="c3">&#x1f360; una sorta di </span><span class="c19">lavagna elettronica e una cosa come 50 computer
non di produzione recente </span><span class="c3">&#x1f360; di cui una ventina</span><span
class="c19">&nbsp;ancora funzionanti: il materiale era tutto accatastato e impolverato,</span><span
class="c3">&#x1f360; </span><span class="c19">&nbsp;</span><span class="c3">la sabbia ha intasato buona
parte dei calcolatori, </span><span class="c3">impedendone</span><span
class="c3">&nbsp;l&rsquo;accensione</span><span class="c13 c19">. </span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Internet anche l&igrave; per&ograve; non &egrave;
presente,</span><span>&nbsp;</span><span class="c1">&#x1f31e; per connettere tutto il sistema LAN di
computer &egrave; necessario staccare il modem della presidenza e portarlo in aula informatica</span><span
class="c1">&nbsp;(</span><span class="c32">e comunque andava spingendolo)</span><span class="c19">&nbsp;e al
momento del nostro arrivo la lezione di informatica consisteva nel fare disegni con excel </span><span
class="c3">&#x1f360; e comprendere il sistema binario.</span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Per quanto riguarda i telefoni, </span><span class="c9">quasi</span><span
class="c13 c19">&nbsp;tutti i ragazzi sono dotati di smartphone e qualche tablet, ma anche in questo caso la
connessione &egrave; poca, i contratti telefonici, per traffici dati simili a quelli a cui siamo abituati,
sono costosi per loro</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.orange.sn/pass-internet&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474367937&amp;usg=AOvVaw1AWpKYSvEBKAjKSZ6XOLL3">https://www.orange.sn/pass-internet</a></span>
</p>
<p class="c15"><span class="c9"><br></span><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c9">Volendo essere precisi
(dati relativi al 2019-2020) </span><span class="c13 c9">i 75Mb hanno la durata di sole 24h e costano 250F,
che per noi sarebbero circa 38 centesimi. Pu&ograve; non sembrare molto ma se consideriamo che per pranzare
fuori al ristorante del villaggio si spendevano circa 2&euro; capiamo subito che in proporzione quei 250F
sono una bella cifra. Facendo inoltre un paragone con i nostri abbonamenti dove spendendo 10&euro; abbiamo
addirittura giga illimitati, risulta evidente che in Senegal la connessione &egrave; molto pi&ugrave;
cara.</span></p>
<p class="c15"><span class="c19">In sostanza c&rsquo;&egrave; un problema di connessione non tanto fisico,
perch&eacute; le infrastrutture ci sono e funzionano bene, ma quanto economico: l&rsquo;accesso non &egrave;
facile perch&eacute; costoso. Ci&ograve; genera una non coscienza del mondo Internet - alcuni non sapevano
cosa fosse Wikipedia - riducendolo </span><span class="c3">&#x1f360; </span><span
class="c19">&nbsp;</span><span class="c3">alla messaggistica istantanea </span><span class="c13 c19">e luogo
di personale presentazione alla community&hellip; e questo quindi ricorda sostanzialmente le dinamiche
social.</span></p>
<p class="c15"><span class="c32">forse in tal modo </span><span class="c32">riducendolo</span><span
class="c32">&nbsp;ancor di pi&ugrave; alla sola messaggistica istantanea, seppur avanzata: anche
l&rsquo;utilizzo dei social media per come lo davo per assodato mi &egrave; parso molto differente a
Koubanao, probabilmente perch&eacute; la mia idea &egrave; scolpita dal mio stesso utilizzo, o ancora
perch&eacute; questa mia idea utilizza una connessione no stop, e questo &egrave; un fattore determinante
che a Koubanao &egrave; utopico.</span><span class="c7">&nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; Per&ograve; ad esempio mi ricordo di quando, durante la lezione, qualcuno
passava il tempo delle lezioni di html a guardarsi le storie di Instagram</span><span class="c32">&hellip;
Per alcuni aspetti il loro utilizzo mi sembra simile al nostro, per&ograve; poi guardo la bacheca di
Precious, una nostra &ldquo;studentessa&rdquo; e ci sono solo post pubblicati da ragazzi che taggano dalle
13 alle 30 persone tra cui lei, tutte foto di loro in posa a volte con strani fotomontaggi o effetti super
opacizzanti </span><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c13 c9">con il glow.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; Difficile anche paragonare l&rsquo;uso dei social in Senegal con
l&rsquo;uso che ne facciamo noi occidentali. Il risultato potrebbe essere in certe occasioni simile, come lo
sharing di selfie abbinati a frasi per acchiappare likes, ma lo stesso gesto ha un peso completamente
diverso in Senegal. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Riguardo alla limitata gamma di possibilit&agrave; che offre la connessione
gratis de Facebook:</span></p>
<p class="c15"><span class="c1">se hai solo quello non &egrave; che puoi fare molto altro, anche perch&eacute; fb in
base alle community che frequenti hai modo di conoscere </span><span
class="c1">pomosessualeomosexu&ograve;</span><sup><a href="#cmnt116" id="cmnt_ref116">[dl]</a></sup><span
class="c13 c1">&nbsp;essere sia estremamente ricco di contenuti sia allo stesso modo deserto e
ridondante.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<p class="c2"><span class="c35 c90 c27"></span></p>
<h1 class="c6" id="h.4bg8yj2ozuf0"><span>3. Diario di bordo</span><span
class="c73 c75 c56">&nbsp;&#9989;&#x1f44c;&#x1f3ff;</span></h1>
<h2 class="c65 c43" id="h.y5dj9uf14rf2"><span class="c45 c41">In viaggio</span></h2>
<h3 class="c34" id="h.luntjukmww4v"><span class="c21">Linate &#9992;&#65039; Capo Verde &#9992;&#65039; Dakar
</span></h3>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c96 c10"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Pochi giorni
alla partenza. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Situazione fervente. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">I colleghi del collettivo chini sui computer scrivono, si confrontano, io
osservo, leggo e mi domando: c&rsquo;&egrave; qualcosa che, in tutto questo lavorare, non mi crea la
situazione consona per mettere a fuoco, qualcosa manca.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">La nostra destinazione &egrave; il Senegal, paese dell&rsquo;Africa, continente a
me estraneo se non per qualche immagine edulcorata fornita da Bob Marley o nozione politica data dalla
geografia studiata al liceo: guerre e conflitti internazionali, esponenti neri militari venduti al soldo dei
servizi segreti americani che sfruttano la popolazione, che creano ostaggi. Se mi perdo a pensarci sento
tamburi, tanti tamburi, mi viene in mente l&rsquo;amico Luigi italo francese, e quando dico italo intendo
meridionale, batterista funky grasso che sbotta &ldquo;Eh io con i senegalesi&hellip;&rdquo;, si parlava di
tenere il ritmo insomma, sessioni sudate di bonghi e pelli tirate: </span><span
class="c19 c16">sbouuum</span><span class="c19">&nbsp;suono di pelle poco tirata, </span><span
class="c19 c16">sboom</span><span class="c13 c19">&nbsp;pelle tirata. Le piroghe addormentate sulla
spiaggia, lunghe barche, sproporzionate frecce che si buttano nel mare africano colme di equilibristi neri,
un tramonto colorato alla Hugo Pratt.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Insomma oltre a queste immagini riverberate, il resto delle nozioni le ho acquisite
in questi giorni, tra queste, il fatto che le temperature siano tra i 18 e i 30 gradi mi pone in una
condizione nuova e straniante </span><span class="c19">&mdash;</span><span class="c10">&nbsp;</span><span
class="c19">quando i miei amici figli di gondolieri andavano in vacanza alle Maldive durante il Natale, la
mia famiglia lo passava nel freddo Piemonte cullato dalla neve e dalle luci calde e arancioni delle case e
degli alberi di Natale orgogliosamente imbastiti &mdash;</span><span class="c10">&nbsp;</span><span
class="c13 c19">il mio corpo dice &ldquo;&Egrave; inverno che strana deve essere l&rsquo;estate ora&rdquo;.
</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Altra nozione senegalese, parlano il francese</span><span
class="c19 c16">&nbsp;parbleu</span><span class="c13 c19">&nbsp;non ne conosco una parola, come potr&ograve;
comunicare? Ma fortunatamente si dice che i fratelli senegalesi siano molto ospitali e ricolmi di pazienza.
Proprio questa: la pazienza, la grande virt&ugrave;, abbasso le pulsioni e viva l&rsquo;equilibrio,
servir&agrave; in questo viaggio.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Partendo da questi presupposti si pu&ograve; intendere che il Senegal sia del
tutto una terra inesplorata, per me, povero perduto musicista pesce perennemente fuor d&rsquo;acqua, come
per tutti i miei colleghi: Erica Gargaglione, heidi (per i capelli e la gentilezza) reggiana dal forte gusto
grafico; Francesco Luzzana, catalizzatore di energie e idee che fa della sua timidezza la sua forza;
Federico Poni entusiasta piccione entusiasta artista entusiasta; Sofia Merelli nobile mangiatrice di pasta
al pesto traduttrice e mamma per tutti noi; Alessandro Gambato, esteta sound designer portatore di cappelli
storti.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Proprio la non conoscenza, ci pone nella privilegiata condizione di viverci e
vivere questo viaggio alla stregua dei primi esploratori, pionieri dei mari. Pionieristico &egrave; anche il
perch&eacute;, il motivo del nostro viaggio, andiamo l&igrave; a parlare, discutere, creare, intrecciare
relazioni, fare network, hyper bing watching, displacement parties, live set ambient con animazione vvvv,
documentario 3d, spade laser e spero buon cibo, verso l&rsquo;infinito e oltre, citando il pi&ugrave;
imperterrito degli esploratori Buzz Lightyear.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Fondamentalmente, per tornare dallo spazio alla terra, ci siamo resi conto noi
collettivo UN * SALTA, di essere totalmente ingarbugliati in quella che, metaforicamente, potrei paragonare
all&rsquo;enorme rete appiccicosa di un ragno altrettanto enorme, enorme come il nostro mondo, e questa rete
appiccicosa ci lega ci unisce e connette, in un certo senso potrebbe sembrare che ci porti e conduca verso
un comune modo di pensare, una comune struttura mentale. Senza continuare ad essere cos&igrave; misterioso,
questa rete appiccicosa si chiama internet e noi appiccicati siamo i suoi fruitori, utenti. Lo scopo del
nostro viaggio sta nell&rsquo;interagire con i vari aspetti di internet e anfratti del mondo virtuale
insieme ai nostri futuri amici senegalesi. Lontani dalla nostra Milano, Venezia, Pavia, Reggio Emilia,
Bergamo e testimoni di un altro modo di vivere. Ci scopriremo e porteremo insieme un lume amico da
appoggiare sul comodino, sentirne gli odori e osservarlo perdersi nel tempo consumandosi lentamente alla
stessa velocit&agrave; in mondi distanti. Luoghi di chiese gotiche e medievali con macchine ferrigne e
motoscafi lucenti e foreste sacre e fiumi ricolmi nel mare caldo e ventoso odore di incenso e
carne&hellip;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Effettivamente, se ci penso, la cosa che manca per la messa fuoco &egrave; la
mia presenza l&igrave;, lascio le parole e accolgo la pratica: eccomi seduto nella mia camera senegalese,
fotografo provetto di sensazioni e visioni confuse sul finire della mia prima giornata africana.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; Poco male che il nostro volo venga cancellato e rimandato di un giorno:
non avevamo ancora fatto la valigia. un * salta trascorre un piacevole viaggio accompagnato dai manicaretti
de Cabo Verde Airlines e il panino al formaggio offerto nell&rsquo;ultima tratta volante dall&rsquo;isola di
Sal all&#39;aeroporto di Dakar.</span></p>
<h3 class="c34" id="h.4pzrpuikmwci"><span class="c21">Dakar, Senegal <br>Venerd&igrave; 22/11/2019<br></span></h3>
<!-- <p class="c15">
<span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 564.01px; height: 373.95px;"><img
alt="" src="images/image69.jpg"
style="width: 564.01px; height: 373.95px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 565.01px; height: 424.28px;"><img
alt="" src="images/image30.jpg"
style="width: 565.01px; height: 424.28px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br></span>
</p> -->
<p class="c15">
<!-- <span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span> -->
<span class="c13 c19">Diciamo che le
impressioni sono tante, l&rsquo;Africa senegalese &egrave; senza ombra di dubbio esotica e la sua capitale,
Dakar, &egrave; un gigante scheletro sabbioso; tutto ci&ograve; che vedo in un certo senso riporta
all&rsquo;immaginario che mi ero proiettato della tipica citt&agrave; africana: confusione, caldo, bambini
neri che giocano a palla, donne dai vestiti sgargianti, cibo lungo le strade polverose, uomini severi, denti
bianchi e sprazzi di miseria.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Per rendere la descrizione pi&ugrave; incalzante e meno macabra, si potrebbe
pensare a Dakar come un grande piatto, nel quale vi mangiano seduti attorno un milione di abitanti; piedi
scalzi, mani unte, sorrisi, cordialit&agrave; e, appunto, tanta confusione. La ricetta &egrave; a base di
pollo e manzo, riso e verdurine piccanti. Nell&rsquo;aria si respira sentore di acero e palo santo misto a
ventate di bruciato e fumi di tubo di scappamento. Clacson ogni due per tre e code polverose di macchine
infinite srotolate nel mezzo di palazzi in costruzione.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c9">Prima di andare in Senegal non ero mai uscita
dall&rsquo;Europa e parlare di culture diverse mi faceva sempre uno strano effetto, </span><span
class="c9">pensavo</span><span class="c9">&nbsp;che dopotutto siamo pur sempre persone</span><span
class="c83">&nbsp;</span><span class="c9">e che la percezione degli altri non potesse davvero essere
cos&igrave; differente da come siamo abituati, soprattutto se non si hanno preconcetti ostili e radicati.
Inoltre sull&rsquo;Africa si vedono di continuo tante immagini, probabilmente &egrave; fra i luoghi esotici
pi&ugrave; inflazionati, vuoi per i documentari di Rai 5 sugli animali della savana ecc ecc, vuoi per le
pubblicit&agrave; sulla fame nel mondo prima dei video di YouTube ecc ecc. Forse per tutta questa serie di
motivi non sapevo di preciso che tipo di reazione avrei avuto, ma continuavo a pensare che le persone sono
persone ed &egrave; la cosa pi&ugrave; forte che arriva quando ci si relaziona con gli altri. Invece non
&egrave; affatto cos&igrave;, l&rsquo;alterit&agrave; culturale &egrave; qualcosa di sconvolgente, essere
gli unici diversi in un luogo molto lontano &egrave; estremamente faticoso. Non basta essere persone per
capirsi, oltre alle difficolt&agrave; linguistiche sei obbligato a </span><span
class="c9">chiederti</span><span class="c9">&nbsp;continuamente che tipo di persona tu debba essere per
entrare in sintonia con l&rsquo;altro e per rispettarlo. &Egrave; bello che sia cos&igrave;, ma da giovane
ingenua, adagiata nella mia culla occidentale che tende a insinuarsi ovunque, non mi aspettavo che avrei
davvero avuto difficolt&agrave; nel capire qualcuno di fronte a me. Anche se forse con parecchie sfumature
in meno rispetto al passato, le culture sono forti e ramificate, le culture sono persone che hanno
un&rsquo;aura diversa dalla tua e il mondo che li circonda assorbe e alimenta quell&rsquo;aura.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c19">L&rsquo;arrivo
nella capitale senegalese &egrave; stato fin da subito denso di emozioni. Scesi dal volo abbiamo affrontato
i vari controlli, uomini neri vestiti da strada con un cartellino identificativo ci venivano incontro
</span><span class="c19">indicandoci</span><span class="c13 c19">&nbsp;le procedure da seguire, approvando il
nostro passaggio e scherzando con gli amici intorno. Si passavano la serata in aeroporto svolgendo il loro
lavoro socializzando. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; All&#39;aeroporto nuovo di Dakar un gruppo di cinesi a caccia di affari e
investimenti nel campo edilizio e infrastrutturale del Paese (lore non confermata) ci supera con
agilit&agrave; per farsi ammettere al continente: sanno tutti i trucchi di frontiera perch&eacute; sono
imprenditori navigati, mentre noi di navigato niente, solo Tiziano Pastor</span><span
class="c3">&nbsp;</span><span class="c1">che</span><span class="c3">&nbsp;</span><span
class="c1">pagaia</span><span class="c13 c1">&nbsp;in kayak.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Dopo mezz&#39;ora buona di recupero bagagli usciamo all&rsquo;uscita arrivals e
come nel film sono l&igrave; tutti accampati a vedere chi uscir&agrave; da questa astronave de Cabo Verde
Airlines</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c13 c9">Il primissimo impatto una volta superate le
porte che conducono alla sala degli arrivi, &egrave; con l&rsquo;odore, l&rsquo;odore di Africa di cui
solitamente percepiamo le scie nei negozi etnici o nelle bancarelle estive di variopinti tessuti importati.
Solo che stavolta &egrave; molto pi&ugrave; intenso e penetrante. L&rsquo;ambiente asettico del nuovo
aeroporto di Dakar, estremamente pulito e omologato a qualsiasi altro aeroporto occidentale, non pu&ograve;
per&ograve; sottrarsi alla sua vera origine geografica, che impregna le persone e l&rsquo;aria e scivola sui
pavimenti lucidi, sui nastri trasportatori, dentro e fuori dalle porte automatiche.<br>Questo odore &egrave;
sempre presente, persistente o flebile, aleggia su tutti gli oggetti e le persone. Alla fine del viaggio
l&rsquo;abbiamo assorbito anche noi, lo percepivo sui vestiti lavati al campement, nelle lenzuola dove
dormivamo, nel mio sudore e nei capelli di Kamo. &Egrave; una presenza rassicurante, un segno innegabile che
siamo davvero dove abbiamo intenzione di essere e che in qualche modo i nostri corpi bianchi hanno un
margine per essere accettati da quell&rsquo;aura misteriosa che emanano tutte le cose.</span></p>
<p class="c15"><span class="c19"><br></span><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span
class="c19">Usciti dall&rsquo;aeroporto ci troviamo con il nostro contatto Baba: uomo senegalese sulla
quarantina, sorriso da giovane ragazzo, faccia in realt&agrave; senza et&agrave;. Baba lavora a Pavia ed
&egrave; in Senegal a visitare la famiglia. Ci accoglie calorosamente e sottolinea che ci&ograve; che
&egrave; importante del nostro viaggio/progetto, non &egrave; tanto il perch&eacute; ma l&rsquo;azione,
l&rsquo;agire nella terra della lentezza. Ci porta verso il parcheggio e l&rsquo;auto proteggendoci da
milioni di tassisti in cerca di clienti, accompagnato da ombre scure in processione. &ldquo;Abbiamo un
amico&rdquo; rispondiamo, </span><span class="c19">negandoci</span><span class="c13 c19">&nbsp;gentilmente
alle soverchianti offerte. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Arriviamo all&rsquo;auto e, dalle fila silenziose di sagome, un uomo, fino ad
allora scambiato come guardia del corpo in cerca di affari, si identifica come l&rsquo;altro guidatore oltre
a Baba. Capiamo che sono amici, oltre a ci&ograve; non molto altro, saliamo su queste macchine fatiscenti e
iniziamo a viaggiare lentamente. Non conoscono la strada o cos&igrave; sembra: ogni 10 minuti si fermano e
si confrontano animatamente. Un tassista inizia ad inseguirci minacciando lo scontro e suonandoci contro
costantemente. Il nostro misterioso autista non dice nulla, guida paziente e la sua testa nera luccica nei
colori tenui della notte. Per me seduto nei sedili posteriori diventa punto di riferimento. Mi guardo
attorno e, mentre la macchina procede lentamente sull&rsquo;asfalto, inizia a prendere forma quella che
suppongo sia la periferia urbana di Dakar: case su case ammassate le une sulle altre con mattoni a vista,
incomplete ed immerse nel buio, figure distinguibili solo dal chiarore lunare. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Alla luce pallida notturna inizia a sostituirsi una luce chiara giallo
elettrico e la citt&agrave; diventa pi&ugrave; strutturata, edifici pi&ugrave; complessi, ma la logica che
li &agrave;ncora anc&ograve;ra non &egrave; certa: &egrave; un insieme di costruzioni accomunate da
un&rsquo;esigenza pratica senza ordine preciso, senza punti di riferimento. &Egrave; una foresta di cemento,
giungla di cemento per citare un film americano sulla vita nel Bronx. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Arriviamo all&rsquo;hotel, i 45 minuti previsti sono diventati 1 ora e 30,
salutiamo Baba, lo paghiamo 5000 franchi: &ldquo;Ciao a presto &egrave; stato bello ma sono le 4 di notte
bisogna correre a dormire&rdquo;.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; Il viaggio con Baba &egrave; divertente e un po&rsquo; esasperante: la
sua macchina non &egrave; nelle migliori condizioni e lui ha qualche difficolt&agrave; con il navigatore che
ha impostato in italiano. Noi, a essere sinceri, non capiamo cosa c&rsquo;&egrave; che non va, fatto sta che
l&rsquo;auto non spinge a pi&ugrave; di 20 all&rsquo;ora e dall&rsquo;Aeroporto Blaise-Diagne attraversiamo
una prima Dakar notturna seduti nella macchina guidata da african Tarkovskij: senza fretta. Gli altri nella
macchina che funziona si fermano spesso ad aspettarci. </span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Il volo rimandato ha creato scompiglio un po&rsquo; a tutti: il traghetto per andare
in Casamance salta fino al luned&igrave;, dato che nel weekend non fa tratta. Baba &egrave; riuscito a
venirci a prendere lo stesso in aeroporto ma si vede che &egrave; stanco. La notte &egrave;
tranquilla.<br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.27px -0.27px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 602.67px;"><img
alt="" src="images/image13.jpg"
style="width: 603.21px; height: 602.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c13 c1"><br></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">&#x1f32a; </span><span class="c32">Il mio ricordo di questo viaggio &egrave; uno
stranissimo miscuglio di sensazioni tra cui un tetro sentore di paura dato dalla situazione: la notte in un
luogo sconosciuto, distante da casa, le macchine con l&#39;intero cruscotto non funzionante (ti accorgi di
avere un principio di mania del controllo quando in auto non sai n&eacute; quanto carburante
c&rsquo;&egrave; n&eacute; a che velocit&agrave; stai andando), il tassista che per via delle manovre ardite
del nostro driver ci suonava all&rsquo;impazzata. Nell&rsquo;aria per&ograve;, oltre agli odori africani,
c&rsquo;era un enorme entusiasmo: tutti noi del collettivo ne abbiamo fatto esperienza. Ebbene anche
quell&rsquo;entusiasmo confluiva in un&rsquo;emozione pi&ugrave; complessa, un&rsquo;emozione che riesco a
descrivere solo usando la definizione di Thauma data dal mio professore di filosofia al liceo. Meraviglia e
terrore nella stessa definizione, meraviglia e terrore dell&rsquo;effettiva nostra esistenza in quel
momento, in quel luogo e per quel motivo. Come di fronte a </span><span class="c16 c32">un gigantesco
salto</span><span class="c13 c32">&nbsp;nel vuoto percorrevamo un&rsquo;autostrada senegalese, passandoci un
Tanqueray edizione limitata comprato al duty free.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image19.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Baba e il suo
amico misterioso si dissolvono nella notte scura, inchiostro nell&rsquo;inchiostro e il pennino degli
incontri rimescola dentro, una spirale veloce e nera da cui esce il nostro oste: Keb&egrave;. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Keb&egrave; &egrave; un marinaio e ha un figlio nell&rsquo;Indiana e mi deve
500 franchi: sta seduto sguardo perso nel vuoto, tristissimo, i suoi pensieri vagano nel tempo, le speranze
gli amori i viaggi, tutti racchiusi nelle linee del volto. Keb&egrave; non &egrave; veramente un oste,
&egrave; il guardiano notturno &mdash; le onde si infrangono ripetutamente sulla battigia l&igrave; di
fronte e lui si lascia trasportare, nostalgia e pirateria in un locale scuro e spoglio dagli infissi lignei
&mdash; ci d&agrave; da bere, sorride caldamente e ci racconta aneddoti, lui parla il linguaggio universale
dell&rsquo;amicizia o dei viaggiatori perduti e ci capiamo tutti. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; La Brasserad dove dormiamo &egrave; sulla punta di Dakar di fronte
all&rsquo;isoletta di Ngor. Forse &egrave; un posto per turisti bianchi e la cosa un po&rsquo; ci rattrista,
perch&eacute; siamo turisti bianchi. Dobbiamo ammettere che fin dalla prima sera a Dakar ce l&rsquo;abbiamo
avuta con i francesi che incontravamo in giro: ce l&rsquo;avevamo con i colonialisti o avevamo paura di
essere come loro? </span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Baba ci lascia sull&rsquo;uscio per essere sicuro che non ci perdiamo. </span><span
class="c1">L&igrave;</span><span class="c1">&nbsp;tiriamo un po&rsquo; scemo Keb&egrave; e finiamo il gin
del duty free co qualche biretta, con incredibili cocktail Tanqueray-Gazelle. Keb&egrave; vende quasi una
chitarra a Tiziano. Andiamo a dormire tardi.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.p4708fuipo"><span>Dakar, Senegal <br>Sabato 23/11/2019<br><br></span>
<!-- <span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image68.jpg"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 430.50px; height: 430.50px;"><img
alt="" src="images/image34.jpg"
style="width: 430.50px; height: 430.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c21"><br>
</span>
</h3> -->
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 592.28px; height: 392.89px;"><img
alt="" src="images/image59.jpg"
style="width: 592.28px; height: 392.89px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 595.01px; height: 394.65px;"><img
alt="" src="images/image73.jpg"
style="width: 595.01px; height: 394.65px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Il mattino
giunge, affacciato alla finestra scorgo il mare, piroghe e ragazzi neri sulla spiaggia che si allenano e
contrattano.</span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Incontriamo </span><span class="c19">Malamine</span><span class="c19">&nbsp;Tamba,
il ricco, il saggio, il visionario. </span><span class="c19">Malamine</span><span class="c19">&nbsp;&egrave;
un uomo, padre di famiglia e lavoratore: </span><span class="c19">vicepresidente della squadra di calcio
senegalese Casa Sports</span><span class="c19">, </span><span class="c19">presidente</span><span
class="c19">&nbsp;dell&rsquo;Allez Casa, il comitato dei tifosi della stessa </span><span class="c1">(tu
chiamali se vuoi ultr&agrave;) </span><span class="c19">e possessore di terreni agricoli che, in tutto
questo, riesce a prendersi cura anche di una combriccola di giovani artisti italiani. Ci porta di qua e di
l&agrave; a comprare il necessario per il viaggio </span><span class="c19">ospitandoci a</span><span
class="c19">&nbsp;casa sua per il pranzo domenicale, che in Senegal avviene di sabato, ma l&rsquo;idea
&egrave; quella. La moglie Tabara, elegante e colta, ci intrattiene durante il banchetto mangiando con noi e
ridendo di gusto, mentre ci sminuzza la carne con le mani dall&rsquo;enorme piatto unico (che non &egrave;
Dakar) di riso e </span><span class="c19">verdurine</span><span class="c19">&nbsp;piccanti che ci unisce in
quel momento. Ha un sorriso bianco, rosa e marrone scuro. Le donne senegalesi sono bellissime, come la
timida figlia di </span><span class="c19">Malamine</span><span class="c19">&nbsp;figura leggera, come la zia
di </span><span class="c19">Malamine</span><span class="c19">, donna anziana in un vestito bianco e sguardo
scuro e infinito nel sapere.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image21.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; Uomo chiave di questa spedizione africana &egrave; </span><span
class="c3">Malamine</span><span class="c3">&nbsp;Tamba, nostro mentore e contatto africano che ci ha aiutati
nell&rsquo;organizzazione pratica di tutto il viaggio.<br>Venne negli anni &lsquo;90 a Pavia per seguire un
master in Politiche Internazionali. </span><span class="c3">Arrivava</span><span
class="c3">&nbsp;dall&rsquo;Universit&agrave; di Dakar e il suo villaggio natio &egrave; proprio Coubanao.
