From bc9ecd80b5f716ec2c93212bbab37088b8472c75 Mon Sep 17 00:00:00 2001
From: poni Go to the console of the browser.
- When your console is open, Now, you can write functions to reveal the website.
- It wasn't that I wasn't really covinced Ciaooooo osfjvsjdvbdijfbvoed wepivodfj oefhvoefj beofjb eofub ojf oejb e Ciaooooo osfjvsjdvbdijfbvoed wepivodfj oefhvoefj beofjb eofub ojf oejb e Ciaooooo osfjvsjdvbdijfbvoed wepivodfj oefhvoefj beofjb eofub ojf oejb e Ciaooooo osfjvsjdvbdijfbvoed wepivodfj oefhvoefj beofjb eofub ojf oejb e Ciaooooo osfjvsjdvbdijfbvoed wepivodfj oefhvoefj beofjb eofub ojf oejb e
+ Hey, this is the documentation
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Usually is under "tools" in the menu of the browser.
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In mac environment, on firefox is command+option+K, on chromium is command+option+J
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Then type start()Presentazione del collettivo
+ ✅👌🏿
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🌞 Il nostro nome è imprevedibile e mutevole. La natura + dell’asterisco ci permette di trasformarci in qualsiasi cosa e combinare ogni volta simpatici + siparietti. Siamo particolarmente affezionati alle dinamiche generative perché hanno un tocco + inaspettato. Ci piace pensare a strumenti che le persone possano usare, applicazioni che hanno senso in + virtù di una collettività e ambienti social tecnologici. La nostra modalità è + sempre stata corale.
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Per scrivere abitiamo documenti online innestando uno dentro l’altro i + discorsi, tornando nelle frasi degli altri e ampliandole, creando botta e risposta come in una sorta di chat + trasversale non a senso unico. In questo modo nessuno ha l’ultima parola e le frasi si sedimentano in + files che vengono riaperti dopo mesi e hanno tutta un’altra consistenza, così come le voci + degli autori mosse e sfumate. Per questo report del Senegal abbiamo scelto di fare lo stesso: vi raccontiamo + il nostro viaggio-progetto facendo salotto virtuale. Questa caratteristica genera progetti articolati e + senza contorni precisi: progetti che tornano a mimetizzarsi con la realtà da cui sono emersi. +
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Questo gruppo è naturalmente disorganizzato, ha una soglia di attenzione + molto bassa ed è super sensibile agli input che arrivano da ciò che lo circonda. Essendo il + collettivo un organismo plurale, gli ambienti che ci circondano sono tanti e gli stimoli si moltiplicano di + conseguenza. Noi non possiamo fare a meno di captarli tutti e assimilarli.
+Facciamo principalmente cose con i computer e con le persone.
+I nostri setup sono leggeri: due piccoli videoproiettori a batteria, qualche pc + portatile e una saponetta per connetterci ad internet se siamo in giro. Lavoriamo sulle modalità + d’uso della tecnologia, tentando di scatenare forme nuove, ripensando gli utilizzi, hackerandoli o + costruendoci sopra qualcosa di differente. Niente effetti speciali o videomapping olografici per un * salta: + cerchiamo di lavorare più sui circuiti mentali e tecnologici che rendono la realtà quella che + è. Li esploriamo dall’interno cercando di modificarli, di stretcharli per ampliarli, + trasformarli e intuire che un’alternativa allo stato presente è possibile.
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+
+
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🌵 Quando si è assuefatti da certe
+ dinamiche, un * salta arriva e ti scuote fortissimo gridando
AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA AAAAAAAAA
[1], +o perlomeno ci piacerebbe. +
+ ++
🌞 Il Senegal è lontano e, per quanto ci si possa preparare in vista + di un viaggio, il lontano arriva e lo prendi in faccia come non te lo aspetti proprio. È l'esatto + contrario di quello che succede sempre quando pianifichi qualcosa o provi a fare degli esperimenti precoci. + La realtà non è mai come te l'eri immaginata: cambia il punto di vista, da che parte + è orientato il letto, le luci, il copione delle situazioni, e via così.
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🌪 Il collettivo un * salta è nato con la prospettiva di questo + viaggio verso il “Lontano”. 🌞 un * salta è come un + cristallo di sale che si forma attorno all’idea dell’andare in Senegal, dove Federico Poni era + stato in veste di fotoreporter assieme al Comitato Pavia Asti Senegal (CPAS), 🍠 onlus 🌪 attiva dagli anni + ‘80 nella regione della Casamance. 🌞 + L’esperienza gli era stata sia un trauma sia + un’appassionante rivelazione tale da riunire i suoi amici per tornarci al più presto. + 🌪 Con questa vaga ma + irresistibile prospettiva, appunto, si è costituito il collettivo un * salta. Un cristallo che ha sviluppato le proprie + caratteristiche cercando punti di intersezione fra le spinte dei singoli. 🥑 Da minerale grezzo a pubblicazione interminabile, la distanza è riscontrabile solo nel + mondo della materia, ma, del resto, le cose solide durano nel tempo.
++
🌵 Per quanto questa idea di Lontano fosse vaga in tutte le sue implicazioni,
+ avevamo in mente delle coordinate geografiche ben precise: il villaggio di Koubanao, come citano la
+ segnaletica stradale e Google Maps; o Coubanao, come invece si trova spesso sul web. Più in
+ particolare, il liceo della zona, dove Poni ha avuto un’epifania.
Il tema del progetto è
+ stato chiaro fin da subito ➛ in che modo uno strumento globale come internet può manifestarsi
+ a livello locale?
Le declinazioni formali invece abbiamo dovuto rivederle infinite volte, sbattere la
+ faccia sugli errori e sui preconcetti, modificare, cancellare, riscrivere. Nonostante le continue
+ riformulazioni, la direzione definitiva siamo riusciti a delinearla solo una volta giunti sul posto ed entrati in contatto con i ragazzi del liceo.
+ Ripensandoci, non avrebbe potuto essere altrimenti.
🌞 Definire la località di internet è un’operazione + complessa. Trattandosi di una rete che mette in comunicazione realtà situate in posizioni diverse, + forse viene naturale pensare al web come qualcosa di uniformemente esteso, omogeneo e caratterizzato da una + propria stessa densità. Se pure questa intuizione poggia su un fondo di verità, è + necessario integrare il principio che consente di connettere l’Italia al Senegal all’Olanda + all’India con una serie di considerazioni critiche.
+Qual è il rapporto tra internet e gli Stati che attraversa? Chi detta le + regole? Chi punisce chi non le rispetta? In che modo la connessione arriva ai diversi Paesi? Possiamo + immaginare un protocollo che metta in comunicazione culture diverse senza inciampare in forme neocoloniali? + Quanto i linguaggi di programmazione sono influenzati dalla lingua inglese? Un’informatica wolof + potrebbe avere un’architettura differente? Può esistere un internet djola se le uniche forme in + cui si è manifestato fino ad ora sono quelle cooptate dai programmi di connessione gratuita tipo + Facebook Zero? Queste contraddizioni, nodi e potenzialità hanno guidato la ricerca, la preparazione e + il viaggio in Senegal, così come la stesura di questa pubblicazione.
+A Koubanao abbiamo sviluppato due applicazioni:
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🌞 Il nostro progetto + è stato anche un viaggio ed è importante ribadirlo perché ne derivano alcune + cose:
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1. Imprevedibilità, non + parlando di imprevisti, ma più che altro di leggi della realtà: ecco queste sono diverse nei + diversi posti e senza abitare queste diverse condizioni ogni progetto è a metà tra il piano + per rapinare una banca e le palline dell'Ikea.
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2. Il primo impatto genera forze + esagerate e sconvolgenti: questo può voler dire che i risultati di questo viaggio forse possono + essere un po' sballati, può voler anche dire che a questi seguiranno tutta una serie di scosse di + assestamento, nuovi incontri e il proseguire di un percorso condiviso.
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3. Questo collettivo esiste in + funzione di una profonda idea di ospitalità. Dalla nostra precedente residenza ad Agrigento abbiamo + adottato una forma di accoglienza reciproca vicina all'abitare. L'ospite è diverso dal + turista[a][b][c][d][e].
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Uno dei momenti più importanti durante la permanenza è stato quando + abbiamo realizzato che avevamo ragione a pensare alla possibilità di un internet differente in + Senegal, un internet specifico per quel luogo. La cosa su cui eravamo + scivolati all'arrivo è che forse ci aspettavamo di trovarlo già bell'e pronto e questo + ci aveva lasciati per un momento in stato di shock. L'internet locale non è per forza qualcosa di + spontaneo: è qualcosa che va coltivato e stimolato, qualcosa che richiede uno stretto confronto con + le identità e le contraddizioni dei luoghi che abita.
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Stiamo scrivendo questo report per organizzare in un discorso tutto quello che + ci è capitato durante il viaggio e la sua preparazione. Questa pubblicazione è un esperimento, + non abbiamo la pretesa che sia coerente e non abbiamo l’arroganza che sia esaustiva. Si tratta di un + coro di voci che affrontano le cose da punti di vista diversi. È importante registrarle per + riconoscere una dignità a quei particolari che altrimenti rischiano di perdersi, di diventare una + decorazione di sfondo o una fase passeggera. A distanza di un anno iniziamo a capire cosa è successo + in quei giorni e può far ridere o cringe rileggere certe cose scritte, ma anche se stupide noi adesso + sappiamo che sono importanti.
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Fateci sapere cosa ne pensate, in modo da ampliare, integrare e rivedere le + traiettorie di questi ragionamenti. Se vi piace qualcosa, ottimo. Se trovate qualcosa di estremamente fuori + luogo o violento cercateci e ne parliamo volentieri. È difficile per noi occidentali confrontarsi con + il diverso e l’altro senza sbavature coloniali. Noi ci abbiamo provato mettendo in pratica il concetto + di ospitalità e sono nate queste storie.
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ciao
+un * salta
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+ +
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🍠 Con gli amici del Comitato Pavia Asti Senegal e la + mia amica Ada parto con la macchina fotografica incaricato di scattare i momenti passati assieme agli + abitanti dei villaggi della Casamance. Ada è figlia di Mimmo, il segretario del gruppo, che mi ha + proposto di seguirli in Africa nel novembre del 2017. Il Comitato coopera con quella regione da più + di trent’anni e a tutti gli effetti si può dire che sia nata una relazione di amicizia. Una + particolare informalità si è sviluppata nei villaggi di Django e Koubanao, situati nella zona + più verde del paese. Così, come abbiamo fatto noi di un * salta due anni dopo, da Dakar siamo + scesi verso la Casamance in traghetto. Ricordo perfettamente la notte in barca: Ada ed io andavamo in giro + sul ponte, il vento oceanico ci bagnava i capelli col sale e ridevamo pensando a come un “ciao” sul bus del nostro quartiere ci avrebbe portato + in Senegal 6-7 anni dopo. Mimmo, suo papà, sprizza energie da tutti i pori ed è una persona + entusiasta come me.
+La banda è composta anche da: Marta, classe over 80, ha girato il mondo e fu + la prima che con il proto-CPAS approdò in Senegal; Damiano, ricercatore all’uniPV; Baba, + falegname senegalese di cui si parlerà in un altro capitolo. Ad aspettarci a Ziguinchor + c’è Angelo, consigliere del CPAS e che qui bazzica spesso.
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Ci alziamo all’alba con un sole gigante che sorge in stile cinematografico, la + classica palla arancione che fin quando non la vedi dal vivo non capisci la potenza della scheda grafica del + mondo. Caffè in una mano e reflex con obiettivo 300mm dall’altra, la + tengo in equilibrio facendo pressione sulla capoccia.
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Arrivati a Ziguinchor siamo ospiti presso un hotel amico del Comitato, è + abbastanza lussuoso: c’è un bel ristorantino e anche una piscina con vista sul fiume. +
+Lì troviamo una cricca di rapper, fun fact: uno di loro l’avevamo + conosciuto sul traghetto perché ci aveva chiesto di scattargli una foto. Facciamo amicizia, rappano e + il loro manager/videomaker Mamina si scopre essere + di Django, il villaggio la cui scuola elementare è stata fondata dal papà di Mimmo. +
++
Quella sera mangiamo con il proprietario + dell’Hotel e sua moglie: hanno servito anche carne di coccodrillo. Io ho + mangiato le mie amate cipolle.[2]
+Finito il banchetto, Ada ed io salutiamo la tavolata per fare un giro con gli + Hardcore Side, ovvero i rapper incontrati nel pomeriggio.
+Giriamo per la città, la notte è semivuota, c’è + profumo di arachidi che vengono tostate, i regaz cantano un extrabeat e con Ada parliamo di quanto sia + meraviglioso essere in un altro continente.
+Torniamo in hotel, Mimmo in un impeto di allegria alimentata da circostanze e alcool + mi chiama “Alessandro l’intellettuale di + sinistra” tutto ok ma in realtà mi chiamo Federico.
++
Arrivati a Koubanao, dopo i rituali saluti dei membri più storici del
+ Comitato con gli amici del villaggio, partiamo per il tour delle scuole locali: due materne[f], una elementare
+ e il lycée.
+
Il lycée è situato nella via principale; oltre all’istituto
+ superiore c’è la farmacia, un paio di piccoli alimentari che noi chiamavamo siop, la moschea,
+ la sede del Kdes (l’associazione locale per lo sviluppo della Casamance), lo spazio ospedaliero, la
+ banca, le capre, 🌵 le faraone a pois, i cani randagi tutti uguali,🥑 le mucche bonarie ma con le corna aguzze, 🍠il negozio di vestiti, gli alberi con sotto i fioi in motorino perennemente in
+ siesta, la fermata dei car rapides (autobus). Una piazza
+ a tutti gli effetti che nelle ore diurne viene popolata dalle donne che vendono rinfreschi per gli studenti,
+ un ragazzo con le angurie e giare di terracotta di dimensioni bibliche, i meccanici che sistemano biciclette
+ e motorini, il muezzin che prega con i soci, tanti con lo smartphone in mano e la musica in condivisione ad
+ alto volume. A pranzo, alcuni vanno nel ristorantino associato all’istituto professionale: pochi
+ ristori in loco, molti ragazzini arrivano con i grandi
+ vassoi di metallo per portare take-away a casa,🥑 il fegato ottimo, il
+ bissap. Ricordo di aver chiesto a Malamine Dieme,
+ nostra guida nel villaggio, quale fosse il suo piatto preferito e lui non ha capito la domanda. Questo è l’andazzo generale del
+ villaggio.
+
+
+
+
Entriamo nel liceo, un saluto al guardiano e cominciamo
+ l’ispezione di quell’architettura tanto
+ diversa dalla nostra italiana. La biblioteca ad esempio è un edificio tondo molto fresco
+ all’interno ( 🌵 molti libri sono stati donati e sono quasi tutti in
+ francese o inglese, nessuno in wolof o djola). Nelle aule grandi lavagne,
+ finestre senza vetri, i muri esterni affrescati.
E da uno di questi è partito tutto, il murale dell’aula di informatica: + dentro computer e monitor, fuori un dipinto epifanico, appena letto è rimbombato nella mia testa, entusiasta prendo la macchina + fotografica e scatto una foto.
+Internet: to learn, to discover and to be closer.
+The world a planetary village.
++
Due frasi che racchiudono molteplici significati. Scritti e letti ora, senza + contestualizzazione, paiono magari un utopico <h1> fine anni ‘90, ma trovarlo senza preavviso in mezzo al polveroso Senegal aveva un che + di emozionante.
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+
🌞 Esistono immagini che puoi sentire e altre invece che non hanno nessun + potere attivo e sono inerti o addormentate o semplicemente anonime. Come i nomi e i gesti, anche le immagini + si caricano e svuotano di significati, in processi che un po’ a marea vanno e vengono, interagendo con + l’ambiente che abitano. Allo stesso tempo, di riflesso, certi luoghi e certe situazioni in cui + l’immagine si addensa acquistano un senso nuovo.
++
Il murales dell’aula di informatica è stata un’immagine dura contro cui Poni ha battuto la faccia e ne è stato + profondamente colpito: la sua fisicità, la sua posizione e il contesto incredibile in cui si trovava + ha fatto come slittare la terra da sotto i piedi e in questo modo l’ingranaggio ha saltato un dente + del suo meccanismo andando dritto a quello successivo e mettendo in moto il lavoro del collettivo. +
++
Il murales ha generato un mulinello di eventi e sia nella sua forma reale che + nelle continue moltiplicazioni digitali ha iniziato ad assorbire e trasudare il senso, i discorsi e i + significati di ciò che gli stavamo costruendo attorno. Con dinamiche meticce tra il meme e il santino + con l’immagine della madonna, un * salta si è affidato all’icona del laptop disegnato sul + muro per avanzare un’ipotesi ⤏ che internet potesse essere diverso se utilizzato in contesti + diversi dal nostro, che internet potesse avere una propria località, una propria lingua straniera, + dei gesti o costumi non scaricati di default, ma installati localmente e condivisi con la comunità + online.
++
Al ritorno di Poni dal Senegal + si è però attivato anche un altro murales: un murales digitalizzato, fotografato, caricato su + Facebook e scaricato nelle nostre chat. Un murales taggato e compresso, privato di tutti i suoi metadati cui + ne sono stati probabilmente sovrascritti altri: i suoi contenuti sono stati tradotti e riconfigurati per la + semantica web dagli algoritmi di un generico social. L’immagine digitale oltre al significato si + riempie e svuota anche di informazione, spesso a nostra insaputa o senza che ci facciamo troppo caso. Un guscio di immagine che viaggia in cerchi sempre più ampi, + passando dalla facciata di una scuola in Casamance all’hard disk di un data centre svedese, secondo + alcune logiche disegnate confezionate ritagliate e cucite in California per poi vestire i nostri smartphone + mentre scrolliamo il feed in treno (direttrice + Bergamo-Milano via Carnate 😬 il loop più lungo...).
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🍠 Come sotto una pioggia di informazioni sembrava comparire davanti a noi una ricostruzione a più + dimensioni del murales: dall’immagine bidimensionale comparve un asse di profondità che rendeva tangibile quella tensione tra il disegno e noi, + una connessione complessa che avrebbe portato ad una rete di relazioni.
+Quella caricata sul web non era solo la foto di un bel viaggio e la chiusura di un + capitolo, ma un segnale irrequieto e continuo ping per la creazione di nodi di un ipotetico network. +
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🌞 La foto del murales è diventata un’icona per accedere al + Senegal:
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1. ll nodo attraverso cui tutti + i nostri discorsi dovevano passare per trovare una traduzione in quel Paese lontano. Un’interfaccia + che dava un linguaggio comune a entrambe le voci del discorso: noi e loro, con il dipinto in mezzo: un + portale attraverso cui passare per andare a Koubanao. 🍠 In altre + parole, l’interfaccia serve ad aiutare l'utente ad abitare una condizione virtuale, che sia un + software o che sia una ricerca in un villaggio dell’Africa subsahariana occidentale. 🌞 L’interfaccia che si viene a creare non veicola completamente il mondo + opposto, ma è una semplificazione, un passaggio comune da cui filtra solo una ridotta gamma di + significati, 🍠 che + può facilitare certi gesti e nello stesso tempo impedirne altri. 🌞 Avete presente quel meme del cammello e della cruna + dell’ago? 🥦 O quello del cammello e della grondaia? Una comodità in comune tra due discorsi che comunque faticheranno a parlarsi e non + potranno capirsi (restando ciascuno nel proprio contorno) perché fondamentalmente rimangono sguardi + non assimilabili. Questa parola in comune che abbiamo imparato assieme è solo la prima, la prima e necessaria per poi aggiungere in un lavoro + collettivo altri pezzi fino a costruire un discorso nell’intersezione dei nostri due mondi.
++
2. L’icona e l’interfaccia sono una immagine - parola - significato che + si autoavvera. L’icona home rappresenta, costruisce un senso e a tutti gli effetti porta alla home + quando viene cliccata. In quest’ottica l’icona è una promessa e richiede al sistema che + abita di essere un incantesimo coerente: come il dio garante che spacca la testa del Cartesio a metà + e si incarica di far corrispondere res cogitans e + res extensa: «si si» gli dice dio: «Ci + sono qua io stai sicuro che quando schiacci refresh il browser si aggiorna». E così facendo crea il concetto di refresh, ne associa un gesto, delle conseguenze e lo mette sull’albero al centro del giardino, in + attesa che poi qualche serpente faccia lo scherzo. L’icona contribuisce alla + narrazione di un sistema attraverso le azioni e i gesti che la attivano e che attiva.
+🍠 L’icona-murales attiva ed è attivata da un desiderio + collettivo, creando così di fatto un network rappresentando il network.
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3. 🌞 Questa + corrispondenza non è sempre data e ce ne accorgiamo dolorosamente o costruiamo castelli quando + qualcosa non funziona. Il meccanismo di un’icona non è garantito a monte, ma fa parte di un + sistema di significati che deve essere dichiarato. Un sistema che deve agire in entrambe le direzioni, al di + qua e al di là dell’interfaccia, con un loop coerente tra azione e reazione, tra feedback e + output.
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4. Ogni immagine è frutto di un punto di vista ed + è facile cadere nella trappola de il Junji Ito occidentale
+Uno sguardo che crea da solo il sistema di senso entro cui il murales + vive, proiettandolo sull’altro senza dialogo e scambio.
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+
🍠 Ci sono 208 Stati nel mondo, ognuno con le sue + politiche di navigazione, di censura, ognuno con più o meno accessibilità al World Wide Web, + con più o meno cavi sottomarini che arrivano sulle proprie coste. Le nazioni hanno popoli con + un'educazione differente e con un’educazione differente riguardo internet: qualcuno ci lavora, + qualcuno lo usa solo per svago, qualcuno per comunicare con i propri cari dall’altra parte del globo, + qualcuno ci fa arte, qualcuno fa tutte queste cose. Ognuna di queste azioni è ripetuta spesso o + saltuariamente. Se ogni interazione performata sulla + rete venisse visualizzata come un puntino luminoso dal cielo, la fruizione di internet sembrerebbe un codice + morse schizofrenico che ci comunica l’attitudine connettiva della nostra specie, 🌞con alcune zone più dense e altre meno.
+🍠 Internet è un mezzo globale e il nostro + intento di ricerca di un internet locale è ancora aperto, un work in progress che potenzialmente non + avrà mai conclusione poiché ogni porzione di utenti in un dato luogo formano un microcosmo a + sé stante e potenzialmente questi microcosmi sono infiniti.
++
🌵 Per questo quando abbiamo iniziato a + riflettere sul tipo di progetto e sui temi che ci interessava approfondire, ci siamo resi conto che le + premesse avrebbero consentito di realizzare diverse declinazioni a partire da diversi luoghi. Con progetto + intendevamo infatti un punto di partenza, una direzione di ricerca il cui sviluppo sarebbe stato + necessariamente differente in base al posto che ci avrebbe accolti.
+Da un lato la cosa ci ha messi un po’ in crisi e non abbiamo potuto fare a + meno di chiederci se a questo punto avesse senso andare proprio in Senegal o se a spingerci non fosse in + realtà un semplice desiderio di avventura esotica.
+Fortunatamente dall’altro abbiamo ritenuto che questa versatilità non
+ fosse una cosa negativa e siccome un * salta è una concrezione nata
+ attorno all’idea di quel murales, a quel murales abbiamo deciso di restare fedeli.
Realizzare il
+ primo lavoro a Koubanao non avrebbe di certo escluso la possibilità di continuare lo studio altrove,
+ magari in luoghi a noi prossimi.
+
🥑L’attenzione doveva andare anche + però in una direzione che definisse realmente la diversità tra due realtà comunicanti: + la nostra e la loro. Un'icona del resto ha il potere di mettere in contatto con il divino, con il mondo + virtuale e distante di Koubanao ma anche con se stessi. Ripensandoci la vena narcisistica di questa + rivelazione ha, in parte, reso necessario sviscerare il mistero: quali noi avremmo trovato dall’altra + parte, nelle sabbie africane in territori del tutto al di fuori della nostra portata immaginativa e al di + fuori delle nostre logiche determinanti.
+
🌵 Così, dopo tanto discutere, scrivere, cancellare e
+ ripartire, siamo atterrati in Africa, abbiamo risalito il grande fiume Casamance e abbiamo posato i nostri
+ piedi sulla terra rossa di quella regione. Lì, di fronte a noi, fra la gente, la polvere e i manghi
+ ☞ Internet: to learn, to discover and to be closer. The world a planetary village.
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🌞 Qua abbiamo messo una panoramica sul + background teorico della nostra ricerca. Se immaginiamo questa pubblicazione tesa tra l’essere un + saggio e un reportage, questa sezione tende più verso sinistra.
+ +“come se fosse un’altalena”
+Ciò non comporta un distacco dal reale comunque, o dalla natura narrativa e + discorsiva degli altri capitoli. Ognuno continua a scrivere con la propria voce ed è interessante + provare ad applicare questa modalità non solo al racconto di un viaggio, alle esperienze personali e + le impressioni di ciascuno, ma anche al costruirsi di un ragionamento. Un pensiero + che bene o male trova la sua strada nella riflessione personale, ma anche da intuizioni multiplayer e un continuo ping pong maieutico: sport preferito dei giovani nostri noi.
+Ci siamo organizzati in 3D:
+X asse locale / globale
Inquadrare la
+ località e la globalità della rete espone e cerca di validare la necessità di un
+ internet situato: un internet determinato da urgenze collettive[k][l][m][n][o] e identità culturali variegate,[p] non solo un
+ network di estrattivismo e speculazione[q][r][s][t].
+ L’altra faccia della medaglia è un approccio critico alla necessità di protocolli globali[u][v][w] e modalità di
+ comunicazione tra diverse località, che portano dritti al secondo
+ asse.
+
Y asse decentralizzato / centralizzato
Attraverso lo studio[x] dell’infrastruttura di internet viene introdotto il discorso riguardo la
+ possibilità di un protocollo comune di matrice
+ non coloniale[y]. Da qui il punto viene ampliato mettendo a confronto web
+ centralizzato vs decentralizzato[z][aa][ab], nella sua architettura [ac][ad][ae]e urbanistica[af][ag][ah][ai]. Quando rifiutare i software del padrone e quando invece detournarli
+ / deleggittimarli / o
+ caricarli dei nostri personali significati[aj][ak][al][am]? Fare affidamento sui software open source è empowerment o tagliarsi le gambe da
+ soli[an]? Scenari interessanti si
+ possono aprire mischiando il DIY al DIWO [ao][ap][aq][ar]digitale.[as][at][au]
+
Z asse custom / preset
Internet crea il contesto sociale in cui ci muoviamo, online ed offline[av][aw][ax][ay][az][ba].
+ Conoscerne le dinamiche, le forme e la struttura diventa cruciale per non restare travolti dalle ondate di
+ narrazioni che genera. Si parla di costantemente (tra di noi, di un * salta) di una alfabetizzazione digitale[bb][bc][bd][be][bf][bg], ma effettivamente cosa intendiamo con alfabetizzazione? Forse creerebbe però il terreno
+ solido su cui muoversi da una rete di preset, monolitica e imposta a una serie
+ di “luoghi custom” che ci appartengono, e ai quali sentiamo di
+ appartenere[bh][bi].
+
Chiude il capitolo uno sguardo sulla situazione che abbiamo trovato nel villaggio di + Koubanao, una condizione per certi versi non totalmente diversa da quella Italiana: disponibilità tecnologica penalizzata da un accesso limitato per questioni spesso + economiche, e per una mancanza di alfabetizzazione dcigitale[bj][bk].
