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<title>📡 💻📘</title>
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<meta content="text/html; charset=UTF-8" http-equiv="content-type">
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<body class="c24 c100 doc-content">
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<h2 class="title">Presentazione del collettivo</h2>
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<img alt="Tizi giallo" src="images/image50.jpg" />
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<img alt="Kamo giallo" src="images/image43.jpg">
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<div class="intro">
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<p> Siamo un collettivo multidisciplinare in perenne rincorsa, interessato alle intersezioni fra arte e
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tecnologia, le nuove possibilità dei linguaggi digitali e il modo in cui questi trasformano la
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società e l'ambiente in cui viviamo. </p>
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<p> un * salta, dove * è qualsiasi cosa che possa letteralmente e ironicamente saltare, scoppiare,
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trasformarsi, andare oltre, perché certe cose non ci vanno bene e pensiamo di poterle cambiare.
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</p>
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</div>
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<p class="text km0"> Il nostro nome è imprevedibile e mutevole. La natura dell'asterisco ci permette di
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trasformarci in qualsiasi cosa e combinare ogni volta simpatici siparietti. Siamo particolarmente
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affezionati alle dinamiche generative perché hanno un tocco inaspettato. Ci piace pensare a strumenti
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che le persone possano usare, applicazioni che hanno senso in virtù di una collettività e ambienti
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social tecnologici. La nostra modalità è sempre stata corale.</p>
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<p class="text km0">Per scrivere abitiamo documenti online innestando uno dentro l'altro i discorsi, tornando
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nelle frasi degli altri e ampliandole, creando botta e risposta come in una sorta di chat trasversale
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non a senso unico. In questo modo nessuno ha l'ultima parola e le frasi si sedimentano in files che
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vengono riaperti dopo mesi e hanno tutta un'altra consistenza, così come le voci degli autori mosse e
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sfumate. Per questo report del Senegal abbiamo scelto di fare lo stesso: vi raccontiamo il nostro
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viaggio-progetto facendo salotto virtuale. Questa caratteristica genera progetti articolati e senza
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contorni precisi: progetti che tornano a mimetizzarsi con la realtà da cui sono emersi.
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</p>
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<p class="text km0">Questo gruppo è naturalmente disorganizzato, ha una soglia di attenzione molto bassa ed è
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super sensibile agli input che arrivano da ciò che lo circonda. Essendo il collettivo un organismo
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plurale, gli ambienti che ci circondano sono tanti e gli stimoli si moltiplicano di conseguenza. Noi non
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possiamo fare a meno di captarli tutti e assimilarli.</p>
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<p class="text km0">Facciamo principalmente cose con i computer e con le persone.</p>
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<p class="text km0">I nostri setup sono leggeri: due piccoli videoproiettori a batteria, qualche pc portatile e
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una saponetta per connetterci ad internet se siamo in giro. Lavoriamo sulle modalità d'uso della
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tecnologia, tentando di scatenare forme nuove, ripensando gli utilizzi, hackerandoli o costruendoci
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sopra qualcosa di differente. Niente effetti speciali o videomapping olografici per un * salta:
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cerchiamo di lavorare più sui circuiti mentali e tecnologici che rendono la realtà quella che è. Li
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esploriamo dall'interno cercando di modificarli, di stretcharli per ampliarli, trasformarli e intuire
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che un'alternativa allo stato presente è possibile.
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</p>
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<p class="text sofia"> Quando si è assuefatti da certe dinamiche, un * salta arriva e ti scuote fortissimo
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gridando
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<span class="sofia big">AAAAAAAAA <sup> <a href="#ftnt1" id="ftnt_ref1">1</a> </sup> </span>
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o perlomeno ci piacerebbe.
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</p>
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<h1 id="Panoramica">0. Panoramica della ricerca </h1>
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<p class="text"><span class="km0"> Il Senegal è lontano e, per quanto ci si possa preparare in vista di un
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viaggio, il lontano arriva e lo prendi in faccia come non te lo aspetti proprio. è l'esatto
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contrario di quello che succede sempre quando pianifichi qualcosa o provi a fare degli
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esperimenti precoci. La realtà non è mai come te l'eri immaginata: cambia il punto di vista, da
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che parte è orientato il letto, le luci, il copione delle situazioni, e via così.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> Il collettivo un * salta è nato con la prospettiva di questo viaggio verso
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il "Lontano". </span> <span class="km0"> un * salta è come un cristallo di sale che si forma
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attorno all'idea dell'andare in Senegal, dove Federico Poni era stato in veste di fotoreporter
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assieme al Comitato Pavia Asti Senegal (CPAS), </span>
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<span class="poni"> onlus </span> <span class="gambas">attiva dagli anni '80 nella regione della
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Casamance.</span> <span class="km0">
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L'esperienza gli era stata sia un trauma sia un'appassionante rivelazione tale da riunire i suoi
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amici per tornarci al più presto. </span> <span class="gambas">Con questa vaga ma irresistibile
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prospettiva, appunto, si è costituito il collettivo un * salta. Un cristallo che ha sviluppato
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le proprie caratteristiche cercando punti di intersezione fra le spinte dei singoli.</span>
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<span class="tizi">Da minerale grezzo a pubblicazione interminabile, la distanza è riscontrabile solo
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nel mondo della materia, ma, del resto, le <em>cose</em> solide durano nel tempo.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="sofia"> Per quanto questa idea di Lontano fosse vaga in tutte le sue implicazioni,
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avevamo in mente delle coordinate geografiche ben precise: il villaggio di Koubanao, come citano
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la segnaletica stradale e Google Maps; o Coubanao, come invece si trova spesso sul web. Più in
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particolare, il liceo della zona, dove Poni ha avuto un'epifania.<br>Il tema del progetto è
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stato chiaro fin da subito ➛ in che modo uno strumento globale come internet può
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manifestarsi a livello locale? <br>Le declinazioni formali invece abbiamo dovuto rivederle
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infinite volte, sbattere la faccia sugli errori e sui preconcetti, modificare, cancellare,
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riscrivere. Nonostante le continue riformulazioni, la direzione definitiva siamo riusciti a
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delinearla solo una volta giunti sul posto ed entrati in contatto con i ragazzi del liceo.
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Ripensandoci, non avrebbe potuto essere altrimenti.</span></p>
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<p class="text km0">Definire la località di internet è un'operazione complessa. Trattandosi di una rete che
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mette in comunicazione realtà situate in posizioni diverse, forse viene naturale pensare al web come
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qualcosa di uniformemente esteso, omogeneo e caratterizzato da una propria stessa densità. Se pure
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questa intuizione poggia su un fondo di verità, è necessario integrare il principio che consente di
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connettere l'Italia al Senegal all'Olanda all'India con una serie di considerazioni critiche.</p>
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<p class="text km0">Qual è il rapporto tra internet e gli Stati che attraversa? Chi detta le regole? Chi punisce
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chi non le rispetta? In che modo la connessione arriva ai diversi Paesi? Possiamo immaginare un
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protocollo che metta in comunicazione culture diverse senza inciampare in forme neocoloniali? Quanto i
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linguaggi di programmazione sono influenzati dalla lingua inglese? Un'informatica wolof potrebbe avere
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un'architettura differente? Può esistere un internet djola se le uniche forme in cui si è manifestato
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fino ad ora sono quelle cooptate dai programmi di connessione gratuita tipo Facebook Zero? Queste
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contraddizioni, nodi e potenzialità hanno guidato la ricerca, la preparazione e il viaggio in Senegal,
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così come la stesura di questa pubblicazione.</p>
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<p class="text km0">A Koubanao abbiamo sviluppato due applicazioni:
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<ul>
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<li>La prima è stata un dizionario crowdsourced con il quale gli studenti potevano insegnarci parole in
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lingua djola, con annessa traduzione francese (lingua franca della situa). è stata programmata
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dentro una chat di gruppo abitata rispettivamente da noi, i ragazzi della scuola, i loro
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professori, il preside, il vice preside e il bot, che salvava gli input ricevuti in uno
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spreadsheet online. Questa prima applicazione, pensata un po' per rompere il ghiaccio e un po'
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per costruire qualcosa sul paradigma della chat ha triggerato i ragazzi, forse anche in funzione
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del grandissimo orgoglio che le diverse etnie senegalesi nutrono per il proprio patrimonio
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linguistico. Quando all'inizio eravamo in pena per l'orrore di inquinare il realismo senegalese
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con la nostra presenza e quindi influenzarne i risultati, mai avremmo immaginato che una delle
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testimonianze più importanti sarebbe stata una chat di gruppo, che a tutti gli effetti è un
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documento. </li>
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<li> La seconda è stata presentata come performance collettiva sotto l'acquedotto del villaggio. Tramite
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un sito preparato ad hoc e i due piccoli videoproiettori abbiamo fatto in modo che chiunque, con
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il proprio cellulare, potesse mandare un messaggio e proiettarlo sulla torre dell'acqua. Il filo
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conduttore della performance è stato l'atto del tradurre simultaneamente in più lingue un testo
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composto assieme agli studenti durante i laboratori. Questo sito era in forma di chat che
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permetteva la comunicazione tra gli utenti connessi + una patch di vvvv che proiettava i loro
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messaggi.</li>
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</ul>
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</p>
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<p class="text km0">Il nostro progetto è stato anche un viaggio ed è importante ribadirlo perché ne derivano
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alcune cose:
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<ol>
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<li> Imprevedibilità, non parlando di imprevisti, ma più che altro di leggi della realtà: ecco queste
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sono diverse nei diversi posti e senza abitare queste diverse condizioni ogni progetto è a metà
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tra il piano per rapinare una banca e le palline dell'Ikea.
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</li>
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<li>
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Il primo impatto genera forze esagerate e sconvolgenti: questo può voler dire che i risultati di
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questo viaggio forse possono essere un po' sballati, può voler anche dire che a questi
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seguiranno tutta una serie di scosse di assestamento, nuovi incontri e il proseguire di un
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percorso condiviso.
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</li>
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<li> Questo collettivo esiste in funzione di una profonda idea di ospitalità. Dalla nostra precedente
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residenza ad Agrigento abbiamo adottato una forma di accoglienza reciproca vicina all'abitare.
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L'ospite è diverso dal turista.
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</li>
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</ol>
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</p>
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<p class="text km0">Uno dei momenti più importanti durante la permanenza è stato quando abbiamo realizzato che
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avevamo ragione a pensare alla possibilità di un internet differente in Senegal, un internet specifico
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per quel luogo. La cosa su cui eravamo scivolati all'arrivo è che forse ci aspettavamo di trovarlo già
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bell'e pronto e questo ci aveva lasciati per un momento in stato di shock. L'internet locale non è per
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forza qualcosa di spontaneo: è qualcosa che va coltivato e stimolato, qualcosa che richiede uno stretto
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confronto con le identità e le contraddizioni dei luoghi che abita.</p>
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<p class="text km0">Stiamo scrivendo questo report per organizzare in un discorso tutto quello che ci è capitato
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durante il viaggio e la sua preparazione. Questa pubblicazione è un esperimento, non abbiamo la pretesa
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che sia coerente e non abbiamo l'arroganza che sia esaustiva. Si tratta di un coro di voci che
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affrontano le cose da punti di vista diversi. è importante registrarle per riconoscere una dignità a
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quei particolari che altrimenti rischiano di perdersi, di diventare una decorazione di sfondo o una fase
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passeggera. A distanza di un anno iniziamo a capire cosa è successo in quei giorni e può far ridere o
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cringe rileggere certe cose scritte, ma anche se stupide noi adesso sappiamo che sono importanti. </p>
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<p class="text km0">Fateci sapere cosa ne pensate, in modo da ampliare, integrare e rivedere le traiettorie di
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questi ragionamenti. Se vi piace qualcosa, ottimo. Se trovate qualcosa di estremamente fuori luogo o
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violento cercateci e ne parliamo volentieri. è difficile per noi occidentali confrontarsi con il diverso
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e l'altro senza sbavature coloniali. Noi ci abbiamo provato mettendo in pratica il concetto di
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ospitalità e sono nate queste storie.</span></p>
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<p class="text">ciao <br> un * salta</p>
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<hr>
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<h1 class="title" id="Perchè">1. Perché in Senegal?</h1>
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<h2 class="heading"> Il binomio trauma e rivelazione <br> → il primo viaggio (di Poni)
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</h2>
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<p class="text poni">Con gli amici del Comitato Pavia Asti Senegal e la mia amica Ada parto con la macchina
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fotografica incaricato di scattare i momenti passati assieme agli abitanti dei villaggi della Casamance.
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Ada è figlia di Mimmo, il segretario del gruppo, che mi ha proposto di seguirli in Africa nel novembre
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del 2017. Il Comitato coopera con quella regione da più di trent'anni e a tutti gli effetti si può dire
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che sia nata una relazione di amicizia. Una particolare informalità si è sviluppata nei villaggi di
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Django e Koubanao, situati nella zona più verde del paese. Così, come abbiamo fatto noi di un * salta
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due anni dopo, da Dakar siamo scesi verso la Casamance in traghetto. Ricordo perfettamente la notte in
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barca: Ada ed io
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andavamo in giro sul ponte, il vento oceanico ci bagnava i capelli col sale e ridevamo pensando a come
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un "ciao" sul bus del nostro quartiere ci avrebbe portato in Senegal 6-7 anni dopo. Mimmo, suo papà,
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sprizza energie da tutti i pori ed è una persona entusiasta come me.</p>
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<p class="text poni">La banda è composta anche da: Marta, classe over 80, ha girato il mondo e fu la prima che
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con il proto-CPAS approdò in Senegal; Damiano, ricercatore all'uniPV; Baba, falegname senegalese di cui
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si parlerà in un altro capitolo. Ad aspettarci a Ziguinchor c'è Angelo, consigliere del CPAS e che qui
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bazzica spesso.</p>
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<p class="text poni">Ci alziamo all'alba con un sole gigante che sorge in stile cinematografico, la classica
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palla arancione che fin quando non la vedi dal vivo non capisci la potenza della scheda grafica del
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mondo. Caffè in una mano e reflex con obiettivo 300mm dall'altra, la tengo in equilibrio facendo
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pressione sulla capoccia.</p>
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<p class="text poni">Arrivati a Ziguinchor siamo ospiti presso un hotel amico del Comitato, è abbastanza
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lussuoso: c'è un bel ristorantino e anche una piscina con vista sul fiume.
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</p>
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<p class="text poni">Lì troviamo una cricca di rapper, fun fact: uno di loro l'avevamo conosciuto sul traghetto
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perché ci aveva chiesto di scattargli una foto. Facciamo amicizia, rappano e il loro manager/videomaker
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Mamina si scopre essere di Django, il villaggio la cui scuola elementare è stata fondata dal papà di
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Mimmo.
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</p>
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<p class="text poni">Quella sera mangiamo con il proprietario dell'Hotel e sua moglie: hanno servito anche carne
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di coccodrillo. Io ho mangiato le mie amate cipolle.</p>
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<p class="text poni">Finito il banchetto, Ada ed io salutiamo la tavolata per fare un giro con gli Hardcore
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Side, ovvero i rapper incontrati nel pomeriggio.</p>
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<p class="text poni">Giriamo per la città, la notte è semivuota, c'è profumo di arachidi che vengono tostate, i
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regaz cantano un extrabeat e con Ada parliamo di quanto sia meraviglioso essere in un altro continente.
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</p>
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<p class="text poni">Torniamo in hotel, Mimmo in un impeto di allegria alimentata da circostanze e alcool mi
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chiama "Alessandro l'intellettuale di sinistra" tutto ok ma in realtà mi chiamo Federico.</p>
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<p class="text poni"> Arrivati a Koubanao, dopo i rituali saluti dei membri più storici del Comitato con gli
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amici del villaggio, partiamo per il tour delle scuole locali: due materne una elementare e il lycée.
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</p>
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<img alt="rana in buco" src="images/image22.jpg">
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<img alt="capretti" src="images/image5.jpg">
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<img alt="impronte nella sabbia" src="images/image46.jpg">
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<img alt="mantide religia" src="images/image18.jpg">
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<img alt="capretti al campemant" src="images/image31.png">
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<img alt="suino" src="images/image8.png">
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<p class="text">
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<span class="poni"> Il lycée è situato nella via principale; oltre all'istituto superiore c'è
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la farmacia, un paio di piccoli alimentari che noi chiamavamo siop, la moschea, la sede del Kdes
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(l'associazione locale per lo sviluppo della Casamance), lo spazio ospedaliero, la banca, le
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capre,</span>
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<span class="sofia">le faraone a pois, i cani randagi tutti uguali,</span>
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<span class="tizi">le mucche bonarie ma con le corna aguzze,</span>
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<span class="poni">il negozio di
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vestiti, gli alberi con sotto i fioi in motorino perennemente in siesta, la fermata dei <em>car
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rapides (autobus).</em>
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Una piazza a tutti gli effetti che nelle ore diurne viene popolata dalle donne che vendono
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rinfreschi per gli studenti, un ragazzo
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con le angurie e giare di terracotta di dimensioni bibliche, i meccanici che sistemano
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biciclette e motorini, il muezzin che prega con i soci, tanti con lo smartphone in mano e la
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musica in condivisione ad alto volume. A pranzo, alcuni vanno nel ristorantino associato
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all'istituto professionale: pochi ristori in loco, molti ragazzini arrivano con i grandi vassoi
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di metallo
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per portare take-away a casa,</span>
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<span class="tizi">il fegato ottimo, il bissap. Ricordo di aver chiesto a Malamine Dieme, nostra guida
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nel villaggio, quale fosse il suo piatto preferito e lui non ha capito la domanda.</span>
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<span class="poni"> Questo è l'andazzo generale del villaggio.</span>
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<img alt="malamine djeme" src="images/image49.jpg">
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<img alt="fermata del car rapides" src="images/image32.jpg">
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<span class="poni">Entriamo nel liceo, un saluto al guardiano e
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cominciamo l'ispezione di </span><span class="poni">quell'architettura</span><span
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class="poni"> tanto diversa dalla nostra italiana. La biblioteca ad esempio è un edificio
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tondo molto fresco all'interno </span><span class="sofia">( molti libri sono stati donati e sono
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quasi tutti in francese o inglese, nessuno in wolof o djola)</span><span class="poni">. Nelle
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aule grandi lavagne, </span><span class="sofia">finestre senza vetri</span><span class="poni">,
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i muri esterni affrescati.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">E da uno di questi è partito tutto, il murale dell'aula di informatica:
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dentro computer e monitor, fuori un dipinto</span><span
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class="c40 poni em"> epifanico,</span><span class="poni"> appena letto è rimbombato
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nella mia testa, entusiasta prendo la macchina fotografica e scatto una foto. </span></p>
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<p class="text"><span class="poni"><br></span><img></p>
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<p class="text"><span class="c44 c25 poni em">Internet: to learn, to discover and to be closer.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni em">The </span><span class="poni em">world a</span><span
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class="c44 c25 poni em"> planetary village.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Due frasi che racchiudono molteplici significati. Scritti e letti ora, senza
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contestualizzazione, paiono magari un utopico <</span><span class="poni em">h1>
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</span><span class="poni">fine anni '90, ma trovarlo senza preavviso in mezzo al polveroso Senegal aveva
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un che di emozionante.</span></p>
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<h2 class="c43" id="h.tqsgdm2exqbr"><span class="c10">Il murales come interfaccia—icona <br>per accedere a
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Coubanao</span></h2>
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<p class="text c11 poni6"><span class="text poni2"></span></p>
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<p class="text km0"> Esistono immagini che puoi sentire e altre invece che non hanno nessun potere attivo e sono
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inerti o addormentate o semplicemente anonime. Come i nomi e i gesti, anche le immagini si caricano e
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svuotano di significati, in processi che un po' a marea vanno e vengono, interagendo con l'ambiente che
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abitano. Allo stesso tempo, di riflesso, certi luoghi e certe situazioni in cui l'immagine si addensa
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acquistano un senso nuovo.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Il murales </span><span class="km0">dell'aula di informatica </span><span
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class="km0">è stata un'immagine dura contro cui Poni ha battuto la faccia e ne è stato
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profondamente colpito: la sua fisicità, la sua posizione e il contesto incredibile in cui si
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trovava ha fatto come slittare la terra da sotto i piedi e in questo modo l'ingranaggio ha
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saltato un dente del suo meccanismo andando dritto a quello successivo e mettendo in moto il
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lavoro del collettivo.</span>
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</p>
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<p class="text km0">Il murales ha generato un mulinello di eventi e sia nella sua forma reale che nelle continue
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moltiplicazioni digitali ha iniziato ad assorbire e trasudare il senso, i discorsi e i significati di
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ciò che gli stavamo costruendo attorno. Con dinamiche meticce tra il meme e il santino con l'immagine
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della madonna, un * salta si è affidato all'icona del laptop disegnato sul muro per avanzare un'ipotesi
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⤏ che internet potesse essere diverso se utilizzato in contesti diversi dal nostro, che internet
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potesse avere una propria località, una propria lingua straniera, dei gesti o costumi non scaricati di
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default, ma installati localmente e condivisi con la comunità online. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c4 c27"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Al </span><span class="km0">ritorno</span><span class="km0"> di Poni dal
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Senegal si è però attivato anche un altro murales: un murales digitalizzato, fotografato,
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caricato su Facebook e scaricato nelle nostre chat. Un murales taggato e compresso, privato di
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tutti i suoi metadati cui ne sono stati probabilmente sovrascritti altri: i suoi contenuti sono
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stati tradotti e riconfigurati per la semantica web dagli algoritmi di un generico social.
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L'immagine digitale oltre al significato si riempie e svuota anche di informazione, spesso a
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nostra insaputa o senza che ci facciamo troppo </span><span class="km0">caso</span><span
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class="km0">. Un guscio di immagine che viaggia in cerchi sempre più ampi, passando dalla
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facciata di una scuola in Casamance all'hard disk di un data centre svedese, secondo alcune
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logiche disegnate confezionate ritagliate e cucite in California per poi vestire i nostri
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smartphone mentre </span><span class="km0">scrolliamo</span><span class="text km0"> il feed
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in treno (direttrice Bergamo-Milano via Carnate 😬 il loop più lungo...).</span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Come sotto una pioggia di informazioni </span><span
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class="poni">sembrava</span><span class="poni"> comparire davanti a noi una ricostruzione a
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più dimensioni del murales: dall'immagine bidimensionale </span><span
|
|
class="poni">comparve</span><span class="poni"> un asse di profondità che rendeva tangibile
|
|
quella tensione tra il disegno e noi, una connessione complessa che avrebbe portato ad una rete
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di relazioni.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Quella caricata sul web non era solo la foto di un bel viaggio e la chiusura
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di un capitolo, ma un segnale irrequieto e continuo ping per la creazione di nodi di un
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ipotetico network. </span>
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</p>
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<p class="text km0"> La foto del murales è diventata un'icona per accedere al Senegal:</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">1. </span><span class="km0">ll</span><span class="km0"> nodo attraverso
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cui tutti i nostri discorsi dovevano passare per trovare una traduzione in quel Paese lontano.
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Un'interfaccia che dava un linguaggio comune a entrambe le voci del discorso: noi e loro, con il
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dipinto in mezzo: un portale attraverso cui passare per andare a Koubanao.</span><span
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class="poni"> In altre parole, l'interfaccia serve ad aiutare l'utente ad abitare una
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condizione virtuale, che sia un software o che sia una ricerca in un villaggio dell'Africa
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subsahariana occidentale. </span><span class="km0"> L'interfaccia che si viene a creare
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non veicola completamente il mondo opposto, ma è una semplificazione, un passaggio comune da cui
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filtra solo una ridotta gamma di significati, </span><span class="poni"> </span><span
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class="km0"> </span><span class="poni">che </span><span class="poni">può facilitare certi
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gesti e nello stesso tempo impedirne altri</span><span class="km0">. Avete presente quel
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</span><span class="km0">meme del cammello e della cruna dell'ago?</span><span
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class="c58"> 🥦 O quello del cammello e della grondaia? </span><span class="km0">Una
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comodità in comune tra due discorsi che comunque faticheranno a parlarsi e non potranno capirsi
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(restando ciascuno nel proprio contorno) perché fondamentalmente rimangono sguardi non
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assimilabili. Questa parola in comune che abbiamo imparato </span><span
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class="km0">assieme</span><span class="text km0"> è solo la prima, la prima e necessaria
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per poi aggiungere in un lavoro collettivo altri pezzi fino a costruire un discorso
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nell'intersezione dei nostri due mondi.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text c55"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0">2. L'icona e l'interfaccia sono una immagine - parola - significato che si
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autoavvera. L'icona home rappresenta, costruisce un senso e a tutti gli effetti porta alla home
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quando viene cliccata. In quest'ottica l'icona è una promessa e richiede al sistema che abita di
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essere un incantesimo coerente: come il dio garante che spacca la testa del Cartesio a metà e si
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incarica di far corrispondere </span><span class="km0 em">res cogitans</span><span
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class="km0"> e </span><span class="km0 em">res extensa</span><span class="km0">: «si
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si» gli dice dio: «Ci sono qua io stai sicuro che quando schiacci refresh il browser
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si aggiorna». E</span><span class="km0"> così facendo crea il concetto di
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</span><span class="km0 em">refresh</span><span class="km0">, ne associa un gesto, delle conseguenze e
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lo mette sull'albero al centro del giardino, in attesa che poi qualche serpente faccia lo
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scher</span><span class="km0">zo. L'icona contribuisce alla narrazione di un sistema attraverso
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le azioni e i gesti che la attivano e che attiva.</span><span class="poni"> </span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> L'icona-murales attiva ed è attivata da un desiderio collettivo, creando
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così di fatto un network rappresentando il network.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">3</span><span class="km0 c40">.</span><span class="km0"> Questa
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corrispondenza non è sempre data e ce ne accorgiamo dolorosamente o costruiamo castelli quando
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qualcosa non funziona. Il meccanismo di un'icona non è garantito a monte, ma fa parte di un
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sistema di significati che deve essere dichiarato. Un sistema che deve agire in entrambe le
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direzioni, al di qua e al di là dell'interfaccia, con un loop coerente tra azione e reazione,
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tra feedback e output.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">4</span><span class="km0">. Ogni immagine è frutto di un punto di vista ed è
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facile cadere nella trappola de il Junji Ito occidentale </span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 596.00px; height: 473.00px;"><img
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alt="" src="images/image3.png"
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style="width: 596.00px; height: 473.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="km0">Uno sguardo che crea da solo il sistema di senso entro
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cui il murales vive, proiettandolo sull'altro senza dialogo e scambio.</span><span
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class="poni"> </span>
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</p>
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<p class="text c11"><span class="text poni2"></span></p>
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<h2 class="c43" id="h.rrrvkryge3iq"><span class="c10">Il binomio trauma e rivelazione <br>→ il secondo
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viaggio (di un * salta)</span></h2>
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<span class="poni">Ci sono 208 Stati nel mondo, ognuno con le sue politiche di navigazione, di censura, ognuno
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con più o meno accessibilità al World Wide Web, con più o meno cavi sottomarini che arrivano sulle
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proprie coste. Le nazioni hanno popoli con un'educazione differente e con un'educazione differente
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riguardo internet: qualcuno ci lavora, qualcuno lo usa solo per svago, qualcuno per comunicare con i
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propri cari dall'altra parte del globo, qualcuno ci fa arte, qualcuno fa tutte queste cose. Ognuna di
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queste azioni è ripetuta spesso o saltuariamente. Se ogni interazione </span><span
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class="poni">performata</span><span class="poni"> sulla rete venisse visualizzata come un puntino
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luminoso dal cielo, la fruizione di internet sembrerebbe un codice morse schizofrenico che ci comunica
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l'attitudine connettiva della nostra specie,
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</span><span class="km0"></span><span class="text km0">con alcune zone più dense e altre meno.</span></p>
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<span class="poni">Internet è un mezzo globale e il nostro intento di ricerca di un internet locale è ancora
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aperto, un work in progress che potenzialmente non avrà mai conclusione poiché ogni porzione di utenti
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in un dato luogo formano un microcosmo a sé stante e potenzialmente questi </span><span
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class="c42 c48"><a class="c37"
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href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3D-ZFTnzD6XdU%26ab_channel%3D%25E2%2580%25A0HOLYPARISHOFDOOM%25E2%2580%25A0&sa=D&source=editors&ust=1664235309662396&usg=AOvVaw1UdKtfh28dOam4N46_tKt2">microcosmi</a></span><span
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class="poni"> sono infiniti. </span></p>
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<p class="text"><span class="sofia"> Per questo quando</span><span class="sofia"> abbiamo iniziato a
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riflettere sul tipo di progetto e sui temi che ci interessava approfondire, ci siamo resi conto
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che le premesse avrebbero consentito di realizzare diverse declinazioni a partire da diversi
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luoghi. Con progetto intendevamo infatti un punto di partenza, una direzione di ricerca il cui
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sviluppo sarebbe stato necessariamente differente in base al posto che ci avrebbe
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accolti.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Da un lato la cosa ci ha messi un po' in crisi e non abbiamo potuto fare a
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meno di chiederci se a questo punto avesse senso andare proprio in Senegal o se a spingerci non
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fosse in realtà un semplice desiderio di avventura esotica.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Fortunatamente dall'altro abbiamo ritenuto che questa versatilità non fosse
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una cosa negativa e siccome </span><span class="sofia em">un * salta</span><span
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class="sofia"> è una </span><span class="sofia">concrezione</span><span
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class="sofia"> nata attorno all'idea di quel murales, a quel murales abbiamo deciso di
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restare fedeli.<br>Realizzare il primo lavoro a Koubanao non avrebbe di certo escluso la
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possibilità di continuare lo studio altrove, magari in luoghi a noi prossimi.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">L'attenzione doveva andare anche però in una direzione che definisse
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realmente la diversità tra due realtà comunicanti: la nostra e la loro. Un'icona del resto ha il
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potere di mettere in contatto con il divino, con il mondo virtuale e distante di Koubanao ma
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anche con se stessi. Ripensandoci la vena narcisistica di questa rivelazione ha, in parte, reso
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necessario sviscerare il mistero: quali noi avremmo trovato dall'altra parte, nelle sabbie
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africane in territori del tutto al di fuori della nostra portata immaginativa e al di fuori
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delle nostre logiche determinanti.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia"> Così, dopo tanto discutere, scrivere, cancellare e ripartire, siamo
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atterrati in Africa, abbiamo risalito il grande fiume Casamance e abbiamo posato i nostri piedi
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sulla terra rossa di quella regione. Lì, di fronte a noi, fra la gente, la polvere e i manghi
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☞ </span><span class="sofia em">Internet: to learn, to discover and to be closer. The
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|
</span><span class="sofia em">world a</span><span class="c44 sofia c25 em"> planetary
|
|
village.</span>
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</p>
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<p class="c81 c57 c75 title" id="h.nbvjyqnm0xfu"><span class="c44 sofia c54 c84"> </span></p>
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<h1 class="c70 c57" id="h.2c3sealzpxry"><span>2. Internet locale?</span></h1>
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<h2 class="poni0 c57" id="h.ht5mt5ahrf4k"><span>Un reportaggio ma anche un anziano saggio</span></h2>
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<p class="text"><span class="km0"> Qua</span><span class="text km0"> abbiamo messo una panoramica sul
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background teorico della nostra ricerca. Se immaginiamo questa pubblicazione tesa tra l'essere
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un saggio e un reportage, questa sezione tende più verso sinistra. </span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 601.00px; height: 128.00px;"><img
|
|
alt="" src="images/image57.png"
|
|
style="width: 601.00px; height: 128.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span>
|
|
<sup><a href="#cmnt10" id="cmnt_ref10">[j]</a></sup>
|
|
</p>
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<p class="text"><span class="text km0">"come se fosse un'altalena"</span></p>
|
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<p class="text"><span class="km0">Ciò non comporta un distacco dal reale comunque, o dalla natura narrativa e
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discorsiva degli altri capitoli. Ognuno continua a scrivere con la propria voce ed è
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interessante provare ad applicare questa modalità non solo al racconto di un viaggio, alle
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esperienze personali e le impressioni di ciascuno, </span><span class="km0">ma anche al
|
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costruirsi di un ragionamento. Un pensiero che bene o male trova la sua strada nella riflessione
|
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personale, ma anche da intuizioni </span><span class="km0 em">multiplayer </span><span
|
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class="km0">e un continuo ping pong maieutico</span><span class="text km0">: sport preferito dei
|
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giovani nostri noi. </span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Ci siamo organizzati in 3D:</span></p>
|
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<p class="text"><span class="km0 c40 em">X asse locale / globale </span><span class="km0"><br>Inquadrare la
|
|
località e la globalità della rete espone e cerca di validare la necessità di un </span><span
|
|
class="c42 km0">internet situato</span><span class="km0">: un internet determinato da
|
|
</span><span class="km0 c40">urgenze collettive</span>
|
|
<sup><a href="#cmnt13" id="cmnt_ref13">[m]</a></sup>
|
|
<span class="km0 c40"> e</span><span class="km0 c40"> identità culturali variegate</span><span
|
|
class="km0">,</span>
|
|
<span class="km0"> non solo un </span><span class="km0">network di estrattivismo e
|
|
speculazione</span>
|
|
<sup><a href="#cmnt19" id="cmnt_ref19">[s]</a></sup>
|
|
<span class="km0">. L'altra faccia della medaglia è un approccio critico alla necessità di</span><span
|
|
class="km0"> </span><span class="km0 c40">protocolli globali</span><sup><a href="#cmnt21"
|
|
id="cmnt_ref21">[u]</a></sup>
|
|
<span class="km0"> e </span><span class="km0">modalità di comunicazione tra diverse
|
|
località</span><span class="km0">, che portano dritti al secondo asse.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="c8"><span class="c25 km0 c40 em c90"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="km0 c40 em">Y asse </span><span class="km0 c40 em">decentralizzato</span><span
|
|
class="km0 c40 em"> / centralizzato</span><span class="km0"><br>Attraverso lo </span><span
|
|
class="km0">studio</span>
|
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<span class="km0"> dell'infrastruttura di internet viene introdotto il discorso riguardo la
|
|
possibilità di un</span><span class="km0"> </span><span class="km0">protocollo comune di
|
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matrice non coloniale</span>
|
|
<span class="km0">.</span><span class="km0"> Da qui il punto viene ampliato mettendo a confronto
|
|
</span><span class="km0">web centralizzato </span><span class="km0">vs decentralizzato</span>
|
|
<span class="km0">,</span><span class="km0"> nella sua </span><span class="km0 c40">architettura
|
|
</span>
|
|
<span class="km0 c40">e </span><span class="km0 c40">urbanistica</span>
|
|
<span class="km0">. </span><span class="km0 em">Quando rifiutare i software del padrone e quando invece
|
|
detournarli / </span><span class="gambas em">deleggittimarli</span><span
|
|
class="km0"> </span><span class="km0 em">/ o caricarli dei</span><span
|
|
class="km0 em"> nostri personali significati</span><sup><a href="#cmnt36"
|
|
id="cmnt_ref36">[aj]</a></sup>
|
|
<span class="km0 em">? </span><span class="km0">Fare affidamento sui software open source è </span><span
|
|
class="km0 em">empowerment</span><span class="km0"> o</span><span
|
|
class="km0"> tagliarsi le gambe da soli</span>
|
|
<span class="km0">? Scenari interessanti si possono aprire mischiando il </span><span class="km0">DIY al
|
|
</span><span class="km0">DIWO </span>
|
|
<span class="km0">digitale.</span>
|
|
<sup><a href="#cmnt46" id="cmnt_ref46">[at]</a></sup>
|
|
|
|
</p>
|
|
<p class="c8"><span class="text km0"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="km0 c40 em">Z asse custom / preset</span><span class="km0"><br></span><span
|
|
class="km0">Internet crea il contesto sociale in cui ci muoviamo, online ed offline</span>
|
|
<span class="km0">. Conoscerne le dinamiche, le forme e la struttura diventa cruciale per non restare
|
|
travolti dalle ondate di narrazioni che genera. Si parla di costantemente (tra di noi, di un *
|
|
salta) di una </span><span class="km0 c40">alfabetizzazione digitale</span>
|
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<span class="km0">, ma effettivamente cosa intendiamo con alfabetizzazione? Forse creerebbe però il
|
|
terreno solido su cui muoversi da una rete di </span><span class="km0">preset,</span><span
|
|
class="km0"> </span><span class="km0">monolitica </span><span class="km0">e imposta a una
|
|
serie di</span><span class="km0"> "luoghi </span><span class="gambas">custom"</span><span
|
|
class="km0"> che ci appartengono, e ai quali </span><span class="km0">sentiamo di
|
|
appartenere</span>
|
|
<span class="text km0">. </span>
|
|
</p>
|
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<p class="c8"><span class="text km0"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="km0">Chiude il capitolo uno sguardo sulla situazione che abbiamo trovato nel
|
|
villaggio di Koubanao, una condizione per certi versi non totalmente diversa da quella Italiana:
|
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</span><span class="km0">disponibilità tecnologica penalizzata da un accesso limitato per questioni
|
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spesso economiche, e per una mancanza di </span><span class="km0">alfabetizzazione</span><span
|
|
class="km0"> dcigitale</span>
|
|
<sup><a href="#cmnt63" id="cmnt_ref63">[bk]</a></sup><span class="poni">.</span>
|
|
</p>
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<h2 class="poni0 c57" id="h.keb1ixgywc8"><span>X → </span><span class="c10">Locale e globale</span></h2>
|
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|
<p class="text"><span class="c42 c48"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://computingwithinlimits.org/2021/papers/limits21-devalk.pdf&sa=D&source=editors&ust=1664235309667760&usg=AOvVaw1BJKjEWmBhQ4ScQKJQ63eK">https://computingwithinlimits.org/2021/papers/limits21-devalk.pdf</a></span>
|
|
</p>
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|
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|
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<p class="text"><span class="c4 c27">Inquadrare la località </span></p>
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<span class="poni c33">"Internet è una entità singola ma con una miriade di proiezioni territoriali"</span><sup
|
|
class="poni c33"><a href="#ftnt3" id="ftnt_ref3">[3]</a></sup></p>
|
|
<p class="text"><span class="km0"><br> </span><span class="km0 c33">Cosa vuol dire internet locale? a quale
|
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luogo ci si riferisce? Il luogo da cui viene trasmesso o il luogo in cui viene ricevuto? Il
|
|
luogo in cui si materializza, e cioè il computer, oppure tutti i posti che attraversa sotto
|
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forma di onda elettromagnetica o cavo sotto nel mare?</span></p>
|
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<p class="text"><span class="km0 c33">Alcuni spunti:</span></p>
|
|
<ol class="c26 lst-kix_a5fbhul0w61g-0 start" start="1">
|
|
<li class="c31 c45 c75 title li-bullet-0" id="h.138no9hvjhtj"><span class="km0 c33">internet unisce
|
|
luoghi diversi indipendentemente dalla loro posizione, annullando di fatto il concetto
|
|
di distanza, e forse anche quello di </span><span class="km0 c33">località?<br></span>
|
|
</li>
|
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<li class="c31 c45 c75 title li-bullet-0" id="h.138no9hvjhtj-1"><span class="km0 c33">la località di
|
|
internet può avere diverse nature: può trattarsi di una località umana e abitata, come
|
|
anche deserta o sconosciuta o addirittura inaccessibile<br></span></li>
|
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<li class="c31 c45 c75 title li-bullet-0" id="h.o69iad9ds9gs"><span class="km0 c33">la località di
|
|
internet è sempre da considerarsi plurale? nel senso come contorno delle diverse zone
|
|
che collega?</span><span class="km0 c33"> </span></li>
|
|
</ol>
|
|
|
|
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c27">inquadrare la globalità</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="km0 c33">A</span><span class="km0 c33">nnullare la distanza forse ha come effetto
|
|
che chiunque possa proiettare la propria condizione sull'altrove, dando per assunto che tutti
|
|
quanti siano seduti per terra, o stiano scrollando le notizie dal telefono, o abbiano una
|
|
connessione super veloce, o siano effettivamente persone. Questo è un tranello in cui siamo
|
|
indotti ed è la cosa più lontana dalla realtà. Il corollario è il </span><span
|
|
class="km0 c33">memetto</span><span class="km0 c33"> del cane</span><sup class="km0 c33"><a
|
|
href="#ftnt4" id="ftnt_ref4">[4]</a></sup><span class="c44 km0 c54 c33">: nessuno sa chi
|
|
sei, perché nessuno è portato ad immaginare una situazione diversa da quella che abita.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi c33">Forse è per questo che ci piace molto, internet ci rende padroni del
|
|
nostro impero personale, uniformiamo la realtà a nostra immagine. Vediamo</span><span
|
|
class="tizi c33"> il </span><span class="tizi c33">murales</span><span
|
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class="tizi c33"> </span>
|
|
<span class="tizi c33">ma in realtà stiamo guardando noi stessi e cosa c'è di meglio di uno specchio in
|
|
questo mare di perduti viaggiatori tra dati, podcast, meme, Netflix che ringrazio e maledico per
|
|
i consigli fatti </span><span class="tizi em c33">ad hoc</span><span
|
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class="tizi c33"> sulle mie ultime ricerche? Pure i suggerimenti di YouTube:
|
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</span><span class="tizi c40 c33">in questi anni ho imparato a capire quanto una persona
|
|
potesse essere diversa da me proprio da questi suggerimenti</span><span
|
|
class="tizi c33"> e, sempre con piacere, scopro i </span><span class="tizi em c33">guilty
|
|
pleasure</span><span class="c44 tizi c54 c33"> delle persone simili ai miei, guarda un po'
|
|
anche lui si vede i video delle lotte tra insetti.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c58">🥦 </span><span class="c29">Internet trasforma lo spazio in tempo, anzi
|
|
lo annulla nella simultaneità del </span><span class="c29 em">real time.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c29 em"><br></span><span class="c29">Considerazioni sul fatto che il presente di
|
|
internet cancella la storia locale del Senegal (e anche di tutti gli altri posti... )
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</span><span class="c44 c29 em">in progress</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c44 c29 em"></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c44 c29 em"></span></p>
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<p class="text"><span class="c29">Questa idea di globalità sembra insomma essere un presupposto fondamentale di
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internet, nel 2022 (sì, sono passati un po' di anni dal nostro viaggio in Senegal) . Ne
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definisce l'essenza e anzi pare essere diventato il minimo comune denominatore per qualsiasi
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comprensione di internet. Non che questo sia esattamente il primo pensiero che viene in mente a
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noi nativi digitali sempre attaccati al cellulare. Il fatto è che la capacità di internet di
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connettere diverse parti del globo, o di accorciare apparentemente le distanze fino ad
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</span><span class="c29">annullarle è</span><span class="c20"> un qualcosa di così naturalizzato
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nel nostro quotidiano che viene dato per scontato.</span></p>
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<p class="text"><span class="c29">Essere connessi non è più un big deal, è del tutto normale, anzi ci stupiamo e
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andiamo in crisi quando in certi posti la connessione è lenta o del tutto assente. Questo ci
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porta a modificare la nostra comprensione delle cose nel nostro quotidiano, le nostre stesse
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abitudini si sono sviluppate su una relazione necessaria con internet </span><span
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class="c29">(Linton Kwesi Johnson cantava "internet</span><span
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class="c29 em"> </span><span class="c29">is a bitch dere's no escapin it", o almeno mi
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piace pensarlo). Se da una parte internet rimane una costante invisibile, dall'altra si rivela
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con sicurezza attraverso certi gesti. Scrollare la bacheca, inviare messaggi ai nostri amici
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senza vederli da mesi (parentesi sul fatto che ci sia stata ed è in corso una pandemia? lol),
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ordinare cibo sul delivery service di turno, guardare serie tv su netflix o fare swipe su tinder
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(</span><span class="c29 em">o le seghine su twitch),</span><span class="c20"> sono tutte
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azioni perfettamente normali, con un significato condiviso e presumibilmente condiviso con tutto
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il mondo.</span></p>
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<p class="text"><span class="c20">Cosa succede se non è più la globalità ad essere il fondamento di internet ma
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internet il fondamento della globalità(ma soprattutto, l'internet delle grandi piattaforme)? E
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non solo della globalità, che a questo punto passa del tutto in secondo piano, ma dell'intera
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realtà in cui viviamo. perché è proprio questo che sembra succedere oggi. Il fatto è che le big
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tech sono state davvero radicali nel puntare tutto su questo strumento, e con tutto intendo
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davvero tutto, hanno portato alle estreme conseguenze questa idea di globalità fino a farla
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diventare universalità. Non solo tutte le altre declinazioni di internet sono completamente
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escluse dalla topologia creata dalle grandi piattaforme, ma l'intera comprensione del mondo in
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cui viviamo passa, per la maggior parte, attraverso di esse.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c20">L'idea di globalità di internet oggi è forse più legata a questa universalità
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di gesti e significati che si portano dietro, creando un immaginario che presumiamo sia
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condiviso da tutti quelli che hanno avuto a che fare con internet, che a sua volta (per volere
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delle big tech) è ovunque. Insomma questa promessa di connessione globale di internet è un po'
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un cane che si morde la coda ed è anche un'idea o una scusa un po' obsoleta.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c20">Annullare la distanza tramite internet è forse una delle pretese più riuscite
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delle big tech, nel senso che non è vero che internet annulla le distanze, anzi è piuttosto vero
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il contrario.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c20">*una frase sul fatto che internet è completamente sincronizzato con le nostre
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abitutidini e viceversa, influenzando i nostri ritmi fino a rallentarli o velocizzarli con
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quelli delle grandi piattaforme. "hai speso 35 minuti su instagram" dice il timer che
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ho messo alla mia app.*</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c20">*se qui internet è così sovrabbondante *</span></p>
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<p class="text"><span class="c20">*</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c20">*una frase sul fatto che l'internet delle big tech egemonizza i modi di usare
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internet facendo presa sulle abitudini del nostro quotidiano. offrono una scorciatoia,
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ottimizzano, facilitano etc.*</span></p>
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<p class="text"><span class="c20"> </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c20">((((. Ma forse è più utile pensare a queste distanze in termini di
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temporalità?</span></p>
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<p class="text"><span class="c20">real time e keeping up with platforms' rhythm.))</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c20">è a questo punto che si rende necessaria non solo l'idea di un internet
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globale, ma bisogna anche comprendere che il nostro internet e il nostro uso di esso è solo uno
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dei tanti, ed è tanto locale quanto l'internet locale che volevamo scoprire in Senegal.</span>
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</p>
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<p class="text c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text"><span class="c44 c29 em">sta parte è da sistemare un tot, scritta di getto per rompere il
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ghiaccio but workin' on it :)</span></p>
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<p class="text poni4 c11"><span class="c20"></span></p>
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<p class="text poni4"><span class="c29">---- chiudere il pragrafetto con il fatto che annullare la distanza sia
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spaziale che temporale possa essere per certi aspetti problematico, e che quindi ci interessa
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capire e </span><span class="c29">ricercare</span><span class="c29"> in che modo internet
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possa riappropriarsi del concetto di località. O meglio, in che modo si possa riconoscere e far
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emergere la località di internet per legittimare e valorizzare realtà diverse dalla nostra. (c'è
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un qualcosa di paurosamente coloniale nel pensare che le tecnologie siano tutte uguali e che
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debbano essere usate nello stesso modo in tutto il mondo)</span>
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</p>
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<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> </span><span class="c44 km0 c54 c33">Ritorno agli spunti-ni dopo anni:
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</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
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<ol class="c26 lst-kix_qodxs4fnef38-0 start" start="1">
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="c44 km0 c54 c33">Internet unisce luoghi diversi. Il modo
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in cui opera è fortissimamente dipendente dalla posizione geografica, economica e
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sociale di ogni punto che connette. Una guaina culturale avvolge i cavi di fibra ottica
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e li annoda secondo precisi usi e costumi. Queste forme e comportamenti sfuggono alla
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traduzione totale delle interfacce: vuoi perchè ogni discorso digitale viene portato
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avanti contemporaneamente sia online che offline, vicino e lontano dalle piattaforme,
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vuoi perchè queste interfacce mancano dell'espressività necessaria che ogni voce
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richiede. Forse il concetto di distanza non è annullato, ma nascosto. Coperto con un
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lenzuolo troppo corto. E forse quindi la località continua ad esistere nonostante il
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miracolo del teletrasporto?<br></span></li>
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="km0 c33">La località di internet è stratificata, e forse
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potrebbe essere utile un glossario per evitare di finire a girare in tondo mentre
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ragioniamo. Allora ecco un tentativo: una località d'uso, una località strutturale, una
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località di progetto e una località di destinazione. La località d'uso è lo
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spazio online: la piattaforma, il sito, il servizio. Il gruppo di Facebook, la diretta
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di Instagram, il thread di Twitter, la repo su Gitlab, la chat su Telegram, l'assistenza
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clienti di Amazon, la mappa per seguire il rider di Gorillaz. è una località abitata da
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utenti e consumatori.La località strutturale è i cardini dell'infrastruttura che
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permette alle località d'uso di esistere. Dallo smartphone al modem in casa, dalle
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antenne 5G ai data center agli snodi dei cavi transoceanici. è una località abitata
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prevalentemente da attori economici e istituzionali, ma anche tecnici, lavoratori e
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professionisti. La località di progetto è il luogo sociale, culturale ed
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economico in cui una piattaforma viene concepita e disegnata. Spesso quando si parla di
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ambienti digitali ciò corrisponde con una precisa posizione nord-occidentale del mondo.