Incontr&ograve; Mimmo e gli altri compagni dell&rsquo;odierno Comitato Pavia Asti Senegal e scatt&ograve;
l&rsquo;amicizia.</span></p>
<p class="c2 c63"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">La storia &egrave; storia, ora siamo nel presente, dobbiamo lasciarci alle spalle
quel che &egrave; successo. Suonava circa cos&igrave; &mdash; non ricordo perfettamente &mdash; la frase che
ci disse quando ci incontrammo a Dakar. Ricordo bene per&ograve; il pranzo a casa sua seduti sul tappeto a
mangiare con le mani dallo stesso piatto riso e carne (o riso e verdure, date le abitudini alimentari di
certi) in stile senegalese.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 438.52px; height: 662.50px;"><img
alt="" src="images/image2.jpg"
style="width: 438.52px; height: 662.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c3"><br><br>Senza posate, sua moglie </span><span
class="c3">spezzettava</span><span class="c3">&nbsp;con i polpastrelli le varie carni, le distribuiva nel
riso e con la destra ognuno prendeva il proprio boccone. Mi viene in mente che l&rsquo;infografica del
ristoro generalmente raffigura una forchetta e un coltello: chi ne ha proposto l&rsquo;universalit&agrave;
non ne voleva sapere di tener conto che buona parte </span><span class="c3">di mondo</span><span
class="c3">&nbsp;mangia tradizionalmente con bacchette o mani. </span><span class="c3">Quello che ci siamo
trovati a trattare aveva a che fare col colonialismo in tutto e per tutto, a pi&ugrave; livelli.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">I &nbsp;figli di </span><span class="c3">Malamine</span><span
class="c3">&nbsp;guardavano Atalanta-Juve in salotto: Kamo aveva le lacrime agli occhi per l&rsquo;evento,
Gambaz le aveva per la quantit&agrave; di cibo ingerito, io per aver assaggiato il </span><span
class="c3">miglio</span><span class="c3">&nbsp;pestato tipico delle colazioni senegalesi, gli altri per la
quantit&agrave; di zucchero nel t&egrave; offerto a fine pasto. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; Sofia per un esame aveva scelto di portare una ricerca su Gianni Celati e
si &egrave; recuperata un po&rsquo; di suoi libri, tra cui Avventure in Africa. Ora, forse questo commento
dovrebbe scriverlo lei che ce l&rsquo;ha a portata di mano, ma in quel libro Celati arriva in un villaggio
ad una certa e nel baretto locale c&rsquo;era in tele una partita di Atalanta Juve, &ldquo;il peggio che il
calcio italiano potesse offrire&rdquo;. </span></p>
<p class="c2"><span class="c7 c29"></span></p>
<p class="c15"><span class="c24">&lt;pre&gt;S&eacute;var&eacute;, hotel Debo. </span></p>
<p class="c2"><span class="c24"></span></p>
<p class="c15"><span class="c24">Potrebbe essere una pensioncina della riviera adriatica, stesse camere disadorne,
tutto piastrellato paramoderno, stesso standard triste, con la differenza che nel corridoio ci sono
cavallette lunghe un dito e mezzo e intorno villaggi di capanne sprofondate nel buio. </span></p>
<p class="c15"><span class="c24">Grande dormita per riprendere le forze.</span></p>
<p class="c2"><span class="c24"></span></p>
<p class="c15"><span class="c24">Verso sera nel ristorante quattro uomini guardavano la partita calcistica
Milan-Vicenza alla televisione, e sapevano tutto del campionato di calcio italiano. Ne hanno parlato con
Jean che &egrave; competente anche in questa materia, ed ha persino delle idee sportive avanzate. Poi
mostravano sullo schermo la partita Juventus-Atalanta, il peggio che si pu&ograve; vedere in fatto di
calcio. </span></p>
<p class="c2"><span class="c1 c16 c39 c44"></span></p>
<p class="c15"><span class="c24">Il pollo in stile thailandese, infame intruglio militare che lo chef tuareg mi ha
servito come se mi facesse un favore, ho dovuto far finta di mangiarlo perch&eacute; il detto chef mi si
&egrave; seduto accanto e mi teneva d&rsquo;occhio, mentre guardava la turpe partita di calcio.</span></p>
<p class="c2"><span class="c24"></span></p>
<p class="c15"><span class="c24">Gianni Celati, Avventure in Africa p.42&lt;/pre&gt;</span></p>
<p class="c2"><span class="c26 c1 c16"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; </span><span class="c13 c1">Mai parole furono pi&ugrave; profetiche ah ah
questa cosa &egrave; davvero assurda che anche noi quel sabato pome fossimo in casa di Malamine Tamba dopo
rimbalzi continui in aeroporto a vedere Atalanta-Juve (rovinosamente sconfitti) </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image6.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Finito il
pranzo a pancia piena, soddisfatti di noi stessi ci avviamo verso l&rsquo;hotel per l&rsquo;ultima notte. Il
lento cadenzare del taxi nella trafficata Dakar mi culla in un sonno conclusivo. Mi addormento. il tempo
passa, allibratori sulla spiaggia mi inducono in cattivi affari. Un bagno fresco e salato mi riporta alla
realt&agrave; e poco dopo salpiamo verso nuovi lidi. Verso l&rsquo;enorme laguna di mangrovie: Ziguinchor,
la regione della Casamance e l&rsquo;agognata Coubanao. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.hzjzno7urcx"><span>Bateau Dakar</span><span class="c92">-</span><span
class="c21">Ziguinchor<br>Domenica 24/11/2019</span></h3>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image14.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image1.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c13 c19"><br></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; Mi viene in mente il porto di Dakar, la sua immensa hall e il secondo
piano che a quanto pare solo noi abbiamo avuto l&rsquo;idea di esplorare, lo spazio coi divanetti e gli
acquari pieni di pesci un po&rsquo; desolati dal vederci ancora rimestare nei progetti e non goderci la vita
o l&rsquo;attesa del traghetto. Sui muri appesi e incorniciati alcuni quadri di una mostra di pittura
lasciati a prender polvere.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c19">Salpiamo alle 8 di
sera, il </span><span class="c19 c16">bateau</span><span class="c13 c19">&nbsp;Diambogne &egrave; una barca
traghetto, ricorda quelli utilizzati per arrivare dalla costa sabbiosa francese alle bianche scogliere
inglesi, versione pi&ugrave; piccola. Gli interni sono simili: falso legno lucido, poltroncine e televisori
per mettersi a dormire.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Saliamo e, dopo aver superato i controlli, entriamo nella pancia della nave,
spazio riservato ai camion ricolmi di patate e carote ma nessuna macchina privata. </span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Arrivati sul ponte ci accoglie una situazione divertente: donne e uomini distesi su
tappeti ascoltano musica che ricorda il reggaeton: la radice ritmica &egrave; quella ma arricchita da
variazioni su tema di percussioni senegalesi e la melodia delle voci sale verso nord passando per la distesa
sabbiosa del Mali per arrivare in Marocco. C&rsquo;&egrave; anche chi prega, si inginocchia a piedi scalzi e
mormora. Nonostante gli interni, simili ai battelli inglesi, l&rsquo;Africa in questo bateau &egrave;
altamente presente. <br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image58.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Durante questo viaggio notturno spesso incontro gli sguardi degli altri
viaggiatori: molte donne, fino a quel punto difficili da incontrare, nei loro vestiti sgargianti scrutano
incuriosite e maliziose. </span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Ci allontaniamo dal golfo di Dakar. Le luci dell&rsquo;orizzonte della citt&agrave;
nervosa si sciolgono volando verso il cielo formando puntini bianco gelo. Immagino i marinai di un tempo
osservare questi consiglieri, orientarsi e arrivare alla meta giusta. Ci provo anche io, ma il cielo
&egrave; diverso, non scorgo le forme a cui sono abituato, non vedo il grande carro, non vedo nemmeno la
luna, nonostante la tentata ricerca con gli amici: siamo distanti da casa, capiamo, inquieti ma decisi.
<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image16.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image52.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Guarda mondo scuro dove siamo arrivati nonostante tutto. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Siamo in guerra anche noi come i senegalesi, ringrazio Kamo per
l&rsquo;immagine, chiedete a lui spiegazioni. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Stanchi torniamo alle nostre poltrone, dentro la cabina l&rsquo;aria
condizionata e il televisore a palla rendono fastidiosa la permanenza ma &egrave; ci&ograve; che ci viene
offerto. Chiudiamo gli occhi, distesi per lungo sui sedili tra le voci borbottanti e profonde dei
viaggiatori addormentati.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.9nm492osbvis"><span>Bateau, foce del fiume Casamance<br>Luned&igrave;
25/11/2019<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image36.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image35.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image10.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></h3>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Il mattino ha
l&rsquo;oro in bocca, in tutti i sensi. All&rsquo;ingresso della laguna del Casamance, siamo immersi in una
abbagliante fascia dorata, luce solare che si riflette sull&rsquo;acqua piatta delle 8 di mattina. Un senso
di magnificenza e solennit&agrave; ricopre il nostro bateau e i nostri compagni di traversata. Si scorgono
le prime mangrovie e case dei pescatori, piroghe, trappole mortali per pesci sfortunati. Delfini ciechi
rincorrono distanti il taglio ondulato e pigro creato dal passaggio dalla nostra barca. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">La flora, da presenza </span><span class="c19">distante si avvicina</span><span
class="c19">&nbsp;sempre di pi&ugrave; al </span><span class="c19 c16">bateau</span><span
class="c13 c19">&nbsp;portandolo in fondo, strozzando il fiume. Le baracche dei pescatori diventano
pi&ugrave; numerose, e con questo incedere glorioso e lento prende forma la citt&agrave; di Ziguinchor: il
battello &egrave; a destinazione e noi viaggiatori sbarchiamo su un nuovo terreno, pi&ugrave; caldo della
ventosa Dakar e pi&ugrave; vicino al cuore dell&rsquo;Africa.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Il porto di Ziguinchor &egrave; una struttura spoglia, dai muri beige. Le facce
nere dei presenti, trovano un contesto accomodante, se non altro per quanto riguarda l&rsquo;occhio: colori
ripetitivi, leggermente monotoni. Ci&ograve; che rimescola le carte in gioco e rende vivo lo scenario sono
gli abiti lucidi e sgargianti dei presenti, la maggior parte di loro infatti indossa tute da calcio di
squadre europee: Paris Saint German blu e rosso, Juventus bianco e nero, Milan rosso e nero. Se fosse una
composizione pittorica la intitolerei: &ldquo;Poliestere su argilla&rdquo;.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Mentre aspettiamo di ricevere i bagagli, compare la figura sorridente e sorniona di
Baba Sane.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 479.01px; height: 479.01px;"><img
alt="" src="images/image67.jpg"
style="width: 479.01px; height: 479.01px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 495.77px; height: 372.50px;"><img
alt="" src="images/image39.jpg"
style="width: 495.77px; height: 372.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c13 c19"><br></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Baba Sane, ci accompagner&agrave; a Coubanao ed &egrave; un amico di Angelo,
figura ancora non introdotta ma assolutamente importante. Facciamo un passo indietro (Baba Sane ci
perdoner&agrave;). Il nostro caro Angelo &egrave; un navigato viaggiatore italiano dalla faccia scavata e
&nbsp;capelli lunghi, fuma sigarette da giro e ha una rete immensa di contatti qui in Senegal. &Egrave;
membro del CPAS - ONG che si &egrave; presa la briga di darci qualche soldo per il viaggio - senza di lui
non avremmo saputo muoverci. Grazie Angelo e CPAS.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Torniamo a Baba Sane che, sebbene quel giorno fosse sprovvisto di maglietta in
poliestere, ha passato una vita nello sport del pallone e di calcio &egrave; un esperto. Lui &egrave; membro
dei giocatori anziani del Casa Sports, molto amico del grande </span><span class="c19">Malamine</span><span
class="c13 c19">&nbsp;Tamba, ride di gusto e grazie a dio parla italiano: finalmente possiamo esprimerci
come vogliamo. Sar&agrave; per la facilit&agrave; nella comunicazione o per lo spirito giocoso di Baba Sane,
ma subito sembriamo amici, gi&agrave; in programma una giornata di pesca sul fiume, che mai si
far&agrave;.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Prendiamo i bagagli, li portiamo fuori uscendo dalla calma silenziosa della
sala d&rsquo;attesa del piccolo porto. All&rsquo;uscita veniamo inondati da un raggio di sole prepotente e
soffocante e una miriade di persone ci si pone davanti, fervente e indaffarata. Ci prendono le valigie, le
portano ad un furgone, le caricano sul tetto del veicolo velocemente. Baba sane dirige tutto ci&ograve;,
d&agrave; indicazioni e mancette ai garzoni e ci tiene tranquilli, direttore d&rsquo;orchestra del caos
umano di questo porto senegalese. Complimenti a lui ma del resto ci &egrave; nato e cresciuto, conosce tutto
nel minimo dettaglio.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Insieme a lui c&rsquo;&egrave; Caramba, </span><span class="c19 c16">caramba che
sorpresa</span><span class="c19">, </span><span class="c19 c16">ocio ai caramba</span><span class="c19">,
eccetera, un nome come un altro in questo Paese simpatico e distante. Partiamo: noi un * salta, Caramba,
Baba Sane e un guidatore non identificato che se lo guardi in faccia sembra scorgere un </span><span
class="c19">bronzeo busto di matrice fascista</span><span class="c13 c19">, le linee del volto sono dure e
decise e la pelle scura luccica. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Ci avviamo lungo le strade di Ziguinchor, citt&agrave; che risente del periodo
coloniale, qua e l&agrave; ci sono villette francesi spesso abbandonate e tra di esse compaiono, vere
protagoniste, botteghe di cianfrusaglie: cinture, ferramenta, vestiti, televisori. Ci rendiamo conto che
&egrave; meglio non fare foto, ti urlano dietro: &ldquo;Non siamo animali in gabbia e voi bianchi visitatori
di uno zoo&rdquo;. Come ti pare amico, se ho una macchina fotografica con me faccio foto indipendentemente
dal posto. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; Mi &egrave; </span><span class="c1">ricapitata</span><span
class="c1">&nbsp;poi la stessa cosa al mercato quando ho scattato una delle foto in mezzo a quel vortice di
foulard: una ragazza passando si &egrave; avvicinata e ha sibilato: ti ho visto! Carica di astio e con occhi
truci.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 600.01px; height: 398.92px;"><img
alt="" src="images/image27.jpg"
style="width: 600.01px; height: 398.92px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c1"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image76.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c19">Studenti tornano da
scuola, indossano polo azzurre anice. Cerco di fare qualche foto ad alcune studentesse, ma memore delle urla
non </span><span class="c19">produco</span><span class="c19">&nbsp;altro che scatti maldestri. Il sole batte
forte, facciamo due compere e preleviamo dell&rsquo;</span><span class="c19 c16">argent</span><span
class="c19">. Dentro di me sento una crescente tensione positiva, probabilmente condivisa dai miei compagni
di viaggio: siamo ancora pi&ugrave; vicini alla meta. Nella mia testa prende piede l&rsquo;immagine di un
viaggio mistico tra mitra, violenza,</span><span class="c19 c16">&nbsp;charlie</span><span
class="c13 c19">&nbsp;in agguato in un contorno esotico, alberi di mango, tigri, umidit&agrave; pesante,
malaria, follia, e una meta mitica, fatta di sangue, indigeni mutilati e rovine nell&rsquo;edera capeggiata
da un folle saggio militare in fuga, mr Kurtz: Apocalypse now! Ma fortunatamente, il film &egrave; un altro,
non siamo soldati in Cambogia e la nostra meta non &egrave; un tempio in rovina memore dell&rsquo;impero
Angkor. La nostra meta &egrave; Coubanao, nella regione della Casamance, il giardino del re.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">La strada si inerpica nella foresta di palme e fromager, baobab, manghi, e infiniti
alberi: &egrave; una via sterrata e sabbiosa, dal colore rossiccio. Ai bordi di questa ci sono case spoglie
e gente seduta all&rsquo;aperto, immagini sfuggenti nello sfrecciare del nostro furgone. A momenti di fitta
foresta, con incedere alternato e ritmico, incontriamo squarci aperti di luce e distese lagunari secche che
odorano di sale. </span><span class="c19">Mucche dalle</span><span class="c13 c19">&nbsp;corna lunghe e
acuminate ci osservano passare e capre e faraone, animali santi e ornamentali, si scostano pigramente dalla
strada. Apri e chiudi, luce e ombra, superiamo il villaggio di Koubalan e poi di Finntiok e infine Coubanao.