++
+
+
https://computingwithinlimits.org/2021/papers/limits21-devalk.pdf +
++
+
Inquadrare la località
++
🍠 “Internet è una entità + singola ma con una miriade di proiezioni territoriali”[3]
+
🌞 Cosa vuol dire internet locale? a quale
+ luogo ci si riferisce? Il luogo da cui viene trasmesso o il luogo in cui viene ricevuto? Il luogo in cui si
+ materializza, e cioè il computer, oppure tutti i posti che attraversa sotto forma di onda
+ elettromagnetica o cavo sotto nel mare?
Alcuni spunti:
++ +
+
+
+
+
inquadrare la globalità
+Annullare la distanza forse ha come effetto che + chiunque possa proiettare la propria condizione sull’altrove, dando per assunto che tutti quanti siano + seduti per terra, o stiano scrollando le notizie dal telefono, o abbiano una connessione super veloce, o + siano effettivamente persone. Questo è un tranello in cui siamo indotti ed è la cosa + più lontana dalla realtà. Il corollario è il memetto del cane[4]: nessuno sa chi sei, perché nessuno + è portato ad immaginare una situazione diversa da quella che abita.
++
🥑 Forse è + per questo che ci piace molto, internet ci rende padroni del nostro impero personale, uniformiamo la + realtà a nostra immagine. Vediamo il murales [bm]ma in realtà stiamo guardando noi stessi e + cosa c’è di meglio di uno specchio in questo mare di perduti viaggiatori tra dati, podcast, + meme, Netflix che ringrazio e maledico per i consigli fatti ad + hoc sulle mie ultime ricerche? Pure i suggerimenti di YouTube: + in questi anni ho imparato a capire quanto una persona potesse essere + diversa da me proprio da questi suggerimenti e, sempre con piacere, scopro + i guilty pleasure delle persone + simili ai miei, guarda un po’ anche lui si vede i video delle lotte tra insetti.
++
+
🥦 Internet trasforma lo spazio in tempo, anzi + lo annulla nella simultaneità del real time.
+
Considerazioni sul fatto che il presente
+ di internet cancella la storia locale del Senegal (e anche di tutti gli altri posti... ) in progress
+
+
Questa idea di globalità sembra insomma essere un presupposto + fondamentale di internet, nel 2022 (sì, sono passati un po' di anni dal nostro viaggio in + Senegal) . Ne definisce l'essenza e anzi pare essere diventato il minimo comune denominatore per + qualsiasi comprensione di internet. Non che questo sia esattamente il primo pensiero che viene in mente a + noi nativi digitali sempre attaccati al cellulare. Il fatto è che la capacità di internet di + connettere diverse parti del globo, o di accorciare apparentemente le distanze fino ad annullarle è un qualcosa di così + naturalizzato nel nostro quotidiano che viene dato per scontato.
+Essere connessi non è più un big deal, è del tutto + normale, anzi ci stupiamo e andiamo in crisi quando in certi posti la connessione è lenta o del tutto + assente. Questo ci porta a modificare la nostra comprensione delle cose nel nostro quotidiano, le nostre + stesse abitudini si sono sviluppate su una relazione necessaria con internet (Linton Kwesi Johnson cantava "internet is a bitch dere’s no escapin it”, o + almeno mi piace pensarlo). Se da una parte internet rimane una costante invisibile, dall'altra si rivela + con sicurezza attraverso certi gesti. Scrollare la bacheca, inviare messaggi ai nostri amici senza vederli + da mesi (parentesi sul fatto che ci sia stata ed è in corso una pandemia? lol), ordinare cibo sul + delivery service di turno, guardare serie tv su netflix o fare swipe su tinder (o le seghine su twitch), sono tutte azioni + perfettamente normali, con un significato condiviso e presumibilmente condiviso con tutto il mondo. +
+Cosa succede se non è più la globalità ad essere + il fondamento di internet ma internet il fondamento della globalità(ma soprattutto, l’internet + delle grandi piattaforme)? E non solo della globalità, che a questo punto passa del tutto in secondo + piano, ma dell'intera realtà in cui viviamo. perché è proprio questo che sembra + succedere oggi. Il fatto è che le big tech sono state davvero radicali nel puntare tutto su questo + strumento, e con tutto intendo davvero tutto, hanno portato alle estreme conseguenze questa idea di + globalità fino a farla diventare universalità. Non solo tutte le altre declinazioni di + internet sono completamente escluse dalla topologia creata dalle grandi piattaforme, ma l’intera + comprensione del mondo in cui viviamo passa, per la maggior parte, attraverso di esse.
++
L'idea di globalità di internet oggi è forse + più legata a questa universalità di gesti e significati che si portano dietro, creando un + immaginario che presumiamo sia condiviso da tutti quelli che hanno avuto a che fare con internet, che a sua + volta (per volere delle big tech) è ovunque. Insomma questa promessa di connessione globale di + internet è un po' un cane che si morde la coda ed è anche un'idea o una scusa un + po' obsoleta.
++
Annullare la distanza tramite internet è forse una delle pretese + più riuscite delle big tech, nel senso che non è vero che internet annulla le distanze, anzi + è piuttosto vero il contrario.
++
*una frase sul fatto che internet è completamente sincronizzato + con le nostre abitutidini e viceversa, influenzando i nostri ritmi fino a rallentarli o velocizzarli con + quelli delle grandi piattaforme. "hai speso 35 minuti su instagram" dice il timer che ho messo + alla mia app.*
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*se qui internet è così sovrabbondante *
+*
++
*una frase sul fatto che l’internet delle big tech egemonizza i + modi di usare internet facendo presa sulle abitudini del nostro quotidiano. offrono una scorciatoia, + ottimizzano, facilitano etc.*
++
+
((((. Ma forse è più utile pensare a queste distanze in + termini di temporalità?
+real time e keeping up with platforms' rhythm.))
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+
È a questo punto che si rende necessaria non solo l'idea di + un internet globale, ma bisogna anche comprendere che il nostro internet e il nostro uso di esso è + solo uno dei tanti, ed è tanto locale quanto l'internet locale che volevamo scoprire in + Senegal.
++
sta parte è da sistemare un tot, scritta di getto per rompere il + ghiaccio but workin’ on it :)
++
---- chiudere il pragrafetto con il fatto che annullare la distanza sia + spaziale che temporale possa essere per certi aspetti problematico, e che quindi ci interessa capire e + ricercare in che modo internet possa + riappropriarsi del concetto di località. O meglio, in che modo si possa riconoscere e far emergere la + località di internet per legittimare e valorizzare realtà diverse dalla nostra. + (c'è un qualcosa di paurosamente coloniale nel pensare che le tecnologie siano tutte uguali e che + debbano essere usate nello stesso modo in tutto il mondo)[bn][bo][bp]
++
🌞 Ritorno agli spunti-ni dopo anni: +
++
+
🍠 Piccoli esempi utopici e distopici: tra + alternative non egemoniche e realtà estrattiviste e speculative
+I livelli sopraelencati son gli stessi ma le dinamiche possono cambiare: + l’utilizzo di altri strumenti social, di pubblicazione, di gestione può cambiare effettivamente + l’approccio a questo stack complesso tra interfaccia-utente-mondo
+Generalmente quando parliamo di internet parliamo del protocollo HTTP, ma ci + sono altre soluzioni più ecologiche, utopiche e testarde: per esempio, il protocollo Gemini pare un + revival dell’internet 0.1, senza immagini senza styles, che vuole essere una risposta radicale alla + cultura della piattaforma e dello spreco di dati (-> wordpress, infinite scrolling)
+La questione dell’internet decentralizzato in questi tempi è + abbastanza hyped, per via delle crypto, ma è soprattutto altro: a livello di social si possono + trovare esempi confederati come peertube o mastodon, software di, in questo caso, streaming video e social + stile twitter dove ogni istanza (= installazione in un server) decide la propria “bolla”, decide + con chi legarsi e con chi no. Agency
+L’approccio più generale alla computazione può essere messo + in discussione: l’accelerazione nello sviluppo costante di gadget favolosi – obsolescenza ecc + – costruzione di semiconduttori in Taiwan – sostenibile come una macchia d’olio dio + boia
++
da riformulare cioè vaffanculo al rural computing
+This first axiom can be narrated by the old Nokia motto “connecting + people”: RC would connect people and the whole ecosystem thanks to a local-related-technology, tools + built according to what the ecosystem offers without any violent extractions of matter; but in the out-there + world this motto is linked to the fact that to build a smartphone takes an entire civilization: + "California, Japan, Taiwan, Congo, Switzerland, China are all connected by the supply chains of tech + capitalism."
+So, sustainability is surely the core of RC, instead of planned + obsolescence, it's possible to think about planned longevity. Try to redraw computation for scaling down + the requirements from the material world must be fundamental. If the world our there is constantly + developing new, faster, more performing devices, is an acceleration of the catastrophe through extraction + and waste of energy, RC would think of another kind of acceleration: a raccoon accelerationism, based on + picking up rubbish to reuse for new purposes to embrace proper degrowth. This is a genuine meaning of + progress, that does not constantly imply the abandoning of the old.
+esempio pratico e concreto:
+permacomputing, computazione che prende ispirazione dalla + permacoltura
+http://viznut.fi/texts-en/permacomputing.html +
+rendere collettivo un processo computazionale è complesso perché o + si ha totale controllo su certi processi + digitali (e non) o è proprio cazzo difficile avere empowerment quando si usa la suite di + micro***t
+Ma chi, nel 2022, sbatte la testa su self-hosted servers e ci installa + dentro tutte le alternative possibili? solo dei disperati
+ma questi disperati in realtà poi si coalizzano, fisicamente e + virtualmente, tramite network umani e infrastrutturali: servus.at, ec… [to find to remember] +
+alternative all’internet come network
+https://paquetesemanal.eltoque.com/ +
+la questione dell’estrattivismo non è solo una questione di + estrazione costante di dati in se ma è la questione dei contenuti creati (costantemente) da un sacco + di utenti: qui il problema è ambivalente, l’estrazione e l’archiviazione di ogni dato + è un problema più ecologico oltrechè di privacy, ma ci siamo rotti pure i suddetti a + parlare di privacy
+questione legale del publishing su facebook: è roba di meta quando + schiacci il pulsante
+e dall’altra parte il problema sono anche gli utenti per la totale o quasi mancanza di coscienza sullo stack di cui
+ stiamo parlando ma noi che ci possiamo fare? proprio nulla? o se la gente sa e se ne frega? è giusto
+ pure così
aspettiamo il collasso → collapse OS
pensare agli elementi dell’internet come qualcosa che può + decadere, scadere, andare in pensione, circa
+IPFS => un altro modo per scambiare i files nell’internet senza
+ usare http,
c’è anche ONION ehehe, peergos
rete locali wireless guerrilla etc (libretto rosa sulla tech e altre + cose)
+dare attenzione anche ai garden? revival dei blog? il modo in cui si + pubblica cambia tutto – scrivere qualcosa su facebook, su medium, su un self-made website è + differente – perchè?
++
ecco una mappamappa: forse bene fare un grafichetto
++
+
network di estrattivismo e speculazione[bq][br][bs][bt]
++
social good
+un internet determinato da urgenze + collettive[bu][bv][bw][bx][by] e identità culturali variegate,[bz]
++
un approccio critico alla necessità di protocolli globali[ca][cb][cc] e modalità di comunicazione tra diverse località
++
+
+ +
+
+
+
🌵 L’utilizzo di internet dalla nostra + posizione privilegiata ci appare omogeneo e in grado di fornire le stesse opportunità a tutti coloro + che possono permettersi una connessione. Invece, a dispetto della sua osannata globalità e + di quanto affermato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite[cd] (ovvero che gli stessi diritti + riconosciuti offline devono essere riconosciuti anche online), si registrano numerose discrepanze dovute a + situazioni politiche, economiche e sociali.
++
Nel periodo della nostra permanenza a Koubanao ha cominciato ad insinuarsi il + pensiero che studiando la storia e le dinamiche dell’infrastruttura di internet si potesse comprendere + meglio anche il tessuto della società contemporanea. Era solo un'intuizione, suggerita dalla + percezione di uno strisciante e silenzioso colonialismo digitale e non, ma facendo le giuste ricerche si + è rivelata precisa. In Senegal le conseguenze della dominazione francese si vedono ovunque, a partire + dalla lingua, passando dall’architettura fino ad arrivare a carcasse di macchine inglobate dalla + vegetazione. Gli oggetti parlano chiaro, perché + l’infrastruttura fisica di internet non dovrebbe fare lo stesso? Internet + che è diventato qualcosa di inscindibile, qualcosa di indelebile, qualcosa di indispensabile, + perché nell’immaginario collettivo rimane privo di forma?
+Sembra che si preferisca continuare a vivere nell’astrazione. È vero + che percepiamo la sua presenza principalmente attraverso cellulari, computer e tablet, senza poter accedere + a tutto ciò che accade oltre, ma la nostra consapevolezza dello strumento e del suo contesto non deve + limitarsi a far scorrere il pollice sullo + schermo.
+
Nel frattempo, per soddisfare il crescente aumento della
+ domanda di spazio di archiviazione e larghezza di banda, l’infrastruttura aumenta, assume forme
+ fisiche imponenti, si espande in tutte le direzioni e si impossessa di preziose risorse naturali. Ha
+ occupato i mari, la terra e i cieli, eppure sembra essere immateriale. Per chi la osserva è invece
+ un’ingombrante manifestazione delle complesse
+ situazioni politiche, sociali e ambientali in cui ci troviamo. L’infrastruttura può diventare
+ un paradigma emblematico del nostro presente, se decidiamo di prestarle attenzione.
Internet e la tecnologia in generale sono un patto stretto con la terra, la
+ fibra ottica, l’acciaio, la plastica, la luce, gli squali, gli scoiattoli, gli uccelli, l’aria e infine, anche con l’uomo.
https://www.youtube.com/watch?v=VVJlKJi9FWU
++
+
È il 17 ottobre 1851, fra St. Margaret’s Bay, in Inghilterra, e + Sangatte, in Francia, accade qualcosa che rivoluzionerà il futuro delle comunicazioni: viene posato + il primo cavo sottomarino del telegrafo.
+Questo strumento stava già radicalmente cambiando la percezione del mondo e
+ le sue dinamiche, il progresso avanzava a gonfie vele ed eravamo in grado di espanderci fluidamente in ogni
+ direzione, lo spazio stava assumendo tutta una nuova connotazione e noi assieme a lui.
Adesso facciamo un
+ * saltino in avanti fino al 13 agosto 1858, quando Vittoria, regina a capo del Regno Unito di Gran Bretagna
+ e Irlanda, invia un messaggio oltreoceano per la prima volta nella Storia. Ebbene sì, il primissimo
+ cavo transatlantico entra in funzione (per solo un mese) (ma questo loro ancora non lo sanno). Le sue parole
+ sono “Europe and America are united by telegraphy. Glory to God in the
+ highest, on earth peace, goodwill towards men”. Grandi feste, grandi
+ parate, grandi discorsi, grandi incendi:
+
“We have been having a great time here, celebrating the success of the + Atlantic Cable, cannon, flags, shouts, extra-papers, & extra-policemen, fireworks, crowds, processions, + music, illuminations, transparencies, &c., &c., and ended by nearly burning down the City Hall, in + our delight, it having caught from the fireworks, and lost its cupola, and part of its upper + story.”
+Lettera del 18 agosto 1858 inviata da un visitatore di New York a suo zio[5]
++
+
Non tutti però sono della stessa opinione, sull’Harper’s Weekly
+ in una vignetta del 16 maggio 1857 si vedono due borseggiatori intenti a scambiarsi queste battute:
+ “Folks call this Telegraph a Great Hinvention! I say it's mean!
+ It don't give a Cove a fair chance! They'll know all about him in Hamerica afore he gets
+ there!”
Già, perché il telegrafo non servirà solo
+ a diffondere la pace e ad unire i continenti, in breve tempo si trasformerà da invenzione scientifica
+ a strumento di potere al servizio dei grandi imperi coloniali. I suoi tentacoli svilupperanno una rete
+ militarmente e commercialmente strategica per migliorare il controllo sui territori sottomessi. Ed è
+ così che le presunte missioni di civilizzazione e le teorie che il progresso tecnologico avrebbe
+ migliorato la vita dei “primitivi”, si dimostreranno semplici mire per sottomettere proprio
+ coloro che promettevano di liberare. La tecnologia giustificherà le azioni degli imperi e darà
+ alla violenza sistematica una parvenza di civiltà, la vestirà di bianco per farla sfilare
+ davanti agli europei soddisfatti delle loro buone azioni. La tecnologia non modificherà le dinamiche
+ di potere, ma ne verrà imbrigliata, diventando una fonte di immenso guadagno per coloro che
+ riusciranno ad assumerne il controllo.
+
Oltre al danno, non crediate di scamparla, ci sarà anche la beffa, in + quanto l’esistenza stessa di questo strumento non sarebbe stata possibile senza il contributo delle + risorse, delle conoscenze e della manodopera delle colonie. Per esempio, da esse proviene la guttaperca, una + macromolecola di origine vegetale derivante dal lattice disseccato di varie specie di alberi della famiglia + delle Sapotacee, tutte indigene della regione indomalesef. Questo materiale si era rivelato l’unico + abbastanza resistente da poter sopportare l’ambiente sottomarino isolando i cavi in rame del + telegrafo. Uno strano gioco del destino ha voluto che le specie di questo albero crescessero solamente nei + territori delle colonie inglesi, francesi e olandesi, facilitandone lo sfruttamento.
+Inutile dire che gli esiti di questa scoperta saranno catastrofici e causeranno + una vera e propria strage. Secondo quanto scrive lo studioso francese Eugène Sérullas, a + Singapore la pianta si era già estinta prima del 1857, a Malacca e Selangor lo sarà entro il + 1875, e a Perak entro il 1884. Nei primi anni del Novecento si stima inoltre che la guttaperca nei cavi + ammonti a circa 27000 tonnellate e supponendo che da ogni albero si ricavi una media di 311 g di + lattice, arriviamo alla conclusione che in nome del progresso furono abbattute 88 milioni di piante. +
+
Se ci spostiamo in India nel 1851 possiamo osservare William Brooke
+ O’Shaughnessy, un fisico irlandese facente parte della British East India Company, mentre sviluppa un
+ sistema telegrafico diverso da quello che si sta studiando in Europa e America. Il suo lavoro vanta un
+ utilizzo di tecniche metallurgiche tradizionali e indiane, affidandosi al lavoro di artigiani
+ locali.[6] Tuttavia i meriti delle persone indigene non verranno riconosciuti in quanto il loro
+ apporto non si può considerare all’altezza di quello degli scienziati europei.
Sempre in
+ India durante la dominazione inglese, qualora ci capitasse di entrare in una stazione telegrafica, noteremmo
+ una divisione dei ruoli molto impari, infatti gli impiegati sarebbero tutti indiani mentre i telegrafisti
+ principalmente europei. Questa ripartizione dei compiti crea una forte gerarchia e impedisce a chi si trova
+ più in basso di acquisire le conoscenze per ottenere l’indipendenza e le capacità
+ sufficienti ad utilizzare lo strumento.
+
Bene, dopo tutti questi pellegrinaggi spazio temporali per seguire le violente
+ vicende di un vecchio strumento che probabilmente nessuno di voi ha mai visto dal vivo né tanto meno
+ usato, è giunto il momento di dare alcune spiegazioni. Il telegrafo ci riguarda molto più di
+ quanto immaginiamo, anzi, ci riguarda talmente da vicino che ogni giorno abbiamo a che fare con esso. Molti,
+ ma non tutti, sanno che il 99% dei nostri dati passa attraverso dei cavi sottomarini in fibra ottica
+ adagiati sui fondali dei mari e gli oceani. All’inizio del 2019 TeleGeography[7] stima fossero in servizio
+ approssimativamente 378 cavi per un totale di circa 1.2 milioni di km, anche se fare i calcoli con
+ precisione è sempre complesso dato che ne vengono continuamente attivati di nuovi e i più
+ vecchi vengono dismessi. Fin qui, nulla di strano, è il progresso che avanza, siamo abituati ai
+ grandi numeri.
Quello che più ci interessa è che la geografia della rete dei cavi
+ sottomarini è una delle più statiche nella storia delle comunicazioni, il che significa che i
+ percorsi dei cavi in fibra ottica ricalcano quelli delle vecchie linee telegrafiche, ereditandone la topografia coloniale.
+
Per questo motivo i Paesi a sud del mondo che non hanno avuto un ruolo fondamentale + nell’espansione del telegrafo si trovano con un’infrastruttura molto precaria, mentre gli ex + imperi coloniali come Gran Bretagna, Francia e America possono fare affidamento su una solida rete. + Nell’Africa post coIoniale la maggior parte delle + linee telegrafiche posate nella frenesia della colonizzazione non sono state sostituite con i nuovi cavi + telefonici e in fibra ottica.[8] I maggiori proprietari delle infrastrutture sono americani o europei e spesso scelgono + i nodi di scambio solo come punti di appoggio per collegare il resto del mondo. Infatti se dei cavi passano + vicino alle acque territoriali dei Paesi o addirittura emergono sulla loro costa non bisogna credere che + quei territori siano automaticamente connessi ad internet. Come per esempio il Sahara Occidentale, davanti + al quale passano circa otto cavi sottomarini, alcuni dei quali emergono anche sulle Canarie, senza che + però ci sia una connessione con lo Stato. Lo stesso avviene in Eritrea, nelle cui acque di cavi ne + passano dodici ma non è mai stata realizzata una deviazione verso la terraferma.
++
Le stazioni che accolgono i cavi nel punto dove emergono sono dei buoni parametri
+ per valutare la solidità dell’infrastruttura di un luogo: più le stazioni sono numerose,
+ più la connessione è stabile. I cavi in fibra ottica possono essere danneggiati facilmente, le
+ principali insidie sono di natura umana come le ancore o la pesca a strascico, ma anche le correnti marine,
+ i terremoti e gli animali possono causare dei grossi problemi. Ospitare una sola stazione significa essere
+ esposti a tutti questi agenti e subire un guasto ai pochi cavi di collegamento ormai significa venir
+ tagliati fuori dal resto del mondo. Il problema non è tanto quello di non poter avvisare la mamma che
+ faremo tardi a cena, ma un rallentamento, se non addirittura un’interruzione, dei servizi e
+ dell’economia. I casi in cui dei Paesi hanno dovuto confrontarsi con questa situazione sono
+ molteplici. Per esempio nel 2008 l’ancora di una nave nei pressi di Alessandria d’Egitto ha
+ danneggiato due linee di cavi riducendo la connessione internet in Egitto del 70%, in India del 60% e ha
+ influito su quella di altri cinque Paesi in Asia Meridionale e Medio Oriente. Nel 2012 un’altra ancora
+ ha reciso uno dei cavi che emergevano nell’unica stazione del Kenya, a Mombasa, e questo danno ha
+ inficiato sulla connessione internet di sei Stati dell'Africa orientale. Invece nell’aprile del
+ 2018 la Mauritania ha perso completamente l’accesso a internet quando l’African Coast to Europe
+ (ACE) si è spezzato all’altezza di Nouakchott per motivi poco
+ chiari[ce][cf], lasciando il Paese senza connessione per 48h e causando
+ significativi problemi ad altri dieci Stati africani.
Ci sono anche casi in cui a guardare il numero
+ delle stazioni ci pare che l’infrastruttura sia solida, ma quando si studia la loro funzione si viene
+ a scoprire che sono lì unicamente per la loro posizione strategica. In alcuni casi infatti servono
+ solo da snodo per portare la connessione in altre parti del mondo e il risultato è che il tasso di
+ penetrazione di internet risulta misero rispetto all’infrastruttura presente sul territorio. Questa
+ situazione evidenzia ancora una volta come lo sfruttamento dei
+ Paesi in via di sviluppo[cg][ch] non si sia mai arrestato, permettendo al nord del mondo di progredire senza che gli
+ Stati ospiti possano trarre beneficio dal fondamentale ruolo che rivestono per l’infrastruttura
+ globale.
+
+
I cavi sottomarini sono solo uno dei tanti ingranaggi dell’infrastruttura + e a qualsiasi livello del sistema possiamo trovare gli stessi meccanismi di funzionamento, anche se inseriti + in contesti differenti. Gli esempi che ho citato non sono che una parte dei complessi fattori geopolitici, + sociali e ambientali che compongono, strutturano e modificano il nostro presente.
+Le grandi discrepanze e le debolezze infrastrutturali tuttavia sono destinate ad + assottigliarsi, in quanto l’avanzata della tecnologia è un processo irreversibile al quale ogni + continente sta andando incontro. Una delle questioni più scottanti diventa quindi non tanto la + denuncia di queste differenze, ma le modalità con cui l’infrastruttura cresce, si rafforza o + viene implementata nelle zone che sono più fragili e dispongono di meno risorse.
+Prendendo in considerazione i cavi uno degli aspetti interessanti nel loro aumento + è l’incremento costante degli investimenti da parte dei content + providers come Google, Facebook, Microsoft e Amazon, i quali hanno cominciato + come clienti di capacità all’ingrosso ma adesso consumano oltre il 50% di tutta la larghezza di + banda internazionale e la crescente richiesta di spazio li ha spinti a possedere sempre più + infrastrutture con il risultato che negli ultimi sei anni i cavi da loro parzialmente posseduti si sono + ottuplicati.[9]
+I cavi sottomarini sono la nuova via della seta e trasportano una delle merci + più preziose e redditizie: i dati. Gestire questa rete significa gestire tutti gli scambi e il + traffico delle comunicazioni mondiali. Ma quand’è che si supera il confine fra gestione e + controllo?
++
Spostandoci invece sulla terraferma e parlando di cloud nel 2018 la Synergy Research + Group ha pubblicato una ricerca in cui risulta che ci sono cinque attori principali nel mercato dei data + centre: Amazon Web Services (AWS), Microsoft, IBM, Google e Alibaba. Queste compagnie insieme controllano + tre quarti di tutto il mercato[10] e in testa al gruppo si trova AWS, che tutt’oggi detiene la quota del 33% sul mercato + mondiale.[11]
+Anche nei cieli sembra che il quadro non sia diverso: ai primi posti per colmare le
+ lacune infrastrutturali terrestri ci sono Google/Alphabet, Facebook/Meta e Amazon. Infatti mentre il mondo
+ intero si sta trasformando in un codice/spazio rendendo impossibile vivere senza la connessione internet, ci
+ sono zone in cui invece la tecnologia digitale non ha ancora messo radici e dove arrivare via terra è
+ troppo difficile. Quando i Governi non hanno i mezzi o sembra non siano interessati a colmare queste lacune
+ infrastrutturali, intervengono prontamente le grandi corporazioni, le quali per risolvere il problema stanno
+ studiando e mettendo in campo diverse soluzioni: da droni a palloni aerostatici a più classici
+ satelliti.
Ma i Big Tech non subentrano solo a livello fisico, accade infatti che
+ le grandi aziende tentino di condizionare anche verso un determinato utilizzo della connessione. Uno degli
+ esempi più evidenti ci arriva da Facebook, con i suoi servizi gratuiti quali Free Basics e Facebook
+ zero, applicazioni che permettono di connettersi ad una versione ridotta del social e a dei servizi di base
+ come le notizie, senza pagare un abbonamento dati.
Alle accuse che gli vengono rivolte riguardo la violazione della neutralità + della rete, la corporation risponde che avere accesso ad una parte di internet è meglio che non avere + accesso a nulla. I rischi di queste limitazioni sono grandi, fra i primi quello che nelle aree in cui non + c’è stata una crescita graduale assieme al web, Facebook diventi l’unica rappresentazione + ed esperienza possibile della rete (fra l’altro il nome della sua grande + partnership Internet.org la dice lunga sull’immagine che l’azienda vuole dare di se + stessa).