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La località di progetto orienta a livello ideologico l'uso di uno strumento, e la
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percezione che questo ha del mondo che gli sta tutto attorno. è ancora una località
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abitata da attori economici e istituzionali, ma anche da artistə, entità culturali
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ed enti legati al territorio. La località di destinazione è allo stesso tempo un
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luogo fisico e un contesto sociale. è il pubblico che i designer hanno in mente quando
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progettano lo stile dei pulsanti di un'app e allo stesso tempo l'area geografica in cui
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il discorso online può trovare un riverbero. Questo è particolarmente evidente ad
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esempio nelle grandi città metropolitane dove i servizi di delivery hanno un senso che
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scema via via ci si sposta verso la provincia. Spesso la località di progetto e quella
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di destinazione sono strettamente connesse, e ciò provoca un feedback loop che rischia
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di tagliare fuori le altre voci dal discorso della località. La località di destinazione
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è abitata da utenti e consumatori.Queste diverse zone non sono separate in
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maniera netta e precisa, ma da contorni sfumati. Una persona può essere allo stesso
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tempo un utente, l'admin del gruppo </span><span class="km0 em c33">Secret Sex Eels
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Sailors (marina</span><span class="km0 em c33">ə</span><span
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class="km0 em c33"> LGBTQ🦈+) </span><span class="km0 c33">e lavorare su una
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nave posacavi in mezzo al mare. Un rider può gestire una pagina con 400k followers e
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portare la spesa a casa dei propri fan. I CEO della Silicon Valley sono poveri cristi
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intrappolati dalle bestie che dovrebbero tener sotto controllo. Ecc.<br></span> </li>
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="km0 c33">Con in mente questi diversi aspetti diventa più
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facile immaginare la località come qualcosa di plurale e condiviso, come un contorno che
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delimita il possibile e il reale di ogni evento online. Mandando una newsletter dal
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Senegal nel canale di Un * Salta mettiamo su un teatro dei burattini tra noi e gli
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studenti, l'infrastruttura delle telecomunicazioni francesi Orange, la compagnia e la
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community di Telegram e i nostri amici collegati dall'Italia e dal mondo.</span><span
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class="km0 c33"> Dietro le quinte a muover baracca: la produzione delle manifatture
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tecnologiche orientali, la tratta e la violenza delle terre rare nel continente
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africano, l'oscillare delle speculazioni e degli investimenti finanziari che determinano
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il costo e il valore del viaggio del nostro messaggio. </span><span
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class="c44 km0 c54 c33">Il nostro lavoro come un * salta allora diventa un
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processo che cerca di riconoscere dei marcatori utili a distinguere queste diverse
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|
località per poterci lavorare in maniera sensata.</span></li>
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|
</ol>
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<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
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<span class="poni em">Piccoli esempi utopici e distopici: tra alternative non egemoniche e realtà </span><span
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|
class="poni em">estrattiviste</span><span class="c44 c25 poni em"> e speculative</span></p>
|
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<p class="text"><span class="poni">I livelli sopraelencati son gli stessi ma le dinamiche possono cambiare:
|
|
l'utilizzo di altri strumenti social, di pubblicazione, di gestione può cambiare effettivamente
|
|
l'approccio a questo stack complesso tra interfaccia-utente-mondo</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Generalmente quando parliamo di internet parliamo del protocollo HTTP, ma ci
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sono altre soluzioni più ecologiche, utopiche e testarde: per esempio, il protocollo Gemini pare
|
|
un revival dell'internet 0.1, senza immagini senza styles, che vuole essere una risposta
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|
radicale alla cultura della piattaforma e dello spreco di dati (-> wordpress, infinite
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scrolling)</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">La questione dell'internet decentralizzato in questi tempi è abbastanza
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hyped, per via delle crypto, ma è soprattutto altro: a livello di social si possono trovare
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esempi confederati come peertube o mastodon, software di, in questo caso, streaming video e
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social stile twitter dove ogni istanza (= installazione in un server) decide la propria "bolla",
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decide con chi legarsi e con chi no. Agency</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">L'approccio più generale alla computazione può essere messo in discussione:
|
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l'accelerazione nello sviluppo costante di gadget favolosi – obsolescenza ecc –
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|
costruzione di semiconduttori in Taiwan – sostenibile come una macchia d'olio dio
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boia</span></p>
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<p class="c31 c11"><span class="poni"></span></p>
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<p class="c31"><span class="poni">da riformulare cioè vaffanculo al rural computing</span></p>
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<p class="c31"><span class="poni">This first axiom can be narrated by the old Nokia motto "connecting people":
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RC would connect people and the whole ecosystem thanks to a local-related-technology, tools
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built according to what the ecosystem offers without any violent extractions of matter; but in
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the out-there world this motto is linked to the fact that to build a smartphone takes an entire
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civilization: "California, Japan, Taiwan, Congo, Switzerland, China are all connected by
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the supply chains of tech capitalism."</span></p>
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<p class="c31"><span class="poni">So, sustainability is surely the core of RC, instead of planned obsolescence,
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it's possible to think about planned longevity. Try to redraw computation for scaling down the
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requirements from the material world must be fundamental. If the world our there is constantly
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developing new, faster, more performing devices, is an acceleration of the catastrophe through
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extraction and waste of energy, RC would think of another kind of acceleration: a raccoon
|
|
accelerationism, based on picking up rubbish to reuse for new purposes to embrace proper
|
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degrowth. This is a genuine meaning of progress, that does not constantly imply the abandoning
|
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of the old. </span></p>
|
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<p class="c31"><span class="poni">esempio pratico e concreto: </span></p>
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<p class="c31"><span class="poni">permacomputing, computazione che prende ispirazione dalla permacoltura</span>
|
|
</p>
|
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<p class="c31"><span class="c42 c48"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=http://viznut.fi/texts-en/permacomputing.html&sa=D&source=editors&ust=1664235309674039&usg=AOvVaw1o0pgjzAkEf_r2vq5xCORe">http://viznut.fi/texts-en/permacomputing.html</a></span>
|
|
</p>
|
|
<p class="c31"><span class="poni">rendere collettivo un processo computazionale è complesso perché o si ha
|
|
totale </span><span class="poni em">controllo</span><span class="poni"> su certi processi
|
|
digitali (e non) o è proprio cazzo difficile avere empowerment quando si usa la suite di
|
|
micro***t</span></p>
|
|
<p class="c31"><span class="poni">Ma chi, nel 2022, sbatte la testa su self-hosted servers e ci installa dentro
|
|
tutte le alternative possibili? solo dei disperati</span></p>
|
|
<p class="c31"><span class="poni">ma questi disperati in realtà poi si coalizzano, fisicamente e virtualmente,
|
|
tramite network umani e infrastrutturali: servus.at, ec… [to find to remember]</span></p>
|
|
<p class="c31"><span class="poni">alternative all'internet come network</span></p>
|
|
<p class="c31"><span class="c42 c48"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://paquetesemanal.eltoque.com/&sa=D&source=editors&ust=1664235309674602&usg=AOvVaw3fIIgVPbRgwFKNcGziz_Jr">https://paquetesemanal.eltoque.com/</a></span>
|
|
</p>
|
|
<p class="c31"><span class="poni">la questione dell'estrattivismo non è solo una questione di estrazione
|
|
costante di dati in se ma è la questione dei contenuti creati (costantemente) da un sacco di
|
|
utenti: qui il problema è ambivalente, l'estrazione e l'archiviazione di ogni dato è un problema
|
|
più ecologico oltrechè di privacy, ma ci siamo rotti pure i suddetti a parlare di privacy</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="c31"><span class="poni">questione legale del publishing su facebook: è roba di meta quando schiacci il
|
|
pulsante</span></p>
|
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<p class="c31"><span class="poni">e dall'altra parte il </span><span class="poni em">problema</span><span
|
|
class="poni"> sono anche gli utenti per la totale o quasi mancanza di coscienza sullo stack
|
|
di cui stiamo parlando ma noi che ci possiamo fare? proprio nulla? o se la gente sa e se ne
|
|
frega? è giusto pure così <br>aspettiamo il collasso → collapse OS</span></p>
|
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<p class="c31"><span class="poni">pensare agli elementi dell'internet come qualcosa che può decadere, scadere,
|
|
andare in pensione, circa</span></p>
|
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<p class="c31"><span class="poni">IPFS => un altro modo per scambiare i files nell'internet senza usare http,
|
|
<br>c'è anche ONION ehehe, peergos</span></p>
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<p class="c31"><span class="poni">rete locali wireless guerrilla etc (libretto rosa sulla tech e altre
|
|
cose)</span>
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</p>
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<p class="c31"><span class="poni">dare attenzione anche ai garden? revival dei blog? il modo in cui si pubblica
|
|
cambia tutto – scrivere qualcosa su facebook, su medium, su un self-made website è
|
|
differente – perchè?</span></p>
|
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<p class="c31 c11"><span class="poni"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="c27">ecco una mappa</span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 449.33px;"><img
|
|
alt="" src="images/image15.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 449.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="c27">mappa: forse bene fare un grafichetto</span></p>
|
|
<ul class="c26 lst-kix_6acrjzmj58fq-0 start">
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="c4 c27">uso - struttura - progetto - destinazione</span>
|
|
</li>
|
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="c4 c27">l'interazione tra questi strati è ciò che
|
|
caratterizza la forma di internet</span></li>
|
|
<li class="c8 c45 li-bullet-0"><span class="c4 c27"></span></li>
|
|
</ul>
|
|
<p class="c8"><span class="c4 c27"></span></p>
|
|
<p class="c8"><span class="c4 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c27">network di estrattivismo e speculazione</span>
|
|
|
|
</p>
|
|
<p class="c8"><span class="c4 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="km0">social good </span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c27">un internet determinato da </span><span class="c40 c27">urgenze
|
|
collettive</span>
|
|
<span class="c40 c27"> e</span><span class="c40 c27"> identità culturali variegate</span><span
|
|
class="c27">,</span>
|
|
<span class="c27"> </span>
|
|
</p>
|
|
<p class="c8"><span class="text km0"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c27">un approccio critico alla necessità di</span><span
|
|
class="c27"> </span><span class="c40 c27">protocolli globali</span>
|
|
<span class="c27"> e </span><span class="c27">modalità di comunicazione tra diverse località</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
|
|
<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
|
|
<p class="c31 c11"><span class="text km0 c27"></span></p>
|
|
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
|
|
<p class="c8"><span class="c34 c82 c88"></span></p>
|
|
<h2 class="c57 poni0" id="h.1ydd5jnh4bv9"><span>Y → </span><span class="c10">Decentralizzato vs
|
|
Centralizzato</span></h2>
|
|
<p class="c8"><span class="text km0"></span></p>
|
|
<h3 class="poni3 c57" id="h.wah1j3tqekzq"><span class="c44 c53">Inserto esterno della Sofia di tesi</span></h3>
|
|
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|
<span class="c18">L'utilizzo di internet dalla nostra posizione privilegiata ci appare omogeneo e in grado di
|
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fornire le stesse opportunità a tutti coloro che possono permettersi una connessione. Invece, a dispetto
|
|
della sua osannata globalità e
|
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</span><span class="c18">di quanto affermato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite</span>
|
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<span class="c5 sofia"> (ovvero che gli stessi diritti riconosciuti offline devono essere riconosciuti
|
|
anche online), si registrano numerose discrepanze dovute a situazioni politiche, economiche e
|
|
sociali.</span></p>
|
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<p class="text c11"><span class="c5 sofia"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="sofia">Nel periodo della nostra permanenza a Koubanao ha cominciato ad insinuarsi
|
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il pensiero che studiando la storia e le dinamiche dell'infrastruttura di internet si potesse
|
|
comprendere meglio anche il tessuto della società contemporanea. Era solo un'intuizione,
|
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suggerita dalla percezione di uno strisciante e silenzioso colonialismo digitale e non, ma
|
|
facendo le giuste ricerche si è rivelata precisa. In Senegal le conseguenze della dominazione
|
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francese si vedono ovunque, a partire dalla lingua, passando dall'architettura fino ad arrivare
|
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a carcasse di macchine inglobate dalla vegetazione.</span><span class="sofia c40"> Gli
|
|
oggetti parlano chiaro, perché l'infrastruttura fisica di internet non dovrebbe fare lo stesso?
|
|
I</span><span class="sofia">nternet che è diventato qualcosa di inscindibile, qualcosa di
|
|
indelebile, qualcosa di indispensabile, perché nell'immaginario collettivo rimane privo di
|
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forma?</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Sembra che si preferisca continuare a vivere nell'astrazione. è vero che
|
|
percepiamo la sua presenza principalmente attraverso cellulari, computer e tablet, senza poter
|
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accedere a tutto ciò che accade oltre, ma la nostra consapevolezza dello strumento e del suo
|
|
contesto non deve limitarsi a far scorrere il</span><span class="sofia c40"> </span><span
|
|
class="sofia">pollice sullo schermo.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="sofia"><br></span><span class="sofia">Nel frattempo, per soddisfare il crescente
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aumento della domanda di spazio di archiviazione e larghezza di banda, l'infrastruttura aumenta,
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assume forme fisiche imponenti, si espande in tutte le direzioni e si impossessa di preziose
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risorse naturali. Ha occupato i mari, la terra e i cieli, eppure sembra essere immateriale. Per
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chi la osserva è invece </span><span class="sofia">un'ingombrante</span><span
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class="sofia"> manifestazione delle complesse situazioni politiche, sociali e ambientali in
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cui ci troviamo. L'infrastruttura può diventare un paradigma emblematico del nostro presente, se
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decidiamo di </span><span class="sofia">prestarle</span><span
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class="sofia"> attenzione.<br>Internet e la tecnologia in generale sono un patto stretto
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con la terra, la fibra ottica, l'acciaio, la plastica, la luce, gli </span><span
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class="c42 c48"><a class="c37"
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href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3DVVJlKJi9FWU&sa=D&source=editors&ust=1664235309677852&usg=AOvVaw3qZcpB5I3KYNoaeKxOKI4O">squali</a></span><span
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class="sofia">, gli scoiattoli, gli uccelli, l'aria e infine, anche con l'uomo.</span>
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</p>
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<p class="text poni6 c79"><span class="sofia">https://www.youtube.com/watch?v=VVJlKJi9FWU</span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 417.01px; height: 260.32px;"><img
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alt="" src="images/image51.png"
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style="width: 417.01px; height: 260.32px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia poni1"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">è il 17 ottobre 1851, fra St. Margaret's Bay, in Inghilterra, e Sangatte, in
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Francia, accade qualcosa che rivoluzionerà il futuro delle comunicazioni: viene posato il primo
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cavo sottomarino del telegrafo.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Questo strumento stava già radicalmente cambiando la percezione del mondo e
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le sue dinamiche, il progresso avanzava a gonfie vele ed eravamo in grado di espanderci
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fluidamente in ogni direzione, lo spazio stava assumendo tutta una nuova connotazione e noi
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assieme a lui.<br>Adesso facciamo un * saltino in avanti fino al 13 agosto 1858, quando
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Vittoria, regina a capo del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, invia un messaggio
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oltreoceano per la prima volta nella Storia. Ebbene sì, il primissimo cavo transatlantico entra
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in funzione (per solo un mese) (ma questo loro ancora non lo sanno). Le sue parole sono
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</span><span class="sofia em">"Europe and America are united by telegraphy. Glory to God in the highest,
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on earth peace, goodwill towards men". </span><span class="sofia">Grandi feste, grandi parate,
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grandi discorsi, grandi incendi:</span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 184.01px; height: 144.12px;"><img
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alt="" src="images/image12.jpg"
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style="width: 184.01px; height: 144.12px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">"We have been having a great time here, celebrating the success of the
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Atlantic Cable, cannon, flags, shouts, extra-papers, & extra-policemen, fireworks, crowds,
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processions, music, illuminations, transparencies, &c., &c., and ended by nearly burning
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down the City Hall, in our delight, it having caught from the fireworks, and lost its cupola,
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and part of its upper story."</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Lettera del 18 agosto 1858 inviata da un visitatore di New York a suo
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zio</span><sup class="sofia"><a href="#ftnt5" id="ftnt_ref5">[5]</a></sup></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Non tutti però sono della stessa opinione, sull'Harper's Weekly in una
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vignetta del 16 maggio 1857 si vedono due borseggiatori intenti a scambiarsi queste battute:
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</span><span class="sofia em">"Folks call this Telegraph a Great Hinvention! I say it's mean!
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It don't give a Cove a fair chance! They'll know all about him in Hamerica afore he
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gets there!"<br></span><span class="sofia">Già, perché il telegrafo non servirà solo a
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diffondere la pace e ad unire i continenti, in breve tempo si trasformerà da invenzione
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scientifica a strumento di potere al servizio dei grandi imperi coloniali. I suoi tentacoli
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svilupperanno una rete militarmente e commercialmente strategica per migliorare il controllo sui
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territori sottomessi. Ed è così che le presunte missioni di civilizzazione e le teorie che il
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progresso tecnologico avrebbe migliorato la vita dei "primitivi", si dimostreranno semplici mire
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per sottomettere proprio coloro che promettevano di liberare. La tecnologia giustificherà le
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azioni degli imperi e darà alla violenza sistematica una parvenza di civiltà, la vestirà di
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bianco per farla sfilare davanti agli europei soddisfatti delle loro buone azioni. La tecnologia
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non modificherà le dinamiche di potere, ma ne verrà imbrigliata, diventando una fonte di immenso
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guadagno per coloro che riusciranno ad assumerne il controllo.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Oltre al danno, non crediate di scamparla, ci sarà anche la beffa, in quanto
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l'esistenza stessa di questo strumento non sarebbe stata possibile senza il contributo delle
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risorse, delle conoscenze e della manodopera delle colonie. Per esempio, da esse proviene la
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guttaperca, una macromolecola di origine vegetale derivante dal lattice disseccato di varie
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specie di alberi della famiglia delle Sapotacee, tutte indigene della regione indomalesef.
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Questo materiale si era rivelato l'unico abbastanza resistente da poter sopportare l'ambiente
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sottomarino isolando i cavi in rame del telegrafo. Uno strano gioco del destino ha voluto che le
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specie di questo albero crescessero solamente nei territori delle colonie inglesi, francesi e
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olandesi, facilitandone lo sfruttamento.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Inutile dire che gli esiti di questa scoperta saranno catastrofici e
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causeranno una vera e propria strage. Secondo quanto scrive lo studioso francese Eugène
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Sérullas, a Singapore la pianta si era già estinta prima del 1857, a Malacca e Selangor lo sarà
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entro il 1875, e a Perak entro il 1884. Nei primi anni del Novecento si stima inoltre che la
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guttaperca nei cavi ammonti a circa 27000 tonnellate e supponendo che da ogni albero si ricavi
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una media di 311 g di lattice, arriviamo alla conclusione che in nome del progresso furono
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abbattute 88 milioni di piante.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia"><br>Se ci spostiamo in India nel 1851 possiamo osservare William Brooke
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O'Shaughnessy, un fisico irlandese facente parte della British East India Company, mentre
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sviluppa un sistema telegrafico diverso da quello che si sta studiando in Europa e America. Il
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suo lavoro vanta un utilizzo di tecniche metallurgiche tradizionali e indiane, affidandosi al
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lavoro di artigiani locali.</span><sup class="sofia"><a href="#ftnt6"
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id="ftnt_ref6">[6]</a></sup><span class="sofia"> Tuttavia i meriti delle persone
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indigene non verranno riconosciuti in quanto il loro apporto non si può considerare all'altezza
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di quello degli scienziati europei.<br>Sempre in India durante la dominazione inglese, qualora
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ci capitasse di entrare in una stazione telegrafica, noteremmo una divisione dei ruoli molto
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impari, infatti gli impiegati sarebbero tutti indiani mentre i telegrafisti principalmente
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europei. Questa ripartizione dei compiti crea una forte gerarchia e impedisce a chi si trova più
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in basso di acquisire le conoscenze per ottenere l'indipendenza e le capacità sufficienti ad
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utilizzare lo strumento.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Bene, dopo tutti questi pellegrinaggi spazio temporali per seguire le
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violente vicende di un vecchio strumento che probabilmente nessuno di voi ha mai visto dal vivo
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né tanto meno usato, è giunto il momento di dare alcune spiegazioni. Il telegrafo ci riguarda
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molto più di quanto immaginiamo, anzi, ci riguarda talmente da vicino che ogni giorno abbiamo a
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che fare con esso. Molti, ma non tutti, sanno che il 99% dei nostri dati passa attraverso dei
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cavi sottomarini in fibra ottica adagiati sui fondali dei mari e gli oceani. All'inizio del 2019
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TeleGeography</span><sup class="sofia"><a href="#ftnt7" id="ftnt_ref7">[7]</a></sup><span
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class="sofia"> stima fossero in servizio approssimativamente 378 cavi per un totale di
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circa 1.2 milioni di km, anche se fare i calcoli con precisione è sempre complesso dato che ne
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vengono continuamente attivati di nuovi e i più vecchi vengono dismessi. Fin qui, nulla di
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strano, è il progresso che avanza, siamo abituati ai grandi numeri.<br>Quello che più ci
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interessa è che la geografia della rete dei cavi sottomarini è una delle più statiche nella
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storia delle comunicazioni, il che significa che i percorsi dei cavi in fibra ottica ricalcano
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quelli delle vecchie linee telegrafiche, </span><span class="sofia">ereditandone</span><span
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class="sofia"> la topografia coloniale.</span>
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</p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Per questo motivo i Paesi a sud del mondo che non hanno avuto un ruolo
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fondamentale nell'espansione del telegrafo si trovano con un'infrastruttura molto precaria,
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mentre gli ex imperi coloniali come Gran Bretagna, Francia e America possono fare affidamento su
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una solida rete. Nell'Africa post </span><span class="sofia">coIoniale</span><span
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class="sofia"> la maggior parte delle linee telegrafiche posate nella frenesia della
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colonizzazione non sono state sostituite con i nuovi cavi telefonici e in fibra
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ottica.</span><sup class="sofia"><a href="#ftnt8" id="ftnt_ref8">[8]</a></sup><span
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class="sofia"> I maggiori proprietari delle infrastrutture sono americani o europei e
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spesso scelgono i nodi di scambio solo come punti di appoggio per collegare il resto del mondo.
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Infatti se dei cavi passano vicino alle acque territoriali dei Paesi o addirittura emergono
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sulla loro costa non bisogna credere che quei territori siano automaticamente connessi ad
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internet. Come per esempio il Sahara Occidentale, davanti al quale passano circa otto cavi
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sottomarini, alcuni dei quali emergono anche sulle Canarie, senza che però ci sia una
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connessione con lo Stato. Lo stesso avviene in Eritrea, nelle cui acque di cavi ne passano
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dodici ma non è mai stata realizzata una deviazione verso la terraferma.</span>
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</p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Le stazioni che accolgono i cavi nel punto dove emergono sono dei buoni
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parametri per valutare la solidità dell'infrastruttura di un luogo: più le stazioni sono
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numerose, più la connessione è stabile. I cavi in fibra ottica possono essere danneggiati
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facilmente, le principali insidie sono di natura umana come le ancore o la pesca a strascico, ma
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anche le correnti marine, i terremoti e gli animali possono causare dei grossi problemi.
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Ospitare una sola stazione significa essere esposti a tutti questi agenti e subire un guasto ai
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pochi cavi di collegamento ormai significa venir tagliati fuori dal resto del mondo. Il problema
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non è tanto quello di non poter avvisare la mamma che faremo tardi a cena, ma un rallentamento,
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se non addirittura un'interruzione, dei servizi e dell'economia. I casi in cui dei Paesi hanno
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dovuto confrontarsi con questa situazione sono molteplici. Per esempio nel 2008 l'ancora di una
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nave nei pressi di Alessandria d'Egitto ha danneggiato due linee di cavi riducendo la
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connessione internet in Egitto del 70%, in India del 60% e ha influito su quella di altri cinque
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Paesi in Asia Meridionale e Medio Oriente. Nel 2012 un'altra ancora ha reciso uno dei cavi che
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emergevano nell'unica stazione del Kenya, a Mombasa, e questo danno ha inficiato sulla
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connessione internet di sei Stati dell'Africa orientale. Invece nell'aprile del 2018 la
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Mauritania ha perso completamente l'accesso a internet quando l'African Coast to Europe (ACE) si
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è spezzato all'altezza di Nouakchott </span><span class="sofia">per motivi poco chiari</span>
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<span class="sofia">, lasciando il Paese senza connessione per 48h e causando significativi problemi ad
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altri dieci Stati africani.Ci sono anche casi in cui a guardare il numero delle stazioni
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ci pare che l'infrastruttura sia solida, ma quando si studia la loro funzione si viene a
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scoprire che sono lì unicamente per la loro posizione strategica. In alcuni casi infatti servono
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solo da snodo per portare la connessione in altre parti del mondo e il risultato è che il tasso
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di penetrazione di internet risulta misero rispetto all'infrastruttura presente sul territorio.
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Questa situazione evidenzia ancora una volta come lo</span><span> </span><span
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class="sofia">sfruttamento dei Paesi</span><span class="sofia"> in via di sviluppo</span>
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<span class="sofia"> non si sia mai arrestato, permettendo al nord del mondo di progredire senza
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che gli Stati ospiti possano trarre beneficio dal fondamentale ruolo che rivestono per
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l'infrastruttura globale.</span>
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</p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">I cavi sottomarini sono solo uno dei tanti ingranaggi dell'infrastruttura e
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a qualsiasi livello del sistema possiamo trovare gli stessi meccanismi di funzionamento, anche
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se inseriti in contesti differenti. Gli esempi che ho citato non sono che una parte dei
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complessi fattori geopolitici, sociali e ambientali che compongono, strutturano e modificano il
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nostro presente.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Le grandi discrepanze e le debolezze infrastrutturali tuttavia sono
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destinate ad assottigliarsi, in quanto l'avanzata della tecnologia è un processo irreversibile
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al quale ogni continente sta andando incontro. Una delle questioni più scottanti diventa quindi
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non tanto la denuncia di queste differenze, ma le modalità con cui l'infrastruttura cresce, si
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rafforza o viene implementata nelle zone che sono più fragili e dispongono di meno
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risorse.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="sofia">Prendendo in considerazione i cavi uno degli aspetti interessanti nel loro
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aumento è l'incremento costante degli investimenti da parte dei </span><span
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class="sofia em">content providers</span><span class="sofia"> come Google, Facebook,
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Microsoft e Amazon, i quali hanno cominciato come clienti di capacità all'ingrosso ma adesso
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consumano oltre il 50% di tutta la larghezza di banda internazionale e la crescente richiesta di
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spazio li ha spinti a possedere sempre più infrastrutture con il risultato che negli ultimi sei
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anni i cavi da loro parzialmente posseduti si sono ottuplicati.</span><sup class="sofia"><a
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href="#ftnt9" id="ftnt_ref9">[9]</a></sup></p>
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<p class="text"><span class="sofia">I cavi sottomarini sono la nuova via della seta e trasportano una delle
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merci più preziose e redditizie: i dati. Gestire questa rete significa gestire tutti gli scambi
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e il traffico delle comunicazioni mondiali. Ma quand'è che si supera il confine fra gestione e
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controllo?</span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Spostandoci invece sulla terraferma e parlando di cloud nel 2018 la Synergy
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Research Group ha pubblicato una ricerca in cui risulta che ci sono cinque attori principali nel
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mercato dei data centre: Amazon Web Services (AWS), Microsoft, IBM, Google e Alibaba. Queste
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compagnie insieme controllano tre quarti di tutto il mercato</span><sup class="sofia"><a
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href="#ftnt10" id="ftnt_ref10">[10]</a></sup><span class="sofia"> e in testa al
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gruppo si trova AWS, che tutt'oggi detiene la quota del 33% sul mercato mondiale.</span><sup
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class="sofia"><a href="#ftnt11" id="ftnt_ref11">[11]</a></sup></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Anche nei cieli sembra che il quadro non sia diverso: ai primi posti per
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colmare le lacune infrastrutturali terrestri ci sono Google/Alphabet, Facebook/Meta e Amazon.