</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Tutto in quel luogo &egrave; volto nell&rsquo;interesse della comunit&agrave;,
il villaggio stesso &egrave; comunitario. Le propriet&agrave; sono divise per famiglie, ma non esistono
porte, non esistono strade, tutto &egrave; collegato da fiumi di sabbia che entrano e si insinuano ovunque:
il villaggio stesso &egrave; mobile. Le nostre guide ci raccontarono di come fosse stato spostato e
modificato nel tempo per evitare animali notturni e si potevano scorgere i nuovi luoghi destinati a nuove
case. </span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Gli animali d&rsquo;allevamento corrono per il villaggio totalmente liberi, come i
limoni che crescono in luoghi pubblici </span><span class="c3">&#x1f335;</span><span class="c9">o gli alberi
di mango che sono ovunque e appartengo a tutti &#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span
class="c13 c19">e l&rsquo;unica difesa contro le mani golose dei bambini &egrave; la certezza che se ne
rubano qualcuno sicuro per loro ci sar&agrave; un prurito fastidioso per giorni.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Eccoci qui! </span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Ricevuti dai nostri ospiti, ci sediamo e mangiamo insieme.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image62.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 547.50px; height: 547.50px;"><img
alt="" src="images/image17.jpg"
style="width: 547.50px; height: 547.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c13 c19"><br></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c9">Il campement consiste in tre capanne di grossi
mattoni beige disposte a semicerchio e da due strutture pi&ugrave; grandi adibite a sala da pranzo+cucina e
a casa del guardiano. Porte e finestre in legno dipinto di azzurro, delle tende lise ondeggiano agli
ingressi, i tetti in lamiera ricoperti di paglia, un pozzo a cui ogni tanto delle donne attingono
l&rsquo;acqua. Accanto alla casa del custode cresce un boschetto di anacardi dove spesso i bambini vanno a
giocare; la folta chioma di un mango offre riparo a tutto lo staff, che seduto su bianche sedie di plastica
passa i pomeriggi a mescere t&egrave;. L&igrave; dietro, in mezzo a dei sinuosi fromager, si inalza un
</span><span class="c4">ca&iuml;lc&eacute;drat. Il tronco mostra qua e l&agrave; delle cicatrici: </span><span
class="c4">Malamine</span><span class="c4">&nbsp;</span><span class="c4">Di&eacute;m&eacute;</span><span
class="c4">&nbsp;mi spiega che con la corteccia macerata viene realizzata un&rsquo;amarissima bevanda per
abbassare la glicemia </span><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span
class="c19 c97">(per compensare il troppo t&egrave; zuccheratissimo che bevono a quantit&agrave; tutti i
giorni)</span><span class="c4">. </span><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c4">Ormai facente
parte dei tipici bitorzoli di questa pianta, fagocitato dal tronco e dal tempo, riposa un lungo semiasse
arrugginito con ancora gli pneumatici alle due estremit&agrave;. Gli ingombranti avanzi della colonizzazione
francese invecchiano assieme alla vegetazione, alla sabbia che si insinua ovunque, alle piogge e al sole. E
cos&igrave; quei resti di un camion che nessuno sa cosa abbia trasportato, fanno da sfondo ai pomeriggi
oziosi dell&rsquo;&eacute;quipe del campement, ascoltano il nostro francese stentato e il loro francese
creativo, mentre ogni tanto qualcuno passa per portarsi via un pezzo di corteccia. Prima ingranaggi di un
macchinario, ora parte di un organismo.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 449.50px; height: 449.50px;"><img
alt="" src="images/image74.jpg"
style="width: 449.50px; height: 449.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c15"><span><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image41.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span><br></span></p>
<h2 class="c43 c65" id="h.hbhj1wwk3b"><span class="c45 c41">Al Campement</span></h2>
<h3 class="c34" id="h.8q8wvumv0w5u"><span>Cosmologia gastronomica<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image25.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></h3>
<p class="c2"><span class="c13 c79"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3">L&rsquo;accattivante miscuglio di antimalarica con
l&rsquo;acqua corrente &mdash; pista da ballo di batteri sconosciuti ai nostri corpicini &mdash; mi ha dato
una bella botta per i primi tempi: di notte avevo visioni e vivevo incubi eccezionali. &Egrave; successo
anche di urlare nel sonno e di svegliare Erica che mi ha tirato due sberle se no crepavo per un colpo al
cuore. Oltre a questi potevo rischiare tranquillamente di crepare di diabete:</span><span
class="c112">&nbsp;</span><span class="c13 c3">a colazione si giocava alla roulette russa, dove per ogni
morso dato al panino spalmato di marmellate gusto mango o bissap si rischiava un picco glicemico &#9758;
coma</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c79"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Ogni giorno, la tavola della colazione era perfettamente imbandita.</span><sup><a
href="#cmnt117" id="cmnt_ref117">[dm]</a></sup><span class="c3"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 524.41px; height: 524.41px;"><img
alt="" src="images/image63.jpg"
style="width: 524.41px; height: 524.41px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<ul class="c18 lst-kix_29pa72op0ga8-0 start">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">In centro al tavolo un thermos di mezzo metro con acqua
calda che misteriosamente gravitava verso Sofia </span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">Tre bottiglie di acqua bella fredda che non troppo
misteriosamente facevano venire dei coccoloni momentanei </span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">Un piccolo palazzo di zollette di zucchero</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">Un paniere di legno con n.6 baguette, una a testa</span>
</li>
</ul>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Con una cura maniacale ogni posto a tavola era apparecchiato di:</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<ul class="c18 lst-kix_5e6jc41q8pa1-0 start">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">piatto tondo </span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">cucchiaino</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">coltello</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">bicchiere di vetro</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">tazza di ceramica con simpatiche fantasie di merchandising
furbo </span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c3">una bustina di t&egrave; + di caff&egrave; solubile + di latte
in polvere, formalmente allineati come prima di un urlo di battaglia &nbsp;</span></li>
</ul>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Quindi poi le star erano:</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<ul class="c18 lst-kix_7jp9m56uxqin-0 start">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">miele</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">la marmellata di mango</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">la marmellata di bissap</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c3">il barattolo da kg 5 di </span><span
class="c3 c16">Chocopain</span></li>
</ul>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Quest&rsquo;ultimo era il </span><span class="c3 c16">chaotic evil</span><span
class="c3">&nbsp;della tavola, la regina negli scacchi, la mano invisibile. Ti poteva distruggere
l&rsquo;appetito di un giorno intero se ti capitava un bel pezzo di grasso idrogenato solidificato: iniziava
</span><span class="c3 c16">choco</span><span class="c3">&nbsp;ed era subito </span><span
class="c3 c16">pain</span><span class="c3">.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 332.00px;"><img
alt="" src="images/image75.png"
style="width: 603.21px; height: 332.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><sup><a href="#cmnt118" id="cmnt_ref118">[dn]</a></sup></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Quando il tavolo di battaglia era consumato si scattava su &rarr; si prendevano i
</span><span class="c3">compiuter</span><span class="c13 c3">&nbsp;&rarr; si correva verso la scuola oppure si
ritornava al tavolo a progettare speculare programmare disegnare. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Che stanchezza.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Il mio nome a primo impatto diresti che significa tipo </span><span
class="c3 c16">ricco di fede</span><span class="c13 c3">&nbsp;per ovvi motivi legati ad una semplice
scomposizione della parola che il cervello fa senza nemmeno volerlo,</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">ma cercando scopri che Federico significa prima di tutto </span><span
class="c3 c16">ricco di pace </span><span class="c3 c13">quindi, ricco lo dovrei essere ma &egrave; da
discutere di cosa. Ci&ograve; di cui non ero proprio ricco durante le magiche settimane senegalesi era la
forza e uno si pu&ograve; anche chiedere quale tipo di forza ma io rispondo sia forza d&rsquo;animo che
forza fisica. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Ero un po&rsquo; una pezza, un ovetto che pian piano si stava cuocendo sotto al sole
a cui non siamo abituati. La fatica d&rsquo;animo &egrave; quella fatica che la mia coscienza vuole
elaborare, quella coscienza che si vuole fare visualizzazione del complesso, il complesso che pare
un&rsquo;orchestra violenta che rappresenta una scala gerarchica silenziosa ma che esiste. E mentre cercavo
di stare in piedi il giorno del mio compleanno, mentre parlavo al telefono con la nonna e gli </span><span
class="c3">altri erano</span><span class="c13 c3">&nbsp;dentro all&rsquo;aula di informatica, respiravo una
strana giornata, nuvolosa strana. Non voleva piovere anche se sembrava, ed infatti non ha piovuto. Quel
tempo mentiva, ma non avevo intenzione di sapere il parere dell&rsquo;app meteo del cellulare.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Non avevamo pranzato, dovevamo rimanere tutto il giorno a scuola. La colazione non
era stata la solita marmellata </span><span class="c3">iperzuccherica</span><span class="c3">, ma a sorpresa
(almeno per me) la colazione tipica: il </span><span class="c3">miglio</span><span
class="c13 c3">&nbsp;dolce pestato.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Effettivamente la roulette alla marmellata dava una bella botta di </span><span
class="c3">energia, ma</span><span class="c3">&nbsp;il problema erano gli altri pasti che, parlo a nome mio
e dell&rsquo;altro erbivoro, alla lunga, </span><span class="c3">diventarono</span><span
class="c3">&nbsp;monotoni. La costante: le cipolle. Amavo quelle cipolle: quando andai in Senegal con il
CPAS non ne mangiai abbastanza ed al ritorno con </span><span class="c3 c16">un * salta</span><span
class="c13 c3">&nbsp;fui estremamente felice quando al primo pranzo ce ne portarono un bel gran immenso
piatto.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">SBAM servite per tre settimane a quasi tutti i pranzi e tutte le cene!</span>
</p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Dico quasi tutti i pranzi perch&eacute; qualche volta disertavamo il
campement.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Ok c&rsquo;&egrave; da ammettere che non c&rsquo;erano solo le cipolle ma anche
delle buonissime patatine fritte - e quando dico buonissime erano veramente buonissime non &nbsp;tipo le
persone che dicono </span><span class="c3 c16">buone tipo quelle del McMerda </span><span class="c3">ma
buonissime tipo buone come quelle della mia nonna. </span><span class="c1">&#x1f31e; Mettiamola cos&igrave;:
una volta sono stato molto in ospedale e i biscotti che ci davano a merenda erano &nbsp;buonissimi. Quando
sono tornato a casa li ho </span><span class="c1">ricomprati</span><span class="c13 c1">&nbsp;e bo non
sembravano pi&ugrave; cos&igrave; incredibilmente buoni... Mi viene da pensare che fosse il regime
alimentare a condirli e a Koubanao stessa cosa (no hate per le patatine molli erano ok anzi un prezioso
sollievo) (anche se forse pi&ugrave; che buone la loro caratteristica principale era l&rsquo;essere molli)
(anzi molto interessante cerchiamo &nbsp;di capire: come mai erano xe molli ste batatine?)</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">s&igrave;,
cucina molto monotona anche per i non erbivori. Sembrava ci fosse una censura dei loro prodotti tipici e
piatti per noi fragili occidentali. Detto ci&ograve; quello che mi &egrave; parso di cogliere in linea
generale &egrave; che anche nella cucina canonica senegalese non ci sia questa grande variet&agrave;, il
cibo &egrave; funzionale a dare energie, botte di zucchero e calorie per non svenire sotto il sole, non si
consuma per il piacere di consumare e sicuramente nella Casamance non ci sono programmi come Masterchef e il
cibo e gli animali sono rispettati per quello che sono, parte della vita e non il centro di espressione dei
propri sfoghi.</span></p>
<p class="c2 c63"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e; C&rsquo;&egrave; una persona addetta alla cucina nel campement ma durante
il nostro soggiorno era altrove: &egrave; una ragazza che ha da poco finito il </span><span
class="c1">lyc&eacute;e</span><span class="c1">&nbsp;e il villaggio le sta pagando gli studi a Ziguinchor
per diventare cuoca. Non sono poche infatti le persone che transitano da quei piccoli bungalow al confine
del paese: sia gente della zona che &egrave; in viaggio, sia turisti e stranieri come noi. Sono entrate che
fanno comodo e la comunit&agrave; ci investe. Diverse persone collaborano: chi come guardiano, chi come
cameriere, chi come addetto alle provviste ecc e ognuno si dedica al proprio compito in forma religiosa:
</span><span class="c1">l&#39;apparecchiare</span><span class="c1">&nbsp;e il servire i pasti ad esempio era
sempre un momento delineato con una precisione e ritualit&agrave; super HD, dai modi rigidi, assurdi e
codificati de</span><span class="c1">ll&rsquo;etichetta</span><span class="c13 c1">&nbsp;e bon ton
occidentale, ma compiuti con un tale impegno e presenza che li rendeva autentici.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Mi piace ricordare anche il mood de </span><span class="c1">Malamine</span><span
class="c1">&nbsp;</span><span class="c1">Di&eacute;m&eacute;</span><span class="c1">&nbsp;il giorno in cui
sono arrivati dal Governo (o dalla regione?) (non mi ricordo!) (ma non &egrave; importante chi li stesse
mandando, l&rsquo;importante &egrave; che erano arrivati!!) tutta una serie di elettrodomestici, utensili,
arredi e props per il campement: un enorme frigo e il secondo freezer, la televisione, la lavatrice, la
batteria di pentole, la cucina e altre cose inscatolate che non abbiamo riconosciuto e che ora occupavano
tutta la veranda che avevamo abitato noi in quelle settimane. Una processione di cose caricate su una
processione </span><span class="c1">de auto</span><span class="c1">&nbsp;capitanate appunto dal Sig.
</span><span class="c1">Di&eacute;m&eacute;:</span><span class="c1">&nbsp;radioso</span><span class="c1">, che
sventolava alto e in festa dal finestrino della prima jeep del corteo.<br><br></span><span
class="c3">&#x1f335; </span><span class="c13 c9">&ldquo;Dobbiamo festeggiare, ci avete portato fortuna,
aspettavamo da tanto!&rdquo;<br>Cos&igrave; diceva e mi stringeva le mani. </span></p>
<p class="c15"><span class="c9"><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image26.jpg"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c13 c9"><br></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e; E niente, le patatine erano molli.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">L&#39;Africa ha un altro ritmo rispetto a noi e il rito della cucina iniziava
presto: per la cena ad esempio nel primo pomeriggio e durava tanto. Tanto tempo a schiacciare nel mortaio le
cipolle, tanto tempo a rosolare e cuocere i pesci o la carne, tanto tempo e basta tra una cosa e
l&rsquo;altra, con processi distesi e a passo lungo. Quasi intimi, non certo la frenesia delle cucine dei
ristoranti.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Probabilmente le pata venivano preparate alle quattro del pomeriggio, tutto qua, tra
una cosa e l&rsquo;altra e senza una particolare intenzione o cultura della patatina fritta. Forse era una
necessit&agrave; di stoviglie o forse &nbsp;la forma sbagliata di quelle patate: che ce le faceva vedere
come fritte quando erano semplici </span><span class="c1">patate surgelate.</span><span class="c1">&nbsp;Le
due cuoche mi piacevano: una era vecchia e ci salutava sempre quando arrivava </span><span
class="c1">bonjuuur</span><span class="c1">&nbsp;e quando andava via </span><span
class="c1">bonnuuuit,</span><span class="c1">&nbsp;era diventato un meme tra noi e lei; l&rsquo;altra
giovane splendida ma con lo sguardo affilato e duro. Con noi non ha mai abbassato la guardia al 100% tranne
la sera del ballo delle maschere, quando col gruppo delle donne suonava come piatti i coperchi delle pentole
in festa. La sua bambina era molto piccola </span><span class="c9">e timida</span><span
class="c13 c1">&nbsp;e faceva ridere soprattutto una volta inseguita dalle poie.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">&#x1f360; Il pasto medio senegalese si compone di un cereale + carne.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Questo pattern culinario &egrave; ripetuto praticamente ogni giorno e si pu&ograve;
dedurre che il contenuto varia dal periodo dell&rsquo;anno: durante la nostra permanenza le verdure, per
esempio, cominciavano a scarseggiare. I legumi ci sono e vengono coltivati in massa, ma la porzione di pesce
o carne &egrave; pi&ugrave; sostanziosa e il concetto di vegetariano non &egrave; praticato, sebbene sia un
concetto abbastanza chiaro ai pi&ugrave;. Il binomio di base cereale e carne rimane tale da tempo
poich&eacute; &egrave; la base di un pasto equilibrato per il popolo dell&rsquo;area senegalese e in
pi&ugrave; non c&rsquo;&egrave; </span><span class="c3">un&#39;importazione</span><span class="c3">&nbsp;di
beni culinari: la globalizzazione &egrave; ancora vagamente in progress. &Egrave; abbastanza scontato, ma la
pizza il sabato sera non esiste, nemmeno il wok quando si &egrave; in chimica o l&rsquo;all you can eat o il
curry indiano</span><span class="c19">.</span><span class="c13 c3">&nbsp;Ma ci&ograve; che esiste &egrave;
un network che respira, un mostro che lega gli odori di tutti i cibi che pensi quando apri l&rsquo;app di
UberEats e che manda gli ordini ai riders che spesso vengono anche da questa parte d&rsquo;Africa. Il rider
numero 28817 che ti porta a casa la pizza che sua madre non ha mai pensato. Gli dai la mancia?</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Per tre settimane abbiamo iniziato la giornata con una imitazione della colazione
dei coloni, eccetto per una. Forse la vedo cos&igrave; violenta come immagine perch&eacute; ho in testa il
dover vivere un posto nel modo pi&ugrave; autentico possibile, cosciente del passato dell&rsquo;Europa
colonialista. Ma forse per un senegalese non &egrave; necessario, o forse un senegalese pensa che preferiamo
la cucina simile alla nostra e quindi una cascata di imitazioni prendono il sopravvento </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c19">Proprio
cos&igrave;, siamo solo noi occidentali con i sensi di colpa che cerchiamo costantemente una riprova di
autenticit&agrave;. Non siamo pi&ugrave; i capi del mondo. L&rsquo;implicito &egrave; egoistico: voglio
autenticit&agrave; per ritrovare quello che vi ho tolto; e allo stesso tempo: mi trattate da occidentale ci
deve essere qualcosa che mi nascondete. Poi in realt&agrave; tutto &egrave; perch&eacute; gli occidentali
pagano e non vogliono che abbiano problemi di pancia e se ne vadano incavolati e addio </span><span
class="c19 c16">Argent</span><span class="c19">. Siamo delle Vacche Da Mungere di alto rango</span><span
class="c13 c3">.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">&#x1f360; Durante la cena di raccolta fondi a casa di Sofia, qualche settimana
prima della partenza per Dakar, avevamo provato a fare un piatto senegalese con patate e patate dolci. Per
quanto non abbia mai assaggiato l&rsquo;originale, sono certo che il nostro tentativo non ci si avvicinasse
minimamente.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">La domanda che mi viene spontanea &egrave; se fosse ok o no. La risposta che mi
viene &egrave;: fin quando &egrave; una ospitalit&agrave; culinaria, perch&eacute; no? Alla fine
</span><span class="c3">Malamine</span><span class="c3">&nbsp;del campament ci dice che non ci preparavano le
pietanze che mangiavano loro </span><span class="c3">perch&eacute;</span><span class="c3">&nbsp;troppo
speziate &nbsp;</span><span class="c9">ma anche perch&eacute; sapevano dei nostri stomaci sensibili ai nuovi
batteri, il che portava ad un depennamento automatico di molti alimenti.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; Da met&agrave; avventura abbiamo chiesto le uova a colazione, per frenare
un po&rsquo; gli zuccheri delle marmellate e integrare proteine. Dopo anni che non mangiavo un uovo ho
mangiato con gusto la frittata a colazione, unta e fatta con uova dalle galline con cui </span><span
class="c3">condividevamo</span><span class="c3">&nbsp;la sabbia del campement. L&#39;allevamento intensivo a
Coubanao non esiste, e mi chiedo anche se il ragazzino dello </span><span class="c3 c16">siop</span><span
class="c13 c3">, per esempio, possa immaginare quelle fabbriche dove gli animali sono trattati come esseri
inorganici. Penso che le mie scelte alimentari si possano iscrivere in un determinato lasso di tempo e
soprattutto di spazio, si adattano e cercano di comprendere il momento preciso che si abita.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3"><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 602.67px;"><img
alt="" src="images/image37.jpg"
style="width: 603.21px; height: 602.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><sup><a href="#cmnt119" id="cmnt_ref119">[do]</a></sup><span class="c13 c3"><br></span>
</p>
<p class="c15"><span class="c3">E allora quelle uova non mi fanno sentire male e ora, a ripensarci, s&igrave;, ho
mangiato un uovo di una gallina Senegalese, che a me fa un po&rsquo; senso comunque </span><span
class="c1">&#x1f31e; anche io durante il viaggio mi sono scostato dal passo vegetariano, assaggiando a volte
il pesce o la carne e pure la scimmia (che sa di vecchio in fila alle poste per ritirare la pensione). Come
ha scritto sopra Poni molto era dovuto all&rsquo;ospitalit&agrave; culinaria, un po&rsquo; alla monotonia
degli ingredienti e soprattutto all&rsquo;ottica di una diversa ecologia del cibo: meno Esselunga e
pi&ugrave; cortile, orto o risaia dell&rsquo;anno prima. &Egrave; un po&rsquo; diverso dal lusso di qua,
</span><span class="c1">un&rsquo;essenzialit&agrave;</span><span class="c13 c1">&nbsp;che gi&agrave; implica un
certo tipo di dieta ok. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"><br></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image7.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c3"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
alt="" src="images/image11.jpg"
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; Una mattina siamo andati a pescare in piroga &#x1f335; </span><span
class="c9">(le piroghe di solito si ricavano dai fromager: alberi eleganti con il tronco che pare un
drappeggio, un insieme di membrane, ricco di insenature e linee curve e ascendenti, radici come tentacoli e
corteccia di pelle di rinoceronte)</span><span class="c3">&nbsp;&#x1f360; risalendo attraverso il groviglio
di canali delle risaie fino al fiume Casamance. Erica salt&ograve; la gita: in lei febbre e malesseri
multiformi; la pensavo e pensavo a tutte le sfortune che potevano derivare. La classica barzelletta del
ragazzo che va in Africa e si becca la malaria: pi&ugrave; risate che effettive paure - ma avevo la testa in
due posti diversi, con lei al campement e con Aliou e gli altri 1saltini in piroga.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 586.06px; height: 329.48px;"><img
alt="" src="images/image42.png"
style="width: 586.06px; height: 329.48px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c13 c3"><br><br></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">La luce era fondamentalmente diversa, il sole si propagava differentemente con
l&rsquo;afa generata dal fiume e offriva una perenne visione onirica: i ruoli in quel momento prendevano una
forma narrativa, nell&rsquo;aria c&rsquo;era una intesa stile Indiana Jones, come se da un momento
all&rsquo;altro potesse succedere qualcosa, ma ognuno continuava a svolgere il proprio compito
drammaturgico. <br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 526.99px; height: 296.21px;"><img
alt="" src="images/image24.png"
style="width: 526.99px; height: 296.21px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Non c&rsquo;era nessuno a parte pennuti simpatici che si muovono in branco ed
evidentemente pesci sotto di noi. Percepivo una tensione che mi inventavo. Stavo vivendo un momento di
finzione che ha raggiunto il climax quando ci siamo fermati allo sbocco del canale che finalmente dava al
Casamance.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"><br></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 602.01px; height: 403.46px;"><img
alt="" src="images/image20.jpg"
style="width: 602.01px; height: 403.46px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Aliou &egrave; un ragazzone che se vuole ti tira una sberla e ti fa fare un doppio
carpiato in aria, ma lo percepisci dal suo sorriso perenne che non farebbe male nemmeno ad un tafano. Ha
portato le canne da pesca (bastoni) ma rimane l&rsquo;incognita delle esche. Quel momento era un punto teso
tra intrattenimento turistico e la spesa. In ogni caso, non avrei mangiato il pesce che avremmo pescato per
varie ragioni che sono gi&agrave; emerse. In pi&ugrave; l&rsquo;odore del pesce mi fa svenire. &#x1f335;
</span><span class="c9">Poni ti lamenti sempre bastaaaaaa </span><span class="c3">&#x1f360; Cordialmente,
vaffanculo </span><span class="c1">&#x1f31e; </span><span class="c9">&nbsp;</span><span class="c1">Nel
cretto della riva ci sono delle buche.</span><span class="c3">&#x1f360; &nbsp;Il ragazzone si avvicina e
carponi comincia a scavarci dentro: sono le tane dei granchi &#9758; le nostre esche.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image56.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 86.99px; height: 81.64px;"><img
alt="" src="images/image28.png"
style="width: 86.99px; height: 81.64px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 116.99px; height: 85.41px;"><img
alt="" src="images/image71.png"
style="width: 116.99px; height: 85.41px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 105.80px; height: 125.50px;"><img
alt="" src="images/image65.png"
style="width: 105.80px; height: 125.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 88.79px; height: 83.24px;"><img
alt="" src="images/image28.png"
style="width: 88.79px; height: 83.24px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 170.01px; height: 75.66px;"><img
alt="" src="images/image70.png"
style="width: 170.01px; height: 75.66px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Ne prendiamo tanti, </span><span class="c1">&#x1f31e;forse tutti</span><span
class="c13 c3">, &#x1f360; palesemente pi&ugrave; del dovuto. Finita la prima pratica Aliou prende un sasso
e apre in due uno di loro cos&igrave; da prendere un pezzo di polpa fresca.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Ci prepara le canne (bastoni + filo), ci sediamo sulla barca e lanciamo l&rsquo;amo
verso l&rsquo;acqua: il bottino in totale &egrave; n. 3 granchi e n. 2 pesci. </span><span
class="c1">&#x1f31e;La pesca miracolosa.</span><span class="c3">&nbsp;</span><span
class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Preciso che la pesca povera
non &egrave; dovuta all&rsquo;incapacit&agrave; dei pescatori ma all&rsquo;insieme di un saltini scettici
che parlavano a voce alta intorno alla barca facendo scappare tutte le prede. </span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c26 c3 c16">Granchi che abboccano grazie a carne di
granchio, un loop che mi fa pensare a quanto la natura sia grottesca.</span></p>
<p class="c2"><span class="c26 c3 c16"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image78.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c15"><span class="c3"><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 493.01px; height: 493.01px;"><img
alt="" src="images/image38.jpg"
style="width: 493.01px; height: 493.01px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c13 c3"><br><br><br></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Torniamo con la melma paludosa sulle gambe e &#x1f335; </span><span class="c9">sulle
braccia come quando i veterinari fanno nascere i vitel e devono tirarli fuori dalla mucca con le loro
</span><span class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3DbY78Pwx_hBo&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474392005&amp;usg=AOvVaw3liGXkEujxWa8xYQKqUvgd">mani</a></span><span
class="c9">, </span><span class="c9">agguantandoli</span><span class="c9">&nbsp;con fermezza dalle zampe,
</span><span class="c1">&#x1f31e;e su tutto il resto del corpo perch&eacute; sono 1 cretino che si diverte nella
</span><span class="c1">palcia</span><span class="c3">,</span><span class="c13 c3">&nbsp;&#x1f360; facciamo un
tratto sulla strada che porta dalla risaia al campement e dei ragazzi ci guardano. Non so decodificare
quegli sguardi. A cena gli 1saltini mangiano polpette fatte da quel bottino, io sto sulle patatine molli +
cipolle. A Pavia non andrei a pescare mai e poi mai. Quella avventura &egrave; stata solo un&#39;avventura
perch&eacute; eravamo dei turisti o stavamo partecipando all&rsquo;ecosistema di Koubanao?</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Queste complesse dinamiche sono una </span><span class="c3">ipercipolla</span><span
class="c3">, a strati non solo concentrici ma allo stesso tempo perpendicolari e incastrati. Pesta la
</span><span class="c3">ipercipolla</span><span class="c13 c3">&nbsp;al mortaio e vedrai queste molteplici
realt&agrave; che coabitano questo ecosistema . </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Cuoci il composto e grosse fatigue.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Come gi&agrave; detto ero gi&agrave; stato a Coubanao, ma la mia indole da artista
entusiasta fece calare una patina magica su qualsiasi cosa avessi vissuto due anni prima non rendendomi
conto di tante dinamiche o, se non altro, </span><span class="c3">vedendole</span><span class="c3">&nbsp;in
modo differente.<br><br>Sempre per mia indole non riesco a vivere un viaggio come </span><span
class="c3 c16">semplice turista</span><span class="c3">. In genere il</span><span>&nbsp;</span><span
class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c1 c16">turista sporca, l&rsquo;ospite lascia un segno</span><span>,
</span><span class="c3">&#x1f360; e lasciare un segno &egrave; una fissazione che per noi ora &eacute; una
priorit&agrave;. Non volendo essere un semplice turista non vorrei nemmeno </span><span
class="c3 c16">risultare </span><span class="c3">un</span><span class="c3 c16">&nbsp;s</span><span
class="c3">emplice turista</span><span class="c3 c16">:</span><span class="c3">&nbsp;ricordo con amarezza
quando, a Coubanao, non ci proponevano le prelibatezze senegalesi DOC. Non volevamo farci portare il
t&egrave; al tavolo dentro la sala comune del campement: volevamo </span><span class="c3">berlo</span><span
class="c3">&nbsp;con tutti sotto l&rsquo;albero di manghi. Poi fortuna che ce lo portavano ugualmente,
perch&eacute; stavamo ore attorno a quel tavolo a </span><span class="c3">strizzarci</span><span
class="c3">&nbsp;le meningi sul da farsi del giorno dopo. <br><br>Eravamo turisti alla fin fine?</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c1 c16">Vivere di turismo. fotorealistico ma
imbalsamato: il turista non deve congelare il </span><span class="c3">villaggio </span><span
class="c1 c16">nella sua immagine. L&rsquo;ospite e l&rsquo;abitante sono concentrati di vita </span><span
class="c1 c16">che</span><span class="c1 c16">&nbsp;generano vita che genera realt&agrave;. Dal turista
nemico all&rsquo;ospite alleato.</span><span class="c7">&nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; Eravamo ospiti?</span><span class="c13 c74">&nbsp;</span></p>
<h3 class="c34" id="h.6kwffydhi1vv"><span>Il bue e il bambinello<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image54.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></h3>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e;&Egrave; successa una disgrazia gli ultimi giorni che eravamo a
Koubanao. Un ragazzo del villaggio ha perso la vita in un incidente stradale. Il lutto l&igrave; &egrave;
una condizione condivisa e partecipata tra tutti. Potrebbe essere facile ricondurre la cosa alle modeste
dimensioni del villaggio, ma sarebbe riduttivo e superficiale. Questa dimensione collettiva della morte
forse &egrave; il naturale riflesso di una dimensione collettiva anche della vita: una vita di cortile e di
strada, una vita di tappeto, di risaia e di albero, di campo da basket o di t&egrave; e basta. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">A questa collettivit&agrave; ha partecipato anche </span><span class="c1 c16">un *
salta</span><span class="c1">: la performance che avevamo organizzato per concludere il viaggio non sembrava
pi&ugrave; tanto appropriata in luce alla tragedia. I nostri amici del campement ci hanno consigliato di far
visita alla famiglia del ragazzo, sia per essere vicini alle persone di Coubanao sia per sondare
l&rsquo;aria e capire con rispetto come era opportuno comportarsi.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Erano i nostri ultimi due giorni e tutto quanto il meccanismo della fine si era
attivato. In quei momento stavo sviluppando le patch e il sito per far funzionare la performance. Per finire
in tempo sono stato l&rsquo;unico a non andare al funerale e son rimasto un po&rsquo; solo nel campement
tutta la mattina di sabato nel clima e nella luce dei giorni dell&rsquo;after. Ho parlato con la mamma al
telefono per dire che tornavamo e ho finito il sito. Poi sono stato seduto sul letto a disegnare.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Si sentiva un muggire che era sempre pi&ugrave; insistente, sempre pi&ugrave;
forte e sempre pi&ugrave; vicino. Era un muggire spazientito e pieno di sbuffi o sospiri. La cosa non era
tanto strana in realt&agrave; perch&eacute; parte integrante del villaggio di Coubanao era la sua fauna da
cortile, con come cortile il villaggio. Per cui poie e faraone grasse e caprette nane e mucche col septum e
maiali pelosi scorrazzavano per le strade e per le abitazioni senza troppe cerimonie. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Poi nel cortile del campement rotola e corre un toro che urla e capisco che a
muggire era lui e dietro perch&eacute; &egrave; scappato lo insegue un bimbo che arriva dopo ma si sente
prima perch&eacute; urla e frusta il bastone che ha in mano e quel pezzo di corda che l&rsquo;animale ha
sapientemente snodato oppure solo per fortuna ha sciolto in un momento distratto mentre tutti erano al
funerale o mentre tutti non lo guardavano. Tirano un sacco di polvere dalla sabbia e li guardo passare e
resto con loro i tre secondi che ci mettono a tagliare da una parte all&rsquo;altra, poi il climax finisce e
tutta la stanchezza vietata risale per cui non faccio pi&ugrave; niente e aspetto che tornino i miei
amici.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c74"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.4okr04syjnh0"><span class="c21">Corsette</span></h3>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c1">Tiziano Pastor, Federico Poni ed io facevamo ogni
tanto le corsette che </span><span class="c1">consistevano</span><span class="c1">&nbsp;nell&rsquo;andare
dal campement (inizio del villaggio) alla scuola (&frac12;</span><span class="c1">&nbsp;</span><span
class="c1">del villaggio) e poi tornar indrio. Oppure dal campement verso la parte opposta, a ritroso verso
Ziguinchor (sempre per poco perch&eacute; siamo dei veci) 1 volta abbiamo provato a fare il villaggio
dall&rsquo;inizio alla fine e ritorno ma siamo scoppiati. Che molli. Per&ograve; la corsetta &egrave; bella.