+Questo processo sembra proprio quello in atto a Koubanao, dove
+ l’infrastruttura c’è e funziona, ma la gente locale fa fatica ad affrontarne i costi e
+ l’accesso limitato che di tanto in tanto riesce ad acquistare la tiene costretta nello spazio dei
+ social. Un po’ perché con 75 MB non si ha molto respiro, un po’ per la mancanza di
+ alfabetizzazione digitale, un po’ per le ingerenze dei servizi gratuiti che monopolizzano la
+ navigazione sfruttando le difficoltà economiche.
In questi contesti di pieno sviluppo e di avanzamento, dove tutto è in + forte mutamento, abbiamo la possibilità di costruire davvero qualcosa che guardi al futuro, delle + nuove ibridazioni fra territorio e tecnologia, delle nuove reti e delle nuove conformazioni sociali e + spaziali che partano dalle configurazioni già esistenti e che tengano conto della complessità + dando vita a delle interazioni attive.
+Se queste aree tumultuose diventano preda degli investitori occidentali e cinesi e + delle loro ideologie, il risultato sarà fallimentare. Lo sviluppo non va imposto e controllato, ma + modulato. L’arrivo di capitali stranieri non è sbagliato, a patto che dialoghi con le + entità locali. Deve quindi esserci sempre un bilanciamento fra ciò che entra e ciò che + esce, l’infrastruttura non può restare invisibile e crescere solo assieme a chi la possiede, bisogna che accompagni, generi e sia + il risultato di nuove strutture sociali, economiche e ambientali.
++ +
+
🍠 Internet è uno strumento globale: la
+ sua infrastruttura (semplificando: i cavi sottomarini che percorrono il globo) ha una portata globale,[ci] ma i servizi
+ e le interfacce che la abitano potenzialmente possono avere forme di diversa grandezza e diverse
+ sfumature.
Internet non è uguale dappertutto: dipende dalle leggi di
+ un certo paese, dalle regole di copyright, dalla censura e così via.
Prima di tutto c’è da dire che Internet è potenzialmente + il primo e unico[cj] spazio comune condiviso presente in tutto il mondo, + però [ck][cl]🌞 forse + questo non è 100% ver[cm]o, + si pensi ad esempio al mare aperto e alle acque internazionali. CTRL C CTRL V da Wiki L'alto mare costituisce una res communis omnium, cioè un bene appartenente a tutti: qualsiasi Stato, anche privo di sbocco al mare, ha + piena libertà di navigazione e di sorvolo, nonché di posare cavi o condotte sottomarine, + costruire isole artificiali e altre installazioni purché autorizzate dal diritto internazionale; ogni + Stato ha inoltre piena libertà di pesca e di ricerca scientifica. +
+Sono più gli Stati non connessi a internet o quelli senza uno sbocco sul + mare? [cn]
++
Stati non bagnati dal mare (fonte wikipedia e il mondo) (47 al 2020) (in nero + gli stati che non confinano col mare, in rosso gli stati che non confinano doppiamente col mare)
+ +aree con utilizzo di internet inferiore al 20% della popolazione (fonte + Business Insider 2019) (35 al 2019)
+è interessante questa affinità tra lo spazio web e quella del mare + aperto, e come proprio nel mare stia una parte nevralgica dell’infrastruttura di internet.
+🍠 Il linguaggio cibernetico[cp][cq], quello dei computer, parte da un’affascinante dicotomia che se la gioca con 0 e 1, spento + e acceso. Combinando in serie questo primo segnale, parte una serie di astrazioni che contengono la logica + matematica di base (dichiarazioni “e”, “o”[cr][cs] , somme, sottrazioni e via discorrendo) fino ad arrivare a qualsiasi comando che noi umani + vogliamo far interpretare ai computer: un simpatico effetto farfal[ct]la su cui si costruisce tutta la + computazione.
+
Quando il computer si connette ad un altro computer potenzialmente si mette in
+ pratica una discussione, c’è una comunicazione
+ di fatto[cu][cv]. C’è chi manda e
+ c’è chi riceve, praticando codifiche e decodifiche. E’ necessario mettersi
+ d’accordo su che protocolli usare e che regole rispettare.
Così avviene una qualsiasi comunicazione cibernetica, umani che chiedono + a macchine di spedire un messaggio ad un’altra macchina da far leggere ad un altro umano. È un + gioco di saperi che, parlando di rete, si concentrano in server e questa concentrazione genera potere, un + potere passivo che plasma la condotta delle persone.
+Per esempio, nell’internet ci si può formare politicamente, si
+ può aderire ad una ideologia su Reddit o si può scegliere quale sito di informazione seguire,
+ prendendo in considerazione o meno la fattualità delle notizie riportate.
Questi sono solo due
+ piccoli esempi di come internet possa modificare le forme e i confini della realtà personale,
+ interpersonale e oltre-personale.
+
La forma di internet, se si potesse + rappresentare[cw], prenderebbe la + forma di un network decentralizzato, ma l’architettura del web era distribuita diversamente nei suoi primi anni di esistenza e + il suo spazio veniva abitato diversamente.
+ +Internet è questo miscuglio di protocolli di comunicazione e file sedimentati in computer di altra gente [cy]connessi con computer di altra gente: internet + è tale perché è una continua connessione di relazioni antropiche ma soprattutto di + macchine, che comunicano tra di loro con diversi linguaggi più o meno astratti.
++
+
[cz] +
Una pagina html[da] (hyper text markup language, ovvero il linguaggio
+ per scrivere le pagine web) nasce in un editor di
+ testo in locale, nel proprio computer, per poi diventare coinquilina di altre pagine html in un server[db] (le pagine html son possibile da visitare da tutto il globo grazie a connessioni dai propri
+ dispositivi ai server, che sono le casette delle pagine. In realtà sono dei computer perennemente
+ accesi e perennemente connessi a internet) e rivelarsi nell’intera rete. La rivelazione è il
+ momento della pubblicazione, è il rendere noto un processo[12]: il tentativo di proporre un bene comune.
Dal
+ microcosmo locale, il processo si proietta nel macro della rete globale ed entra in risonanza con altri processi, altre pagine, links. Se il
+ processo propone un cambiamento può alterare positivamente o negativamente l’esperienza dei
+ vari utenti, e si può definire uno strumento politico[dc][dd][de];
+ immaginiamo il politico come un terreno
+ instabile perennemente in trasformazione dove avvengono cambiamenti etici, morali, di valori,
+ sociali… I suoi strumenti sono quelli che incidono sulla trasformazione.
Un esempio pratico del processo di pubblicazione, della proiezione nel macro, + può essere Git.
+Git è un sistema di distributed version control + molto utilizzato dagli sviluppatori software, ma il suo utilizzo non si limita alla + programmazione. È più in generale uno strumento che consente a diverse persone di collaborare + a uno stesso progetto tenendo traccia delle modifiche ai diversi file. Git tiene traccia dei cambiamenti in + un file: del quando, del chi e del dove viene aggiornato qualcosa. È uno strumento che è stato + inventato per collaborare, collettivizzando i + processi di costruzione, ma che può anche vivere tranquillamente solamente nel proprio + computer.
+Ogni pacchetto di file viene chiamato repo (da repository).
Fin quando non viene pushato (git push), i file
+ rimangono nel micro del disco locale del computer e fin quando non si esegue il primo commit (git commit) la repo rimane solo un'idea fatta di caratteri
+ alfanumerici.
Fin quando il git non vive in una repo aperta[df], non è possibile usare il
+ git come piattaforma per un discorso condiviso. Certo perchè ci sono anche repo chiuse,
+ immodificabili e anche nascoste, che può vedere solo il suo creatore e collaboratori.
Una persona inizializza git con git init che è un po’ come scrivere un manifesto.
git
+ add per mettere insieme i messaggi necessari per la repo.
Quando avviene il
+ primo git push, i pacchetti digitali viaggiano e si
+ aggirano per il globo come spettri.
l git commit descrivono tramite piccoli messaggi le modifiche fatte, che sono continue necessarie eresie in
+ divenire del progetto originale. Gli utenti sparsi per il globo possono usare il comando git clone per clonare i file nel proprio computer e aderire
+ al progetto, modificarlo addirittura e con adeguati permessi ridistribuirlo, espandendo così il
+ messaggio.
È una questione di sincronia.
🌞 Luoghi di internet → computer, modem, cabine + con la fibra ottica, dorsali delle linee telefoniche, cavi sottomarini che attraversano l’oceano, + antenne e ripetitori, qualcosa che coinvolge anche i satelliti, data center ndo. Facile pensare che + internet sia wireless ubiquo e invisibile.[dg]
++
+
🌞 l’idea di un internet a fette è interessante + perché introduce la questione della composizione: come è composta questa località? + quanto è umana e quanto è non umana?
+E allo stesso modo questo internet delle località: quanto è + abitato? quanto è imposto e quanto è costruito? quanto è locale e quanto è + globale? Partendo dal presupposto che un internet dovrà sempre avere delle caratteristiche globali la + questione diventa: quanto margine abbiamo per aggiungere o sottrarre qualità e arrivare a qualcosa di + differente e, in una parola, locale?
+🥦 Flashback di un video del 1987 in cui Donna Haraway commenta due numeri del National Geographic sui primati e ad
+ un certo punto mangia una fetta di torta immaginando che sia una porzione di storia. I suoi strati sono i
+ diversi livelli di significato che la produzione culturale attribuisce ai piaceri e ai problemi della
+ storia: per comprenderla non basta mangiare la fetta in un boccone, ma bisogna gustarne i singoli strati.
+ Allora mi viene da pensare a internet più come uno di questi di strati, il cui sapore e consistenza
+ influenza ed è influenzato dagli altri, regolando di volta in volta il sapore della torta. Questo per
+ dire che internet non è solo una tecnologia diffusa che collega diverse parti del globo, ma è
+ anche inevitabilmente situata, dal momento che assorbe e produce cultura.
Nell’internet locale gli aspetti qualitativi sono importanti
+ tanto (se non anche di più) quanto quelli quantitativi: a proporzioni simili corrispondono gusti,
+ abitudini, necessità e modalità di comprensione diversi.
🌵 Lo spettro visibile per l’occhio umano + cade fra il violetto e il rosso, all’interno di questo spettro siamo in grado di riconoscere tutti i + colori e le varie combinazioni fra di essi, ma quando le onde elettromagnetiche vengono sommate assieme + otteniamo la luce bianca. Questa è il risultato di una precisa proporzione fra le varie parti e + riassume tutto ciò che ci è dato vedere fra i 390 e i 700 nm.
+Le api invece hanno cecità al rosso, non perché vedono meno o peggio + di noi, ma semplicemente perché il loro spettro visibile è spostato verso lunghezze + d’onda più corte, infatti la loro visione comincia dall’ultravioletto e termina + all’arancione. L’occhio di questi insetti è strutturato diversamente dal nostro e, anche + nelle zone di banda in comune, non distingue gli stessi colori. In seguito ad alcuni studi di inizio + Novecento sappiamo infatti che vedono principalmente il giallo, il verde-bluastro, l’azzurro e + l’ultravioletto. Ma anche per questi insetti quando tutti i colori che possono percepire sono + mescolati assieme si produce uno speciale tipo di luce, che il biologo austriaco Karl Von Frisch chiama il + bianco delle api. Per esse è dissimile da qualsiasi + altro colore e si forma solo in presenza dell’ultravioletto, se quest’ultimo viene rimosso la + luce per le api diventa verde-bluastra. Poiché non percepiamo l’ultravioletto, per noi il + bianco resta uguale. Così, ciò che ci sembra bianco, per le api può essere due cose + diverse: il bianco delle api oppure il + verde-bluastro.
+Quella che mi immagino essere la rivoluzione nel nostro rapporto con internet + dovrebbe portarci a vedere un nuovo bianco, qualcosa che è la somma - la globalità - di tante + nuove frequenze proporzionate - di diversi spazi a livello locale. Il risultato è uno, ma non lo + sarebbe senza il contributo delle sue parti, le quali a loro volta senza la collaborazione e l’unione + non avrebbero lo stesso significato.
+L'invito che faccio è di dare importanza agli aspetti quantitativi, + ovvero prestare attenzione ai rapporti e alle dosi delle varie componenti, riesaminarne il ruolo, trovare gli elementi mancanti. Non + è uno stravolgimento o un salto nel vuoto, si tratta di uno slittamento per arrivare ad uno spettro + del visibile nuovo, si tratta di aggiungere l’ultravioletto.
++
+
🍠 Eccomi a scrivere questo pezzo di capitolo dopo circa tre anni, dopo
+ un master in “queste cose qui”, dopo aver (quasi) totalmente ripudiato l’azienda che ci
+ offre il servizio di documento di testo condiviso che stiamo utilizzando per scrivere quel che state
+ scrivendo e altre classiche dinamiche da giovani studentesse d’arte e desain.
Le nostre idee, nel
+ mentre, si sono evolute e penso anche velocemente, ma mai velocemente tanto quanto l’aumento di dati
+ presenti nei server delle varie piattaforme di cui abbiamo parlato/stiamo parlando/parleremo.
I ruoli di
+ queste piattaforme sono oggettivamente importanti, nel senso che è possibile che in un futuro vicino
+ l’impatto sociale di esse sia tanto quanto quelli di Governi tradizionali. Già da vari anni,
+ certe piattaforme, hanno potere decisionale e collaborazioni con tanti Paesi; e la preoccupazione che mi
+ concerne è che l’ultravioletto venga dettato solo ed esclusivamente dalle piattaforme
+ invalicabili dei big tech.
Allora, questi servizi sono entrati tranquillamente nella vita quotidiana di tanta + gente come servizi di movimento privato, sharing di + biciclette, ma anche riguardo il movimento non letterale, come per esempio servizi di gig economy (ovvero + gente che svende le proprie velleità in + cambio di pochi dollari: hai bisogno di una voce per un video? Investi 5$ per una voce profonda e sarai + soddisfatto, ma mi raccomando lascia il feedback) oppure servizi di caring basato su A.I. (un esempio controverso è Replika, + una app A.I. sfortunatamente famosa per aver avuto casi di induzioni a sucidio). E vogliamo dimenticarci + delle dating app?
+Ce ne sono di tutti i gusti! Tinder, Grindr, Bumble…
+Tali servizi portano, per la maggior parte degli utenti, effettivamente comfort. Ma rilegano tutto in un contesto preciso. E questo + contesto sforma la vita di ogni utente, ovvero che ci son delle regole da seguire, dei pattern, delle + gestualità precise. La politica globale nella vita di tutti i giorni: se succede a me deve succedere + anche a te, a priori, in qualsiasi parte del mondo.
+Questo fasullo principio di uguaglianza distrugge le particolarità di ogni microcosmo, rende tutto estremamente gassoso. I
+ gas si espandono in un contenitore in modo pervasivo, vanno ovunque: ci tengo ad usare questa
+ metafora.
La pervasività di tali servizi è immensa, i contesti divengono monolitici, sono
+ unici. Le particolarità culturali, geografiche, politiche ed economiche di un luogo si azzerano, ed
+ è qui dove la narrazione si interrompe.
+ E’ scontato da dire, ma senza alterità è estremamente creare conflitti e pertanto
+ discussione e novità.
Adesso, come si può trasformare questo? Ha senso immaginare un servizio
+ come Just Eat che cambia in base alla provincia?
E’ complesso immaginare i servizi sopraelencati in una dimensione custom e + locale, ma si potrebbero proporre differenti approcci per concepire, pensare e configurarsi con le + piattaforme.
+Per esempio, tramite il caring, tradotti in premurosità, + ovvero immaginare il principio primo delle piattaforme il mutuo aiuto in una certa comunità, creando + così luoghi di appartenenza dove le piattaforme possano essere un aiuto, non un sostitutivo totale + alle interazioni umane.
+
Tre di noi hanno studiato/studiano presso il Piet Zwart Institute a Rotterdam,
+ nel Master “Experimental Publishing”. Per farla breve, il corso è basato sul rendere
+ pubblico e accessibile “le cose”. Ogni classe ha
+ un serverino domestico, un piccolo computer che vive nel nostro studio ed è luogo di sperimentazioni
+ di codice e di abitare i dati. Il preset è
+ concetto estraneo, l’idea è di lavorare nel puro DIY e DIWO, condividendo codici e testi,
+ interagendo tra pagine personali, sonorizzando dati
+ collettivamente, muovendosi in città tramite mappe online modificate.
Ci sono pochi esempi concreti da proporre, perché la violenza sistemica + causata da queste piattaforme è sottile da concepire e spesso, a livello sia tecnico che + morale/sociale, la costruzione di alternative è quindi complessa.
+Alfabetizzazione: proponiamo questa disciplina non in un senso classista (io so
+ questo, quindi devi saperlo anche tu se no sei scemo) ma in un senso di re-learning, ovvero la messa in discussione delle proprio
+ gestualità quotidiane e nel caso, soffermarsi anche sui bassi fondi di quell’iceberg che
+ è l’internet contemporaneo.
Si può e si deve concepire una diversità digitale, un po’ come si apprezza la
+ diversità ambientale nella geografia italiana, stessa cosa si dovrebbe nel regno del network
+ dell’internet.
Capire come e quando richiedere un network centralizzato, decentralizzato, + distribuito, che protocolli utilizzare per comunicare, sia nel privato che tra piattaforme, il tipo di + linguaggio da usare, sia in termini umani che computazionali…
+Certo, il computer pensa in “sistema binario”, ma noi, gli utenti, abbiamo una vastità di + “decimali” da far paura. E anche pensarci come numeri fa ridere. Siamo numeri uniti ad un + arcobaleno uniti alle carte “imprevisto” del monopoli. E così l’approccio che + dovremmo intraprendere con le piattaforme.
++
Quasi mi dimenticavo della torta. Una sacher decentralizzata con gelato open + source, grazie
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+
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+🌞 in questi termini la ricerca di un * + salta ha voluto concentrarsi su una località umana, influenzata + dalle abitudini, dalle vite e dalle condizioni dell’infrastruttura legate al villaggio di Koubanao, in + Senegal.
+Detto questo, un internet locale non vuole essere un internet eremitico, un + internet della montagna, un internet dimenticato o sconosciuto o privato. Quando parliamo di internet locale + ci riferiamo a due grandi potenzialità:
+Ecco è questo che come gruppo si cerca o si prova di innescare: una + situazione in cui questi due fattori si manifestino. in assenza di entrambi tutto suonerebbe più come + una gita allo zoo o una vacanza umanitaria, che a quanto pare è una delle frontiere del post + turismo.
+Un’altra importante precisazione mi sembra essere questa: paese che + vai usanza che trovi, ma anche usanza che può nascere. Il punto è cioè che lì in + Casamance esisteva la potenzialità di creare qualcosa di diverso, su misura del luogo e nuovo; non + per forza il prodotto già confezionato e pronto alla distribuzione una volta tornati a casa. +
++
A quale forma ci riferiamo? C’è un internet sul mio schermo, un + internet che passa per il modem, un internet rifratto nella fibra ottica interrata sotto le nostre + città e un internet nei data center. È sempre lo stesso internet? Ha sempre la stessa forma? + Ha sempre la stessa consistenza?
++
Un esercizio utile può essere quello di capire dove è + internet. Quando il wifi era ancora una novità mi faceva sempre ridere ricordare agli adulti che non + capivano bene come internet non cadesse dal cielo. Non faceva sempre ridere - scherzo, a volte era + esasperante.
++
Forme di internet → come ci appare internet?
+Modalità di internet → funzionamento?
+Possibilità di internet → cosa ci permette?
+forme, modalità e possibilità sono tre nodi consistenti su cui + impostare il discorso. sono tre aspetti che entrano in gioco l’uno con l’altro per completarsi a + vicenda e sopperire gli uni alle mancanze degli altri.
++
la forma influisce sulla modalità.
+la modalità permette la possibilità
+la possibilità genera la forma
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assurda sta cosa che geometria perfetta, vuol dire che è una cazzata o + c’è sotto qualcosa. qualsiasi rappresentazione schematica del mondo è + un’approssimazione.
+la forma è + l’interfaccia. è il fatto che internet sia visibile o meno. è quello che ci spinge + all'interazione oppure ci blocca l’accesso. forma può voler essere il design del layout di + instagram e allo stesso tempo il flusso invisibile che comunica le condizioni meteo, o gli ultimi arrivi in + biblioteca. come internet appare modifica il modo in cui lo utilizziamo.
+È un aspetto funzionale.
+La modalità è il funzionamento di un’app, di un sito, di un servizio streaming online, + di un social o di un e-shop. Cosa mi permette di fare? Cosa non mi permette di fare? E perchè non me + lo permette? Perché non può o perché non vuole? La modalità è + l’idea che muove tutto dopo esser stata realizzata. Un’idea concretizzata, scesa a compromessi + con il mondo reale, con l’apparato tecnico e con i dettagli economici.
+È un aspetto pragmatico.
+La possibilità è sia l’idea che muove prima di confrontarsi con il mondo reale, sia la + proprietà emergente di un sito. è lo spazio agli estremi dello spettro di utilizzo: il vagare + libero della fantasia (un sito che prepara anche il caffè? wow) (bè, si usava dire + così, ma ormai pure la macchinetta è connessa alla rete e ti manda le notifiche di quando è pronta), e + l’utilizzo assurdo degli strumenti che offre (drum machine in excel?). Sparare alto e raschiare il + fondo. Possibilità è esplorare il labirinto con la mano sempre fissa sul muro: non il modo + più veloce, ma di sicuro quello più approfondito.
+È un aspetto creativo.
+🍠 Ora lo spazio di internet è occupato + principalmente da un pugno di big-tech corporation che hanno standardizzato la rete creando così una + egemonia, dettando usi e costumi per tutto il regno digitale.
+Nell’IRL l’architettura e l’assetto urbano plasmano la vita + sociale delle persone, nell’URL il corrispettivo sono i dispositivi e le interfacce.[dh][di][dj]
++
Chi costruisce internet ha quindi un certo potere sulle modalità di + interazione tra gli utenti: le interfacce che usiamo facilitano certe relazioni e ne impediscono altre, + 🌞 creando a tutti gli effetti diversi punti di vista.
+in critical atlas of internet vengono proposti alcuni esercizi di + visualizzazione per immaginare la forma, l’organizzazione e le dinamiche di internet. Una delle + caratteristiche che viene trattata è la pendenza del web: Druhle immagina un internet in salita (o in + discesa) per descrivere meglio la tendenza delle grandi piattaforme di accentrare e monopolizzare il + traffico e le abitudini degli utenti in rete.
++
Come buchi neri che curvano lo spazio, i grandi servizi online modificano i + flussi di navigazione, influenzando la traiettoria degli utenti e le forme di navigazione attraverso i + diversi siti e indirizzandole verso i soliti portali: Facebook, YouTube, Amazon, ecc.
+La pendenza che si crea rende ostico a un nuovo utente risalire la corrente e + vincere i pattern gravitazionali della silicon valley. in quest’ottica non mi stupisce che gli + studenti di Koubanao conoscessero poco oltre all’universo facebook e google (in particolare + youtube).
++
🥦 * altra considerazione su atlas of internet quando parla delle + schermature di internet, per collegare i due discorsi, in progress *
++
🌞 *anche la sezione di network of networks è super sul pezzo riguardo + il nostro projecto*
+
caratteristiche che promuovono / impediscono un internet artigianale
+
🍠 La possibilità di personalizzare uno strumento o meno altera
+ completamente l’esperienza di navigazione, in più offre maggiore controllo sulle proprie azioni
+ e su quelle dei propri “compagni di server”.
la difficoltà di personalizzazione: se un
+ certo servizio offre comodamente certi strumenti sulla propria piattaforma, un utente non si pone il
+ problema della téchne[dk] e quindi aderisce alla
+ standardizzazione.
Conseguentemente, se un certo servizio offre una grossa quantità di + interazione tra un buon numero di utenti, l’user non si pone il problema della qualità dell’interazione. Tipo, quando qualcuno condivide un proprio contenuto è + generalmente più soddisfatto nell’avere + immediatamente tanti feedback di poco conto che pochi ma buoni feedback in un lasso di tempo maggiore. idk questa seconda frase + 🥦 forse l'aspetto comodità è un qualcosa più legato ai + dark pattern delle interfacce? quello che c'è scritto dopo è un po' confuso in + effetti
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+🍠 Questi aspetti si possono applicare a tutti gli elementi di internet: + da un server a un social media, da un blog ad un e-commerce, da un foglio di lavoro condiviso online ad una + piattaforma multimediale ecc ecc…
+La standardizzazione degli strumenti è un fatto politico che sta avanzando + sempre più voracemente. Se i CEO delle Big Tech + sono based @ Silicon Valley, noi vogliamo ipotizzare piattaforme orizzontali che abitino a Koubanao: pensare ad un + diverso assetto urbano per internet, una ipotesi per un internet locale.
+Se immaginiamo le possibilità di internet come un qualcosa delimitato da una + cornice, tutti i suoi strumenti sono parte di una tela. Ma diciamocelo, è una tela grandissima e + possiamo trovare il nostro spazietto per disegnare una draghetta con la coda da topo e la tenerezza di una + lontra: esiste o non esiste, un * salta la progetta e lì la stampa.
+—
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internet è solido o liquido o gassoso?
internet è
+ luminoso
+
+
+
approfondimento specifico internet a Koubanano
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A koubanao Internet e la tecnologia telefonica ci sono e potenzialmente funzionano + al pari nostro, di fatto però le persone, per la maggior parte, non hanno computer personali e una + connessione propria, o non hanno denaro da spendere per tot gigabyte al mese. + 🌵 Esatto, l’infrastruttura c’è e funziona, in mezzo alle + case e agli alberi della foresta troneggiano i ripetitori televisivi e telefonici e il segnale è + buono (molto più buono che a casa mia in Liguria o in altre parti d’Italia che sembra di stare + nel deserto), solo che la gente non si può permettere l'abbonamento.
++
Nei villaggi ci sono i “CYBER CAFE” luoghi, anch’essi, + comunitari dove puoi utilizzare i computer,
+ricerchina:
+cyber caffe e’ un modo pe andare su internet a prezzi + accessibili?
++
(tesi co focus sul ghana ma che parte da una visione generale delle + narrazioni su africa e tecnologia)
+Producing + the Internet and Development: an ethnography of Internet café use in Accra, Ghana
++
(articolo 2012 cyber café in senegal: manca la corrente, non la + connessione)
+https://www.biztechafrica.com/article/senegal-power-hampers-internet-cafe-growth/4893/ +
++
(articolo che evidenzia come a mancare a dakar non sia la connessione ma la + corrente)
+ ++
(indagine sull’utilizzo dei media tra i giovani in diverse zone del + senegal)
+Health-related + media use among youth audiencesin Senegal
++
+
ma non sempre funziona internet.
++
Il Liceo è dotato di una stanza di informatica: 🍠 una sorta di lavagna elettronica e una cosa come 50 computer + non di produzione recente 🍠 di cui una ventina ancora funzionanti: il materiale era tutto accatastato e impolverato,🍠 la sabbia ha intasato buona + parte dei calcolatori, impedendone l’accensione.
+Internet anche lì però non è + presente, 🌞 per connettere tutto il sistema LAN di + computer è necessario staccare il modem della presidenza e portarlo in aula informatica (e comunque andava spingendolo) e al + momento del nostro arrivo la lezione di informatica consisteva nel fare disegni con excel 🍠 e comprendere il sistema binario.