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Infatti mentre il mondo intero si sta trasformando in un codice/spazio rendendo impossibile
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vivere senza la connessione internet, ci sono zone in cui invece la tecnologia digitale non ha
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ancora messo radici e dove arrivare via terra è troppo difficile. Quando i Governi non hanno i
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mezzi o sembra non siano interessati a colmare queste lacune infrastrutturali, intervengono
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prontamente le grandi corporazioni, le quali per risolvere il problema stanno studiando e
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mettendo in campo diverse soluzioni: da droni a palloni aerostatici a più classici
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satelliti.<br>Ma i Big Tech non subentrano solo a livello fisico, </span><span
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class="c18">accade infatti che le grandi aziende tentino di condizionare anche verso un
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determinato utilizzo della connessione. Uno degli esempi più evidenti ci arriva da Facebook, con
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i suoi servizi gratuiti quali Free Basics e Facebook zero, applicazioni che permettono di
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connettersi ad una versione ridotta del social e a dei servizi di base come le notizie, senza
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pagare un abbonamento dati. </span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Alle accuse che gli vengono rivolte riguardo la violazione della neutralità
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della rete, la corporation risponde che avere accesso ad una parte di internet è meglio che non
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avere accesso a nulla. I rischi di queste limitazioni sono grandi, fra i primi quello che nelle
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aree in cui non c'è stata una crescita graduale assieme al web, Facebook diventi l'unica
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rappresentazione ed esperienza possibile della rete </span><span class="c5 sofia">(fra l'altro
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il nome della sua grande partnership Internet.org la dice lunga sull'immagine che l'azienda
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vuole dare di se stessa).</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 sofia">Questo processo sembra proprio quello in atto a Koubanao, dove
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l'infrastruttura c'è e funziona, ma la gente locale fa fatica ad affrontarne i costi e l'accesso
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limitato che di tanto in tanto riesce ad acquistare la tiene costretta nello spazio dei social.
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Un po' perché con 75 MB non si ha molto respiro, un po' per la mancanza di alfabetizzazione
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digitale, un po' per le ingerenze dei servizi gratuiti che monopolizzano la navigazione
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sfruttando le difficoltà economiche.<br></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 sofia">In questi contesti di pieno sviluppo e di avanzamento, dove tutto è in
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forte mutamento, abbiamo la possibilità di costruire davvero qualcosa che guardi al futuro,
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delle nuove ibridazioni fra territorio e tecnologia, delle nuove reti e delle nuove
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conformazioni sociali e spaziali che partano dalle configurazioni già esistenti e che tengano
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conto della complessità dando vita a delle interazioni attive.</span></p>
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<p class="text"><span class="c18">Se queste aree tumultuose diventano preda degli investitori occidentali e
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cinesi e delle loro ideologie, il risultato sarà fallimentare. Lo sviluppo non va imposto e
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controllato, ma modulato. L'arrivo di capitali stranieri non è sbagliato, a patto che dialoghi
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con le entità locali. Deve quindi esserci sempre un bilanciamento fra ciò che entra e ciò che
|
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esce, l'infrastruttura non può restare invisibile e crescere solo </span><span
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|
class="c18">assieme</span><span class="c5 sofia"> a chi la possiede, bisogna che
|
|
accompagni, generi e sia il risultato di nuove strutture sociali, economiche e
|
|
ambientali.</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 c18 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c42 c48 c24 c33"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=http://www.internet3d.org/&sa=D&source=editors&ust=1664235309681986&usg=AOvVaw0ZCVtzJmEpBz5jzn5JBDFj">http://www.internet3d.org/</a></span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text"><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 601.70px; height: 129.33px;"><img
|
|
alt="" src="images/image61.png"
|
|
style="width: 601.70px; height: 129.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="c18 c33"><br></span>
|
|
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
|
|
</p>
|
|
<h3 class="c31 c75" id="h.v9mm8q2n2cbp"><span class="c44 c53">Riguardo l'urbanistica (= chi ci abita lì e come)
|
|
e la natura di internet(cosa si intende per natura?)</span></h3>
|
|
<p class="c31"><span class="poni"> </span><span class="poni">Internet è uno strumento globale: la sua
|
|
infrastruttura (semplificando: i cavi sottomarini che percorrono il globo) ha una </span><span
|
|
class="poni">portata</span><span class="poni"> </span><span
|
|
class="poni">globale</span><span class="poni">,</span>
|
|
|
|
<span class="poni"> ma i servizi e le interfacce che la abitano potenzialmente possono avere forme
|
|
di diversa grandezza e diverse sfumature.</span><span class="poni">Internet non è uguale
|
|
dappertutto: dipende dalle leggi di un certo paese, dalle regole di copyright, dalla censura e
|
|
così via.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Prima di tutto c'è da dire che Internet è potenzialmente il</span><span
|
|
class="poni"> primo </span><span class="poni c108">e unico</span><sup><a href="#cmnt88"
|
|
id="cmnt_ref88">[cj]</a></sup><span class="poni"> spazio comune condiviso presente
|
|
in tutto il mondo, però</span><span class="poni"> </span>
|
|
<span class="km0"> </span><span class="km0">forse questo non è 100% ver</span>
|
|
<span class="km0">o, si pensi ad esempio al mare aperto e alle acque internazionali. CTRL C CTRL V da
|
|
Wiki </span><span class="c42 km0">L'alto mare costituisce una </span><span
|
|
class="c42 km0 em">res communis omnium</span><span class="c42 km0">, cioè un bene appartenente a
|
|
tutti: qualsiasi Stato, anche privo di sbocco al mare, ha piena libertà di navigazione e di
|
|
sorvolo, nonché di posare cavi o condotte sottomarine, costruire isole artificiali e altre
|
|
installazioni purché autorizzate dal diritto internazionale; ogni Stato ha inoltre piena libertà
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di pesca e di ricerca scientifica</span><span class="text km0">.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="km0">Sono più gli Stati non connessi a internet o quelli senza uno sbocco sul mare?
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</span>
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</p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 264.00px;"><img
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alt="" src="images/image23.png"
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style="width: 603.21px; height: 264.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="text km0">Stati non bagnati dal mare (fonte wikipedia e il mondo) (47 al 2020) (in
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nero gli stati che non confinano col mare, in rosso gli stati che non confinano doppiamente col
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mare)</span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 377.33px;"><img
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alt="" src="images/image29.png"
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style="width: 603.21px; height: 377.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span>
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</p>
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<p class="text"><span class="km0">aree con utilizzo di internet inferiore al 20% della popolazione </span><span
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class="poni">(</span><span class="c42 c48"><a class="c37"
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href="https://www.google.com/url?q=https://it.businessinsider.com/paesi-dove-non-ce-internet-mare-aerei/&sa=D&source=editors&ust=1664235309683661&usg=AOvVaw1Pmt2yRxtWywoF3XKPKk6Z">fonte
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Business Insider 2019</a></span><span class="poni">) </span><span class="text km0">(35
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al 2019) </span></p>
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<p class="text"><span class="km0">è interessante questa affinità tra lo spazio web e quella del mare aperto, e
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come proprio nel mare stia una parte nevralgica dell'infrastruttura di internet. </span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Il </span><span class="poni">linguaggio cibernetico</span><sup><a
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href="#cmnt94" id="cmnt_ref94">[cp]</a></sup>
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<span class="poni">, quello dei computer, parte da un'affascinante dicotomia che se la gioca con 0 e 1,
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spento e acceso. Combinando in serie questo primo segnale, parte una serie di astrazioni che
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contengono la logica matematica di base (</span><span class="poni">dichiarazioni "e", "o"</span>
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<span class="poni"> , somme, sottrazioni e via discorrendo) fino ad arrivare a qualsiasi comando
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che noi umani vogliamo far interpretare ai computer: un simpatico </span><span
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class="poni">effetto farfal</span>
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<span class="poni">la su cui si costruisce tutta la computazione.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni"><br>Quando il computer si connette ad un altro computer potenzialmente si
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mette in pratica una discussione</span><span class="poni">, c'è una c</span><span
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class="poni">omunicazione </span><span class="poni">di fatto</span>
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<span class="poni">. C'è chi manda e c'è chi riceve, praticando codifiche e decodifiche. E' necessario
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mettersi d'accordo su che protocolli usare e che regole rispettare.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">Così avviene una qualsiasi comunicazione cibernetica, umani che chiedono a
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macchine di spedire un messaggio ad un'altra macchina da far leggere ad un altro umano. è un
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gioco di saperi che, parlando di rete, si concentrano in server e questa concentrazione genera
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potere, un potere passivo che plasma la condotta delle persone.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Per esempio, nell'internet ci si può formare politicamente, si può aderire ad
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una ideologia su Reddit o si può scegliere quale sito di informazione seguire, prendendo in
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considerazione o meno la fattualità delle notizie riportate.<br>Questi sono solo due piccoli
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esempi di come internet possa modificare le forme e i confini della realtà personale,
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interpersonale e oltre-personale.</span></p>
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<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
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<p class="text"><span class="poni">La forma di internet, </span><span class="poni">se si potesse
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rappresentare</span>
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<span class="poni">, prenderebbe la forma di un network</span><span class="poni"> </span><span
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class="poni">decentralizzato</span><span class="poni">, ma l'architettura del web era
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distribuita diversamente nei suoi primi anni di esistenza e il suo spazio veniva abitato
|
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diversamente.</span><span class="poni"> </span>
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</p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 494.67px;"><img
|
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alt="" src="images/image53.png"
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style="width: 603.21px; height: 494.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span>
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<span class="poni"><br></span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">Internet è questo miscuglio di protocolli di </span><span
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|
class="poni">comunicazione e file sedimentati in computer di altra gente </span><sup><a
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href="#cmnt103" id="cmnt_ref103">[cy]</a></sup><span class="poni">connessi con computer
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di altra gente: internet è tale perché è una continua connessione di relazioni antropiche ma
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soprattutto di macchine, che comunicano tra di loro con diversi linguaggi più o meno
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astratti.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Una pagina </span><span class="poni">html</span>
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<span class="poni"> (hyper text markup language, ovvero il linguaggio per scrivere le pagine
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web</span><span class="poni em">)</span><span class="poni"> nasce in un editor di testo in
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locale, nel proprio computer, per poi diventare coinquilina di altre pagine html in
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un</span><span class="poni"> server</span>
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<span class="poni"> (le pagine html son possibile da visitare da tutto il globo grazie a
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connessioni dai propri dispositivi ai server, che sono le casette delle pagine. In realtà sono
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dei computer perennemente accesi e perennemente connessi a internet) e rivelarsi nell'intera
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rete. La rivelazione è il momento della pubblicazione, è il rendere noto un processo</span><sup
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class="poni"><a href="#ftnt12" id="ftnt_ref12">[12]</a></sup><span class="poni">: il tentativo
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di proporre un bene comune.<br>Dal microcosmo locale, il processo si proietta nel </span><span
|
|
class="poni">macro</span><span class="poni"> della rete globale ed entra in risonanza con
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altri processi, altre pagine, links. Se il processo propone un cambiamento può alterare
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positivamente o negativamente l'esperienza dei vari utenti, </span><span class="poni">e si può
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definire uno strumento politico</span>
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<span class="poni">; immaginiamo il </span><span class="poni em">politico</span><span
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class="poni"> come un terreno instabile perennemente in trasformazione dove avvengono
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cambiamenti etici, morali, di valori, sociali… I suoi strumenti sono quelli che incidono
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sulla trasformazione.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">Un esempio pratico del processo di pubblicazione, della proiezione nel macro,
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può essere Git.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Git è un sistema di </span><span class="poni em">distributed version control
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</span><span class="poni">molto utilizzato dagli sviluppatori software, ma il suo utilizzo non si limita
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alla programmazione. è più in generale uno strumento che consente a diverse persone di
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collaborare a uno stesso progetto tenendo traccia delle modifiche ai diversi file. Git tiene
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traccia dei cambiamenti in un file: del quando, del chi e del dove viene aggiornato qualcosa. è
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uno strumento che è stato inventato per collaborare, </span><span
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class="poni">collettivizzando</span><span class="poni"> i processi di costruzione, ma che
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può anche vivere tranquillamente solamente nel proprio computer.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Ogni pacchetto di file viene chiamato repo (da </span><span
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class="poni em">repository</span><span class="poni">).<br>Fin quando non viene pushato (git
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push), i file rimangono nel micro del disco locale del computer e fin quando non si esegue il
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primo commit (</span><span class="poni em">git commit</span><span class="poni">) la repo rimane
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solo un'idea fatta di caratteri alfanumerici.<br>Fin quando il git non vive in una </span><span
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class="poni">repo aperta</span>
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<span class="poni">, non è possibile usare il git come piattaforma per un discorso condiviso. Certo
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perchè ci sono anche repo chiuse, immodificabili e anche nascoste, che può vedere solo il suo
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creatore e collaboratori.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">Una persona inizializza git con </span><span class="poni em">git
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init</span><span class="poni"> che è un po' come scrivere un manifesto. <br></span><span
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class="poni em">git add</span><span class="poni"> per mettere insieme i messaggi necessari
|
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per la repo. <br>Quando avviene il primo </span><span class="poni em">git push</span><span
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|
class="poni">, i pacchetti digitali viaggiano e si aggirano per il globo come spettri. <br>l
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</span><span class="poni em">git commit </span><span class="poni">descrivono tramite piccoli messaggi le
|
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modifiche fatte, che sono continue necessarie eresie in divenire del progetto originale. Gli
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utenti sparsi per il globo possono usare il comando </span><span class="poni em">git
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clone</span><span class="poni"> per clonare i file nel proprio computer e aderire al
|
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progetto, modificarlo addirittura e con adeguati permessi ridistribuirlo, espandendo così il
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|
messaggio.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">è una questione di sincronia.</span><span class="poni em"><br></span><span
|
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class="poni"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> </span><span class="km0">Luoghi di internet → computer, modem, cabine
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con la fibra ottica, dorsali delle linee telefoniche, cavi sottomarini che attraversano
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|
l'oceano, antenne e ripetitori, qualcosa che coinvolge anche i satelliti, data center ndo.
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Facile pensare che internet sia wireless ubiquo e invisibile.</span>
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</p>
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<p class="c8"><span class="text km0"></span></p>
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<h2 class="poni0 c57" id="h.l4pina2stopn"><span class="c10"><br>Z → Internet preset vs Internet
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Custom</span>
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</h2>
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<p class="c31 c11"><span class="poni"></span></p>
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<h3 class="c31 c75" id="h.z2fhvlklagbe"><span>Riguardo una pluralità dell'internet</span><span
|
|
class="poni"><br></span><span class="c25 poni"> </span><span class="poni">Internet è una torta a
|
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più strati dove ogni strato ha un gusto e sapore completamente diverso dall'altro</span></h3>
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<p class="c31"><span class="text km0"> l'idea di un internet a fette è interessante perché introduce la
|
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questione della composizione: come è composta questa località? quanto è umana e quanto è non
|
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umana? </span></p>
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<p class="c31"><span class="text km0">E allo stesso modo questo internet delle località: quanto è abitato?
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quanto è imposto e quanto è costruito? quanto è locale e quanto è globale? Partendo dal
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presupposto che un internet dovrà sempre avere delle caratteristiche globali la questione
|
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diventa: quanto margine abbiamo per aggiungere o sottrarre qualità e arrivare a qualcosa di
|
|
differente e, in una parola, locale?</span></p>
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<p class="c31"><span class="c58">🥦 Flashback di un </span><span class="c42 c48"><a class="c37"
|
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href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3DeLN2ToEIlwM&sa=D&source=editors&ust=1664235309687669&usg=AOvVaw1YNlYgj4r1fAptWZzdQene">video</a></span><span
|
|
class="c58"> del 1987 in cui Donna Haraway commenta due numeri del National Geographic sui
|
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primati e ad un certo punto mangia una fetta di torta immaginando che sia una porzione di
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storia. I suoi strati sono i diversi livelli di significato che la produzione culturale
|
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attribuisce ai piaceri e ai problemi della storia: per comprenderla non basta mangiare la fetta
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in un boccone, ma bisogna gustarne i singoli strati. Allora mi viene da pensare a internet più
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come uno di questi di strati, il cui sapore e consistenza influenza ed è influenzato dagli
|
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altri, regolando di volta in volta il sapore della torta. Questo per dire che internet non è
|
|
solo una tecnologia diffusa che collega diverse parti del globo, ma è anche inevitabilmente
|
|
situata, dal momento che assorbe e produce cultura.</span><span class="c49"><br></span><span
|
|
class="c58">Nell'internet locale gli aspetti qualitativi sono importanti tanto (se non anche di
|
|
più) quanto quelli quantitativi: a proporzioni simili corrispondono gusti, abitudini, necessità
|
|
e modalità di comprensione diversi. </span></p>
|
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<span class="sofia">Lo spettro visibile per l'occhio umano cade fra il violetto e il rosso, all'interno di
|
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questo spettro siamo in grado di riconoscere tutti i colori e le varie combinazioni fra di essi, ma
|
|
quando le onde elettromagnetiche vengono sommate assieme otteniamo la luce bianca. Questa è il risultato
|
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di una precisa proporzione fra le varie parti e riassume tutto ciò che ci è dato vedere fra i 390 e i
|
|
700 nm.</span></p>
|
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<p class="text"><span class="sofia">Le api invece hanno cecità al rosso, non perché vedono meno o peggio di noi,
|
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ma semplicemente perché il loro spettro visibile è spostato verso lunghezze d'onda più corte,
|
|
infatti la loro visione comincia dall'ultravioletto e termina all'arancione. L'occhio di questi
|
|
insetti è strutturato diversamente dal nostro e, anche nelle zone di banda in comune, non
|
|
distingue gli stessi colori. In seguito ad alcuni studi di inizio Novecento sappiamo infatti che
|
|
vedono principalmente il giallo, il verde-bluastro, l'azzurro e l'ultravioletto. Ma anche per
|
|
questi insetti quando tutti i colori che possono percepire sono mescolati assieme si produce uno
|
|
speciale tipo di luce, che il biologo austriaco Karl Von Frisch chiama il </span><span
|
|
class="sofia em">bianco delle api</span><span class="sofia">. Per esse è dissimile da qualsiasi
|
|
altro colore e si forma solo in presenza dell'ultravioletto, se quest'ultimo viene rimosso la
|
|
luce per le api diventa verde-bluastra. Poiché non percepiamo l'ultravioletto, per noi il bianco
|
|
resta uguale. Così, ciò che ci sembra bianco, per le api può essere due cose diverse: il
|
|
</span><span class="sofia em">bianco delle api</span><span class="sofia"> oppure il
|
|
verde-bluastro.</span></p>
|
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<p class="text"><span class="sofia">Quella che mi immagino essere la rivoluzione nel nostro rapporto con
|
|
internet dovrebbe portarci a vedere un nuovo bianco, qualcosa che è la somma - la globalità - di
|
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tante nuove frequenze proporzionate - di diversi spazi a livello locale. Il risultato è uno, ma
|
|
non lo sarebbe senza il contributo delle sue parti, le quali a loro volta senza la
|
|
collaborazione e l'unione non avrebbero lo stesso significato.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="sofia">L'invito che faccio è di dare importanza agli aspetti quantitativi, ovvero
|
|
prestare attenzione ai rapporti e alle dosi delle varie componenti, </span><span
|
|
class="sofia">riesaminarne</span><span class="sofia"> il ruolo, trovare gli elementi
|
|
mancanti. Non è uno stravolgimento o un salto nel vuoto, si tratta di uno slittamento per
|
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arrivare ad uno spettro del visibile nuovo, si tratta di aggiungere l'ultravioletto.</span></p>
|
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
|
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni"> Eccomi a scrivere questo pezzo di capitolo dopo circa tre anni, dopo un
|
|
master in "queste cose qui", dopo aver (quasi) totalmente ripudiato l'azienda che ci offre il
|
|
servizio di documento di testo condiviso che stiamo utilizzando per scrivere quel che state
|
|
scrivendo e altre classiche dinamiche da giovani studentesse d'arte e desain.<br>Le nostre idee,
|
|
nel mentre, si sono evolute e penso anche velocemente, ma mai velocemente tanto quanto l'aumento
|
|
di dati presenti nei server delle varie piattaforme di cui abbiamo parlato/stiamo
|
|
parlando/parleremo.<br>I ruoli di queste piattaforme sono oggettivamente importanti, nel senso
|
|
che è possibile che in un futuro vicino l'impatto sociale di esse sia tanto quanto quelli di
|
|
Governi tradizionali. Già da vari anni, certe piattaforme, hanno potere decisionale e
|
|
collaborazioni con tanti Paesi; e la preoccupazione che mi concerne è che l'ultravioletto venga
|
|
dettato solo ed esclusivamente dalle piattaforme invalicabili dei big tech.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Allora, questi servizi sono entrati tranquillamente nella vita quotidiana di
|
|
tanta gente come servizi di movimento privato, </span><span class="poni em">sharing</span><span
|
|
class="poni"> di biciclette, ma anche riguardo il movimento non letterale, come per esempio
|
|
servizi di gig economy (ovvero gente che </span><span class="poni em">svende</span><span
|
|
class="poni"> le proprie velleità in cambio di pochi dollari: hai bisogno di una voce per
|
|
un video? Investi 5$ per una voce profonda e sarai soddisfatto, ma mi raccomando lascia il
|
|
feedback) oppure servizi di </span><span class="poni em">caring</span><span
|
|
class="poni"> basato su A.I. (un esempio controverso è Replika, una app A.I.
|
|
sfortunatamente famosa per aver avuto casi di induzioni a sucidio). E vogliamo dimenticarci
|
|
delle </span><span class="poni em">dating app?</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Ce ne sono di tutti i gusti! Tinder, Grindr, Bumble… </span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Tali servizi portano, per la maggior parte degli utenti, effettivamente
|
|
</span><span class="poni em">comfort</span><span class="poni">. Ma rilegano tutto in un contesto
|
|
preciso. E questo contesto sforma la vita di ogni utente, ovvero che ci son delle regole da
|
|
seguire, dei pattern, delle gestualità precise. La politica globale nella vita di tutti i
|
|
giorni: se succede a me deve succedere anche a te, a priori, in qualsiasi parte del
|
|
mondo.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Questo fasullo principio di </span><span
|
|
class="poni em">uguaglianza</span><span class="poni"> distrugge le particolarità di ogni
|
|
microcosmo, rende tutto estremamente gassoso. I gas si espandono in un contenitore in modo
|
|
pervasivo, vanno ovunque: ci tengo ad usare questa metafora.<br>La pervasività di tali servizi è
|
|
immensa, i contesti divengono monolitici, sono unici. Le particolarità culturali, geografiche,
|
|
politiche ed economiche di un luogo si azzerano, ed è qui dove la </span><span
|
|
class="poni em">narrazione </span><span class="poni">si interrompe. E' scontato da dire, ma
|
|
senza alterità è estremamente creare conflitti e pertanto discussione e novità. </span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Adesso, come si può trasformare questo? Ha senso immaginare un servizio come
|
|
Just Eat che cambia in base alla provincia?<br></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">E' complesso immaginare i servizi sopraelencati in una dimensione custom e
|
|
locale, ma si potrebbero proporre differenti approcci per concepire, pensare e configurarsi con
|
|
le piattaforme.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Per esempio, tramite il </span><span class="poni em">caring, </span><span
|
|
class="poni">tradotti in</span><span class="poni em"> premurosità</span><span
|
|
class="poni">, ovvero immaginare il principio primo delle piattaforme il mutuo aiuto in una
|
|
certa comunità, creando così luoghi di appartenenza dove le piattaforme possano essere un aiuto,
|
|
non un sostitutivo totale alle interazioni umane.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni"><br>Tre di noi hanno studiato/studiano presso il Piet Zwart Institute a
|
|
Rotterdam, nel Master "Experimental Publishing". Per farla breve, il corso è basato sul rendere
|
|
</span><span class="poni em">pubblico </span><span class="poni">e accessibile "le cose". Ogni classe ha
|
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un serverino domestico, un piccolo computer che vive nel nostro studio ed è luogo di
|
|
sperimentazioni di codice e di </span><span class="poni em">abitare </span><span class="poni">i
|
|
dati. Il preset è concetto estraneo, l'idea è di lavorare nel puro DIY e DIWO, condividendo
|
|
codici e testi, interagendo tra pagine personali, </span><span
|
|
class="poni">sonorizzando</span><span class="poni"> dati collettivamente, muovendosi in
|
|
città tramite mappe online modificate.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Ci sono pochi esempi concreti da proporre, perché la violenza sistemica
|
|
causata da queste piattaforme è sottile da concepire e spesso, a livello sia tecnico che
|
|
morale/sociale, la costruzione di alternative è quindi complessa.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Alfabetizzazione: proponiamo questa disciplina non in un senso classista (io
|
|
so questo, quindi devi saperlo anche tu se no sei scemo) ma in un senso di </span><span
|
|
class="poni em">re-learning</span><span class="poni">, ovvero la messa in discussione delle
|
|
proprio gestualità quotidiane e nel caso, soffermarsi anche sui bassi fondi di quell'iceberg che
|
|
è l'internet contemporaneo. <br>Si può e si deve concepire una </span><span
|
|
class="poni em">diversità digitale, </span><span class="poni">un po' come si apprezza la
|
|
diversità ambientale nella geografia italiana, stessa cosa si dovrebbe nel regno del network
|
|
dell'internet.<br></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Capire come e quando richiedere un network centralizzato, decentralizzato,
|
|
distribuito, che protocolli utilizzare per comunicare, sia nel privato che tra piattaforme, il
|
|
tipo di linguaggio da usare, sia in termini umani che computazionali…</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Certo, il computer pensa </span><span class="poni">in "sistema</span><span
|
|
class="poni"> binario", ma noi, gli utenti, abbiamo una vastità di "decimali" da far paura.
|
|
E anche pensarci come numeri fa ridere. Siamo numeri uniti ad un arcobaleno uniti alle carte
|
|
"imprevisto" del monopoli. E così l'approccio che dovremmo intraprendere con le piattaforme.
|
|
</span></p>
|
|
<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Quasi mi dimenticavo della torta. Una sacher decentralizzata con gelato open
|
|
source, grazie</span></p>
|
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<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
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<p class="c8"><span class="poni"><br></span></p>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="c4">%%%%%%%%%%%%%%</span></p>
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<p class="c31"><span class="km0"> in questi termini la ricerca di </span><span class="km0 em">un *
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salta</span><span class="text km0"> ha voluto concentrarsi su una località umana,
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influenzata dalle abitudini, dalle vite e dalle condizioni dell'infrastruttura legate al
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villaggio di Koubanao, in Senegal. </span></p>
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<p class="c31"><span class="text km0">Detto questo, un internet locale non vuole essere un internet eremitico,
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un internet della montagna, un internet dimenticato o sconosciuto o privato. Quando parliamo di
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internet locale ci riferiamo a due grandi potenzialità:</span></p>
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<ol class="c26 lst-kix_wicifm8u1btj-0 start" start="1">
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<li class="c31 c45 li-bullet-0"><span class="text km0">Avere più forme</span></li>
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<li class="c31 c45 li-bullet-0"><span class="text km0">Riuscire a condividere la propria forma</span>
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</li>
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</ol>
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<p class="c31"><span class="text km0">Ecco è questo che come gruppo si cerca o si prova di innescare: una
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situazione in cui questi due fattori si manifestino. in assenza di entrambi tutto suonerebbe più
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come una gita allo zoo o una vacanza umanitaria, che a quanto pare è una delle frontiere del
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post turismo.</span></p>
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<p class="c31"><span class="text km0">Un'altra importante precisazione mi sembra essere questa: paese che vai
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usanza che trovi, ma anche usanza che può nascere. Il punto è cioè che lì in Casamance esisteva
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la potenzialità di creare qualcosa di diverso, su misura del luogo e nuovo; non per forza il
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prodotto già confezionato e pronto alla distribuzione una volta tornati a casa.</span>
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</p>
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<p class="c8"><span class="text km0"></span></p>
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<p class="text"><span class="text km0">A quale forma ci riferiamo? C'è un internet sul mio schermo, un internet
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che passa per il modem, un internet rifratto nella fibra ottica interrata sotto le nostre città
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e un internet nei data center. è sempre lo stesso internet? Ha sempre la stessa forma? Ha sempre
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la stessa consistenza? </span></p>
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<p class="c8"><span class="text km0"></span></p>
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<p class="text"><span class="c46 km0 c56">Un esercizio utile può essere quello di capire dove è internet. Quando
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il wifi era ancora una novità mi faceva sempre ridere ricordare agli adulti che non capivano
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bene come internet non cadesse dal cielo. Non faceva sempre ridere - scherzo, a volte era
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esasperante. </span></p>
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<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">Forme di internet → come ci appare internet?</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">Modalità di internet → funzionamento?</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">Possibilità di internet → cosa ci permette?</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">forme, modalità e possibilità sono tre nodi consistenti su cui impostare il
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discorso. sono tre aspetti che entrano in gioco l'uno con l'altro per completarsi a vicenda e
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sopperire gli uni alle mancanze degli altri. </span></p>
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<p class="c8"><span class="km0 c5"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">la forma influisce sulla modalità.</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">la modalità permette la possibilità</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">la possibilità genera la forma</span></p>
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<p class="c8"><span class="c5 km0"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 km0">assurda sta cosa che geometria perfetta, vuol dire che è una cazzata o c'è
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sotto qualcosa. qualsiasi rappresentazione schematica del mondo è un'approssimazione. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c24 km0">la </span><span class="c24 km0 c40">forma </span><span class="c5 km0">è
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l'interfaccia. è il fatto che internet sia visibile o meno. è quello che ci spinge
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all'interazione oppure ci blocca l'accesso. forma può voler essere il design del layout di
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instagram e allo stesso tempo il flusso invisibile che comunica le condizioni meteo, o gli
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ultimi arrivi in biblioteca. come internet appare modifica il modo in cui lo utilizziamo.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c24 km0">è un aspetto funzionale.</span></p>
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<p class="text"><span class="c24 km0">La </span><span class="c24 km0 c40">modalità</span><span
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class="c5 km0"> è il funzionamento di un'app, di un sito, di un servizio streaming online,
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di un social o di un e-shop. Cosa mi permette di fare? Cosa non mi permette di fare? E perchè
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non me lo permette? Perché non può o perché non vuole? La modalità è l'idea che muove tutto dopo
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esser stata realizzata. Un'idea concretizzata, scesa a compromessi con il mondo reale, con
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l'apparato tecnico e con i dettagli economici. </span></p>
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<p class="text"><span class="c24 km0">è un aspetto pragmatico</span><span class="c24 km0 em">.</span></p>
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<p class="text"><span class="c24 km0">La </span><span class="c24 km0 c40">possibilità</span><span
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class="c24 km0"> è sia l'idea che muove prima di confrontarsi con il mondo reale, sia la
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proprietà emergente di un sito. è lo spazio agli estremi dello spettro di utilizzo: il vagare
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libero della fantasia (un sito che prepara anche il caffè? wow) (bè, si usava dire così, ma
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ormai pure la </span><span class="c24 km0">macchinetta</span><span class="c5 km0"> è
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connessa alla rete e ti manda le notifiche di quando è pronta), e l'utilizzo assurdo degli
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strumenti che offre (drum machine in excel?). Sparare alto e raschiare il fondo. Possibilità è
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esplorare il labirinto con la mano sempre fissa sul muro: non il modo più veloce, ma di sicuro
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quello più approfondito. </span></p>
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<p class="text"><span class="c24 km0">è un aspetto creativo</span><span class="c24 km0">.</span></p>
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<span class="poni">Ora lo spazio di internet è occupato principalmente da un pugno di big-tech corporation che
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hanno standardizzato la rete creando così una egemonia, dettando usi e costumi per tutto il regno
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digitale. </span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Nell'IRL l'architettura e l'assetto urbano plasmano la vita sociale delle
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persone, nell'URL il corrispettivo sono i dispositivi e le interfacce.</span>
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<span class="poni"> </span>
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</p>
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<p class="c8"><span class="poni"></span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Chi costruisce internet ha quindi un certo potere sulle modalità di
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interazione tra gli utenti: le interfacce che usiamo facilitano certe relazioni e ne impediscono
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altre, </span><span class="km0"> creando a tutti gli effetti diversi punti di vista</span><span
|
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class="poni">.</span></p>
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<p class="text"><span class="text km0">in critical atlas of internet vengono proposti alcuni esercizi di
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visualizzazione per immaginare la forma, l'organizzazione e le dinamiche di internet. Una delle
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caratteristiche che viene trattata è la pendenza del web: Druhle immagina un internet in salita
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(o in discesa) per descrivere meglio la tendenza delle grandi piattaforme di accentrare e
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monopolizzare il traffico e le abitudini degli utenti in rete. </span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 400.00px; height: 291.00px;"><img
|
|
alt="" src="images/image77.png"
|
|
style="width: 400.00px; height: 291.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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|
<p class="text"><span class="text km0">Come buchi neri che curvano lo spazio, i grandi servizi online modificano
|
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i flussi di navigazione, influenzando la traiettoria degli utenti e le forme di navigazione
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attraverso i diversi siti e indirizzandole verso i soliti portali: Facebook, YouTube, Amazon,
|
|
ecc.</span></p>
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<p class="text"><span class="text km0">La pendenza che si crea rende ostico a un nuovo utente risalire la
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corrente e vincere i pattern gravitazionali della silicon valley. in quest'ottica non mi
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stupisce che gli studenti di Koubanao conoscessero poco oltre all'universo facebook e google (in
|
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particolare youtube).</span></p>
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<p class="text"><span class="text c58">🥦 * altra considerazione su atlas of internet quando parla delle
|
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schermature di internet, per collegare i due discorsi, in progress *</span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> *anche la sezione di network of networks è super sul pezzo riguardo il nostro
|
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projecto*</span></p>
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<p class="text"><span class="c4"><br>caratteristiche che promuovono / impediscono un internet artigianale</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni"> La possibilità di personalizzare uno strumento o meno altera completamente
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l'esperienza di navigazione, in più offre maggiore controllo sulle proprie azioni e su quelle
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dei propri "compagni di server".<br>la difficoltà di personalizzazione: se un certo servizio
|
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offre comodamente certi strumenti sulla propria piattaforma, un utente non si pone il
|
|
</span><span class="poni">problema della </span><span class="poni em">téchne</span><sup><a
|
|
href="#cmnt115" id="cmnt_ref115">[dk]</a></sup><span class="poni em"> </span><span
|
|
class="poni">e quindi aderisce alla standardizzazione.</span><span class="poni em"> </span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Conseguentemente, se un certo servizio offre una grossa quantità di
|
|
interazione tra un buon numero di utenti, </span><span class="poni">l'user</span><span
|
|
class="poni"> non si pone il problema della </span><span
|
|
class="poni em">qualità</span><span class="poni"> dell'interazione. Tipo, quando qualcuno
|
|
condivide un proprio contenuto è </span><span class="c40 poni">generalmente </span><span
|
|
class="poni">più soddisfatto nell'avere immediatamente tanti feedback di poco conto che pochi
|
|
</span><span class="poni em">ma buoni</span><span class="poni"> feedback in un lasso di tempo
|
|
maggiore. </span><span class="km0">idk questa seconda frase </span><span class="c58">🥦
|
|
forse l'aspetto comodità è un qualcosa più legato ai dark pattern delle interfacce? quello che
|
|
c'è scritto dopo è un po' confuso in effetti</span></p>
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<p class="c8"><span class="c44 c25 poni em"></span></p>
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|
<p class="text"><span class="c44 c25 poni em">---</span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Questi aspetti si possono applicare a tutti gli elementi di internet: da un
|
|
server a un social media, da un blog ad un e-commerce, da un foglio di lavoro condiviso online
|
|
ad una piattaforma multimediale ecc ecc…</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">La standardizzazione degli strumenti è un fatto politico che sta avanzando
|
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sempre più </span><span class="poni">voracemente</span><span class="poni">. Se i CEO delle Big
|
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Tech sono</span><span class="poni em"> based</span><span class="poni"> </span><span
|
|
class="poni em">@</span><span class="poni"> </span><span class="poni em">Silicon
|
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Valley,</span><span class="poni"> noi vogliamo ipotizzare piattaforme orizzontali che
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abitino a Koubanao: pensare ad un diverso assetto urbano per internet, una ipotesi per un
|
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internet locale.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Se immaginiamo le possibilità di internet come un qualcosa delimitato da una
|
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cornice, tutti i suoi strumenti sono parte di una tela. Ma diciamocelo, è una tela grandissima e
|
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possiamo trovare il nostro spazietto per disegnare una draghetta con la coda da topo e la
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|
tenerezza di una lontra: esiste o non esiste, un * salta la progetta e lì la stampa.</span></p>
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<p class="c31"><span class="km0 c27">—</span></p>
|
|
<p class="c8"><span class="poni5 c25 km0 em"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni5 c25 c72 c54">internet è solido o liquido o gassoso? <br>internet è luminoso
|
|
</span></p>
|
|
<p class="c8"><span class="c4"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c42 c18 c39 em c99"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c44 c18 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c44 c54 c89">approfondimento specifico internet a Koubanano</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c35 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">A koubanao Internet e la tecnologia telefonica ci sono e potenzialmente
|
|
funzionano al pari nostro, di fatto però le persone, per la maggior parte, non hanno computer
|
|
personali e una connessione propria, </span><span class="poni">o non hanno denaro da spendere
|
|
per tot gigabyte al mese. </span><span class="sofia">Esatto, l'infrastruttura c'è e funziona, in
|
|
mezzo alle case e agli alberi della foresta troneggiano i ripetitori televisivi e telefonici e
|
|
il segnale è buono (molto più buono che a casa mia in Liguria o in altre parti d'Italia che
|
|
sembra di stare nel deserto), solo che la gente non si può permettere l'abbonamento.</span></p>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="text tizi">Nei villaggi ci sono i "CYBER CAFE" luoghi, anch'essi, comunitari dove
|
|
puoi utilizzare i computer,</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text c35 c27">ricerchina: </span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text c35 c27">cyber caffe e' un modo pe andare su internet a prezzi
|
|
accessibili?</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c35 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text c35 c27">(tesi co focus sul ghana ma che parte da una visione generale delle
|
|
narrazioni su africa e tecnologia)</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c42 c27 c48"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://core.ac.uk/download/pdf/16390519.pdf&sa=D&source=editors&ust=1664235309695880&usg=AOvVaw34S-svX_OHIRyDQA9LCiZ0">Producing
|
|
the Internet and Development: an ethnography of Internet café use in Accra, Ghana
|
|
</a></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c35 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text c35 c27">(articolo 2012 cyber café in senegal: manca la corrente, non la
|
|
connessione)</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c42 c48 c27"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://www.biztechafrica.com/article/senegal-power-hampers-internet-cafe-growth/4893/&sa=D&source=editors&ust=1664235309696342&usg=AOvVaw0n_X-RkPw_c3cbduB4txLn">https://www.biztechafrica.com/article/senegal-power-hampers-internet-cafe-growth/4893/</a></span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c35 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c35 c27">(articolo che evidenzia come a mancare a dakar non sia la connessione ma
|
|
la corrente)</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c42 c48 c27"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://www.zdnet.com/article/worlds-first-tablet-cafe-opens-in-senegal/&sa=D&source=editors&ust=1664235309696674&usg=AOvVaw378nP8qxyzw2YAiQyGnu6A"> World's
|
|
first 'tablet cafe' opens in Senegal Can a new tablet cafe transform the Internet
|
|
cafe model in Dakar?</a></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c35 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text c35 c27">(indagine sull'utilizzo dei media tra i giovani in diverse zone del
|
|
senegal)</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c42 c48 c27"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4745615/pdf/dau060.pdf&sa=D&source=editors&ust=1664235309697092&usg=AOvVaw2U7HNPHlsauiftuk9D2beK">Health-related
|
|
media use among youth audiencesin Senegal</a></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c35 c27"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c35 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">ma non sempre funziona internet</span><span class="text tizi">. </span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Il Liceo è dotato di una stanza di informatica: </span><span class="poni">
|
|
una sorta di </span><span class="tizi">lavagna elettronica e una cosa come 50 computer non di
|
|
produzione recente </span><span class="poni"> di cui una ventina</span><span
|
|
class="tizi"> ancora funzionanti: il materiale era tutto accatastato e
|
|
impolverato,</span><span class="poni"> </span><span class="tizi"> </span><span
|
|
class="poni">la sabbia ha intasato buona parte dei calcolatori, </span><span
|
|
class="poni">impedendone</span><span class="poni"> l'accensione</span><span
|
|
class="text tizi">. </span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Internet anche lì però non è presente,</span><span> </span><span
|
|
class="km0"> per connettere tutto il sistema LAN di computer è necessario staccare il modem
|
|
della presidenza e portarlo in aula informatica</span><span class="km0"> (</span><span
|
|
class="gambas">e comunque andava spingendolo)</span><span class="tizi"> e al momento del
|
|
nostro arrivo la lezione di informatica consisteva nel fare disegni con excel </span><span
|
|
class="poni"> e comprendere il sistema binario.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Per quanto riguarda i telefoni, </span><span class="sofia">quasi</span><span
|
|
class="text tizi"> tutti i ragazzi sono dotati di smartphone e qualche tablet, ma anche in
|
|
questo caso la connessione è poca, i contratti telefonici, per traffici dati simili a quelli a
|
|
cui siamo abituati, sono costosi per loro</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c42 c48"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://www.orange.sn/pass-internet&sa=D&source=editors&ust=1664235309698227&usg=AOvVaw0ZLfVjePoyhLhTgR95HIbg">https://www.orange.sn/pass-internet</a></span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text"><span class="sofia"><br></span><span class="poni"> </span><span class="sofia">Volendo essere
|
|
precisi (dati relativi al 2019-2020) </span><span class="sofia">i 75Mb hanno la durata di sole
|
|
24h e costano 250F, che per noi sarebbero circa 38 centesimi. Può non sembrare molto ma se
|
|
consideriamo che per pranzare fuori al ristorante del villaggio si spendevano circa 2€
|
|
capiamo subito che in proporzione quei 250F sono una bella cifra. Facendo inoltre un paragone
|
|
con i nostri abbonamenti dove spendendo 10€ abbiamo addirittura giga illimitati, risulta
|
|
evidente che in Senegal la connessione è molto più cara.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">In sostanza c'è un problema di connessione non tanto fisico, perché le
|
|
infrastrutture ci sono e funzionano bene, ma quanto economico: l'accesso non è facile perché
|
|
costoso. Ciò genera una non coscienza del mondo Internet - alcuni non sapevano cosa fosse
|
|
Wikipedia - riducendolo </span><span class="poni"> </span><span class="tizi"> </span><span
|
|
class="poni">alla messaggistica istantanea </span><span class="text tizi">e luogo di personale
|
|
presentazione alla community… e questo quindi ricorda sostanzialmente le dinamiche
|
|
social.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="gambas">forse in tal modo </span><span class="gambas">riducendolo</span><span
|
|
class="gambas"> ancor di più alla sola messaggistica istantanea, seppur avanzata: anche
|
|
l'utilizzo dei social media per come lo davo per assodato mi è parso molto differente a
|
|
Koubanao, probabilmente perché la mia idea è scolpita dal mio stesso utilizzo, o ancora perché
|
|
questa mia idea utilizza una connessione no stop, e questo è un fattore determinante che a
|
|
Koubanao è utopico.</span><span class="c4"> </span></p>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="km0"> Però ad esempio mi ricordo di quando, durante la lezione, qualcuno passava il
|
|
tempo delle lezioni di html a guardarsi le storie di Instagram</span><span
|
|
class="gambas">… Per alcuni aspetti il loro utilizzo mi sembra simile al nostro, però poi
|
|
guardo la bacheca di Precious, una nostra "studentessa" e ci sono solo post pubblicati da
|
|
ragazzi che taggano dalle 13 alle 30 persone tra cui lei, tutte foto di loro in posa a volte con
|
|
strani fotomontaggi o effetti super opacizzanti </span><span class="poni"> </span><span
|
|
class="sofia">con il glow.</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
|
|
<p class="text km0"> Difficile anche paragonare l'uso dei social in Senegal con l'uso che ne facciamo noi
|
|
occidentali. Il risultato potrebbe essere in certe occasioni simile, come lo sharing di selfie abbinati
|
|
a frasi per acchiappare likes, ma lo stesso gesto ha un peso completamente diverso in Senegal. </span>
|
|
</p>
|
|
|
|
<p class="text km0">Riguardo alla limitata gamma di possibilità che offre la connessione gratis de
|
|
Facebook:</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="km0">se hai solo quello non è che puoi fare molto altro, anche perché fb in base
|
|
alle community che frequenti hai modo di conoscere </span><span
|
|
class="km0">pomosessualeomosexuò</span>
|
|
<span class="text km0"> essere sia estremamente ricco di contenuti sia allo stesso modo deserto e
|
|
ridondante.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
|
|
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
|
|
|
|
<h1 class="c70 c57" id="h.4bg8yj2ozuf0"><span>3. Diario di bordo</span><span
|
|
class="c22"> ✅👌🏿</span></h1>
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<h2 class="c43" id="h.y5dj9uf14rf2"><span class="c10">In viaggio</span></h2>
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<h3 class="c57 poni3" id="h.luntjukmww4v"><span class="c44 c53">Linate ✈️ Capo Verde
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✈️ Dakar </span></h3>
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<p class="text c11"><span class="c44 c28 c54 c76"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Pochi giorni alla partenza. </span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Situazione fervente. </span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">I colleghi del collettivo chini sui computer scrivono, si confrontano,
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io osservo, leggo e mi domando: c'è qualcosa che, in tutto questo lavorare, non mi crea la
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situazione consona per mettere a fuoco, qualcosa manca.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">La nostra destinazione è il Senegal, paese dell'Africa, continente a me
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estraneo se non per qualche immagine edulcorata fornita da Bob Marley o nozione politica data
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dalla geografia studiata al liceo: guerre e conflitti internazionali, esponenti neri militari
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venduti al soldo dei servizi segreti americani che sfruttano la popolazione, che creano ostaggi.