Gli africani </span><span class="c1">sorridevano</span><span class="c13 c1">&nbsp;sornioni perch&eacute;
siamo fragili.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1 c29"></span></p><a id="t.05e203ec677410372482440debdea7ec03a6c5bb"></a><a
id="t.0"></a>
<table class="c98">
<tr class="c77">
<td class="c111" colspan="1" rowspan="1">
<p class="c15"><span class="c13 c68">corsetta modalit&agrave; lunga &nbsp;(andata e ritorno)</span></p>
<p class="c15"><span class="c68">&nbsp;</span></p>
<p class="c15"><span
class="c7 c29">campemant&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;scuola&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;
zona est </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1 c29"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 587.00px; height: 126.67px;"><img
alt="" src="images/image4.png"
style="width: 587.00px; height: 126.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c15"><span>scala: &nbsp;</span><span class="c5">| &nbsp;100m &nbsp; &nbsp;|</span><span>&nbsp;
&nbsp;durata: 20&rsquo;</span></p>
</td>
</tr>
</table>
<p class="c2"><span class="c13 c1 c29"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7 c29"></span></p><a id="t.853d78425da4bff583bd080de5199df65e239000"></a><a
id="t.1"></a>
<table class="c86">
<tr class="c77">
<td class="c109" colspan="1" rowspan="1">
<p class="c15"><span class="c68">corsetta verso </span><span class="c68 c27">Finntiok &nbsp;</span><span
class="c13 c68">(andata e ritorno)</span></p>
<p class="c15 c103"><span
class="c29">risaie&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;campemant</span>
</p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 532.50px; height: 337.41px;"><img
alt="" src="images/image72.png"
style="width: 532.50px; height: 337.41px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c7 c29"></span></p>
<p class="c15"><span
class="c29">finttiok&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;</span>
</p>
<p class="c15"><span>scala: &nbsp;</span><span class="c5">| &nbsp;100m &nbsp; &nbsp;|</span><span>&nbsp;
&nbsp;durata: 15&rsquo;</span></p>
</td>
</tr>
</table>
<p class="c23"><span class="c32">&nbsp; </span></p>
<p class="c2 c63"><span class="c7 c17"></span></p>
<p class="c2 c63"><span class="c7 c17"></span></p>
<p class="c2 c63"><span class="c7 c17"></span></p>
<p class="c2 c63"><span class="c7 c17"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7 c17"></span></p>
<p class="c14 c20 c72"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<p class="c14 c20 c72"><span class="c73 c75 c1 c38"></span></p>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<h1 class="c6" id="h.n7pqhaz0ciof"><span class="c41 c49 c56">4. Progetto perforgance ledioni</span></h1>
<h2 class="c65 c43" id="h.61i1bk9djiso"><span class="c45 c41">A Scuola</span></h2>
<h3 class="c34" id="h.mp1bthluoi7j"><span>Conti senza l&rsquo;oste<br></span><span class="c3"><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image44.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c3"><br></span></h3>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; Per allontanarci dalla forma standard del turista abbiamo cercato di
sviluppare un modo di visitare attivo e inerente al nostro progetto, un po&rsquo; come quando a casa dei
suoceri aiuti a sistemare la tavola. L&rsquo;idea iniziale era quella di realizzare un documentario: ci
eravamo proposti </span><span class="c3 c16">un viaggio di scoperta verso la fisicit&agrave; di internet,
per trovare le sue origini, capire il suo funzionamento, </span><span class="c13 c3">e indagare come questo
strumento globale potesse manifestarsi in diverse forme a livello locale.</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&#x1f31e;La modalit&agrave; scelta per lo sviluppo del progetto aveva in
s&eacute; la ricerca di un contatto privo di gerarchie o ruoli predefiniti. Noi collettivo saremmo stati
esclusivamente dei facilitatori del progetto, il quale, una volta iniziato, avrebbe preso vita autonomamente
con il coinvolgimento attivo dei partecipanti. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1"><br>Il nostro intento primario, infatti, era quello di catturare impressioni e
azioni il pi&ugrave; possibile prive da condizionamenti esterni e, da esse, far scaturire una relazione
virtuosa tra noi, i ragazzi senegalesi e il progetto, che era la materia viva di congiunzione dei nostri
mondi.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c19">Proprio per questo
i laboratori si muovevano su un piano per la maggior parte ludico e creativo: </span><span
class="c19">osservarci</span><span class="c19">, osservare e creare insieme da pari, noi e loro abitanti
dello stesso </span><span class="c19 c16">planetary village</span><span class="c13 c19">.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Questo presupposto che in linea puramente teorica suona bene, risentiva
per&ograve; di una debolezza pratica: forse prodotto di una buona fede ingenua, speranzosa di evitare
qualunque possibile errore di interpretazione che avrebbe fatto di noi i colonizzatori occidentali, artisti
in cerca di conferme in luoghi sconosciuti quindi privi di giudizio.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c19">Ci&ograve; che non avevamo considerato, infatti, era la realt&agrave; a cui
saremmo andati incontro: l&rsquo;errore &egrave; stato quello di non aver compreso fin da subito
l&rsquo;enorme diversit&agrave; che separa i nostri mondi. Avevamo una proiezione virtuale di come sarebbe
stata la relazione con loro, basata su qualche ricordo di Poni e qualche suggerimento da parte del Comitato
Pavia Asti Senegal, ma poco pi&ugrave;. Quindi senza girarci tanto attorno avevamo fatto i conti senza
l&rsquo;oste e questo detto &egrave; quanto mai pertinente considerando quelle che sono state le dinamiche
che ci hanno portato al risultato finale. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c13 c9">In realt&agrave; non &egrave; che avessimo
fatto i conti senza l&rsquo;oste, abbiamo sempre detto che ci saremmo schiariti le idee solo una volta
arrivati sul posto e abbiamo discusso a lungo sul trovare un&rsquo;idea forte che fosse poi adattabile alla
situazione che ci sarebbe stata l&igrave;. Solo che immaginare il diverso non &egrave; semplice ed
effettivamente non ne siamo stati in grado, lo shock e la distanza si sono rivelati molto pi&ugrave; potenti
del previsto.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c82 c43 title" id="h.gwx2y4rqpfdz"><span class="c39 c32">&#x1f32a; </span><span class="c32 c39">Se
c&rsquo;&egrave; una caratteristica di un * salta che emerge di continuo nelle nostre narrazioni &egrave;
sicuramente la capacit&agrave; di essere malleabili e quindi di adattarsi agli imprevisti, alle differenti
condizioni e agli inquilini dei contesti che affrontiamo. Mi piace rispondere a chi chiede del collettivo
che facciamo cose con le persone, e questo suscita una lista infinita di curiosit&agrave; che mi offre
spazio di azione-logorroica-campari-fuelled.</span></p>
<p class="c2 c63"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e;Non so se &egrave; una cosa comune, ma quando ci siamo avvicinati
all&rsquo;idea di documentario una delle fissazioni era: come possiamo riportare una realt&agrave; senza
modificarla? Come possiamo essere autori invisibili che non interferiscano con ci&ograve; che stiamo
presentando? </span><span class="c1">Anche con il progetto per Coubanao, all&rsquo;inizio, sentivo molto nel
gruppo questa necessit&agrave;: quella di arrivare in un luogo come i RIS, bardati in tuta bianca immacolata
per non contaminare le prove. Penso che questo chiodo derivasse dalla paura che si infiltrasse nel lavoro
una forma di colonialismo culturale.</span><span class="c1">&nbsp;A Coubanao abbiamo realizzato che
effettivamente non esiste un punto esterno e privilegiato da cui guardare il mondo. Essendo per forza
invischiati su pi&ugrave; livelli e profondit&agrave; con tutte le catene di causa ed effetto diventa
ingenuo provare a </span><span class="c1">tagliarsene</span><span class="c13 c1">&nbsp;fuori.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c105"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Una volta
presentato il progetto al direttivo composto da preside, vicepreside, qualche insegnante e anziani del
villaggio, ma soprattutto una volta presentato e esposto il programma agli studenti, ci &egrave; stato
chiaro che avremmo dovuto stravolgere tutto. </span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Dal momento che abbiamo messo piede a Koubanao si era creata questa sorta di
aspettativa vibrante. Sembrava che gli abitanti del villaggio si aspettassero da noi qualcosa, come se il
nostro arrivo avesse definito un cambiamento in meglio per le loro vite e per lo sviluppo della loro
comunit&agrave;.</span><span class="c13 c19">&nbsp;Fondamentalmente, e ben presto lo capimmo, ci
consideravano alla stregua di una associazione di beneficenza, come medici che somministrano vaccini, come
ONG che costruiscono infrastrutture. Ecco, noi avremmo portato Internet nel villaggio e nel liceo, noi gli
avremmo insegnato e li avremmo dotati della strumentazione necessaria.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Cercammo comunque di sottoporre le linee generali del nostro progetto. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Ricordo, chiusi nella stanza del preside, che un professore al nostro dire di voler
mettere in discussione la forma di internet per ricavarne qualcosa di artistico, sbott&oacute;: &ldquo;Come
si pu&ograve; ottenere qualcosa di artistico da uno schermo e un computer?&rdquo;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c19">Si capisce l&rsquo;impossibilit&agrave; di unire due cose percepite in modo
totalmente diverso: internet e arte insieme sono proiezioni virtuali del </span><span
class="c19 c16">lulum,</span><span class="c19">&nbsp;uomo bianco; a noi, abitanti di Coubanao,
&ldquo;Insegnateci a fare siti con cui poter vendere il nostro riso e le nostre arachidi, dateci
l&rsquo;indipendenza economica poi si potr&agrave; parlare di arte + internet&rdquo;. Questo ci &egrave;
stato chiesto durante la presentazione del lavoro.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image45.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span><span class="c19"><br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
alt="" src="images/image60.png"
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c23"><span class="c32">&#x1f32a; Presentazione svolta con interventi in inglese tradotti a una classe
formata da alunni selezionati prima del nostro arrivo: data la generalit&agrave; e il grado di astrazione
con cui avevamo proposto via mail il progetto non riesco ad immaginare con che criteri siano stati scelti i
partecipanti alla presentazione, e nemmeno con quali poi, per necessit&agrave; logistico-infrastrutturali,
alcuni siano stati esclusi. </span><span class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span
class="c13 c1">Secondo me hanno preso i pi&ugrave; promettenti dalle classi pi&ugrave; grandi. </span></p>
<p class="c23"><span class="c32">&#x1f32a; Di sicuro per&ograve; questo primo contatto ha cambiato totalmente
l&rsquo;andamento del progetto: infatti le principali domande dei professori, in aperto conflitto con la
natura inizialmente astratta e speculativa della nostra proposta, </span><span
class="c32">riflettevano</span><span class="c13 c32">&nbsp;quelle necessit&agrave; puramente pratiche che il
villaggio aveva e che non avevamo previsto di dover soddisfare. In questa occasione ci &egrave; stato
chiesto di aiutare a dare gli strumenti per costruire una pagina online del liceo, cosa che allora ci pareva
al di fuori dei nostri obiettivi di ricerca, e che pi&ugrave; avanti si sarebbe rivelata ostica anche per le
infrastrutture disponibili.</span></p>
<p class="c23"><span class="c32">Le domande dei ragazzi invece vertevano piuttosto sulla natura delle nostre
lezioni, e sulla natura del nostro modo di insegnare, riguardo al contenuto almeno in questa fase sembravano
piuttosto imparziali. </span><span class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c1">Mi ricordo Amina, forse?
</span><span class="c32">&#x1f32a; Ricordavo fosse stata Khadij, mi riferivo proprio a
quell&rsquo;episodio</span><span class="c1">, &#x1f31e;che chiese: </span><span class="c1 c16">ma se ci
fosse qualcuno che non capir&agrave;, siete disposti a ripetere?</span><span class="c1">&nbsp;Questa cosa mi
aveva colpito e incuriosito sulle modalit&agrave; cui sono abituati a lezione. </span><span
class="c32">&#x1f32a; </span><span class="c13 c32">La cosa chiara era che sarebbe stato molto difficile
introdurre, nel corso del progetto, un discorso cos&igrave; astratto come ce lo eravamo prefigurato. Nel
tempo, si sarebbero fatte sempre pi&ugrave; chiare le forti differenze di utilizzo di internet e le
necessit&agrave; pratiche primarie, che i docenti avevano cos&igrave; caldamente evidenziato in questo primo
incontro. Il nostro approccio si &egrave; quindi adattato alla situazione, non abbandonando le speculazioni
teoriche, che pi&ugrave; avanti si sarebbero rivelate percorribili anche nella pratica.</span></p>
<p class="c23"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Ricordo
l&rsquo;atmosfera all&rsquo;interno della stanza con tutti gli studenti, quel silenzio colmo di aspettative
e Sofia che cercava di spiegare il progetto, le facce sorridenti dei ragazzi della serie &ldquo;ci state
simpatici ma cosa state dicendo?&rdquo;. Un gesso sulla lavagna che stride, fino al momento in cui un
ragazzo pi&ugrave; cresciuto degli altri alza la mano si presenta e dice &ldquo;ho sentito che tra di voi ci
sono dei musicisti e io sono il rapper di Coubanao, quando volete suoniamo un po&rdquo;. Frase, questa, che
detta in quel momento in quel modo ha distrutto le mie aspettative sul progetto da un lato ma che al tempo
stesso mi ha dato la forza della rassegnazione, &quot;ormai siamo qui cerchiamo di fare il meglio che
possiamo&rdquo;. Epifania rassegnata che ci ha convinti a dargliela vinta momentaneamente. Da quel giorno
sarebbe stato adattamento alle loro necessit&agrave;, senza per&ograve; escludere il nostro messaggio:
fortunatamente abbiamo imparato in fretta.</span></p>
<p class="c23"><span class="c32">&#x1f32a; Alla ricerca di una via terza che ci potesse permettere di </span><span
class="c16 c32">indagare facendo</span><span class="c32">&nbsp;abbiamo quindi affiancato a momenti di libero
dialogo, supportati dall&rsquo;utilizzo creativo dei proiettori e del materiale tipo rotoli di carta e
pennarelli recuperati tra Dakar </span><span class="c1">e Zuiginchor</span><span class="c13 c32">, momenti
laboratoriali in cui introducendo le basi del linguaggio HTML. Le lezioni svolte infatti potevano dirsi di
tipo tradizionale o frontale. I contenuti proposti per&ograve; non erano scelti per il solo scopo di
trasmettere nozioni (es: sui cavi sottomarini dell&rsquo;infrastruttura di internet) quanto per portare a
galla l&rsquo;immaginario di questi ragazzi riguardo l&rsquo;argomento e se possibile stimolare un qual
certo interesse nell&rsquo;infinito ventaglio di possibilit&agrave; che il mezzo offre. </span></p>
<p class="c23"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Questa
operazione ci ha dato il modo di studiare i nostri interlocutori e mano a mano adattare le tematiche,
discussioni e attivit&agrave; come oculisti che cercano nuova gradazione di miopia, astigmatismo con quegli
occhiali steampunk nei quali puoi inserire le varie lenti e regolarle.</span></p>
<p class="c23"><span class="c32">&#x1f32a; Se il lato teorico </span><span class="c1">tecnico </span><span
class="c13 c32">programmatico del nuovo indirizzo sembrava essersi ben adattato ai nostri obiettivi e alle
richieste espresse, la realizzazione pratica avrebbe trovato alcuni impedimenti lungo la strada. A uno
sguardo superficiale l&rsquo;aula di informatica poteva sembrare ben dotata (considerata la parte di mondo
dove ci trovavamo), ma durante un&rsquo;ispezione approfondita il giorno prima dell&rsquo;inizio dei
laboratori ci &egrave; voluto poco per capire che non solo gran parte dei computer non funzionavano, ma che
anche per quelli funzionanti sarebbe stato impossibile avere una connessione a internet. </span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c3">&#x1f360; Significativa la performance di Paco Dieme, insegnante di informatica
della scuola, che apre un computer, estrae le due barre di RAM e comincia ad sfregarle tra loro per far
volare via i granelli di polvere; un gesto guerrigliero, un generale che d&agrave; del filo da torcere al
nemico che invade la sua terra, il macellaio che affila i suoi strumenti di lavoro per offrire al cliente il
miglior taglio sbalordendo s&eacute; stesso: rimette la RAM al suo posto e il computer si accende. Paco 1 -
sabbia 0.</span></p>
<p class="c23"><span class="c1">&#x1f31e;La performance di Paco con le RAM dei computer era pietosa e tragicomica ma
come si poteva evitare? A stento solo l&rsquo;ambulatorio di Koubanao aveva i vetri alle finestre. <br>La
sua &egrave; una soluzione pragmatica a un problema sia tecnico sia culturale.</span></p>
<p class="c23"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c9">Nei villaggi in Senegal nessuno ha i vetri alle
finestre, sostituiti da persiane e scuri in legno o metallo, e cos&igrave; &egrave; anche nell&rsquo;aula di
informatica del liceo. Il problema &egrave; che la tecnologia ha delle necessit&agrave; specifiche diverse
dalle nostre: noi ci possiamo facilmente adattare alla sabbia e alla polvere che durante la stagione secca
ricoprono ogni cosa, i computer invece smettono di funzionare. Purtroppo installare delle finestre con i
vetri &egrave; troppo costoso, quindi met&agrave; di tutto quel materiale donato risulta spesso
inutilizzabile perch&eacute;, siamo punto e a capo, mancano i mezzi economici per mantenerlo. </span></p>
<p class="c23"><span class="c32">&#x1f32a; Dai file presenti poi nei computer ci siamo resi conto
dell&rsquo;effettivo utilizzo che ne si faceva a lezione con Paco: suite di Office come unico macro
argomento, un utilizzo basico e in generale poco frequente. </span><span class="c3">&#x1f360; La lavagna,
ogni volta che tornavamo, pareva un piano tattico dell&rsquo;intelligence senegalese, ma in realt&agrave;
erano spiegazioni del sistema binario.</span></p>
<p class="c23"><span class="c32">&#x1f32a; Questi dati sono fondamentali se si vuole capire la virata del progetto:
si poteva speculare da casa anche all&rsquo;infinito ma, senza conoscere il reale rapporto di questi ragazzi
con i computer e pi&ugrave; in generale con internet, non si sarebbe mai arrivati ad un progetto
definito.</span></p>
<p class="c23"><span class="c13 c32">Rapporto che, a posteriori, mi spiego confrontandolo con quello che le diverse
generazioni hanno da noi con il fax: per la mia generazione il fax &egrave; un aggeggio vetusto, inutile e
rumoroso, ed io in primis non avrei manualit&agrave; con tale hardware. Mentre ne ho chiaramente con
l&rsquo;utilizzo delle email. Per qualcuno di pi&ugrave; vecchio invece il fax pu&ograve; essere stato una
componente hardware fondamentale, con cui ha lavorato tutti i giorni, e a cui si &egrave; affiancato il
metodo email con il tempo. A Coubanao si avvertiva lo stesso scenario, con la differenza nel fatto che
l&rsquo;hardware in questione era il computer, soppiantato &mdash; non affiancato, per ragioni economiche e
non del tutto di avanzamento tecnologico, dallo smartphone. </span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c23"><span class="c16 c32">&ldquo;Nearly three quarters of the world will use just their smartphones to
access the internet by 2025&rdquo; </span><sup class="c16 c32"><a href="#ftnt13"
id="ftnt_ref13">[13]</a></sup></p>
<p class="c15"><span class="c32">La domanda allora diventa: come si accede a internet attraverso lo smartphone? La
mia risposta di occidentale che considera lo smartphone una escrescenza del computer &egrave;: vi si accede
in modo limitato. </span><span class="c13 c1">&#x1f31e;Forse limitato dal punto di vista della nostra
generazione, che ha vissuto a cavallo tra il diffondersi dei PC e quello degli smartphone. Credo che i
giovani d&rsquo;oggi non percepiscano lo smartphone come qualcosa di limitato rispetto al computer, vuoi per
la nostra incredibile capacit&agrave; di adattarci alle cose nuove che creiamo, vuoi per la progressiva
implementazione di funzionalit&aacute; di ogni tipo anche sui dispositivi mobile. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c23"><span class="c32">&#x1f32a; I ragazzi non avevano minimamente l&rsquo;abitudine di utilizzare le
tastiere dei pc presenti in classe, e questo pi&ugrave; avanti ci ha fatti incappare nel problema dei
caratteri accentati, che n&eacute; noi n&eacute; gli alunni del liceo sapevamo trovare nelle tastiere
francesi. Ci&ograve; che mi lasciava stranito era come tutti i ragazzi avessero uno smartphone con tastiera
touch ma non sapessero quasi scrivere, e non avessero nessuna manualit&agrave;, con una tastiera fisica.
Considerare una l&rsquo;evoluzione dell&rsquo;altra mi era sempre sembrato talmente scontato da non poter
essere messo in dubbio. In queste prime fasi continuavo perci&ograve; a ripetermi che era come se si fosse
saltato un tassello nell&rsquo;</span><span class="c16 c32">evoluzione</span><span
class="c13 c32">&nbsp;(almeno per quanto riguardava hardware &nbsp;e consuetudini di utilizzo) della
faccenda internet, non accorgendomi per&ograve; che la ragione di tale salto non era legata solo a fattori
temporali o tecnici, come nel caso del &nbsp;fax, ma anche dettata dalle possibilit&agrave; economiche.
</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.lkosx9izdqsx"><span class="c21">Prime Lezioni </span></h3>
<p class="c2"><span class="c35 c27 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c32">&#x1f32a; Dopo tutti i preparativi era, per davvero, giunto il momento della
prima lezione. Nel frenetico riordinare i pensieri e i materiali, dovuto al gi&agrave; citato cambiamento di
rotta che il progetto aveva subito, una costante era rimasta: le lezioni frontali non ci piacevano.</span>
</p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">Ricordo molto bene i preparativi pratici per il primo incontro con i ragazzi:
cercavamo in tutti i modi di remixare al meglio il nostro equipaggiamento (mentale e tecnologico) assieme a
quello del liceo. Anche la disposizione dei banchi ci sembrava un elemento da tenere in considerazione: la
classe di informatica infatti era organizzata a file di due, ciascuna postazione con n. 2 computer e
</span><span class="c16 c32">n. ose</span><span class="c13 c32">&nbsp;sedie per ovviare alla differenza tra il
numero di macchine e alunni.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">Il </span><span class="c16 c32">f&#275;ng shu&#464;</span><span
class="c32">&nbsp;dell&rsquo;aula non era in linea con la nostra idea: sia per i contenuti da trasmettere,
sia per le attivit&agrave; che che ci immaginavamo con gli studenti. Abbiamo quindi ribaltato la stanza,
creando un&rsquo;isola al centro attorno alla quale i ragazzi si sarebbero seduti, oppure anche no. Sul
momento ci &egrave; sembrata una gran cosa anche usare uno dei nostri proiettori portatili per creare una
specie di </span><span class="c16 c32">collegamento ipertestuale da tavolo</span><span class="c13 c32">.