+Per quanto riguarda i telefoni, quasi tutti i ragazzi sono dotati di smartphone e qualche tablet, ma anche in questo caso la + connessione è poca, i contratti telefonici, per traffici dati simili a quelli a cui siamo abituati, + sono costosi per loro
++
https://www.orange.sn/pass-internet +
+
🌵 Volendo essere precisi
+ (dati relativi al 2019-2020) i 75Mb hanno la durata di sole 24h e costano 250F,
+ che per noi sarebbero circa 38 centesimi. Può non sembrare molto ma se consideriamo che per pranzare
+ fuori al ristorante del villaggio si spendevano circa 2€ capiamo subito che in proporzione quei 250F
+ sono una bella cifra. Facendo inoltre un paragone con i nostri abbonamenti dove spendendo 10€ abbiamo
+ addirittura giga illimitati, risulta evidente che in Senegal la connessione è molto più
+ cara.
In sostanza c’è un problema di connessione non tanto fisico, + perché le infrastrutture ci sono e funzionano bene, ma quanto economico: l’accesso non è + facile perché costoso. Ciò genera una non coscienza del mondo Internet - alcuni non sapevano + cosa fosse Wikipedia - riducendolo 🍠 alla messaggistica istantanea e luogo + di personale presentazione alla community… e questo quindi ricorda sostanzialmente le dinamiche + social.
+forse in tal modo riducendolo ancor di più alla sola messaggistica istantanea, seppur avanzata: anche + l’utilizzo dei social media per come lo davo per assodato mi è parso molto differente a + Koubanao, probabilmente perché la mia idea è scolpita dal mio stesso utilizzo, o ancora + perché questa mia idea utilizza una connessione no stop, e questo è un fattore determinante + che a Koubanao è utopico.
++
🌞 Però ad esempio mi ricordo di quando, durante la lezione, qualcuno + passava il tempo delle lezioni di html a guardarsi le storie di Instagram… + Per alcuni aspetti il loro utilizzo mi sembra simile al nostro, però poi guardo la bacheca di + Precious, una nostra “studentessa” e ci sono solo post pubblicati da ragazzi che taggano dalle + 13 alle 30 persone tra cui lei, tutte foto di loro in posa a volte con strani fotomontaggi o effetti super + opacizzanti 🌵 con il glow.
++
🌞 Difficile anche paragonare l’uso dei social in Senegal con + l’uso che ne facciamo noi occidentali. Il risultato potrebbe essere in certe occasioni simile, come lo + sharing di selfie abbinati a frasi per acchiappare likes, ma lo stesso gesto ha un peso completamente + diverso in Senegal.
++
Riguardo alla limitata gamma di possibilità che offre la connessione + gratis de Facebook:
+se hai solo quello non è che puoi fare molto altro, anche perché fb in + base alle community che frequenti hai modo di conoscere pomosessualeomosexuò[dl] essere sia estremamente ricco di contenuti sia allo stesso modo deserto e + ridondante.
++ +
+
+
🥑 Pochi giorni + alla partenza.
+Situazione fervente.
+I colleghi del collettivo chini sui computer scrivono, si confrontano, io + osservo, leggo e mi domando: c’è qualcosa che, in tutto questo lavorare, non mi crea la + situazione consona per mettere a fuoco, qualcosa manca.
++
La nostra destinazione è il Senegal, paese dell’Africa, continente a + me estraneo se non per qualche immagine edulcorata fornita da Bob Marley o nozione politica data dalla + geografia studiata al liceo: guerre e conflitti internazionali, esponenti neri militari venduti al soldo dei + servizi segreti americani che sfruttano la popolazione, che creano ostaggi. Se mi perdo a pensarci sento + tamburi, tanti tamburi, mi viene in mente l’amico Luigi italo francese, e quando dico italo intendo + meridionale, batterista funky grasso che sbotta “Eh io con i senegalesi…”, si parlava di + tenere il ritmo insomma, sessioni sudate di bonghi e pelli tirate: sbouuum suono di pelle poco tirata, sboom pelle tirata. Le piroghe addormentate sulla + spiaggia, lunghe barche, sproporzionate frecce che si buttano nel mare africano colme di equilibristi neri, + un tramonto colorato alla Hugo Pratt.
++
Insomma oltre a queste immagini riverberate, il resto delle nozioni le ho acquisite + in questi giorni, tra queste, il fatto che le temperature siano tra i 18 e i 30 gradi mi pone in una + condizione nuova e straniante — quando i miei amici figli di gondolieri andavano in vacanza alle Maldive durante il Natale, la + mia famiglia lo passava nel freddo Piemonte cullato dalla neve e dalle luci calde e arancioni delle case e + degli alberi di Natale orgogliosamente imbastiti — il mio corpo dice “È inverno che strana deve essere l’estate ora”. +
++
Altra nozione senegalese, parlano il francese parbleu non ne conosco una parola, come potrò + comunicare? Ma fortunatamente si dice che i fratelli senegalesi siano molto ospitali e ricolmi di pazienza. + Proprio questa: la pazienza, la grande virtù, abbasso le pulsioni e viva l’equilibrio, + servirà in questo viaggio.
++
Partendo da questi presupposti si può intendere che il Senegal sia del + tutto una terra inesplorata, per me, povero perduto musicista pesce perennemente fuor d’acqua, come + per tutti i miei colleghi: Erica Gargaglione, heidi (per i capelli e la gentilezza) reggiana dal forte gusto + grafico; Francesco Luzzana, catalizzatore di energie e idee che fa della sua timidezza la sua forza; + Federico Poni entusiasta piccione entusiasta artista entusiasta; Sofia Merelli nobile mangiatrice di pasta + al pesto traduttrice e mamma per tutti noi; Alessandro Gambato, esteta sound designer portatore di cappelli + storti.
++
Proprio la non conoscenza, ci pone nella privilegiata condizione di viverci e + vivere questo viaggio alla stregua dei primi esploratori, pionieri dei mari. Pionieristico è anche il + perché, il motivo del nostro viaggio, andiamo lì a parlare, discutere, creare, intrecciare + relazioni, fare network, hyper bing watching, displacement parties, live set ambient con animazione vvvv, + documentario 3d, spade laser e spero buon cibo, verso l’infinito e oltre, citando il più + imperterrito degli esploratori Buzz Lightyear.
++
Fondamentalmente, per tornare dallo spazio alla terra, ci siamo resi conto noi + collettivo UN * SALTA, di essere totalmente ingarbugliati in quella che, metaforicamente, potrei paragonare + all’enorme rete appiccicosa di un ragno altrettanto enorme, enorme come il nostro mondo, e questa rete + appiccicosa ci lega ci unisce e connette, in un certo senso potrebbe sembrare che ci porti e conduca verso + un comune modo di pensare, una comune struttura mentale. Senza continuare ad essere così misterioso, + questa rete appiccicosa si chiama internet e noi appiccicati siamo i suoi fruitori, utenti. Lo scopo del + nostro viaggio sta nell’interagire con i vari aspetti di internet e anfratti del mondo virtuale + insieme ai nostri futuri amici senegalesi. Lontani dalla nostra Milano, Venezia, Pavia, Reggio Emilia, + Bergamo e testimoni di un altro modo di vivere. Ci scopriremo e porteremo insieme un lume amico da + appoggiare sul comodino, sentirne gli odori e osservarlo perdersi nel tempo consumandosi lentamente alla + stessa velocità in mondi distanti. Luoghi di chiese gotiche e medievali con macchine ferrigne e + motoscafi lucenti e foreste sacre e fiumi ricolmi nel mare caldo e ventoso odore di incenso e + carne…
++
Effettivamente, se ci penso, la cosa che manca per la messa fuoco è la + mia presenza lì, lascio le parole e accolgo la pratica: eccomi seduto nella mia camera senegalese, + fotografo provetto di sensazioni e visioni confuse sul finire della mia prima giornata africana.
++
🌞 Poco male che il nostro volo venga cancellato e rimandato di un giorno: + non avevamo ancora fatto la valigia. un * salta trascorre un piacevole viaggio accompagnato dai manicaretti + de Cabo Verde Airlines e il panino al formaggio offerto nell’ultima tratta volante dall’isola di + Sal all'aeroporto di Dakar.
++ + + + Diciamo che le + impressioni sono tante, l’Africa senegalese è senza ombra di dubbio esotica e la sua capitale, + Dakar, è un gigante scheletro sabbioso; tutto ciò che vedo in un certo senso riporta + all’immaginario che mi ero proiettato della tipica città africana: confusione, caldo, bambini + neri che giocano a palla, donne dai vestiti sgargianti, cibo lungo le strade polverose, uomini severi, denti + bianchi e sprazzi di miseria.
+Per rendere la descrizione più incalzante e meno macabra, si potrebbe + pensare a Dakar come un grande piatto, nel quale vi mangiano seduti attorno un milione di abitanti; piedi + scalzi, mani unte, sorrisi, cordialità e, appunto, tanta confusione. La ricetta è a base di + pollo e manzo, riso e verdurine piccanti. Nell’aria si respira sentore di acero e palo santo misto a + ventate di bruciato e fumi di tubo di scappamento. Clacson ogni due per tre e code polverose di macchine + infinite srotolate nel mezzo di palazzi in costruzione.
++
🌵 Prima di andare in Senegal non ero mai uscita + dall’Europa e parlare di culture diverse mi faceva sempre uno strano effetto, pensavo che dopotutto siamo pur sempre persone e che la percezione degli altri non potesse davvero essere + così differente da come siamo abituati, soprattutto se non si hanno preconcetti ostili e radicati. + Inoltre sull’Africa si vedono di continuo tante immagini, probabilmente è fra i luoghi esotici + più inflazionati, vuoi per i documentari di Rai 5 sugli animali della savana ecc ecc, vuoi per le + pubblicità sulla fame nel mondo prima dei video di YouTube ecc ecc. Forse per tutta questa serie di + motivi non sapevo di preciso che tipo di reazione avrei avuto, ma continuavo a pensare che le persone sono + persone ed è la cosa più forte che arriva quando ci si relaziona con gli altri. Invece non + è affatto così, l’alterità culturale è qualcosa di sconvolgente, essere + gli unici diversi in un luogo molto lontano è estremamente faticoso. Non basta essere persone per + capirsi, oltre alle difficoltà linguistiche sei obbligato a chiederti continuamente che tipo di persona tu debba essere per + entrare in sintonia con l’altro e per rispettarlo. È bello che sia così, ma da giovane + ingenua, adagiata nella mia culla occidentale che tende a insinuarsi ovunque, non mi aspettavo che avrei + davvero avuto difficoltà nel capire qualcuno di fronte a me. Anche se forse con parecchie sfumature + in meno rispetto al passato, le culture sono forti e ramificate, le culture sono persone che hanno + un’aura diversa dalla tua e il mondo che li circonda assorbe e alimenta quell’aura.
++
🥑 L’arrivo + nella capitale senegalese è stato fin da subito denso di emozioni. Scesi dal volo abbiamo affrontato + i vari controlli, uomini neri vestiti da strada con un cartellino identificativo ci venivano incontro + indicandoci le procedure da seguire, approvando il + nostro passaggio e scherzando con gli amici intorno. Si passavano la serata in aeroporto svolgendo il loro + lavoro socializzando.
++
🌞 All'aeroporto nuovo di Dakar un gruppo di cinesi a caccia di affari e + investimenti nel campo edilizio e infrastrutturale del Paese (lore non confermata) ci supera con + agilità per farsi ammettere al continente: sanno tutti i trucchi di frontiera perché sono + imprenditori navigati, mentre noi di navigato niente, solo Tiziano Pastor che pagaia in kayak.
+Dopo mezz'ora buona di recupero bagagli usciamo all’uscita arrivals e + come nel film sono lì tutti accampati a vedere chi uscirà da questa astronave de Cabo Verde + Airlines
++
🌵 Il primissimo impatto una volta superate le
+ porte che conducono alla sala degli arrivi, è con l’odore, l’odore di Africa di cui
+ solitamente percepiamo le scie nei negozi etnici o nelle bancarelle estive di variopinti tessuti importati.
+ Solo che stavolta è molto più intenso e penetrante. L’ambiente asettico del nuovo
+ aeroporto di Dakar, estremamente pulito e omologato a qualsiasi altro aeroporto occidentale, non può
+ però sottrarsi alla sua vera origine geografica, che impregna le persone e l’aria e scivola sui
+ pavimenti lucidi, sui nastri trasportatori, dentro e fuori dalle porte automatiche.
Questo odore è
+ sempre presente, persistente o flebile, aleggia su tutti gli oggetti e le persone. Alla fine del viaggio
+ l’abbiamo assorbito anche noi, lo percepivo sui vestiti lavati al campement, nelle lenzuola dove
+ dormivamo, nel mio sudore e nei capelli di Kamo. È una presenza rassicurante, un segno innegabile che
+ siamo davvero dove abbiamo intenzione di essere e che in qualche modo i nostri corpi bianchi hanno un
+ margine per essere accettati da quell’aura misteriosa che emanano tutte le cose.
🥑 Usciti dall’aeroporto ci troviamo con il nostro contatto Baba: uomo senegalese sulla
+ quarantina, sorriso da giovane ragazzo, faccia in realtà senza età. Baba lavora a Pavia ed
+ è in Senegal a visitare la famiglia. Ci accoglie calorosamente e sottolinea che ciò che
+ è importante del nostro viaggio/progetto, non è tanto il perché ma l’azione,
+ l’agire nella terra della lentezza. Ci porta verso il parcheggio e l’auto proteggendoci da
+ milioni di tassisti in cerca di clienti, accompagnato da ombre scure in processione. “Abbiamo un
+ amico” rispondiamo, negandoci gentilmente
+ alle soverchianti offerte.
+
Arriviamo all’auto e, dalle fila silenziose di sagome, un uomo, fino ad + allora scambiato come guardia del corpo in cerca di affari, si identifica come l’altro guidatore oltre + a Baba. Capiamo che sono amici, oltre a ciò non molto altro, saliamo su queste macchine fatiscenti e + iniziamo a viaggiare lentamente. Non conoscono la strada o così sembra: ogni 10 minuti si fermano e + si confrontano animatamente. Un tassista inizia ad inseguirci minacciando lo scontro e suonandoci contro + costantemente. Il nostro misterioso autista non dice nulla, guida paziente e la sua testa nera luccica nei + colori tenui della notte. Per me seduto nei sedili posteriori diventa punto di riferimento. Mi guardo + attorno e, mentre la macchina procede lentamente sull’asfalto, inizia a prendere forma quella che + suppongo sia la periferia urbana di Dakar: case su case ammassate le une sulle altre con mattoni a vista, + incomplete ed immerse nel buio, figure distinguibili solo dal chiarore lunare.
+Alla luce pallida notturna inizia a sostituirsi una luce chiara giallo + elettrico e la città diventa più strutturata, edifici più complessi, ma la logica che + li àncora ancòra non è certa: è un insieme di costruzioni accomunate da + un’esigenza pratica senza ordine preciso, senza punti di riferimento. È una foresta di cemento, + giungla di cemento per citare un film americano sulla vita nel Bronx.
+Arriviamo all’hotel, i 45 minuti previsti sono diventati 1 ora e 30, + salutiamo Baba, lo paghiamo 5000 franchi: “Ciao a presto è stato bello ma sono le 4 di notte + bisogna correre a dormire”.
++
🌞 Il viaggio con Baba è divertente e un po’ esasperante: la + sua macchina non è nelle migliori condizioni e lui ha qualche difficoltà con il navigatore che + ha impostato in italiano. Noi, a essere sinceri, non capiamo cosa c’è che non va, fatto sta che + l’auto non spinge a più di 20 all’ora e dall’Aeroporto Blaise-Diagne attraversiamo + una prima Dakar notturna seduti nella macchina guidata da african Tarkovskij: senza fretta. Gli altri nella + macchina che funziona si fermano spesso ad aspettarci.
+Il volo rimandato ha creato scompiglio un po’ a tutti: il traghetto per andare
+ in Casamance salta fino al lunedì, dato che nel weekend non fa tratta. Baba è riuscito a
+ venirci a prendere lo stesso in aeroporto ma si vede che è stanco. La notte è
+ tranquilla.
+
🌪 Il mio ricordo di questo viaggio è uno + stranissimo miscuglio di sensazioni tra cui un tetro sentore di paura dato dalla situazione: la notte in un + luogo sconosciuto, distante da casa, le macchine con l'intero cruscotto non funzionante (ti accorgi di + avere un principio di mania del controllo quando in auto non sai né quanto carburante + c’è né a che velocità stai andando), il tassista che per via delle manovre ardite + del nostro driver ci suonava all’impazzata. Nell’aria però, oltre agli odori africani, + c’era un enorme entusiasmo: tutti noi del collettivo ne abbiamo fatto esperienza. Ebbene anche + quell’entusiasmo confluiva in un’emozione più complessa, un’emozione che riesco a + descrivere solo usando la definizione di Thauma data dal mio professore di filosofia al liceo. Meraviglia e + terrore nella stessa definizione, meraviglia e terrore dell’effettiva nostra esistenza in quel + momento, in quel luogo e per quel motivo. Come di fronte a un gigantesco + salto nel vuoto percorrevamo un’autostrada senegalese, passandoci un + Tanqueray edizione limitata comprato al duty free.
++
+
+
🥑 Baba e il suo + amico misterioso si dissolvono nella notte scura, inchiostro nell’inchiostro e il pennino degli + incontri rimescola dentro, una spirale veloce e nera da cui esce il nostro oste: Kebè.
+Kebè è un marinaio e ha un figlio nell’Indiana e mi deve + 500 franchi: sta seduto sguardo perso nel vuoto, tristissimo, i suoi pensieri vagano nel tempo, le speranze + gli amori i viaggi, tutti racchiusi nelle linee del volto. Kebè non è veramente un oste, + è il guardiano notturno — le onde si infrangono ripetutamente sulla battigia lì di + fronte e lui si lascia trasportare, nostalgia e pirateria in un locale scuro e spoglio dagli infissi lignei + — ci dà da bere, sorride caldamente e ci racconta aneddoti, lui parla il linguaggio universale + dell’amicizia o dei viaggiatori perduti e ci capiamo tutti.
++
🌞 La Brasserad dove dormiamo è sulla punta di Dakar di fronte + all’isoletta di Ngor. Forse è un posto per turisti bianchi e la cosa un po’ ci rattrista, + perché siamo turisti bianchi. Dobbiamo ammettere che fin dalla prima sera a Dakar ce l’abbiamo + avuta con i francesi che incontravamo in giro: ce l’avevamo con i colonialisti o avevamo paura di + essere come loro?
+Baba ci lascia sull’uscio per essere sicuro che non ci perdiamo. Lì tiriamo un po’ scemo Kebè e finiamo il gin + del duty free co qualche biretta, con incredibili cocktail Tanqueray-Gazelle. Kebè vende quasi una + chitarra a Tiziano. Andiamo a dormire tardi.
++
🥑 Il mattino + giunge, affacciato alla finestra scorgo il mare, piroghe e ragazzi neri sulla spiaggia che si allenano e + contrattano.
+Incontriamo Malamine Tamba,
+ il ricco, il saggio, il visionario. Malamine è
+ un uomo, padre di famiglia e lavoratore: vicepresidente della squadra di calcio
+ senegalese Casa Sports, presidente dell’Allez Casa, il comitato dei tifosi della stessa (tu
+ chiamali se vuoi ultrà) e possessore di terreni agricoli che, in tutto
+ questo, riesce a prendersi cura anche di una combriccola di giovani artisti italiani. Ci porta di qua e di
+ là a comprare il necessario per il viaggio ospitandoci a casa sua per il pranzo domenicale, che in Senegal avviene di sabato, ma l’idea
+ è quella. La moglie Tabara, elegante e colta, ci intrattiene durante il banchetto mangiando con noi e
+ ridendo di gusto, mentre ci sminuzza la carne con le mani dall’enorme piatto unico (che non è
+ Dakar) di riso e verdurine piccanti che ci unisce in
+ quel momento. Ha un sorriso bianco, rosa e marrone scuro. Le donne senegalesi sono bellissime, come la
+ timida figlia di Malamine figura leggera, come la zia
+ di Malamine, donna anziana in un vestito bianco e sguardo
+ scuro e infinito nel sapere.
+
🍠 Uomo chiave di questa spedizione africana è Malamine Tamba, nostro mentore e contatto africano che ci ha aiutati
+ nell’organizzazione pratica di tutto il viaggio.
Venne negli anni ‘90 a Pavia per seguire un
+ master in Politiche Internazionali. Arrivava dall’Università di Dakar e il suo villaggio natio è proprio Coubanao.
+ Incontrò Mimmo e gli altri compagni dell’odierno Comitato Pavia Asti Senegal e scattò
+ l’amicizia.
+
La storia è storia, ora siamo nel presente, dobbiamo lasciarci alle spalle
+ quel che è successo. Suonava circa così — non ricordo perfettamente — la frase che
+ ci disse quando ci incontrammo a Dakar. Ricordo bene però il pranzo a casa sua seduti sul tappeto a
+ mangiare con le mani dallo stesso piatto riso e carne (o riso e verdure, date le abitudini alimentari di
+ certi) in stile senegalese.
Senza posate, sua moglie spezzettava con i polpastrelli le varie carni, le distribuiva nel
+ riso e con la destra ognuno prendeva il proprio boccone. Mi viene in mente che l’infografica del
+ ristoro generalmente raffigura una forchetta e un coltello: chi ne ha proposto l’universalità
+ non ne voleva sapere di tener conto che buona parte di mondo mangia tradizionalmente con bacchette o mani. Quello che ci siamo
+ trovati a trattare aveva a che fare col colonialismo in tutto e per tutto, a più livelli.
+
I figli di Malamine guardavano Atalanta-Juve in salotto: Kamo aveva le lacrime agli occhi per l’evento, + Gambaz le aveva per la quantità di cibo ingerito, io per aver assaggiato il miglio pestato tipico delle colazioni senegalesi, gli altri per la + quantità di zucchero nel tè offerto a fine pasto.
++
🌞 Sofia per un esame aveva scelto di portare una ricerca su Gianni Celati e + si è recuperata un po’ di suoi libri, tra cui Avventure in Africa. Ora, forse questo commento + dovrebbe scriverlo lei che ce l’ha a portata di mano, ma in quel libro Celati arriva in un villaggio + ad una certa e nel baretto locale c’era in tele una partita di Atalanta Juve, “il peggio che il + calcio italiano potesse offrire”.
++
<pre>Sévaré, hotel Debo.
++
Potrebbe essere una pensioncina della riviera adriatica, stesse camere disadorne, + tutto piastrellato paramoderno, stesso standard triste, con la differenza che nel corridoio ci sono + cavallette lunghe un dito e mezzo e intorno villaggi di capanne sprofondate nel buio.
+Grande dormita per riprendere le forze.
++
Verso sera nel ristorante quattro uomini guardavano la partita calcistica + Milan-Vicenza alla televisione, e sapevano tutto del campionato di calcio italiano. Ne hanno parlato con + Jean che è competente anche in questa materia, ed ha persino delle idee sportive avanzate. Poi + mostravano sullo schermo la partita Juventus-Atalanta, il peggio che si può vedere in fatto di + calcio.
++
Il pollo in stile thailandese, infame intruglio militare che lo chef tuareg mi ha + servito come se mi facesse un favore, ho dovuto far finta di mangiarlo perché il detto chef mi si + è seduto accanto e mi teneva d’occhio, mentre guardava la turpe partita di calcio.
++
Gianni Celati, Avventure in Africa p.42</pre>
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🌞 Mai parole furono più profetiche ah ah + questa cosa è davvero assurda che anche noi quel sabato pome fossimo in casa di Malamine Tamba dopo + rimbalzi continui in aeroporto a vedere Atalanta-Juve (rovinosamente sconfitti)
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+
+
🥑 Finito il + pranzo a pancia piena, soddisfatti di noi stessi ci avviamo verso l’hotel per l’ultima notte. Il + lento cadenzare del taxi nella trafficata Dakar mi culla in un sonno conclusivo. Mi addormento. il tempo + passa, allibratori sulla spiaggia mi inducono in cattivi affari. Un bagno fresco e salato mi riporta alla + realtà e poco dopo salpiamo verso nuovi lidi. Verso l’enorme laguna di mangrovie: Ziguinchor, + la regione della Casamance e l’agognata Coubanao.
++
+
🌞 Mi viene in mente il porto di Dakar, la sua immensa hall e il secondo + piano che a quanto pare solo noi abbiamo avuto l’idea di esplorare, lo spazio coi divanetti e gli + acquari pieni di pesci un po’ desolati dal vederci ancora rimestare nei progetti e non goderci la vita + o l’attesa del traghetto. Sui muri appesi e incorniciati alcuni quadri di una mostra di pittura + lasciati a prender polvere.
++
🥑 Salpiamo alle 8 di + sera, il bateau Diambogne è una barca + traghetto, ricorda quelli utilizzati per arrivare dalla costa sabbiosa francese alle bianche scogliere + inglesi, versione più piccola. Gli interni sono simili: falso legno lucido, poltroncine e televisori + per mettersi a dormire.
+Saliamo e, dopo aver superato i controlli, entriamo nella pancia della nave, + spazio riservato ai camion ricolmi di patate e carote ma nessuna macchina privata.
+Arrivati sul ponte ci accoglie una situazione divertente: donne e uomini distesi su
+ tappeti ascoltano musica che ricorda il reggaeton: la radice ritmica è quella ma arricchita da
+ variazioni su tema di percussioni senegalesi e la melodia delle voci sale verso nord passando per la distesa
+ sabbiosa del Mali per arrivare in Marocco. C’è anche chi prega, si inginocchia a piedi scalzi e
+ mormora. Nonostante gli interni, simili ai battelli inglesi, l’Africa in questo bateau è
+ altamente presente.
+
Durante questo viaggio notturno spesso incontro gli sguardi degli altri + viaggiatori: molte donne, fino a quel punto difficili da incontrare, nei loro vestiti sgargianti scrutano + incuriosite e maliziose.
+Ci allontaniamo dal golfo di Dakar. Le luci dell’orizzonte della città
+ nervosa si sciolgono volando verso il cielo formando puntini bianco gelo. Immagino i marinai di un tempo
+ osservare questi consiglieri, orientarsi e arrivare alla meta giusta. Ci provo anche io, ma il cielo
+ è diverso, non scorgo le forme a cui sono abituato, non vedo il grande carro, non vedo nemmeno la
+ luna, nonostante la tentata ricerca con gli amici: siamo distanti da casa, capiamo, inquieti ma decisi.
+
+
Guarda mondo scuro dove siamo arrivati nonostante tutto.
++
Siamo in guerra anche noi come i senegalesi, ringrazio Kamo per + l’immagine, chiedete a lui spiegazioni.
+Stanchi torniamo alle nostre poltrone, dentro la cabina l’aria + condizionata e il televisore a palla rendono fastidiosa la permanenza ma è ciò che ci viene + offerto. Chiudiamo gli occhi, distesi per lungo sui sedili tra le voci borbottanti e profonde dei + viaggiatori addormentati.
++
+
🥑 Il mattino ha + l’oro in bocca, in tutti i sensi. All’ingresso della laguna del Casamance, siamo immersi in una + abbagliante fascia dorata, luce solare che si riflette sull’acqua piatta delle 8 di mattina. Un senso + di magnificenza e solennità ricopre il nostro bateau e i nostri compagni di traversata. Si scorgono + le prime mangrovie e case dei pescatori, piroghe, trappole mortali per pesci sfortunati. Delfini ciechi + rincorrono distanti il taglio ondulato e pigro creato dal passaggio dalla nostra barca.
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La flora, da presenza distante si avvicina sempre di più al bateau portandolo in fondo, strozzando il fiume. Le baracche dei pescatori diventano + più numerose, e con questo incedere glorioso e lento prende forma la città di Ziguinchor: il + battello è a destinazione e noi viaggiatori sbarchiamo su un nuovo terreno, più caldo della + ventosa Dakar e più vicino al cuore dell’Africa.