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Se mi perdo a pensarci sento tamburi, tanti tamburi, mi viene in mente l'amico Luigi italo
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francese, e quando dico italo intendo meridionale, batterista funky grasso che sbotta "Eh io con
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i senegalesi…", si parlava di tenere il ritmo insomma, sessioni sudate di bonghi e pelli
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tirate: </span><span class="tizi em">sbouuum</span><span class="tizi"> suono di pelle poco
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tirata, </span><span class="tizi em">sboom</span><span class="text tizi"> pelle tirata. Le
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piroghe addormentate sulla spiaggia, lunghe barche, sproporzionate frecce che si buttano nel
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mare africano colme di equilibristi neri, un tramonto colorato alla Hugo Pratt.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Insomma oltre a queste immagini riverberate, il resto delle nozioni le ho
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acquisite in questi giorni, tra queste, il fatto che le temperature siano tra i 18 e i 30 gradi
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mi pone in una condizione nuova e straniante </span><span class="tizi">—</span><span
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class="c28"> </span><span class="tizi">quando i miei amici figli di gondolieri andavano in
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vacanza alle Maldive durante il Natale, la mia famiglia lo passava nel freddo Piemonte cullato
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dalla neve e dalle luci calde e arancioni delle case e degli alberi di Natale orgogliosamente
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imbastiti —</span><span class="c28"> </span><span class="text tizi">il mio corpo dice
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"è inverno che strana deve essere l'estate ora". </span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Altra nozione senegalese, parlano il francese</span><span
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class="tizi em"> parbleu</span><span class="text tizi"> non ne conosco una parola,
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come potrò comunicare? Ma fortunatamente si dice che i fratelli senegalesi siano molto ospitali
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e ricolmi di pazienza. Proprio questa: la pazienza, la grande virtù, abbasso le pulsioni e viva
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l'equilibrio, servirà in questo viaggio.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Partendo da questi presupposti si può intendere che il Senegal sia del
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tutto una terra inesplorata, per me, povero perduto musicista pesce perennemente fuor d'acqua,
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come per tutti i miei colleghi: Erica Gargaglione, heidi (per i capelli e la gentilezza)
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reggiana dal forte gusto grafico; Francesco Luzzana, catalizzatore di energie e idee che fa
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della sua timidezza la sua forza; Federico Poni entusiasta piccione entusiasta artista
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entusiasta; Sofia Merelli nobile mangiatrice di pasta al pesto traduttrice e mamma per tutti
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noi; Alessandro Gambato, esteta sound designer portatore di cappelli storti.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Proprio la non conoscenza, ci pone nella privilegiata condizione di
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viverci e vivere questo viaggio alla stregua dei primi esploratori, pionieri dei mari.
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Pionieristico è anche il perché, il motivo del nostro viaggio, andiamo lì a parlare, discutere,
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creare, intrecciare relazioni, fare network, hyper bing watching, displacement parties, live set
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ambient con animazione vvvv, documentario 3d, spade laser e spero buon cibo, verso l'infinito e
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oltre, citando il più imperterrito degli esploratori Buzz Lightyear.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Fondamentalmente, per tornare dallo spazio alla terra, ci siamo resi
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conto noi collettivo UN * SALTA, di essere totalmente ingarbugliati in quella che,
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metaforicamente, potrei paragonare all'enorme rete appiccicosa di un ragno altrettanto enorme,
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enorme come il nostro mondo, e questa rete appiccicosa ci lega ci unisce e connette, in un certo
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senso potrebbe sembrare che ci porti e conduca verso un comune modo di pensare, una comune
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struttura mentale. Senza continuare ad essere così misterioso, questa rete appiccicosa si chiama
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internet e noi appiccicati siamo i suoi fruitori, utenti. Lo scopo del nostro viaggio sta
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nell'interagire con i vari aspetti di internet e anfratti del mondo virtuale insieme ai nostri
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futuri amici senegalesi. Lontani dalla nostra Milano, Venezia, Pavia, Reggio Emilia, Bergamo e
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testimoni di un altro modo di vivere. Ci scopriremo e porteremo insieme un lume amico da
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appoggiare sul comodino, sentirne gli odori e osservarlo perdersi nel tempo consumandosi
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lentamente alla stessa velocità in mondi distanti. Luoghi di chiese gotiche e medievali con
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macchine ferrigne e motoscafi lucenti e foreste sacre e fiumi ricolmi nel mare caldo e ventoso
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odore di incenso e carne…</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Effettivamente, se ci penso, la cosa che manca per la messa fuoco è la
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mia presenza lì, lascio le parole e accolgo la pratica: eccomi seduto nella mia camera
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senegalese, fotografo provetto di sensazioni e visioni confuse sul finire della mia prima
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giornata africana.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> Poco male che il nostro volo venga cancellato e rimandato di un giorno: non
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avevamo ancora fatto la valigia. un * salta trascorre un piacevole viaggio accompagnato dai
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manicaretti de Cabo Verde Airlines e il panino al formaggio offerto nell'ultima tratta volante
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dall'isola di Sal all'aeroporto di Dakar.</span></p>
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<h3 class="poni3 c57" id="h.4pzrpuikmwci"><span class="c44 c53">Dakar, Senegal <br>Venerdì 22/11/2019<br></span>
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</h3>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 564.01px; height: 373.95px;"><img
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alt="" src="images/image69.jpg"
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style="width: 564.01px; height: 373.95px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="tizi"></span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 565.01px; height: 424.28px;"><img
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alt="" src="images/image30.jpg"
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style="width: 565.01px; height: 424.28px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="tizi"><br></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Diciamo che le impressioni sono tante, l'Africa senegalese è senza ombra
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di dubbio esotica e la sua capitale, Dakar, è un gigante scheletro sabbioso; tutto ciò che vedo
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in un certo senso riporta all'immaginario che mi ero proiettato della tipica città africana:
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confusione, caldo, bambini neri che giocano a palla, donne dai vestiti sgargianti, cibo lungo le
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strade polverose, uomini severi, denti bianchi e sprazzi di miseria.</span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Per rendere la descrizione più incalzante e meno macabra, si potrebbe
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pensare a Dakar come un grande piatto, nel quale vi mangiano seduti attorno un milione di
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abitanti; piedi scalzi, mani unte, sorrisi, cordialità e, appunto, tanta confusione. La ricetta
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è a base di pollo e manzo, riso e verdurine piccanti. Nell'aria si respira sentore di acero e
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palo santo misto a ventate di bruciato e fumi di tubo di scappamento. Clacson ogni due per tre e
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code polverose di macchine infinite srotolate nel mezzo di palazzi in costruzione.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<span class="sofia">Prima di andare in Senegal non ero mai uscita dall'Europa e parlare di culture diverse mi
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faceva sempre uno strano effetto, </span><span class="sofia">pensavo</span><span class="sofia"> che
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dopotutto siamo pur sempre persone</span><span class="c55"> </span><span class="sofia">e che la
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percezione degli altri non potesse davvero essere così differente da come siamo abituati, soprattutto se
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non si hanno preconcetti ostili e radicati. Inoltre sull'Africa si vedono di continuo tante immagini,
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probabilmente è fra i luoghi esotici più inflazionati, vuoi per i documentari di Rai 5 sugli animali
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della savana ecc ecc, vuoi per le pubblicità sulla fame nel mondo prima dei video di YouTube ecc ecc.
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Forse per tutta questa serie di motivi non sapevo di preciso che tipo di reazione avrei avuto, ma
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continuavo a pensare che le persone sono persone ed è la cosa più forte che arriva quando ci si
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relaziona con gli altri. Invece non è affatto così, l'alterità culturale è qualcosa di sconvolgente,
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essere gli unici diversi in un luogo molto lontano è estremamente faticoso. Non basta essere persone per
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capirsi, oltre alle difficoltà linguistiche sei obbligato a </span><span
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class="sofia">chiederti</span><span class="sofia"> continuamente che tipo di persona tu debba
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essere per entrare in sintonia con l'altro e per rispettarlo. è bello che sia così, ma da giovane
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ingenua, adagiata nella mia culla occidentale che tende a insinuarsi ovunque, non mi aspettavo che avrei
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davvero avuto difficoltà nel capire qualcuno di fronte a me. Anche se forse con parecchie sfumature in
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meno rispetto al passato, le culture sono forti e ramificate, le culture sono persone che hanno un'aura
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diversa dalla tua e il mondo che li circonda assorbe e alimenta quell'aura.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">L'arrivo nella capitale senegalese è stato fin da subito denso di emozioni.
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Scesi dal volo abbiamo affrontato i vari controlli, uomini neri vestiti da strada con un
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cartellino identificativo ci venivano incontro </span><span class="tizi">indicandoci</span><span
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class="text tizi"> le procedure da seguire, approvando il nostro passaggio e scherzando con
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gli amici intorno. Si passavano la serata in aeroporto svolgendo il loro lavoro socializzando.
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</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> All'aeroporto nuovo di Dakar un gruppo di cinesi a caccia di affari e
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investimenti nel campo edilizio e infrastrutturale del Paese (lore non confermata) ci supera con
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agilità per farsi ammettere al continente: sanno tutti i trucchi di frontiera perché sono
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imprenditori navigati, mentre noi di navigato niente, solo Tiziano Pastor</span><span
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class="poni"> </span><span class="km0">che</span><span class="poni"> </span><span
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class="km0">pagaia</span><span class="text km0"> in kayak.</span></p>
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<p class="text km0">Dopo mezz'ora buona di recupero bagagli usciamo all'uscita arrivals e come nel film sono lì
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tutti accampati a vedere chi uscirà da questa astronave de Cabo Verde Airlines</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<span class="sofia">Il primissimo impatto una volta superate le porte che conducono alla sala degli arrivi, è
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con l'odore, l'odore di Africa di cui solitamente percepiamo le scie nei negozi etnici o nelle
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bancarelle estive di variopinti tessuti importati. Solo che stavolta è molto più intenso e penetrante.
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L'ambiente asettico del nuovo aeroporto di Dakar, estremamente pulito e omologato a qualsiasi altro
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aeroporto occidentale, non può però sottrarsi alla sua vera origine geografica, che impregna le persone
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e l'aria e scivola sui pavimenti lucidi, sui nastri trasportatori, dentro e fuori dalle porte
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automatiche.<br>Questo odore è sempre presente, persistente o flebile, aleggia su tutti gli oggetti e le
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persone. Alla fine del viaggio l'abbiamo assorbito anche noi, lo percepivo sui vestiti lavati al
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campement, nelle lenzuola dove dormivamo, nel mio sudore e nei capelli di Kamo. è una presenza
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rassicurante, un segno innegabile che siamo davvero dove abbiamo intenzione di essere e che in qualche
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modo i nostri corpi bianchi hanno un margine per essere accettati da quell'aura misteriosa che emanano
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tutte le cose.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="tizi"><br></span><span class="gambas"> </span><span class="tizi">Usciti
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dall'aeroporto ci troviamo con il nostro contatto Baba: uomo senegalese sulla quarantina,
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sorriso da giovane ragazzo, faccia in realtà senza età. Baba lavora a Pavia ed è in Senegal a
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visitare la famiglia. Ci accoglie calorosamente e sottolinea che ciò che è importante del nostro
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viaggio/progetto, non è tanto il perché ma l'azione, l'agire nella terra della lentezza. Ci
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porta verso il parcheggio e l'auto proteggendoci da milioni di tassisti in cerca di clienti,
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accompagnato da ombre scure in processione. "Abbiamo un amico" rispondiamo, </span><span
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class="tizi">negandoci</span><span class="text tizi"> gentilmente alle soverchianti
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offerte. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Arriviamo all'auto e, dalle fila silenziose di sagome, un uomo, fino ad
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allora scambiato come guardia del corpo in cerca di affari, si identifica come l'altro guidatore
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oltre a Baba. Capiamo che sono amici, oltre a ciò non molto altro, saliamo su queste macchine
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fatiscenti e iniziamo a viaggiare lentamente. Non conoscono la strada o così sembra: ogni 10
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minuti si fermano e si confrontano animatamente. Un tassista inizia ad inseguirci minacciando lo
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scontro e suonandoci contro costantemente. Il nostro misterioso autista non dice nulla, guida
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paziente e la sua testa nera luccica nei colori tenui della notte. Per me seduto nei sedili
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posteriori diventa punto di riferimento. Mi guardo attorno e, mentre la macchina procede
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lentamente sull'asfalto, inizia a prendere forma quella che suppongo sia la periferia urbana di
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Dakar: case su case ammassate le une sulle altre con mattoni a vista, incomplete ed immerse nel
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buio, figure distinguibili solo dal chiarore lunare. </span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Alla luce pallida notturna inizia a sostituirsi una luce chiara giallo
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elettrico e la città diventa più strutturata, edifici più complessi, ma la logica che li àncora
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ancòra non è certa: è un insieme di costruzioni accomunate da un'esigenza pratica senza ordine
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preciso, senza punti di riferimento. è una foresta di cemento, giungla di cemento per citare un
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film americano sulla vita nel Bronx. </span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Arriviamo all'hotel, i 45 minuti previsti sono diventati 1 ora e 30,
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salutiamo Baba, lo paghiamo 5000 franchi: "Ciao a presto è stato bello ma sono le 4 di notte
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bisogna correre a dormire".</span></p>
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<p class="text km0"> Il viaggio con Baba è divertente e un po' esasperante: la sua macchina non è nelle migliori
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condizioni e lui ha qualche difficoltà con il navigatore che ha impostato in italiano. Noi, a essere
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sinceri, non capiamo cosa c'è che non va, fatto sta che l'auto non spinge a più di 20 all'ora e
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dall'Aeroporto Blaise-Diagne attraversiamo una prima Dakar notturna seduti nella macchina guidata da
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african Tarkovskij: senza fretta. Gli altri nella macchina che funziona si fermano spesso ad aspettarci.
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</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Il volo rimandato ha creato scompiglio un po' a tutti: il traghetto per andare
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in Casamance salta fino al lunedì, dato che nel weekend non fa tratta. Baba è riuscito a venirci
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a prendere lo stesso in aeroporto ma si vede che è stanco. La notte è
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tranquilla.<br></span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.27px -0.27px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 602.67px;"><img
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alt="" src="images/image13.jpg"
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style="width: 603.21px; height: 602.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="text km0"><br></span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> </span><span class="gambas">Il mio ricordo di questo viaggio è uno
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stranissimo miscuglio di sensazioni tra cui un tetro sentore di paura dato dalla situazione: la
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notte in un luogo sconosciuto, distante da casa, le macchine con l'intero cruscotto non
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funzionante (ti accorgi di avere un principio di mania del controllo quando in auto non sai né
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quanto carburante c'è né a che velocità stai andando), il tassista che per via delle manovre
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ardite del nostro driver ci suonava all'impazzata. Nell'aria però, oltre agli odori africani,
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c'era un enorme entusiasmo: tutti noi del collettivo ne abbiamo fatto esperienza. Ebbene anche
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quell'entusiasmo confluiva in un'emozione più complessa, un'emozione che riesco a descrivere
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solo usando la definizione di Thauma data dal mio professore di filosofia al liceo. Meraviglia e
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terrore nella stessa definizione, meraviglia e terrore dell'effettiva nostra esistenza in quel
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momento, in quel luogo e per quel motivo. Come di fronte a </span><span class="gambas em">un
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gigantesco salto</span><span class="text gambas"> nel vuoto percorrevamo un'autostrada
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senegalese, passandoci un Tanqueray edizione limitata comprato al duty free.</span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
|
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alt="" src="images/image19.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Baba e il suo amico misterioso si dissolvono nella notte scura,
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inchiostro nell'inchiostro e il pennino degli incontri rimescola dentro, una spirale veloce e
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nera da cui esce il nostro oste: Kebè. </span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Kebè è un marinaio e ha un figlio nell'Indiana e mi deve 500 franchi:
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sta seduto sguardo perso nel vuoto, tristissimo, i suoi pensieri vagano nel tempo, le speranze
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gli amori i viaggi, tutti racchiusi nelle linee del volto. Kebè non è veramente un oste, è il
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guardiano notturno — le onde si infrangono ripetutamente sulla battigia lì di fronte e lui
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si lascia trasportare, nostalgia e pirateria in un locale scuro e spoglio dagli infissi lignei
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— ci dà da bere, sorride caldamente e ci racconta aneddoti, lui parla il linguaggio
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universale dell'amicizia o dei viaggiatori perduti e ci capiamo tutti. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text km0"> La Brasserad dove dormiamo è sulla punta di Dakar di fronte all'isoletta di Ngor. Forse è
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un posto per turisti bianchi e la cosa un po' ci rattrista, perché siamo turisti bianchi. Dobbiamo
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ammettere che fin dalla prima sera a Dakar ce l'abbiamo avuta con i francesi che incontravamo in giro:
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ce l'avevamo con i colonialisti o avevamo paura di essere come loro? </span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Baba ci lascia sull'uscio per essere sicuro che non ci perdiamo. </span><span
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class="km0">Lì</span><span class="km0"> tiriamo un po' scemo Kebè e finiamo il gin del duty
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free co qualche biretta, con incredibili cocktail Tanqueray-Gazelle. Kebè vende quasi una
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chitarra a Tiziano. Andiamo a dormire tardi.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<h3 class="poni3 c57" id="h.p4708fuipo"><span>Dakar, Senegal <br>Sabato 23/11/2019</span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image68.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span></span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 430.50px; height: 430.50px;"><img
|
|
alt="" src="images/image34.jpg"
|
|
style="width: 430.50px; height: 430.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="c44 c53"><br></span></h3>
|
|
<p class="text"><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 592.28px; height: 392.89px;"><img
|
|
alt="" src="images/image59.jpg"
|
|
style="width: 592.28px; height: 392.89px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="tizi"></span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 595.01px; height: 394.65px;"><img
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alt="" src="images/image73.jpg"
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style="width: 595.01px; height: 394.65px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="tizi"><br></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Il mattino giunge, affacciato alla finestra scorgo il mare, piroghe e
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ragazzi neri sulla spiaggia che si allenano e contrattano.</span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Incontriamo </span><span class="tizi">Malamine</span><span
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class="tizi"> Tamba, il ricco, il saggio, il visionario. </span><span
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class="tizi">Malamine</span><span class="tizi"> è un uomo, padre di famiglia e lavoratore:
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</span><span class="tizi">vicepresidente della squadra di calcio senegalese Casa Sports</span><span
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class="tizi">, </span><span class="tizi">presidente</span><span class="tizi"> dell'Allez
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Casa, il comitato dei tifosi della stessa </span><span class="km0">(tu chiamali se vuoi ultrà)
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</span><span class="tizi">e possessore di terreni agricoli che, in tutto questo, riesce a prendersi cura
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anche di una combriccola di giovani artisti italiani. Ci porta di qua e di là a comprare il
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necessario per il viaggio </span><span class="tizi">ospitandoci a</span><span
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class="tizi"> casa sua per il pranzo domenicale, che in Senegal avviene di sabato, ma
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l'idea è quella. La moglie Tabara, elegante e colta, ci intrattiene durante il banchetto
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mangiando con noi e ridendo di gusto, mentre ci sminuzza la carne con le mani dall'enorme piatto
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unico (che non è Dakar) di riso e </span><span class="tizi">verdurine</span><span
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class="tizi"> piccanti che ci unisce in quel momento. Ha un sorriso bianco, rosa e marrone
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scuro. Le donne senegalesi sono bellissime, come la timida figlia di </span><span
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class="tizi">Malamine</span><span class="tizi"> figura leggera, come la zia di </span><span
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class="tizi">Malamine</span><span class="tizi">, donna anziana in un vestito bianco e sguardo
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scuro e infinito nel sapere.</span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
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alt="" src="images/image21.jpg"
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style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Uomo chiave di questa spedizione africana è </span><span
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class="poni">Malamine</span><span class="poni"> Tamba, nostro mentore e contatto africano
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che ci ha aiutati nell'organizzazione pratica di tutto il viaggio.<br>Venne negli anni '90 a
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Pavia per seguire un master in Politiche Internazionali. </span><span
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class="poni">Arrivava</span><span class="poni"> dall'Università di Dakar e il suo villaggio
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natio è proprio Coubanao. Incontrò Mimmo e gli altri compagni dell'odierno Comitato Pavia Asti
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Senegal e scattò l'amicizia.</span></p>
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<p class="text c11 poni6"><span class="c4"></span></p>
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<p class="text"><span class="poni">La storia è storia, ora siamo nel presente, dobbiamo lasciarci alle spalle
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quel che è successo. Suonava circa così — non ricordo perfettamente — la frase che
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ci disse quando ci incontrammo a Dakar. Ricordo bene però il pranzo a casa sua seduti sul
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tappeto a mangiare con le mani dallo stesso piatto riso e carne (o riso e verdure, date le
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abitudini alimentari di certi) in stile senegalese.</span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 438.52px; height: 662.50px;"><img
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alt="" src="images/image2.jpg"
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style="width: 438.52px; height: 662.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="poni">Senza posate, sua moglie </span><span
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class="poni">spezzettava</span><span class="poni"> con i polpastrelli le varie carni, le
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distribuiva nel riso e con la destra ognuno prendeva il proprio boccone. Mi viene in mente che
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l'infografica del ristoro generalmente raffigura una forchetta e un coltello: chi ne ha proposto
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l'universalità non ne voleva sapere di tener conto che buona parte </span><span class="poni">di
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mondo</span><span class="poni"> mangia tradizionalmente con bacchette o mani. </span><span
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class="poni">Quello che ci siamo trovati a trattare aveva a che fare col colonialismo in tutto e
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per tutto, a più livelli.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">I figli di </span><span class="poni">Malamine</span><span
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class="poni"> guardavano Atalanta-Juve in salotto: Kamo aveva le lacrime agli occhi per
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l'evento, Gambaz le aveva per la quantità di cibo ingerito, io per aver assaggiato il
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</span><span class="poni">miglio</span><span class="poni"> pestato tipico delle colazioni
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senegalesi, gli altri per la quantità di zucchero nel tè offerto a fine pasto. </span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> Sofia per un esame aveva scelto di portare una ricerca su Gianni Celati e si
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è recuperata un po' di suoi libri, tra cui Avventure in Africa. Ora, forse questo commento
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dovrebbe scriverlo lei che ce l'ha a portata di mano, ma in quel libro Celati arriva in un
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villaggio ad una certa e nel baretto locale c'era in tele una partita di Atalanta Juve, "il
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peggio che il calcio italiano potesse offrire". </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c4 c27"></span></p>
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<p class="text"><span class="c1 c46"><pre>Sévaré, hotel Debo. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c1 c46"></span></p>
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<p class="text"><span class="c1 c46">Potrebbe essere una pensioncina della riviera adriatica, stesse camere
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disadorne, tutto piastrellato paramoderno, stesso standard triste, con la differenza che nel
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corridoio ci sono cavallette lunghe un dito e mezzo e intorno villaggi di capanne sprofondate
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nel buio. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c1 c46">Grande dormita per riprendere le forze.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c1 c46"></span></p>
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<p class="text"><span class="c1 c46">Verso sera nel ristorante quattro uomini guardavano la partita calcistica
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Milan-Vicenza alla televisione, e sapevano tutto del campionato di calcio italiano. Ne hanno
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parlato con Jean che è competente anche in questa materia, ed ha persino delle idee sportive
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avanzate. Poi mostravano sullo schermo la partita Juventus-Atalanta, il peggio che si può vedere
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in fatto di calcio. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c46 c25 km0 em c96"></span></p>
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<p class="text"><span class="c1 c46">Il pollo in stile thailandese, infame intruglio militare che lo chef tuareg
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mi ha servito come se mi facesse un favore, ho dovuto far finta di mangiarlo perché il detto
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chef mi si è seduto accanto e mi teneva d'occhio, mentre guardava la turpe partita di
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calcio.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c1 c46"></span></p>
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<p class="text"><span class="c1 c46">Gianni Celati, Avventure in Africa p.42</pre></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c44 c25 km0 em"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> </span><span class="text km0">Mai parole furono più profetiche ah ah questa
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cosa è davvero assurda che anche noi quel sabato pome fossimo in casa di Malamine Tamba dopo
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rimbalzi continui in aeroporto a vedere Atalanta-Juve (rovinosamente sconfitti) </span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
|
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alt="" src="images/image6.jpg"
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style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Finito il pranzo a pancia piena, soddisfatti di noi stessi ci avviamo
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verso l'hotel per l'ultima notte. Il lento cadenzare del taxi nella trafficata Dakar mi culla in
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un sonno conclusivo. Mi addormento. il tempo passa, allibratori sulla spiaggia mi inducono in
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cattivi affari. Un bagno fresco e salato mi riporta alla realtà e poco dopo salpiamo verso nuovi
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lidi. Verso l'enorme laguna di mangrovie: Ziguinchor, la regione della Casamance e l'agognata
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Coubanao. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<h3 class="poni3 c57" id="h.hzjzno7urcx"><span>Bateau Dakar</span><span class="c91">-</span><span
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class="c44 c53">Ziguinchor<br>Domenica 24/11/2019</span></h3>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image14.jpg"
|
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style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="tizi"><br></span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
|
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alt="" src="images/image1.jpg"
|
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style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="text tizi"><br></span></p>
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<p class="text km0"> Mi viene in mente il porto di Dakar, la sua immensa hall e il secondo piano che a quanto
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pare solo noi abbiamo avuto l'idea di esplorare, lo spazio coi divanetti e gli acquari pieni di pesci un
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po' desolati dal vederci ancora rimestare nei progetti e non goderci la vita o l'attesa del traghetto.
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Sui muri appesi e incorniciati alcuni quadri di una mostra di pittura lasciati a prender polvere.</span>
|
|
</p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="tizi">Salpiamo alle 8 di sera, il </span><span class="tizi em">bateau</span><span
|
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class="text tizi"> Diambogne è una barca traghetto, ricorda quelli utilizzati per arrivare
|
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dalla costa sabbiosa francese alle bianche scogliere inglesi, versione più piccola. Gli interni
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sono simili: falso legno lucido, poltroncine e televisori per mettersi a dormire.</span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Saliamo e, dopo aver superato i controlli, entriamo nella pancia della
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nave, spazio riservato ai camion ricolmi di patate e carote ma nessuna macchina privata. </span>
|
|
</p>
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<p class="text"><span class="tizi">Arrivati sul ponte ci accoglie una situazione divertente: donne e uomini
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distesi su tappeti ascoltano musica che ricorda il reggaeton: la radice ritmica è quella ma
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arricchita da variazioni su tema di percussioni senegalesi e la melodia delle voci sale verso
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nord passando per la distesa sabbiosa del Mali per arrivare in Marocco. C'è anche chi prega, si
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inginocchia a piedi scalzi e mormora. Nonostante gli interni, simili ai battelli inglesi,
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|
l'Africa in questo bateau è altamente presente. </span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
|
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alt="" src="images/image58.jpg"
|
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style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Durante questo viaggio notturno spesso incontro gli sguardi degli altri
|
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viaggiatori: molte donne, fino a quel punto difficili da incontrare, nei loro vestiti sgargianti
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scrutano incuriosite e maliziose. </span></p>
|
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<p class="text"><span class="tizi">Ci allontaniamo dal golfo di Dakar. Le luci dell'orizzonte della città
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nervosa si sciolgono volando verso il cielo formando puntini bianco gelo. Immagino i marinai di
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un tempo osservare questi consiglieri, orientarsi e arrivare alla meta giusta. Ci provo anche
|
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io, ma il cielo è diverso, non scorgo le forme a cui sono abituato, non vedo il grande carro,
|
|
non vedo nemmeno la luna, nonostante la tentata ricerca con gli amici: siamo distanti da casa,
|
|
capiamo, inquieti ma decisi. </span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image16.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span><span class="tizi"></span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
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alt="" src="images/image52.png"
|
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style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Guarda mondo scuro dove siamo arrivati nonostante tutto. </span></p>
|
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="text tizi">Siamo in guerra anche noi come i senegalesi, ringrazio Kamo per
|
|
l'immagine, chiedete a lui spiegazioni. </span></p>
|
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<p class="text"><span class="text tizi">Stanchi torniamo alle nostre poltrone, dentro la cabina l'aria
|
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condizionata e il televisore a palla rendono fastidiosa la permanenza ma è ciò che ci viene
|
|
offerto. Chiudiamo gli occhi, distesi per lungo sui sedili tra le voci borbottanti e profonde
|
|
dei viaggiatori addormentati.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
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<h3 class="poni3 c57" id="h.9nm492osbvis"><span>Bateau, foce del fiume Casamance<br>Lunedì
|
|
25/11/2019</span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image36.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span><br></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image35.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span><br></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image10.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></h3>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="text tizi">Il mattino ha l'oro in bocca, in tutti i sensi. All'ingresso della
|
|
laguna del Casamance, siamo immersi in una abbagliante fascia dorata, luce solare che si
|
|
riflette sull'acqua piatta delle 8 di mattina. Un senso di magnificenza e solennità ricopre il
|
|
nostro bateau e i nostri compagni di traversata. Si scorgono le prime mangrovie e case dei
|
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pescatori, piroghe, trappole mortali per pesci sfortunati. Delfini ciechi rincorrono distanti il
|
|
taglio ondulato e pigro creato dal passaggio dalla nostra barca. </span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">La flora, da presenza </span><span class="tizi">distante si
|
|
avvicina</span><span class="tizi"> sempre di più al </span><span
|
|
class="tizi em">bateau</span><span class="text tizi"> portandolo in fondo, strozzando il
|
|
fiume. Le baracche dei pescatori diventano più numerose, e con questo incedere glorioso e lento
|
|
prende forma la città di Ziguinchor: il battello è a destinazione e noi viaggiatori sbarchiamo
|
|
su un nuovo terreno, più caldo della ventosa Dakar e più vicino al cuore dell'Africa.</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="text tizi">Il porto di Ziguinchor è una struttura spoglia, dai muri beige. Le facce
|
|
nere dei presenti, trovano un contesto accomodante, se non altro per quanto riguarda l'occhio:
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colori ripetitivi, leggermente monotoni. Ciò che rimescola le carte in gioco e rende vivo lo
|
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scenario sono gli abiti lucidi e sgargianti dei presenti, la maggior parte di loro infatti
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indossa tute da calcio di squadre europee: Paris Saint German blu e rosso, Juventus bianco e
|
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nero, Milan rosso e nero. Se fosse una composizione pittorica la intitolerei: "Poliestere su
|
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argilla".</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="tizi">Mentre aspettiamo di ricevere i bagagli, compare la figura sorridente e
|
|
sorniona di Baba Sane.</span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 479.01px; height: 479.01px;"><img
|
|
alt="" src="images/image67.jpg"
|
|
style="width: 479.01px; height: 479.01px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="tizi"></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 495.77px; height: 372.50px;"><img
|
|
alt="" src="images/image39.jpg"
|
|
style="width: 495.77px; height: 372.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span><span class="text tizi"><br></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Baba Sane, ci accompagnerà a Coubanao ed è un amico di Angelo, figura
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ancora non introdotta ma assolutamente importante. Facciamo un passo indietro (Baba Sane ci
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perdonerà). Il nostro caro Angelo è un navigato viaggiatore italiano dalla faccia scavata e
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capelli lunghi, fuma sigarette da giro e ha una rete immensa di contatti qui in Senegal. è
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membro del CPAS - ONG che si è presa la briga di darci qualche soldo per il viaggio - senza di
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lui non avremmo saputo muoverci. Grazie Angelo e CPAS.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Torniamo a Baba Sane che, sebbene quel giorno fosse sprovvisto di maglietta
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in poliestere, ha passato una vita nello sport del pallone e di calcio è un esperto. Lui è
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membro dei giocatori anziani del Casa Sports, molto amico del grande </span><span
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class="tizi">Malamine</span><span class="text tizi"> Tamba, ride di gusto e grazie a dio
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parla italiano: finalmente possiamo esprimerci come vogliamo. Sarà per la facilità nella
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comunicazione o per lo spirito giocoso di Baba Sane, ma subito sembriamo amici, già in programma
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una giornata di pesca sul fiume, che mai si farà.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Prendiamo i bagagli, li portiamo fuori uscendo dalla calma silenziosa
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della sala d'attesa del piccolo porto. All'uscita veniamo inondati da un raggio di sole
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prepotente e soffocante e una miriade di persone ci si pone davanti, fervente e indaffarata. Ci
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prendono le valigie, le portano ad un furgone, le caricano sul tetto del veicolo velocemente.