</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">Questo &egrave; stato faticosamente fissato a uno dei travetti di metallo che
</span><span class="c32">attraversavano</span><span class="c32">&nbsp;la stanza, puntando verso i tavoli che
</span><span class="c32">avevamo</span><span class="c32">&nbsp;foderato con grandi fogli di carta e fornito di
numerosi pennarelli colorati. Il gioco era semplice: i tavoli al centro permettevano a tutti di scrivere e
contribuire, mentre </span><span class="c13 c32">il proiettore era un modo per proporre contenuti
multimediali e coprire eventuali nostre mancanze in fatto di oratoria. La prima lezione era volta a rompere
il ghiaccio: pi&ugrave; coinvolgimento avrebbe significato pi&ugrave; materiale da cui partire per avviare
un percorso. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">La nostra previsione era quella di un gigantesco </span><span
class="c16 c32">brainstorming </span><span class="c13 c32">e ci sembrava la strada pi&ugrave; percorribile
per avere feedback veloci dai ragazzi. Il processo &egrave; stato molto pi&ugrave; faticoso del previsto,
vuoi per la lingua, vuoi per le aspettative che ci portavamo da casa. Cercavamo di capire cosa pensava un
senegalese di internet, cosa se ne faceva, come vi accedeva, dove si faceva dirigere, quali erano le sue
abitudini, quali derivate dalla scuola e quali no. Per compiere un&rsquo;indagine di questo tipo abbiamo
dovuto metterci in gioco in prima persona, fornendo alcuni spunti di discussione. Questi non potevano che
passare per esempi del nostro utilizzo di internet, che non sempre avevano un effettivo riscontro
sull&rsquo;esperienza dei ragazzi. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 601.70px; height: 401.33px;"><img
alt="" src="images/image66.jpg"
style="width: 601.70px; height: 401.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c32">Inizialmente gran parte dei componenti di un * salta era riluttante a proporre
lezioni frontali con lo scopo di insegnare basi di linguaggio per pagine web, anche perch&eacute; buona
parte dei componenti, tra cui me, non aveva un ventaglio di competenze tali da insegnare quanto appena
descritto. Come per&ograve; pi&ugrave; volte emerso nel corso di questo testo un * salta &egrave; una
creatura in divenire, capace anche di imparare insegnando. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c32">Ecco che allora queste lezioni sono state prese e organizzate come frontali,
ideando un programma e sviluppandolo giorno per giorno. Il macro argomento da trattare era &ldquo;come si
crea un sito web?&rdquo;: l&rsquo;insegnamento di un tale argomento avrebbe potuto perdersi nel teorico e
non far mai arrivare i ragazzi a un anche minimo risultato. Quindi si &egrave; deciso per un approccio
pratico con obiettivo una pagina di presentazione personale scritta in HTML, nel modo pi&ugrave; semplice
possibile. <br>Il tutto tenendo conto di quello che ogni lezione faceva emergere, cercando sempre di
amalgamare discussioni astratte che nascondevano quell&rsquo;intento indagativo volto a capirci noi qualcosa
della situazione internet tra i nostri studenti. </span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.9yloa32ex5hj"><span class="c21">Dal Bot alla Performance </span></h3>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">&#x1f32a; </span><span class="c32">L&rsquo;idea del vocabolario</span><span
class="c32">&nbsp;djola</span><span class="c32">/francese &egrave; nata cos&igrave;&hellip; in uno di quei
pomeriggi passati al campement a mettere su una lezione che potesse far imparare qualcosa soprattutto a noi
che ci eravamo </span><span class="c1">trovati/</span><span class="c32">posti come insegnanti. Uno di quei
pomeriggi &ldquo;lungo la strada&rdquo; (cio&egrave; sul campo, dentro l&rsquo;azione!) ci si domandava che
cosa di peculiare risultasse dalla nostra analisi? <br>Un&rsquo;analisi ancora in corso
sull&rsquo;accoglienza e le abitudini dei ragazzi con cui ormai </span><span
class="c32">cominciavamo</span><span class="c13 c32">&nbsp;ad aver intrecciato un rapporto. </span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c32">E cosa di pi&ugrave; spettacolare poteva attirare la nostra attenzione se non
la strabiliantemente enorme famiglia delle lingue djola?</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">La cosa che avverti quasi subito anche a Coubano &egrave; quella caratteristica di
alcune famiglie linguistiche che in determinate condizioni le porta e configurarsi come </span><span
class="c5 c17 c27 c33"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://en.wikipedia.org/wiki/Dialect_continuum&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474450113&amp;usg=AOvVaw0_1PsLQUwziAgb_1ADk55s">dialect
continuum</a></span><span class="c13 c32">, te ne accorgi, per dirlo in maniera semplicistica,
perch&eacute; se chiedi di tradurre una parola due volte pu&ograve; essere che tu ottenga due risultati
leggermente differenti. E in molti casi non c&rsquo;&egrave; neanche da chiedere: la lingua, o anzi, il
continuo giostrarsi fra pi&ugrave; lingue &egrave; la peculiarit&agrave; che ti investe prima di tutte le
altre in Senegal. &Egrave; una cosa che non puoi fare a meno di notare e che i senegalesi evidentemente non
vogliono passi in secondo piano. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">Ho avuto discorsi, vuoi anche per la mia completa ignoranza in fatto di francese,
costituiti fondamentalmente solo su traduzioni: dall&rsquo;inglese al francese, da una lingua
all&rsquo;altra, da quello che riuscivo a capire alle tre versioni che un senegalese poteva </span><span
class="c32">riportarmi</span><span class="c32">. Da tutto ci&ograve; l&rsquo;esigenza di un riscontro
utilizzando un mezzo ad-hoc: </span><span class="c27 c32">un vocabolario pu&ograve; coinvolgerti nella sua
realizzazione?</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">L&rsquo;idea &egrave; stata quella di sviluppare un bot di Telegram che salvasse
certi tipi di messaggio in un foglio di calcolo. In questo modo si poteva sfruttare parallelamente
l&rsquo;esuberante abitudine (consuetudine forse rende meglio) dei ragazzi senegalesi di tradurre qualsiasi
cosa, insieme all&rsquo;utilizzo principale che fanno dello smartphone: le chat. Il bot </span><span
class="c32">funzionava</span><span class="c13 c32">&nbsp;con questa sintassi:</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c49 c76 c39 c32 c107">/web &lt;parola o frase in djola&gt; : &lt;parola o frase
tradotta&gt;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c32">ai nostri studenti bastava inviare in chat questo &ldquo;codice&rdquo; per
vedere la propria traduzione apparire sulla proiezione alla lavagna e anche se inizialmente &egrave; stata
una metodologia decisamente complessa da spiegare una volta che la macchina &egrave; partita abbiamo visto
scatenarsi un turbinio di traduzioni. Ci bastava triggerare la classe con una parola che subito si apriva la
strada per tutti i vocaboli o i modi di dire traducibili che i ragazzi avevano in mente. La cosa davvero
divertente erano le discussioni che imperversavano nei banchi da due o tre ragazzi sul giusto modo di
scrivere una parola piuttosto che un&rsquo;altra. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c13 c19">Questa idea del
vocabolario &egrave; nata non solo per una constatazione pratica della natura variegata del Senegal in
termine di dialetti ed etnie, il linguaggio della propria trib&ugrave; &egrave; riscatto individuale e
identitario. Ma non solo questo, nell&rsquo;avvenimento presente, diventava il mezzo pi&ugrave; diretto di
comunicazione tra loro e noi. In un certo senso nasceva dall&rsquo;esigenza di tutti di comprendersi: la
sola che parlava francese era Sofia e noi tutti volevamo avere il mezzo per comunicare. Anche se la
traduzione avveniva dal francese al Djola sicuramente &egrave; pi&ugrave; facile interfacciarsi con una
parola singola o espressione breve piuttosto che con un discorso intero; e cosa fai quando non conosci una
parola: vai a consultare un vocabolario.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c19"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c1">i ragazzi del liceo non avevano bene in chiaro il
concetto di codice e programmazione. Mi viene da dirlo perch&eacute; abbiamo fatto molta pi&ugrave; fatica
di quanto credessimo all&rsquo;inizio sia per spiegare le super basi dell&rsquo;HTML come ci avevano
chiesto, sia soprattutto per ingranare con l&rsquo;utilizzo della chat di Telegram. Il bot aveva una singola
funzione: prendere una parola in djola e la sua traduzione in francese. Per attivarlo era sufficiente un
semplice comando: che era corto, era riconoscibile, era facile e accessibile a tutti e aveva una sintassi a
nostro avviso super chiara e lineare. Oi - fino alla sera della performance e finanche quando poi siamo
tornati non c&rsquo;&egrave; stato verso: ancora qualcuno scriveva solo le traduzioni, qualcuno solo il
comando per attivare il bot, qualcuno cose che purtroppo noi non capivamo, e cos&igrave; via. Per loro
&egrave; stato meno scontato di quanto credessimo entrare in affinit&agrave; con questa interfaccia. Forse
&egrave; l&rsquo;impostazione del comando e dell&rsquo;imperativo che non &egrave; nelle loro corde? O forse
l&rsquo;impostazione cos&igrave; astratta di una macchina che noi giovani tecnologici abbiamo imparato a
vedere come programmabile in continua trasformazione e che per loro invece &egrave; ancora qualcosa di
monolitico e oscuro. Niente pi&ugrave; di un default immutabile, qualcosa da prendere e accettare e
accogliere come viene.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">&#x1f32a; </span><span class="c32">Guardando alle nostre proposte pratiche alla
classe</span><sup><a href="#cmnt120" id="cmnt_ref120">[dp]</a></sup><sup><a href="#cmnt121"
id="cmnt_ref121">[dq]</a></sup><sup><a href="#cmnt122" id="cmnt_ref122">[dr]</a></sup><span
class="c13 c32">&nbsp;questa rimane secondo me la pi&ugrave; riuscita: probabilmente il connubio di diversi
aspetti a loro familiari, le loro lingue in primis, ma anche l&rsquo;utilizzare una piattaforma a loro
conosciuta, ha portato i ragazzi a mettersi in gioco superando quel pi&ugrave; volte accennato spettro di
organizzazione umanitaria venuta l&igrave; a insegnare dall&rsquo;alto. </span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c8 c38"></span></p>
<h2 class="c65 c43" id="h.s4dmqzjbzhjg"><span class="c45 c41">Performance</span></h2>
<h3 class="c34" id="h.cgecenqssv47"><span class="c21">/web dij safoul : hello world <br></span></h3>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image33.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c8">I</span><span class="c12 c9">l risultato finale
&egrave; stato una performance collettiva incentrata sulla stratificazione linguistica in Senegal, dove le
persone in alcune zone parlano un minimo di tre lingue.</span></p>
<p class="c15"><span class="c8">La lingua ufficiale &egrave; il francese coloniale e viene usata per tutte le
comunicazioni importanti, sebbene non tutta la popolazione senegalese se la mastichi. Subito dopo il
francese si trova il wolof, appartenente all&rsquo;omonimo popolo ma diffuso a tal punto da essere compreso
e parlato anche da altre etnie. Infatti il Paese</span><span class="c8">&nbsp;</span><span
class="c8">raggruppa numerosi popoli, ognuno con le proprie tradizioni e il proprio idioma. In Casamance,
dove siamo stati noi, la popolazione &egrave; composta principalmente da dj</span><span class="c8">ola e
molti, oltre a parlare il </span><span class="c8">dj</span><span class="c8">ola, conoscono sia il
</span><span class="c8">f</span><span class="c8">rancese che il </span><span class="c8">w</span><span
class="c8">olof</span><span class="c8">. Il primo si impara a casa, il secondo si studia a scuola, il terzo
si assorbe dai media.<br><br></span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
alt="" src="images/image55.jpg"
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c8">La nostra performance ha preso atto di questa coesistenza pacifica fra le varie
culture e differenze linguistiche, tentando di proporre una riflessione su come essa possa manifestarsi
anche attraverso la rete, che invece &egrave; fortemente centralizzata nelle mani di poche aziende
occidentali.<br>&Egrave; partito tutto da un bot di Telegram programmato per realizzare un dizionario djola
&gt; francese (locale vs coloniale) crowd-sourced collegato ad una chat di gruppo che include studenti,
professori e noi, con lo scopo di rompere il ghiaccio in occasione del primo incontro. Durante le tre
settimane successive l&rsquo;idea si &egrave; evoluta, abbiamo scritto delle brevi frasi in
francese</span><span class="c3 c17">&nbsp;</span><span class="c3">&#x1f360; </span><span class="c3 c17">ed
esortato anche l* student* a farlo, degli haiku</span><span class="c3">&nbsp;intimi, ironici, speranzosi,
teorici, </span><span class="c3 c17">della nostra esperienza, </span><span class="c1">&#x1f31e;</span><span
class="c1 c17">della loro, dei sogni e delle ambizioni o delle idee che avevano</span><span
class="c3 c17">&nbsp;</span><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c12 c9">ed &egrave; stato
preparato un sito con un funzionamento molto simile ad una chat.</span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c7">les morts ne sont pas mort mais ils dorment</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">travailler c&#39;est toujours travailler ensemble</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">comme manger avec le meme plat</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">on se salit les mains avec du bonheur</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">voyager rend heureux</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">voyager vous rend gros aussi</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Je saute et je tombe dans le feu forc&eacute; je ferai un autre saut</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">internet: pour apprendre , pour decouvrir , pour rester proche</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Le grand but de l&#39;&eacute;ducation n&#39;est pas le savoir mais
l&#39;action</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">on sennuie des grandes villes</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">conduire un velo me semble plus jouyeux que de conduire une voiture</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">ce n&#39;est pas toujours a dakar qu&#39;on peut &nbsp;trouver le bonheur</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Je veux reussir dans ma vie</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">l&#39;agriculture pour grandir comme un fromager et tenace &nbsp;comme le riz</span>
</p>
<p class="c15"><span class="c7">je cultiverai des cacahuetes</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Hop ses l&eacute;gumes sont pourris</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">dans un village planetaire</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Je suis fier d&#39;etre villageois</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Je me suis r&eacute;veill&eacute;e &agrave; l&#39;accompagne d&#39;un lion &agrave;
mes c&ocirc;t&eacute;s</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">le monde entier n&#39;est pas plus loin que coubanao</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">linternet est le bissap du peuple</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">&Ocirc;h cet arbre me regarde</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">quelle forme a l&#39;internet ?</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">quelle couleur a l&#39;internet?</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">quel est son poids et son gout?</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">d&#39;ou vient la connection?</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">selfie voyage a travers l&#39;ocean</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">C&#39;est possible que je cr&eacute;e mes applications</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Jou</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">la poussi&egrave;re n&#39;est pas bonne pour l&#39;internet</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">il ne fonctionne qu&#39;avec le souffleur</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">le manque de connexion a le go&ucirc;t de l&#39;oignon</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">75 Mo pas vraiment tous les jours</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">au cas ou</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">J&#39;ai vue un rat creuser</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">je suis une personne pas une personne</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">porter un r&egrave;seau sans sentir le poids</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">danser avec les invit&eacute;s pour d&eacute;fier les discussions
d&#39;internet</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">j&#39;aime bouger mais pas dancer</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">j&#39;aime danser mais pas bouger</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Je danse plus vite que la musique</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">j&#39;aime fair sortir mes dent mais pas rire</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">dans un monde de masques</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">j&#39;aime fair des grimage</span></p>
<p class="c15"><span
class="c7">&#x1f47a;&#x1f479;&#x1f47a;&#x1f479;&#x1f47a;&#x1f479;&#x1f47a;&#x1f479;&#x1f47a;</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">J&#39;aime Les masques qui font peur comme essamaye</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">J&#39;ai peur quand il y&#39;a fambondi</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Le lundi pass&eacute;, les &eacute;l&egrave;ves &eacute;taient en
gr&egrave;ve</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Je suis vilain comme un singe&#x1f64a;&#x1f649;</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">&Ccedil;a c&#39;est peur</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">je veux obtenir ce que je veux mais je ne veux pas travailler</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Le travail m&#39;aimes et je l&#39;aime pas</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">J&#39;aime Les &eacute;tudes,mais je fui Les Cours</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">quelle forme a coubanao?</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Coubanao est dure</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Aujourd&#39;hui je ne laverai pas parce que j&#39;ai froid</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">dormir sur la neige est mieux que de dormir dans ma chambre</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Ma m&egrave;re est partie au march&eacute;</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">si le vocabulaire est en ligne, tout le monde peut le cultiver</span></p>
<p class="c15"><span class="c7">Un simple merci du fond du c&oelig;ur !&#x1f49e;&#x1f60d;&#x1f63b;</span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c8">La performance finale </span><span
class="c8 c16">/web dji safoul : hello world</span><span class="c8">&nbsp;&egrave; consistita nel proiettare
sull&rsquo;acquedotto del villaggio le frasi preparate in precedenza, una alla volta. I partecipanti si
potevano collegare al sito, dove si leggeva la frase proiettata in quel momento, e inviare la traduzione in
djola o in qualsiasi altra lingua. Il messaggio inviato dal sito appariva subito proiettato anch&rsquo;esso
sull&rsquo;acquedotto. Tutte le traduzioni si accumulavano nello spazio della proiezione, una in seguito
all&rsquo;altra. &nbsp;La cosa sorprendente &egrave; che in djola era tutto un fiorire di espressioni
diverse e parole ogni volta nuove. Per noi che parliamo lingue indoeuropee, sembrava impossibile costruire
gli enunciati in maniera creativa,</span><sup class="c8"><a href="#ftnt14"
id="ftnt_ref14">[14]</a></sup><span class="c8">&nbsp;considerando la brevit&agrave; delle frasi da
tradurre. Il djola infatti ha una tradizione principalmente orale che gli conferisce una </span><span
class="c8">bellissima fluidit&agrave; a cui noi non siamo abituati. Per alcuni era addirittura la prima
volta che provavano a scrivere nella propria lingua, situazione che ha portato ad un fitto scambio fra i
ragazzi, i quali si confrontavano sulla grammatica, su come costruire la frase o anche su come interpretarla
per fare in modo che avesse lo stesso significato dell&rsquo;originale. Questa novit&agrave; e questa spinta
a riflettere sulla loro cultura sono state inserite in un contesto a loro ben noto, ovvero quello della
chat, ma con delle modalit&agrave; e dei contenuti completamente diversi dal solito. Prima di tutto
perch&eacute; utilizzata collettivamente e in compagnia, nello stesso luogo e nello stesso tempo, non
</span><span class="c1 c17">solo </span><span class="c12 c9">unendo persone distanti, ma rafforzando i legami di
quelle vicine. Poi perch&eacute; internet non era pi&ugrave; un ambiente costruito per soddisfare le
esigenze delle grandi corporazioni, ma uno spazio costruito per la comunit&agrave;, strettamente legato alla
sua cultura e al posto in cui stava venendo utilizzato. Internet come spazio di riflessione comune per la
valorizzazione e l&rsquo;evoluzione delle proprie tradizioni. Anche l&rsquo;utilizzo della proiezione ha
favorito il sovrapporsi di un ambiente virtuale e uno reale, creando un nuovo spazio che manteneva le
caratteristiche sia del primo che del secondo.</span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c9">La struttura di una lingua dice molto sul popolo che la parla, se la loro
&egrave; cos&igrave; libera, diluita in base a ciascuna persona, perch&eacute; non esiste anche una
dimensione virtuale che abbia la sagoma del popolo Djola? Perch&eacute; si devono adeguare alle forme di
internet gi&agrave; esistenti e non creare un internet dalla forma adatta a loro?</span></p>
<p class="c15"><span class="c8">Allo stesso tempo la situazione conservava l&rsquo;aspetto della globalit&agrave;
tipico del web, in quanto chiunque avesse saputo l&#39;indirizzo del sito avrebbe potuto </span><span
class="c8">accedervi</span><span class="c12 c9">&nbsp;e partecipare alla performance inviando la sua
traduzione, in qualsiasi parte del mondo si trovasse. <br></span></p>
<p class="c46 c84"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 376.01px; height: 565.65px;"><img
alt="" src="images/image47.jpg"
style="width: 376.01px; height: 565.65px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c66"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f360; I momenti dei ricordi non me li vivo in un modo lineare ma se li
visualizzo sembrano dei semini a caso messi in un vaso. A volte crescono e a volte no, a volte diventano dei
fusti forti da cui si possono fare talee e a volte fanno un fiore e poi si annichiliscono. Qualche volta i
ricordi tornano senza che lo voglia: quello pi&ugrave; gettonato &egrave; un ricordo muto, dove con il mio
amico Roberto, di notte in una desolata Pavia, </span><span class="c3">scoppiamo</span><span
class="c13 c3">&nbsp;a ridere come non mai tanto da letteralmente rotolare per terra dalle risate con
lacrime e dolore addominale; non ricordo assolutamente il discorso/battuta che ci ha portato a
quell&rsquo;evento, ma &egrave; vivido. Vivido &egrave; anche il ricordo della mia prima pizza, ero sul
seggiolone e me l&rsquo;ero mangiata tutta: avevo tre anni. Vivido &egrave; il ricordo del sito di Geronimo
Stilton su cui passavo tanto tempo da bambino a trovare una &ldquo;password segreta&rdquo; per accedere a
contenuti speciali (mai trovata). </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Quando mi capita di ripensare alla performance penso al momento di estrema
lucidit&agrave; quando ero lontano da tutti per settare la macchina fotografica di Sofia. 10s di esposizione
che avrebbero intrappolato anche le onde delle stelle, 10s che avrebbero mostrato gli entusiasti
partecipanti come fantasmini che fluttuavano davanti all&rsquo;acquedotto. Era una visione che aspettavo di
percepire da due anni, due anni dopo la scoperta di </span><span
class="c3">quell&rsquo;epifanico</span><span class="c3">&nbsp;murales che ha scatenato tutto. L&rsquo;icona
del laptop era compressa in quel momento: </span><span class="c3 c16">to learn, to discover, to be
closer</span><span class="c3">: qualcuno stava imparando qualcosa, qualcuno stava scoprendo nuovi strumenti,
tutti erano vicini sia nel regno animale sia nel regno digitale. Il villaggio di Coubanao era, in quel
momento, un nucleo di scambio: una superstrada dove nello stesso tempo potevano </span><span
class="c3">coabitare</span><span class="c13 c3">&nbsp;complessit&agrave; e localit&agrave;. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Torno tra la folla che non aveva perso interesse per le traduzioni.