++
Il porto di Ziguinchor è una struttura spoglia, dai muri beige. Le facce + nere dei presenti, trovano un contesto accomodante, se non altro per quanto riguarda l’occhio: colori + ripetitivi, leggermente monotoni. Ciò che rimescola le carte in gioco e rende vivo lo scenario sono + gli abiti lucidi e sgargianti dei presenti, la maggior parte di loro infatti indossa tute da calcio di + squadre europee: Paris Saint German blu e rosso, Juventus bianco e nero, Milan rosso e nero. Se fosse una + composizione pittorica la intitolerei: “Poliestere su argilla”.
++
Mentre aspettiamo di ricevere i bagagli, compare la figura sorridente e sorniona di
+ Baba Sane.
Baba Sane, ci accompagnerà a Coubanao ed è un amico di Angelo, + figura ancora non introdotta ma assolutamente importante. Facciamo un passo indietro (Baba Sane ci + perdonerà). Il nostro caro Angelo è un navigato viaggiatore italiano dalla faccia scavata e + capelli lunghi, fuma sigarette da giro e ha una rete immensa di contatti qui in Senegal. È + membro del CPAS - ONG che si è presa la briga di darci qualche soldo per il viaggio - senza di lui + non avremmo saputo muoverci. Grazie Angelo e CPAS.
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Torniamo a Baba Sane che, sebbene quel giorno fosse sprovvisto di maglietta in + poliestere, ha passato una vita nello sport del pallone e di calcio è un esperto. Lui è membro + dei giocatori anziani del Casa Sports, molto amico del grande Malamine Tamba, ride di gusto e grazie a dio parla italiano: finalmente possiamo esprimerci + come vogliamo. Sarà per la facilità nella comunicazione o per lo spirito giocoso di Baba Sane, + ma subito sembriamo amici, già in programma una giornata di pesca sul fiume, che mai si + farà.
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Prendiamo i bagagli, li portiamo fuori uscendo dalla calma silenziosa della + sala d’attesa del piccolo porto. All’uscita veniamo inondati da un raggio di sole prepotente e + soffocante e una miriade di persone ci si pone davanti, fervente e indaffarata. Ci prendono le valigie, le + portano ad un furgone, le caricano sul tetto del veicolo velocemente. Baba sane dirige tutto ciò, + dà indicazioni e mancette ai garzoni e ci tiene tranquilli, direttore d’orchestra del caos + umano di questo porto senegalese. Complimenti a lui ma del resto ci è nato e cresciuto, conosce tutto + nel minimo dettaglio.
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Insieme a lui c’è Caramba, caramba che + sorpresa, ocio ai caramba, + eccetera, un nome come un altro in questo Paese simpatico e distante. Partiamo: noi un * salta, Caramba, + Baba Sane e un guidatore non identificato che se lo guardi in faccia sembra scorgere un bronzeo busto di matrice fascista, le linee del volto sono dure e + decise e la pelle scura luccica.
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Ci avviamo lungo le strade di Ziguinchor, città che risente del periodo + coloniale, qua e là ci sono villette francesi spesso abbandonate e tra di esse compaiono, vere + protagoniste, botteghe di cianfrusaglie: cinture, ferramenta, vestiti, televisori. Ci rendiamo conto che + è meglio non fare foto, ti urlano dietro: “Non siamo animali in gabbia e voi bianchi visitatori + di uno zoo”. Come ti pare amico, se ho una macchina fotografica con me faccio foto indipendentemente + dal posto.
++
🌞 Mi è ricapitata poi la stessa cosa al mercato quando ho scattato una delle foto in mezzo a quel vortice di
+ foulard: una ragazza passando si è avvicinata e ha sibilato: ti ho visto! Carica di astio e con occhi
+ truci.
+
🥑 Studenti tornano da + scuola, indossano polo azzurre anice. Cerco di fare qualche foto ad alcune studentesse, ma memore delle urla + non produco altro che scatti maldestri. Il sole batte + forte, facciamo due compere e preleviamo dell’argent. Dentro di me sento una crescente tensione positiva, probabilmente condivisa dai miei compagni + di viaggio: siamo ancora più vicini alla meta. Nella mia testa prende piede l’immagine di un + viaggio mistico tra mitra, violenza, charlie in agguato in un contorno esotico, alberi di mango, tigri, umidità pesante, + malaria, follia, e una meta mitica, fatta di sangue, indigeni mutilati e rovine nell’edera capeggiata + da un folle saggio militare in fuga, mr Kurtz: Apocalypse now! Ma fortunatamente, il film è un altro, + non siamo soldati in Cambogia e la nostra meta non è un tempio in rovina memore dell’impero + Angkor. La nostra meta è Coubanao, nella regione della Casamance, il giardino del re.
++
La strada si inerpica nella foresta di palme e fromager, baobab, manghi, e infiniti + alberi: è una via sterrata e sabbiosa, dal colore rossiccio. Ai bordi di questa ci sono case spoglie + e gente seduta all’aperto, immagini sfuggenti nello sfrecciare del nostro furgone. A momenti di fitta + foresta, con incedere alternato e ritmico, incontriamo squarci aperti di luce e distese lagunari secche che + odorano di sale. Mucche dalle corna lunghe e + acuminate ci osservano passare e capre e faraone, animali santi e ornamentali, si scostano pigramente dalla + strada. Apri e chiudi, luce e ombra, superiamo il villaggio di Koubalan e poi di Finntiok e infine Coubanao. +
++
Tutto in quel luogo è volto nell’interesse della comunità, + il villaggio stesso è comunitario. Le proprietà sono divise per famiglie, ma non esistono + porte, non esistono strade, tutto è collegato da fiumi di sabbia che entrano e si insinuano ovunque: + il villaggio stesso è mobile. Le nostre guide ci raccontarono di come fosse stato spostato e + modificato nel tempo per evitare animali notturni e si potevano scorgere i nuovi luoghi destinati a nuove + case.
+Gli animali d’allevamento corrono per il villaggio totalmente liberi, come i + limoni che crescono in luoghi pubblici 🌵o gli alberi + di mango che sono ovunque e appartengo a tutti 🥑 e l’unica difesa contro le mani golose dei bambini è la certezza che se ne + rubano qualcuno sicuro per loro ci sarà un prurito fastidioso per giorni.
+Eccoci qui!
+Ricevuti dai nostri ospiti, ci sediamo e mangiamo insieme.
🌵 Il campement consiste in tre capanne di grossi
+ mattoni beige disposte a semicerchio e da due strutture più grandi adibite a sala da pranzo+cucina e
+ a casa del guardiano. Porte e finestre in legno dipinto di azzurro, delle tende lise ondeggiano agli
+ ingressi, i tetti in lamiera ricoperti di paglia, un pozzo a cui ogni tanto delle donne attingono
+ l’acqua. Accanto alla casa del custode cresce un boschetto di anacardi dove spesso i bambini vanno a
+ giocare; la folta chioma di un mango offre riparo a tutto lo staff, che seduto su bianche sedie di plastica
+ passa i pomeriggi a mescere tè. Lì dietro, in mezzo a dei sinuosi fromager, si inalza un
+ caïlcédrat. Il tronco mostra qua e là delle cicatrici: Malamine Diémé mi spiega che con la corteccia macerata viene realizzata un’amarissima bevanda per
+ abbassare la glicemia 🥑 (per compensare il troppo tè zuccheratissimo che bevono a quantità tutti i
+ giorni). 🌵 Ormai facente
+ parte dei tipici bitorzoli di questa pianta, fagocitato dal tronco e dal tempo, riposa un lungo semiasse
+ arrugginito con ancora gli pneumatici alle due estremità. Gli ingombranti avanzi della colonizzazione
+ francese invecchiano assieme alla vegetazione, alla sabbia che si insinua ovunque, alle piogge e al sole. E
+ così quei resti di un camion che nessuno sa cosa abbia trasportato, fanno da sfondo ai pomeriggi
+ oziosi dell’équipe del campement, ascoltano il nostro francese stentato e il loro francese
+ creativo, mentre ogni tanto qualcuno passa per portarsi via un pezzo di corteccia. Prima ingranaggi di un
+ macchinario, ora parte di un organismo.
+
🍠 L’accattivante miscuglio di antimalarica con + l’acqua corrente — pista da ballo di batteri sconosciuti ai nostri corpicini — mi ha dato + una bella botta per i primi tempi: di notte avevo visioni e vivevo incubi eccezionali. È successo + anche di urlare nel sonno e di svegliare Erica che mi ha tirato due sberle se no crepavo per un colpo al + cuore. Oltre a questi potevo rischiare tranquillamente di crepare di diabete: a colazione si giocava alla roulette russa, dove per ogni + morso dato al panino spalmato di marmellate gusto mango o bissap si rischiava un picco glicemico ☞ + coma
++
Ogni giorno, la tavola della colazione era perfettamente imbandita.[dm]
+
+
Con una cura maniacale ogni posto a tavola era apparecchiato di:
++
+
Quindi poi le star erano:
++
+
Quest’ultimo era il chaotic evil della tavola, la regina negli scacchi, la mano invisibile. Ti poteva distruggere + l’appetito di un giorno intero se ti capitava un bel pezzo di grasso idrogenato solidificato: iniziava + choco ed era subito pain.
++ +
+
Quando il tavolo di battaglia era consumato si scattava su → si prendevano i + compiuter → si correva verso la scuola oppure si + ritornava al tavolo a progettare speculare programmare disegnare.
++
Che stanchezza.
+Il mio nome a primo impatto diresti che significa tipo ricco di fede per ovvi motivi legati ad una semplice + scomposizione della parola che il cervello fa senza nemmeno volerlo,
+ma cercando scopri che Federico significa prima di tutto ricco di pace quindi, ricco lo dovrei essere ma è da + discutere di cosa. Ciò di cui non ero proprio ricco durante le magiche settimane senegalesi era la + forza e uno si può anche chiedere quale tipo di forza ma io rispondo sia forza d’animo che + forza fisica.
++
Ero un po’ una pezza, un ovetto che pian piano si stava cuocendo sotto al sole + a cui non siamo abituati. La fatica d’animo è quella fatica che la mia coscienza vuole + elaborare, quella coscienza che si vuole fare visualizzazione del complesso, il complesso che pare + un’orchestra violenta che rappresenta una scala gerarchica silenziosa ma che esiste. E mentre cercavo + di stare in piedi il giorno del mio compleanno, mentre parlavo al telefono con la nonna e gli altri erano dentro all’aula di informatica, respiravo una + strana giornata, nuvolosa strana. Non voleva piovere anche se sembrava, ed infatti non ha piovuto. Quel + tempo mentiva, ma non avevo intenzione di sapere il parere dell’app meteo del cellulare.
+Non avevamo pranzato, dovevamo rimanere tutto il giorno a scuola. La colazione non + era stata la solita marmellata iperzuccherica, ma a sorpresa + (almeno per me) la colazione tipica: il miglio dolce pestato.
++
Effettivamente la roulette alla marmellata dava una bella botta di energia, ma il problema erano gli altri pasti che, parlo a nome mio + e dell’altro erbivoro, alla lunga, diventarono monotoni. La costante: le cipolle. Amavo quelle cipolle: quando andai in Senegal con il + CPAS non ne mangiai abbastanza ed al ritorno con un * salta fui estremamente felice quando al primo pranzo ce ne portarono un bel gran immenso + piatto.
++
SBAM servite per tre settimane a quasi tutti i pranzi e tutte le cene! +
+Dico quasi tutti i pranzi perché qualche volta disertavamo il + campement.
++
Ok c’è da ammettere che non c’erano solo le cipolle ma anche + delle buonissime patatine fritte - e quando dico buonissime erano veramente buonissime non tipo le + persone che dicono buone tipo quelle del McMerda ma + buonissime tipo buone come quelle della mia nonna. 🌞 Mettiamola così: + una volta sono stato molto in ospedale e i biscotti che ci davano a merenda erano buonissimi. Quando + sono tornato a casa li ho ricomprati e bo non + sembravano più così incredibilmente buoni... Mi viene da pensare che fosse il regime + alimentare a condirli e a Koubanao stessa cosa (no hate per le patatine molli erano ok anzi un prezioso + sollievo) (anche se forse più che buone la loro caratteristica principale era l’essere molli) + (anzi molto interessante cerchiamo di capire: come mai erano xe molli ste batatine?)
++
🥑 sì, + cucina molto monotona anche per i non erbivori. Sembrava ci fosse una censura dei loro prodotti tipici e + piatti per noi fragili occidentali. Detto ciò quello che mi è parso di cogliere in linea + generale è che anche nella cucina canonica senegalese non ci sia questa grande varietà, il + cibo è funzionale a dare energie, botte di zucchero e calorie per non svenire sotto il sole, non si + consuma per il piacere di consumare e sicuramente nella Casamance non ci sono programmi come Masterchef e il + cibo e gli animali sono rispettati per quello che sono, parte della vita e non il centro di espressione dei + propri sfoghi.
++
🌞 C’è una persona addetta alla cucina nel campement ma durante + il nostro soggiorno era altrove: è una ragazza che ha da poco finito il lycée e il villaggio le sta pagando gli studi a Ziguinchor + per diventare cuoca. Non sono poche infatti le persone che transitano da quei piccoli bungalow al confine + del paese: sia gente della zona che è in viaggio, sia turisti e stranieri come noi. Sono entrate che + fanno comodo e la comunità ci investe. Diverse persone collaborano: chi come guardiano, chi come + cameriere, chi come addetto alle provviste ecc e ognuno si dedica al proprio compito in forma religiosa: + l'apparecchiare e il servire i pasti ad esempio era + sempre un momento delineato con una precisione e ritualità super HD, dai modi rigidi, assurdi e + codificati dell’etichetta e bon ton + occidentale, ma compiuti con un tale impegno e presenza che li rendeva autentici.
++
Mi piace ricordare anche il mood de Malamine Diémé il giorno in cui
+ sono arrivati dal Governo (o dalla regione?) (non mi ricordo!) (ma non è importante chi li stesse
+ mandando, l’importante è che erano arrivati!!) tutta una serie di elettrodomestici, utensili,
+ arredi e props per il campement: un enorme frigo e il secondo freezer, la televisione, la lavatrice, la
+ batteria di pentole, la cucina e altre cose inscatolate che non abbiamo riconosciuto e che ora occupavano
+ tutta la veranda che avevamo abitato noi in quelle settimane. Una processione di cose caricate su una
+ processione de auto capitanate appunto dal Sig.
+ Diémé: radioso, che
+ sventolava alto e in festa dal finestrino della prima jeep del corteo.
🌵 “Dobbiamo festeggiare, ci avete portato fortuna,
+ aspettavamo da tanto!”
Così diceva e mi stringeva le mani.
🌞 E niente, le patatine erano molli.
++
L'Africa ha un altro ritmo rispetto a noi e il rito della cucina iniziava + presto: per la cena ad esempio nel primo pomeriggio e durava tanto. Tanto tempo a schiacciare nel mortaio le + cipolle, tanto tempo a rosolare e cuocere i pesci o la carne, tanto tempo e basta tra una cosa e + l’altra, con processi distesi e a passo lungo. Quasi intimi, non certo la frenesia delle cucine dei + ristoranti.
++
Probabilmente le pata venivano preparate alle quattro del pomeriggio, tutto qua, tra + una cosa e l’altra e senza una particolare intenzione o cultura della patatina fritta. Forse era una + necessità di stoviglie o forse la forma sbagliata di quelle patate: che ce le faceva vedere + come fritte quando erano semplici patate surgelate. Le + due cuoche mi piacevano: una era vecchia e ci salutava sempre quando arrivava bonjuuur e quando andava via bonnuuuit, era diventato un meme tra noi e lei; l’altra + giovane splendida ma con lo sguardo affilato e duro. Con noi non ha mai abbassato la guardia al 100% tranne + la sera del ballo delle maschere, quando col gruppo delle donne suonava come piatti i coperchi delle pentole + in festa. La sua bambina era molto piccola e timida e faceva ridere soprattutto una volta inseguita dalle poie.
++
🍠 Il pasto medio senegalese si compone di un cereale + carne.
++
Questo pattern culinario è ripetuto praticamente ogni giorno e si può + dedurre che il contenuto varia dal periodo dell’anno: durante la nostra permanenza le verdure, per + esempio, cominciavano a scarseggiare. I legumi ci sono e vengono coltivati in massa, ma la porzione di pesce + o carne è più sostanziosa e il concetto di vegetariano non è praticato, sebbene sia un + concetto abbastanza chiaro ai più. Il binomio di base cereale e carne rimane tale da tempo + poiché è la base di un pasto equilibrato per il popolo dell’area senegalese e in + più non c’è un'importazione di + beni culinari: la globalizzazione è ancora vagamente in progress. È abbastanza scontato, ma la + pizza il sabato sera non esiste, nemmeno il wok quando si è in chimica o l’all you can eat o il + curry indiano. Ma ciò che esiste è + un network che respira, un mostro che lega gli odori di tutti i cibi che pensi quando apri l’app di + UberEats e che manda gli ordini ai riders che spesso vengono anche da questa parte d’Africa. Il rider + numero 28817 che ti porta a casa la pizza che sua madre non ha mai pensato. Gli dai la mancia?
++
+
Per tre settimane abbiamo iniziato la giornata con una imitazione della colazione + dei coloni, eccetto per una. Forse la vedo così violenta come immagine perché ho in testa il + dover vivere un posto nel modo più autentico possibile, cosciente del passato dell’Europa + colonialista. Ma forse per un senegalese non è necessario, o forse un senegalese pensa che preferiamo + la cucina simile alla nostra e quindi una cascata di imitazioni prendono il sopravvento
++
🥑 Proprio + così, siamo solo noi occidentali con i sensi di colpa che cerchiamo costantemente una riprova di + autenticità. Non siamo più i capi del mondo. L’implicito è egoistico: voglio + autenticità per ritrovare quello che vi ho tolto; e allo stesso tempo: mi trattate da occidentale ci + deve essere qualcosa che mi nascondete. Poi in realtà tutto è perché gli occidentali + pagano e non vogliono che abbiano problemi di pancia e se ne vadano incavolati e addio Argent. Siamo delle Vacche Da Mungere di alto rango.
++
🍠 Durante la cena di raccolta fondi a casa di Sofia, qualche settimana + prima della partenza per Dakar, avevamo provato a fare un piatto senegalese con patate e patate dolci. Per + quanto non abbia mai assaggiato l’originale, sono certo che il nostro tentativo non ci si avvicinasse + minimamente.
++
La domanda che mi viene spontanea è se fosse ok o no. La risposta che mi + viene è: fin quando è una ospitalità culinaria, perché no? Alla fine + Malamine del campament ci dice che non ci preparavano le + pietanze che mangiavano loro perché troppo + speziate ma anche perché sapevano dei nostri stomaci sensibili ai nuovi + batteri, il che portava ad un depennamento automatico di molti alimenti.
++
🍠 Da metà avventura abbiamo chiesto le uova a colazione, per frenare + un po’ gli zuccheri delle marmellate e integrare proteine. Dopo anni che non mangiavo un uovo ho + mangiato con gusto la frittata a colazione, unta e fatta con uova dalle galline con cui condividevamo la sabbia del campement. L'allevamento intensivo a + Coubanao non esiste, e mi chiedo anche se il ragazzino dello siop, per esempio, possa immaginare quelle fabbriche dove gli animali sono trattati come esseri + inorganici. Penso che le mie scelte alimentari si possano iscrivere in un determinato lasso di tempo e + soprattutto di spazio, si adattano e cercano di comprendere il momento preciso che si abita.
+
[do]
+
E allora quelle uova non mi fanno sentire male e ora, a ripensarci, sì, ho + mangiato un uovo di una gallina Senegalese, che a me fa un po’ senso comunque 🌞 anche io durante il viaggio mi sono scostato dal passo vegetariano, assaggiando a volte + il pesce o la carne e pure la scimmia (che sa di vecchio in fila alle poste per ritirare la pensione). Come + ha scritto sopra Poni molto era dovuto all’ospitalità culinaria, un po’ alla monotonia + degli ingredienti e soprattutto all’ottica di una diversa ecologia del cibo: meno Esselunga e + più cortile, orto o risaia dell’anno prima. È un po’ diverso dal lusso di qua, + un’essenzialità che già implica un + certo tipo di dieta ok.
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+
+
🍠 Una mattina siamo andati a pescare in piroga 🌵 (le piroghe di solito si ricavano dai fromager: alberi eleganti con il tronco che pare un
+ drappeggio, un insieme di membrane, ricco di insenature e linee curve e ascendenti, radici come tentacoli e
+ corteccia di pelle di rinoceronte) 🍠 risalendo attraverso il groviglio
+ di canali delle risaie fino al fiume Casamance. Erica saltò la gita: in lei febbre e malesseri
+ multiformi; la pensavo e pensavo a tutte le sfortune che potevano derivare. La classica barzelletta del
+ ragazzo che va in Africa e si becca la malaria: più risate che effettive paure - ma avevo la testa in
+ due posti diversi, con lei al campement e con Aliou e gli altri 1saltini in piroga.
+
La luce era fondamentalmente diversa, il sole si propagava differentemente con
+ l’afa generata dal fiume e offriva una perenne visione onirica: i ruoli in quel momento prendevano una
+ forma narrativa, nell’aria c’era una intesa stile Indiana Jones, come se da un momento
+ all’altro potesse succedere qualcosa, ma ognuno continuava a svolgere il proprio compito
+ drammaturgico.
+
Non c’era nessuno a parte pennuti simpatici che si muovono in branco ed + evidentemente pesci sotto di noi. Percepivo una tensione che mi inventavo. Stavo vivendo un momento di + finzione che ha raggiunto il climax quando ci siamo fermati allo sbocco del canale che finalmente dava al + Casamance.
++
+
+
Aliou è un ragazzone che se vuole ti tira una sberla e ti fa fare un doppio
+ carpiato in aria, ma lo percepisci dal suo sorriso perenne che non farebbe male nemmeno ad un tafano. Ha
+ portato le canne da pesca (bastoni) ma rimane l’incognita delle esche. Quel momento era un punto teso
+ tra intrattenimento turistico e la spesa. In ogni caso, non avrei mangiato il pesce che avremmo pescato per
+ varie ragioni che sono già emerse. In più l’odore del pesce mi fa svenire. 🌵
+ Poni ti lamenti sempre bastaaaaaa 🍠 Cordialmente,
+ vaffanculo 🌞 Nel
+ cretto della riva ci sono delle buche.🍠 Il ragazzone si avvicina e
+ carponi comincia a scavarci dentro: sono le tane dei granchi ☞ le nostre esche.
+
+
+
Ne prendiamo tanti, 🌞forse tutti, 🍠 palesemente più del dovuto. Finita la prima pratica Aliou prende un sasso + e apre in due uno di loro così da prendere un pezzo di polpa fresca.
+Ci prepara le canne (bastoni + filo), ci sediamo sulla barca e lanciamo l’amo + verso l’acqua: il bottino in totale è n. 3 granchi e n. 2 pesci. 🌞La pesca miracolosa. 🥑 Preciso che la pesca povera + non è dovuta all’incapacità dei pescatori ma all’insieme di un saltini scettici + che parlavano a voce alta intorno alla barca facendo scappare tutte le prede.
+🍠 Granchi che abboccano grazie a carne di + granchio, un loop che mi fa pensare a quanto la natura sia grottesca.
++
+
Torniamo con la melma paludosa sulle gambe e 🌵 sulle + braccia come quando i veterinari fanno nascere i vitel e devono tirarli fuori dalla mucca con le loro + mani, agguantandoli con fermezza dalle zampe, + 🌞e su tutto il resto del corpo perché sono 1 cretino che si diverte nella + palcia, 🍠 facciamo un + tratto sulla strada che porta dalla risaia al campement e dei ragazzi ci guardano. Non so decodificare + quegli sguardi. A cena gli 1saltini mangiano polpette fatte da quel bottino, io sto sulle patatine molli + + cipolle. A Pavia non andrei a pescare mai e poi mai. Quella avventura è stata solo un'avventura + perché eravamo dei turisti o stavamo partecipando all’ecosistema di Koubanao?
++
Queste complesse dinamiche sono una ipercipolla, a strati non solo concentrici ma allo stesso tempo perpendicolari e incastrati. Pesta la + ipercipolla al mortaio e vedrai queste molteplici + realtà che coabitano questo ecosistema .
+Cuoci il composto e grosse fatigue.
++
+
Come già detto ero già stato a Coubanao, ma la mia indole da artista
+ entusiasta fece calare una patina magica su qualsiasi cosa avessi vissuto due anni prima non rendendomi
+ conto di tante dinamiche o, se non altro, vedendole in
+ modo differente.
Sempre per mia indole non riesco a vivere un viaggio come semplice turista. In genere il 🌞turista sporca, l’ospite lascia un segno,
+ 🍠 e lasciare un segno è una fissazione che per noi ora é una
+ priorità. Non volendo essere un semplice turista non vorrei nemmeno risultare un semplice turista: ricordo con amarezza
+ quando, a Coubanao, non ci proponevano le prelibatezze senegalesi DOC. Non volevamo farci portare il
+ tè al tavolo dentro la sala comune del campement: volevamo berlo con tutti sotto l’albero di manghi. Poi fortuna che ce lo portavano ugualmente,
+ perché stavamo ore attorno a quel tavolo a strizzarci le meningi sul da farsi del giorno dopo.
Eravamo turisti alla fin fine?
+
🌞Vivere di turismo. fotorealistico ma + imbalsamato: il turista non deve congelare il villaggio nella sua immagine. L’ospite e l’abitante sono concentrati di vita che generano vita che genera realtà. Dal turista + nemico all’ospite alleato.
++
🍠 Eravamo ospiti?
++
🌞È successa una disgrazia gli ultimi giorni che eravamo a + Koubanao. Un ragazzo del villaggio ha perso la vita in un incidente stradale. Il lutto lì è + una condizione condivisa e partecipata tra tutti. Potrebbe essere facile ricondurre la cosa alle modeste + dimensioni del villaggio, ma sarebbe riduttivo e superficiale. Questa dimensione collettiva della morte + forse è il naturale riflesso di una dimensione collettiva anche della vita: una vita di cortile e di + strada, una vita di tappeto, di risaia e di albero, di campo da basket o di tè e basta.
++
A questa collettività ha partecipato anche un * + salta: la performance che avevamo organizzato per concludere il viaggio non sembrava + più tanto appropriata in luce alla tragedia. I nostri amici del campement ci hanno consigliato di far + visita alla famiglia del ragazzo, sia per essere vicini alle persone di Coubanao sia per sondare + l’aria e capire con rispetto come era opportuno comportarsi.
++
Erano i nostri ultimi due giorni e tutto quanto il meccanismo della fine si era + attivato. In quei momento stavo sviluppando le patch e il sito per far funzionare la performance. Per finire + in tempo sono stato l’unico a non andare al funerale e son rimasto un po’ solo nel campement + tutta la mattina di sabato nel clima e nella luce dei giorni dell’after. Ho parlato con la mamma al + telefono per dire che tornavamo e ho finito il sito. Poi sono stato seduto sul letto a disegnare.
++
Si sentiva un muggire che era sempre più insistente, sempre più + forte e sempre più vicino. Era un muggire spazientito e pieno di sbuffi o sospiri. La cosa non era + tanto strana in realtà perché parte integrante del villaggio di Coubanao era la sua fauna da + cortile, con come cortile il villaggio. Per cui poie e faraone grasse e caprette nane e mucche col septum e + maiali pelosi scorrazzavano per le strade e per le abitazioni senza troppe cerimonie.