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Baba sane dirige tutto ciò, dà indicazioni e mancette ai garzoni e ci tiene tranquilli,
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direttore d'orchestra del caos umano di questo porto senegalese. Complimenti a lui ma del resto
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ci è nato e cresciuto, conosce tutto nel minimo dettaglio.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Insieme a lui c'è Caramba, </span><span class="tizi em">caramba che
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sorpresa</span><span class="tizi">, </span><span class="tizi em">ocio ai caramba</span><span
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class="tizi">, eccetera, un nome come un altro in questo Paese simpatico e distante. Partiamo:
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noi un * salta, Caramba, Baba Sane e un guidatore non identificato che se lo guardi in faccia
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sembra scorgere un </span><span class="tizi">bronzeo busto di matrice fascista</span><span
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class="text tizi">, le linee del volto sono dure e decise e la pelle scura luccica. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Ci avviamo lungo le strade di Ziguinchor, città che risente del periodo
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coloniale, qua e là ci sono villette francesi spesso abbandonate e tra di esse compaiono, vere
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protagoniste, botteghe di cianfrusaglie: cinture, ferramenta, vestiti, televisori. Ci rendiamo
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conto che è meglio non fare foto, ti urlano dietro: "Non siamo animali in gabbia e voi bianchi
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visitatori di uno zoo". Come ti pare amico, se ho una macchina fotografica con me faccio foto
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indipendentemente dal posto. </span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> Mi è </span><span class="km0">ricapitata</span><span class="km0"> poi la
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stessa cosa al mercato quando ho scattato una delle foto in mezzo a quel vortice di foulard: una
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ragazza passando si è avvicinata e ha sibilato: ti ho visto! Carica di astio e con occhi
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truci.</span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 600.01px; height: 398.92px;"><img
|
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alt="" src="images/image27.jpg"
|
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style="width: 600.01px; height: 398.92px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="km0"></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
|
|
alt="" src="images/image76.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Studenti tornano da scuola, indossano polo azzurre anice. Cerco di fare
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qualche foto ad alcune studentesse, ma memore delle urla non </span><span
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|
class="tizi">produco</span><span class="tizi"> altro che scatti maldestri. Il sole batte
|
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forte, facciamo due compere e preleviamo dell'</span><span class="tizi em">argent</span><span
|
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class="tizi">. Dentro di me sento una crescente tensione positiva, probabilmente condivisa dai
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miei compagni di viaggio: siamo ancora più vicini alla meta. Nella mia testa prende piede
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l'immagine di un viaggio mistico tra mitra, violenza,</span><span
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class="tizi em"> charlie</span><span class="text tizi"> in agguato in un contorno
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esotico, alberi di mango, tigri, umidità pesante, malaria, follia, e una meta mitica, fatta di
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sangue, indigeni mutilati e rovine nell'edera capeggiata da un folle saggio militare in fuga, mr
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Kurtz: Apocalypse now! Ma fortunatamente, il film è un altro, non siamo soldati in Cambogia e la
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nostra meta non è un tempio in rovina memore dell'impero Angkor. La nostra meta è Coubanao,
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nella regione della Casamance, il giardino del re.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">La strada si inerpica nella foresta di palme e fromager, baobab, manghi, e
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infiniti alberi: è una via sterrata e sabbiosa, dal colore rossiccio. Ai bordi di questa ci sono
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|
case spoglie e gente seduta all'aperto, immagini sfuggenti nello sfrecciare del nostro furgone.
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A momenti di fitta foresta, con incedere alternato e ritmico, incontriamo squarci aperti di luce
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e distese lagunari secche che odorano di sale. </span><span class="tizi">Mucche
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|
dalle</span><span class="text tizi"> corna lunghe e acuminate ci osservano passare e capre
|
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e faraone, animali santi e ornamentali, si scostano pigramente dalla strada. Apri e chiudi, luce
|
|
e ombra, superiamo il villaggio di Koubalan e poi di Finntiok e infine Coubanao. </span></p>
|
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Tutto in quel luogo è volto nell'interesse della comunità, il villaggio
|
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stesso è comunitario. Le proprietà sono divise per famiglie, ma non esistono porte, non esistono
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strade, tutto è collegato da fiumi di sabbia che entrano e si insinuano ovunque: il villaggio
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stesso è mobile. Le nostre guide ci raccontarono di come fosse stato spostato e modificato nel
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|
tempo per evitare animali notturni e si potevano scorgere i nuovi luoghi destinati a nuove case.
|
|
</span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Gli animali d'allevamento corrono per il villaggio totalmente liberi, come i
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|
limoni che crescono in luoghi pubblici </span><span class="poni"></span><span class="sofia">o
|
|
gli alberi di mango che sono ovunque e appartengo a tutti </span><span
|
|
class="gambas"> </span><span class="text tizi">e l'unica difesa contro le mani golose dei
|
|
bambini è la certezza che se ne rubano qualcuno sicuro per loro ci sarà un prurito fastidioso
|
|
per giorni.</span></p>
|
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<p class="text"><span class="text tizi">Eccoci qui! </span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Ricevuti dai nostri ospiti, ci sediamo e mangiamo
|
|
insieme.</span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
|
|
alt="" src="images/image62.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="tizi"></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 547.50px; height: 547.50px;"><img
|
|
alt="" src="images/image17.jpg"
|
|
style="width: 547.50px; height: 547.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="text tizi"><br></span></p>
|
|
<span class="sofia">Il campement consiste in tre capanne di grossi mattoni beige disposte a semicerchio e da due
|
|
strutture più grandi adibite a sala da pranzo+cucina e a casa del guardiano. Porte e finestre in legno
|
|
dipinto di azzurro, delle tende lise ondeggiano agli ingressi, i tetti in lamiera ricoperti di paglia,
|
|
un pozzo a cui ogni tanto delle donne attingono l'acqua. Accanto alla casa del custode cresce un
|
|
boschetto di anacardi dove spesso i bambini vanno a giocare; la folta chioma di un mango offre riparo a
|
|
tutto lo staff, che seduto su bianche sedie di plastica passa i pomeriggi a mescere tè. Lì dietro, in
|
|
mezzo a dei sinuosi fromager, si inalza un
|
|
</span><span class="sofia c71">caïlcédrat. Il tronco mostra qua e là delle cicatrici:
|
|
</span><span class="sofia c71">Malamine</span><span class="sofia c71"> </span><span
|
|
class="sofia c71">Diémé</span><span class="sofia c71"> mi spiega che con la corteccia macerata
|
|
viene realizzata un'amarissima bevanda per abbassare la glicemia </span><span class="sofia"></span><span
|
|
class="c71 tizi">(per compensare il troppo tè zuccheratissimo che bevono a quantità tutti i
|
|
giorni)</span><span class="sofia c71">.
|
|
</span><span class="poni"> </span><span class="sofia c71">Ormai facente parte dei tipici bitorzoli di questa
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pianta, fagocitato dal tronco e dal tempo, riposa un lungo semiasse arrugginito con ancora gli
|
|
pneumatici alle due estremità. Gli ingombranti avanzi della colonizzazione francese invecchiano assieme
|
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alla vegetazione, alla sabbia che si insinua ovunque, alle piogge e al sole. E così quei resti di un
|
|
camion che nessuno sa cosa abbia trasportato, fanno da sfondo ai pomeriggi oziosi dell'équipe del
|
|
campement, ascoltano il nostro francese stentato e il loro francese creativo, mentre ogni tanto qualcuno
|
|
passa per portarsi via un pezzo di corteccia. Prima ingranaggi di un macchinario, ora parte di un
|
|
organismo.</span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 449.50px; height: 449.50px;"><img
|
|
alt="" src="images/image74.jpg"
|
|
style="width: 449.50px; height: 449.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
|
|
<p class="text"><span><br></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
|
|
alt="" src="images/image41.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span><br></span></p>
|
|
<h2 class="c43" id="h.hbhj1wwk3b"><span class="c10">Al Campement</span></h2>
|
|
<h3 class="poni3 c57" id="h.8q8wvumv0w5u"><span>Cosmologia gastronomica</span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image25.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></h3>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c77"></span></p>
|
|
|
|
<span class="poni">L'accattivante miscuglio di antimalarica con l'acqua corrente — pista da ballo di
|
|
batteri sconosciuti ai nostri corpicini — mi ha dato una bella botta per i primi tempi: di notte
|
|
avevo visioni e vivevo incubi eccezionali. è successo anche di urlare nel sonno e di svegliare Erica che
|
|
mi ha tirato due sberle se no crepavo per un colpo al cuore. Oltre a questi potevo rischiare
|
|
tranquillamente di crepare di diabete:</span><span class="c104"> </span><span class="poni">a
|
|
colazione si giocava alla roulette russa, dove per ogni morso dato al panino spalmato di marmellate
|
|
gusto mango o bissap si rischiava un picco glicemico ☞ coma</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c77"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Ogni giorno, la tavola della colazione era perfettamente imbandita.</span>
|
|
|
|
<span class="poni"></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(4.71rad) translateZ(0px); width: 524.41px; height: 524.41px;"><img
|
|
alt="" src="images/image63.jpg"
|
|
style="width: 524.41px; height: 524.41px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span>
|
|
</p>
|
|
|
|
<ul class="c26 lst-kix_29pa72op0ga8-0 start">
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">In centro al tavolo un thermos di mezzo metro con
|
|
acqua calda che misteriosamente gravitava verso Sofia </span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">Tre bottiglie di acqua bella fredda che non troppo
|
|
misteriosamente facevano venire dei coccoloni momentanei </span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">Un piccolo palazzo di zollette di zucchero</span>
|
|
</li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">Un paniere di legno con n.6 baguette, una a
|
|
testa</span> </li>
|
|
</ul>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="poni">Con una cura maniacale ogni posto a tavola era apparecchiato di:</span></p>
|
|
|
|
<ul class="c26 lst-kix_5e6jc41q8pa1-0 start">
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">piatto tondo </span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">cucchiaino</span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">coltello</span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">bicchiere di vetro</span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">tazza di ceramica con simpatiche fantasie di
|
|
merchandising furbo </span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">una bustina di tè + di caffè solubile + di latte in
|
|
polvere, formalmente allineati come prima di un urlo di battaglia </span></li>
|
|
</ul>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="poni">Quindi poi le star erano:</span></p>
|
|
|
|
<ul class="c26 lst-kix_7jp9m56uxqin-0 start">
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">miele</span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">la marmellata di mango</span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">la marmellata di bissap</span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">il barattolo da kg 5 di </span><span
|
|
class="poni em">Chocopain</span></li>
|
|
</ul>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="poni">Quest'ultimo era il </span><span class="poni em">chaotic evil</span><span
|
|
class="poni"> della tavola, la regina negli scacchi, la mano invisibile. Ti poteva
|
|
distruggere l'appetito di un giorno intero se ti capitava un bel pezzo di grasso idrogenato
|
|
solidificato: iniziava </span><span class="poni em">choco</span><span class="poni"> ed era
|
|
subito </span><span class="poni em">pain</span><span class="poni">.</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
|
|
<p class="text"><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 332.00px;"><img
|
|
alt="" src="images/image75.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 332.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span>
|
|
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Quando il tavolo di battaglia era consumato si scattava su → si
|
|
prendevano i </span><span class="poni">compiuter</span><span class="poni"> → si
|
|
correva verso la scuola oppure si ritornava al tavolo a progettare speculare programmare
|
|
disegnare. </span></p>
|
|
|
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<p class="text"><span class="poni">Che stanchezza.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Il mio nome a primo impatto diresti che significa tipo </span><span
|
|
class="poni em">ricco di fede</span><span class="poni"> per ovvi motivi legati ad una
|
|
semplice scomposizione della parola che il cervello fa senza nemmeno volerlo,</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">ma cercando scopri che Federico significa prima di tutto </span><span
|
|
class="poni em">ricco di pace </span><span class="poni">quindi, ricco lo dovrei essere ma è da
|
|
discutere di cosa. Ciò di cui non ero proprio ricco durante le magiche settimane senegalesi era
|
|
la forza e uno si può anche chiedere quale tipo di forza ma io rispondo sia forza d'animo che
|
|
forza fisica. </span></p>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="poni">Ero un po' una pezza, un ovetto che pian piano si stava cuocendo sotto al
|
|
sole a cui non siamo abituati. La fatica d'animo è quella fatica che la mia coscienza vuole
|
|
elaborare, quella coscienza che si vuole fare visualizzazione del complesso, il complesso che
|
|
pare un'orchestra violenta che rappresenta una scala gerarchica silenziosa ma che esiste. E
|
|
mentre cercavo di stare in piedi il giorno del mio compleanno, mentre parlavo al telefono con la
|
|
nonna e gli </span><span class="poni">altri erano</span><span class="poni"> dentro all'aula
|
|
di informatica, respiravo una strana giornata, nuvolosa strana. Non voleva piovere anche se
|
|
sembrava, ed infatti non ha piovuto. Quel tempo mentiva, ma non avevo intenzione di sapere il
|
|
parere dell'app meteo del cellulare.</span></p>
|
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<p class="text"><span class="poni">Non avevamo pranzato, dovevamo rimanere tutto il giorno a scuola. La
|
|
colazione non era stata la solita marmellata </span><span
|
|
class="poni">iperzuccherica</span><span class="poni">, ma a sorpresa (almeno per me) la
|
|
colazione tipica: il </span><span class="poni">miglio</span><span class="poni"> dolce
|
|
pestato.</span></p>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="poni">Effettivamente la roulette alla marmellata dava una bella botta di
|
|
</span><span class="poni">energia, ma</span><span class="poni"> il problema erano gli altri pasti
|
|
che, parlo a nome mio e dell'altro erbivoro, alla lunga, </span><span
|
|
class="poni">diventarono</span><span class="poni"> monotoni. La costante: le cipolle. Amavo
|
|
quelle cipolle: quando andai in Senegal con il CPAS non ne mangiai abbastanza ed al ritorno con
|
|
</span><span class="poni em">un * salta</span><span class="poni"> fui estremamente felice quando al
|
|
primo pranzo ce ne portarono un bel gran immenso piatto.</span></p>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="poni">SBAM servite per tre settimane a quasi tutti i pranzi e tutte le cene!</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Dico quasi tutti i pranzi perché qualche volta disertavamo il
|
|
campement.</span></p>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="poni">Ok c'è da ammettere che non c'erano solo le cipolle ma anche delle buonissime
|
|
patatine fritte - e quando dico buonissime erano veramente buonissime non tipo le persone
|
|
che dicono </span><span class="poni em">buone tipo quelle del McMerda </span><span
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class="poni">ma buonissime tipo buone come quelle della mia nonna. </span><span class="km0">
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Mettiamola così: una volta sono stato molto in ospedale e i biscotti che ci davano a merenda
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erano buonissimi. Quando sono tornato a casa li ho </span><span
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class="km0">ricomprati</span><span class="text km0"> e bo non sembravano più così
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incredibilmente buoni... Mi viene da pensare che fosse il regime alimentare a condirli e a
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Koubanao stessa cosa (no hate per le patatine molli erano ok anzi un prezioso sollievo) (anche
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se forse più che buone la loro caratteristica principale era l'essere molli) (anzi molto
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interessante cerchiamo di capire: come mai erano xe molli ste batatine?)</span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">sì, cucina molto monotona anche per i non erbivori. Sembrava ci fosse
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una censura dei loro prodotti tipici e piatti per noi fragili occidentali. Detto ciò quello che
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mi è parso di cogliere in linea generale è che anche nella cucina canonica senegalese non ci sia
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questa grande varietà, il cibo è funzionale a dare energie, botte di zucchero e calorie per non
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svenire sotto il sole, non si consuma per il piacere di consumare e sicuramente nella Casamance
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non ci sono programmi come Masterchef e il cibo e gli animali sono rispettati per quello che
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sono, parte della vita e non il centro di espressione dei propri sfoghi.</span></p>
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<p class="text c11 poni6"><span class="text km0"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0"> C'è una persona addetta alla cucina nel campement ma durante il nostro
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soggiorno era altrove: è una ragazza che ha da poco finito il </span><span
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class="km0">lycée</span><span class="km0"> e il villaggio le sta pagando gli studi a
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Ziguinchor per diventare cuoca. Non sono poche infatti le persone che transitano da quei piccoli
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bungalow al confine del paese: sia gente della zona che è in viaggio, sia turisti e stranieri
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come noi. Sono entrate che fanno comodo e la comunità ci investe. Diverse persone collaborano:
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chi come guardiano, chi come cameriere, chi come addetto alle provviste ecc e ognuno si dedica
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al proprio compito in forma religiosa: </span><span class="km0">l'apparecchiare</span><span
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class="km0"> e il servire i pasti ad esempio era sempre un momento delineato con una
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precisione e ritualità super HD, dai modi rigidi, assurdi e codificati de</span><span
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class="km0">ll'etichetta</span><span class="text km0"> e bon ton occidentale, ma compiuti
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con un tale impegno e presenza che li rendeva autentici.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Mi piace ricordare anche il mood de </span><span
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class="km0">Malamine</span><span class="km0"> </span><span class="km0">Diémé</span><span
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class="km0"> il giorno in cui sono arrivati dal Governo (o dalla regione?) (non mi
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ricordo!) (ma non è importante chi li stesse mandando, l'importante è che erano arrivati!!)
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tutta una serie di elettrodomestici, utensili, arredi e props per il campement: un enorme frigo
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e il secondo freezer, la televisione, la lavatrice, la batteria di pentole, la cucina e altre
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cose inscatolate che non abbiamo riconosciuto e che ora occupavano tutta la veranda che avevamo
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abitato noi in quelle settimane. Una processione di cose caricate su una processione
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</span><span class="km0">de auto</span><span class="km0"> capitanate appunto dal Sig. </span><span
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class="km0">Diémé:</span><span class="km0"> radioso</span><span class="km0">, che
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sventolava alto e in festa dal finestrino della prima jeep del corteo.</span><span
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class="poni"> </span><span class="sofia">"Dobbiamo festeggiare, ci avete portato fortuna,
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aspettavamo da tanto!"<br>Così diceva e mi stringeva le mani. </span></p>
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<p class="text"><span class="sofia"><br></span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
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alt="" src="images/image26.jpg"
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style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="sofia"><br></span></p>
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<p class="text km0"> E niente, le patatine erano molli.</span></p>
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<p class="text km0">L'Africa ha un altro ritmo rispetto a noi e il rito della cucina iniziava presto: per la
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cena ad esempio nel primo pomeriggio e durava tanto. Tanto tempo a schiacciare nel mortaio le cipolle,
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tanto tempo a rosolare e cuocere i pesci o la carne, tanto tempo e basta tra una cosa e l'altra, con
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processi distesi e a passo lungo. Quasi intimi, non certo la frenesia delle cucine dei
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ristoranti.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Probabilmente le pata venivano preparate alle quattro del pomeriggio, tutto
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qua, tra una cosa e l'altra e senza una particolare intenzione o cultura della patatina fritta.
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Forse era una necessità di stoviglie o forse la forma sbagliata di quelle patate: che ce
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le faceva vedere come fritte quando erano semplici </span><span class="km0">patate
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surgelate.</span><span class="km0"> Le due cuoche mi piacevano: una era vecchia e ci
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salutava sempre quando arrivava </span><span class="km0">bonjuuur</span><span
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class="km0"> e quando andava via </span><span class="km0">bonnuuuit,</span><span
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class="km0"> era diventato un meme tra noi e lei; l'altra giovane splendida ma con lo
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sguardo affilato e duro. Con noi non ha mai abbassato la guardia al 100% tranne la sera del
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ballo delle maschere, quando col gruppo delle donne suonava come piatti i coperchi delle pentole
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in festa. La sua bambina era molto piccola </span><span class="sofia">e timida</span><span
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class="text km0"> e faceva ridere soprattutto una volta inseguita dalle poie.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Il pasto medio senegalese si compone di un cereale + carne.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">Questo pattern culinario è ripetuto praticamente ogni giorno e si può dedurre
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che il contenuto varia dal periodo dell'anno: durante la nostra permanenza le verdure, per
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esempio, cominciavano a scarseggiare. I legumi ci sono e vengono coltivati in massa, ma la
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porzione di pesce o carne è più sostanziosa e il concetto di vegetariano non è praticato,
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sebbene sia un concetto abbastanza chiaro ai più. Il binomio di base cereale e carne rimane tale
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da tempo poiché è la base di un pasto equilibrato per il popolo dell'area senegalese e in più
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non c'è </span><span class="poni">un'importazione</span><span class="poni"> di beni
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culinari: la globalizzazione è ancora vagamente in progress. è abbastanza scontato, ma la pizza
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il sabato sera non esiste, nemmeno il wok quando si è in chimica o l'all you can eat o il curry
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indiano</span><span class="tizi">.</span><span class="poni"> Ma ciò che esiste è un network
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che respira, un mostro che lega gli odori di tutti i cibi che pensi quando apri l'app di
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UberEats e che manda gli ordini ai riders che spesso vengono anche da questa parte d'Africa. Il
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rider numero 28817 che ti porta a casa la pizza che sua madre non ha mai pensato. Gli dai la
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mancia?</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Per tre settimane abbiamo iniziato la giornata con una imitazione della
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colazione dei coloni, eccetto per una. Forse la vedo così violenta come immagine perché ho in
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testa il dover vivere un posto nel modo più autentico possibile, cosciente del passato
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dell'Europa colonialista. Ma forse per un senegalese non è necessario, o forse un senegalese
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pensa che preferiamo la cucina simile alla nostra e quindi una cascata di imitazioni prendono il
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sopravvento </span>
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</p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="tizi">Proprio così, siamo solo noi occidentali con i sensi di colpa che cerchiamo
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costantemente una riprova di autenticità. Non siamo più i capi del mondo. L'implicito è
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egoistico: voglio autenticità per ritrovare quello che vi ho tolto; e allo stesso tempo: mi
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trattate da occidentale ci deve essere qualcosa che mi nascondete. Poi in realtà tutto è perché
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gli occidentali pagano e non vogliono che abbiano problemi di pancia e se ne vadano incavolati e
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addio </span><span class="tizi em">Argent</span><span class="tizi">. Siamo delle Vacche Da
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Mungere di alto rango</span><span class="poni">.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Durante la cena di raccolta fondi a casa di Sofia, qualche settimana prima
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della partenza per Dakar, avevamo provato a fare un piatto senegalese con patate e patate dolci.
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Per quanto non abbia mai assaggiato l'originale, sono certo che il nostro tentativo non ci si
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avvicinasse minimamente.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">La domanda che mi viene spontanea è se fosse ok o no. La risposta che mi
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viene è: fin quando è una ospitalità culinaria, perché no? Alla fine </span><span
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class="poni">Malamine</span><span class="poni"> del campament ci dice che non ci
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preparavano le pietanze che mangiavano loro </span><span class="poni">perché</span><span
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class="poni"> troppo speziate </span><span class="sofia">ma anche perché sapevano dei
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nostri stomaci sensibili ai nuovi batteri, il che portava ad un depennamento automatico di molti
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alimenti.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Da metà avventura abbiamo chiesto le uova a colazione, per frenare un po'
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gli zuccheri delle marmellate e integrare proteine. Dopo anni che non mangiavo un uovo ho
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mangiato con gusto la frittata a colazione, unta e fatta con uova dalle galline con cui
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</span><span class="poni">condividevamo</span><span class="poni"> la sabbia del campement.
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L'allevamento intensivo a Coubanao non esiste, e mi chiedo anche se il ragazzino dello
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</span><span class="poni em">siop</span><span class="poni">, per esempio, possa immaginare quelle
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fabbriche dove gli animali sono trattati come esseri inorganici. Penso che le mie scelte
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alimentari si possano iscrivere in un determinato lasso di tempo e soprattutto di spazio, si
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adattano e cercano di comprendere il momento preciso che si abita.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni"><br></span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 602.67px;"><img
|
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alt="" src="images/image37.jpg"
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style="width: 603.21px; height: 602.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span>
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<span class="poni"><br></span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">E allora quelle uova non mi fanno sentire male e ora, a ripensarci, sì, ho
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mangiato un uovo di una gallina Senegalese, che a me fa un po' senso comunque </span><span
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class="km0"> anche io durante il viaggio mi sono scostato dal passo vegetariano, assaggiando a
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volte il pesce o la carne e pure la scimmia (che sa di vecchio in fila alle poste per ritirare
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la pensione). Come ha scritto sopra Poni molto era dovuto all'ospitalità culinaria, un po' alla
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monotonia degli ingredienti e soprattutto all'ottica di una diversa ecologia del cibo: meno
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Esselunga e più cortile, orto o risaia dell'anno prima. è un po' diverso dal lusso di qua,
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</span><span class="km0">un'essenzialità</span><span class="text km0"> che già implica un certo
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tipo di dieta ok. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="text km0"><br></span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
|
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alt="" src="images/image7.jpg"
|
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style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="poni"></span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 400.00px;"><img
|
|
alt="" src="images/image11.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 400.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Una mattina siamo andati a pescare in piroga </span><span class="sofia">(le
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piroghe di solito si ricavano dai fromager: alberi eleganti con il tronco che pare un
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drappeggio, un insieme di membrane, ricco di insenature e linee curve e ascendenti, radici come
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tentacoli e corteccia di pelle di rinoceronte)</span><span class="poni"> risalendo
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attraverso il groviglio di canali delle risaie fino al fiume Casamance. Erica saltò la gita: in
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lei febbre e malesseri multiformi; la pensavo e pensavo a tutte le sfortune che potevano
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derivare. La classica barzelletta del ragazzo che va in Africa e si becca la malaria: più risate
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che effettive paure - ma avevo la testa in due posti diversi, con lei al campement e con Aliou e
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gli altri 1saltini in piroga.</span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 586.06px; height: 329.48px;"><img
|
|
alt="" src="images/image42.png"
|
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style="width: 586.06px; height: 329.48px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span><span class="poni"></span></p>
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<p class="text"><span class="poni">La luce era fondamentalmente diversa, il sole si propagava differentemente
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con l'afa generata dal fiume e offriva una perenne visione onirica: i ruoli in quel momento
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prendevano una forma narrativa, nell'aria c'era una intesa stile Indiana Jones, come se da un
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momento all'altro potesse succedere qualcosa, ma ognuno continuava a svolgere il proprio compito
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drammaturgico. </span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 526.99px; height: 296.21px;"><img
|
|
alt="" src="images/image24.png"
|
|
style="width: 526.99px; height: 296.21px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Non c'era nessuno a parte pennuti simpatici che si muovono in branco ed
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evidentemente pesci sotto di noi. Percepivo una tensione che mi inventavo. Stavo vivendo un
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momento di finzione che ha raggiunto il climax quando ci siamo fermati allo sbocco del canale
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che finalmente dava al Casamance.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="poni"><br></span></p>
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<p class="text"><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 602.01px; height: 403.46px;"><img
|
|
alt="" src="images/image20.jpg"
|
|
style="width: 602.01px; height: 403.46px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Aliou è un ragazzone che se vuole ti tira una sberla e ti fa fare un doppio
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carpiato in aria, ma lo percepisci dal suo sorriso perenne che non farebbe male nemmeno ad un
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tafano. Ha portato le canne da pesca (bastoni) ma rimane l'incognita delle esche. Quel momento
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era un punto teso tra intrattenimento turistico e la spesa. In ogni caso, non avrei mangiato il
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pesce che avremmo pescato per varie ragioni che sono già emerse. In più l'odore del pesce mi fa
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svenire.
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</span><span class="sofia">Poni ti lamenti sempre bastaaaaaa </span><span class="poni"> Cordialmente,
|
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vaffanculo </span><span class="km0"> </span><span class="sofia"> </span><span
|
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class="km0">Nel cretto della riva ci sono delle buche.</span><span class="poni"> Il
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|
ragazzone si avvicina e carponi comincia a scavarci dentro: sono le tane dei granchi ☞ le
|
|
nostre esche.</span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image56.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
|
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<p class="text"><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 86.99px; height: 81.64px;"><img
|
|
alt="" src="images/image28.png"
|
|
style="width: 86.99px; height: 81.64px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 116.99px; height: 85.41px;"><img
|
|
alt="" src="images/image71.png"
|
|
style="width: 116.99px; height: 85.41px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 105.80px; height: 125.50px;"><img
|
|
alt="" src="images/image65.png"
|
|
style="width: 105.80px; height: 125.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 88.79px; height: 83.24px;"><img
|
|
alt="" src="images/image28.png"
|
|
style="width: 88.79px; height: 83.24px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 170.01px; height: 75.66px;"><img
|
|
alt="" src="images/image70.png"
|
|
style="width: 170.01px; height: 75.66px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
|
|
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<p class="text"><span class="poni">Ne prendiamo tanti, </span><span class="km0">forse tutti</span><span
|
|
class="poni">, palesemente più del dovuto. Finita la prima pratica Aliou prende un sasso e apre
|
|
in due uno di loro così da prendere un pezzo di polpa fresca.</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="poni">Ci prepara le canne (bastoni + filo), ci sediamo sulla barca e lanciamo l'amo
|
|
verso l'acqua: il bottino in totale è n. 3 granchi e n. 2 pesci. </span><span class="km0">La
|
|
pesca miracolosa.</span><span class="poni"> </span><span class="sofia"></span><span
|
|
class="text tizi">Preciso che la pesca povera non è dovuta all'incapacità dei pescatori ma
|
|
all'insieme di un saltini scettici che parlavano a voce alta intorno alla barca facendo scappare
|
|
tutte le prede. </span></p>
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<span class="c44 c25 poni em">Granchi che abboccano grazie a carne di granchio, un loop che mi fa pensare a
|
|
quanto la natura sia grottesca.</span></p>
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|
<p class="text c11"><span class="c44 c25 poni em"></span></p>
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
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alt="" src="images/image78.png"
|
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style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span></p>
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<p class="text"><span class="poni"><br></span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 493.01px; height: 493.01px;"><img
|
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alt="" src="images/image38.jpg"
|
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style="width: 493.01px; height: 493.01px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="poni"><br></span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Torniamo con la melma paludosa sulle gambe e </span><span class="sofia">sulle
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braccia come quando i veterinari fanno nascere i vitel e devono tirarli fuori dalla mucca con le
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loro </span><span class="c42 c48"><a class="c37"
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href="https://www.google.com/url?q=https://www.youtube.com/watch?v%3DbY78Pwx_hBo&sa=D&source=editors&ust=1664235309720963&usg=AOvVaw3kz3kF6LQfR85BYG7DhLlH">mani</a></span><span
|
|
class="sofia">, </span><span class="sofia">agguantandoli</span><span class="sofia"> con
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|
fermezza dalle zampe, </span><span class="km0">e su tutto il resto del corpo perché sono 1
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cretino che si diverte nella </span><span class="km0">palcia</span><span
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class="poni">,</span><span class="poni"> facciamo un tratto sulla strada che porta dalla
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risaia al campement e dei ragazzi ci guardano. Non so decodificare quegli sguardi. A cena gli
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1saltini mangiano polpette fatte da quel bottino, io sto sulle patatine molli + cipolle. A Pavia
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non andrei a pescare mai e poi mai. Quella avventura è stata solo un'avventura perché eravamo
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dei turisti o stavamo partecipando all'ecosistema di Koubanao?</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Queste complesse dinamiche sono una </span><span
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class="poni">ipercipolla</span><span class="poni">, a strati non solo concentrici ma allo stesso
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tempo perpendicolari e incastrati. Pesta la </span><span class="poni">ipercipolla</span><span
|
|
class="poni"> al mortaio e vedrai queste molteplici realtà che coabitano questo ecosistema
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. </span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Cuoci il composto e grosse fatigue.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Come già detto ero già stato a Coubanao, ma la mia indole da artista
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entusiasta fece calare una patina magica su qualsiasi cosa avessi vissuto due anni prima non
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rendendomi conto di tante dinamiche o, se non altro, </span><span
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class="poni">vedendole</span><span class="poni"> in modo differente.Sempre per mia
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indole non riesco a vivere un viaggio come </span><span class="poni em">semplice
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turista</span><span class="poni">. In genere il</span><span> </span><span
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class="km0"></span><span class="km0 em">turista sporca, l'ospite lascia un segno</span><span>,
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</span><span class="poni"> e lasciare un segno è una fissazione che per noi ora é una priorità. Non
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volendo essere un semplice turista non vorrei nemmeno </span><span class="poni em">risultare
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</span><span class="poni">un</span><span class="poni em"> s</span><span class="poni">emplice
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turista</span><span class="poni em">:</span><span class="poni"> ricordo con amarezza
|
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quando, a Coubanao, non ci proponevano le prelibatezze senegalesi DOC. Non volevamo farci
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portare il tè al tavolo dentro la sala comune del campement: volevamo </span><span
|
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class="poni">berlo</span><span class="poni"> con tutti sotto l'albero di manghi. Poi
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|
fortuna che ce lo portavano ugualmente, perché stavamo ore attorno a quel tavolo a </span><span
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class="poni">strizzarci</span><span class="poni"> le meningi sul da farsi del giorno dopo.
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Eravamo turisti alla fin fine?</span></p>
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<p class="text"><span class="km0"></span><span class="km0 em">Vivere di turismo. fotorealistico ma imbalsamato:
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il turista non deve congelare il </span><span class="poni">villaggio </span><span
|
|
class="km0 em">nella sua immagine. L'ospite e l'abitante sono concentrati di vita </span><span
|
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class="km0 em">che</span><span class="km0 em"> generano vita che genera realtà. Dal turista
|
|
nemico all'ospite alleato.</span><span class="c4"> </span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> Eravamo ospiti?</span><span class="text c74"> </span></p>
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<h3 class="poni3 c57" id="h.6kwffydhi1vv"><span>Il bue e il bambinello</span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image54.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></h3>
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<p class="text"><span class="km0 text">è successa una disgrazia gli ultimi giorni che eravamo a Koubanao. Un
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ragazzo del villaggio ha perso la vita in un incidente stradale. Il lutto lì è una condizione
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condivisa e partecipata tra tutti. Potrebbe essere facile ricondurre la cosa alle modeste
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dimensioni del villaggio, ma sarebbe riduttivo e superficiale. Questa dimensione collettiva
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della morte forse è il naturale riflesso di una dimensione collettiva anche della vita: una vita
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di cortile e di strada, una vita di tappeto, di risaia e di albero, di campo da basket o di tè e
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basta. </span></p>
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<p class="text"><span class="km0">A questa collettività ha partecipato anche </span><span class="km0 em">un *
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salta</span><span class="km0">: la performance che avevamo organizzato per concludere il viaggio
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non sembrava più tanto appropriata in luce alla tragedia. I nostri amici del campement ci hanno
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consigliato di far visita alla famiglia del ragazzo, sia per essere vicini alle persone di
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Coubanao sia per sondare l'aria e capire con rispetto come era opportuno comportarsi.</span></p>
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<p class="text km0">Erano i nostri ultimi due giorni e tutto quanto il meccanismo della fine si era attivato. In
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quei momento stavo sviluppando le patch e il sito per far funzionare la performance. Per finire in tempo
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sono stato l'unico a non andare al funerale e son rimasto un po' solo nel campement tutta la mattina di
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sabato nel clima e nella luce dei giorni dell'after. Ho parlato con la mamma al telefono per dire che
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tornavamo e ho finito il sito. Poi sono stato seduto sul letto a disegnare.</span></p>
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<p class="text km0">Si sentiva un muggire che era sempre più insistente, sempre più forte e sempre più vicino.
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Era un muggire spazientito e pieno di sbuffi o sospiri. La cosa non era tanto strana in realtà perché
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parte integrante del villaggio di Coubanao era la sua fauna da cortile, con come cortile il villaggio.