C&rsquo;erano pi&ugrave; gradini, dallo scambio di traduzioni nella rete scendevi di uno scalino e
c&rsquo;era la discussione IRL data la poca pragmaticit&agrave; grammaticale e logica scritta delle lingue
tribali, scendevi e c&rsquo;erano gli haiku, scendevi di nuovo e trovavi le differenti meraviglie vissute da
ognuno: la pesante formalit&agrave; imposta ai ragazzi in classe era annullata, anche il rapporto con il
censore era disteso.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Avevamo condiviso non poco in quelle lezioni a scuola:</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<ol class="c18 lst-kix_mkbd7do2ygip-0 start" start="1">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c3">lo spavento iniziale alla richiesta di insegnare</span><span
class="c3">&nbsp;HTML </span><span class="c13 c3">ci trasform&ograve; in insegnanti, cosa che proprio
non volevamo, cosa che odora di colonialismo;</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">il rapporto gerarchico che si &egrave; dovuto creare
l&rsquo;abbiamo hackerato e abbiamo fatto saltare e scoppiare la figura dell&rsquo;insegnante;</span>
</li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">grazie al bot presentato in classe abbiamo cominciato
immediatamente a giocare, innescando dinamiche di interazione e condivisione;</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">abbiamo fatto insieme tanti selfie;</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c3">una chiacchierata ci ha rivelato la figura del </span><span
class="c3">Fambondi</span><span class="c3">, un&rsquo;entit&agrave; sacra che, ci sembra di aver capito,
funge anche da </span><span class="c13 c1">&#x1f31e;regolatore sociale quando nel villaggio
c&rsquo;&egrave; qualcosa che non va</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c3">&#x1f360; ci siamo imbattuti in un computer che misteriosamente
era settato in olandese; </span><span class="c13 c1">&#x1f31e;presagio del futuro???</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">&#x1f360; ci siamo trovati al campement a godere della
festa delle maschere, a ballare sotto i veloci e profondi ritmi veraci;</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c13 c3">altri selfie per testimoniare questa avventura.</span></li>
</ol>
<p class="c2 c72"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c3">Questi momenti oscillavano come un metronomo e il momento di mezzo
l&rsquo;abbiamo raccontato tramite delle piccole frasette.<br></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">E cos&igrave; abbiamo proposto anche alle ragazze e ragazzi di scrivere le loro
impressioni sulla avventura vissuta </span><span class="c3">assieme</span><span class="c3">, ma non solo -
anche sulle loro prospettive online e offline e i contenuti della performance sono venuti a galla
naturalmente.<br>E cos&igrave; gli haiku nati a Coubanao viaggiavano come pacchettini regalo per tutti i
cavi sottomarini, arrivavano magari a Sesto San Giovanni e qualche amica </span><span
class="c3">traduceva</span><span class="c13 c3">&nbsp;nella sua lingua preferita le parole create in
Senegal, il tutto proiettato sulla torre dell&rsquo;acqua.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Che spasso raga. Avevo parlato anche di Marx e religioni con Fatumata.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c66"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e;Vorrei partire identificando un * salta nella figura del liutaio, ovvero
chi crea uno strumento. A chi crea uno strumento interessa</span><span class="c1">&nbsp;s&igrave;
</span><span class="c1">suonarlo, ma anche farlo usare agli altri. Lo trovo un gesto di empatia: una speciale
interfaccia tra me e un&#39;altra persona. Uno strumento &egrave; un linguaggio in comune, una cosa
intersezionale, e in questo senso permette la comunicazione su un livello che &egrave; diverso dalla lingua
o dalla nazionalit&agrave;. Suonare &egrave; un linguaggio in comune: uno scambio di punti di vista attorno
a un perno condiviso. Uno strumento &egrave; un&rsquo;interfaccia e in quanto tale cerca di aggrapparsi
(oppure a sua volta fa da appiglio) a caratteristiche che le persone o le cose hanno in comune. Questo
&egrave; uno degli aspetti che caratterizza il percorso che stiamo seguendo con un * salta. Abitando il
panorama tecnologico cerchiamo di rimodellarlo creando nuovi strumenti, che sono alla fine nuovi modi di
percepire e trasformare la realt&agrave;. C&rsquo;&egrave; poi un&rsquo;intima gioia nei risultati
inaspettati: una passione per l&rsquo;arte e il design generativi e parametrici che con il tempo sta
maturando verso un tipo diverso di imprevedibilit&agrave;, che &egrave; quello della relazione. E la
relazione &egrave; sempre per me da intendersi come mediata da un certo tipo di tecnologia o codice o
registro (che sia la confusione di un bot di Telegram o la formalit&agrave; di una sala di teatro poco
cambia credo) quindi andando a pensare dei diversi modi di relazione che siano di natura tecnologica o
performativa o qualsiasi altra cosa, andiamo </span><span class="c1">s&igrave;</span><span
class="c1">&nbsp;a direzionare e scatenare delle cose, ma sempre condite di </span><span
class="c1">quell&rsquo;instabilit&agrave;</span><span class="c13 c1">&nbsp;che da un momento all&rsquo;altro
se ne esce con perle incredibili o rischia di esplodere o semplicemente non &egrave; come te la eri
immaginata all&rsquo;inizio. &nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Adesso due episodi capitati a Koubanao: il primo riflette l&rsquo;idea di
strumento come interfaccia e quindi linguaggio in comune; il secondo parla di questa meraviglia ed &egrave;
per me il segno che la nostra performance finale abbia funzionato almeno un po&rsquo;. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Il primo episodio si colloca nei giorni finali dei laboratori, quando ormai la
maggior parte degli studenti aveva la propria landing page da battaglia e pi&ugrave; o meno tutti erano
riusciti ad accedere ed usare il bot del dizionario. Sia con il bot sia con il prototipo del sito della
performance hanno iniziato a usare le meccaniche del gioco per scrivere frasi su di noi. Non pi&ugrave;
parole comuni o termini colloquiali per il vocabolario, ma frasi rivolte proprio proprio a noi. Come un modo
per riconoscersi all&rsquo;interno di questo nuovo discorso collettivo, come se l&rsquo;algoritmo fosse una
scatola perfettamente trasparente attraverso cui ci vedevano. Questa cosa mi ha colpito e mi ha fatto
percepire come lo strumento che avevamo preparato fosse un ponte tra noi due stranieri estranei che si
volevano incontrare, portando ognuno le proprie forme e modalit&agrave; all&rsquo;altro. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Il secondo episodio</span><span class="c1">&nbsp;&egrave; stato durante la
performance finale, ai piedi dell&rsquo;acquedotto. Una specie di testamento manifesto o capsula del tempo o
anzi una capsula culturale che anzich&eacute; nel futuro spediva i messaggi attraverso le barriere
linguistiche. La stratificazione linguistica di quella zona &egrave; davvero notevole e tutti avevano
qualcosa da scoprire, persino gli adulti. Penso che uno dei momenti pi&ugrave; belli di tutto il viaggio sia
stato vedere </span><span class="c1 c16">le censeur</span><span class="c1">&nbsp;(vicepreside) del liceo
seduto in mezzo ai ragazzi estasiato nell&rsquo;aver imparato o finalmente intuito una parola djola per poi
vederla moltiplicarsi in wolof, inglese, italiano, tedesco, bergamasco ecc. La sua gioia era la nostra
perch&eacute; quello</span><span class="c1">&nbsp;strano sistema di computer siti e proiettori</span><span
class="c1">&nbsp;funzionava non solo nel lato della macchina, ma anche in quello delle persone. </span><span
class="c1">Attivava</span><span class="c1">&nbsp;delle discussioni e dei confronti. Permetteva una
partecipazione strana e orizzontale rispetto alla formalit&agrave; dell&rsquo;ambiente scolastico. Metteva
in discussione la natura di certi modi di dire, la loro trascrizione e il loro significato letterale o
simbolico. In qualche modo creava delle storie di cui poteva godere anche chi era pi&ugrave; restio al
prendervi parte e se ne stava seduto in fondo.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Come sempre fare le cose &egrave; importantissimo. Sono dei momenti di verifica
preziosi in cui cento cose che si scoprono non funzionare insegnano tanto quanto quelle che hai imparato nei
mesi di preparazione. Ed &egrave; per questo che nonostante tutte le criticit&agrave; questo viaggio
&egrave; stato un gran successo.</span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c17 c32 c96"></span></p>
<p class="c2"><span class="c73 c75 c96 c17 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c73 c75 c17 c32 c106">Audio Performance </span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">Anche una componente sonora &egrave; stata pensata per /web dij safoul : hello
world, una collaborazione su pi&ugrave; livelli tra i due &ldquo;addetti al sonoro&rdquo; del collettivo:
Tiziano e me (uso le virgolette perch&eacute; anche altri componenti del gruppo hanno grandi abilit&agrave;
musicali, ma semplicemente in questo contesto hanno scelto di concentrarsi su altri aspetti). </span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">L&rsquo;idea alla base era quella di un ascolto decentralizzato che potesse
fare uso dei mezzi a disposizione nel villaggio: i gi&agrave; pi&ugrave; volte accennati smartphone, diffusi
e popolari tra i nostri studenti, e, per la prima volta nella mia esperienza, di una trasmissione radio in
diretta. Quello che cercavamo di ottenere era quindi un </span><span class="c17 c16 c32">array </span><span
class="c17 c32">di</span><span class="c17 c16 c32">&nbsp;speaker</span><span class="c12 c32">, o se volete
degli ascolti &ldquo;intimi&rdquo;, che permettessero la spazializzazione nell&rsquo;area d&rsquo;interesse
della performance di un&rsquo;unica sorgente: la trasmissione radio della stazione del Kdes, Kalounayes
FM93.2.</span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">&nbsp;</span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">Durante tutta la nostra permanenza, attraverso un piccolo microfono Zoom, varie
riprese audio sono state realizzate cercando di cogliere aspetti interessanti di ci&ograve; che ci accadeva
intorno. Queste hanno portato alla raccolta di materiale molto diverso. </span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">Per preparare la performance abbiamo seguito un approccio ibrido: una
composizione su </span><span class="c17 c16 c32">fixed media</span><sup class="c17 c16 c32"><a
href="#ftnt15" id="ftnt_ref15">[15]</a></sup><span class="c17 c32">&nbsp;&egrave; stata da me realizzata
a partire da quei </span><span class="c17 c16 c32">field recordings, </span><span class="c12 c32">e
un&rsquo;improvvisazione live &egrave; stata eseguita durante la performance: </span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 353.89px; height: 471.86px;"><img
alt="" src="images/image64.jpg"
style="width: 353.89px; height: 471.86px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">Il materiale preparato era composto principalmente da registrazioni di giochi
di gruppo che le bambine e i bambini ci </span><span class="c17 c32">regalavano</span><span
class="c17 c32">&nbsp;durante i pomeriggi al campement e che definire Musicali non mi pare fuori luogo. In
particolare un gioco che </span><span class="c17 c32">assomigliava</span><span class="c17 c32">&nbsp;al
nostro &ldquo;battimani&rdquo; mi aveva molto incuriosito. Esso differiva dalle nostre versioni, o almeno da
quelle che mi &egrave; sempre capitato di vedere o giocare, soprattutto perch&eacute; si giocava in maniera
da tenere il ritmo con mani, piedi e parole. Era poi caratterizzato da una turnazione decisa in base a chi
sbagliava la scansione ritmica di questi tre elementi, che veniva appunto </span><span
class="c17 c32">rimandat</span><span class="c12 c32">* &ldquo;alla fine della fila&rdquo;. Da queste
registrazioni, e dal ritmo ipnotico di questo gioco, ho costruito un breve brano dal sapore
&ldquo;dance&rdquo; ma comunque poco collocabile nella concezione di genere che ci portavamo da casa.</span>
</p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">&nbsp;</span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">Accennavo all&rsquo;approccio ibrido perch&eacute; la durata di questo brano
(4:54) non era di certo sufficiente a coprire quella della performance. Ecco che ci siamo quindi attrezzati,
aiutati anche dal responsabile della radio del Kdes, per trasmettere in diretta una performance nella
performance, eseguita live. Essa era costruita sul classico metodo caratteristico di </span><span
class="c17 c32">Cloudwatchers,</span><span class="c12 c32">&nbsp;progetto di musica ambient improvvisata di
cui io e Tiziano siamo membri fondatori. </span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">Le gi&agrave; citate registrazioni ambientali, anche in questo caso di giochi
di gruppo dei bambini, venivano &ldquo;stretchate&rdquo; algoritmicamente (&ldquo;spalmate
temporalmente&rdquo; con </span><span class="c17 c16 c32">pitch </span><span class="c17 c32">inalterato)
rendendole pi&ugrave; simili a dei droni dall&rsquo;evoluzione lentissima. Questo per creare un tappeto su
cui Tiziano improvvisava </span><span class="c17 c32">liberamente</span><span class="c12 c32">, utilizzando
lo strumento costruito per lui dal falegname del villaggio. Dialogando quindi con i suoni trattati ed
esplorando le caratteristiche dello strumento da poco in suo possesso. (vedi foto) </span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">Come usuale nella nostra collaborazione un processo di feedback veniva messo in
atto: il suono dello strumento artigianale veniva catturato da un microfono a contatto e trattato a sua
volta in maniera algoritmica per essere poi mixato e trasmesso attraverso le polverose (ma incredibilmente
collaudate) attrezzature della stazione radio di Coubanao. </span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">L&rsquo;idea della radio &egrave; sorta principalmente per la scarsit&agrave;
di mb a disposizione dei nostri studenti, e/o del nostro router, dedicato a garantire il funzionamento delle
altre componenti della performance. Sarebbe stata quindi impensabile una trasmissione in streaming online
anche del materiale audio.</span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">Se la nostra idea nella teoria trovava grande riscontro, e anche un qual certo
sapore &ldquo;sperimentale&rdquo; dato dall&rsquo;utilizzo di una tecnologia vetusta come quella della radio
FM in un contesto del genere, la pratica si &egrave; come sempre dovuta scontrare con la realt&agrave;.
Innanzitutto non tutti i telefoni sono dotati di ricevitore FM, paradossalmente pi&ugrave; un telefono
&egrave; moderno minore &egrave; la possibilit&agrave; che questa tecnologia vi sia nativa, insieme poi al
discorso sulla fascia di prezzo. Questo aspetto tagliava fuori una buona percentuale degli studenti
dall&rsquo;ascolto decentralizzato. </span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">Per sopperire a questa mancanza ci siamo ingegnati usando il
&ldquo;monitor&rdquo; della cabina di regia da cui veniva trasmessa radio </span><span
class="c17 c32">Kalounayes,</span><span class="c12 c32">&nbsp;vale a dire un grosso stereo collegato a
un&rsquo;ausiliaria del mixer, cercando di posizionarlo direzionato il pi&ugrave; possibile verso
l&rsquo;area della performance.</span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">C&rsquo;&egrave; poi da riscontrare anche una certa differenza di concezione,
inevitabile e forse scontata, nel percepire la musica. Ricordo perfettamente la quasi totale
refrattariet&agrave; dei nostri studenti al materiale proposto, culminata nella domanda di alcuni
(l&rsquo;incubo di ogni musicista sperimentale): &ldquo;Ma quando comincia?&rdquo;</span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">&Egrave; chiaro che l&rsquo;azzardo della nostra proposta andava a scontrarsi
fortemente con una concezione molto diversa del fenomeno musicale. Non peggiore n&eacute; migliore, ma
differente, emersa in maniera decisa nei nostri ascoltatori/partecipanti alla performance. Durante la nostra
permanenza la musica ascoltata si poteva, </span><span class="c17 c27 c32">secondo me</span><span
class="c17 c32">, classificare in due tipi principali, che ora </span><span
class="c17 c32">definir&ograve;</span><span class="c12 c32">&nbsp;con canoni occidentali: </span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<ol class="c18 lst-kix_u794l3nw6ro8-0 start" start="1">
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c12 c32">la musica tradizionale/folklorica/popolare: essenzialmente
rituale, eseguita da percussioni di ogni tipo e a volte semplici strumenti a fiato ad accompagnamento
del ballo, parte appunto della tradizione e dei suoi riti;</span></li>
<li class="c15 c22 li-bullet-0"><span class="c17 c32">il mainstream moderno: che risente fortemente
dell&rsquo;attitudine della precedente ma che &egrave; stata sottoposta alla commistione con
l&rsquo;occidente, con il mercato, con gli influssi coloniali onnipresenti.</span></li>
</ol>
<p class="c2 c72"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c12 c32">In un panorama di questo genere poco spazio viene lasciato a ogni elemento
altro rispetto a quelli precedentemente accennati, il che &egrave; stato decisivo per la ricezione da parte
dei ragazzi di quello che veniva trasmesso.</span></p>
<p class="c15"><span class="c17 c32">Sarei decisamente curioso di conoscere l&rsquo;eventuale reazione di un
ascoltatore di radio </span><span class="c17 c32">Kalounayes</span><span class="c17 c32">&nbsp;durante la
performance, ascoltatore che, nonostante gli avvisi dello speaker, fosse totalmente all&rsquo;oscuro della
nostra </span><span class="c17 c32">operazione&hellip;</span><span class="c12 c32">&nbsp; &nbsp;</span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 260.00px; height: 801.64px;"><img
alt="" src="images/image9.png"
style="width: 260.00px; height: 801.64px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c2"><span class="c12 c32"></span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c9">&#x1f951;</span><span class="c32">&nbsp;</span><span class="c12 c19">Senza
aggiungere troppo a quello che gi&agrave; &egrave; stato esaustivamente detto da Alessandro, mi limito a
fare una chiosa su quello che per noi &egrave; stato il principio necessario di attuazione della performance
sonora: la contestualizzazione.</span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">Mi spiego meglio, seppur i presupposti musicali e di risultato fossero ben
lontani dal contesto geografico e musicale del luogo, in realt&agrave; quello che volevamo far
&ldquo;suonare&rdquo; era proprio il luogo, il contesto. </span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c17 c19">Questa cosa si riscontra su pi&ugrave; piani nella costruzione del
canovaccio di base partendo dal </span><span class="c17 c19 c16">field recording </span><span
class="c12 c19">di situazioni giornaliere e uniche: il gioco ritmico delle bambine, il vociare delle
persone. Ma anche nell&rsquo;esecuzione finale: la scelta obbligata della riproduzione attraverso
l&rsquo;emittente radio, l&rsquo;utilizzo dello strumento costruito dal falegname del villaggio. Tutti
elementi che hanno contribuito ad un risultato unico e irripetibile se non da una presenza fisica e nemmeno
virtuale a Coubanao.</span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">L&rsquo;esempio pi&ugrave; calzante forse &egrave; proprio lo strumento
costruito dal falegname.</span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">Faccio un passo indietro, nella preparazione del viaggio da studente di
musica che ero, mi sentivo privilegiato e impaziente di arrivare in Africa e godere della musica africana
dei tamburi dei canti delle Kore cristalline. Purtroppo l&rsquo;Africa &egrave; grande e la regione in cui
siamo stati, e ancor pi&ugrave; Coubanao, non era particolarmente conosciuta per avere dei musicisti e
nemmeno dei liutai specializzati. Ne consegue che quando sono arrivato dal falegname del villaggio &ndash;
uomo muscoloso color ebano seduto su una piramide di trucioli con un tronco in una mano e un machete
nell&rsquo;altra con tutti i numerosi figli intorno che lo guardavano lavorare &ndash; non sapevo bene cosa
chiedere. Lui mi ha tranquillizzato, abbiamo disegnato sulla sabbia la forma che volevo e il prodotto
&egrave; stato fatto senza tanti problemi: pelle di capra, guscio secco di cocco enorme, paletta di legno e
due corde di nylon.</span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">Il falegname non aveva mai fatto uno strumento prima d&rsquo;ora, questo
&egrave; stato necessario e elemento di irripetibilit&agrave; cercato. </span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">Probabilmente se fossi andato nel villaggio di fianco ci sarebbe stato un
altro falegname esperto in produzione di Kore, ma noi siamo a Coubanao e vogliamo far suonare Coubanao.
</span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">Lo strumento del falegname, il falegname, la capra morta per quello
strumento sono gli elementi di contestualizzazione cos&igrave; come le bambine che giocano a battimani e il
loro vociare. </span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">La mia improvvisazione con il liuto a manico lungo, che su base tecnica era
circoscritta a trarre qualche idea sonora dalle due corde attraverso slide, effetti e accenni relativi di
note, relativi perch&eacute; lo strumento non teneva l&rsquo;accordatura, assieme al rimaneggiare di Gambas
con Max/msp e Pure Data, diventa il coperchio finale per impacchettare quella che &egrave; stata
l&rsquo;audio performance in quel momento, a quella latitudine e longitudine, con un * salta e gli abitanti
di Coubanao.</span></p>
<p class="c55 c20"><span class="c12 c19"></span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c17 c19">Per portare ora la audio performance alla performance in atto. Alla domanda
perch&eacute; la necessit&agrave; di un &ldquo;colonna sonora&rdquo; ad una performance gi&agrave; di per
s&eacute; completa? La risposta &egrave; presto detta. Una volta identificate le due realt&agrave; su cui si
muoveva </span><span class="c17 c19 c16">/web dij safoul : hello world</span><span class="c12 c19">:</span>
</p>
<ol class="c18 lst-kix_xolmoz5quhu1-0 start" start="1">
<li class="c55 c46 c22 li-bullet-0"><span class="c12 c19">Quella virtuale delle proiezioni
sull&rsquo;acquedotto;</span></li>
<li class="c55 c46 c22 li-bullet-0"><span class="c12 c19">Quella reale dei partecipanti seduti sulla sabbia con
i loro smartphone a scambiarsi opinioni sulle possibili traduzioni.</span></li>
</ol>
<p class="c46 c55"><span class="c17 c19">Abbiamo riscontrato un vuoto, durante la progettazione, volevamo una terza
realt&agrave;, in un certo senso metafisica, che richiamasse, tipo eco riverberato nella testa, un
concentrato del vissuto in quel periodo. Non dovevano comparire esclusivamente, in quanto attori, noi
persone e le nostre scritte proiettate, doveva esserci una terza proiezione: quella delle sensazioni, dei
</span><span class="c26 c17 c19 c16">refrain.</span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">Il potere della musica sta nella sua capacit&agrave; selettiva e
riassuntiva di rappresentare situazioni volatili e inesplicabili a parole, anche perch&eacute;, a differenza
delle parole, teoricamente non dovrebbe avere bisogno di vocabolario</span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c12 c19">&nbsp;per essere compresa. </span></p>
<p class="c55 c46"><span class="c17 c19">Detto ci&ograve; quando l&rsquo;intento &egrave; sperimentale, come lo
&egrave; stato il nostro, pi&ugrave; che in termini puramente musicali si ragiona attraverso concetti. Ecco
perch&eacute; la scelta di creare un brano ripetitivo e insistente su pochi elementi, di nuovo: il gioco
delle bambine, il vociare delle persone, la scelta ritmica che potrebbe richiamare i bonghi sentiti nella
festa delle maschere, il suono del liuto allungato creato dal falegname. Tutti elementi volti alla creazione
di </span><span class="c17 c19 c16">refrain</span><span class="c12 c19">, echi nella testa, che seppur non
comprensibili in quanto produzione musicale, ma partecipanti a creare quel mondo parallelo delle sensazioni,
la terza realt&agrave; della performance; l&rsquo;ingrediente che fa si che quando ripenso a quei momenti
sento quei suoni che aprono porte a pozzi di ricordi e rendono tutto il viaggio in Senegal partecipe nel
momento della Performance a Coubanao.</span></p>
<p class="c55 c20"><span class="c12 c19"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<h3 class="c34 c70" id="h.kudjc3blk1r7"><span class="c21"></span></h3>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<h3 class="c34 c70" id="h.ro89zyoztnin"><span class="c21"></span></h3>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<h3 class="c34" id="h.m43oi0qoikr4"><span>Trascrizione della performance</span></h3>
<p class="c15"><span class="c7">&nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 293.72px; height: 521.50px;"><img
alt="" src="images/image40.jpg"
style="width: 293.72px; height: 521.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c25">alessandra</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">I morti non sono morti ma stanno dormendo</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">i morch ai dorma</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Malang Gningue</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Si motw&eacute;ss si l&eacute;toute bar&eacute; soka m&ocirc;ri</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Les morts ne sont pas mort ils dorment.</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">I morti non sono morti ma dormono</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">ka ketoum kou ketoute bare</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">lavorare &egrave; sempre lavorare assieme</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Arbeiten ist immer Zusammenarbeiten</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">ka ketoum kou ketoute bare ko kamore</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ada</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Bonjour</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ciao</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Edmisio Ernesto Gomis</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ka k&eacute;toum kou k&eacute;toute bar&eacute; KO kamore</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Come mangiare nello stesso piatto</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ada</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Come mangiare nello stesso piatto</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Malang Gningue</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">N&icirc; d&icirc; l&eacute;&eacute;k ak b&eacute;&eacute;n togou beus bou
n&eacute;&eacute;k</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Federico</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Compartilhar comida</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kadiabouroung kan&eacute; Kane ka soumeuke</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">B&eacute;b&eacute; chou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">T&ocirc;biass maa gnaa kou souma</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Qua moqu&egrave;ne ou gn&egrave;ne di cayraille</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Malang Gningue</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">N&icirc; d&icirc; l&eacute;&eacute;k ak b&eacute;&eacute;n togou beus bou
n&eacute;&eacute;k</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Reisen macht gl&uuml;cklich</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">kadiabouroug kou kan&eacute;kane kasoumeuk</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">B&eacute;b&eacute; chou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">T&ocirc;biass ma toum &agrave; bosst&eacute;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Malang Gningue</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Touki dalaye maye yarame</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seynabou Di&eacute;dhiou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kadiabouroung kou kan&eacute; Kane ou keuleu</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fulbert Christian diatta</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kadiao koukan&eacute;kann kalouk</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">sokhna sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Touky daytakh gua guand&ecirc;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Edmisio Ernesto Gomis</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kadiabouroung kou kan&eacute;kane kassoumeuk</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Reisen macht auch dick</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kadiabroug ka kane kasoumey</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">seydou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ni furiaf Di ebook yako unne un</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Touki deye diokh&eacute; mekt&eacute;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Baisse karo malileule</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Dameye teube ak danou ci khale bi pala force ak b&eacute;n&eacute;ne
teube</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">kadiabouroug koukan&eacute;kan moukeuleu fana</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">B&eacute;b&eacute; chou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ann dakh ding kob&eacute; ak tchokh&eacute; unka boula dakha</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seynabou Di&eacute;dhiou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Babal&eacute; ni lo da samoun&eacute;ss g&eacute;r&eacute; &eacute; l&eacute;te
pi lane y bal</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Malang Gningue</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ma teup ma danou si xal dinano d&eacute;ff ma d&eacute;fate b&eacute;n&eacute;ne
teup</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fulbert Christian diatta</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Hi foum&eacute; ban li lo&oacute; li sanbounasou ha ni mit hi foume</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Olof</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Erica</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Salto e cado dentro il fuoco, salter&ograve; di nuovo</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">sokhna sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Damay teup danou si khal para force damay teubate</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ndi&eacute; &eacute;baal Ni lo di sambunas f&eacute;&eacute;r&eacute; let pan ni