++
Poi nel cortile del campement rotola e corre un toro che urla e capisco che a + muggire era lui e dietro perché è scappato lo insegue un bimbo che arriva dopo ma si sente + prima perché urla e frusta il bastone che ha in mano e quel pezzo di corda che l’animale ha + sapientemente snodato oppure solo per fortuna ha sciolto in un momento distratto mentre tutti erano al + funerale o mentre tutti non lo guardavano. Tirano un sacco di polvere dalla sabbia e li guardo passare e + resto con loro i tre secondi che ci mettono a tagliare da una parte all’altra, poi il climax finisce e + tutta la stanchezza vietata risale per cui non faccio più niente e aspetto che tornino i miei + amici.
++
🌞Tiziano Pastor, Federico Poni ed io facevamo ogni + tanto le corsette che consistevano nell’andare + dal campement (inizio del villaggio) alla scuola (½ del villaggio) e poi tornar indrio. Oppure dal campement verso la parte opposta, a ritroso verso + Ziguinchor (sempre per poco perché siamo dei veci) 1 volta abbiamo provato a fare il villaggio + dall’inizio alla fine e ritorno ma siamo scoppiati. Che molli. Però la corsetta è bella. + Gli africani sorridevano sornioni perché + siamo fragili.
++
+ corsetta modalità lunga (andata e ritorno) ++ campemant scuola + zona est ++ + scala: | 100m | + durata: 20’ + |
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+
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+ corsetta verso Finntiok (andata e ritorno) +risaie campemant + ++ + finttiok + +scala: | 100m | + durata: 15’ + |
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+
🍠 Per allontanarci dalla forma standard del turista abbiamo cercato di + sviluppare un modo di visitare attivo e inerente al nostro progetto, un po’ come quando a casa dei + suoceri aiuti a sistemare la tavola. L’idea iniziale era quella di realizzare un documentario: ci + eravamo proposti un viaggio di scoperta verso la fisicità di internet, + per trovare le sue origini, capire il suo funzionamento, e indagare come questo + strumento globale potesse manifestarsi in diverse forme a livello locale.
++
🌞La modalità scelta per lo sviluppo del progetto aveva in + sé la ricerca di un contatto privo di gerarchie o ruoli predefiniti. Noi collettivo saremmo stati + esclusivamente dei facilitatori del progetto, il quale, una volta iniziato, avrebbe preso vita autonomamente + con il coinvolgimento attivo dei partecipanti.
+
Il nostro intento primario, infatti, era quello di catturare impressioni e
+ azioni il più possibile prive da condizionamenti esterni e, da esse, far scaturire una relazione
+ virtuosa tra noi, i ragazzi senegalesi e il progetto, che era la materia viva di congiunzione dei nostri
+ mondi.
+
🥑 Proprio per questo + i laboratori si muovevano su un piano per la maggior parte ludico e creativo: osservarci, osservare e creare insieme da pari, noi e loro abitanti + dello stesso planetary village.
++
Questo presupposto che in linea puramente teorica suona bene, risentiva + però di una debolezza pratica: forse prodotto di una buona fede ingenua, speranzosa di evitare + qualunque possibile errore di interpretazione che avrebbe fatto di noi i colonizzatori occidentali, artisti + in cerca di conferme in luoghi sconosciuti quindi privi di giudizio.
++
Ciò che non avevamo considerato, infatti, era la realtà a cui + saremmo andati incontro: l’errore è stato quello di non aver compreso fin da subito + l’enorme diversità che separa i nostri mondi. Avevamo una proiezione virtuale di come sarebbe + stata la relazione con loro, basata su qualche ricordo di Poni e qualche suggerimento da parte del Comitato + Pavia Asti Senegal, ma poco più. Quindi senza girarci tanto attorno avevamo fatto i conti senza + l’oste e questo detto è quanto mai pertinente considerando quelle che sono state le dinamiche + che ci hanno portato al risultato finale.
++
🌵 In realtà non è che avessimo + fatto i conti senza l’oste, abbiamo sempre detto che ci saremmo schiariti le idee solo una volta + arrivati sul posto e abbiamo discusso a lungo sul trovare un’idea forte che fosse poi adattabile alla + situazione che ci sarebbe stata lì. Solo che immaginare il diverso non è semplice ed + effettivamente non ne siamo stati in grado, lo shock e la distanza si sono rivelati molto più potenti + del previsto.
++
🌪 Se + c’è una caratteristica di un * salta che emerge di continuo nelle nostre narrazioni è + sicuramente la capacità di essere malleabili e quindi di adattarsi agli imprevisti, alle differenti + condizioni e agli inquilini dei contesti che affrontiamo. Mi piace rispondere a chi chiede del collettivo + che facciamo cose con le persone, e questo suscita una lista infinita di curiosità che mi offre + spazio di azione-logorroica-campari-fuelled.
++
🌞Non so se è una cosa comune, ma quando ci siamo avvicinati + all’idea di documentario una delle fissazioni era: come possiamo riportare una realtà senza + modificarla? Come possiamo essere autori invisibili che non interferiscano con ciò che stiamo + presentando? Anche con il progetto per Coubanao, all’inizio, sentivo molto nel + gruppo questa necessità: quella di arrivare in un luogo come i RIS, bardati in tuta bianca immacolata + per non contaminare le prove. Penso che questo chiodo derivasse dalla paura che si infiltrasse nel lavoro + una forma di colonialismo culturale. A Coubanao abbiamo realizzato che + effettivamente non esiste un punto esterno e privilegiato da cui guardare il mondo. Essendo per forza + invischiati su più livelli e profondità con tutte le catene di causa ed effetto diventa + ingenuo provare a tagliarsene fuori.
++
🥑 Una volta + presentato il progetto al direttivo composto da preside, vicepreside, qualche insegnante e anziani del + villaggio, ma soprattutto una volta presentato e esposto il programma agli studenti, ci è stato + chiaro che avremmo dovuto stravolgere tutto.
+Dal momento che abbiamo messo piede a Koubanao si era creata questa sorta di + aspettativa vibrante. Sembrava che gli abitanti del villaggio si aspettassero da noi qualcosa, come se il + nostro arrivo avesse definito un cambiamento in meglio per le loro vite e per lo sviluppo della loro + comunità. Fondamentalmente, e ben presto lo capimmo, ci + consideravano alla stregua di una associazione di beneficenza, come medici che somministrano vaccini, come + ONG che costruiscono infrastrutture. Ecco, noi avremmo portato Internet nel villaggio e nel liceo, noi gli + avremmo insegnato e li avremmo dotati della strumentazione necessaria.
++
Cercammo comunque di sottoporre le linee generali del nostro progetto.
++
Ricordo, chiusi nella stanza del preside, che un professore al nostro dire di voler + mettere in discussione la forma di internet per ricavarne qualcosa di artistico, sbottó: “Come + si può ottenere qualcosa di artistico da uno schermo e un computer?”
++
Si capisce l’impossibilità di unire due cose percepite in modo
+ totalmente diverso: internet e arte insieme sono proiezioni virtuali del lulum, uomo bianco; a noi, abitanti di Coubanao,
+ “Insegnateci a fare siti con cui poter vendere il nostro riso e le nostre arachidi, dateci
+ l’indipendenza economica poi si potrà parlare di arte + internet”. Questo ci è
+ stato chiesto durante la presentazione del lavoro.
+
🌪 Presentazione svolta con interventi in inglese tradotti a una classe + formata da alunni selezionati prima del nostro arrivo: data la generalità e il grado di astrazione + con cui avevamo proposto via mail il progetto non riesco ad immaginare con che criteri siano stati scelti i + partecipanti alla presentazione, e nemmeno con quali poi, per necessità logistico-infrastrutturali, + alcuni siano stati esclusi. 🌞 Secondo me hanno preso i più promettenti dalle classi più grandi.
+🌪 Di sicuro però questo primo contatto ha cambiato totalmente + l’andamento del progetto: infatti le principali domande dei professori, in aperto conflitto con la + natura inizialmente astratta e speculativa della nostra proposta, riflettevano quelle necessità puramente pratiche che il + villaggio aveva e che non avevamo previsto di dover soddisfare. In questa occasione ci è stato + chiesto di aiutare a dare gli strumenti per costruire una pagina online del liceo, cosa che allora ci pareva + al di fuori dei nostri obiettivi di ricerca, e che più avanti si sarebbe rivelata ostica anche per le + infrastrutture disponibili.
+Le domande dei ragazzi invece vertevano piuttosto sulla natura delle nostre + lezioni, e sulla natura del nostro modo di insegnare, riguardo al contenuto almeno in questa fase sembravano + piuttosto imparziali. 🌞Mi ricordo Amina, forse? + 🌪 Ricordavo fosse stata Khadij, mi riferivo proprio a + quell’episodio, 🌞che chiese: ma se ci + fosse qualcuno che non capirà, siete disposti a ripetere? Questa cosa mi + aveva colpito e incuriosito sulle modalità cui sono abituati a lezione. 🌪 La cosa chiara era che sarebbe stato molto difficile + introdurre, nel corso del progetto, un discorso così astratto come ce lo eravamo prefigurato. Nel + tempo, si sarebbero fatte sempre più chiare le forti differenze di utilizzo di internet e le + necessità pratiche primarie, che i docenti avevano così caldamente evidenziato in questo primo + incontro. Il nostro approccio si è quindi adattato alla situazione, non abbandonando le speculazioni + teoriche, che più avanti si sarebbero rivelate percorribili anche nella pratica.
+🥑 Ricordo + l’atmosfera all’interno della stanza con tutti gli studenti, quel silenzio colmo di aspettative + e Sofia che cercava di spiegare il progetto, le facce sorridenti dei ragazzi della serie “ci state + simpatici ma cosa state dicendo?”. Un gesso sulla lavagna che stride, fino al momento in cui un + ragazzo più cresciuto degli altri alza la mano si presenta e dice “ho sentito che tra di voi ci + sono dei musicisti e io sono il rapper di Coubanao, quando volete suoniamo un po”. Frase, questa, che + detta in quel momento in quel modo ha distrutto le mie aspettative sul progetto da un lato ma che al tempo + stesso mi ha dato la forza della rassegnazione, "ormai siamo qui cerchiamo di fare il meglio che + possiamo”. Epifania rassegnata che ci ha convinti a dargliela vinta momentaneamente. Da quel giorno + sarebbe stato adattamento alle loro necessità, senza però escludere il nostro messaggio: + fortunatamente abbiamo imparato in fretta.
+🌪 Alla ricerca di una via terza che ci potesse permettere di indagare facendo abbiamo quindi affiancato a momenti di libero + dialogo, supportati dall’utilizzo creativo dei proiettori e del materiale tipo rotoli di carta e + pennarelli recuperati tra Dakar e Zuiginchor, momenti + laboratoriali in cui introducendo le basi del linguaggio HTML. Le lezioni svolte infatti potevano dirsi di + tipo tradizionale o frontale. I contenuti proposti però non erano scelti per il solo scopo di + trasmettere nozioni (es: sui cavi sottomarini dell’infrastruttura di internet) quanto per portare a + galla l’immaginario di questi ragazzi riguardo l’argomento e se possibile stimolare un qual + certo interesse nell’infinito ventaglio di possibilità che il mezzo offre.
+🥑 Questa + operazione ci ha dato il modo di studiare i nostri interlocutori e mano a mano adattare le tematiche, + discussioni e attività come oculisti che cercano nuova gradazione di miopia, astigmatismo con quegli + occhiali steampunk nei quali puoi inserire le varie lenti e regolarle.
+🌪 Se il lato teorico tecnico programmatico del nuovo indirizzo sembrava essersi ben adattato ai nostri obiettivi e alle + richieste espresse, la realizzazione pratica avrebbe trovato alcuni impedimenti lungo la strada. A uno + sguardo superficiale l’aula di informatica poteva sembrare ben dotata (considerata la parte di mondo + dove ci trovavamo), ma durante un’ispezione approfondita il giorno prima dell’inizio dei + laboratori ci è voluto poco per capire che non solo gran parte dei computer non funzionavano, ma che + anche per quelli funzionanti sarebbe stato impossibile avere una connessione a internet.
+🍠 Significativa la performance di Paco Dieme, insegnante di informatica + della scuola, che apre un computer, estrae le due barre di RAM e comincia ad sfregarle tra loro per far + volare via i granelli di polvere; un gesto guerrigliero, un generale che dà del filo da torcere al + nemico che invade la sua terra, il macellaio che affila i suoi strumenti di lavoro per offrire al cliente il + miglior taglio sbalordendo sé stesso: rimette la RAM al suo posto e il computer si accende. Paco 1 - + sabbia 0.
+🌞La performance di Paco con le RAM dei computer era pietosa e tragicomica ma
+ come si poteva evitare? A stento solo l’ambulatorio di Koubanao aveva i vetri alle finestre.
La
+ sua è una soluzione pragmatica a un problema sia tecnico sia culturale.
🌵 Nei villaggi in Senegal nessuno ha i vetri alle + finestre, sostituiti da persiane e scuri in legno o metallo, e così è anche nell’aula di + informatica del liceo. Il problema è che la tecnologia ha delle necessità specifiche diverse + dalle nostre: noi ci possiamo facilmente adattare alla sabbia e alla polvere che durante la stagione secca + ricoprono ogni cosa, i computer invece smettono di funzionare. Purtroppo installare delle finestre con i + vetri è troppo costoso, quindi metà di tutto quel materiale donato risulta spesso + inutilizzabile perché, siamo punto e a capo, mancano i mezzi economici per mantenerlo.
+🌪 Dai file presenti poi nei computer ci siamo resi conto + dell’effettivo utilizzo che ne si faceva a lezione con Paco: suite di Office come unico macro + argomento, un utilizzo basico e in generale poco frequente. 🍠 La lavagna, + ogni volta che tornavamo, pareva un piano tattico dell’intelligence senegalese, ma in realtà + erano spiegazioni del sistema binario.
+🌪 Questi dati sono fondamentali se si vuole capire la virata del progetto: + si poteva speculare da casa anche all’infinito ma, senza conoscere il reale rapporto di questi ragazzi + con i computer e più in generale con internet, non si sarebbe mai arrivati ad un progetto + definito.
+Rapporto che, a posteriori, mi spiego confrontandolo con quello che le diverse + generazioni hanno da noi con il fax: per la mia generazione il fax è un aggeggio vetusto, inutile e + rumoroso, ed io in primis non avrei manualità con tale hardware. Mentre ne ho chiaramente con + l’utilizzo delle email. Per qualcuno di più vecchio invece il fax può essere stato una + componente hardware fondamentale, con cui ha lavorato tutti i giorni, e a cui si è affiancato il + metodo email con il tempo. A Coubanao si avvertiva lo stesso scenario, con la differenza nel fatto che + l’hardware in questione era il computer, soppiantato — non affiancato, per ragioni economiche e + non del tutto di avanzamento tecnologico, dallo smartphone.
++
“Nearly three quarters of the world will use just their smartphones to + access the internet by 2025” [13]
+La domanda allora diventa: come si accede a internet attraverso lo smartphone? La + mia risposta di occidentale che considera lo smartphone una escrescenza del computer è: vi si accede + in modo limitato. 🌞Forse limitato dal punto di vista della nostra + generazione, che ha vissuto a cavallo tra il diffondersi dei PC e quello degli smartphone. Credo che i + giovani d’oggi non percepiscano lo smartphone come qualcosa di limitato rispetto al computer, vuoi per + la nostra incredibile capacità di adattarci alle cose nuove che creiamo, vuoi per la progressiva + implementazione di funzionalitá di ogni tipo anche sui dispositivi mobile.
++
🌪 I ragazzi non avevano minimamente l’abitudine di utilizzare le + tastiere dei pc presenti in classe, e questo più avanti ci ha fatti incappare nel problema dei + caratteri accentati, che né noi né gli alunni del liceo sapevamo trovare nelle tastiere + francesi. Ciò che mi lasciava stranito era come tutti i ragazzi avessero uno smartphone con tastiera + touch ma non sapessero quasi scrivere, e non avessero nessuna manualità, con una tastiera fisica. + Considerare una l’evoluzione dell’altra mi era sempre sembrato talmente scontato da non poter + essere messo in dubbio. In queste prime fasi continuavo perciò a ripetermi che era come se si fosse + saltato un tassello nell’evoluzione (almeno per quanto riguardava hardware e consuetudini di utilizzo) della + faccenda internet, non accorgendomi però che la ragione di tale salto non era legata solo a fattori + temporali o tecnici, come nel caso del fax, ma anche dettata dalle possibilità economiche. +
++
+
🌪 Dopo tutti i preparativi era, per davvero, giunto il momento della + prima lezione. Nel frenetico riordinare i pensieri e i materiali, dovuto al già citato cambiamento di + rotta che il progetto aveva subito, una costante era rimasta: le lezioni frontali non ci piacevano. +
++
Ricordo molto bene i preparativi pratici per il primo incontro con i ragazzi: + cercavamo in tutti i modi di remixare al meglio il nostro equipaggiamento (mentale e tecnologico) assieme a + quello del liceo. Anche la disposizione dei banchi ci sembrava un elemento da tenere in considerazione: la + classe di informatica infatti era organizzata a file di due, ciascuna postazione con n. 2 computer e + n. ose sedie per ovviare alla differenza tra il + numero di macchine e alunni.
++
Il fēng shuǐ dell’aula non era in linea con la nostra idea: sia per i contenuti da trasmettere, + sia per le attività che che ci immaginavamo con gli studenti. Abbiamo quindi ribaltato la stanza, + creando un’isola al centro attorno alla quale i ragazzi si sarebbero seduti, oppure anche no. Sul + momento ci è sembrata una gran cosa anche usare uno dei nostri proiettori portatili per creare una + specie di collegamento ipertestuale da tavolo. +
++
Questo è stato faticosamente fissato a uno dei travetti di metallo che + attraversavano la stanza, puntando verso i tavoli che + avevamo foderato con grandi fogli di carta e fornito di + numerosi pennarelli colorati. Il gioco era semplice: i tavoli al centro permettevano a tutti di scrivere e + contribuire, mentre il proiettore era un modo per proporre contenuti + multimediali e coprire eventuali nostre mancanze in fatto di oratoria. La prima lezione era volta a rompere + il ghiaccio: più coinvolgimento avrebbe significato più materiale da cui partire per avviare + un percorso.
++
La nostra previsione era quella di un gigantesco brainstorming e ci sembrava la strada più percorribile + per avere feedback veloci dai ragazzi. Il processo è stato molto più faticoso del previsto, + vuoi per la lingua, vuoi per le aspettative che ci portavamo da casa. Cercavamo di capire cosa pensava un + senegalese di internet, cosa se ne faceva, come vi accedeva, dove si faceva dirigere, quali erano le sue + abitudini, quali derivate dalla scuola e quali no. Per compiere un’indagine di questo tipo abbiamo + dovuto metterci in gioco in prima persona, fornendo alcuni spunti di discussione. Questi non potevano che + passare per esempi del nostro utilizzo di internet, che non sempre avevano un effettivo riscontro + sull’esperienza dei ragazzi.
++
+
+
Inizialmente gran parte dei componenti di un * salta era riluttante a proporre + lezioni frontali con lo scopo di insegnare basi di linguaggio per pagine web, anche perché buona + parte dei componenti, tra cui me, non aveva un ventaglio di competenze tali da insegnare quanto appena + descritto. Come però più volte emerso nel corso di questo testo un * salta è una + creatura in divenire, capace anche di imparare insegnando.
++
Ecco che allora queste lezioni sono state prese e organizzate come frontali,
+ ideando un programma e sviluppandolo giorno per giorno. Il macro argomento da trattare era “come si
+ crea un sito web?”: l’insegnamento di un tale argomento avrebbe potuto perdersi nel teorico e
+ non far mai arrivare i ragazzi a un anche minimo risultato. Quindi si è deciso per un approccio
+ pratico con obiettivo una pagina di presentazione personale scritta in HTML, nel modo più semplice
+ possibile.
Il tutto tenendo conto di quello che ogni lezione faceva emergere, cercando sempre di
+ amalgamare discussioni astratte che nascondevano quell’intento indagativo volto a capirci noi qualcosa
+ della situazione internet tra i nostri studenti.
+
+
🌪 L’idea del vocabolario djola/francese è nata così… in uno di quei
+ pomeriggi passati al campement a mettere su una lezione che potesse far imparare qualcosa soprattutto a noi
+ che ci eravamo trovati/posti come insegnanti. Uno di quei
+ pomeriggi “lungo la strada” (cioè sul campo, dentro l’azione!) ci si domandava che
+ cosa di peculiare risultasse dalla nostra analisi?
Un’analisi ancora in corso
+ sull’accoglienza e le abitudini dei ragazzi con cui ormai cominciavamo ad aver intrecciato un rapporto.
E cosa di più spettacolare poteva attirare la nostra attenzione se non + la strabiliantemente enorme famiglia delle lingue djola?
++
La cosa che avverti quasi subito anche a Coubano è quella caratteristica di + alcune famiglie linguistiche che in determinate condizioni le porta e configurarsi come dialect + continuum, te ne accorgi, per dirlo in maniera semplicistica, + perché se chiedi di tradurre una parola due volte può essere che tu ottenga due risultati + leggermente differenti. E in molti casi non c’è neanche da chiedere: la lingua, o anzi, il + continuo giostrarsi fra più lingue è la peculiarità che ti investe prima di tutte le + altre in Senegal. È una cosa che non puoi fare a meno di notare e che i senegalesi evidentemente non + vogliono passi in secondo piano.
++
Ho avuto discorsi, vuoi anche per la mia completa ignoranza in fatto di francese, + costituiti fondamentalmente solo su traduzioni: dall’inglese al francese, da una lingua + all’altra, da quello che riuscivo a capire alle tre versioni che un senegalese poteva riportarmi. Da tutto ciò l’esigenza di un riscontro + utilizzando un mezzo ad-hoc: un vocabolario può coinvolgerti nella sua + realizzazione?
++
L’idea è stata quella di sviluppare un bot di Telegram che salvasse + certi tipi di messaggio in un foglio di calcolo. In questo modo si poteva sfruttare parallelamente + l’esuberante abitudine (consuetudine forse rende meglio) dei ragazzi senegalesi di tradurre qualsiasi + cosa, insieme all’utilizzo principale che fanno dello smartphone: le chat. Il bot funzionava con questa sintassi:
++
/web <parola o frase in djola> : <parola o frase + tradotta>
++
ai nostri studenti bastava inviare in chat questo “codice” per + vedere la propria traduzione apparire sulla proiezione alla lavagna e anche se inizialmente è stata + una metodologia decisamente complessa da spiegare una volta che la macchina è partita abbiamo visto + scatenarsi un turbinio di traduzioni. Ci bastava triggerare la classe con una parola che subito si apriva la + strada per tutti i vocaboli o i modi di dire traducibili che i ragazzi avevano in mente. La cosa davvero + divertente erano le discussioni che imperversavano nei banchi da due o tre ragazzi sul giusto modo di + scrivere una parola piuttosto che un’altra.
++
🥑 Questa idea del + vocabolario è nata non solo per una constatazione pratica della natura variegata del Senegal in + termine di dialetti ed etnie, il linguaggio della propria tribù è riscatto individuale e + identitario. Ma non solo questo, nell’avvenimento presente, diventava il mezzo più diretto di + comunicazione tra loro e noi. In un certo senso nasceva dall’esigenza di tutti di comprendersi: la + sola che parlava francese era Sofia e noi tutti volevamo avere il mezzo per comunicare. Anche se la + traduzione avveniva dal francese al Djola sicuramente è più facile interfacciarsi con una + parola singola o espressione breve piuttosto che con un discorso intero; e cosa fai quando non conosci una + parola: vai a consultare un vocabolario.
++
🌞i ragazzi del liceo non avevano bene in chiaro il + concetto di codice e programmazione. Mi viene da dirlo perché abbiamo fatto molta più fatica + di quanto credessimo all’inizio sia per spiegare le super basi dell’HTML come ci avevano + chiesto, sia soprattutto per ingranare con l’utilizzo della chat di Telegram. Il bot aveva una singola + funzione: prendere una parola in djola e la sua traduzione in francese. Per attivarlo era sufficiente un + semplice comando: che era corto, era riconoscibile, era facile e accessibile a tutti e aveva una sintassi a + nostro avviso super chiara e lineare. Oi - fino alla sera della performance e finanche quando poi siamo + tornati non c’è stato verso: ancora qualcuno scriveva solo le traduzioni, qualcuno solo il + comando per attivare il bot, qualcuno cose che purtroppo noi non capivamo, e così via. Per loro + è stato meno scontato di quanto credessimo entrare in affinità con questa interfaccia. Forse + è l’impostazione del comando e dell’imperativo che non è nelle loro corde? O forse + l’impostazione così astratta di una macchina che noi giovani tecnologici abbiamo imparato a + vedere come programmabile in continua trasformazione e che per loro invece è ancora qualcosa di + monolitico e oscuro. Niente più di un default immutabile, qualcosa da prendere e accettare e + accogliere come viene.
++
🌪 Guardando alle nostre proposte pratiche alla + classe[dp][dq][dr] questa rimane secondo me la più riuscita: probabilmente il connubio di diversi + aspetti a loro familiari, le loro lingue in primis, ma anche l’utilizzare una piattaforma a loro + conosciuta, ha portato i ragazzi a mettersi in gioco superando quel più volte accennato spettro di + organizzazione umanitaria venuta lì a insegnare dall’alto.
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+
+
🌵 Il risultato finale + è stato una performance collettiva incentrata sulla stratificazione linguistica in Senegal, dove le + persone in alcune zone parlano un minimo di tre lingue.
+La lingua ufficiale è il francese coloniale e viene usata per tutte le
+ comunicazioni importanti, sebbene non tutta la popolazione senegalese se la mastichi. Subito dopo il
+ francese si trova il wolof, appartenente all’omonimo popolo ma diffuso a tal punto da essere compreso
+ e parlato anche da altre etnie. Infatti il Paese raggruppa numerosi popoli, ognuno con le proprie tradizioni e il proprio idioma. In Casamance,
+ dove siamo stati noi, la popolazione è composta principalmente da djola e
+ molti, oltre a parlare il djola, conoscono sia il
+ francese che il wolof. Il primo si impara a casa, il secondo si studia a scuola, il terzo
+ si assorbe dai media.
+
La nostra performance ha preso atto di questa coesistenza pacifica fra le varie
+ culture e differenze linguistiche, tentando di proporre una riflessione su come essa possa manifestarsi
+ anche attraverso la rete, che invece è fortemente centralizzata nelle mani di poche aziende
+ occidentali.
È partito tutto da un bot di Telegram programmato per realizzare un dizionario djola
+ > francese (locale vs coloniale) crowd-sourced collegato ad una chat di gruppo che include studenti,
+ professori e noi, con lo scopo di rompere il ghiaccio in occasione del primo incontro. Durante le tre
+ settimane successive l’idea si è evoluta, abbiamo scritto delle brevi frasi in
+ francese 🍠 ed
+ esortato anche l* student* a farlo, degli haiku intimi, ironici, speranzosi,
+ teorici, della nostra esperienza, 🌞della loro, dei sogni e delle ambizioni o delle idee che avevano 🌵 ed è stato
+ preparato un sito con un funzionamento molto simile ad una chat.
+
les morts ne sont pas mort mais ils dorment
+travailler c'est toujours travailler ensemble
+comme manger avec le meme plat
+on se salit les mains avec du bonheur
+voyager rend heureux
+voyager vous rend gros aussi
+Je saute et je tombe dans le feu forcé je ferai un autre saut
+internet: pour apprendre , pour decouvrir , pour rester proche
+Le grand but de l'éducation n'est pas le savoir mais + l'action
+on sennuie des grandes villes
+conduire un velo me semble plus jouyeux que de conduire une voiture
+ce n'est pas toujours a dakar qu'on peut trouver le bonheur
+Je veux reussir dans ma vie
+l'agriculture pour grandir comme un fromager et tenace comme le riz +
+je cultiverai des cacahuetes
+Hop ses légumes sont pourris
+dans un village planetaire
+Je suis fier d'etre villageois
+Je me suis réveillée à l'accompagne d'un lion à + mes côtés
+le monde entier n'est pas plus loin que coubanao
+linternet est le bissap du peuple
+Ôh cet arbre me regarde
+quelle forme a l'internet ?