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Per cui poie e faraone grasse e caprette nane e mucche col septum e maiali pelosi scorrazzavano per le
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|
strade e per le abitazioni senza troppe cerimonie. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="km0">Poi nel cortile del campement rotola e corre un toro che urla e capisco che a
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muggire era lui e dietro perché è scappato lo insegue un bimbo che arriva dopo ma si sente prima
|
|
perché urla e frusta il bastone che ha in mano e quel pezzo di corda che l'animale ha
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|
sapientemente snodato oppure solo per fortuna ha sciolto in un momento distratto mentre tutti
|
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erano al funerale o mentre tutti non lo guardavano. Tirano un sacco di polvere dalla sabbia e li
|
|
guardo passare e resto con loro i tre secondi che ci mettono a tagliare da una parte all'altra,
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|
poi il climax finisce e tutta la stanchezza vietata risale per cui non faccio più niente e
|
|
aspetto che tornino i miei amici.</span></p>
|
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<p class="text c11"><span class="text c74"></span></p>
|
|
<h3 class="poni3 c57" id="h.4okr04syjnh0"><span class="c44 c53">Corsette</span></h3>
|
|
<p class="text"><span class="km0"></span><span class="km0">Tiziano Pastor, Federico Poni ed io facevamo ogni
|
|
tanto le corsette che </span><span class="km0">consistevano</span><span
|
|
class="km0"> nell'andare dal campement (inizio del villaggio) alla scuola
|
|
(½</span><span class="km0"> </span><span class="km0">del villaggio) e poi tornar
|
|
indrio. Oppure dal campement verso la parte opposta, a ritroso verso Ziguinchor (sempre per poco
|
|
perché siamo dei veci) 1 volta abbiamo provato a fare il villaggio dall'inizio alla fine e
|
|
ritorno ma siamo scoppiati. Che molli. Però la corsetta è bella. Gli africani </span><span
|
|
class="km0">sorridevano</span><span class="text km0"> sornioni perché siamo fragili.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text km0 c27"></span></p><a
|
|
id="t.05e203eponi77410372482440debdea7ekm03a6c5bb"></a><a id="t.0"></a>
|
|
<table class="c36">
|
|
<tr class="c106">
|
|
<td class="c59" colspan="1" rowspan="1">
|
|
<p class="text"><span class="text c50">corsetta modalità lunga (andata e
|
|
ritorno)</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c50"> </span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c4 c27">campemantscuola zona est </span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text km0 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 587.00px; height: 126.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image4.png"
|
|
style="width: 587.00px; height: 126.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
|
|
<p class="text"><span>scala: </span><span class="c42">| 100m
|
|
|</span><span> durata: 20'</span></p>
|
|
</td>
|
|
</tr>
|
|
</table>
|
|
<p class="text c11"><span class="text km0 c27"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c4 c27"></span></p><a id="t.853d78425da4bff583bd080de5199df65e239000"></a><a
|
|
id="t.1"></a>
|
|
<table class="c83">
|
|
<tr class="c106">
|
|
<td class="c110" colspan="1" rowspan="1">
|
|
<p class="text"><span class="c50">corsetta verso </span><span class="c40 c50">Finntiok
|
|
</span><span class="text c50">(andata e ritorno)</span></p>
|
|
<p class="text c85"><span class="c27">risaiecampemant</span> </p>
|
|
<p class="text"><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 532.50px; height: 337.41px;"><img
|
|
alt="" src="images/image72.png"
|
|
style="width: 532.50px; height: 337.41px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c4 c27"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c27">finttiok</span> </p>
|
|
<p class="text"><span>scala: </span><span class="c42">| 100m
|
|
|</span><span> durata: 15'</span></p>
|
|
</td>
|
|
</tr>
|
|
</table>
|
|
<p class="text"><span class="gambas"> </span></p>
|
|
<p class="text c11 poni6"><span class="c4 c24"></span></p>
|
|
<p class="text c11 poni6"><span class="c4 c24"></span></p>
|
|
<p class="text c11 poni6"><span class="c4 c24"></span></p>
|
|
<p class="text c11 poni6"><span class="c4 c24"></span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="c4 c24"></span></p>
|
|
<p class="c2 c57 c11 poni8"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<p class="c2 c57 poni8 c11"><span class="c44 km0 c54 c33"></span></p>
|
|
<hr style="page-break-before:always;display:none;">
|
|
|
|
<h1 class="c70 c57" id="h.n7pqhaz0ciof"><span class="c22">4. Progetto perforgance ledioni</span></h1>
|
|
<h2 class="c43" id="h.61i1bk9djiso"><span class="c10">A Scuola</span></h2>
|
|
<h3 class="poni3 c57" id="h.mp1bthluoi7j"><span>Conti senza l'oste<br></span><span class="poni"><br></span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image44.jpg"
|
|
style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span><span class="poni"><br></span></h3>
|
|
<p class="text"><span class="poni"> Per allontanarci dalla forma standard del turista abbiamo cercato di
|
|
sviluppare un modo di visitare attivo e inerente al nostro progetto, un po' come quando a casa
|
|
dei suoceri aiuti a sistemare la tavola. L'idea iniziale era quella di realizzare un
|
|
documentario: ci eravamo proposti </span><span class="poni em">un viaggio di scoperta verso la
|
|
fisicità di internet, per trovare le sue origini, capire il suo funzionamento, </span><span
|
|
class="poni">e indagare come questo strumento globale potesse manifestarsi in diverse forme a
|
|
livello locale.</span></p>
|
|
|
|
<p class="text km0">La modalità scelta per lo sviluppo del progetto aveva in sé la ricerca di un contatto privo
|
|
di gerarchie o ruoli predefiniti. Noi collettivo saremmo stati esclusivamente dei facilitatori del
|
|
progetto, il quale, una volta iniziato, avrebbe preso vita autonomamente con il coinvolgimento attivo
|
|
dei partecipanti. </span></p>
|
|
<p class="text km0"><br>Il nostro intento primario, infatti, era quello di catturare impressioni e azioni il più
|
|
possibile prive da condizionamenti esterni e, da esse, far scaturire una relazione virtuosa tra noi, i
|
|
ragazzi senegalesi e il progetto, che era la materia viva di congiunzione dei nostri mondi.</span></p>
|
|
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Proprio per questo i laboratori si muovevano su un piano per la maggior parte
|
|
ludico e creativo: </span><span class="tizi">osservarci</span><span class="tizi">, osservare e
|
|
creare insieme da pari, noi e loro abitanti dello stesso </span><span class="tizi em">planetary
|
|
village</span><span class="text tizi">.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text tizi">Questo presupposto che in linea puramente teorica suona bene, risentiva
|
|
però di una debolezza pratica: forse prodotto di una buona fede ingenua, speranzosa di evitare
|
|
qualunque possibile errore di interpretazione che avrebbe fatto di noi i colonizzatori
|
|
occidentali, artisti in cerca di conferme in luoghi sconosciuti quindi privi di giudizio.</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text tizi">Ciò che non avevamo considerato, infatti, era la realtà a cui saremmo
|
|
andati incontro: l'errore è stato quello di non aver compreso fin da subito l'enorme diversità
|
|
che separa i nostri mondi. Avevamo una proiezione virtuale di come sarebbe stata la relazione
|
|
con loro, basata su qualche ricordo di Poni e qualche suggerimento da parte del Comitato Pavia
|
|
Asti Senegal, ma poco più. Quindi senza girarci tanto attorno avevamo fatto i conti senza l'oste
|
|
e questo detto è quanto mai pertinente considerando quelle che sono state le dinamiche che ci
|
|
hanno portato al risultato finale. </span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<span class="sofia">In realtà non è che avessimo fatto i conti senza l'oste, abbiamo sempre detto che ci saremmo
|
|
schiariti le idee solo una volta arrivati sul posto e abbiamo discusso a lungo sul trovare un'idea forte
|
|
che fosse poi adattabile alla situazione che ci sarebbe stata lì. Solo che immaginare il diverso non è
|
|
semplice ed effettivamente non ne siamo stati in grado, lo shock e la distanza si sono rivelati molto
|
|
più potenti del previsto.</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
|
|
<p class="c57 c75 c81 title" id="h.gwx2y4rqpfdz"><span class="gambas c25"> </span><span class="gambas c25">Se
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|
c'è una caratteristica di un * salta che emerge di continuo nelle nostre narrazioni è
|
|
sicuramente la capacità di essere malleabili e quindi di adattarsi agli imprevisti, alle
|
|
differenti condizioni e agli inquilini dei contesti che affrontiamo. Mi piace rispondere a chi
|
|
chiede del collettivo che facciamo cose con le persone, e questo suscita una lista infinita di
|
|
curiosità che mi offre spazio di azione-logorroica-campari-fuelled.</span></p>
|
|
<p class="text c11 poni6"><span class="c4"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="km0">Non so se è una cosa comune, ma quando ci siamo avvicinati all'idea di
|
|
documentario una delle fissazioni era: come possiamo riportare una realtà senza modificarla?
|
|
Come possiamo essere autori invisibili che non interferiscano con ciò che stiamo presentando?
|
|
</span><span class="km0">Anche con il progetto per Coubanao, all'inizio, sentivo molto nel gruppo questa
|
|
necessità: quella di arrivare in un luogo come i RIS, bardati in tuta bianca immacolata per non
|
|
contaminare le prove. Penso che questo chiodo derivasse dalla paura che si infiltrasse nel
|
|
lavoro una forma di colonialismo culturale.</span><span class="km0"> A Coubanao abbiamo
|
|
realizzato che effettivamente non esiste un punto esterno e privilegiato da cui guardare il
|
|
mondo. Essendo per forza invischiati su più livelli e profondità con tutte le catene di causa ed
|
|
effetto diventa ingenuo provare a </span><span class="km0">tagliarsene</span><span
|
|
class="text km0"> fuori.</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text c87"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="text tizi">Una volta presentato il progetto al direttivo composto da preside,
|
|
vicepreside, qualche insegnante e anziani del villaggio, ma soprattutto una volta presentato e
|
|
esposto il programma agli studenti, ci è stato chiaro che avremmo dovuto stravolgere tutto.
|
|
</span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Dal momento che abbiamo messo piede a Koubanao si era creata questa sorta di
|
|
aspettativa vibrante. Sembrava che gli abitanti del villaggio si aspettassero da noi qualcosa,
|
|
come se il nostro arrivo avesse definito un cambiamento in meglio per le loro vite e per lo
|
|
sviluppo della loro comunità.</span><span class="text tizi"> Fondamentalmente, e ben presto
|
|
lo capimmo, ci consideravano alla stregua di una associazione di beneficenza, come medici che
|
|
somministrano vaccini, come ONG che costruiscono infrastrutture. Ecco, noi avremmo portato
|
|
Internet nel villaggio e nel liceo, noi gli avremmo insegnato e li avremmo dotati della
|
|
strumentazione necessaria.</span></p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Cercammo comunque di sottoporre le linee generali del nostro progetto.
|
|
</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Ricordo, chiusi nella stanza del preside, che un professore al nostro dire di
|
|
voler mettere in discussione la forma di internet per ricavarne qualcosa di artistico,
|
|
sbottó: "Come si può ottenere qualcosa di artistico da uno schermo e un computer?"</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="tizi">Si capisce l'impossibilità di unire due cose percepite in modo totalmente
|
|
diverso: internet e arte insieme sono proiezioni virtuali del </span><span
|
|
class="tizi em">lulum,</span><span class="tizi"> uomo bianco; a noi, abitanti di Coubanao,
|
|
"Insegnateci a fare siti con cui poter vendere il nostro riso e le nostre arachidi, dateci
|
|
l'indipendenza economica poi si potrà parlare di arte + internet". Questo ci è stato chiesto
|
|
durante la presentazione del lavoro.</span><span
|
|
style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
|
|
alt="" src="images/image45.png"
|
|
style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span><span class="tizi"></span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 338.67px;"><img
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alt="" src="images/image60.png"
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style="width: 603.21px; height: 338.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> Presentazione svolta con interventi in inglese tradotti a una classe
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formata da alunni selezionati prima del nostro arrivo: data la generalità e il grado di
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astrazione con cui avevamo proposto via mail il progetto non riesco ad immaginare con che
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criteri siano stati scelti i partecipanti alla presentazione, e nemmeno con quali poi, per
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necessità logistico-infrastrutturali, alcuni siano stati esclusi. </span><span
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class="km0"></span><span class="gambas"> </span><span class="text km0">Secondo me hanno
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preso i più promettenti dalle classi più grandi. </span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> Di sicuro però questo primo contatto ha cambiato totalmente l'andamento
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del progetto: infatti le principali domande dei professori, in aperto conflitto con la natura
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inizialmente astratta e speculativa della nostra proposta, </span><span
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class="gambas">riflettevano</span><span class="text gambas"> quelle necessità puramente
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pratiche che il villaggio aveva e che non avevamo previsto di dover soddisfare. In questa
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occasione ci è stato chiesto di aiutare a dare gli strumenti per costruire una pagina online del
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liceo, cosa che allora ci pareva al di fuori dei nostri obiettivi di ricerca, e che più avanti
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si sarebbe rivelata ostica anche per le infrastrutture disponibili.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">Le domande dei ragazzi invece vertevano piuttosto sulla natura delle nostre
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lezioni, e sulla natura del nostro modo di insegnare, riguardo al contenuto almeno in questa
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fase sembravano piuttosto imparziali. </span><span class="km0"></span><span class="km0">Mi
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ricordo Amina, forse? </span><span class="gambas"> Ricordavo fosse stata Khadij, mi riferivo
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proprio a quell'episodio</span><span class="km0">, che chiese: </span><span class="km0 em">ma se
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ci fosse qualcuno che non capirà, siete disposti a ripetere?</span><span
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class="km0"> Questa cosa mi aveva colpito e incuriosito sulle modalità cui sono abituati a
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lezione. </span><span class="gambas"> </span><span class="text gambas">La cosa chiara era che
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sarebbe stato molto difficile introdurre, nel corso del progetto, un discorso così astratto come
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ce lo eravamo prefigurato. Nel tempo, si sarebbero fatte sempre più chiare le forti differenze
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di utilizzo di internet e le necessità pratiche primarie, che i docenti avevano così caldamente
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evidenziato in questo primo incontro. Il nostro approccio si è quindi adattato alla situazione,
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non abbandonando le speculazioni teoriche, che più avanti si sarebbero rivelate percorribili
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anche nella pratica.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Ricordo l'atmosfera all'interno della stanza con tutti gli studenti,
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quel silenzio colmo di aspettative e Sofia che cercava di spiegare il progetto, le facce
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sorridenti dei ragazzi della serie "ci state simpatici ma cosa state dicendo?". Un gesso sulla
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lavagna che stride, fino al momento in cui un ragazzo più cresciuto degli altri alza la mano si
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presenta e dice "ho sentito che tra di voi ci sono dei musicisti e io sono il rapper di
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Coubanao, quando volete suoniamo un po". Frase, questa, che detta in quel momento in quel modo
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ha distrutto le mie aspettative sul progetto da un lato ma che al tempo stesso mi ha dato la
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forza della rassegnazione, "ormai siamo qui cerchiamo di fare il meglio che possiamo".
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Epifania rassegnata che ci ha convinti a dargliela vinta momentaneamente. Da quel giorno sarebbe
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stato adattamento alle loro necessità, senza però escludere il nostro messaggio: fortunatamente
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abbiamo imparato in fretta.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> Alla ricerca di una via terza che ci potesse permettere di </span><span
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class="gambas em">indagare facendo</span><span class="gambas"> abbiamo quindi affiancato a
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momenti di libero dialogo, supportati dall'utilizzo creativo dei proiettori e del materiale tipo
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rotoli di carta e pennarelli recuperati tra Dakar </span><span class="km0">e
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Zuiginchor</span><span class="text gambas">, momenti laboratoriali in cui introducendo le basi
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del linguaggio HTML. Le lezioni svolte infatti potevano dirsi di tipo tradizionale o frontale. I
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contenuti proposti però non erano scelti per il solo scopo di trasmettere nozioni (es: sui cavi
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sottomarini dell'infrastruttura di internet) quanto per portare a galla l'immaginario di questi
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ragazzi riguardo l'argomento e se possibile stimolare un qual certo interesse nell'infinito
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ventaglio di possibilità che il mezzo offre. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Questa operazione ci ha dato il modo di studiare i nostri interlocutori
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e mano a mano adattare le tematiche, discussioni e attività come oculisti che cercano nuova
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gradazione di miopia, astigmatismo con quegli occhiali steampunk nei quali puoi inserire le
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varie lenti e regolarle.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> Se il lato teorico </span><span class="km0">tecnico </span><span
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class="text gambas">programmatico del nuovo indirizzo sembrava essersi ben adattato ai nostri
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obiettivi e alle richieste espresse, la realizzazione pratica avrebbe trovato alcuni impedimenti
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lungo la strada. A uno sguardo superficiale l'aula di informatica poteva sembrare ben dotata
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(considerata la parte di mondo dove ci trovavamo), ma durante un'ispezione approfondita il
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giorno prima dell'inizio dei laboratori ci è voluto poco per capire che non solo gran parte dei
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computer non funzionavano, ma che anche per quelli funzionanti sarebbe stato impossibile avere
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una connessione a internet. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni"> Significativa la performance di Paco Dieme, insegnante di informatica della
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scuola, che apre un computer, estrae le due barre di RAM e comincia ad sfregarle tra loro per
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far volare via i granelli di polvere; un gesto guerrigliero, un generale che dà del filo da
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torcere al nemico che invade la sua terra, il macellaio che affila i suoi strumenti di lavoro
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per offrire al cliente il miglior taglio sbalordendo sé stesso: rimette la RAM al suo posto e il
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computer si accende. Paco 1 - sabbia 0.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">La performance di Paco con le RAM dei computer era pietosa e tragicomica ma
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come si poteva evitare? A stento solo l'ambulatorio di Koubanao aveva i vetri alle finestre.
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<br>La sua è una soluzione pragmatica a un problema sia tecnico sia culturale.</span></p>
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<span class="sofia">Nei villaggi in Senegal nessuno ha i vetri alle finestre, sostituiti da persiane e scuri in
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legno o metallo, e così è anche nell'aula di informatica del liceo. Il problema è che la tecnologia ha
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delle necessità specifiche diverse dalle nostre: noi ci possiamo facilmente adattare alla sabbia e alla
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polvere che durante la stagione secca ricoprono ogni cosa, i computer invece smettono di funzionare.
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Purtroppo installare delle finestre con i vetri è troppo costoso, quindi metà di tutto quel materiale
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donato risulta spesso inutilizzabile perché, siamo punto e a capo, mancano i mezzi economici per
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mantenerlo.
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</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> Dai file presenti poi nei computer ci siamo resi conto dell'effettivo
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utilizzo che ne si faceva a lezione con Paco: suite di Office come unico macro argomento, un
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utilizzo basico e in generale poco frequente. </span><span class="poni"> La lavagna, ogni volta
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che tornavamo, pareva un piano tattico dell'intelligence senegalese, ma in realtà erano
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spiegazioni del sistema binario.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> Questi dati sono fondamentali se si vuole capire la virata del progetto:
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si poteva speculare da casa anche all'infinito ma, senza conoscere il reale rapporto di questi
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ragazzi con i computer e più in generale con internet, non si sarebbe mai arrivati ad un
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progetto definito.</span></p>
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<p class="text"><span class="text gambas">Rapporto che, a posteriori, mi spiego confrontandolo con quello che le
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diverse generazioni hanno da noi con il fax: per la mia generazione il fax è un aggeggio
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vetusto, inutile e rumoroso, ed io in primis non avrei manualità con tale hardware. Mentre ne ho
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chiaramente con l'utilizzo delle email. Per qualcuno di più vecchio invece il fax può essere
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stato una componente hardware fondamentale, con cui ha lavorato tutti i giorni, e a cui si è
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affiancato il metodo email con il tempo. A Coubanao si avvertiva lo stesso scenario, con la
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differenza nel fatto che l'hardware in questione era il computer, soppiantato — non
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affiancato, per ragioni economiche e non del tutto di avanzamento tecnologico, dallo smartphone.
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</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas em">"Nearly three quarters of the world will use just their smartphones to
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access the internet by 2025" </span><sup class="gambas em"><a href="#ftnt13"
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id="ftnt_ref13">[13]</a></sup></p>
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<p class="text"><span class="gambas">La domanda allora diventa: come si accede a internet attraverso lo
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smartphone? La mia risposta di occidentale che considera lo smartphone una escrescenza del
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computer è: vi si accede in modo limitato. </span><span class="text km0">Forse limitato dal
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punto di vista della nostra generazione, che ha vissuto a cavallo tra il diffondersi dei PC e
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quello degli smartphone. Credo che i giovani d'oggi non percepiscano lo smartphone come qualcosa
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di limitato rispetto al computer, vuoi per la nostra incredibile capacità di adattarci alle cose
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nuove che creiamo, vuoi per la progressiva implementazione di funzionalitá di ogni tipo
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anche sui dispositivi mobile. </span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> I ragazzi non avevano minimamente l'abitudine di utilizzare le tastiere
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dei pc presenti in classe, e questo più avanti ci ha fatti incappare nel problema dei caratteri
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accentati, che né noi né gli alunni del liceo sapevamo trovare nelle tastiere francesi. Ciò che
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mi lasciava stranito era come tutti i ragazzi avessero uno smartphone con tastiera touch ma non
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sapessero quasi scrivere, e non avessero nessuna manualità, con una tastiera fisica. Considerare
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una l'evoluzione dell'altra mi era sempre sembrato talmente scontato da non poter essere messo
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in dubbio. In queste prime fasi continuavo perciò a ripetermi che era come se si fosse saltato
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un tassello nell'</span><span class="gambas em">evoluzione</span><span
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class="text gambas"> (almeno per quanto riguardava hardware e consuetudini di
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utilizzo) della faccenda internet, non accorgendomi però che la ragione di tale salto non era
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legata solo a fattori temporali o tecnici, come nel caso del fax, ma anche dettata dalle
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possibilità economiche. </span></p>
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<h3 class="poni3 c57" id="h.lkosx9izdqsx"><span class="c44 c53">Prime Lezioni </span></h3>
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<p class="text c11"><span class="c34 gambas c25"></span></p>
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<p class="text"><span class="text gambas"> Dopo tutti i preparativi era, per davvero, giunto il momento della
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prima lezione. Nel frenetico riordinare i pensieri e i materiali, dovuto al già citato
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cambiamento di rotta che il progetto aveva subito, una costante era rimasta: le lezioni frontali
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non ci piacevano.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="gambas">Ricordo molto bene i preparativi pratici per il primo incontro con i
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ragazzi: cercavamo in tutti i modi di remixare al meglio il nostro equipaggiamento (mentale e
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tecnologico) assieme a quello del liceo. Anche la disposizione dei banchi ci sembrava un
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elemento da tenere in considerazione: la classe di informatica infatti era organizzata a file di
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due, ciascuna postazione con n. 2 computer e </span><span class="gambas em">n. ose</span><span
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class="text gambas"> sedie per ovviare alla differenza tra il numero di macchine e
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|
alunni.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">Il </span><span class="gambas em">fēng shuǐ</span><span
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class="gambas"> dell'aula non era in linea con la nostra idea: sia per i contenuti da
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trasmettere, sia per le attività che che ci immaginavamo con gli studenti. Abbiamo quindi
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ribaltato la stanza, creando un'isola al centro attorno alla quale i ragazzi si sarebbero
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seduti, oppure anche no. Sul momento ci è sembrata una gran cosa anche usare uno dei nostri
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proiettori portatili per creare una specie di </span><span class="gambas em">collegamento
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ipertestuale da tavolo</span><span class="text gambas">. </span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">Questo è stato faticosamente fissato a uno dei travetti di metallo che
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</span><span class="gambas">attraversavano</span><span class="gambas"> la stanza, puntando verso i
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tavoli che </span><span class="gambas">avevamo</span><span class="gambas"> foderato con
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grandi fogli di carta e fornito di numerosi pennarelli colorati. Il gioco era semplice: i tavoli
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al centro permettevano a tutti di scrivere e contribuire, mentre </span><span
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|
class="text gambas">il proiettore era un modo per proporre contenuti multimediali e coprire
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eventuali nostre mancanze in fatto di oratoria. La prima lezione era volta a rompere il
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ghiaccio: più coinvolgimento avrebbe significato più materiale da cui partire per avviare un
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percorso. </span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">La nostra previsione era quella di un gigantesco </span><span
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class="gambas em">brainstorming </span><span class="text gambas">e ci sembrava la strada più
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percorribile per avere feedback veloci dai ragazzi. Il processo è stato molto più faticoso del
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previsto, vuoi per la lingua, vuoi per le aspettative che ci portavamo da casa. Cercavamo di
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capire cosa pensava un senegalese di internet, cosa se ne faceva, come vi accedeva, dove si
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faceva dirigere, quali erano le sue abitudini, quali derivate dalla scuola e quali no. Per
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compiere un'indagine di questo tipo abbiamo dovuto metterci in gioco in prima persona, fornendo
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alcuni spunti di discussione. Questi non potevano che passare per esempi del nostro utilizzo di
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internet, che non sempre avevano un effettivo riscontro sull'esperienza dei ragazzi. </span></p>
|
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<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 601.70px; height: 401.33px;"><img
|
|
alt="" src="images/image66.jpg"
|
|
style="width: 601.70px; height: 401.33px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
|
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<p class="text"><span class="text gambas">Inizialmente gran parte dei componenti di un * salta era riluttante a
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proporre lezioni frontali con lo scopo di insegnare basi di linguaggio per pagine web, anche
|
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perché buona parte dei componenti, tra cui me, non aveva un ventaglio di competenze tali da
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insegnare quanto appena descritto. Come però più volte emerso nel corso di questo testo un *
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salta è una creatura in divenire, capace anche di imparare insegnando. </span></p>
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<p class="text"><span class="text gambas">Ecco che allora queste lezioni sono state prese e organizzate come
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frontali, ideando un programma e sviluppandolo giorno per giorno. Il macro argomento da trattare
|
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era "come si crea un sito web?": l'insegnamento di un tale argomento avrebbe potuto perdersi nel
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teorico e non far mai arrivare i ragazzi a un anche minimo risultato. Quindi si è deciso per un
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approccio pratico con obiettivo una pagina di presentazione personale scritta in HTML, nel modo
|
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più semplice possibile. <br>Il tutto tenendo conto di quello che ogni lezione faceva emergere,
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cercando sempre di amalgamare discussioni astratte che nascondevano quell'intento indagativo
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volto a capirci noi qualcosa della situazione internet tra i nostri studenti. </span></p>
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<h3 class="poni3 c57" id="h.9yloa32ex5hj"><span class="c44 c53">Dal Bot alla Performance </span></h3>
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<p class="text"><span class="gambas"> </span><span class="gambas">L'idea del vocabolario</span><span
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class="gambas"> djola</span><span class="gambas">/francese è nata così… in uno di
|
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quei pomeriggi passati al campement a mettere su una lezione che potesse far imparare qualcosa
|
|
soprattutto a noi che ci eravamo </span><span class="km0">trovati/</span><span
|
|
class="gambas">posti come insegnanti. Uno di quei pomeriggi "lungo la strada" (cioè sul campo,
|
|
dentro l'azione!) ci si domandava che cosa di peculiare risultasse dalla nostra analisi?
|
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<br>Un'analisi ancora in corso sull'accoglienza e le abitudini dei ragazzi con cui ormai
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</span><span class="gambas">cominciavamo</span><span class="text gambas"> ad aver intrecciato un
|
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rapporto. </span></p>
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<p class="text"><span class="text gambas">E cosa di più spettacolare poteva attirare la nostra attenzione se non
|
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la strabiliantemente enorme famiglia delle lingue djola?</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">La cosa che avverti quasi subito anche a Coubano è quella caratteristica di
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alcune famiglie linguistiche che in determinate condizioni le porta e configurarsi come
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</span><span class="c42 c48 c71 c24 c40"><a class="c37"
|
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href="https://www.google.com/url?q=https://en.wikipedia.org/wiki/Dialect_continuum&sa=D&source=editors&ust=1664235309734251&usg=AOvVaw3nUaQCRGYg71MzcXmLCYPA">dialect
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continuum</a></span><span class="text gambas">, te ne accorgi, per dirlo in maniera
|
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semplicistica, perché se chiedi di tradurre una parola due volte può essere che tu ottenga due
|
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risultati leggermente differenti. E in molti casi non c'è neanche da chiedere: la lingua, o
|
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anzi, il continuo giostrarsi fra più lingue è la peculiarità che ti investe prima di tutte le
|
|
altre in Senegal. è una cosa che non puoi fare a meno di notare e che i senegalesi evidentemente
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non vogliono passi in secondo piano. </span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">Ho avuto discorsi, vuoi anche per la mia completa ignoranza in fatto di
|
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francese, costituiti fondamentalmente solo su traduzioni: dall'inglese al francese, da una
|
|
lingua all'altra, da quello che riuscivo a capire alle tre versioni che un senegalese poteva
|
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</span><span class="gambas">riportarmi</span><span class="gambas">. Da tutto ciò l'esigenza di un
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riscontro utilizzando un mezzo ad-hoc: </span><span class="c9">un vocabolario può coinvolgerti
|
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nella sua realizzazione?</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">L'idea è stata quella di sviluppare un bot di Telegram che salvasse certi
|
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tipi di messaggio in un foglio di calcolo. In questo modo si poteva sfruttare parallelamente
|
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l'esuberante abitudine (consuetudine forse rende meglio) dei ragazzi senegalesi di tradurre
|
|
qualsiasi cosa, insieme all'utilizzo principale che fanno dello smartphone: le chat. Il bot
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|
</span><span class="gambas">funzionava</span><span class="text gambas"> con questa sintassi:</span>
|
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</p>
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<p class="text"><span class="c96 gambas c25 c54">/web <parola o frase in djola> : <parola o frase
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tradotta></span></p>
|
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<p class="text"><span class="text gambas">ai nostri studenti bastava inviare in chat questo "codice" per vedere
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la propria traduzione apparire sulla proiezione alla lavagna e anche se inizialmente è stata una
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metodologia decisamente complessa da spiegare una volta che la macchina è partita abbiamo visto
|
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scatenarsi un turbinio di traduzioni. Ci bastava triggerare la classe con una parola che subito
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si apriva la strada per tutti i vocaboli o i modi di dire traducibili che i ragazzi avevano in
|
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mente. La cosa davvero divertente erano le discussioni che imperversavano nei banchi da due o
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tre ragazzi sul giusto modo di scrivere una parola piuttosto che un'altra. </span></p>
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<p class="text"><span class="text tizi">Questa idea del vocabolario è nata non solo per una constatazione
|
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pratica della natura variegata del Senegal in termine di dialetti ed etnie, il linguaggio della
|
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propria tribù è riscatto individuale e identitario. Ma non solo questo, nell'avvenimento
|
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presente, diventava il mezzo più diretto di comunicazione tra loro e noi. In un certo senso
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nasceva dall'esigenza di tutti di comprendersi: la sola che parlava francese era Sofia e noi
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tutti volevamo avere il mezzo per comunicare. Anche se la traduzione avveniva dal francese al
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Djola sicuramente è più facile interfacciarsi con una parola singola o espressione breve
|
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piuttosto che con un discorso intero; e cosa fai quando non conosci una parola: vai a consultare
|
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un vocabolario.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="text tizi"></span></p>
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<p class="text"><span class="km0"></span><span class="km0">i ragazzi del liceo non avevano bene in chiaro il
|
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concetto di codice e programmazione. Mi viene da dirlo perché abbiamo fatto molta più fatica di
|
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quanto credessimo all'inizio sia per spiegare le super basi dell'HTML come ci avevano chiesto,
|
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sia soprattutto per ingranare con l'utilizzo della chat di Telegram. Il bot aveva una singola
|
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funzione: prendere una parola in djola e la sua traduzione in francese. Per attivarlo era
|
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sufficiente un semplice comando: che era corto, era riconoscibile, era facile e accessibile a
|
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tutti e aveva una sintassi a nostro avviso super chiara e lineare. Oi - fino alla sera della
|
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performance e finanche quando poi siamo tornati non c'è stato verso: ancora qualcuno scriveva
|
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solo le traduzioni, qualcuno solo il comando per attivare il bot, qualcuno cose che purtroppo
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noi non capivamo, e così via. Per loro è stato meno scontato di quanto credessimo entrare in
|
|
affinità con questa interfaccia. Forse è l'impostazione del comando e dell'imperativo che non è
|
|
nelle loro corde? O forse l'impostazione così astratta di una macchina che noi giovani
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tecnologici abbiamo imparato a vedere come programmabile in continua trasformazione e che per
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loro invece è ancora qualcosa di monolitico e oscuro. Niente più di un default immutabile,
|
|
qualcosa da prendere e accettare e accogliere come viene.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas"> </span><span class="gambas">Guardando alle nostre proposte pratiche alla
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classe</span>
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<span class="text gambas"> questa rimane secondo me la più riuscita: probabilmente il connubio di
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diversi aspetti a loro familiari, le loro lingue in primis, ma anche l'utilizzare una
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piattaforma a loro conosciuta, ha portato i ragazzi a mettersi in gioco superando quel più volte
|
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accennato spettro di organizzazione umanitaria venuta lì a insegnare dall'alto. </span>
|
|
</p>
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<p class="text c11"><span class="c44 c18 c54 c33"></span></p>
|
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<h2 class="c43" id="h.s4dmqzjbzhjg"><span class="c10">Performance</span></h2>
|
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<h3 class="poni3 c57" id="h.cgecenqssv47"><span class="c44 c53">/web dij safoul : hello world <br></span></h3>
|
|
<p class="text"><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
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alt="" src="images/image33.jpg"
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style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 sofia"></span></p>
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<span class="c18">I</span><span class="c5 sofia">l risultato finale è stato una performance collettiva
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incentrata sulla stratificazione linguistica in Senegal, dove le persone in alcune zone parlano un
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minimo di tre lingue.</span></p>
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<p class="text"><span class="c18">La lingua ufficiale è il francese coloniale e viene usata per tutte le
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comunicazioni importanti, sebbene non tutta la popolazione senegalese se la mastichi. Subito
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dopo il francese si trova il wolof, appartenente all'omonimo popolo ma diffuso a tal punto da
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essere compreso e parlato anche da altre etnie. Infatti il Paese</span><span
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class="c18"> </span><span class="c18">raggruppa numerosi popoli, ognuno con le proprie
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tradizioni e il proprio idioma. In Casamance, dove siamo stati noi, la popolazione è composta
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principalmente da dj</span><span class="c18">ola e molti, oltre a parlare il </span><span
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class="c18">dj</span><span class="c18">ola, conoscono sia il </span><span
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class="c18">f</span><span class="c18">rancese che il </span><span class="c18">w</span><span
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class="c18">olof</span><span class="c18">. Il primo si impara a casa, il secondo si studia a
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scuola, il terzo si assorbe dai media.</span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 603.21px; height: 402.67px;"><img
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alt="" src="images/image55.jpg"
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style="width: 603.21px; height: 402.67px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
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title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="c18">La nostra performance ha preso atto di questa coesistenza pacifica fra le
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varie culture e differenze linguistiche, tentando di proporre una riflessione su come essa possa
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manifestarsi anche attraverso la rete, che invece è fortemente centralizzata nelle mani di poche
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aziende occidentali.<br>è partito tutto da un bot di Telegram programmato per realizzare un
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dizionario djola > francese (locale vs coloniale) crowd-sourced collegato ad una chat di
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gruppo che include studenti, professori e noi, con lo scopo di rompere il ghiaccio in occasione
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del primo incontro. Durante le tre settimane successive l'idea si è evoluta, abbiamo scritto
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delle brevi frasi in francese</span><span class="c24 poni"> </span><span class="poni">
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</span><span class="c24 poni">ed esortato anche l* student* a farlo, degli haiku</span><span
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class="poni"> intimi, ironici, speranzosi, teorici, </span><span class="c24 poni">della
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nostra esperienza, </span><span class="km0"></span><span class="c24 km0">della loro, dei sogni e
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delle ambizioni o delle idee che avevano</span><span class="c24 poni"> </span><span
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class="poni"> </span><span class="c5 sofia">ed è stato preparato un sito con un funzionamento
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molto simile ad una chat.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="c4">les morts ne sont pas mort mais ils dorment</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">travailler c'est toujours travailler ensemble</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">comme manger avec le meme plat</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">on se salit les mains avec du bonheur</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">voyager rend heureux</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">voyager vous rend gros aussi</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Je saute et je tombe dans le feu forcé je ferai un autre saut</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">internet: pour apprendre , pour decouvrir , pour rester proche</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Le grand but de l'éducation n'est pas le savoir mais l'action</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">on sennuie des grandes villes</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">conduire un velo me semble plus jouyeux que de conduire une voiture</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">ce n'est pas toujours a dakar qu'on peut trouver le bonheur</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c4">Je veux reussir dans ma vie</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">l'agriculture pour grandir comme un fromager et tenace comme le
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riz</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c4">je cultiverai des cacahuetes</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Hop ses légumes sont pourris</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">dans un village planetaire</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Je suis fier d'etre villageois</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Je me suis réveillée à l'accompagne d'un lion à mes côtés</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">le monde entier n'est pas plus loin que coubanao</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">linternet est le bissap du peuple</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Ôh cet arbre me regarde</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">quelle forme a l'internet ?</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">quelle couleur a l'internet?</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">quel est son poids et son gout?</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">d'ou vient la connection?</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">selfie voyage a travers l'ocean</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">C'est possible que je crée mes applications</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Jou</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">la poussière n'est pas bonne pour l'internet</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">il ne fonctionne qu'avec le souffleur</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">le manque de connexion a le goût de l'oignon</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">75 Mo pas vraiment tous les jours</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">au cas ou</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">J'ai vue un rat creuser</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">je suis une personne pas une personne</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">porter un rèseau sans sentir le poids</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">danser avec les invités pour défier les discussions d'internet</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">j'aime bouger mais pas dancer</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">j'aime danser mais pas bouger</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Je danse plus vite que la musique</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">j'aime fair sortir mes dent mais pas rire</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">dans un monde de masques</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">j'aime fair des grimage</span></p>
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<p class="text"><span
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class="c4">👺👹👺👹👺👹👺👹👺</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c4">J'aime Les masques qui font peur comme essamaye</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">J'ai peur quand il y'a fambondi</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Le lundi passé, les élèves étaient en grève</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c4">Je suis vilain comme un singe🙊🙉</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Ça c'est peur</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">je veux obtenir ce que je veux mais je ne veux pas travailler</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Le travail m'aimes et je l'aime pas</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">J'aime Les études,mais je fui Les Cours</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">quelle forme a coubanao?</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Coubanao est dure</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Aujourd'hui je ne laverai pas parce que j'ai froid</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">dormir sur la neige est mieux que de dormir dans ma chambre</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Ma mère est partie au marché</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">si le vocabulaire est en ligne, tout le monde peut le cultiver</span></p>
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<p class="text"><span class="c4">Un simple merci du fond du cœur !💞😍😻</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 sofia"></span></p>
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<span class="c18">La performance finale </span><span class="c18 em">/web dji safoul : hello world</span><span
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class="c18"> è consistita nel proiettare sull'acquedotto del villaggio le frasi preparate in
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precedenza, una alla volta. I partecipanti si potevano collegare al sito, dove si leggeva la frase
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proiettata in quel momento, e inviare la traduzione in djola o in qualsiasi altra lingua. Il messaggio
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inviato dal sito appariva subito proiettato anch'esso sull'acquedotto. Tutte le traduzioni si
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accumulavano nello spazio della proiezione, una in seguito all'altra. La cosa sorprendente è che
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in djola era tutto un fiorire di espressioni diverse e parole ogni volta nuove. Per noi che parliamo
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lingue indoeuropee, sembrava impossibile costruire gli enunciati in maniera creativa,</span><sup
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class="c18"><a href="#ftnt14" id="ftnt_ref14">[14]</a></sup><span class="c18"> considerando la
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brevità delle frasi da tradurre. Il djola infatti ha una tradizione principalmente orale che gli
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conferisce una
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</span><span class="c18">bellissima fluidità a cui noi non siamo abituati. Per alcuni era addirittura la prima
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volta che provavano a scrivere nella propria lingua, situazione che ha portato ad un fitto scambio fra i
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ragazzi, i quali si confrontavano sulla grammatica, su come costruire la frase o anche su come
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interpretarla per fare in modo che avesse lo stesso significato dell'originale. Questa novità e questa
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spinta a riflettere sulla loro cultura sono state inserite in un contesto a loro ben noto, ovvero quello
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della chat, ma con delle modalità e dei contenuti completamente diversi dal solito. Prima di tutto
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perché utilizzata collettivamente e in compagnia, nello stesso luogo e nello stesso tempo, non
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</span><span class="c24 km0">solo </span><span class="c5 sofia">unendo persone distanti, ma rafforzando i legami
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di quelle vicine. Poi perché internet non era più un ambiente costruito per soddisfare le esigenze delle
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grandi corporazioni, ma uno spazio costruito per la comunità, strettamente legato alla sua cultura e al
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posto in cui stava venendo utilizzato. Internet come spazio di riflessione comune per la valorizzazione
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e l'evoluzione delle proprie tradizioni. Anche l'utilizzo della proiezione ha favorito il sovrapporsi di
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un ambiente virtuale e uno reale, creando un nuovo spazio che manteneva le caratteristiche sia del primo
|
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che del secondo.</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 sofia">La struttura di una lingua dice molto sul popolo che la parla, se la loro
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è così libera, diluita in base a ciascuna persona, perché non esiste anche una dimensione
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virtuale che abbia la sagoma del popolo Djola? Perché si devono adeguare alle forme di internet
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già esistenti e non creare un internet dalla forma adatta a loro?</span></p>
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<p class="text"><span class="c18">Allo stesso tempo la situazione conservava l'aspetto della globalità tipico
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del web, in quanto chiunque avesse saputo l'indirizzo del sito avrebbe potuto </span><span
|
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class="c18">accedervi</span><span class="c5 sofia"> e partecipare alla performance inviando
|
|
la sua traduzione, in qualsiasi parte del mondo si trovasse. <br></span></p>
|
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<p class="c57 c94"><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 376.01px; height: 565.65px;"><img
|
|
alt="" src="images/image47.jpg"
|
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style="width: 376.01px; height: 565.65px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="text c41"></span></p>
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<p class="text"><span class="poni"> I momenti dei ricordi non me li vivo in un modo lineare ma se li visualizzo
|
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sembrano dei semini a caso messi in un vaso. A volte crescono e a volte no, a volte diventano
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dei fusti forti da cui si possono fare talee e a volte fanno un fiore e poi si annichiliscono.