laagn ibaal</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">I jump and I fall into the forced fire I will make another jump</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Dama teup si taal nekh nakari dama wara teubate</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">B&eacute;b&eacute; chou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Bouma teub&eacute; maa daanou si khall bii DINA teubabatt</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Man thiate an yire di bro an kaka thiate</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">kamboukan&eacute; ibaledia milo da samounas pilanibal</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ibaledia mi tobodies samouneuse fraye &eacute;lete bani lagne ibale</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Le grand but de l&#39;&eacute;ducation n&#39;est pas le savoir mais
l&#39;a</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">The great goal of education is not knowledge but action</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kakaragnak nafaay yooliko let &eacute;mandiey bar&eacute; &eacute;kaaney</span>
</p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Rachid</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Nafay yati kakararang latin emandje bare di ba kanerab</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seydou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Nafaye yamakey uaticacourak</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Malang Gningue</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ngu&euml;rignou diangue bou reuy bi dou xam xam want&eacute; dieufingue bi
leu</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Das gro&szlig;e Ziel der Erziehung ist nicht Wissen, sondern Handeln</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seynabou Di&eacute;dhiou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Nakaye yeumeuk&eacute;ye yeti kakaraghank &eacute;kanoute
&eacute;mandi&eacute;ye bar&eacute; di ba kan&eacute;rab</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ndiarignou diang dou kha kham banga sii ame way&eacute; limouy deff si
ioe</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">sokhna sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ngu&euml;riniou diague dou kham kham way&ecirc; dieuf dieuf la</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ou y&eacute;k bousouk thikhe pe m&eacute; ma athi pe ro</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">nafaye yeumeuk&eacute;ye y&eacute;ti kakaraghank l&eacute;ti &eacute;mandiey
bar&eacute; &eacute;kaney</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fulbert Christian diatta</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Wahaou oueumeukeuu watta kadian inti kahass m&eacute;l&egrave; kakanakou</span>
</p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Qualityquenaque quemequeque di ka karaghak lety di Emandiaye bare di
bacanerabe</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">B&eacute;b&eacute; chou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">O grande objetivo da educa&ccedil;&atilde;o n&atilde;o &eacute; conhecimento mas
a&ccedil;&atilde;o</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Il grande obiettivo dell&#39;educazione non &egrave; il sapere ma
l&#39;azione</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">We miss the big cities</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Sisukes seumeukes si kaan&eacute; kaan kalabo</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ci mancano le grandi citt&agrave;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Big cities are annoying</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Edmisio Gomis</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Man nor di ngue thiak ngu&eacute;k</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Malang Gningue</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Deuk you mague yi n&eacute;khou gnou</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Nekk si deuk you reuyi dafmay sonnal</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span>Si soukese seumeukese si litenelitenew.</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kateyenak &eacute;ba</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Dawal velo ndirounama lou guene follou ke dawal auto</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">andare in bici mi sembra pi&ugrave; gioioso che guidare una macchina</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ka t&egrave;en eb&eacute;ekann koukoyome li kat&egrave;enn &eacute;oto</span>
</p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">kat&eacute;nak b&eacute;can&eacute;y kou koyoumame kat&eacute;nak
&eacute;wotey</span></p>
<p class="c28 c50 c17"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Internet: per apprendere, per scoprire, per restare vicini</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">erica</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Internet: per imparare, per scoprire, per essere pi&ugrave; vicini</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Internet: imparare, scoprire, stare vicino</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seydou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kateynak ebecaney cadionene eniley</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Internet nguir diangue,ak kham,ak di&eacute;ganto</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Edmisio Gomis</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ka tey&eacute;nak &eacute;b&eacute;kaneye &eacute; fan m&eacute; canam i contani
kat&eacute;y&eacute;nak &eacute;wautey</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kateyenak Kati ebekaney cou coymame ca Kateyenak ewotoye</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seynabou Di&eacute;dhiou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Intern&eacute;t&eacute;ye:b&eacute; kakarang,b&eacute;
&eacute;mandi&eacute;ye,b&eacute; ka lofore</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Internet: to learn, to discover, to stay close</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kateyenak kati &eacute;b&eacute;kaaney kufagh&eacute; mankusuum&eacute;
&eacute;woteuy</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c17 c28"><span class="c7">Iinnti Dakar bal&eacute; louilo oubadial kasoumay</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">El hadji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Laty Dakar keyo nous diebe badiey kayray</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Dou Beuss bou neke legni guiss mekt&eacute; Dakar</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Non &egrave; sempre a dakar che possiamo trovare la felicit&agrave;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">non sempre a dakar si trova la fortuna</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">&eacute;gn&eacute;sey di erousey:mou mandie mou diouke</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seynabou Di&eacute;dhiou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">L&eacute;ti nanossanne Dakar kou badi&eacute;me ka&iuml;raye</span></p>
<p class="c17 c31"><span class="c25">El hadji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Bee ewagne badianguatab</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Be wagneye ba diaguatabe</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">sokhna sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Di na beuy gu&ecirc;rt&ecirc;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">fatoumata sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Kanout Dakar keb nughoolen&#279; ubaj kay&#279;raay</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seynabou Di&eacute;dhiou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Pani wagne ba diaghatabe</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">sokhna sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Li wagn ba diangatabe</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">B&eacute;b&eacute; chou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Vou cultivar amendoins</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Coltiver&ograve; le noccioline</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span>Dou dakar rekk la ban&eacute;kh rekk </span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Soumansoum mani Kane gna adiola.0&hellip;)</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Mane dama fonke Lima don&eacute; kaw kaw</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Edmisio Gomis</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Pi wagne</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">sokhna sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">B&eacute;gue na di louma n&ecirc;kk&eacute; kawkaw</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Seynabou Di&eacute;dhiou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Soumame soume mi kane nia ane &eacute;ty &eacute;ssouke</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Li ma doon ak campagnard ndam la sii maan</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">El hadji</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Sono orgoglioso di essere un villaggio</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">null</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Li contan&eacute; ni can mo asoukeu</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">B&eacute;b&eacute; chou</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Tenho orgulho de ser uma alde&atilde;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Io sono fiero di essere un buzzurro</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">di bergamo</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">&Eacute;kine karamba kankaan wasuumeum</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Edmisio Gomis</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ni coutani contani mi Kane diam an mandiak</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">sokhna sane</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Dama b&eacute;&eacute;gue si louma n&eacute;kk&eacute; kawkaw</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ousmane badji</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">soumansoum mikanenia a villageois</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">ZUMA</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Boucan&eacute; boucanak d Boucan&eacute; boucanak dji coumangn ediaye
Boucan&eacute; boucanak dji coumang caloulouy</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ekaan ane ati karamba kankaan waf wasuumeum</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Edmisio Gomis</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">&lt;&gt; bob&eacute;ye &eacute; dialo</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">Amina BADIANE</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Ekonectionghey beyma ediaw mulo?</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">khady</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">Faan la connexion bi di diougu&eacute;</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">oi</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span class="c7">oi</span></p>
<p class="c31 c17"><span class="c25">kamo</span></p>
<p class="c28 c17"><span>oi</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<h3 class="c34 c70" id="h.flrhi6x2rk0k"><span class="c21"></span></h3>
<h3 class="c34 c70" id="h.u68o9aic8hcu"><span class="c21"></span></h3>
<h3 class="c34" id="h.wx4hvwpewu11"><span class="c21">Stack tecnico</span></h3>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">&#x1f31e;</span><span class="c1 c27">Dizionario Crowdsourced Djola </span><span
class="c1">&#8646;</span><span class="c35 c1 c27">&nbsp;Francese</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Telegram Bot</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Descrizione:</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Tramite un bot di Telegram e una chat di gruppo abitata da noi, i ragazzi e i
professori era possibile compilare un dizionario &nbsp;djola &#8646; francese in forma collettiva e
partecipata.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Funzionamento</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">sintassi</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">/web parola in djola : traduzione in francese</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1 c27">Stack tecnico</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">L&rsquo;API (application programming interface) di Telegram &egrave; open,
documentata e semplice da implementare. Attraverso di essa si pu&ograve; creare un BOT che &egrave;
praticamente un utente virtuale, un robot che fa da interfaccia tra le persone reali e degli script o delle
funzionalit&agrave; complesse implementate in forma di chat. L&rsquo;API &egrave; tutta la serie di comandi
a cui questo bot ha accesso ed &egrave; in grado di capire e usare per ricevere o emettere input dagli
utenti o dal mondo esterno. Questi comandi permettono di elaborare informazioni a partire dai messaggi o
dalle immagini o audio che gli utenti mandano al bot.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Il nostro bot dizionario ascoltava tutti i messaggi che iniziavano con il
comando /web e che seguivano la sintassi precisa &rarr; parola djola : traduzione francese. Attivandosi solo
con quel comando se ne stava buono e non rompeva o ci spiava e non si intrometteva nei discorsi quando
parlavamo di altro. Una volta ricevuto il messaggio rispondeva gentilmente a chi gliel&rsquo;aveva mandato,
lo processava lato server su un piccolo spazio online di Google Apps Script estraendo tutte le info utili di
cui per prime la parola e la sua traduzione, per poi andarle a inserire in uno spreadsheet online,
accessibile e comodo per organizzare le informazioni. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Il prossimo passo verso cui vorremmo muoverci &egrave; quello di </span><span
class="c1">affrancarci</span><span class="c13 c1">&nbsp;dai servizi google, che sono super comodi ma
diventano sempre pi&ugrave; pervasivi e impiccioni. Purtroppo confrontarsi con queste tecnologie &egrave;
sempre difficile in quanto la loro diffusione e il loro funzionamento &egrave; direttamente proporzionale a
quanti colpi di stato organizzano in Sud America o quanta Africa sfruttano per costruire i propri
processori. Ma ci stiamo lavorando. Per ora siamo un po&rsquo; della filosofia prima facciamo funzionare le
cose? Poi risolviamo i punti deboli tra cui il non farci eventualmente complici de sti criminali
bastardi.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">/web dij safoul : hello world</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Performance di traduzione collettiva, web app + videoproiezioni
interattive</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Descrizione</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">In un sito sviluppato apposta per la performance era possibile proporre la
propria traduzione di alcune frasi scritte assieme ai ragazzi della scuola. Ecc spiegatela voi non ho
voglia</span></p>
<p class="c2"><span class="c35 c1 c27"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Funzionamento</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">L&rsquo;azione &egrave; contesa tra due dispositivi: uno &egrave; il telefono
dei partecipanti, l&rsquo;altro un acquedotto che si trasforma nello schermo per una proiezione interattiva.
Su questo acquedotto venivano proiettati dei messaggi in francese, che era la lingua franca, e ognuno dal
telefono poteva inviare e aggiungere alla proiezione la traduzione nella propria lingua.</span></p>
<p class="c2"><span class="c35 c1 c27"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Stack tecnico</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Gli attori di questa performance sono:</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Gli smartphone dei partecipanti</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Che sono i vari client del sito che abbiamo sviluppato in occasione del
lavoro.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Era praticamente una chat, con un pannello che riceveva la frase da tradurre che
stavamo proiettando in quel momento. In questo modo anche chi non era a Coubanao poteva partecipare.</span>
</p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Il sito &egrave; stato sviluppato con node js e prototipato agile senza nessun
framework: html css js lisci e via.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">&Egrave; stato messo online tramite la combo Gitlab Pages + Heroku a gestire la
componente server</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Il server</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Ovvero il computer sparso chiss&agrave; dove nel cloud che permette la
connessione tra i client e quindi tutti i dispositivi connessi al sito.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Dopo qualche esperimento abbiamo scelto Heroku come piattaforma su cui
appoggiarci.</span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Il server si </span><span class="c1">occupava</span><span class="c13 c1">&nbsp;di
ricevere i messaggi dal telefono di ciascuno e spedirli agli altri, nonch&eacute; anche al nostro computer
in regia, che agganciato al proiettore illuminava tutto l&rsquo;acquedotto. La connessione &egrave; stata
gestita via websocket, che &egrave; un protocollo facile da implementare, leggero e reattivo,
particolarmente adatto alle applicazioni real time e live. In questo modo un messaggio spedito dalle persone
arrivava istantaneamente proiettato sull&rsquo;acquedotto e questo rafforzava il senso di partecipazione,
coinvolgimento ed empowerment.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c35 c1 c27">Il nostro setup di computer e proiettore / regia sotto
l&rsquo;acquedotto</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c1">Collegato in linea diretta con il server e di conseguenza anche con i client
smartphone connessi. Da qui spedivamo la frase di riferimento pescandola tra la lista cui avevamo lavorato
con i ragazzi. Il lato software interattivo / grafico era scritto in vvvv, un linguaggio di programmazione
visuale molto comodo &rarr; leggero &rarr;agile &rarr;utile nella prototipazione e performante nello
sviluppo. Con questo abbiamo video-mappato l&rsquo;acquedotto del villaggio e ci abbiamo spalmato sopra le
scritte che arrivavano.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<p class="c43 c50 c82 title" id="h.w2tvxody87ew"><span class="c40"></span></p>
<h1 class="c6" id="h.wtr6i4anw3jw"><span class="c41 c49 c56">5. Finale romantico</span></h1>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<h2 class="c65 c43" id="h.bxvm95gv42no"><span class="c45 c41">Pandemia positiva</span></h2>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">&#x1f32a; </span><span class="c32">Beh se siete arrivati fin qui immaginiamo che il
collettivo un * salta vi stia un po&rsquo; simpatico, o forse che ci odiate a morte&hellip; In entrambi i
casi (soprattutto il secondo) vi invitiamo al confronto, vi invitiamo alla condivisione, perch&eacute; il
vero punto di questa pubblicazione &egrave; il triggering di un processo che abbiamo chiamato collettivo, ma
la cui evoluzione &egrave; sfuggente. Quello che questa pubblicazione vorrebbe portare alla luce &egrave; un
metodo di ricerca indipendente slegato dal piano accademico. Un metodo non del tutto qui formalizzato, per
una ricerca sociale trasversale che guardi al globo come limite e al web come </span><span
class="c32">pandemia positiva. </span><sup><a href="#cmnt123" id="cmnt_ref123">[ds]</a></sup><sup><a
href="#cmnt124" id="cmnt_ref124">[dt]</a></sup><sup><a href="#cmnt125"
id="cmnt_ref125">[du]</a></sup><sup><a href="#cmnt126" id="cmnt_ref126">[dv]</a></sup><sup><a
href="#cmnt127" id="cmnt_ref127">[dw]</a></sup><sup><a href="#cmnt128"
id="cmnt_ref128">[dx]</a></sup><sup><a href="#cmnt129" id="cmnt_ref129">[dy]</a></sup><span
class="c32">&nbsp;</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c1"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">Durante la lunga stesura di questo testo, iniziata una volta tornati dal Senegal,
il mondo ha subito uno sconvolgimento cataclismico </span><span class="c1">&#x1f31e;Tiziano si &egrave;
</span><span class="c1">fidanzato</span><sup><a href="#cmnt130" id="cmnt_ref130">[dz]</a></sup><sup><a
href="#cmnt131" id="cmnt_ref131">[ea]</a></sup><sup><a href="#cmnt132"
id="cmnt_ref132">[eb]</a></sup><sup><a href="#cmnt133" id="cmnt_ref133">[ec]</a></sup><span
class="c1">&nbsp;con una ragazza francese </span><span class="c13 c32">&#x1f32a; che non nomineremo per non
appesantire di inutile retorica le ultime pagine del nostro lavoro. Questo stravolgimento per&ograve;
sar&agrave; probabilmente visto dagli storici come uno spartiacque fondamentale per l&rsquo;analisi del
fenomeno internet.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">&#x1f335; </span><span class="c9">A maggior ragione, sono urgenti delle riflessioni
sul tema. Spesso non ci rendiamo conto del brodo digitale in cui sguazziamo. Lo sviluppo tecnologico non
&egrave; un processo reversibile, per questo c&rsquo;&egrave; bisogno di </span><span
class="c9">assimilarlo,</span><span class="c9">&nbsp;processarlo e dargli forma. Restando fedeli al nostro
italianissimo cuore e al resto della pubblicazione, mi permetto di dire che delegare l&rsquo;invenzione
della ricetta del brodo &egrave; una totale forma di disimpegno. un * salta crede che ci siano infinite
ricette e vuole provarle tutte, perci&ograve; ci auguriamo che in qualsiasi modo abbiate sorseggiato i
capitoli, qualcosa sia entrato in circolo. Tirarsi indietro significa ignorare tutte le questioni
ambientali, sociali, economiche, politiche ontologicamente diluite in questa rete fisico-virtuale.<br>Siamo
in grado di decentralizzare lo sviluppo e trasformarlo in evoluzione? </span></p>
<h2 class="c43 c88" id="h.elkut7f9ewk0"><span class="c73 c75 c38 c90"></span></h2>
<h2 class="c43 c104" id="h.1rqw0qjcgda"><span class="c73 c75 c38 c90">un * salta</span></h2>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<h1 class="c6 c60" id="h.kmrqlgy64t60"><span class="c73 c75 c56"></span></h1>
<h1 class="c6" id="h.inbcm6y8tmd8"><span class="c73 c75 c56">6. Ringraziamenti</span></h1>
<p class="c2"><span class="c13 c9"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Beh io ringrazierei subito Federico Poni che quando vuole &egrave; in grado di
sfoggiare una grande dote: l&#39;entusiasmo. Senza di quello a Koubanao non ci saremmo mai
andati.</span><span class="c19">&nbsp;Anche io ringrazio Federico Poni, un abbraccio ad un amico
coraggioso.</span><span class="c13 c9">&nbsp;Poi un grazie di cuore al Comitato Pavia Asti Senegal, che con
la sua rete di contatti sul territorio e un molto apprezzato contributo pecuniario ci ha agevolato
l&rsquo;organizzazione e la permanenza.</span></p>
<p class="c15"><span class="c1">Barsa</span><span class="c1">&nbsp;</span><span class="c1">Sagna</span><span
class="c30">&nbsp;</span><span class="c3">che commenta sotto ogni foto che </span><span
class="c3">postiamo;</span><span class="c3">&nbsp;</span><span class="c32">Seydatouna</span><span
class="c32">&nbsp;Khadija Badiane </span><span class="c1">B&eacute;b&eacute; b&eacute;n&eacute; </span><span
class="c1">tiwoliyo</span><span class="c1">&nbsp;b&eacute;n&eacute;</span><span class="c32">; </span><span
class="c1">Malamine Di&eacute;m&eacute; </span><span class="c9">uno degli uomini pi&ugrave; integri mai
conosciuti, nostro saggio protettore, a quel tempo da poco padre di due gemelle</span><span
class="c1">;</span><span class="c30">&nbsp;</span><span class="c3">Papaclass l&#39;entrepreneur futuro
programmatore di app;</span><span class="c30">&nbsp;</span><span class="c1">Malamine</span><span
class="c1">&nbsp;Tamba, </span><span class="c9">che ci ha ospitati per un buonissimo pranzo a casa sua e ci
ha guidati a Dakar;</span><span class="c1">&nbsp;Badji Elhadji</span><span class="c30">,</span><span
class="c1">&nbsp;il preside</span><span class="c30">&nbsp;</span><span class="c3">silenzioso; </span><span
class="c1">Paco</span><span class="c30">&nbsp;</span><span class="c3">lo spadaccino delle ram; tutti gli
student che ci scrivono che manchiamo a Koubanao; tutti gli student* con cui non abbiamo scambiato parola e
guardavano straniti questi lulum bianchi che arrivavano in cortile mentre loro se ne uscivano; l ragazzino
che ci vendeva le </span><span class="c3">cochette nontroppofresche</span><span class="c3">&nbsp;allo shop;
Buba,</span><span class="c9">&nbsp;un incredibile soggetto la cui pi&ugrave; grande passione era mangiare e
fare il vagabondo fra un villaggio e l&rsquo;altro</span><span class="c3">&nbsp;innamorato di
Sofia</span><span class="c30">&nbsp;</span><span class="c83 c27 c64">&#x1f620;</span><span
class="c3">;</span><span class="c3">&nbsp;tutti gli altri amanti di Sofia</span><span
class="c30">&nbsp;</span><span class="c3">e di Erica che sognavano un matrimonio a Milano;
l&rsquo;importante tenacia di Lamine nel voler restare a Koubanao a coltivare arachidi; la dottoressa
dell&rsquo;ambulatorio che ci ha regalato una visita quando abbiamo avuto la febbre e che voleva chiamare
coi nostri nomi la creatura che portava in grembo;</span><span class="c30">&nbsp;</span><span
class="c1">Sada artefice del murales che parlava di internet</span><span class="c30">; </span><span
class="c1">chi si &egrave; fidato e ci ha finanziato venendo alle cene di raccolta fondi e chi ci ha
bastonato quando chiedevamo una revisione dei progetti e facevamo gli ingenui</span><span
class="c30">;</span><span class="c3">&nbsp;chi ci ha sostenuto entusiasta in ogni momento; le care cuoche
che ci </span><span class="c3">preparavano</span><span class="c3">&nbsp;colazioni - pranzi - cene; le
bambine e ini che facevamo girare in aria</span><span class="c3">; </span><span class="c3">i due rapper
felici di cantare sulle nostre basi improvvisate</span><span class="c3">; </span><span class="c3">Aliou
felice di essere stato fotografato nel suo capannino dove lavora il riso</span><span class="c3">;
</span><span class="c13 c9">i nostri autisti Baba e Baba Sane; Aboubakar il guardiano del campement; le sarte
che ci hanno confezionato le divise di un * salta; i nostri genitori, perch&eacute; i genitori vanno sempre
ringraziati; Awa la mia collega di LibrOsteria che mi tiene aggiornata sugli avvenimenti in Senegal;
LibrOsteria che mi ha fatto guadagnare i soldi per partire e che di sicuro ci ospiter&agrave; per presentare
questa pubblicazione; Gianni Celati e le sue avventure in Africa; tutto il villaggio di Coubano che si
&egrave; sempre dimostrato accogliente; i danzatori che si sono esibiti una delle ultime sere; le cuoche del
ristorante dove abbiamo pranzato due o tre volte (anche se &egrave; capitato che ci facessero pagare di
pi&ugrave; perch&eacute; siamo bianchi); </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p><sup><a href="#cmnt134" id="cmnt_ref134">[ed]</a></sup><sup><a
href="#cmnt135" id="cmnt_ref135">[ee]</a></sup><sup><a href="#cmnt136"
id="cmnt_ref136">[ef]</a></sup><sup><a href="#cmnt137" id="cmnt_ref137">[eg]</a></sup><sup><a
href="#cmnt138" id="cmnt_ref138">[eh]</a></sup><sup><a href="#cmnt139"
id="cmnt_ref139">[ei]</a></sup><sup><a href="#cmnt140" id="cmnt_ref140">[ej]</a></sup>
<p class="c43 c101 title" id="h.ircnusimzmdn"><span>&nbsp;</span><span
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; width: 432.00px; height: 648.00px;"><img
alt="" src="images/image48.jpg"
style="width: 432.00px; height: 648.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; "
title=""></span></p>
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
<h1 class="c6 c60" id="h.ct7nl9jtm1bo"><span class="c73 c75 c56"></span></h1>
<h1 class="c6" id="h.e9srkkrn1faq"><span>7. Contenuti Bonus</span></h1>
<h2 class="c65 c43" id="h.m8x9oftfzucr"><span class="c45 c41">S&igrave; s&igrave; s&igrave; ok ma chi sono 1
salta??</span></h2>
<p class="c15"><span class="c3">Un&rsquo;ultima componente fondamentale di un salta sono i singolari modi di abitare
le realt&agrave; che viviamo, come </span><span class="c3">approcciarci a</span><span class="c3">&nbsp;loro
e come </span><span class="c3">documentarle.</span><span class="c3">&nbsp;Siamo sei individui con diverse
sfumature, diversi </span><span class="c3 c16">backgrounds</span><span class="c3">. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Federico Poni</span><sup><a href="#cmnt141" id="cmnt_ref141">[ek]</a></sup><sup><a
href="#cmnt142" id="cmnt_ref142">[el]</a></sup><span class="c13 c3"><br>Pavia, 1996, Brera, poi
Rotterdam, fatto un master, XPUB. Ora non uso pi&ugrave; questa piattaforma dove stiamo scrivendo, sono uno
di quei fissati con l&#39;open source e il free software.</span></p>
<p class="c15"><span class="c3">Intanto son diventato un architetto del web e un urbanista del net, un pizzaiolo e
un piccione, un mago e un anarchico, un cyborg e una torta alle cipolle caramellate.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c3"></span></p>
<p class="c15"><span class="c9">Sofia </span><span class="c9">Merelli</span><span class="c13 c9"><br>Nata a Milano,
nel 2020 ha conseguito il diploma accademico di I livello in Nuove Tecnologie dell&rsquo;Arte
all&rsquo;Accademia di Belle Arti di Brera e successivamente ha ottenuto l&rsquo;attestato di formazione
professionale di filmmaker frequentando il corso di documentario alla Civica Scuola di Cinema Luchino
Visconti.</span></p>
<p class="c15"><span class="c9">La sua ricerca oscilla fra diamine odio far ste cose va be&rsquo; dai in due parole
mi piace l&rsquo;infrastruttura di internet con tutta la sua ingombrante massa, </span><span
class="c9">l&rsquo;ecology</span><span class="c13 c9">&nbsp;after nature, fare i filmini, la Liguria e i
cinesi.</span></p>
<p class="c15"><span class="c13 c9">ciao ciaoo</span></p>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
<p class="c15"><span class="c32">Alessandro Gambato</span><sup><a href="#cmnt143"
id="cmnt_ref143">[em]</a></sup><span class="c13 c32"><br>Mi reputo un compositore anche se ho una
formazione prettamente tecnica (per ora), ho l&rsquo;arroganza di pensare gran parte di quello che faccio
come un&rsquo;opera d&rsquo;arte, che &egrave; forse il perch&eacute; poi non sono bravo a riconoscerne una.