+quelle couleur a l'internet?
+quel est son poids et son gout?
+d'ou vient la connection?
+selfie voyage a travers l'ocean
+C'est possible que je crée mes applications
+Jou
+la poussière n'est pas bonne pour l'internet
+il ne fonctionne qu'avec le souffleur
+le manque de connexion a le goût de l'oignon
+75 Mo pas vraiment tous les jours
+au cas ou
+J'ai vue un rat creuser
+je suis une personne pas une personne
+porter un rèseau sans sentir le poids
+danser avec les invités pour défier les discussions + d'internet
+j'aime bouger mais pas dancer
+j'aime danser mais pas bouger
+Je danse plus vite que la musique
+j'aime fair sortir mes dent mais pas rire
+dans un monde de masques
+j'aime fair des grimage
+👺👹👺👹👺👹👺👹👺
+J'aime Les masques qui font peur comme essamaye
+J'ai peur quand il y'a fambondi
+Le lundi passé, les élèves étaient en + grève
+Je suis vilain comme un singe🙊🙉
+Ça c'est peur
+je veux obtenir ce que je veux mais je ne veux pas travailler
+Le travail m'aimes et je l'aime pas
+J'aime Les études,mais je fui Les Cours
+quelle forme a coubanao?
+Coubanao est dure
+Aujourd'hui je ne laverai pas parce que j'ai froid
+dormir sur la neige est mieux que de dormir dans ma chambre
+Ma mère est partie au marché
+si le vocabulaire est en ligne, tout le monde peut le cultiver
+Un simple merci du fond du cœur !💞😍😻
++
🌵 La performance finale /web dji safoul : hello world è consistita nel proiettare + sull’acquedotto del villaggio le frasi preparate in precedenza, una alla volta. I partecipanti si + potevano collegare al sito, dove si leggeva la frase proiettata in quel momento, e inviare la traduzione in + djola o in qualsiasi altra lingua. Il messaggio inviato dal sito appariva subito proiettato anch’esso + sull’acquedotto. Tutte le traduzioni si accumulavano nello spazio della proiezione, una in seguito + all’altra. La cosa sorprendente è che in djola era tutto un fiorire di espressioni + diverse e parole ogni volta nuove. Per noi che parliamo lingue indoeuropee, sembrava impossibile costruire + gli enunciati in maniera creativa,[14] considerando la brevità delle frasi da + tradurre. Il djola infatti ha una tradizione principalmente orale che gli conferisce una bellissima fluidità a cui noi non siamo abituati. Per alcuni era addirittura la prima + volta che provavano a scrivere nella propria lingua, situazione che ha portato ad un fitto scambio fra i + ragazzi, i quali si confrontavano sulla grammatica, su come costruire la frase o anche su come interpretarla + per fare in modo che avesse lo stesso significato dell’originale. Questa novità e questa spinta + a riflettere sulla loro cultura sono state inserite in un contesto a loro ben noto, ovvero quello della + chat, ma con delle modalità e dei contenuti completamente diversi dal solito. Prima di tutto + perché utilizzata collettivamente e in compagnia, nello stesso luogo e nello stesso tempo, non + solo unendo persone distanti, ma rafforzando i legami di + quelle vicine. Poi perché internet non era più un ambiente costruito per soddisfare le + esigenze delle grandi corporazioni, ma uno spazio costruito per la comunità, strettamente legato alla + sua cultura e al posto in cui stava venendo utilizzato. Internet come spazio di riflessione comune per la + valorizzazione e l’evoluzione delle proprie tradizioni. Anche l’utilizzo della proiezione ha + favorito il sovrapporsi di un ambiente virtuale e uno reale, creando un nuovo spazio che manteneva le + caratteristiche sia del primo che del secondo.
+La struttura di una lingua dice molto sul popolo che la parla, se la loro + è così libera, diluita in base a ciascuna persona, perché non esiste anche una + dimensione virtuale che abbia la sagoma del popolo Djola? Perché si devono adeguare alle forme di + internet già esistenti e non creare un internet dalla forma adatta a loro?
+Allo stesso tempo la situazione conservava l’aspetto della globalità
+ tipico del web, in quanto chiunque avesse saputo l'indirizzo del sito avrebbe potuto accedervi e partecipare alla performance inviando la sua
+ traduzione, in qualsiasi parte del mondo si trovasse.
+
+
🍠 I momenti dei ricordi non me li vivo in un modo lineare ma se li + visualizzo sembrano dei semini a caso messi in un vaso. A volte crescono e a volte no, a volte diventano dei + fusti forti da cui si possono fare talee e a volte fanno un fiore e poi si annichiliscono. Qualche volta i + ricordi tornano senza che lo voglia: quello più gettonato è un ricordo muto, dove con il mio + amico Roberto, di notte in una desolata Pavia, scoppiamo a ridere come non mai tanto da letteralmente rotolare per terra dalle risate con + lacrime e dolore addominale; non ricordo assolutamente il discorso/battuta che ci ha portato a + quell’evento, ma è vivido. Vivido è anche il ricordo della mia prima pizza, ero sul + seggiolone e me l’ero mangiata tutta: avevo tre anni. Vivido è il ricordo del sito di Geronimo + Stilton su cui passavo tanto tempo da bambino a trovare una “password segreta” per accedere a + contenuti speciali (mai trovata).
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Quando mi capita di ripensare alla performance penso al momento di estrema + lucidità quando ero lontano da tutti per settare la macchina fotografica di Sofia. 10s di esposizione + che avrebbero intrappolato anche le onde delle stelle, 10s che avrebbero mostrato gli entusiasti + partecipanti come fantasmini che fluttuavano davanti all’acquedotto. Era una visione che aspettavo di + percepire da due anni, due anni dopo la scoperta di quell’epifanico murales che ha scatenato tutto. L’icona + del laptop era compressa in quel momento: to learn, to discover, to be + closer: qualcuno stava imparando qualcosa, qualcuno stava scoprendo nuovi strumenti, + tutti erano vicini sia nel regno animale sia nel regno digitale. Il villaggio di Coubanao era, in quel + momento, un nucleo di scambio: una superstrada dove nello stesso tempo potevano coabitare complessità e località.
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Torno tra la folla che non aveva perso interesse per le traduzioni. + C’erano più gradini, dallo scambio di traduzioni nella rete scendevi di uno scalino e + c’era la discussione IRL data la poca pragmaticità grammaticale e logica scritta delle lingue + tribali, scendevi e c’erano gli haiku, scendevi di nuovo e trovavi le differenti meraviglie vissute da + ognuno: la pesante formalità imposta ai ragazzi in classe era annullata, anche il rapporto con il + censore era disteso.
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Avevamo condiviso non poco in quelle lezioni a scuola:
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+
Questi momenti oscillavano come un metronomo e il momento di mezzo
+ l’abbiamo raccontato tramite delle piccole frasette.
E così abbiamo proposto anche alle ragazze e ragazzi di scrivere le loro
+ impressioni sulla avventura vissuta assieme, ma non solo -
+ anche sulle loro prospettive online e offline e i contenuti della performance sono venuti a galla
+ naturalmente.
E così gli haiku nati a Coubanao viaggiavano come pacchettini regalo per tutti i
+ cavi sottomarini, arrivavano magari a Sesto San Giovanni e qualche amica traduceva nella sua lingua preferita le parole create in
+ Senegal, il tutto proiettato sulla torre dell’acqua.
Che spasso raga. Avevo parlato anche di Marx e religioni con Fatumata.
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🌞Vorrei partire identificando un * salta nella figura del liutaio, ovvero + chi crea uno strumento. A chi crea uno strumento interessa sì + suonarlo, ma anche farlo usare agli altri. Lo trovo un gesto di empatia: una speciale + interfaccia tra me e un'altra persona. Uno strumento è un linguaggio in comune, una cosa + intersezionale, e in questo senso permette la comunicazione su un livello che è diverso dalla lingua + o dalla nazionalità. Suonare è un linguaggio in comune: uno scambio di punti di vista attorno + a un perno condiviso. Uno strumento è un’interfaccia e in quanto tale cerca di aggrapparsi + (oppure a sua volta fa da appiglio) a caratteristiche che le persone o le cose hanno in comune. Questo + è uno degli aspetti che caratterizza il percorso che stiamo seguendo con un * salta. Abitando il + panorama tecnologico cerchiamo di rimodellarlo creando nuovi strumenti, che sono alla fine nuovi modi di + percepire e trasformare la realtà. C’è poi un’intima gioia nei risultati + inaspettati: una passione per l’arte e il design generativi e parametrici che con il tempo sta + maturando verso un tipo diverso di imprevedibilità, che è quello della relazione. E la + relazione è sempre per me da intendersi come mediata da un certo tipo di tecnologia o codice o + registro (che sia la confusione di un bot di Telegram o la formalità di una sala di teatro poco + cambia credo) quindi andando a pensare dei diversi modi di relazione che siano di natura tecnologica o + performativa o qualsiasi altra cosa, andiamo sì a direzionare e scatenare delle cose, ma sempre condite di quell’instabilità che da un momento all’altro + se ne esce con perle incredibili o rischia di esplodere o semplicemente non è come te la eri + immaginata all’inizio.
++
Adesso due episodi capitati a Koubanao: il primo riflette l’idea di + strumento come interfaccia e quindi linguaggio in comune; il secondo parla di questa meraviglia ed è + per me il segno che la nostra performance finale abbia funzionato almeno un po’.
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Il primo episodio si colloca nei giorni finali dei laboratori, quando ormai la + maggior parte degli studenti aveva la propria landing page da battaglia e più o meno tutti erano + riusciti ad accedere ed usare il bot del dizionario. Sia con il bot sia con il prototipo del sito della + performance hanno iniziato a usare le meccaniche del gioco per scrivere frasi su di noi. Non più + parole comuni o termini colloquiali per il vocabolario, ma frasi rivolte proprio proprio a noi. Come un modo + per riconoscersi all’interno di questo nuovo discorso collettivo, come se l’algoritmo fosse una + scatola perfettamente trasparente attraverso cui ci vedevano. Questa cosa mi ha colpito e mi ha fatto + percepire come lo strumento che avevamo preparato fosse un ponte tra noi due stranieri estranei che si + volevano incontrare, portando ognuno le proprie forme e modalità all’altro.
++
Il secondo episodio è stato durante la + performance finale, ai piedi dell’acquedotto. Una specie di testamento manifesto o capsula del tempo o + anzi una capsula culturale che anziché nel futuro spediva i messaggi attraverso le barriere + linguistiche. La stratificazione linguistica di quella zona è davvero notevole e tutti avevano + qualcosa da scoprire, persino gli adulti. Penso che uno dei momenti più belli di tutto il viaggio sia + stato vedere le censeur (vicepreside) del liceo + seduto in mezzo ai ragazzi estasiato nell’aver imparato o finalmente intuito una parola djola per poi + vederla moltiplicarsi in wolof, inglese, italiano, tedesco, bergamasco ecc. La sua gioia era la nostra + perché quello strano sistema di computer siti e proiettori funzionava non solo nel lato della macchina, ma anche in quello delle persone. Attivava delle discussioni e dei confronti. Permetteva una + partecipazione strana e orizzontale rispetto alla formalità dell’ambiente scolastico. Metteva + in discussione la natura di certi modi di dire, la loro trascrizione e il loro significato letterale o + simbolico. In qualche modo creava delle storie di cui poteva godere anche chi era più restio al + prendervi parte e se ne stava seduto in fondo.
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Come sempre fare le cose è importantissimo. Sono dei momenti di verifica + preziosi in cui cento cose che si scoprono non funzionare insegnano tanto quanto quelle che hai imparato nei + mesi di preparazione. Ed è per questo che nonostante tutte le criticità questo viaggio + è stato un gran successo.
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Audio Performance
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Anche una componente sonora è stata pensata per /web dij safoul : hello + world, una collaborazione su più livelli tra i due “addetti al sonoro” del collettivo: + Tiziano e me (uso le virgolette perché anche altri componenti del gruppo hanno grandi abilità + musicali, ma semplicemente in questo contesto hanno scelto di concentrarsi su altri aspetti).
++
L’idea alla base era quella di un ascolto decentralizzato che potesse + fare uso dei mezzi a disposizione nel villaggio: i già più volte accennati smartphone, diffusi + e popolari tra i nostri studenti, e, per la prima volta nella mia esperienza, di una trasmissione radio in + diretta. Quello che cercavamo di ottenere era quindi un array di speaker, o se volete + degli ascolti “intimi”, che permettessero la spazializzazione nell’area d’interesse + della performance di un’unica sorgente: la trasmissione radio della stazione del Kdes, Kalounayes + FM93.2.
++
Durante tutta la nostra permanenza, attraverso un piccolo microfono Zoom, varie + riprese audio sono state realizzate cercando di cogliere aspetti interessanti di ciò che ci accadeva + intorno. Queste hanno portato alla raccolta di materiale molto diverso.
+Per preparare la performance abbiamo seguito un approccio ibrido: una + composizione su fixed media[15] è stata da me realizzata + a partire da quei field recordings, e + un’improvvisazione live è stata eseguita durante la performance:
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Il materiale preparato era composto principalmente da registrazioni di giochi + di gruppo che le bambine e i bambini ci regalavano durante i pomeriggi al campement e che definire Musicali non mi pare fuori luogo. In + particolare un gioco che assomigliava al + nostro “battimani” mi aveva molto incuriosito. Esso differiva dalle nostre versioni, o almeno da + quelle che mi è sempre capitato di vedere o giocare, soprattutto perché si giocava in maniera + da tenere il ritmo con mani, piedi e parole. Era poi caratterizzato da una turnazione decisa in base a chi + sbagliava la scansione ritmica di questi tre elementi, che veniva appunto rimandat* “alla fine della fila”. Da queste + registrazioni, e dal ritmo ipnotico di questo gioco, ho costruito un breve brano dal sapore + “dance” ma comunque poco collocabile nella concezione di genere che ci portavamo da casa. +
++
Accennavo all’approccio ibrido perché la durata di questo brano + (4:54) non era di certo sufficiente a coprire quella della performance. Ecco che ci siamo quindi attrezzati, + aiutati anche dal responsabile della radio del Kdes, per trasmettere in diretta una performance nella + performance, eseguita live. Essa era costruita sul classico metodo caratteristico di Cloudwatchers, progetto di musica ambient improvvisata di + cui io e Tiziano siamo membri fondatori.
++
Le già citate registrazioni ambientali, anche in questo caso di giochi + di gruppo dei bambini, venivano “stretchate” algoritmicamente (“spalmate + temporalmente” con pitch inalterato) + rendendole più simili a dei droni dall’evoluzione lentissima. Questo per creare un tappeto su + cui Tiziano improvvisava liberamente, utilizzando + lo strumento costruito per lui dal falegname del villaggio. Dialogando quindi con i suoni trattati ed + esplorando le caratteristiche dello strumento da poco in suo possesso. (vedi foto)
++
Come usuale nella nostra collaborazione un processo di feedback veniva messo in + atto: il suono dello strumento artigianale veniva catturato da un microfono a contatto e trattato a sua + volta in maniera algoritmica per essere poi mixato e trasmesso attraverso le polverose (ma incredibilmente + collaudate) attrezzature della stazione radio di Coubanao.
++
L’idea della radio è sorta principalmente per la scarsità + di mb a disposizione dei nostri studenti, e/o del nostro router, dedicato a garantire il funzionamento delle + altre componenti della performance. Sarebbe stata quindi impensabile una trasmissione in streaming online + anche del materiale audio.
+Se la nostra idea nella teoria trovava grande riscontro, e anche un qual certo + sapore “sperimentale” dato dall’utilizzo di una tecnologia vetusta come quella della radio + FM in un contesto del genere, la pratica si è come sempre dovuta scontrare con la realtà. + Innanzitutto non tutti i telefoni sono dotati di ricevitore FM, paradossalmente più un telefono + è moderno minore è la possibilità che questa tecnologia vi sia nativa, insieme poi al + discorso sulla fascia di prezzo. Questo aspetto tagliava fuori una buona percentuale degli studenti + dall’ascolto decentralizzato.
++
Per sopperire a questa mancanza ci siamo ingegnati usando il + “monitor” della cabina di regia da cui veniva trasmessa radio Kalounayes, vale a dire un grosso stereo collegato a + un’ausiliaria del mixer, cercando di posizionarlo direzionato il più possibile verso + l’area della performance.
++
C’è poi da riscontrare anche una certa differenza di concezione, + inevitabile e forse scontata, nel percepire la musica. Ricordo perfettamente la quasi totale + refrattarietà dei nostri studenti al materiale proposto, culminata nella domanda di alcuni + (l’incubo di ogni musicista sperimentale): “Ma quando comincia?”
++
È chiaro che l’azzardo della nostra proposta andava a scontrarsi + fortemente con una concezione molto diversa del fenomeno musicale. Non peggiore né migliore, ma + differente, emersa in maniera decisa nei nostri ascoltatori/partecipanti alla performance. Durante la nostra + permanenza la musica ascoltata si poteva, secondo me, classificare in due tipi principali, che ora definirò con canoni occidentali:
++
+
In un panorama di questo genere poco spazio viene lasciato a ogni elemento + altro rispetto a quelli precedentemente accennati, il che è stato decisivo per la ricezione da parte + dei ragazzi di quello che veniva trasmesso.
+Sarei decisamente curioso di conoscere l’eventuale reazione di un + ascoltatore di radio Kalounayes durante la + performance, ascoltatore che, nonostante gli avvisi dello speaker, fosse totalmente all’oscuro della + nostra operazione…
++
+
🥑 Senza + aggiungere troppo a quello che già è stato esaustivamente detto da Alessandro, mi limito a + fare una chiosa su quello che per noi è stato il principio necessario di attuazione della performance + sonora: la contestualizzazione.
+Mi spiego meglio, seppur i presupposti musicali e di risultato fossero ben + lontani dal contesto geografico e musicale del luogo, in realtà quello che volevamo far + “suonare” era proprio il luogo, il contesto.
+Questa cosa si riscontra su più piani nella costruzione del + canovaccio di base partendo dal field recording di situazioni giornaliere e uniche: il gioco ritmico delle bambine, il vociare delle + persone. Ma anche nell’esecuzione finale: la scelta obbligata della riproduzione attraverso + l’emittente radio, l’utilizzo dello strumento costruito dal falegname del villaggio. Tutti + elementi che hanno contribuito ad un risultato unico e irripetibile se non da una presenza fisica e nemmeno + virtuale a Coubanao.
+L’esempio più calzante forse è proprio lo strumento + costruito dal falegname.
+Faccio un passo indietro, nella preparazione del viaggio da studente di + musica che ero, mi sentivo privilegiato e impaziente di arrivare in Africa e godere della musica africana + dei tamburi dei canti delle Kore cristalline. Purtroppo l’Africa è grande e la regione in cui + siamo stati, e ancor più Coubanao, non era particolarmente conosciuta per avere dei musicisti e + nemmeno dei liutai specializzati. Ne consegue che quando sono arrivato dal falegname del villaggio – + uomo muscoloso color ebano seduto su una piramide di trucioli con un tronco in una mano e un machete + nell’altra con tutti i numerosi figli intorno che lo guardavano lavorare – non sapevo bene cosa + chiedere. Lui mi ha tranquillizzato, abbiamo disegnato sulla sabbia la forma che volevo e il prodotto + è stato fatto senza tanti problemi: pelle di capra, guscio secco di cocco enorme, paletta di legno e + due corde di nylon.
+Il falegname non aveva mai fatto uno strumento prima d’ora, questo + è stato necessario e elemento di irripetibilità cercato.
+Probabilmente se fossi andato nel villaggio di fianco ci sarebbe stato un + altro falegname esperto in produzione di Kore, ma noi siamo a Coubanao e vogliamo far suonare Coubanao. +
+Lo strumento del falegname, il falegname, la capra morta per quello + strumento sono gli elementi di contestualizzazione così come le bambine che giocano a battimani e il + loro vociare.
+La mia improvvisazione con il liuto a manico lungo, che su base tecnica era + circoscritta a trarre qualche idea sonora dalle due corde attraverso slide, effetti e accenni relativi di + note, relativi perché lo strumento non teneva l’accordatura, assieme al rimaneggiare di Gambas + con Max/msp e Pure Data, diventa il coperchio finale per impacchettare quella che è stata + l’audio performance in quel momento, a quella latitudine e longitudine, con un * salta e gli abitanti + di Coubanao.
++
Per portare ora la audio performance alla performance in atto. Alla domanda + perché la necessità di un “colonna sonora” ad una performance già di per + sé completa? La risposta è presto detta. Una volta identificate le due realtà su cui si + muoveva /web dij safoul : hello world: +
+Abbiamo riscontrato un vuoto, durante la progettazione, volevamo una terza + realtà, in un certo senso metafisica, che richiamasse, tipo eco riverberato nella testa, un + concentrato del vissuto in quel periodo. Non dovevano comparire esclusivamente, in quanto attori, noi + persone e le nostre scritte proiettate, doveva esserci una terza proiezione: quella delle sensazioni, dei + refrain.
+Il potere della musica sta nella sua capacità selettiva e + riassuntiva di rappresentare situazioni volatili e inesplicabili a parole, anche perché, a differenza + delle parole, teoricamente non dovrebbe avere bisogno di vocabolario
+per essere compresa.
+Detto ciò quando l’intento è sperimentale, come lo + è stato il nostro, più che in termini puramente musicali si ragiona attraverso concetti. Ecco + perché la scelta di creare un brano ripetitivo e insistente su pochi elementi, di nuovo: il gioco + delle bambine, il vociare delle persone, la scelta ritmica che potrebbe richiamare i bonghi sentiti nella + festa delle maschere, il suono del liuto allungato creato dal falegname. Tutti elementi volti alla creazione + di refrain, echi nella testa, che seppur non + comprensibili in quanto produzione musicale, ma partecipanti a creare quel mondo parallelo delle sensazioni, + la terza realtà della performance; l’ingrediente che fa si che quando ripenso a quei momenti + sento quei suoni che aprono porte a pozzi di ricordi e rendono tutto il viaggio in Senegal partecipe nel + momento della Performance a Coubanao.
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alessandra
+I morti non sono morti ma stanno dormendo
+kamo
+i morch ai dorma
+Malang Gningue
+Si motwéss si létoute baré soka môri
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Les morts ne sont pas mort ils dorment.
+I morti non sono morti ma dormono
+ousmane badji
+ka ketoum kou ketoute bare
+kamo
+lavorare è sempre lavorare assieme
+Arbeiten ist immer Zusammenarbeiten
+ousmane badji
+ka ketoum kou ketoute bare ko kamore
+ada
+Bonjour
+null
+Ciao
+Edmisio Ernesto Gomis
+Ka kétoum kou kétoute baré KO kamore
+Come mangiare nello stesso piatto
+ada
+Come mangiare nello stesso piatto
+Malang Gningue
+Nî dî léék ak béén togou beus bou + néék
+Federico
+Compartilhar comida
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Kadiabouroung kané Kane ka soumeuke
+Bébé chou
+Tôbiass maa gnaa kou souma
+fatoumata sane
+Qua moquène ou gnène di cayraille
+Malang Gningue
+Nî dî léék ak béén togou beus bou + néék
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Reisen macht glücklich
+ousmane badji
+kadiabouroug kou kanékane kasoumeuk
+Bébé chou
+Tôbiass ma toum à bossté
+Malang Gningue
+Touki dalaye maye yarame
+Seynabou Diédhiou
+Kadiabouroung kou kané Kane ou keuleu
+fulbert Christian diatta
+Kadiao koukanékann kalouk
+sokhna sane
+Touky daytakh gua guandê
+Edmisio Ernesto Gomis
+Kadiabouroung kou kanékane kassoumeuk
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Reisen macht auch dick
+fatoumata sane
+Kadiabroug ka kane kasoumey
+seydou
+Ni furiaf Di ebook yako unne un
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Touki deye diokhé mekté
+null
+Baisse karo malileule
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Dameye teube ak danou ci khale bi pala force ak bénéne + teube
+ousmane badji
+kadiabouroug koukanékan moukeuleu fana
+Bébé chou
+Ann dakh ding kobé ak tchokhé unka boula dakha
+Seynabou Diédhiou
+Babalé ni lo da samounéss géré é léte + pi lane y bal
+Malang Gningue
+Ma teup ma danou si xal dinano déff ma défate bénéne + teup
+fulbert Christian diatta
+Hi foumé ban li loó li sanbounasou ha ni mit hi foume
+khady
+Olof
+Erica
+Salto e cado dentro il fuoco, salterò di nuovo
+sokhna sane
+Damay teup danou si khal para force damay teubate
+Amina BADIANE
+Ndié ébaal Ni lo di sambunas fééré let pan ni + laagn ibaal
+Mouhamadou Lamine Badiane
+I jump and I fall into the forced fire I will make another jump
+khady
+Dama teup si taal nekh nakari dama wara teubate
+Bébé chou
+Bouma teubé maa daanou si khall bii DINA teubabatt
+null
+Man thiate an yire di bro an kaka thiate
+ousmane badji
+kamboukané ibaledia milo da samounas pilanibal
+fatoumata sane
+Ibaledia mi tobodies samouneuse fraye élete bani lagne ibale
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Le grand but de l'éducation n'est pas le savoir mais + l'a
+fatoumata sane
+Mouhamadou Lamine Badiane
+The great goal of education is not knowledge but action
+Amina BADIANE
+Kakaragnak nafaay yooliko let émandiey baré ékaaney +
+Rachid
+Nafay yati kakararang latin emandje bare di ba kanerab
+Seydou
+Nafaye yamakey uaticacourak
+Malang Gningue
+Nguërignou diangue bou reuy bi dou xam xam wanté dieufingue bi + leu
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Das große Ziel der Erziehung ist nicht Wissen, sondern Handeln
+Seynabou Diédhiou
+Nakaye yeumeukéye yeti kakaraghank ékanoute + émandiéye baré di ba kanérab
+khady
+Ndiarignou diang dou kha kham banga sii ame wayé limouy deff si + ioe
+sokhna sane
+Nguëriniou diague dou kham kham wayê dieuf dieuf la
+null
+Ou yék bousouk thikhe pe mé ma athi pe ro
+ousmane badji
+nafaye yeumeukéye yéti kakaraghank léti émandiey + baré ékaney
+fulbert Christian diatta
+Wahaou oueumeukeuu watta kadian inti kahass mélè kakanakou +
+fatoumata sane
+Qualityquenaque quemequeque di ka karaghak lety di Emandiaye bare di + bacanerabe
+Bébé chou
+O grande objetivo da educação não é conhecimento mas + ação
+Il grande obiettivo dell'educazione non è il sapere ma + l'azione
+Mouhamadou Lamine Badiane
+We miss the big cities
+Amina BADIANE
+Sisukes seumeukes si kaané kaan kalabo
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Ci mancano le grandi città
+Amina BADIANE
+Big cities are annoying
+Edmisio Gomis
+Man nor di ngue thiak nguék
+Malang Gningue
+Deuk you mague yi nékhou gnou
+khady
+Nekk si deuk you reuyi dafmay sonnal
+fatoumata sane
+Si soukese seumeukese si litenelitenew.