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Qualche volta i ricordi tornano senza che lo voglia: quello più gettonato è un ricordo muto,
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dove con il mio amico Roberto, di notte in una desolata Pavia, </span><span
|
|
class="poni">scoppiamo</span><span class="poni"> a ridere come non mai tanto da
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letteralmente rotolare per terra dalle risate con lacrime e dolore addominale; non ricordo
|
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assolutamente il discorso/battuta che ci ha portato a quell'evento, ma è vivido. Vivido è anche
|
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il ricordo della mia prima pizza, ero sul seggiolone e me l'ero mangiata tutta: avevo tre anni.
|
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Vivido è il ricordo del sito di Geronimo Stilton su cui passavo tanto tempo da bambino a trovare
|
|
una "password segreta" per accedere a contenuti speciali (mai trovata). </span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Quando mi capita di ripensare alla performance penso al momento di estrema
|
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lucidità quando ero lontano da tutti per settare la macchina fotografica di Sofia. 10s di
|
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esposizione che avrebbero intrappolato anche le onde delle stelle, 10s che avrebbero mostrato
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gli entusiasti partecipanti come fantasmini che fluttuavano davanti all'acquedotto. Era una
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visione che aspettavo di percepire da due anni, due anni dopo la scoperta di </span><span
|
|
class="poni">quell'epifanico</span><span class="poni"> murales che ha scatenato tutto.
|
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L'icona del laptop era compressa in quel momento: </span><span class="poni em">to learn, to
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discover, to be closer</span><span class="poni">: qualcuno stava imparando qualcosa, qualcuno
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stava scoprendo nuovi strumenti, tutti erano vicini sia nel regno animale sia nel regno
|
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digitale. Il villaggio di Coubanao era, in quel momento, un nucleo di scambio: una superstrada
|
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dove nello stesso tempo potevano </span><span class="poni">coabitare</span><span
|
|
class="poni"> complessità e località. </span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Torno tra la folla che non aveva perso interesse per le traduzioni. C'erano
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più gradini, dallo scambio di traduzioni nella rete scendevi di uno scalino e c'era la
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discussione IRL data la poca pragmaticità grammaticale e logica scritta delle lingue tribali,
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scendevi e c'erano gli haiku, scendevi di nuovo e trovavi le differenti meraviglie vissute da
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ognuno: la pesante formalità imposta ai ragazzi in classe era annullata, anche il rapporto con
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il censore era disteso.</span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Avevamo condiviso non poco in quelle lezioni a scuola:</span></p>
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<ol class="c26 lst-kix_mkbd7do2ygip-0 start" start="1">
|
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">lo spavento iniziale alla richiesta di
|
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insegnare</span><span class="poni"> HTML </span><span class="poni">ci trasformò in
|
|
insegnanti, cosa che proprio non volevamo, cosa che odora di colonialismo;</span></li>
|
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">il rapporto gerarchico che si è dovuto creare
|
|
l'abbiamo hackerato e abbiamo fatto saltare e scoppiare la figura
|
|
dell'insegnante;</span> </li>
|
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">grazie al bot presentato in classe abbiamo
|
|
cominciato immediatamente a giocare, innescando dinamiche di interazione e
|
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condivisione;</span> </li>
|
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">abbiamo fatto insieme tanti selfie;</span></li>
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">una chiacchierata ci ha rivelato la figura del
|
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</span><span class="poni">Fambondi</span><span class="poni">, un'entità sacra che, ci sembra di
|
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aver capito, funge anche da </span><span class="text km0">regolatore sociale quando nel
|
|
villaggio c'è qualcosa che non va</span></li>
|
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni"> ci siamo imbattuti in un computer che
|
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misteriosamente era settato in olandese; </span><span class="text km0">presagio del
|
|
futuro???</span></li>
|
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni"> ci siamo trovati al campement a godere della festa
|
|
delle maschere, a ballare sotto i veloci e profondi ritmi veraci;</span></li>
|
|
<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="poni">altri selfie per testimoniare questa
|
|
avventura.</span> </li>
|
|
</ol>
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<p class="text poni8 c11"><span class="poni"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="poni">Questi momenti oscillavano come un metronomo e il momento di mezzo l'abbiamo
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|
raccontato tramite delle piccole frasette.<br></span></p>
|
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<p class="text"><span class="poni">E così abbiamo proposto anche alle ragazze e ragazzi di scrivere le loro
|
|
impressioni sulla avventura vissuta </span><span class="poni">assieme</span><span class="poni">,
|
|
ma non solo - anche sulle loro prospettive online e offline e i contenuti della performance sono
|
|
venuti a galla naturalmente.<br>E così gli haiku nati a Coubanao viaggiavano come pacchettini
|
|
regalo per tutti i cavi sottomarini, arrivavano magari a Sesto San Giovanni e qualche amica
|
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</span><span class="poni">traduceva</span><span class="poni"> nella sua lingua preferita le parole
|
|
create in Senegal, il tutto proiettato sulla torre dell'acqua.</span></p>
|
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<p class="text"><span class="poni">Che spasso raga. Avevo parlato anche di Marx e religioni con Fatumata.</span>
|
|
</p>
|
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<p class="text c11"><span class="text c41"></span></p>
|
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<p class="text"><span class="km0">Vorrei partire identificando un * salta nella figura del liutaio, ovvero chi
|
|
crea uno strumento. A chi crea uno strumento interessa</span><span class="km0"> sì
|
|
</span><span class="km0">suonarlo, ma anche farlo usare agli altri. Lo trovo un gesto di empatia: una
|
|
speciale interfaccia tra me e un'altra persona. Uno strumento è un linguaggio in comune, una
|
|
cosa intersezionale, e in questo senso permette la comunicazione su un livello che è diverso
|
|
dalla lingua o dalla nazionalità. Suonare è un linguaggio in comune: uno scambio di punti di
|
|
vista attorno a un perno condiviso. Uno strumento è un'interfaccia e in quanto tale cerca di
|
|
aggrapparsi (oppure a sua volta fa da appiglio) a caratteristiche che le persone o le cose hanno
|
|
in comune. Questo è uno degli aspetti che caratterizza il percorso che stiamo seguendo con un *
|
|
salta. Abitando il panorama tecnologico cerchiamo di rimodellarlo creando nuovi strumenti, che
|
|
sono alla fine nuovi modi di percepire e trasformare la realtà. C'è poi un'intima gioia nei
|
|
risultati inaspettati: una passione per l'arte e il design generativi e parametrici che con il
|
|
tempo sta maturando verso un tipo diverso di imprevedibilità, che è quello della relazione. E la
|
|
relazione è sempre per me da intendersi come mediata da un certo tipo di tecnologia o codice o
|
|
registro (che sia la confusione di un bot di Telegram o la formalità di una sala di teatro poco
|
|
cambia credo) quindi andando a pensare dei diversi modi di relazione che siano di natura
|
|
tecnologica o performativa o qualsiasi altra cosa, andiamo </span><span
|
|
class="km0">sì</span><span class="km0"> a direzionare e scatenare delle cose, ma sempre
|
|
condite di </span><span class="km0">quell'instabilità</span><span class="text km0"> che da
|
|
un momento all'altro se ne esce con perle incredibili o rischia di esplodere o semplicemente non
|
|
è come te la eri immaginata all'inizio. </span></p>
|
|
|
|
<p class="text km0">Adesso due episodi capitati a Koubanao: il primo riflette l'idea di strumento come
|
|
interfaccia e quindi linguaggio in comune; il secondo parla di questa meraviglia ed è per me il segno
|
|
che la nostra performance finale abbia funzionato almeno un po'. </span>
|
|
</p>
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|
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<p class="text km0">Il primo episodio si colloca nei giorni finali dei laboratori, quando ormai la maggior parte
|
|
degli studenti aveva la propria landing page da battaglia e più o meno tutti erano riusciti ad accedere
|
|
ed usare il bot del dizionario. Sia con il bot sia con il prototipo del sito della performance hanno
|
|
iniziato a usare le meccaniche del gioco per scrivere frasi su di noi. Non più parole comuni o termini
|
|
colloquiali per il vocabolario, ma frasi rivolte proprio proprio a noi. Come un modo per riconoscersi
|
|
all'interno di questo nuovo discorso collettivo, come se l'algoritmo fosse una scatola perfettamente
|
|
trasparente attraverso cui ci vedevano. Questa cosa mi ha colpito e mi ha fatto percepire come lo
|
|
strumento che avevamo preparato fosse un ponte tra noi due stranieri estranei che si volevano
|
|
incontrare, portando ognuno le proprie forme e modalità all'altro. </span>
|
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</p>
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|
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<p class="text"><span class="km0">Il secondo episodio</span><span class="km0"> è stato durante la
|
|
performance finale, ai piedi dell'acquedotto. Una specie di testamento manifesto o capsula del
|
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tempo o anzi una capsula culturale che anziché nel futuro spediva i messaggi attraverso le
|
|
barriere linguistiche. La stratificazione linguistica di quella zona è davvero notevole e tutti
|
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avevano qualcosa da scoprire, persino gli adulti. Penso che uno dei momenti più belli di tutto
|
|
il viaggio sia stato vedere </span><span class="km0 em">le censeur</span><span
|
|
class="km0"> (vicepreside) del liceo seduto in mezzo ai ragazzi estasiato nell'aver
|
|
imparato o finalmente intuito una parola djola per poi vederla moltiplicarsi in wolof, inglese,
|
|
italiano, tedesco, bergamasco ecc. La sua gioia era la nostra perché quello</span><span
|
|
class="km0"> strano sistema di computer siti e proiettori</span><span
|
|
class="km0"> funzionava non solo nel lato della macchina, ma anche in quello delle persone.
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</span><span class="km0">Attivava</span><span class="km0"> delle discussioni e dei confronti.
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Permetteva una partecipazione strana e orizzontale rispetto alla formalità dell'ambiente
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scolastico. Metteva in discussione la natura di certi modi di dire, la loro trascrizione e il
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loro significato letterale o simbolico. In qualche modo creava delle storie di cui poteva godere
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anche chi era più restio al prendervi parte e se ne stava seduto in fondo.</span></p>
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<p class="text km0">Come sempre fare le cose è importantissimo. Sono dei momenti di verifica preziosi in cui
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cento cose che si scoprono non funzionare insegnano tanto quanto quelle che hai imparato nei mesi di
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preparazione. Ed è per questo che nonostante tutte le criticità questo viaggio è stato un gran
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successo.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c44 gambas c24 c76 c54"></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c44 gambas c24 c76 c54"></span></p>
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<p class="text"><span class="c44 gambas c24 c51">Audio Performance </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas">Anche una componente sonora è stata pensata per /web dij safoul : hello
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world, una collaborazione su più livelli tra i due "addetti al sonoro" del collettivo: Tiziano e
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me (uso le virgolette perché anche altri componenti del gruppo hanno grandi abilità musicali, ma
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semplicemente in questo contesto hanno scelto di concentrarsi su altri aspetti). </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">L'idea alla base era quella di un ascolto decentralizzato che potesse
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fare uso dei mezzi a disposizione nel villaggio: i già più volte accennati smartphone, diffusi e
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popolari tra i nostri studenti, e, per la prima volta nella mia esperienza, di una trasmissione
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radio in diretta. Quello che cercavamo di ottenere era quindi un </span><span
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class="gambas c24 em">array </span><span class="gambas c24">di</span><span
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class="gambas c24 em"> speaker</span><span class="c5 gambas">, o se volete degli ascolti
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"intimi", che permettessero la spazializzazione nell'area d'interesse della performance di
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un'unica sorgente: la trasmissione radio della stazione del Kdes, Kalounayes FM93.2.</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas"> </span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas">Durante tutta la nostra permanenza, attraverso un piccolo microfono
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Zoom, varie riprese audio sono state realizzate cercando di cogliere aspetti interessanti di ciò
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che ci accadeva intorno. Queste hanno portato alla raccolta di materiale molto diverso. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">Per preparare la performance abbiamo seguito un approccio ibrido: una
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composizione su </span><span class="gambas c24 em">fixed media</span><sup
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class="gambas c24 em"><a href="#ftnt15" id="ftnt_ref15">[15]</a></sup><span
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class="gambas c24"> è stata da me realizzata a partire da quei </span><span
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class="gambas c24 em">field recordings, </span><span class="c5 gambas">e un'improvvisazione live
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è stata eseguita durante la performance: </span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 353.89px; height: 471.86px;"><img
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alt="" src="images/image64.jpg"
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style="width: 353.89px; height: 471.86px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">Il materiale preparato era composto principalmente da registrazioni di
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giochi di gruppo che le bambine e i bambini ci </span><span
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class="gambas c24">regalavano</span><span class="gambas c24"> durante i pomeriggi al
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campement e che definire Musicali non mi pare fuori luogo. In particolare un gioco che
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</span><span class="gambas c24">assomigliava</span><span class="gambas c24"> al nostro "battimani"
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mi aveva molto incuriosito. Esso differiva dalle nostre versioni, o almeno da quelle che mi è
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sempre capitato di vedere o giocare, soprattutto perché si giocava in maniera da tenere il ritmo
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con mani, piedi e parole. Era poi caratterizzato da una turnazione decisa in base a chi
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sbagliava la scansione ritmica di questi tre elementi, che veniva appunto </span><span
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class="gambas c24">rimandat</span><span class="c5 gambas">* "alla fine della fila". Da queste
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registrazioni, e dal ritmo ipnotico di questo gioco, ho costruito un breve brano dal sapore
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"dance" ma comunque poco collocabile nella concezione di genere che ci portavamo da casa.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas"> </span></p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">Accennavo all'approccio ibrido perché la durata di questo brano (4:54)
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non era di certo sufficiente a coprire quella della performance. Ecco che ci siamo quindi
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attrezzati, aiutati anche dal responsabile della radio del Kdes, per trasmettere in diretta una
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performance nella performance, eseguita live. Essa era costruita sul classico metodo
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caratteristico di </span><span class="gambas c24">Cloudwatchers,</span><span
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class="c5 gambas"> progetto di musica ambient improvvisata di cui io e Tiziano siamo membri
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fondatori. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">Le già citate registrazioni ambientali, anche in questo caso di giochi
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di gruppo dei bambini, venivano "stretchate" algoritmicamente ("spalmate temporalmente" con
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</span><span class="gambas c24 em">pitch </span><span class="gambas c24">inalterato) rendendole più
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simili a dei droni dall'evoluzione lentissima. Questo per creare un tappeto su cui Tiziano
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improvvisava </span><span class="gambas c24">liberamente</span><span class="c5 gambas">,
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utilizzando lo strumento costruito per lui dal falegname del villaggio. Dialogando quindi con i
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suoni trattati ed esplorando le caratteristiche dello strumento da poco in suo possesso. (vedi
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foto) </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas">Come usuale nella nostra collaborazione un processo di feedback veniva
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messo in atto: il suono dello strumento artigianale veniva catturato da un microfono a contatto
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e trattato a sua volta in maniera algoritmica per essere poi mixato e trasmesso attraverso le
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polverose (ma incredibilmente collaudate) attrezzature della stazione radio di Coubanao. </span>
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</p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas">L'idea della radio è sorta principalmente per la scarsità di mb a
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disposizione dei nostri studenti, e/o del nostro router, dedicato a garantire il funzionamento
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delle altre componenti della performance. Sarebbe stata quindi impensabile una trasmissione in
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streaming online anche del materiale audio.</span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas">Se la nostra idea nella teoria trovava grande riscontro, e anche un qual
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certo sapore "sperimentale" dato dall'utilizzo di una tecnologia vetusta come quella della radio
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FM in un contesto del genere, la pratica si è come sempre dovuta scontrare con la realtà.
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Innanzitutto non tutti i telefoni sono dotati di ricevitore FM, paradossalmente più un telefono
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è moderno minore è la possibilità che questa tecnologia vi sia nativa, insieme poi al discorso
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sulla fascia di prezzo. Questo aspetto tagliava fuori una buona percentuale degli studenti
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dall'ascolto decentralizzato. </span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">Per sopperire a questa mancanza ci siamo ingegnati usando il "monitor"
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della cabina di regia da cui veniva trasmessa radio </span><span
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class="gambas c24">Kalounayes,</span><span class="c5 gambas"> vale a dire un grosso stereo
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collegato a un'ausiliaria del mixer, cercando di posizionarlo direzionato il più possibile verso
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l'area della performance.</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas">C'è poi da riscontrare anche una certa differenza di concezione,
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inevitabile e forse scontata, nel percepire la musica. Ricordo perfettamente la quasi totale
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refrattarietà dei nostri studenti al materiale proposto, culminata nella domanda di alcuni
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(l'incubo di ogni musicista sperimentale): "Ma quando comincia?"</span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">è chiaro che l'azzardo della nostra proposta andava a scontrarsi
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fortemente con una concezione molto diversa del fenomeno musicale. Non peggiore né migliore, ma
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differente, emersa in maniera decisa nei nostri ascoltatori/partecipanti alla performance.
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Durante la nostra permanenza la musica ascoltata si poteva, </span><span class="c9 c24">secondo
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me</span><span class="gambas c24">, classificare in due tipi principali, che ora </span><span
|
|
class="gambas c24">definirò</span><span class="c5 gambas"> con canoni occidentali: </span>
|
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</p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<ol class="c26 lst-kix_u794l3nw6ro8-0 start" start="1">
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="c5 gambas">la musica tradizionale/folklorica/popolare:
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essenzialmente rituale, eseguita da percussioni di ogni tipo e a volte semplici
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strumenti a fiato ad accompagnamento del ballo, parte appunto della tradizione e dei
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suoi riti;</span></li>
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<li class="text c45 li-bullet-0"><span class="gambas c24">il mainstream moderno: che risente fortemente
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dell'attitudine della precedente ma che è stata sottoposta alla commistione con
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l'occidente, con il mercato, con gli influssi coloniali onnipresenti.</span></li>
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</ol>
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<p class="text poni8 c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="text"><span class="c5 gambas">In un panorama di questo genere poco spazio viene lasciato a ogni
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elemento altro rispetto a quelli precedentemente accennati, il che è stato decisivo per la
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ricezione da parte dei ragazzi di quello che veniva trasmesso.</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas c24">Sarei decisamente curioso di conoscere l'eventuale reazione di un
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ascoltatore di radio </span><span class="gambas c24">Kalounayes</span><span
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class="gambas c24"> durante la performance, ascoltatore che, nonostante gli avvisi dello
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speaker, fosse totalmente all'oscuro della nostra </span><span
|
|
class="gambas c24">operazione…</span><span class="c5 gambas"> </span><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 260.00px; height: 801.64px;"><img
|
|
alt="" src="images/image9.png"
|
|
style="width: 260.00px; height: 801.64px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
|
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<p class="text c11"><span class="c5 gambas"></span></p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">Senza aggiungere troppo a quello che già è stato esaustivamente detto da
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Alessandro, mi limito a fare una chiosa su quello che per noi è stato il principio necessario di
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attuazione della performance sonora: la contestualizzazione.</span></p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">Mi spiego meglio, seppur i presupposti musicali e di risultato fossero ben
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lontani dal contesto geografico e musicale del luogo, in realtà quello che volevamo far
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|
"suonare" era proprio il luogo, il contesto. </span></p>
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<p class="c52"><span class="c24 tizi">Questa cosa si riscontra su più piani nella costruzione del canovaccio di
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base partendo dal </span><span class="c24 tizi em">field recording </span><span
|
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class="c5 tizi">di situazioni giornaliere e uniche: il gioco ritmico delle bambine, il vociare
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delle persone. Ma anche nell'esecuzione finale: la scelta obbligata della riproduzione
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attraverso l'emittente radio, l'utilizzo dello strumento costruito dal falegname del villaggio.
|
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Tutti elementi che hanno contribuito ad un risultato unico e irripetibile se non da una presenza
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|
fisica e nemmeno virtuale a Coubanao.</span></p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">L'esempio più calzante forse è proprio lo strumento costruito dal
|
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falegname.</span></p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">Faccio un passo indietro, nella preparazione del viaggio da studente di
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musica che ero, mi sentivo privilegiato e impaziente di arrivare in Africa e godere della musica
|
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africana dei tamburi dei canti delle Kore cristalline. Purtroppo l'Africa è grande e la regione
|
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in cui siamo stati, e ancor più Coubanao, non era particolarmente conosciuta per avere dei
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musicisti e nemmeno dei liutai specializzati. Ne consegue che quando sono arrivato dal falegname
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del villaggio – uomo muscoloso color ebano seduto su una piramide di trucioli con un
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tronco in una mano e un machete nell'altra con tutti i numerosi figli intorno che lo guardavano
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lavorare – non sapevo bene cosa chiedere. Lui mi ha tranquillizzato, abbiamo disegnato
|
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sulla sabbia la forma che volevo e il prodotto è stato fatto senza tanti problemi: pelle di
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capra, guscio secco di cocco enorme, paletta di legno e due corde di nylon.</span></p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">Il falegname non aveva mai fatto uno strumento prima d'ora, questo è stato
|
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necessario e elemento di irripetibilità cercato. </span></p>
|
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">Probabilmente se fossi andato nel villaggio di fianco ci sarebbe stato un
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altro falegname esperto in produzione di Kore, ma noi siamo a Coubanao e vogliamo far suonare
|
|
Coubanao. </span>
|
|
</p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">Lo strumento del falegname, il falegname, la capra morta per quello
|
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strumento sono gli elementi di contestualizzazione così come le bambine che giocano a battimani
|
|
e il loro vociare. </span></p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi">La mia improvvisazione con il liuto a manico lungo, che su base tecnica era
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circoscritta a trarre qualche idea sonora dalle due corde attraverso slide, effetti e accenni
|
|
relativi di note, relativi perché lo strumento non teneva l'accordatura, assieme al rimaneggiare
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di Gambas con Max/msp e Pure Data, diventa il coperchio finale per impacchettare quella che è
|
|
stata l'audio performance in quel momento, a quella latitudine e longitudine, con un * salta e
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gli abitanti di Coubanao.</span></p>
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<p class="c52 c11"><span class="c5 tizi"></span></p>
|
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<p class="c52"><span class="c24 tizi">Per portare ora la audio performance alla performance in atto. Alla
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domanda perché la necessità di un "colonna sonora" ad una performance già di per sé completa? La
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risposta è presto detta. Una volta identificate le due realtà su cui si muoveva </span><span
|
|
class="c24 tizi em">/web dij safoul : hello world</span><span class="c5 tizi">:</span>
|
|
</p>
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<ol class="c26 lst-kix_xolmoz5quhu1-0 start" start="1">
|
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<li class="c52 c45 li-bullet-0"><span class="c5 tizi">Quella virtuale delle proiezioni
|
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sull'acquedotto;</span></li>
|
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<li class="c52 c45 li-bullet-0"><span class="c5 tizi">Quella reale dei partecipanti seduti sulla sabbia
|
|
con i loro smartphone a scambiarsi opinioni sulle possibili traduzioni.</span></li>
|
|
</ol>
|
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<p class="c52"><span class="c24 tizi">Abbiamo riscontrato un vuoto, durante la progettazione, volevamo una terza
|
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realtà, in un certo senso metafisica, che richiamasse, tipo eco riverberato nella testa, un
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concentrato del vissuto in quel periodo. Non dovevano comparire esclusivamente, in quanto
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attori, noi persone e le nostre scritte proiettate, doveva esserci una terza proiezione: quella
|
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delle sensazioni, dei </span><span class="c44 c25 c24 tizi em">refrain.</span></p>
|
|
<p class="c52"><span class="c5 tizi">Il potere della musica sta nella sua capacità selettiva e riassuntiva di
|
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rappresentare situazioni volatili e inesplicabili a parole, anche perché, a differenza delle
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|
parole, teoricamente non dovrebbe avere bisogno di vocabolario</span></p>
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<p class="c52"><span class="c5 tizi"> per essere compresa. </span></p>
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<p class="c52"><span class="c24 tizi">Detto ciò quando l'intento è sperimentale, come lo è stato il nostro, più
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che in termini puramente musicali si ragiona attraverso concetti. Ecco perché la scelta di
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creare un brano ripetitivo e insistente su pochi elementi, di nuovo: il gioco delle bambine, il
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|
vociare delle persone, la scelta ritmica che potrebbe richiamare i bonghi sentiti nella festa
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delle maschere, il suono del liuto allungato creato dal falegname. Tutti elementi volti alla
|
|
creazione di </span><span class="tizi em c24">refrain</span><span class="c5 tizi">, echi nella
|
|
testa, che seppur non comprensibili in quanto produzione musicale, ma partecipanti a creare quel
|
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mondo parallelo delle sensazioni, la terza realtà della performance; l'ingrediente che fa si che
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|
quando ripenso a quei momenti sento quei suoni che aprono porte a pozzi di ricordi e rendono
|
|
tutto il viaggio in Senegal partecipe nel momento della Performance a Coubanao.</span></p>
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<p class="c52 c11"><span class="c5 tizi"></span></p>
|
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<h3 class="poni3 c57 c78" id="h.kudjc3blk1r7"><span class="c44 c53"></span></h3>
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|
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<h3 class="poni3 c57 c78" id="h.ro89zyoztnin"><span class="c44 c53"></span></h3>
|
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|
|
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<h3 class="poni3 c57" id="h.m43oi0qoikr4"><span>Trascrizione della performance</span></h3>
|
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<p class="text"><span class="c4"> </span></p>
|
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<p class="text"><span
|
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 293.72px; height: 521.50px;"><img
|
|
alt="" src="images/image40.jpg"
|
|
style="width: 293.72px; height: 521.50px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
|
title=""></span></p>
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|
<p class="text"><span class="c1">alessandra</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">I morti non sono morti ma stanno dormendo</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">kamo</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">i morch ai dorma</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">Malang Gningue</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">Si motwéss si létoute baré soka môri</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Les morts ne sont pas mort ils dorment.</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">I morti non sono morti ma dormono</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">ka ketoum kou ketoute bare</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">kamo</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">lavorare è sempre lavorare assieme</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Arbeiten ist immer Zusammenarbeiten</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">ka ketoum kou ketoute bare ko kamore</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">ada</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Bonjour</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">null</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Ciao</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Edmisio Ernesto Gomis</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Ka kétoum kou kétoute baré KO kamore</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Come mangiare nello stesso piatto</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">ada</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">Come mangiare nello stesso piatto</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Malang Gningue</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Nî dî lék ak bén togou beus bou nék</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Federico</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">Compartilhar comida</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Kadiabouroung kané Kane ka soumeuke</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Bébé chou</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Tôbiass maa gnaa kou souma</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Qua moquène ou gnène di cayraille</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Malang Gningue</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Nî dî lék ak bén togou beus bou nék</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Reisen macht glücklich</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">kadiabouroug kou kanékane kasoumeuk</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Bébé chou</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Tôbiass ma toum à bossté</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Malang Gningue</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Touki dalaye maye yarame</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Seynabou Diédhiou</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Kadiabouroung kou kané Kane ou keuleu</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">fulbert Christian diatta</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Kadiao koukanékann kalouk</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">sokhna sane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Touky daytakh gua guandê</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Edmisio Ernesto Gomis</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Kadiabouroung kou kanékane kassoumeuk</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Reisen macht auch dick</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Kadiabroug ka kane kasoumey</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">seydou</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Ni furiaf Di ebook yako unne un</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Touki deye diokhé mekté</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">null</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Baisse karo malileule</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Dameye teube ak danou ci khale bi pala force ak bénéne teube</span>
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</p>
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<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">kadiabouroug koukanékan moukeuleu fana</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Bébé chou</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Ann dakh ding kobé ak tchokhé unka boula dakha</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Seynabou Diédhiou</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">Babalé ni lo da samounéss géré é léte pi lane y bal</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">Malang Gningue</span></p>
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|
<p class="c16"><span class="c4">Ma teup ma danou si xal dinano déff ma défate bénéne teup</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">fulbert Christian diatta</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Hi foumé ban li loó li sanbounasou ha ni mit hi foume</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Olof</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Erica</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Salto e cado dentro il fuoco, salterò di nuovo</span></p>
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|
<p class="c12"><span class="c1">sokhna sane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Damay teup danou si khal para force damay teubate</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Ndié ébaal Ni lo di sambunas féré let pan ni laagn ibaal</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">I jump and I fall into the forced fire I will make another jump</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Dama teup si taal nekh nakari dama wara teubate</span></p>
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|
<p class="c12"><span class="c1">Bébé chou</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Bouma teubé maa daanou si khall bii DINA teubabatt</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">null</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Man thiate an yire di bro an kaka thiate</span></p>
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|
<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">kamboukané ibaledia milo da samounas pilanibal</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Ibaledia mi tobodies samouneuse fraye élete bani lagne ibale</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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|
<p class="c16"><span class="c4">Le grand but de l'éducation n'est pas le savoir mais l'a</span>
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</p>
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<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">The great goal of education is not knowledge but action</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Kakaragnak nafaay yooliko let émandiey baré ékaaney</span>
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</p>
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<p class="c12"><span class="c1">Rachid</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Nafay yati kakararang latin emandje bare di ba kanerab</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">Seydou</span></p>
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|
<p class="c16"><span class="c4">Nafaye yamakey uaticacourak</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Malang Gningue</span></p>
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|
<p class="c16"><span class="c4">Nguërignou diangue bou reuy bi dou xam xam wanté dieufingue bi leu</span>
|
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</p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Das große Ziel der Erziehung ist nicht Wissen, sondern Handeln</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Seynabou Diédhiou</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Nakaye yeumeukéye yeti kakaraghank ékanoute émandiéye baré di ba kanérab</span>
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</p>
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<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Ndiarignou diang dou kha kham banga sii ame wayé limouy deff si ioe</span>
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</p>
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<p class="c12"><span class="c1">sokhna sane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Nguëriniou diague dou kham kham wayê dieuf dieuf la</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">null</span></p>
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|
<p class="c16"><span class="c4">Ou yék bousouk thikhe pe mé ma athi pe ro</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">nafaye yeumeukéye yéti kakaraghank léti émandiey baré ékaney</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">fulbert Christian diatta</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Wahaou oueumeukeuu watta kadian inti kahass mélè kakanakou</span>
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</p>
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<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Qualityquenaque quemequeque di ka karaghak lety di Emandiaye bare di
|
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bacanerabe</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Bébé chou</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">O grande objetivo da educação não é conhecimento mas
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ação</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Il grande obiettivo dell'educazione non è il sapere ma l'azione</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">We miss the big cities</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Sisukes seumeukes si kaané kaan kalabo</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Ci mancano le grandi città</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Big cities are annoying</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Edmisio Gomis</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Man nor di ngue thiak nguék</span></p>
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<p class="c12"><span class="c1">Malang Gningue</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Deuk you mague yi nékhou gnou</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">Nekk si deuk you reuyi dafmay sonnal</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span>Si soukese seumeukese si litenelitenew.</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Kateyenak éba</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">Dawal velo ndirounama lou guene follou ke dawal auto</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">andare in bici mi sembra più gioioso che guidare una macchina</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">null</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Ka tèen ebéekann koukoyome li katèenn éoto</span>
|
|
</p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">katénak bécanéy kou koyoumame katénak éwotey</span></p>
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<p class="c16 c11"><span class="c4"></span></p>
|
|
<p class="text"><span class="c1">null</span></p>
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<p class="c16"><span class="c4">Internet: per apprendere, per scoprire, per restare vicini</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">erica</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Internet: per imparare, per scoprire, per essere più vicini</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Internet: imparare, scoprire, stare vicino</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Seydou</span></p>
|
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<p class="c16"><span class="c4">Kateynak ebecaney cadionene eniley</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Internet nguir diangue,ak kham,ak diéganto</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Edmisio Gomis</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Ka teyénak ébékaneye é fan mé canam i contani katéyénak éwautey</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Kateyenak Kati ebekaney cou coymame ca Kateyenak ewotoye</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Seynabou Diédhiou</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Internétéye:bé kakarang,bé émandiéye,bé ka lofore</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Internet: to learn, to discover, to stay close</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Kateyenak kati ébékaaney kufaghé mankusuumé éwoteuy</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">null</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Iinnti Dakar balé louilo oubadial kasoumay</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">El hadji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Laty Dakar keyo nous diebe badiey kayray</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Dou Beuss bou neke legni guiss mekté Dakar</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Non è sempre a dakar che possiamo trovare la felicità</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Kamo</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">non sempre a dakar si trova la fortuna</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">égnésey di erousey:mou mandie mou diouke</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Seynabou Diédhiou</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Léti nanossanne Dakar kou badiéme kaïraye</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">El hadji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Bee ewagne badianguatab</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Be wagneye ba diaguatabe</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">sokhna sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Di na beuy guêrtê</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">fatoumata sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Kanout Dakar keb nughoolenė ubaj kayėraay</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Seynabou Diédhiou</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Pani wagne ba diaghatabe</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">sokhna sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Li wagn ba diangatabe</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Bébé chou</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Vou cultivar amendoins</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Coltiverò le noccioline</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
|
|
<p class="c16"><span>Dou dakar rekk la banékh rekk </span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Soumansoum mani Kane gna adiola.0…)</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Mane dama fonke Lima doné kaw kaw</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Edmisio Gomis</span></p>
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|
<p class="c16"><span class="c4">Pi wagne</span></p>
|
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<p class="c12"><span class="c1">sokhna sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Bégue na di louma nêkké kawkaw</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Seynabou Diédhiou</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Soumame soume mi kane nia ane éty éssouke</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Li ma doon ak campagnard ndam la sii maan</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">El hadji</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Mouhamadou Lamine Badiane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Sono orgoglioso di essere un villaggio</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">null</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Li contané ni can mo asoukeu</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Bébé chou</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Tenho orgulho de ser uma aldeã</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Kamo</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Io sono fiero di essere un buzzurro</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Kamo</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">di bergamo</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">ékine karamba kankaan wasuumeum</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Edmisio Gomis</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Ni coutani contani mi Kane diam an mandiak</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">sokhna sane</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Dama bégue si louma nékké kawkaw</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">ousmane badji</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">soumansoum mikanenia a villageois</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">ZUMA</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Boucané boucanak d Boucané boucanak dji coumangn ediaye Boucané boucanak dji
|
|
coumang caloulouy</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Ekaan ane ati karamba kankaan waf wasuumeum</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Edmisio Gomis</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4"><> bobéye é dialo</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">Amina BADIANE</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Ekonectionghey beyma ediaw mulo?</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">khady</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">Faan la connexion bi di diougué</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">kamo</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">oi</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">kamo</span></p>
|
|
<p class="c16"><span class="c4">oi</span></p>
|
|
<p class="c12"><span class="c1">kamo</span></p>
|
|
<p class="c16"><span>oi</span></p>
|
|
|
|
|
|
<h3 class="poni3 c57 c78" id="h.flrhi6x2rk0k"><span class="c44 c53"></span></h3>
|
|
<h3 class="poni3 c57 c78" id="h.u68o9aic8hcu"><span class="c44 c53"></span></h3>
|
|
<h3 class="poni3 c57" id="h.wx4hvwpewu11"><span class="c44 c53">Stack tecnico</span></h3>
|
|
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|
<p class="text"><span class="km0"></span><span class="km0 c40">Dizionario Crowdsourced Djola </span><span
|
|
class="km0">⇆</span><span class="c25 km0 c34"> Francese</span></p>
|
|
<p class="text km0">Telegram Bot</span></p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Descrizione:</span></p>
|
|
<p class="text km0">Tramite un bot di Telegram e una chat di gruppo abitata da noi, i ragazzi e i professori era
|
|
possibile compilare un dizionario djola ⇆ francese in forma collettiva e partecipata.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Funzionamento</span></p>
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<p class="text km0">sintassi</span></p>
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<p class="text km0">/web parola in djola : traduzione in francese</span></p>
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<p class="text"><span class="km0 c40">Stack tecnico</span></p>
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<p class="text km0">L'API (application programming interface) di Telegram è open, documentata e semplice da
|
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implementare. Attraverso di essa si può creare un BOT che è praticamente un utente virtuale, un robot
|
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che fa da interfaccia tra le persone reali e degli script o delle funzionalità complesse implementate in
|
|
forma di chat. L'API è tutta la serie di comandi a cui questo bot ha accesso ed è in grado di capire e
|
|
usare per ricevere o emettere input dagli utenti o dal mondo esterno. Questi comandi permettono di
|
|
elaborare informazioni a partire dai messaggi o dalle immagini o audio che gli utenti mandano al
|
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bot.</span></p>
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<p class="text km0">Il nostro bot dizionario ascoltava tutti i messaggi che iniziavano con il comando /web e che
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seguivano la sintassi precisa → parola djola : traduzione francese. Attivandosi solo con quel
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comando se ne stava buono e non rompeva o ci spiava e non si intrometteva nei discorsi quando parlavamo
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di altro. Una volta ricevuto il messaggio rispondeva gentilmente a chi gliel'aveva mandato, lo
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processava lato server su un piccolo spazio online di Google Apps Script estraendo tutte le info utili