Ho studiato produzione audio a Milano dove sono venuto a contatto con le altre menti di Un*salta, continuo a
studiare a Padova e cerco di occuparmi di musica partecipativa e improvvisazione libera. </span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c15"><span class="c108 c97 c17 c19">Tiziano Pastor</span><sup><a href="#cmnt144"
id="cmnt_ref144">[en]</a></sup></p>
<p class="c15"><span class="c91 c49 c76 c17 c19">Sono nato a Venezia, nel 2021 ho conseguito il diploma accademico
di I livello in Popular Music al CPM Music Institute di Milano e ora sono intento a frequentare un master
all&rsquo;universit&agrave; cornuta in vita all&rsquo;estero con contratto a tempo indeterminato.<br>Per
quel che mi riguarda non penso che tutto ci&ograve; che faccio sia un&#39;opera d&rsquo;arte ma per una
ragione o per un altra mi ritrovo spesso in situazioni che potremmo chiamare, pi&ugrave; che artistiche,
creative.</span></p>
<p class="c15"><span class="c49 c76 c17 c19 c91">La ragione &egrave; fastidiosamente legata al mio modo di essere,
alla mia incapacit&agrave; di prestare attenzione alle cose per molto tempo di seguito, all&rsquo;esigenza
di trovare un trigger in qualunque cosa succeda intorno a me senn&ograve; non ha senso, se no mi
addormento.</span></p>
<p class="c15"><span class="c91 c49 c76 c17 c19">Sono capitato nel collettivo un * salta casualmente e, nonostante
la mia preparazione inesistente in materia di arte multimediale e cose di Brera, posso dire di avere trovato
il mio ruolo e il mio posto, a detta di Kamo, in quanto coscienza del gruppo.</span></p>
<p class="c15"><span class="c97 c17 c19 c108">un * salta mi offre la possibilit&agrave; di non avere regole, di non
avere tempistiche di non avere un obiettivo chiaro, &egrave; un foglio bianco ed &egrave; una vendetta e un
riscatto costruttivo, occhio per occhio verso la goduria. Verso questo tipo di situazioni e contesti tende
la mia ricerca.</span></p>
<p class="c2"><span class="c13 c32"></span></p>
<p class="c23"><span class="c1">Francesco Luzzana</span><sup><a href="#cmnt145" id="cmnt_ref145">[eo]</a></sup></p>
<p class="c23"><span class="c13 c1">Degli amici hanno in casa un elefante di legno grosso come una mucca vera. Io
potrei avere un computer di legno grosso come un elefante vero. Mi sembra che tutta la vita mi capiti per
caso e io accolgo. Sto imparando ad assumere la forma pi&ugrave; aerodinamica possibile per andare di vela
con questo vento. Come fanno le barche a vela ad andare dove vogliono? </span></p>
<p class="c23"><span class="c1"><br><br></span><span class="c54">Erica Gargaglione</span><sup><a href="#cmnt146"
id="cmnt_ref146">[ep]</a></sup></p>
<p class="c23"><span class="c54">o anche grgr da reggio emilia. </span></p>
<h2 class="c65 c43" id="h.fz9c2y53y3ep"><span>Segnalibro</span></h2>
<p class="c23"><span class="c1 c5"><br></span><span class="c5 c1">che forma ha internet? che forma ha un sito? quali
sono i miei punti di contatto con un sito? </span><span class="c1">un sito bello. un sito brutto. un sito
che tutti odiano e uno che tutti amano. un sito semplice, un sito complicato. Un sito che &egrave; sempre
uguale, un sito che si trasforma. Un sito che porta bene i suoi anni e uno no. Un sito mai visitato. Il
primo sito tra i preferiti. Il primo nella cronologia. Un sito abitato. Un sito non abitato. Un sito che ha
anche una app. Una app che funziona online, ma senza avere un sito di riferimento. Un sito che &egrave;
pi&ugrave; interessante su mobile che non dal computer. Un sito dinamico e un sito statico. La lista
continua.</span></p>
<div>
<p class="c2"><span class="c7"></span></p>
</div>
<hr class="c99">
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref1" id="ftnt1">[1]</a><span class="c73 c75 c51 c9">&nbsp;tipica espressione
di Favara (AG)</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref2" id="ftnt2">[2]</a><span class="c51">&nbsp;</span><span
class="c3 c58">Attenzione alle cipolle.</span><sup><a href="#cmnt147"
id="cmnt_ref147">[eq]</a></sup><sup><a href="#cmnt148" id="cmnt_ref148">[er]</a></sup></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref3" id="ftnt3">[3]</a><span
class="c37">&nbsp;https://louisedrulhe.fr/internet-atlas/</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref4" id="ftnt4">[4]</a><span
class="c37">&nbsp;https://en.wikipedia.org/wiki/On_the_Internet,_nobody_knows_you%27re_a_dog</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref5" id="ftnt5">[5]</a><span class="c51 c9">&nbsp;</span><span
class="c5 c51 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://atlantic-cable.com/1858NY/&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474490288&amp;usg=AOvVaw3QDMNlOR28fwCucJSyt2Bn">https://atlantic-cable.com/1858NY/</a></span><span
class="c73 c75 c51 c9"><br>Bill Burns grazie sei un santo uomo</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref6" id="ftnt6">[6]</a><span class="c73 c75 c51 c9">&nbsp;Thorat,
255-256</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref7" id="ftnt7">[7]</a><span class="c73 c75 c51 c9">&nbsp;TeleGeography,
Submarine Cable Map (Ultima modifica: 17 Marzo 2020)</span></p>
<p class="c14 c46"><span class="c73 c75 c51 c9">&nbsp;
https://www2.telegeography.com/submarine-cable-faqs-frequently-asked-questions</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref8" id="ftnt8">[8]</a><span class="c51 c9">&nbsp;Keller Easterling,
</span><span class="c51 c16 c9">Extrastatecraft: The power of infrastructure space, </span><span
class="c73 c75 c51 c9">Verso</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref9" id="ftnt9">[9]</a><span class="c73 c75 c51 c9">&nbsp;Sarvesh Mathi,
&ldquo;The Future of Undersea Internet Cables. Are Big Tech Companies Forming a Cartel?&rdquo;</span>
</p>
<p class="c14 c46"><span class="c41 c49 c51 c9">&nbsp; &nbsp; in Medium (Ultimo accesso: 26 marzo 2020)</span>
</p>
<p class="c14 c46"><span
class="c73 c51 c9 c75">https://blog.usejournal.com/the-future-of-undersea-internet-cables-f3e5f77de019</span>
</p>
</div>
<div>
<h3 class="c46 c69" id="h.klnpv4mq04uk"><a href="#ftnt_ref10" id="ftnt10">[10]</a><span
class="c51 c9">&nbsp;Synergy Research Group, &ldquo;The Leading Cloud Providers Increase Their Market
Share Again in<br> &nbsp; theThird Quarter&rdquo; (Ultimo accesso: 26 marzo 2020)
https://www.srgresearch.com/articles/leading-cloud-providers-increase-their-market-share-again-third-quarter</span>
</h3>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref11" id="ftnt11">[11]</a><span class="c51 c9">&nbsp;Synergy Research Group,
&ldquo;Incremental Growth in Cloud Spending Hits a New High while Amazon and<br> &nbsp; Microsoft
Maintain a Clear Lead&rdquo; (Ultimo accesso: 26 marzo 2020)</span><span class="c51"><br></span><span
class="c73 c75 c51 c9">https://www.srgresearch.com/articles/incremental-growth-cloud-spending-hits-new-high-while-amazon-and-microsoft-maintain-clear-lead-reno-nv-february-4-2020</span>
</p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref12" id="ftnt12">[12]</a><span class="c37">&nbsp;Con processo intendo le
varie dinamiche di comunicazione, da singoli messaggi ad automazioni, nei vari ecosistemi digitali
offline e quant&rsquo;altro</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref13" id="ftnt13">[13]</a><span class="c51">&nbsp;</span><span
class="c5 c57"><a class="c61"
href="https://www.google.com/url?q=https://networkcultures.org/entreprecariat/mobile-first-world/&amp;sa=D&amp;source=editors&amp;ust=1664189474491981&amp;usg=AOvVaw2MwjfzFaKkvJxNb4kkR4EB">https://networkcultures.org/entreprecariat/mobile-first-world/</a></span>
</p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref14" id="ftnt14">[14]</a><span class="c51 c9">&nbsp;Per </span><span
class="c51 c9">intenderci</span><span class="c73 c75 c51 c9">, la frase &ldquo;travailler c&rsquo;est
toujours travailler ensemble&rdquo; in italiano non pu&ograve; essere tradotta con troppe acrobazie, la
costruzione e i vocaboli rimarranno sempre simili a &ldquo;lavorare &egrave; sempre lavorare
assieme&rdquo;</span></p>
</div>
<div>
<p class="c14 c46"><a href="#ftnt_ref15" id="ftnt15">[15]</a><span class="c37">&nbsp;Fixed media denota musica
composta specificatamente per essere riprodotta da una registrazione, originariamente su nastro, oggi
file digitale. Si differenzia dalla musica eseguita per la presenza della fissazione su un
supporto.</span></p>
<p class="c14 c20"><span class="c37"></span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref1" id="cmnt1">[a]</a><span class="c7">cosa che viene ribadita nel capitolo 3
quindi forse &egrave; da ampliare anche solo con un link al progetto di agrigento</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref2" id="cmnt2">[b]</a><span class="c7">si hai ragione potremmo mettere
un&#39;appendice in fondo con presentazione collettivo + descrizione degli altri progetti nostri ? (tipo
una paginetta un paragrafo ciascuno, roba veloce spam 1 salta)</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref3" id="cmnt3">[c]</a><span class="c7">presentazione collettivo = noi chi
siamo</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref4" id="cmnt4">[d]</a><span class="c7">presentazione progetti = passeggiata,
hbw</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref5" id="cmnt5">[e]</a><span class="c7">con i punti salienti cui facciamo
riferimento qua</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref6" id="cmnt6">[f]</a><span class="c7">ricodo che forse avevano detto che una
era musuulmana e una cristiana? sarebbe un dettaglio interessante da aggiungere</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref7" id="cmnt7">[g]</a><span class="c7">qua ci volevo mettere un animale al
centro che tiene in equilibrio la pubblicazione ma poi mi sembrava un po&#39; una cazzata non so
perch&eacute; ma la necessit&agrave; di fare uno schemino era forte</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref8" id="cmnt8">[h]</a><span class="c7">io ci metterei tiziano</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref9" id="cmnt9">[i]</a><span class="c7">poni siamo tutti animali come diceva
l&#39;Aristotele</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref10" id="cmnt10">[j]</a><span class="c7">facciamo una foto di gruppo a sto
point</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref11" id="cmnt11">[k]</a><span class="c7">INDIGENOUS CMS
https://mukurtu.org/</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref12" id="cmnt12">[l]</a><span class="c7">&ldquo;folksonomy&rdquo; Thomas Vander
Wal</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref13" id="cmnt13">[m]</a><span class="c7">https://archiveofourown.org/</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref14" id="cmnt14">[n]</a><span class="c7">iaqos</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref15" id="cmnt15">[o]</a><span class="c7">https://dynamicland.org/ vs
extractivism</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref16" id="cmnt16">[p]</a><span
class="c7">https://zachblas.info/works/queer-technologies/</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref17" id="cmnt17">[q]</a><span class="c7">paolo cirio</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref18" id="cmnt18">[r]</a><span class="c7">datification &amp; social good</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref19" id="cmnt19">[s]</a><span class="c7">ben grosser</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref20" id="cmnt20">[t]</a><span class="c7">bridle</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref21" id="cmnt21">[u]</a><span class="c7">-</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref22" id="cmnt22">[v]</a><span class="c7">speculativo tipo scenari ?
domande?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref23" id="cmnt23">[w]</a><span class="c7">git e piattaforme de
collaborazione</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref24" id="cmnt24">[x]</a><span class="c7">tesi sofia</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref25" id="cmnt25">[y]</a><span class="c7">riallacciare da fine speculativa del
asse X</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref26" id="cmnt26">[z]</a><span class="c7">case studies:</span></p>
<p class="c14"><span class="c7">- ad esempio piattaforme per nft (approccio centralizzato ? ) vs plantoids (
approccio decentralizzato ?)</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref27" id="cmnt27">[aa]</a><span class="c7">tecnico: mastodon e federalismo</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref28" id="cmnt28">[ab]</a><span class="c7">youtube peertube</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref29" id="cmnt29">[ac]</a><span class="c7">struttura</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref30" id="cmnt30">[ad]</a><span class="c7">interfaccia e UI</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref31" id="cmnt31">[ae]</a><span class="c7">le interfacce non sono superfici ma
hanno una profondit&agrave; e sono degli effettti</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref32" id="cmnt32">[af]</a><span class="c7">ux</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref33" id="cmnt33">[ag]</a><span class="c7">flusso</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref34" id="cmnt34">[ah]</a><span class="c7">&ldquo;Non scrivete mai. Rischiate
d&rsquo;essere pubblicati&rdquo;</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref35" id="cmnt35">[ai]</a><span
class="c7">https://digilander.libero.it/biblioego/GillIvain.htm</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref36" id="cmnt36">[aj]</a><span class="c7">sono l&igrave; l&igrave; per sudo
rebootarmi</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref37" id="cmnt37">[ak]</a><span class="c7">ma prima ti guardi tutta la
stagione</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref38" id="cmnt38">[al]</a><span class="c7">e poi ti sudo rebooti</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref39" id="cmnt39">[am]</a><span class="c7">risignificare</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref40" id="cmnt40">[an]</a><span class="c7">== wordpress</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref41" id="cmnt41">[ao]</a><span class="c7">inserire nota</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref42" id="cmnt42">[ap]</a><span class="c7">lati di pagina</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref43" id="cmnt43">[aq]</a><span class="c7">ma a manetta per varie cose</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref44" id="cmnt44">[ar]</a><span class="c7">ma non michael</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref45" id="cmnt45">[as]</a><span class="c7">git</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref46" id="cmnt46">[at]</a><span class="c7">p2p</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref47" id="cmnt47">[au]</a><span
class="c7">https://blog.jse.li/posts/software/</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref48" id="cmnt48">[av]</a><span class="c7">uber ecc !</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref49" id="cmnt49">[aw]</a><span class="c7">cc/ platform urbanism</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref50" id="cmnt50">[ax]</a><span class="c7">alexa, buddamelo ar culo</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref51" id="cmnt51">[ay]</a><span class="c7">iocose</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref52" id="cmnt52">[az]</a><span class="c7">fiver ecc</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref53" id="cmnt53">[ba]</a><span class="c7">giardina papaa</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref54" id="cmnt54">[bb]</a><span class="c7">riproporre in forma di domanda?
&egrave; davvero l&#39;alfabetizzazione la risposta? e poi&quot;: cosa vuol dire alfabetizzaz?</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref55" id="cmnt55">[bc]</a><span class="c7">migrazione digitale covid</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref56" id="cmnt56">[bd]</a><span class="c7">definiamo alfabetizzazione ?</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref57" id="cmnt57">[be]</a><span class="c7">NON NATURALIZZARE GOOGLE</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref58" id="cmnt58">[bf]</a><span class="c7">populismo digitale</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref59" id="cmnt59">[bg]</a><span class="c7">standard = merda</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref60" id="cmnt60">[bh]</a><span class="c7">soupboat ad esempio</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref61" id="cmnt61">[bi]</a><span class="c7">tesi lever burns</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref62" id="cmnt62">[bj]</a><span class="c7">inquadrare alfabetizzazione</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref63" id="cmnt63">[bk]</a><span class="c7">diversit&agrave; digitale ++ ?</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref64" id="cmnt64">[bl]</a><span class="c7">loclait&agrave; fisica geografica ma
crea nove luocalit&agrave; attorno a delle comunit&agrave; virtuali?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref65" id="cmnt65">[bm]</a><span class="c7">collegamento meglio</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref66" id="cmnt66">[bn]</a><span class="c7">garga puoi lavorare a questo
pezzo?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref67" id="cmnt67">[bo]</a><span class="c7">@gargaglione.erica@gmail.com</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref68" id="cmnt68">[bp]</a><span class="c7">dai garga</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref69" id="cmnt69">[bq]</a><span class="c7">paolo cirio</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref70" id="cmnt70">[br]</a><span class="c7">datification &amp; social good</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref71" id="cmnt71">[bs]</a><span class="c7">ben grosser</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref72" id="cmnt72">[bt]</a><span class="c7">bridle</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref73" id="cmnt73">[bu]</a><span class="c7">INDIGENOUS CMS
https://mukurtu.org/</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref74" id="cmnt74">[bv]</a><span class="c7">&ldquo;folksonomy&rdquo; Thomas Vander
Wal</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref75" id="cmnt75">[bw]</a><span class="c7">https://archiveofourown.org/</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref76" id="cmnt76">[bx]</a><span class="c7">iaqos</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref77" id="cmnt77">[by]</a><span class="c7">https://dynamicland.org/ vs
extractivism</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref78" id="cmnt78">[bz]</a><span
class="c7">https://zachblas.info/works/queer-technologies/</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref79" id="cmnt79">[ca]</a><span class="c7">-</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref80" id="cmnt80">[cb]</a><span class="c7">speculativo tipo scenari ?
domande?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref81" id="cmnt81">[cc]</a><span class="c7">git e piattaforme de
collaborazione</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref82" id="cmnt82">[cd]</a><span class="c7">aggiungere referenza</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref83" id="cmnt83">[ce]</a><span class="c7">circostanze..........</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref84" id="cmnt84">[cf]</a><span class="c7">MISTERIOSE</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref85" id="cmnt85">[cg]</a><span class="c7">&egrave; corretto scrivere
cos&igrave;?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref86" id="cmnt86">[ch]</a><span class="c7">sud globale &egrave;
un&#39;alternativa ma anche quello ha le sue problematiche</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref87" id="cmnt87">[ci]</a><span class="c7">ripetizione</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref88" id="cmnt88">[cj]</a><span class="c7">forse non il primo forse non unico ma
il concetto ok</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref89" id="cmnt89">[ck]</a><span class="c7">semplifica e o ridurre</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref90" id="cmnt90">[cl]</a><span class="c7">Si ma ora c&rsquo;&egrave;
starlink</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref91" id="cmnt91">[cm]</a><span class="c7">Si ma ora c&rsquo;&egrave;
starlink</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref92" id="cmnt92">[cn]</a><span class="c7">semplifica e o ridurre</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref93" id="cmnt93">[co]</a><span class="c7">le ho anche svg queste mappe
cos&igrave; nel caso possiamo stilizzarle come vogliamo</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref94" id="cmnt94">[cp]</a><span class="c7">nota con consigli di lettura per il
linguaggio cibernetico</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref95" id="cmnt95">[cq]</a><span class="c7">florian &gt;</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref96" id="cmnt96">[cr]</a><span class="c7">logica (magari simboli?)</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref97" id="cmnt97">[cs]</a><span class="c7">o magari reference</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref98" id="cmnt98">[ct]</a><span class="c7">prep infografica</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref99" id="cmnt99">[cu]</a><span class="c7">nota con cosa si intende per discorso
e differenza con comunicazione, interessante perche anche il resto si basa su sta differenza</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref100" id="cmnt100">[cv]</a><span class="c7">//discussione</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref101" id="cmnt101">[cw]</a><span class="c7">dopo voglio scrivere delle cose a
riguardo</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref102" id="cmnt102">[cx]</a><span class="c7">c&#39;&egrave; anche il terzo di
questi disegnetti</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref103" id="cmnt103">[cy]</a><span class="c7">nota con lo sticker: the cloud
doesn&#39;t exist it&#39;s just some else&#39;s computer</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref104" id="cmnt104">[cz]</a><span class="c7">usare termini tecnici tipici
italiano</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref105" id="cmnt105">[da]</a><span class="c7">cos&#39;&egrave; una pag html</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref106" id="cmnt106">[db]</a><span class="c7">cos &egrave; server</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref107" id="cmnt107">[dc]</a><span class="c7">unp</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref108" id="cmnt108">[dd]</a><span class="c7">no da cambiare</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref109" id="cmnt109">[de]</a><span class="c7">tipo ok?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref110" id="cmnt110">[df]</a><span class="c7">aggiungere che esistono diversi tipi
di repository: aperte, chiuse, nascoste, ecc</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref111" id="cmnt111">[dg]</a><span class="c7">inserto grafico?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref112" id="cmnt112">[dh]</a><span class="c7">forse</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref113" id="cmnt113">[di]</a><span class="c7">SEGNALIBRO con tiziano propic o
james bratton</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref114" id="cmnt114">[dj]</a><span class="c7">bridle ft bratton</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref115" id="cmnt115">[dk]</a><span class="c7">nota sul problema della
techn&egrave;</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref116" id="cmnt116">[dl]</a><span class="c7">wtf???? ha ah</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref117" id="cmnt117">[dm]</a><span class="c7">valutare mappa del tavolo / schemino
cosmologico / disegnetti della lista</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref118" id="cmnt118">[dn]</a><span class="c7">qui ci starebbe bene anche quella in
bw che aveva fatto poni con il tavolino tolla di chocopain</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref119" id="cmnt119">[do]</a><span class="c7">scimmia stesa coi panni</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref120" id="cmnt120">[dp]</a><span class="c7">non abbiamo mai parlato delle altre
cose</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref121" id="cmnt121">[dq]</a><span class="c7">foglio gamnbuto</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref122" id="cmnt122">[dr]</a><span class="c7">vero</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref123" id="cmnt123">[ds]</a><span class="c7">pandemia (dal greco antico
&pi;&#940;&nu;&delta;&eta;&mu;&omicron;&sigmaf;, p&aacute;nd&#275;mos, &ldquo;ci&ograve; che interessa
tutte le persone&rdquo;, &ldquo;pubblico&rdquo;, &ldquo;generale&rdquo;) wiki caziatemi se
&egrave;</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref124" id="cmnt124">[dt]</a><span class="c7">citando un vecchio saggio</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref125" id="cmnt125">[du]</a><span class="c7">alessandro l&#39;intellettuale di
sinistra</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref126" id="cmnt126">[dv]</a><span class="c7">plot twist</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref127" id="cmnt127">[dw]</a><span class="c7">questa parte e nuova?</span></p>
<p class="c14"><span class="c7">ci sono quando volete per una reunion</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref128" id="cmnt128">[dx]</a><span class="c7">&#x1f495; nuova di marzo 2021
ahah</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref129" id="cmnt129">[dy]</a><span class="c7">eheeh</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref130" id="cmnt130">[dz]</a><span class="c7">Capitolo pericolos e fuorviante, nel
senso che come idea &egrave; interessante. il problema che sarebbe una cosa da pprofondire molto e non
so se abbiamo la presenza tale per cavarne fuori qualcosa.</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref131" id="cmnt131">[ea]</a><span class="c7">detto cio poi forse mi sto fasciando
la testa, ma la domanda &eacute; quindi cosa stiamo dicendo con sto minicapitoletto??</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref132" id="cmnt132">[eb]</a><span class="c7">ma io direi che questo capitolo
&egrave; finito gi&agrave; cos&igrave;, &egrave; solo per dire ciao a tutti gtrazie di aver letto e
ricordatevi di non dormire troppo</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref133" id="cmnt133">[ec]</a><span class="c7">ok si</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref134" id="cmnt134">[ed]</a><span class="c7">ampliare ?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref135" id="cmnt135">[ee]</a><span class="c7">@pastortiziano7@gmail.com questa
parte secondo me a te che sei osservatore viene bene!</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref136" id="cmnt136">[ef]</a><span class="c7">Pi&ugrave; che dire che mangi pasta
al pesto non saprei</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref137" id="cmnt137">[eg]</a><span class="c7">ma no tizi questa &egrave; la parte
dei ringraziamenti di tutte le persone che hanno dato un contributo, io non c&#39;entro aha</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref138" id="cmnt138">[eh]</a><span class="c7">direi che cosi va bene no?</span>
</p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref139" id="cmnt139">[ei]</a><span class="c7">magari metterei i nomi di tutti i
ragazzi</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref140" id="cmnt140">[ej]</a><span class="c7">s&igrave; giusto, dovremmo trovare
il modo di recuperarli</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref141" id="cmnt141">[ek]</a><span class="c7">@mr.federicoponi@gmail.com dai
scrivi una tua bio con gli studi ecc</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref142" id="cmnt142">[el]</a><span class="c7">Si dai</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref143" id="cmnt143">[em]</a><span class="c7">@alessandro.gambato@saeinstitute.edu
su su metti anche due righe riguardo gli studi che hai fatto ecc</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref144" id="cmnt144">[en]</a><span class="c7">@pastortiziano7@gmail.com ti va de
mettere anche la tua fromazione de studi ecc?? e scrivere che sei un veenziano doc</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref145" id="cmnt145">[eo]</a><span class="c7">@luzzanafrancesco@gmail.com detto
frua metti la dua fantastica brillante bio 1 caro sal</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref146" id="cmnt146">[ep]</a><span class="c7">@gargaglione.erica@gmail.com numero
1 bio ti va di scriverla?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref147" id="cmnt147">[eq]</a><span class="c7">che forma ha questa cosa nella
pubblicazione?</span></p>
</div>
<div class="c0">
<p class="c14"><a href="#cmnt_ref148" id="cmnt148">[er]</a><span class="c7">up</span></p>
</div>
</body>
</html>