+Amina BADIANE
+Kateyenak éba
+khady
+Dawal velo ndirounama lou guene follou ke dawal auto
+Mouhamadou Lamine Badiane
+andare in bici mi sembra più gioioso che guidare una macchina
+null
+Ka tèen ebéekann koukoyome li katèenn éoto +
+ousmane badji
+katénak bécanéy kou koyoumame katénak + éwotey
++
null
+Internet: per apprendere, per scoprire, per restare vicini
+erica
+Internet: per imparare, per scoprire, per essere più vicini
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Internet: imparare, scoprire, stare vicino
+Seydou
+Kateynak ebecaney cadionene eniley
+khady
+Internet nguir diangue,ak kham,ak diéganto
+Edmisio Gomis
+Ka teyénak ébékaneye é fan mé canam i contani + katéyénak éwautey
+fatoumata sane
+Kateyenak Kati ebekaney cou coymame ca Kateyenak ewotoye
+Seynabou Diédhiou
+Internétéye:bé kakarang,bé + émandiéye,bé ka lofore
+Internet: to learn, to discover, to stay close
+Amina BADIANE
+Kateyenak kati ébékaaney kufaghé mankusuumé + éwoteuy
+null
+Iinnti Dakar balé louilo oubadial kasoumay
+El hadji
+Laty Dakar keyo nous diebe badiey kayray
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Dou Beuss bou neke legni guiss mekté Dakar
+Non è sempre a dakar che possiamo trovare la felicità
+Kamo
+non sempre a dakar si trova la fortuna
+ousmane badji
+égnésey di erousey:mou mandie mou diouke
+Seynabou Diédhiou
+Léti nanossanne Dakar kou badiéme kaïraye
+El hadji
+Bee ewagne badianguatab
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Be wagneye ba diaguatabe
+sokhna sane
+Di na beuy guêrtê
+fatoumata sane
+Kanout Dakar keb nughoolenė ubaj kayėraay
+Seynabou Diédhiou
+Pani wagne ba diaghatabe
+sokhna sane
+Li wagn ba diangatabe
+Bébé chou
+Vou cultivar amendoins
+Coltiverò le noccioline
+khady
+Dou dakar rekk la banékh rekk
+Soumansoum mani Kane gna adiola.0…)
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Mane dama fonke Lima doné kaw kaw
+Edmisio Gomis
+Pi wagne
+sokhna sane
+Bégue na di louma nêkké kawkaw
+Seynabou Diédhiou
+Soumame soume mi kane nia ane éty éssouke
+khady
+Li ma doon ak campagnard ndam la sii maan
+El hadji
+Mouhamadou Lamine Badiane
+Sono orgoglioso di essere un villaggio
+null
+Li contané ni can mo asoukeu
+Bébé chou
+Tenho orgulho de ser uma aldeã
+Kamo
+Io sono fiero di essere un buzzurro
+Kamo
+di bergamo
+Amina BADIANE
+Ékine karamba kankaan wasuumeum
+Edmisio Gomis
+Ni coutani contani mi Kane diam an mandiak
+sokhna sane
+Dama béégue si louma nékké kawkaw
+ousmane badji
+soumansoum mikanenia a villageois
+ZUMA
+Boucané boucanak d Boucané boucanak dji coumangn ediaye + Boucané boucanak dji coumang caloulouy
+Amina BADIANE
+Ekaan ane ati karamba kankaan waf wasuumeum
+Edmisio Gomis
+<> bobéye é dialo
+Amina BADIANE
+Ekonectionghey beyma ediaw mulo?
+khady
+Faan la connexion bi di diougué
+kamo
+oi
+kamo
+oi
+kamo
+oi
++
+
+
🌞Dizionario Crowdsourced Djola ⇆ Francese
+Telegram Bot
++
Descrizione:
+Tramite un bot di Telegram e una chat di gruppo abitata da noi, i ragazzi e i + professori era possibile compilare un dizionario djola ⇆ francese in forma collettiva e + partecipata.
++
Funzionamento
+sintassi
+/web parola in djola : traduzione in francese
++
Stack tecnico
++
L’API (application programming interface) di Telegram è open, + documentata e semplice da implementare. Attraverso di essa si può creare un BOT che è + praticamente un utente virtuale, un robot che fa da interfaccia tra le persone reali e degli script o delle + funzionalità complesse implementate in forma di chat. L’API è tutta la serie di comandi + a cui questo bot ha accesso ed è in grado di capire e usare per ricevere o emettere input dagli + utenti o dal mondo esterno. Questi comandi permettono di elaborare informazioni a partire dai messaggi o + dalle immagini o audio che gli utenti mandano al bot.
++
Il nostro bot dizionario ascoltava tutti i messaggi che iniziavano con il + comando /web e che seguivano la sintassi precisa → parola djola : traduzione francese. Attivandosi solo + con quel comando se ne stava buono e non rompeva o ci spiava e non si intrometteva nei discorsi quando + parlavamo di altro. Una volta ricevuto il messaggio rispondeva gentilmente a chi gliel’aveva mandato, + lo processava lato server su un piccolo spazio online di Google Apps Script estraendo tutte le info utili di + cui per prime la parola e la sua traduzione, per poi andarle a inserire in uno spreadsheet online, + accessibile e comodo per organizzare le informazioni.
++
Il prossimo passo verso cui vorremmo muoverci è quello di affrancarci dai servizi google, che sono super comodi ma + diventano sempre più pervasivi e impiccioni. Purtroppo confrontarsi con queste tecnologie è + sempre difficile in quanto la loro diffusione e il loro funzionamento è direttamente proporzionale a + quanti colpi di stato organizzano in Sud America o quanta Africa sfruttano per costruire i propri + processori. Ma ci stiamo lavorando. Per ora siamo un po’ della filosofia prima facciamo funzionare le + cose? Poi risolviamo i punti deboli tra cui il non farci eventualmente complici de sti criminali + bastardi.
++
+
/web dij safoul : hello world
+Performance di traduzione collettiva, web app + videoproiezioni + interattive
++
Descrizione
+In un sito sviluppato apposta per la performance era possibile proporre la + propria traduzione di alcune frasi scritte assieme ai ragazzi della scuola. Ecc spiegatela voi non ho + voglia
++
Funzionamento
+L’azione è contesa tra due dispositivi: uno è il telefono + dei partecipanti, l’altro un acquedotto che si trasforma nello schermo per una proiezione interattiva. + Su questo acquedotto venivano proiettati dei messaggi in francese, che era la lingua franca, e ognuno dal + telefono poteva inviare e aggiungere alla proiezione la traduzione nella propria lingua.
++
Stack tecnico
+Gli attori di questa performance sono:
++
Gli smartphone dei partecipanti
+Che sono i vari client del sito che abbiamo sviluppato in occasione del + lavoro.
+Era praticamente una chat, con un pannello che riceveva la frase da tradurre che + stavamo proiettando in quel momento. In questo modo anche chi non era a Coubanao poteva partecipare. +
+Il sito è stato sviluppato con node js e prototipato agile senza nessun + framework: html css js lisci e via.
+È stato messo online tramite la combo Gitlab Pages + Heroku a gestire la + componente server
++
Il server
+Ovvero il computer sparso chissà dove nel cloud che permette la + connessione tra i client e quindi tutti i dispositivi connessi al sito.
+Dopo qualche esperimento abbiamo scelto Heroku come piattaforma su cui + appoggiarci.
+Il server si occupava di + ricevere i messaggi dal telefono di ciascuno e spedirli agli altri, nonché anche al nostro computer + in regia, che agganciato al proiettore illuminava tutto l’acquedotto. La connessione è stata + gestita via websocket, che è un protocollo facile da implementare, leggero e reattivo, + particolarmente adatto alle applicazioni real time e live. In questo modo un messaggio spedito dalle persone + arrivava istantaneamente proiettato sull’acquedotto e questo rafforzava il senso di partecipazione, + coinvolgimento ed empowerment.
++
Il nostro setup di computer e proiettore / regia sotto + l’acquedotto
+Collegato in linea diretta con il server e di conseguenza anche con i client + smartphone connessi. Da qui spedivamo la frase di riferimento pescandola tra la lista cui avevamo lavorato + con i ragazzi. Il lato software interattivo / grafico era scritto in vvvv, un linguaggio di programmazione + visuale molto comodo → leggero →agile →utile nella prototipazione e performante nello + sviluppo. Con questo abbiamo video-mappato l’acquedotto del villaggio e ci abbiamo spalmato sopra le + scritte che arrivavano.
++ +
+
+
+
🌪 Beh se siete arrivati fin qui immaginiamo che il + collettivo un * salta vi stia un po’ simpatico, o forse che ci odiate a morte… In entrambi i + casi (soprattutto il secondo) vi invitiamo al confronto, vi invitiamo alla condivisione, perché il + vero punto di questa pubblicazione è il triggering di un processo che abbiamo chiamato collettivo, ma + la cui evoluzione è sfuggente. Quello che questa pubblicazione vorrebbe portare alla luce è un + metodo di ricerca indipendente slegato dal piano accademico. Un metodo non del tutto qui formalizzato, per + una ricerca sociale trasversale che guardi al globo come limite e al web come pandemia positiva. [ds][dt][du][dv][dw][dx][dy]
++
Durante la lunga stesura di questo testo, iniziata una volta tornati dal Senegal, + il mondo ha subito uno sconvolgimento cataclismico 🌞Tiziano si è + fidanzato[dz][ea][eb][ec] con una ragazza francese 🌪 che non nomineremo per non + appesantire di inutile retorica le ultime pagine del nostro lavoro. Questo stravolgimento però + sarà probabilmente visto dagli storici come uno spartiacque fondamentale per l’analisi del + fenomeno internet.
++
🌵 A maggior ragione, sono urgenti delle riflessioni
+ sul tema. Spesso non ci rendiamo conto del brodo digitale in cui sguazziamo. Lo sviluppo tecnologico non
+ è un processo reversibile, per questo c’è bisogno di assimilarlo, processarlo e dargli forma. Restando fedeli al nostro
+ italianissimo cuore e al resto della pubblicazione, mi permetto di dire che delegare l’invenzione
+ della ricetta del brodo è una totale forma di disimpegno. un * salta crede che ci siano infinite
+ ricette e vuole provarle tutte, perciò ci auguriamo che in qualsiasi modo abbiate sorseggiato i
+ capitoli, qualcosa sia entrato in circolo. Tirarsi indietro significa ignorare tutte le questioni
+ ambientali, sociali, economiche, politiche ontologicamente diluite in questa rete fisico-virtuale.
Siamo
+ in grado di decentralizzare lo sviluppo e trasformarlo in evoluzione?
+
Beh io ringrazierei subito Federico Poni che quando vuole è in grado di + sfoggiare una grande dote: l'entusiasmo. Senza di quello a Koubanao non ci saremmo mai + andati. Anche io ringrazio Federico Poni, un abbraccio ad un amico + coraggioso. Poi un grazie di cuore al Comitato Pavia Asti Senegal, che con + la sua rete di contatti sul territorio e un molto apprezzato contributo pecuniario ci ha agevolato + l’organizzazione e la permanenza.
+Barsa Sagna che commenta sotto ogni foto che postiamo; Seydatouna Khadija Badiane Bébé béné tiwoliyo béné; Malamine Diémé uno degli uomini più integri mai + conosciuti, nostro saggio protettore, a quel tempo da poco padre di due gemelle; Papaclass l'entrepreneur futuro + programmatore di app; Malamine Tamba, che ci ha ospitati per un buonissimo pranzo a casa sua e ci + ha guidati a Dakar; Badji Elhadji, il preside silenzioso; Paco lo spadaccino delle ram; tutti gli + student che ci scrivono che manchiamo a Koubanao; tutti gli student* con cui non abbiamo scambiato parola e + guardavano straniti questi lulum bianchi che arrivavano in cortile mentre loro se ne uscivano; l ragazzino + che ci vendeva le cochette nontroppofresche allo shop; + Buba, un incredibile soggetto la cui più grande passione era mangiare e + fare il vagabondo fra un villaggio e l’altro innamorato di + Sofia 😠; tutti gli altri amanti di Sofia e di Erica che sognavano un matrimonio a Milano; + l’importante tenacia di Lamine nel voler restare a Koubanao a coltivare arachidi; la dottoressa + dell’ambulatorio che ci ha regalato una visita quando abbiamo avuto la febbre e che voleva chiamare + coi nostri nomi la creatura che portava in grembo; Sada artefice del murales che parlava di internet; chi si è fidato e ci ha finanziato venendo alle cene di raccolta fondi e chi ci ha + bastonato quando chiedevamo una revisione dei progetti e facevamo gli ingenui; chi ci ha sostenuto entusiasta in ogni momento; le care cuoche + che ci preparavano colazioni - pranzi - cene; le + bambine e ini che facevamo girare in aria; i due rapper + felici di cantare sulle nostre basi improvvisate; Aliou + felice di essere stato fotografato nel suo capannino dove lavora il riso; + i nostri autisti Baba e Baba Sane; Aboubakar il guardiano del campement; le sarte + che ci hanno confezionato le divise di un * salta; i nostri genitori, perché i genitori vanno sempre + ringraziati; Awa la mia collega di LibrOsteria che mi tiene aggiornata sugli avvenimenti in Senegal; + LibrOsteria che mi ha fatto guadagnare i soldi per partire e che di sicuro ci ospiterà per presentare + questa pubblicazione; Gianni Celati e le sue avventure in Africa; tutto il villaggio di Coubano che si + è sempre dimostrato accogliente; i danzatori che si sono esibiti una delle ultime sere; le cuoche del + ristorante dove abbiamo pranzato due o tre volte (anche se è capitato che ci facessero pagare di + più perché siamo bianchi);
++
[ed][ee][ef][eg][eh][ei][ej] +
+ +
Un’ultima componente fondamentale di un salta sono i singolari modi di abitare + le realtà che viviamo, come approcciarci a loro + e come documentarle. Siamo sei individui con diverse + sfumature, diversi backgrounds.
++
Federico Poni[ek][el]
Pavia, 1996, Brera, poi
+ Rotterdam, fatto un master, XPUB. Ora non uso più questa piattaforma dove stiamo scrivendo, sono uno
+ di quei fissati con l'open source e il free software.
Intanto son diventato un architetto del web e un urbanista del net, un pizzaiolo e + un piccione, un mago e un anarchico, un cyborg e una torta alle cipolle caramellate.
++
+
Sofia Merelli
Nata a Milano,
+ nel 2020 ha conseguito il diploma accademico di I livello in Nuove Tecnologie dell’Arte
+ all’Accademia di Belle Arti di Brera e successivamente ha ottenuto l’attestato di formazione
+ professionale di filmmaker frequentando il corso di documentario alla Civica Scuola di Cinema Luchino
+ Visconti.
La sua ricerca oscilla fra diamine odio far ste cose va be’ dai in due parole + mi piace l’infrastruttura di internet con tutta la sua ingombrante massa, l’ecology after nature, fare i filmini, la Liguria e i + cinesi.
+ciao ciaoo
++
Alessandro Gambato[em]
Mi reputo un compositore anche se ho una
+ formazione prettamente tecnica (per ora), ho l’arroganza di pensare gran parte di quello che faccio
+ come un’opera d’arte, che è forse il perché poi non sono bravo a riconoscerne una.
+ Ho studiato produzione audio a Milano dove sono venuto a contatto con le altre menti di Un*salta, continuo a
+ studiare a Padova e cerco di occuparmi di musica partecipativa e improvvisazione libera.
+
Tiziano Pastor[en]
+Sono nato a Venezia, nel 2021 ho conseguito il diploma accademico
+ di I livello in Popular Music al CPM Music Institute di Milano e ora sono intento a frequentare un master
+ all’università cornuta in vita all’estero con contratto a tempo indeterminato.
Per
+ quel che mi riguarda non penso che tutto ciò che faccio sia un'opera d’arte ma per una
+ ragione o per un altra mi ritrovo spesso in situazioni che potremmo chiamare, più che artistiche,
+ creative.
La ragione è fastidiosamente legata al mio modo di essere, + alla mia incapacità di prestare attenzione alle cose per molto tempo di seguito, all’esigenza + di trovare un trigger in qualunque cosa succeda intorno a me sennò non ha senso, se no mi + addormento.
+Sono capitato nel collettivo un * salta casualmente e, nonostante + la mia preparazione inesistente in materia di arte multimediale e cose di Brera, posso dire di avere trovato + il mio ruolo e il mio posto, a detta di Kamo, in quanto coscienza del gruppo.
+un * salta mi offre la possibilità di non avere regole, di non + avere tempistiche di non avere un obiettivo chiaro, è un foglio bianco ed è una vendetta e un + riscatto costruttivo, occhio per occhio verso la goduria. Verso questo tipo di situazioni e contesti tende + la mia ricerca.
++
Francesco Luzzana[eo]
+Degli amici hanno in casa un elefante di legno grosso come una mucca vera. Io + potrei avere un computer di legno grosso come un elefante vero. Mi sembra che tutta la vita mi capiti per + caso e io accolgo. Sto imparando ad assumere la forma più aerodinamica possibile per andare di vela + con questo vento. Come fanno le barche a vela ad andare dove vogliono?
+
Erica Gargaglione[ep]
o anche grgr da reggio emilia.
+
che forma ha internet? che forma ha un sito? quali
+ sono i miei punti di contatto con un sito? un sito bello. un sito brutto. un sito
+ che tutti odiano e uno che tutti amano. un sito semplice, un sito complicato. Un sito che è sempre
+ uguale, un sito che si trasforma. Un sito che porta bene i suoi anni e uno no. Un sito mai visitato. Il
+ primo sito tra i preferiti. Il primo nella cronologia. Un sito abitato. Un sito non abitato. Un sito che ha
+ anche una app. Una app che funziona online, ma senza avere un sito di riferimento. Un sito che è
+ più interessante su mobile che non dal computer. Un sito dinamico e un sito statico. La lista
+ continua.
+
[1] tipica espressione + di Favara (AG)
+[3] https://louisedrulhe.fr/internet-atlas/
+[4] https://en.wikipedia.org/wiki/On_the_Internet,_nobody_knows_you%27re_a_dog
+[5] https://atlantic-cable.com/1858NY/
Bill Burns grazie sei un santo uomo
[6] Thorat, + 255-256
+[7] TeleGeography, + Submarine Cable Map (Ultima modifica: 17 Marzo 2020)
++ https://www2.telegeography.com/submarine-cable-faqs-frequently-asked-questions
+[8] Keller Easterling, + Extrastatecraft: The power of infrastructure space, Verso
+[9] Sarvesh Mathi, + “The Future of Undersea Internet Cables. Are Big Tech Companies Forming a Cartel?” +
+in Medium (Ultimo accesso: 26 marzo 2020) +
+https://blog.usejournal.com/the-future-of-undersea-internet-cables-f3e5f77de019 +
+[11] Synergy Research Group,
+ “Incremental Growth in Cloud Spending Hits a New High while Amazon and
Microsoft
+ Maintain a Clear Lead” (Ultimo accesso: 26 marzo 2020)
https://www.srgresearch.com/articles/incremental-growth-cloud-spending-hits-new-high-while-amazon-and-microsoft-maintain-clear-lead-reno-nv-february-4-2020
+
[12] Con processo intendo le + varie dinamiche di comunicazione, da singoli messaggi ad automazioni, nei vari ecosistemi digitali + offline e quant’altro
+[14] Per intenderci, la frase “travailler c’est + toujours travailler ensemble” in italiano non può essere tradotta con troppe acrobazie, la + costruzione e i vocaboli rimarranno sempre simili a “lavorare è sempre lavorare + assieme”
+[15] Fixed media denota musica + composta specificatamente per essere riprodotta da una registrazione, originariamente su nastro, oggi + file digitale. Si differenzia dalla musica eseguita per la presenza della fissazione su un + supporto.
++
[a]cosa che viene ribadita nel capitolo 3 + quindi forse è da ampliare anche solo con un link al progetto di agrigento
+[b]si hai ragione potremmo mettere + un'appendice in fondo con presentazione collettivo + descrizione degli altri progetti nostri ? (tipo + una paginetta un paragrafo ciascuno, roba veloce spam 1 salta)
+[c]presentazione collettivo = noi chi + siamo
+[d]presentazione progetti = passeggiata, + hbw
+[e]con i punti salienti cui facciamo + riferimento qua
+[f]ricodo che forse avevano detto che una + era musuulmana e una cristiana? sarebbe un dettaglio interessante da aggiungere
+[g]qua ci volevo mettere un animale al + centro che tiene in equilibrio la pubblicazione ma poi mi sembrava un po' una cazzata non so + perché ma la necessità di fare uno schemino era forte
+[h]io ci metterei tiziano
+[i]poni siamo tutti animali come diceva + l'Aristotele
+[j]facciamo una foto di gruppo a sto + point
+[k]INDIGENOUS CMS + https://mukurtu.org/
+[l]“folksonomy” Thomas Vander + Wal
+[m]https://archiveofourown.org/
+[n]iaqos
+[o]https://dynamicland.org/ vs + extractivism
+[p]https://zachblas.info/works/queer-technologies/
+[q]paolo cirio
+[r]datification & social good +
+[s]ben grosser
+[t]bridle
+[u]-
+[v]speculativo tipo scenari ? + domande?
+[w]git e piattaforme de + collaborazione
+[x]tesi sofia
+[y]riallacciare da fine speculativa del + asse X
+[z]case studies:
+- ad esempio piattaforme per nft (approccio centralizzato ? ) vs plantoids ( + approccio decentralizzato ?)
+[aa]tecnico: mastodon e federalismo +
+[ab]youtube peertube
+[ac]struttura
+[ad]interfaccia e UI
+[ae]le interfacce non sono superfici ma + hanno una profondità e sono degli effettti
+[af]ux
+[ag]flusso
+[ah]“Non scrivete mai. Rischiate + d’essere pubblicati”
+[ai]https://digilander.libero.it/biblioego/GillIvain.htm
+[aj]sono lì lì per sudo + rebootarmi
+[ak]ma prima ti guardi tutta la + stagione
+[al]e poi ti sudo rebooti
+[am]risignificare
+[an]== wordpress
+[ao]inserire nota
+[ap]lati di pagina
+[aq]ma a manetta per varie cose
+[ar]ma non michael
+[as]git
+[at]p2p
+[au]https://blog.jse.li/posts/software/
+[av]uber ecc !
+[aw]cc/ platform urbanism
+[ax]alexa, buddamelo ar culo
+[ay]iocose
+[az]fiver ecc
+[ba]giardina papaa
+[bb]riproporre in forma di domanda? + è davvero l'alfabetizzazione la risposta? e poi": cosa vuol dire alfabetizzaz? +
+[bc]migrazione digitale covid
+[bd]definiamo alfabetizzazione ? +
+[be]NON NATURALIZZARE GOOGLE
+[bf]populismo digitale
+[bg]standard = merda
+[bh]soupboat ad esempio
+[bi]tesi lever burns
+[bj]inquadrare alfabetizzazione
+[bk]diversità digitale ++ ? +
+[bl]loclaità fisica geografica ma + crea nove luocalità attorno a delle comunità virtuali?
+[bm]collegamento meglio
+[bn]garga puoi lavorare a questo + pezzo?
+[bo]@gargaglione.erica@gmail.com +
+[bp]dai garga
+[bq]paolo cirio
+[br]datification & social good +
+[bs]ben grosser
+[bt]bridle
+[bu]INDIGENOUS CMS + https://mukurtu.org/
+[bv]“folksonomy” Thomas Vander + Wal
+[bw]https://archiveofourown.org/ +
+[bx]iaqos
+[by]https://dynamicland.org/ vs + extractivism
+[bz]https://zachblas.info/works/queer-technologies/
+[ca]-
+[cb]speculativo tipo scenari ? + domande?
+[cc]git e piattaforme de + collaborazione
+[cd]aggiungere referenza
+[ce]circostanze..........
+[cf]MISTERIOSE
+[cg]è corretto scrivere + così?
+[ch]sud globale è + un'alternativa ma anche quello ha le sue problematiche
+[ci]ripetizione
+[cj]forse non il primo forse non unico ma + il concetto ok
+[ck]semplifica e o ridurre
+[cl]Si ma ora c’è + starlink
+[cm]Si ma ora c’è + starlink
+[cn]semplifica e o ridurre
+[co]le ho anche svg queste mappe + così nel caso possiamo stilizzarle come vogliamo
+[cp]nota con consigli di lettura per il + linguaggio cibernetico
+[cq]florian >
+[cr]logica (magari simboli?)
+[cs]o magari reference
+[ct]prep infografica
+[cu]nota con cosa si intende per discorso + e differenza con comunicazione, interessante perche anche il resto si basa su sta differenza
+[cv]//discussione
+[cw]dopo voglio scrivere delle cose a + riguardo
+[cx]c'è anche il terzo di + questi disegnetti
+[cy]nota con lo sticker: the cloud + doesn't exist it's just some else's computer
+[cz]usare termini tecnici tipici + italiano
+[da]cos'è una pag html +
+[db]cos è server
+[dc]unp
+[dd]no da cambiare
+[de]tipo ok?
+[df]aggiungere che esistono diversi tipi + di repository: aperte, chiuse, nascoste, ecc
+[dg]inserto grafico?
+[dh]forse
+[di]SEGNALIBRO con tiziano propic o + james bratton
+[dj]bridle ft bratton
+[dk]nota sul problema della + technè
+[dl]wtf???? ha ah
+[dm]valutare mappa del tavolo / schemino + cosmologico / disegnetti della lista
+[dn]qui ci starebbe bene anche quella in + bw che aveva fatto poni con il tavolino tolla di chocopain
+[do]scimmia stesa coi panni
+[dp]non abbiamo mai parlato delle altre + cose
+[dq]foglio gamnbuto
+[dr]vero
+[ds]pandemia (dal greco antico + πάνδημος, pándēmos, “ciò che interessa + tutte le persone”, “pubblico”, “generale”) wiki caziatemi se + è
+[dt]citando un vecchio saggio
+[du]alessandro l'intellettuale di + sinistra
+[dv]plot twist
+[dw]questa parte e nuova?
+ci sono quando volete per una reunion
+[dx]💕 nuova di marzo 2021 + ahah
+[dy]eheeh
+[dz]Capitolo pericolos e fuorviante, nel + senso che come idea è interessante. il problema che sarebbe una cosa da pprofondire molto e non + so se abbiamo la presenza tale per cavarne fuori qualcosa.
+[ea]detto cio poi forse mi sto fasciando + la testa, ma la domanda é quindi cosa stiamo dicendo con sto minicapitoletto??
+[eb]ma io direi che questo capitolo + è finito già così, è solo per dire ciao a tutti gtrazie di aver letto e + ricordatevi di non dormire troppo
+[ec]ok si
+[ed]ampliare ?
+[ee]@pastortiziano7@gmail.com questa + parte secondo me a te che sei osservatore viene bene!
+[ef]Più che dire che mangi pasta + al pesto non saprei
+[eg]ma no tizi questa è la parte + dei ringraziamenti di tutte le persone che hanno dato un contributo, io non c'entro aha
+[eh]direi che cosi va bene no? +
+[ei]magari metterei i nomi di tutti i + ragazzi
+[ej]sì giusto, dovremmo trovare + il modo di recuperarli
+[ek]@mr.federicoponi@gmail.com dai + scrivi una tua bio con gli studi ecc
+[el]Si dai
+[em]@alessandro.gambato@saeinstitute.edu + su su metti anche due righe riguardo gli studi che hai fatto ecc
+[en]@pastortiziano7@gmail.com ti va de + mettere anche la tua fromazione de studi ecc?? e scrivere che sei un veenziano doc
+[eo]@luzzanafrancesco@gmail.com detto + frua metti la dua fantastica brillante bio 1 caro sal
+[ep]@gargaglione.erica@gmail.com numero + 1 bio ti va di scriverla?
+[eq]che forma ha questa cosa nella + pubblicazione?
+[er]up
+