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di cui per prime la parola e la sua traduzione, per poi andarle a inserire in uno spreadsheet online,
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accessibile e comodo per organizzare le informazioni. </span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Il prossimo passo verso cui vorremmo muoverci è quello di </span><span
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class="km0">affrancarci</span><span class="text km0"> dai servizi google, che sono super
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comodi ma diventano sempre più pervasivi e impiccioni. Purtroppo confrontarsi con queste
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tecnologie è sempre difficile in quanto la loro diffusione e il loro funzionamento è
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direttamente proporzionale a quanti colpi di stato organizzano in Sud America o quanta Africa
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sfruttano per costruire i propri processori. Ma ci stiamo lavorando. Per ora siamo un po' della
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filosofia prima facciamo funzionare le cose? Poi risolviamo i punti deboli tra cui il non farci
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eventualmente complici de sti criminali bastardi.</span></p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">/web dij safoul : hello world</span></p>
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<p class="text km0">Performance di traduzione collettiva, web app + videoproiezioni interattive</span></p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Descrizione</span></p>
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<p class="text km0">In un sito sviluppato apposta per la performance era possibile proporre la propria
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traduzione di alcune frasi scritte assieme ai ragazzi della scuola. Ecc spiegatela voi non ho
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voglia</span></p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Funzionamento</span></p>
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<p class="text km0">L'azione è contesa tra due dispositivi: uno è il telefono dei partecipanti, l'altro un
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acquedotto che si trasforma nello schermo per una proiezione interattiva. Su questo acquedotto venivano
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proiettati dei messaggi in francese, che era la lingua franca, e ognuno dal telefono poteva inviare e
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aggiungere alla proiezione la traduzione nella propria lingua.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Stack tecnico</span></p>
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<p class="text km0">Gli attori di questa performance sono:</span></p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Gli smartphone dei partecipanti</span></p>
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<p class="text km0">Che sono i vari client del sito che abbiamo sviluppato in occasione del lavoro.</span></p>
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<p class="text km0">Era praticamente una chat, con un pannello che riceveva la frase da tradurre che stavamo
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proiettando in quel momento. In questo modo anche chi non era a Coubanao poteva partecipare.</span>
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</p>
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<p class="text km0">Il sito è stato sviluppato con node js e prototipato agile senza nessun framework: html css
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js lisci e via.</span></p>
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<p class="text km0">è stato messo online tramite la combo Gitlab Pages + Heroku a gestire la componente
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server</span></p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Il server</span></p>
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<p class="text km0">Ovvero il computer sparso chissà dove nel cloud che permette la connessione tra i client e
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quindi tutti i dispositivi connessi al sito.</span></p>
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<p class="text km0">Dopo qualche esperimento abbiamo scelto Heroku come piattaforma su cui appoggiarci.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="km0">Il server si </span><span class="km0">occupava</span><span
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class="text km0"> di ricevere i messaggi dal telefono di ciascuno e spedirli agli altri,
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nonché anche al nostro computer in regia, che agganciato al proiettore illuminava tutto
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l'acquedotto. La connessione è stata gestita via websocket, che è un protocollo facile da
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implementare, leggero e reattivo, particolarmente adatto alle applicazioni real time e live. In
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questo modo un messaggio spedito dalle persone arrivava istantaneamente proiettato
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sull'acquedotto e questo rafforzava il senso di partecipazione, coinvolgimento ed
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empowerment.</span></p>
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<p class="text"><span class="c34 c25 km0">Il nostro setup di computer e proiettore / regia sotto
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l'acquedotto</span></p>
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<p class="text km0">Collegato in linea diretta con il server e di conseguenza anche con i client smartphone
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connessi. Da qui spedivamo la frase di riferimento pescandola tra la lista cui avevamo lavorato con i
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ragazzi. Il lato software interattivo / grafico era scritto in vvvv, un linguaggio di programmazione
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visuale molto comodo → leggero →agile →utile nella prototipazione e performante nello
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sviluppo. Con questo abbiamo video-mappato l'acquedotto del villaggio e ci abbiamo spalmato sopra le
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scritte che arrivavano.</span></p>
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<hr style="page-break-before:always;display:none;">
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<p class="c81 c57 c11 c75 title" id="h.w2tvxody87ew"><span class="c44 c47"></span></p>
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<h1 class="c70 c57" id="h.wtr6i4anw3jw"><span class="c22">5. Finale romantico</span></h1>
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<h2 class="c43" id="h.bxvm95gv42no"><span class="c10">Pandemia positiva</span></h2>
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<p class="text"><span class="gambas"> </span><span class="gambas">Beh se siete arrivati fin qui immaginiamo che
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il collettivo un * salta vi stia un po' simpatico, o forse che ci odiate a morte… In
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entrambi i casi (soprattutto il secondo) vi invitiamo al confronto, vi invitiamo alla
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condivisione, perché il vero punto di questa pubblicazione è il triggering di un processo che
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abbiamo chiamato collettivo, ma la cui evoluzione è sfuggente. Quello che questa pubblicazione
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vorrebbe portare alla luce è un metodo di ricerca indipendente slegato dal piano accademico. Un
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metodo non del tutto qui formalizzato, per una ricerca sociale trasversale che guardi al globo
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come limite e al web come </span><span class="gambas">pandemia positiva. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="gambas">Durante la lunga stesura di questo testo, iniziata una volta tornati dal
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Senegal, il mondo ha subito uno sconvolgimento cataclismico </span><span class="km0">Tiziano si
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è </span><span class="km0">fidanzato</span>
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<sup><a href="#cmnt131" id="cmnt_ref131">[ea]</a></sup>
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<span class="km0"> con una ragazza francese </span><span class="text gambas"> che non nomineremo
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per non appesantire di inutile retorica le ultime pagine del nostro lavoro. Questo
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stravolgimento però sarà probabilmente visto dagli storici come uno spartiacque fondamentale per
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l'analisi del fenomeno internet.</span>
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</p>
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<span class="sofia">A maggior ragione, sono urgenti delle riflessioni sul tema. Spesso non ci rendiamo conto del
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brodo digitale in cui sguazziamo. Lo sviluppo tecnologico non è un processo reversibile, per questo c'è
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bisogno di </span><span class="sofia">assimilarlo,</span><span class="sofia"> processarlo e dargli
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forma. Restando fedeli al nostro italianissimo cuore e al resto della pubblicazione, mi permetto di dire
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che delegare l'invenzione della ricetta del brodo è una totale forma di disimpegno. un * salta crede che
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ci siano infinite ricette e vuole provarle tutte, perciò ci auguriamo che in qualsiasi modo abbiate
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sorseggiato i capitoli, qualcosa sia entrato in circolo. Tirarsi indietro significa ignorare tutte le
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questioni ambientali, sociali, economiche, politiche ontologicamente diluite in questa rete
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fisico-virtuale.<br>Siamo in grado di decentralizzare lo sviluppo e trasformarlo in evoluzione? </span>
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</p>
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<h2 class="c57 c75 c92" id="h.elkut7f9ewk0"><span class="c44 c72 c54 c33"></span></h2>
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<h2 class="c57 c75 c112" id="h.1rqw0qjcgda"><span class="c44 c72 c54 c33">un * salta</span></h2>
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<hr style="page-break-before:always;display:none;">
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<h1 class="c57 poni9" id="h.kmrqlgy64t60"><span class="c22"></span></h1>
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<h1 class="c70 c57" id="h.inbcm6y8tmd8"><span class="c22">6. Ringraziamenti</span></h1>
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<p class="text c11"><span class="sofia"></span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Beh io ringrazierei subito Federico Poni che quando vuole è in grado di
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sfoggiare una grande dote: l'entusiasmo. Senza di quello a Koubanao non ci saremmo mai
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andati.</span><span class="tizi"> Anche io ringrazio Federico Poni, un abbraccio ad un
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amico coraggioso.</span><span class="sofia"> Poi un grazie di cuore al Comitato Pavia Asti
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Senegal, che con la sua rete di contatti sul territorio e un molto apprezzato contributo
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pecuniario ci ha agevolato l'organizzazione e la permanenza.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Barsa</span><span class="km0"> </span><span class="km0">Sagna</span><span
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class="c30"> </span><span class="poni">che commenta sotto ogni foto che </span><span
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class="poni">postiamo;</span><span class="poni"> </span><span
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class="gambas">Seydatouna</span><span class="gambas"> Khadija Badiane </span><span
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class="km0">Bébé béné </span><span class="km0">tiwoliyo</span><span
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class="km0"> béné</span><span class="gambas">; </span><span class="km0">Malamine Diémé
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</span><span class="sofia">uno degli uomini più integri mai conosciuti, nostro saggio protettore, a quel
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tempo da poco padre di due gemelle</span><span class="km0">;</span><span class="poni">Papaclass
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l'entrepreneur futuro programmatore di app;</span><span class="km0">Malamine</span><span
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class="km0"> Tamba, </span><span class="sofia">che ci ha ospitati per un buonissimo pranzo
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a casa sua e ci ha guidati a Dakar;</span><span class="km0"> Badji Elhadji</span><span
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class="c30">,</span><span class="km0"> il preside</span><span
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class="c30"> </span><span class="poni">silenzioso; </span><span
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class="km0">Paco</span><span class="poni">lo spadaccino delle ram; tutti gli student che ci
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scrivono che manchiamo a Koubanao; tutti gli student* con cui non abbiamo scambiato parola e
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guardavano straniti questi lulum bianchi che arrivavano in cortile mentre loro se ne uscivano; l
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ragazzino che ci vendeva le </span><span class="poni">cochette nontroppofresche</span><span
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class="poni"> allo shop; Buba,</span><span class="sofia"> un incredibile soggetto la
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cui più grande passione era mangiare e fare il vagabondo fra un villaggio e l'altro</span><span
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class="poni"> innamorato di Sofia</span><span class="c40 c103 c55">😠</span><span
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class="poni">;</span><span class="poni"> tutti gli altri amanti di Sofia</span><span
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class="c30"> </span><span class="poni">e di Erica che sognavano un matrimonio a Milano;
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l'importante tenacia di Lamine nel voler restare a Koubanao a coltivare arachidi; la dottoressa
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dell'ambulatorio che ci ha regalato una visita quando abbiamo avuto la febbre e che voleva
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chiamare coi nostri nomi la creatura che portava in grembo;</span><span class="km0">Sada
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artefice del murales che parlava di internet</span><span class="c30">; </span><span
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class="km0">chi si è fidato e ci ha finanziato venendo alle cene di raccolta fondi e chi ci ha
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bastonato quando chiedevamo una revisione dei progetti e facevamo gli ingenui</span><span
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class="c30">;</span><span class="poni"> chi ci ha sostenuto entusiasta in ogni momento; le
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care cuoche che ci </span><span class="poni">preparavano</span><span
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class="poni"> colazioni - pranzi - cene; le bambine e ini che facevamo girare in
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aria</span><span class="poni">; </span><span class="poni">i due rapper felici di cantare sulle
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nostre basi improvvisate</span><span class="poni">; </span><span class="poni">Aliou felice di
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essere stato fotografato nel suo capannino dove lavora il riso</span><span class="poni">;
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</span><span class="sofia">i nostri autisti Baba e Baba Sane; Aboubakar il guardiano del campement; le
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sarte che ci hanno confezionato le divise di un * salta; i nostri genitori, perché i genitori
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vanno sempre ringraziati; Awa la mia collega di LibrOsteria che mi tiene aggiornata sugli
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avvenimenti in Senegal; LibrOsteria che mi ha fatto guadagnare i soldi per partire e che di
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sicuro ci ospiterà per presentare questa pubblicazione; Gianni Celati e le sue avventure in
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Africa; tutto il villaggio di Coubano che si è sempre dimostrato accogliente; i danzatori che si
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sono esibiti una delle ultime sere; le cuoche del ristorante dove abbiamo pranzato due o tre
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volte (anche se è capitato che ci facessero pagare di più perché siamo bianchi); </span></p>
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<sup><a href="#cmnt135" id="cmnt_ref135">[ee]</a></sup>
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<sup><a href="#cmnt138" id="cmnt_ref138">[eh]</a></sup>
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<p class="c57 c75 c102 title" id="h.ircnusimzmdn"><span> </span><span
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style="overflow: hidden; display: inline-block; margin: 0.00px 0.00px; border: 0.00px solid #000000; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); width: 432.00px; height: 648.00px;"><img
|
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alt="" src="images/image48.jpg"
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style="width: 432.00px; height: 648.00px; margin-left: 0.00px; margin-top: 0.00px; transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px); -webkit-transform: rotate(0.00rad) translateZ(0px);"
|
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title=""></span></p>
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<hr style="page-break-before:always;display:none;">
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<h1 class="poni9 c57" id="h.ct7nl9jtm1bo"><span class="c22"></span></h1>
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<h1 class="c57 c70" id="h.e9srkkrn1faq"><span>7. Contenuti Bonus</span></h1>
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<h2 class="c43" id="h.m8x9oftfzucr"><span class="c10">Sì sì sì ok ma chi sono 1 salta??</span>
|
|
</h2>
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<p class="text"><span class="poni">Un'ultima componente fondamentale di un salta sono i singolari modi di
|
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abitare le realtà che viviamo, come </span><span class="poni">approcciarci a</span><span
|
|
class="poni"> loro e come </span><span class="poni">documentarle.</span><span
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class="poni"> Siamo sei individui con diverse sfumature, diversi </span><span
|
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class="poni em">backgrounds</span><span class="poni">. </span></p>
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<p class="text"><span class="poni">Federico Poni</span>
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<span class="poni"><br>Pavia, 1996, Brera, poi Rotterdam, fatto un master, XPUB. Ora non uso più questa
|
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piattaforma dove stiamo scrivendo, sono uno di quei fissati con l'open source e il free
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software.</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="poni">Intanto son diventato un architetto del web e un urbanista del net, un
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pizzaiolo e un piccione, un mago e un anarchico, un cyborg e una torta alle cipolle
|
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caramellate.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">Sofia </span><span class="sofia">Merelli</span><span class="sofia"><br>Nata
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a Milano, nel 2020 ha conseguito il diploma accademico di I livello in Nuove Tecnologie
|
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dell'Arte all'Accademia di Belle Arti di Brera e successivamente ha ottenuto l'attestato di
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formazione professionale di filmmaker frequentando il corso di documentario alla Civica Scuola
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di Cinema Luchino Visconti.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">La sua ricerca oscilla fra diamine odio far ste cose va be' dai in due
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parole mi piace l'infrastruttura di internet con tutta la sua ingombrante massa, </span><span
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class="sofia">l'ecology</span><span class="sofia"> after nature, fare i filmini, la Liguria
|
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e i cinesi.</span></p>
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<p class="text"><span class="sofia">ciao ciaoo</span></p>
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<p class="text"><span class="gambas">Alessandro Gambato</span>
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<span class="text gambas"><br>Mi reputo un compositore anche se ho una formazione prettamente tecnica
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(per ora), ho l'arroganza di pensare gran parte di quello che faccio come un'opera d'arte, che è
|
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forse il perché poi non sono bravo a riconoscerne una. Ho studiato produzione audio a Milano
|
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dove sono venuto a contatto con le altre menti di Un*salta, continuo a studiare a Padova e cerco
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di occuparmi di musica partecipativa e improvvisazione libera. </span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c71 c24 tizi c93">Tiziano Pastor</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="c86 c71 c24 tizi c54">Sono nato a Venezia, nel 2021 ho conseguito il diploma
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accademico di I livello in Popular Music al CPM Music Institute di Milano e ora sono intento a
|
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frequentare un master all'università cornuta in vita all'estero con contratto a tempo
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indeterminato.<br>Per quel che mi riguarda non penso che tutto ciò che faccio sia un'opera
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d'arte ma per una ragione o per un altra mi ritrovo spesso in situazioni che potremmo chiamare,
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più che artistiche, creative.</span></p>
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<p class="text"><span class="c71 c24 tizi c54 c86">La ragione è fastidiosamente legata al mio modo di essere,
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alla mia incapacità di prestare attenzione alle cose per molto tempo di seguito, all'esigenza di
|
|
trovare un trigger in qualunque cosa succeda intorno a me sennò non ha senso, se no mi
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|
addormento.</span></p>
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<p class="text"><span class="c86 c71 c24 tizi c54">Sono capitato nel collettivo un * salta casualmente e,
|
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nonostante la mia preparazione inesistente in materia di arte multimediale e cose di Brera,
|
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posso dire di avere trovato il mio ruolo e il mio posto, a detta di Kamo, in quanto coscienza
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del gruppo.</span></p>
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<p class="text"><span class="c93 c71 c24 tizi">un * salta mi offre la possibilità di non avere regole, di non
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avere tempistiche di non avere un obiettivo chiaro, è un foglio bianco ed è una vendetta e un
|
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riscatto costruttivo, occhio per occhio verso la goduria. Verso questo tipo di situazioni e
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contesti tende la mia ricerca.</span></p>
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<p class="text"><span class="km0">Francesco Luzzana</span>
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</p>
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<p class="text"><span class="text km0">Degli amici hanno in casa un elefante di legno grosso come una mucca
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vera. Io potrei avere un computer di legno grosso come un elefante vero. Mi sembra che tutta la
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vita mi capiti per caso e io accolgo. Sto imparando ad assumere la forma più aerodinamica
|
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possibile per andare di vela con questo vento. Come fanno le barche a vela ad andare dove
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vogliono? </span></p>
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<p class="text"><span class="km0"></span><span class="c58">Erica Gargaglione</span><sup><a
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|
href="#cmnt146" id="cmnt_ref146">[ep]</a></sup></p>
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|
<p class="text"><span class="c58">o anche grgr da reggio emilia. </span></p>
|
|
<h2 class="c43" id="h.fz9c2y53y3ep"><span>Segnalibro</span></h2>
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<p class="text"><span class="c42 km0"><br></span><span class="c42 km0">che forma ha internet? che forma ha un
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sito? quali sono i miei punti di contatto con un sito? </span><span class="km0">un sito bello.
|
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un sito brutto. un sito che tutti odiano e uno che tutti amano. un sito semplice, un sito
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complicato. Un sito che è sempre uguale, un sito che si trasforma. Un sito che porta bene i suoi
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anni e uno no. Un sito mai visitato. Il primo sito tra i preferiti. Il primo nella cronologia.
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Un sito abitato. Un sito non abitato. Un sito che ha anche una app. Una app che funziona online,
|
|
ma senza avere un sito di riferimento. Un sito che è più interessante su mobile che non dal
|
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computer. Un sito dinamico e un sito statico. La lista continua.</span></p>
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<div>
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</div>
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<hr class="c95">
|
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<div>
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<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref1" id="ftnt1">[1]</a><span class="c44 sofia c39 c54"> tipica
|
|
espressione di Favara (AG)</span></p>
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</div>
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<div>
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<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref2" id="ftnt2">[2]</a><span class="c39"> </span><span
|
|
class="poni c98">Attenzione alle cipolle.</span>
|
|
</p>
|
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</div>
|
|
<div>
|
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<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref3" id="ftnt3">[3]</a><span
|
|
class="c44 c39 c72 c54"> https://louisedrulhe.fr/internet-atlas/</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
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<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref4" id="ftnt4">[4]</a><span
|
|
class="c44 c39 c72 c54"> https://en.wikipedia.org/wiki/On_the_Internet,_nobody_knows_you%27re_a_dog</span>
|
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</p>
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|
</div>
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<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref5" id="ftnt5">[5]</a><span class="sofia c39"> </span><span
|
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class="c42 c48 c39"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://atlantic-cable.com/1858NY/&sa=D&source=editors&ust=1664235309777052&usg=AOvVaw3RsbPRVhODOeO_FyJIvl5l">https://atlantic-cable.com/1858NY/</a></span><span
|
|
class="c44 sofia c39 c54"><br>Bill Burns grazie sei un santo uomo</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref6" id="ftnt6">[6]</a><span class="c44 sofia c39 c54"> Thorat,
|
|
255-256</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref7" id="ftnt7">[7]</a><span
|
|
class="c44 sofia c39 c54"> TeleGeography, Submarine Cable Map (Ultima modifica: 17
|
|
Marzo 2020)</span></p>
|
|
<p class="c2 c57"><span class="c44 sofia c39 c54">
|
|
https://www2.telegeography.com/submarine-cable-faqs-frequently-asked-questions</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref8" id="ftnt8">[8]</a><span class="sofia c39"> Keller
|
|
Easterling, </span><span class="sofia em c39">Extrastatecraft: The power of
|
|
infrastructure space, </span><span class="c44 sofia c39 c54">Verso</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref9" id="ftnt9">[9]</a><span class="c44 sofia c39 c54"> Sarvesh
|
|
Mathi, "The Future of Undersea Internet Cables. Are Big Tech Companies Forming a
|
|
Cartel?"</span> </p>
|
|
<p class="c2 c57"><span class="c44 sofia c39 c54"> in Medium (Ultimo accesso: 26 marzo
|
|
2020)</span> </p>
|
|
<p class="c2 c57"><span
|
|
class="c44 sofia c39 c54">https://blog.usejournal.com/the-future-of-undersea-internet-cables-f3e5f77de019</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<h3 class="c57 c111" id="h.klnpv4mq04uk"><a href="#ftnt_ref10" id="ftnt10">[10]</a><span
|
|
class="sofia c39"> Synergy Research Group, "The Leading Cloud Providers Increase
|
|
Their Market Share Again in<br> theThird Quarter" (Ultimo accesso: 26 marzo 2020)
|
|
https://www.srgresearch.com/articles/leading-cloud-providers-increase-their-market-share-again-third-quarter</span>
|
|
</h3>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref11" id="ftnt11">[11]</a><span class="sofia c39"> Synergy
|
|
Research Group, "Incremental Growth in Cloud Spending Hits a New High while Amazon
|
|
and<br> Microsoft Maintain a Clear Lead" (Ultimo accesso: 26 marzo
|
|
2020)</span><span class="c39"><br></span><span
|
|
class="c44 sofia c39 c54">https://www.srgresearch.com/articles/incremental-growth-cloud-spending-hits-new-high-while-amazon-and-microsoft-maintain-clear-lead-reno-nv-february-4-2020</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref12" id="ftnt12">[12]</a><span class="c44 c39 c72 c54"> Con
|
|
processo intendo le varie dinamiche di comunicazione, da singoli messaggi ad
|
|
automazioni, nei vari ecosistemi digitali offline e quant'altro</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref13" id="ftnt13">[13]</a><span class="c39"> </span><span
|
|
class="c42 c48"><a class="c37"
|
|
href="https://www.google.com/url?q=https://networkcultures.org/entreprecariat/mobile-first-world/&sa=D&source=editors&ust=1664235309778790&usg=AOvVaw0shdQs7FUqkqnSfwNsbOq4">https://networkcultures.org/entreprecariat/mobile-first-world/</a></span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref14" id="ftnt14">[14]</a><span class="sofia c39"> Per
|
|
</span><span class="sofia c39">intenderci</span><span class="c44 sofia c39 c54">, la frase
|
|
"travailler c'est toujours travailler ensemble" in italiano non può essere tradotta con
|
|
troppe acrobazie, la costruzione e i vocaboli rimarranno sempre simili a "lavorare è
|
|
sempre lavorare assieme"</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div>
|
|
<p class="c2 c57"><a href="#ftnt_ref15" id="ftnt15">[15]</a><span class="c44 c39 c72 c54"> Fixed
|
|
media denota musica composta specificatamente per essere riprodotta da una
|
|
registrazione, originariamente su nastro, oggi file digitale. Si differenzia dalla
|
|
musica eseguita per la presenza della fissazione su un supporto.</span></p>
|
|
<p class="c2 c57 c11"><span class="c44 c39 c72 c54"></span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref1" id="cmnt1">[a]</a><span class="c4">cosa che viene ribadita nel
|
|
capitolo 3 quindi forse è da ampliare anche solo con un link al progetto di
|
|
agrigento</span> </p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref2" id="cmnt2">[b]</a><span class="c4">si hai ragione potremmo mettere
|
|
un'appendice in fondo con presentazione collettivo + descrizione degli altri progetti
|
|
nostri ? (tipo una paginetta un paragrafo ciascuno, roba veloce spam 1 salta)</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref3" id="cmnt3">[c]</a><span class="c4">presentazione collettivo = noi chi
|
|
siamo</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref4" id="cmnt4">[d]</a><span class="c4">presentazione progetti =
|
|
passeggiata, hbw</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref5" id="cmnt5">[e]</a><span class="c4">con i punti salienti cui facciamo
|
|
riferimento qua</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref6" id="cmnt6">[f]</a><span class="c4">ricodo che forse avevano detto che
|
|
una era musuulmana e una cristiana? sarebbe un dettaglio interessante da
|
|
aggiungere</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref7" id="cmnt7">[g]</a><span class="c4">qua ci volevo mettere un animale
|
|
al centro che tiene in equilibrio la pubblicazione ma poi mi sembrava un po' una cazzata
|
|
non so perché ma la necessità di fare uno schemino era forte</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref8" id="cmnt8">[h]</a><span class="c4">io ci metterei tiziano</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref9" id="cmnt9">[i]</a><span class="c4">poni siamo tutti animali come
|
|
diceva l'Aristotele</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref10" id="cmnt10">[j]</a><span class="c4">facciamo una foto di gruppo a
|
|
sto point</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref11" id="cmnt11">[k]</a><span class="c4">INDIGENOUS CMS
|
|
https://mukurtu.org/</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref12" id="cmnt12">[l]</a><span class="c4">"folksonomy" Thomas Vander
|
|
Wal</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref13" id="cmnt13">[m]</a><span
|
|
class="c4">https://archiveofourown.org/</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref14" id="cmnt14">[n]</a><span class="c4">iaqos</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref15" id="cmnt15">[o]</a><span class="c4">https://dynamicland.org/ vs
|
|
extractivism</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref16" id="cmnt16">[p]</a><span
|
|
class="c4">https://zachblas.info/works/queer-technologies/</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref17" id="cmnt17">[q]</a><span class="c4">paolo cirio</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref18" id="cmnt18">[r]</a><span class="c4">datification & social
|
|
good</span> </p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref19" id="cmnt19">[s]</a><span class="c4">ben grosser</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref20" id="cmnt20">[t]</a><span class="c4">bridle</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref21" id="cmnt21">[u]</a><span class="c4">-</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref22" id="cmnt22">[v]</a><span class="c4">speculativo tipo scenari ?
|
|
domande?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref23" id="cmnt23">[w]</a><span class="c4">git e piattaforme de
|
|
collaborazione</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref24" id="cmnt24">[x]</a><span class="c4">tesi sofia</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref25" id="cmnt25">[y]</a><span class="c4">riallacciare da fine speculativa
|
|
del asse X</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref26" id="cmnt26">[z]</a><span class="c4">case studies:</span></p>
|
|
<p class="c2"><span class="c4">- ad esempio piattaforme per nft (approccio centralizzato ? ) vs
|
|
plantoids ( approccio decentralizzato ?)</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref27" id="cmnt27">[aa]</a><span class="c4">tecnico: mastodon e
|
|
federalismo</span> </p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref28" id="cmnt28">[ab]</a><span class="c4">youtube peertube</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref29" id="cmnt29">[ac]</a><span class="c4">struttura</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref30" id="cmnt30">[ad]</a><span class="c4">interfaccia e UI</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref31" id="cmnt31">[ae]</a><span class="c4">le interfacce non sono
|
|
superfici ma hanno una profondità e sono degli effettti</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref32" id="cmnt32">[af]</a><span class="c4">ux</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref33" id="cmnt33">[ag]</a><span class="c4">flusso</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref34" id="cmnt34">[ah]</a><span class="c4">"Non scrivete mai. Rischiate
|
|
d'essere pubblicati"</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref35" id="cmnt35">[ai]</a><span
|
|
class="c4">https://digilander.libero.it/biblioego/GillIvain.htm</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref36" id="cmnt36">[aj]</a><span class="c4">sono lì lì per sudo
|
|
rebootarmi</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref37" id="cmnt37">[ak]</a><span class="c4">ma prima ti guardi tutta la
|
|
stagione</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref38" id="cmnt38">[al]</a><span class="c4">e poi ti sudo rebooti</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref39" id="cmnt39">[am]</a><span class="c4">risignificare</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref40" id="cmnt40">[an]</a><span class="c4">== wordpress</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref41" id="cmnt41">[ao]</a><span class="c4">inserire nota</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref42" id="cmnt42">[ap]</a><span class="c4">lati di pagina</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref43" id="cmnt43">[aq]</a><span class="c4">ma a manetta per varie
|
|
cose</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref44" id="cmnt44">[ar]</a><span class="c4">ma non michael</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref45" id="cmnt45">[as]</a><span class="c4">git</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref46" id="cmnt46">[at]</a><span class="c4">p2p</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref47" id="cmnt47">[au]</a><span
|
|
class="c4">https://blog.jse.li/posts/software/</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref48" id="cmnt48">[av]</a><span class="c4">uber ecc !</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref49" id="cmnt49">[aw]</a><span class="c4">cc/ platform urbanism</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref50" id="cmnt50">[ax]</a><span class="c4">alexa, buddamelo ar culo</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref51" id="cmnt51">[ay]</a><span class="c4">iocose</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref52" id="cmnt52">[az]</a><span class="c4">fiver ecc</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref53" id="cmnt53">[ba]</a><span class="c4">giardina papaa</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref54" id="cmnt54">[bb]</a><span class="c4">riproporre in forma di domanda?
|
|
è davvero l'alfabetizzazione la risposta? e poi": cosa vuol dire
|
|
alfabetizzaz?</span> </p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref55" id="cmnt55">[bc]</a><span class="c4">migrazione digitale
|
|
covid</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref56" id="cmnt56">[bd]</a><span class="c4">definiamo alfabetizzazione
|
|
?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref57" id="cmnt57">[be]</a><span class="c4">NON NATURALIZZARE GOOGLE</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref58" id="cmnt58">[bf]</a><span class="c4">populismo digitale</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref59" id="cmnt59">[bg]</a><span class="c4">standard = merda</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref60" id="cmnt60">[bh]</a><span class="c4">soupboat ad esempio</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref61" id="cmnt61">[bi]</a><span class="c4">tesi lever burns</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref62" id="cmnt62">[bj]</a><span class="c4">inquadrare
|
|
alfabetizzazione</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref63" id="cmnt63">[bk]</a><span class="c4">diversità digitale ++ ?</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref64" id="cmnt64">[bl]</a><span class="c4">loclaità fisica geografica ma
|
|
crea nove luocalità attorno a delle comunità virtuali?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref65" id="cmnt65">[bm]</a><span class="c4">collegamento meglio</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref66" id="cmnt66">[bn]</a><span class="c4">garga puoi lavorare a questo
|
|
pezzo?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref67" id="cmnt67">[bo]</a><span
|
|
class="c4">@gargaglione.erica@gmail.com</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref68" id="cmnt68">[bp]</a><span class="c4">dai garga</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref69" id="cmnt69">[bq]</a><span class="c4">paolo cirio</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref70" id="cmnt70">[br]</a><span class="c4">datification & social
|
|
good</span> </p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref71" id="cmnt71">[bs]</a><span class="c4">ben grosser</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref72" id="cmnt72">[bt]</a><span class="c4">bridle</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref73" id="cmnt73">[bu]</a><span class="c4">INDIGENOUS CMS
|
|
https://mukurtu.org/</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref74" id="cmnt74">[bv]</a><span class="c4">"folksonomy" Thomas Vander
|
|
Wal</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref75" id="cmnt75">[bw]</a><span
|
|
class="c4">https://archiveofourown.org/</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref76" id="cmnt76">[bx]</a><span class="c4">iaqos</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref77" id="cmnt77">[by]</a><span class="c4">https://dynamicland.org/ vs
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extractivism</span></p>
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</div>
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<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref78" id="cmnt78">[bz]</a><span
|
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class="c4">https://zachblas.info/works/queer-technologies/</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref79" id="cmnt79">[ca]</a><span class="c4">-</span></p>
|
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</div>
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<div class="c17">
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|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref80" id="cmnt80">[cb]</a><span class="c4">speculativo tipo scenari ?
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|
domande?</span></p>
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</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref81" id="cmnt81">[cc]</a><span class="c4">git e piattaforme de
|
|
collaborazione</span></p>
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</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref82" id="cmnt82">[cd]</a><span class="c4">aggiungere referenza</span></p>
|
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</div>
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref83" id="cmnt83">[ce]</a><span class="c4">circostanze..........</span>
|
|
</p>
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|
</div>
|
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<div class="c17">
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|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref84" id="cmnt84">[cf]</a><span class="c4">MISTERIOSE</span></p>
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</div>
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<div class="c17">
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|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref85" id="cmnt85">[cg]</a><span class="c4">è corretto scrivere
|
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così?</span></p>
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</div>
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<div class="c17">
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|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref86" id="cmnt86">[ch]</a><span class="c4">sud globale è un'alternativa ma
|
|
anche quello ha le sue problematiche</span></p>
|
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</div>
|
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<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref87" id="cmnt87">[ci]</a><span class="c4">ripetizione</span></p>
|
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</div>
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref88" id="cmnt88">[cj]</a><span class="c4">forse non il primo forse non
|
|
unico ma il concetto ok</span></p>
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</div>
|
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<div class="c17">
|
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref89" id="cmnt89">[ck]</a><span class="c4">semplifica e o ridurre</span>
|
|
</p>
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</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref90" id="cmnt90">[cl]</a><span class="c4">Si ma ora c'è starlink</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref91" id="cmnt91">[cm]</a><span class="c4">Si ma ora c'è starlink</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref92" id="cmnt92">[cn]</a><span class="c4">semplifica e o ridurre</span>
|
|
</p>
|
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</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref93" id="cmnt93">[co]</a><span class="c4">le ho anche svg queste mappe
|
|
così nel caso possiamo stilizzarle come vogliamo</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref94" id="cmnt94">[cp]</a><span class="c4">nota con consigli di lettura
|
|
per il linguaggio cibernetico</span></p>
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|
</div>
|
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<div class="c17">
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|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref95" id="cmnt95">[cq]</a><span class="c4">florian ></span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref96" id="cmnt96">[cr]</a><span class="c4">logica (magari simboli?)</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref97" id="cmnt97">[cs]</a><span class="c4">o magari reference</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref98" id="cmnt98">[ct]</a><span class="c4">prep infografica</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref99" id="cmnt99">[cu]</a><span class="c4">nota con cosa si intende per
|
|
discorso e differenza con comunicazione, interessante perche anche il resto si basa su
|
|
sta differenza</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref100" id="cmnt100">[cv]</a><span class="c4">//discussione</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref101" id="cmnt101">[cw]</a><span class="c4">dopo voglio scrivere delle
|
|
cose a riguardo</span></p>
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</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref102" id="cmnt102">[cx]</a><span class="c4">c'è anche il terzo di questi
|
|
disegnetti</span></p>
|
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</div>
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<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref103" id="cmnt103">[cy]</a><span class="c4">nota con lo sticker: the
|
|
cloud doesn't exist it's just some else's computer</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref104" id="cmnt104">[cz]</a><span class="c4">usare termini tecnici tipici
|
|
italiano</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref105" id="cmnt105">[da]</a><span class="c4">cos'è una pag html</span>
|
|
</p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref106" id="cmnt106">[db]</a><span class="c4">cos è server</span> </p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref107" id="cmnt107">[dc]</a><span class="c4">unp</span></p>
|
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</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref108" id="cmnt108">[dd]</a><span class="c4">no da cambiare</span></p>
|
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</div>
|
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<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref109" id="cmnt109">[de]</a><span class="c4">tipo ok?</span></p>
|
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</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref110" id="cmnt110">[df]</a><span class="c4">aggiungere che esistono
|
|
diversi tipi di repository: aperte, chiuse, nascoste, ecc</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref111" id="cmnt111">[dg]</a><span class="c4">inserto grafico?</span></p>
|
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</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref112" id="cmnt112">[dh]</a><span class="c4">forse</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref113" id="cmnt113">[di]</a><span class="c4">SEGNALIBRO con tiziano propic
|
|
o james bratton</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref114" id="cmnt114">[dj]</a><span class="c4">bridle ft bratton</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref115" id="cmnt115">[dk]</a><span class="c4">nota sul problema della
|
|
technè</span></p>
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</div>
|
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<div class="c17">
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<p class="c2"><a href="#cmnt_ref116" id="cmnt116">[dl]</a><span class="c4">wtf???? ha ah</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref117" id="cmnt117">[dm]</a><span class="c4">valutare mappa del tavolo /
|
|
schemino cosmologico / disegnetti della lista</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref118" id="cmnt118">[dn]</a><span class="c4">qui ci starebbe bene anche
|
|
quella in bw che aveva fatto poni con il tavolino tolla di chocopain</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref119" id="cmnt119">[do]</a><span class="c4">scimmia stesa coi
|
|
panni</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref120" id="cmnt120">[dp]</a><span class="c4">non abbiamo mai parlato delle
|
|
altre cose</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref121" id="cmnt121">[dq]</a><span class="c4">foglio gamnbuto</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref122" id="cmnt122">[dr]</a><span class="c4">vero</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref123" id="cmnt123">[ds]</a><span class="c4">pandemia (dal greco antico
|
|
πάνδημος, pándēmos, "ciò che
|
|
interessa tutte le persone", "pubblico", "generale") wiki caziatemi se è</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref124" id="cmnt124">[dt]</a><span class="c4">citando un vecchio
|
|
saggio</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref125" id="cmnt125">[du]</a><span class="c4">alessandro l'intellettuale di
|
|
sinistra</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref126" id="cmnt126">[dv]</a><span class="c4">plot twist</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref127" id="cmnt127">[dw]</a><span class="c4">questa parte e nuova?</span>
|
|
</p>
|
|
<p class="c2"><span class="c4">ci sono quando volete per una reunion</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref128" id="cmnt128">[dx]</a><span class="c4">💕 nuova di marzo 2021
|
|
ahah</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref129" id="cmnt129">[dy]</a><span class="c4">eheeh</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref130" id="cmnt130">[dz]</a><span class="c4">Capitolo pericolos e
|
|
fuorviante, nel senso che come idea è interessante. il problema che sarebbe una cosa da
|
|
pprofondire molto e non so se abbiamo la presenza tale per cavarne fuori
|
|
qualcosa.</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref131" id="cmnt131">[ea]</a><span class="c4">detto cio poi forse mi sto
|
|
fasciando la testa, ma la domanda é quindi cosa stiamo dicendo con sto
|
|
minicapitoletto??</span></p>
|
|
</div>
|
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<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref132" id="cmnt132">[eb]</a><span class="c4">ma io direi che questo
|
|
capitolo è finito già così, è solo per dire ciao a tutti gtrazie di aver letto e
|
|
ricordatevi di non dormire troppo</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref133" id="cmnt133">[ec]</a><span class="c4">ok si</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref134" id="cmnt134">[ed]</a><span class="c4">ampliare ?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref135" id="cmnt135">[ee]</a><span class="c4">@pastortiziano7@gmail.com
|
|
questa parte secondo me a te che sei osservatore viene bene!</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref136" id="cmnt136">[ef]</a><span class="c4">Più che dire che mangi pasta
|
|
al pesto non saprei</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref137" id="cmnt137">[eg]</a><span class="c4">ma no tizi questa è la parte
|
|
dei ringraziamenti di tutte le persone che hanno dato un contributo, io non c'entro
|
|
aha</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref138" id="cmnt138">[eh]</a><span class="c4">direi che cosi va bene
|
|
no?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref139" id="cmnt139">[ei]</a><span class="c4">magari metterei i nomi di
|
|
tutti i ragazzi</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref140" id="cmnt140">[ej]</a><span class="c4">sì giusto, dovremmo trovare
|
|
il modo di recuperarli</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref141" id="cmnt141">[ek]</a><span class="c4">@mr.federicoponi@gmail.com
|
|
dai scrivi una tua bio con gli studi ecc</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref142" id="cmnt142">[el]</a><span class="c4">Si dai</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref143" id="cmnt143">[em]</a><span
|
|
class="c4">@alessandro.gambato@saeinstitute.edu su su metti anche due righe riguardo gli
|
|
studi che hai fatto ecc</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref144" id="cmnt144">[en]</a><span class="c4">@pastortiziano7@gmail.com ti
|
|
va de mettere anche la tua fromazione de studi ecc?? e scrivere che sei un veenziano
|
|
doc</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref145" id="cmnt145">[eo]</a><span class="c4">@luzzanafrancesco@gmail.com
|
|
detto frua metti la dua fantastica brillante bio 1 caro sal</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref146" id="cmnt146">[ep]</a><span class="c4">@gargaglione.erica@gmail.com
|
|
numero 1 bio ti va di scriverla?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref147" id="cmnt147">[eq]</a><span class="c4">che forma ha questa cosa
|
|
nella pubblicazione?</span></p>
|
|
</div>
|
|
<div class="c17">
|
|
<p class="c2"><a href="#cmnt_ref148" id="cmnt148">[er]</a><span class="c4">up</span></p>
|
|
</div>
|
|
</body>
|
|
|
|
</html> |